14.11.13

dall'italia all'estero e dall'estero in italia le storie di Lara Manganaro

Sfogliando  con curiosità  www.americaoggi.info   ho trovato quest'altro  sito   da  cui riporto due  articoli interessanti

da  http://www.lavocedinewyork.com/

SFIDA NEW YORK

Sono originaria di Varese, al momento di casa a New York prima di tornare a Rimini dove vivo…per ora. Ho lavorato in
televisione e nella carta stampata. Laureata in Scienze politiche e con un Master in Pnl e Neurosemantica sono giornalista e life coach. Da qui ho ideato la nuova figura di life journalist un connubio tra la creativitá e la capacitá di raccolta delle informazioni del giornalista e l’umanitá e positivitá del life coach per aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi ad affrontare positivamente i cambiamenti. Così una volta arrivata a New York ho creato il mio blog lifejournalistblog.com dove parlo di life style, coaching, benessere ma soprattutto racconto la storia degli italiani, e non solo, che hanno realizzato il loro sogno di vivere nella Big Apple superando ostacoli e difficoltà. Ma come hanno fatto? Me lo sono chiesta più volte allora sono andata a cercare le risposte





La scienziata che qui ha imparato a non giudicare gli altri


Lara Manganaro, biologa molecolare, è ricercatrice del virus Hiv al Mount Sinai Hospital, : "Mi manca tantissimo l'Italia, ma tutti dovrebbero uscirne per un periodo, aiuta ad aumentare l'elasticità mentale"
                                                                    Lara Manganaro a Washington Square

Una passione per la ricerca scientifica e una vita di studi. L'amore per la scienza sbocciato da bambina per poi crescere sui banchi del liceo e il sogno di diventare uno scienziato l’ha portata a New York.
“Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in se genialità, magia e forza. Comincia ora”. Johann Wolfgang Göethe



Lei è Lara Manganaro originaria della provincia di Udine. Dopo la laurea in Biotecnologie mediche ed un dottorato in biologia molecolare vola a New York con in tasca una borsa di studio per il The Mount Sinai Hospital uno dei più antichi e grandi ospedali didattici degli Stati Uniti. Qui è ricercatrice del virus Hiv o Aids. Prima di lavorare a Microbiologia ha lavorato un anno nel dipartimento di Immunologia, poi ha deciso di cambiare perchè il primo amore non si scorda mai. “Ho sempre avuto una grande passione per i virus e in particolar modo per l’Hiv, che è stato anche il mio argomento di ricerca durante il dottorato in Italia. Hiv è un virus talmente affascinante che anche dopo tanti anni non mi annoia!”


Lara vive col marito, anche lui ricercatore, nella Big Apple ormai da 4 anni. Ci siamo incontrate nel parchetto di fianco alla fermata della subway sulla 72st per poi recarci ad un caffè lì vicino ed iniziare a raccontarci. Lara inizia a parlarmi del suo percorso professionale puntando l’accento sul fatto che andare all’estero è una tappa obbligata se vuoi fare ricerca: “Tutti i miei colleghi di laboratorio più ‘anziani’ di me se ne sono andati dopo la fine del dottorato. Quindi ho sempre saputo che se avessi volute continuare a fare ricerca, prima o poi, avrei lasciato l’Italia. Gli USA sono molto competitivi nel mio campo quindi erano la mia prima opzione. Purtroppo il mio primo
impatto con l’America mi ha lasciato molto delusa. Nel 2006 sono andata ad Atlanta per un congresso. Era la prima volta che vedevo l’America. Ero piena di aspettative e Atlanta l’ho trovata molto triste. Quindi mi sono detta ‘io in USA non ci vado’. Così ho cominciato a considerare laboratori a Londra. Poi nel 2007 sono venuta a NY durante il viaggio di nozze. Io e mio marito ci siamo innamorati della città. Ho pensato che NY era un posto dove potevo vivere”. E così è stato. Lara dopo la laurea in Biotecnologie Mediche presso l’Università di Trieste è entrata nel programma di Dottorato in Biologia Molecolare della Scuola Normale Superiore di Pisa continuando a svolgere la sua attività di ricerca a Trieste all’ICGEB (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) da qui ha poi ottenuto la borsa di studio per svolgere ricerca negli States.
“Lasciare l’Italia è stato difficile. In aeroporto ho pianto tantissimo! Ma quando sono arrivata a NY tutto era elettrizzante. Mi sono sentita subito a casa”. Nonostante si sentisse a casa, i primi mesi non sono mancate le difficoltà. Parlava solo l’inglese scientifico quindi quando si discuteva di Dna, protein, molecole etc., non aveva problemi. L’inglese “da tutti i giorni” era più complicato. “Potevo tranquillamente parlare di DNA e proteine ma non sapevo come intavolare una conversazione su film, musica o qualsiasi altra cosa che non fosse scienza. Dopo un po’ di mesi impari e tutto fila liscio. I primi mesi a NY me li ricordo bellissimi, tutto era nuovo, emozionante, mi sembrava di essere in un film. Ogni tanto ancora adesso”.
L’ostacolo della lingua rendeva complicato anche le cose più stupide come pagare le bollette, il contratto d’affitto e capire cosa la gente diceva, soprattutto al telefono! “Essere in due rende tutto piu’ semplice. Ci si aiuta a vicenda. Iniziare un nuova vita insieme alla persona che ami è una bellissima esperienza”. Dopo i primi mesi le cose iniziano a migliorare e anche la lingua inglese diventa sempre più familiare.Lasciando l’Italia è potuta crescere professionalmente grazie alle opportunità che offre la città. “A NY hai la possibilita’ di conoscere molte più persone, di andare piu spesso a congressi per presentare il tuo lavoro e partecipare a seminari di scienziati molto importanti che raramente passano per l’Italia”. 
“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma”.
 Bruce Chatwin
Lara consiglia a tutti di uscire dall’Italia, anche solo per un breve periodo. Aiuta ad aumentare l’elasticita’ mentale e capire quali sono le cose importanti. Nonostante viva da 4 anni a NY, l’Italia le manca sempre “L’Italia è il mio paese e penso che sia il paese più bello del mondo anche se ha un sacco di problemi. Quando te ne vai ti accorgi di quanto è bella e ti manca”.
Nei momenti di maliconia o tristezza Lara per tirarsi su di morale parla con il marito oppure esce con i suoi amici o li chiama su Skype se sono fuori NY. “Non ho mai pensato di tornare indietro, non avrebbe senso. Ho passato mesi a concentrarmi sul problema. Poi quando non mi piaceva più il lavoro che svolgevo ho iniziato a cercarne un altro per trovare la soluzione. Vivere a NY può sembrare complicato perchè è molto cara e frenetica. Ti devi spostare sempre in metro. Per fare qualcosa con i tuoi amici devi organizzarti settimane prima perchè sono tutti molto impegnati. Ma allo stesso tempo è difficile che tu ti senta uno straniero a NY, lo sono tutti. Ed inoltre la trovo molto “europea” come città. Credo che per un italiano sia piu facile vivere a NY che ad Atlanta!” 
“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. Gandhi
New York l’ha cambiata. L’ha resa una persona più forte e indipendente. Poi le ha insegnato a non giudicare: “Credo che la cosa principale che ho imparato è di non giudicare gli altri. Allo stesso tempo mi sento piu libera perchè gli altri non giudicheranno me. Credo che qui a NY nessuno ha veramente tempo di preoccuparsi di cosa fanno gli altri, nel bene e nel male”.
In future lei e suo marito vorrebbero tornare in Europa perchè NY è una citta troppo cara per crescere dei figli: “Vorrei tornare in Europa. L’Italia sarebbe il mio sogno, ma Francia, Germania e Inghilterra vanno bene”. 
Lifejournalistblog.com

  La  seconda    storia  sempre  dallo stesso  sito    riguarda il  percorso inverso  

Quella ragazza italo-canadese che amava tanto l'Italia...


[14 Nov 2013 | 0 Comments | 182 views]


Escono le nuove statistiche AIRE (Anagrafe Italiani Residenti Estero), che confermano l'allarmante fuga dei giovani soprattutto dalle regioni Settentrionali. Leggendo i dati, ci viene in mente una storia emblematica



La tabella indica in migliaia gli italiani iscritti all'AIRE: nel 2012 i cittadini italiani residenti ufficialmente all'estero erano 4 milioni e 341 mila

Uno spaccato inedito -per certi versi sorprendente - della nuova emigrazione professionale italiana: le nuove statistiche Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) sui 20-40enni in uscita dall'Italia nel 2011 certificano il sorpasso delle regioni del Nord Italia su quelle del Sud, almeno per quanto riguarda le "forze fresche" che emigrano. La crisi sembra dunque incentivare soprattutto la fuga dei giovani settentrionali, residenti nelle zone più produttive. Un segnale allarmante.
Le statistiche ufficiali pero' non

13.11.13

non sempre i film strappa lacrime sono una barbara il caso di So che ci sei (Matching Jack)

http://www.comingsoon.it/


IN ONDA IN TV» Sky Cinema Passion » sabato alle 19:15Guida ai film in tv
So che ci sei - visualizza locandina ingrandita
VOTO DEL PUBBLICO
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VALUTAZIONE
7.6/10 - 12 voti
TRAMA DEL FILM So che ci sei  (Matching Jack)
La vita di Marisa e di suo figlio Jack scorre tranquilla fino al giorno in cui, al termine di una partita di calcio giocata male, Jack finisce in ospedale. Marisa tenta di rintracciare il marito David ma lui, con il telefono spento e senza alcuna preoccupazione, sta progettando di lasciarla per un'altra donna. A Jack viene diagnosticata una leucemia. L'unica possibilità di cura sarebbe l'esistenza di un eventuale altro figlio di David, avuto da una delle sue tante amanti, che potrebbe risultare compatibile come donatore di midollo osseo. Marisa cerca in tutti i diari di David i nomi delle donne con cui ha avuto una relazione e inizia a bussare alle loro porte. Donne ignare che si trovano di fronte una madre disperata...

USCITA CINEMA: 
REGIA: Nadia Tass
SCENEGGIATURA: David ParkerLynne Renew
ATTORI: 
James NesbittJacinda BarrettRichard RoxburghYvonne StrahovskiTom RussellKodi Smit-McPhee
FOTOGRAFIA: David Parker
MONTAGGIO: Mark Warner
MUSICHE: Paul Grabowsky
PRODUZIONE: Cascade Films
PAESE: Australia 2010
DURATA: 103 Min
FORMATO: Colore

NOTE: 
Presentato in concorso al Festival di Roma 2010 nella sezione Alice nella città


la ferita ancora aperta di nassyria e le distorsioni dei media delle parole pronunciate alla Camera da Emanuela Corda, deputata sarda del M5S

Musica  in sottofondo e consigliata    e questa  http://www.youtube.com/watch?v=UF_LyEpcfKo
o  http://www.youtube.com/watch?v=Gc3A__oi3-0


http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/11/strage-di-nassyria-dieci-anni-dopo.html


  cosi rispondo a  coloro che mi dicono che  offendo le  vittime

L'intera classe politica dirigente, ieri, si è spesa nel ricordare l'episodio della strage  di  Nassyria   attribuendogli una valenza ad alto impatto retorico, definendo l'evento (parole del Presidente Napolitano) "un atto di grande viltà".
Non è così.
Non ci fu assolutamente niente di vile, secondo me  e secondo  il blogger http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/
Infatti  L'uso del termine "vile" è fuorviante e come significante ha l'obiettivo di far pensare alle persone che i nostri carabinieri sono stati colpiti a tradimento. Il fine di questa manipolazione consiste nel far credere che la partecipazione degli italiani alla guerra in Iraq -così come quella di tutti gli altri- non aveva niente a che fare con il concetto di guerra, ma che era una missione di pace.
Era, invece, una guerra o lo è diventata, da subito.In guerra, i codici vengono alterati e sono diversi da quelli civili.La caratteristica della guerra consiste nel fatto che o uccidi uno sconosciuto oppure quello sconosciuto ucciderà te (un ricordo a Fabrizio De Andrè). Per salvare se stessi e i propri compagni, tutto è consentito, sia nella difesa che nell'attacco. E ci sono anche vittime civili, inevitabilmente. Ma ne restiamo sorpresi.


Una eletta nelle fila del movimento a cinque stelle, circoscrizione Sardegna, l'onorevole Emanuela Corda, si è alzata e ha fatto un intervento.
Le sue parole hanno provocato reazioni diverse e contrastanti.
Non entro nel merito ora   nel  merito  perchè  aspetto   di confrontare  la mia idea   con le  vostre dopo  ovviamente la visione    dei  due  video   (  quello  ufficiale  e  quello del media    )   . 
Ho  fatto   come propone  il  sito in questione     ho visualizzato sia  la  versione manipolata   dai media  sia  il discorso  integrale  che trovate qui sotto  inversione doppia  qual'ora   downloadhelper   facesse le bizze





 . Infatti  : <<  Sui social networks il suo intervento è stato presentato con ottiche diversissime. Qui di seguito quattro esempi dei link più diffusi in assoluto:


L'On.Emanuela Corda (M5S) giustifica l'attentatore kamikaze che uccise gli italiani a Nassirya
e poi
M5s: Emanuela Corda sui kamikaze: ferma condanna al fondamentalismo

In alcuni casi veniva presentato il video del suo intervento nel quale mancavano alcune frasi. In altri casi erano state aggiunte altre frasi.
Sui social networks, soprattutto su facebook che è la piattaforma più importante nel diffondere la chiacchiera del giorno di cui tutti parlano, quando si presenta un video con una scritta sopra, il più delle volte nessuno guarda il video ma si attiene alla didascalia che lo presenta.
Quindi, come si fa a sapere che cosa ha detto o non ha detto la Corda?
Ecco in che cosa consiste l'esercizio di cittadinanza attiva: si va a vedere su youtube la ripresa video del suo intervento, quella autentica, senza aggiunte e senza tagli. Si compie, quindi, un'azione (da cui l'aggettivazione "attiva") senza far caso alla didascalia, nè a quella che la esalta nè a quella che la contesta. Dopo averlo visto ci si pensa su. Magari, se è il caso, lo si rivede un'altra volta, lo si studia e si ottiene una idea, un giudizio, una opinione, che è frutto della riflessione della propria mente, quindi è originale. Quando si partecipa, poi, al dibattito, si porta avanti la propria argomentazione magari citando la frase al minuto 1,2 3 o 2,41 inserita nel suo contesto generale.Questo presuppone un meccanismo attivo.
Il vantaggio, nell'essere "cittadini attivi", consiste nel fatto che non si usano idee degli altri, oppure l'opinione di un passante che magari ha pigiato tre volte mi piace su dei nostri post e quindi abbiamo deciso, per puro narcisismo, di fidarci di lui o di lei.
Si usano le proprie idee, il proprio ragionamento.
Un cittadino attivo è una persona che cerca i dati oggettivi e si arroga il diritto di avere una opinione personale su quel fatto specifico.Tutto qui.>>
Poi, , possiamo scambiarci le nostre opinioni al riguardo: se il suo intervento è stato bello o brutto, in linea con il progetto M5s oppure no, a favore della verità o a favore della menzogna, ecc o  se  ha  offeso  i caduti  

12.11.13

cattivi si nasce o si diventa ?

musica   consigliata  ci vuole un fisico  bestiale  - Luca  Carboni  

ti potrebbe interessare
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/11/questa-e-la-vita.html

dopo  questa  ennesima violenza  gratuita   sugli animali
  da  http://www.all4animals.it/

Alghero: i ragazzini che ammazzano a calci il gattino di cinque mesi Un gatto di cinque mesi appartenente alla colonia del forte della Maddalenetta, nel centro storico di Alghero, è stato brutalmente massacrato a calci. Secondo quanto trapelato, il piccolo sarebbe diventato oggetto delle 
sevizie di alcuni ragazzini che lo avrebbero ucciso di fronte ad un altro micio con il quale faceva sempre coppia. Almeno una persona avrebbe assistito alla mattanza, e i volontari che sono soliti prendersi cura della colonia (e che da tempo fanno il possibile per far adottare i gatti, costantemente in pericolo) sperano ora che possa farsi avanti: in ogni caso, per quanto accaduto, è già stata sporta denuncia alle autorità di polizia. Contestualmente, gli attivisti di Alghero chiedono all’amministrazione comunale di tutelare maggiormente le colonie feline, così come prevede la legge. Non è la prima volta che la zona è teatro di orrori simili: in passato, già tre gatti erano stati uccisi a colpi di spranga.

11\XI\2013




Ora mi chiedo : L'essere umano nasce con una predisposizione innata alla cattiveria o diventa cattivo strada facendo?
da carlamanea.blogspot.com giugno 2012
 -

É genetica, influenza familiare, oppure é la società, la cultura che ci allena ad esserlo o, peggio, ci impone di esserlo...cattivi?

Ci sono delle dinamiche comportamentali per cui é difficile se non impossibile trovare una giustificazione plausibile... e che , come dice anche una mia la mia amica \ contatto di facebook Piera Carta non capirò mai.


Ma  poi  mi  rivengono in mente questi  dibattiti  di cui  trovate  sotto   alcuni  link   














che rispondono solo ad una parte della domanda . ed io continuo ad essere come  barche in mezzo al mare

10.11.13

intervista a Corben Sofia di www.psicotaxi.it





 Musica  consigliata   preda  dal  suo blog  e  non  : 1) Bill Withers - Ain't No Sunshine  :,  2)  Five blind boys of Alabama - Sins forgiven  .,  3)  Five blind boys of Alabama - Sins forgiven

 Inizio  questa  post  citando l'incipit o quanto meno  un pezzo del libro  in questione

libreria Feltrinelli di Milano   .  foto dalla bacheca di facebok dell''autrice


Appartengo a un'antica dinastia di stronze. La reincarnazione esiste. Sono la somma delle generazioni di vipere che mi hanno preceduto. Ero cattiva ancor prima di nascere." dal libro Psicotaxi - Ed. Unicopli di Sofia Corben ;)



Ora cazzeggiando in  rete   e su facebook  scopro   che  la mia amica  del blog  psicotaxi.it di  lei avevo    già  parlato  ( me  n'ero  anche  dimenticato    )  .  Colmoquesta mia lacuna  con   url   qui sotto   del mio vecchio  post

Ora  apprendendo  dal suo   facebook Psicotaxi Story e dal  suo sito  

Psicotaxi diventa un libro in una collana di narrativa: Metropolis per le Ed. Universitarie Unicopli. Nella stessa scrittori del 900, come Massimo Bontempell (http://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Bontempelli ) giornalista di guerra, amante del Surrealismo, scrisse sulle principali testate italiane e Saggi per La Terza, Mondadori, ecc.... Per me è una gioia pubblicare nella stessa collana, accanto a uomini che hanno amato la parola, vissuto e sofferto, quando ancora neppure esistevo. Mi dà il senso della memoria. Per me, che non ho una grande fiducia in me, insomma è un grande piacere. Ne sono felice sorridente
e ci  ho trovato anche questo articolo  (  vedere  foto  sopra ) quest'articolo di repubblica edizione milano del 17\4\2013









ma soprattutto , mentre cercavo ispirazione per l'intervista , trovo   non ricordo  se  da lei o in giro per la rete  la trama del suo libro . Un taxi di notte entra nelle vite delle persone. È lo Psicotaxi, ovvero la tentazione di alleggerire il bagaglio dei segreti con un compagno di viaggio incontrato per caso. Succede quando i clienti scoprono che il loro autista è una donna con una laurea in Filosofia. È il viado che una notte viene ritrovato morto, strangolato e, secondo la polizia, la tassista c'entra qualcosa..."Eppure, mi bastava la patente",dice Sofia Corben, che solitaria percorre le trame della città e delle vite dei passeggeri, come quella di vecchio cinese, con una lunga treccia bianca e sfilacciata, che stringe al petto un misterioso fagotto, o, come Monica, unghie laccate, polpacci da ciclista e una quarta di seno. 
dopo questa premessa ecco l'intervista rilasciatami    dalla  gentilissima  e solare ( anche se  solo  via email   visto le distanze   , lei sta  sulla terraferma io  su un isola  ) autrice 




In questa   tua foto hai scritto come didascalia : << Non lavoro di   domenica, è contrario alla mia religione! E il fatto che sia atea è un dettaglio. Sono una non cattolica praticante. ->> di che religione sei allora   ? 

da http://www.psicotaxi.it/le-mie-foto/

Nessuna. Essere atei significa proprio questo, però, non sono anticlericale. Ho un grande rispetto per chi ha fede. Conosco parroci in prima linea, come Don Vittorio dell'Ospedale Niguarda di Milano, che con la raccolta di tappi di plastica costruisce pozzi in Kenya, in Tanzania. Ne ha già raccolti 615 tonnellate. Inoltre ho amiche Arabe, anche loro sono molto religiose ma c'è sempre un confronto che parte da una reciproca accettazione. La tolleranza è una scelta, si può imparare a non giudicare. 

E' per quello che hai detto a maxgazetta.it  l'anno scorso , che preferisci continuare a fare la taxista e non hai scelto di fare concorsi per insegnare o simili ? oppure c'è dell'altro ? 
potrei anche farli, mi sono laureata tardi. Sono sempre stata un pessimo studente. Mi ha sorpreso che un editore che collabora con l'Università e pubblica Docenti Universitari mi abbia proposto di pubblicare. A volte i cattivi studenti funzionano! 


come ci si sente a fare , almeno da q quelle poche volte che ho preso il taxi , visto che generalmente anche nelle grandi città vado a piedi , un lavoro maschile ?
 non credo ci sia un lavoro maschile o femminile. Il lavoro è lavoro, diciamo che storicamente è stato svolto da uomini ma, purtroppo, per ogni professione è così 

il'episodio più brutto 
quando vedo gli incidenti. Mi mette sempre una tensione sgradevole, soprattutto il piacere macabro di quelli che si fermano a guardare. Ricordo una nonna con due bambini rimase ore, io ero imbottigliata nel traffico, prima di andarsene disse ai bimbi che non era giusto fermarsi a guardare!

l'episodio più bello  
 Il più bello con una persona molto creativa e intelligente. Sono felice di averla aiutata ad entrare in contatto con un Editore. Sono molto generosa quando riconosco negli altri la bellezza del talento e poi mi piacciono le persone sincere, è una questione di sintonia...
 quello più curioso


 che ne pensi delle liberalizzazioni dei taxi ?

L'argomento richiederebbe una discussione articolata. In generale, non sono per il liberismo sfrenato ma per una politica al servizio del mercato, invece avviene il contrario. Se vogliamo liberalizzare dobbiamo tutelare i lavoratori e non creare nuove forme di sfruttamento ma questa è solo la mia opinione. Ognuno ha la propria e le rispetto tutte, quello che però detesto è la superficialità dei dibattito politico, ormai è solo una rissa da bar che promuove la guerra tra poveri, vale per ogni argomento ed è svilente. Diffido da chi vuole salvare il mondo ma credo che ognuno di noi dovrebbe cercare di essere migliore. Siamo tutti un ingranaggio del sistema.

lavori solo di notte oppure qualche volta ti è capitato anche di giorno ? Se si ci hai trovato qualche differenza ?

Faccio volontariato con le donne straniere, le aiuto a prendere la patente ma sono una solitaria, non faccio testo nella mia Categoria, è il bello di questo lavoro: non accollarsi i colleghi rompi scatole o un capo ma c'è pur sempre il traffico e lo stress, anche per questo mi piace la notte.


hai mai portato vip o politici ( politicanti ) ?
ti rispondo con una riga del mio libro: "I tribunali sono come i taxi, riempiti dell'umanità più varia" [Psicotaxi Ed. Unicopli]

mandatami via  @  dall'autrice stessa 

Ma Ora basta , non vorrei annoiarti o finire per farti domande banali e scontate , parlare di lavoro parliamo del tuo salto di  da taxista a scrittrice . 
è solo il primo libro. Avevo già delle pubblicazioni alle spalle, per lo più racconti su riviste e quotidiani. Ovviamente vorrei continuare. Vedremo...

come mai Sofia Corben ? e da dove nasce questo 

pseudonimo ?

Voglio scrivere di ciò che conoscono, il mio personaggio è una tassista ma non volevo l'autobiografia, non sono mica così importante. Allora ho usato ho creato trame e avventure per un alter ego, ecco perchè uno pseudonimo. Ho una formazione filosofia Sofia, la cui etimologia è correlata alla Filosofia. 

come è avvenuto il salto dal blog al cartaceo ?
 è stato l'editore a contattarmi, anche per i giornali, per la mia partecipazione ad incontri e dibattiti, l'anno scorso sono stata ospite come blogger al Festival del Giornalismo Internazionale, un evento molto prestigioso. Mi hanno invitato loro. Non ho santi in Paradiso, vengo dal basso e ho solo fatto un grandino in più. Una volta ero ambiziosa e tormentata, oggi, voglio divertirmi mentre faccio ciò che amo: è questa la mia ambizione.


Non è che qualche cliente si riconosca nei tuoi racconti visto che : << Ha iniziato ad ascoltare, e a raccontare, a partire dal 2007, quando ha aperto il blog: uno spazio in cui «spiffera» al mondo i nipotina di Scerbanenco,«mezza donna e mezza macchina»segreti inconfessabili che ha raccolto, archiviato, romanzato.>>   da (  http://www.psicotaxi.it/rassegna-stampa/ )

Non è una cronaca, sarebbe noiosa... M'ispiro alla realtà ma il resto lo fa la fantasia, altrimenti come potrei costruire un delitto, un colpevole una trama, come ho fatto in questo libro.

colonna  sonora  del  tuo lavoro  ?
nessuna risposta  . Evidentemente  le  vanno bene  le canzoni citate  all'inizio   di questo  post  intervista
qualche cosa  da rettificare   \  d'aggiungere

 non risponde   e  partita  con  il  suo taxi verso l'isola  che non c'è

concludo andando ad ascoltarmi il cd doppioThe Bootleg Series Vol. 7: No Direction Home: The Soundtrack. colonna sonora  del film omonimo ( no direction home   )  di  Martin scortzese  

nel tempo d'internet di ci si dimentica in fretta suite per il vajont Vajont, 50 anni dopo: musica per non dimenticare

http://dentroilvajont.focus.it





Vajont, 50 anni dopo: musica per non dimenticare



“La musica può, a volte, aiutare la memoria. Cinquanta anni dalla notte del Vajont sono tanti per chi vuole si dimentichi. Sono niente per chi vuol sapere perché”. Sono le parole di Remo Anzovino, pianista e compositore friulano, protagonista del concerto della memoria, dalla diga del Vajont, che ha avuto luogo domenica 15 settembre. Un grande evento gratuito, inserito nelle celebrazioni per il cinquantenario del disastro, che ha chiuso la tre giorni intitolata “La Protezione Civile ed il Vajont: prevenzione, soccorso, memoria” dedicata al sistema di Protezione Civile Nazionale e al “Raduno dei Soccorritori”, che già la mattina dopo la tragica catastrofe accorsero da tutta Italia sui luoghi del Vajont Remo Anzovino, su questa ferita della sua terra, ha composto 9 ottobre 1963 (Suite for Vajont), suite per pianoforte e coro virile che chiude il suo quarto e ultimo album "Viaggiatore Immobile" (Egea Music). Un successo di critica e pubblico (numero uno della classifica jazz di iTunes) che l'artista sta portando in tournée nei principali teatri italiani

mio reportage dai concerti dei concerti ( 2 data di bvob dylan ) e dei Pixies , delle mostre di Pollock e gli irascibili ,ed Warhol a Milano . \ MioSoggiorno a Milano dal 3-5 novembre 2013






Musica in sottofondo
per  il :
  •   3  novembre The Bootleg Series Vol. 7: No Direction Home: The Soundtrack  del film omonimo di Martin scorzese  su Bob dylan 
  • 4 novembre Where is my Mind - Pixies 
  •  5  novembre   Sunday Morning VELVET UNDERGROUND

Causa  "arretrato" ed  a  grande  richiesta  di amici\  che   di Facebook  e non sono   su maggiori dettagli  dei  miei tre  giorni( il  3-4-5 )  a Milano  pubblico  qui  la mia cronaca   dei  concerti : 1) la 2 data di bob Dylan all'Arcimboldi   ., 2)  l'unica  data italiana  dei Pixies  all'alcatraz  ., 3)  le mostre   di pollok e  gli irascibili   ed warhol  a palazzo reale .
Nonostante la  levataccia  la  domenica   l'Olbia-Milano (Linate  )  c'è solo alle  7 del mattino
il mal di testa     alla cervicale  , che  non mi permesso di godermi in pieno il concerto di  bob dylan
il non aver portato nè macchina fotografica ( per paura  di perderla  e perchè    non riesco a fare  foto  \  video   ,  dove  è proibito senza  farmi sgamare  ) né  video  camera    che avrei potuto usare  al concerto dei  pixies   visto   gli scarsi controlli all'ingresso e dentro il locale  .
Mi  sono divertito  un casino  ed  ho assistito  a  dei  bellissimi eventi  : 1    i due  concerti   ., 2)  le belle  , anche  se  mi  è piaciuta  di più  quella  di Waarhol che quella  di Pollok  e  gli irascibili , mostre  del palazzo reale  .


Ma  andiamo con ordine

 3  novembre
La  seconda  data   Milanese  di  Bob Dyaln si  è  tenuta  nel bellissimo  ed  armai storico  teatro Arcimboldi    Un teatro  molto bello  architettonicamente con un    ottima l'acustica  anche in alto

foto mie   del palco  prima del concerto  la  1  salendo  .,  a  2  da seduti  ., la  3  nell'intervallo  se  non ricordo male 



A causa  di una sottovalutazione  poi smentita dall'ottimo concerto  e  dal  tutto esaurito    sia  alla serata precedente  sia   a questa  , che  i biglietti si sarebbero trovati  anche il giorno prima    e  che  ci sarebbero andati solo i fans  più incalliti   e che  Bob dyaln  avrebbe  fatto un mediocre  concerto visto ormai l'età avanzata  , abbiamo preso i biglietti all'ultimo  e  quindi   di conseguenza  abbiamo trovato posto  sopra  alla 37  fila  . Un buon concerto  , un dylan  pimpante  nonostante l'età  e  la  tournèè  che porta  avanti dal 1989  , ottimo affiatamento con la band  ,  stravolgimenti   funzionali  . confermo in pieno  , sia   quando  hanno  detto  mio cugino ( deluso dalla  sua esibizione precedente  di  4\5  anni fa al  forum d'ìasago  )  e  i suoi amici  con cui  sono andato al concerto , sia  le  recensioni    di  : 1) corriere della sera  ., 2)  onstaweb.com  ., 3 )  . dopo un ora  e mezzo di concerto  il pubblico  ha  chiesto  il bis  in maniera  cosi  fragorosa   che  sembra  che    momenti crollasse   il teatro dell'Arcimboldi  


4 novembre  


 Poiché il mal  di testa  continuava  ho chiesto a mi cugino    un aspirina  ( dimenticandomi che  sono  fabico e  che  tale  farmaco mi  fatale  ) poi mio  cugino  mi ha  guardato  con aria interrogativa  : <<  ma  se  sei fabico  >>    allora  ci siamo fatti  dele risate  e mi ha dato  due tachipirina  in pastiglie  . Siam arrivati   nella  via  dell'Alcatraz  alle  20.15   l'ingresso sul biglietto era per  le  20.30 , e  c'era  già  un caos  di gente  , poi  quasi alla fine del marciapiede   40\50 metri prima dell'ingresso  abbiamo  trovato la  fine della  fila  . ci siamo messi in fila . Dopo quasi un ora   alle  20.55\21   siamo riusciti ad entrare  .  Nonostante   fossimo abbastanza  vicini , ma  è  inevitabile e nei concerti in piedi  ,   c'era  gente  alta   e  cellulari  (  smartphone  e   ipad  a manetta  per  filmare , mettere  online  e   non  )    che avevo difficoltà  a  vedere  il gruppo  come dimostrano le  foto  fatte  con il mio  android  , a vedere  bene  (  ma  meglio di Dylan  )  il gruppo in questione  . Ma pazienza  sono gli effetti collaterali dei concerti di massa  . L'alcatraz  stra pieno  ,  infatti era la loro unica  data italiana  . Concerto  da  




( ANSA) - MILANO, 5 NOV - Il segno che i Pixies hanno lasciato tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, quando con cinque album in cinque anni hanno influenzato tutta la scena dell'alternative rock, è di quelli che non si cancellano. E infatti, nonostante non abbiamo prodotto un disco dal 1991, i loro concerti fanno sempre il pieno. Non ha fatto eccezione l'unica data italiana del loro nuovo tour mondiale, all'Alcatraz di Milano, dove ieri sera la band di Boston ha registrato il tutto esaurito.



Un concerto   trascinante ,  gente  cje pogava  di brutto  a non solo adolescenti  e ventenni  , un tuffo  nella mia  adolescenza  . Ringrazio mio cugino per  avermi fatto riscoprire (  anzi  scoprire    in quanto li ricordavo  vagamente  ,  lo  scoperto durante il concerto  che  erano gli autori di questa  soundtrack    colonna  sonora   del  film  fight  club 



 un gruppo  di tale periodo . Un gruppo importante  , i Pixes  , dal punto di vista storico . Infatti  , i Pixies sono unanimemente riconosciuti tra i precursori di un particolare stile musicale che combina elementi di garage rock, noise, surf e power pop.Inoltre   artisti e band quali David Bowie, Radiohead e U2 espressero infatti il loro apprezzamento per il lavoro del gruppo e lo stesso Kurt Cobain ammise l'influenza del quartetto di Boston sulla musica del suo gruppo, i Nirvana.  la band è stata accolta con straordinario affetto, con la devozione dovuta ai maestri, perché in fin dei conti di questo si tratta.










 Confermo in pieno   quanto   <>   dice     repubblica  del 5\11\2013     Hanno mantenuto quanto promesso  ciooè  quella  di  : <<  offrire al pubblico una scaletta estesa e completa capace di ripercorrere la carriera della band. 
 
“Insieme ai pezzi adorati dai fans, presenteremo anche brani che non suoniamo da secoli o che non abbiamo addirittura mai suonato dal vivo” afferma Black Francis. “Canzoni come  ’Brick is Red,’ ‘Havalina,’ ‘Tony’s Theme.’ e ‘Sad Punk.’ “ >>  (  sempre  da    repubblica  Milano  del  4\11\2013  )  


il 5   novembre  

Mi sarebbe piaciuto  vedermi lvisitare  il duomo  o la scala  e  vedere  con più calma  le  due  mostre    con più calma ,  ma   sto diventando vecchio (  fra  3 mesi sono  38 )  non ce  la faccio più a tornare  alle  3  e poi rialzarmi   se prima    non ho dormito  9  ore   .  Dato che  dopo il concerto siamo andati a mangiare  al ristorante messicano  li vicino  . 
Quando mi è  stato proposto: <<  cosa  vuoi vedere pollok  o  Warhol  ? >>   io ho risposto entrambi  . Ci siamo informati e per  19 € (  11  la  prima  e  8 la  seconda  )  le  ho viste  entrambe  visto  che entrambe  m'interessavano  perchè di W  conoscevo solo i ritratti pop (  la copertina del  1  disco del  velvet  and  underground    e i ritratti di mao e  marilyn monroe ) 




  di pollock  il classico  


(Jackson Pollock, Number 27, 1950, 1950. Oil, enamel, and aluminum paint on canvas, 49 × 106 in. (124.5 × 269.2 cm).




mentre del movimento  gli irascibli poco  e niente   se  non per  via letteraria  cioè  la  1  storia  di  topolino  2969




La prima mostra una mezza delusione infatti ha ragione : << La mostra di Pollock al Palazzo Reale di Milano ben sotto le aspettative. Miglior titolo sarebbe: “gli Irascibili, due Rothko e un Pollock” (!)
Ma andiamo con ordine nello spiegare il perche’ di questa mia delusione, non solitaria e già condivisa con diversi avventori della “mostra”.Iniziamo col dire che se avete un’ora di tempo libero e 11 euro da spendere, comunque, vi consiglio di andare, perche’ un Pollock (ripeto e sottolineo, 1 Pollock, il “numero 27“), idue Rothko, la splendida “porta sul fiume” di De Kooning e “territorio blu” dellaFrankenthaler saranno capaci di ripagarvi ampiamente del tempo e denaro investito. Questa e’ la prova, se mai ce ne fosse bisogno, che sono grandi opere, nonostante il misero allestimento riescono comunque ad emozionare. Ma, ahime’, le note positive finiscono qui.[.....] - Pollock, dove’? A parte alcune (penso 5), sicuramente fondamentali, “piccole” opere di Pollock, l’unico quadro esposto e’ il “numero 27″. E’ nella prima parte della mostra. Questa evidente “pochezza” (scarsità) di opere dell’artista cui la mostra viene intitolata – sicuramente la fonte di maggiore attrazione – viene “tamponata” con la proiezione di un paio di rari video dell’artista all’opera. Potete trovarli qui (visibili senza pagare 11 euro!): “Jackson Pollock working on a glass surface” – filmed by Hans Namuth in late 1950. Music by Martin Feldman, performed by Daniel Stern; “Jackson Pollock dripping and action painting“. E’ interessante il filmato – che sono riuscito a vedere solo alla mostra – della ricostruzione graduale (per passaggio di colore) della tela “numero 27″.(...) - L’illuminazione delle opere e’ un’altra cosa molto difficile per chi espone in musei e gallerie (soprattutto quando i locali non sono nati per essere spazi espositivi, ma ormai nel 2013 ci sono soluzioni e competenze utili a superare ogni “sfida”). Il problema di riflessi dovuti ai vetri oppure ai pigmenti spesso creano rompicapo a coloro che si occupano di predisporre la migliore illuminazione.Proprio sul “numero 27″ (e poi su molte altre opere) la luce dei faretti va a creare delle vistose alonature blu/azzurre sui bordi della tela, tanto che in un primo momento mi sono avvicinato per verificare se fosse un effetto voluto da Pollock (ovvero pittura) o cosa. Ho fatto presente la cosa agli addetti “forse qualche dado si e’ allentato“. Spero che la cosa sia risolta per i prossimi avventori (!). Ovviamente non era solo Pollock vittima di questi dadi allentati, nelle restanti 50 tele esposte altre 10, almeno, presentavano vistosi problemi di illuminazione.- Lo spazio a disposizione delle opere e quindi anche dei visitatori per osservarle dalla giusta distanza e’ angusto. Parliamo di opere dalle dimensioniragguardevoli, che vanno osservate da vicino (per gustare le pennellate, piuttosto che gli effetti delle varie tecniche pittoriche sulla tela, ecc) ma, anche e sicuramente, da unadistanza adeguata. Assurdo, ad esempio, che per guardare un’opera di Gottlieb (The Crest) una tela di quasi 3 metri per 2, debba allontanarmi e andare a pormi in fronte ad altre opere perpendicolari alla stessa. Per fortuna l’orario in cui ho visitato la mostra – dopo pranzo di un venerdi’ pomeriggio – era stranamente poco frequentato(non più di 5 visitatori per ambiente espositivo), quindi non si sono generate ingorghi e situazioni assurde, ma poco e’ mancato e in certi casi qualche commento per lo spazion “angusto” e’ stato condiviso con i “compagni” di visita.Nell’ultima sala, infine, francamente non capisco, ma sarà una mia mancanza, il perche’ della costruzione di un muro che cela in una sorta di nicchia le due opere di Rothko. E’ noto, mi e’ noto, che il maestro suggerisse una visione delle sue opere anche a soli 45 centimetri, per favorire una totale e completa immersione nel colore (cit. pag 46 “Rothko” di Jacob Baal-Teshuva, Taschen); ritengo, forse erroneamente, che le sue opere siano comunque interessanti anche da lontano, molto lontano; una distanza sicuramente superiore a quella definita dall’allestimento che obbliga – non capisco il perche’ – ad un massimo di 3 o 4 metri (non avevo la bindella!). [....] continua qui >>l'autore di http://ilradar.wordpress.com


http://www.mostrapollock.it/


La seconda . Certo monotematica  , cioè dedicata  ad  un artista  solo , ma   bellissima   con  un esposizione   azzeccata  . Peccato che   ero solo di passaggio   ed  non abbia potuto  godere   al meglio  le  occassioni e  gli extra di tale mostra  . Infatti   : <<  In orari diversi da quelli della normale apertura al pubblico, la mostra apre le porte ad un evento speciale per le esigenze istituzionali e di pubbliche relazioni delle aziende. L’evento potrà essere articolabile nella sola visita riservata alla mostra, con servizio di guida-accompagnatore, oppure nella visita riservata abbinata ad un momento conviviale esclusivo.>> ( per  ulteriori dettagli http://www.warholmilano.it/visite-guidate-didattica/  ) . Ma ho avuto la fortuna di aver visto  Andy Warhol per  a prima  volta  in mosra  e per  giunta  la  raccolta  della   Brant Foundation è un occasione rarissima per il pubblico di poter vedere uno dei gruppi di opere più importanti dell’artista Americano padre della Pop Art, raccolto non da un semplice collezionista, ma da un personaggio, Peter Brant, intimo amico di Warhol con il quale ha condiviso gli anni artisticamente e culturalmente più vivaci della New York degli anno ’60 e ’70. Ancora ventenne nel 1967 Peter Brant acquistò la sua prima opera di Warhol, un disegno della famosa Campbell’s Soup, iniziando quella che sarebbe diventata una delle più importanti collezioni di arte contemporanea del mondo.


http://www.warholmilano.it




Le  due mostre possono   sintetizzarsi  con questa   frase  di  Warhol appesa   durante  il percorso dela  mostra  prima  delle opere  , subito dopo i pannelli      storici  didascalici  del periodo in cui  W    a fece  le  sue opere  .





  qui ne  trovate  altre

9.11.13

questa è la vita


deliberatamente tratto   , eccetto le frasi in grassetto che  sono miei pensieri \ mie integrazioni ,     da
da http://sergiobonellieditore.it/scheda/10270/Sulla-pelle.html




ogni disegno (  in questo caso ogni nostra  opera  d'arte  )  è una piccola  sfida  . Di solito iniziamo  sapendo di dover  arrivare in un luogo inesplorato . 
Lassù da qualche parte del bianco . inquadriamo un punto B   ai margini del foglio.Ma  ancora non conosciamo il percorso   che  dobbiamo  fare  per raggiungerlo . E una misurata  follia .L'esordio di  un'idea .L'unica  cosa di cui possiamo essere  certi  è la partenza . Il nostro punto A .
A  volte succede al termine di un disegno d'avere la tentazione  d cancellare  tutto. Ogni curva  , linea  campitura , ogni traccia del nostro lungo lavoro  . Eppure  ci abbiamo messo l'anima  , abbiamo  come si dice  sputato sangue  e quel sangue  ad  un certo punto è diventato inchiostro (  bit  ) . Un istante  dopo  però , ammirando la nostra opera  dall'alto  , sentiamo  come una vertigine  .. in un momento ci rendiamo  conto che  qualunque sia stato il percorso , in un modo  o nell'altro  siamo arrivati alla  FINE Perché non scordiamoci che siamo partiti dal punto A  per arrivare  al punto B  Quello che  dobbiamo
da https://www.facebook.com/DanielaChiodiPsicologa?ref=stream
domandarci   , osservando la nostra opera   e  se  esprime  ciò  che volevamo   esprimere  .Evitandoci se  nel contempo do chiederci se  abbia un senso  e un significato 
E cosi ogni volta  rincominciamo restiamo in attesa  di un un 'altra  idea un altro progetto  anche se rimuginiamo  ancora  su quello su quello vecchio   e ci chiediamo   se  sarebbero bastati pochi tratti  a renderlo diverso . e  a  fargli prendere  una forma  piuttosto  che un altra  . Comunque  che sia il semplice risultato  dell'unione di due punti  o il percorso  sinuoso  ( curvilineo )  di una penna  ( tastiera  ) nervosa , è meglio non dimenticare mai   che si tratta  di un disegno (  della nostra opera  d'arte  ) 

Boy A di John Crowley - l'impossibilita' di cancellare il passato

Ieri  ho visto  Boy A  : <<  è un film del 2007 diretto da John Crowley e basato sull’omonimo romanzo di Jonathan Trigell, a sua volta indirettamente ispirato al caso ( realmente  successo  )   di James Bulger, bambino ucciso nel 1993 da due ragazzini, i quali vennero scarcerati nel  2001 sotto identità segreta. Esso, come il libro, illustra gli effetti di una visione del mondo anglosassone che sostiene la tesi di un'origine genetica per certi tipi di atti (quali, appunto, l'omicidio) rispetto ad un'analisi dei meccanismi sociali e familiari delle persone responsabili >>  da http://it.wikipedia.org/wiki/Boy_A_(film)  . Un  film  ].triste , duro , non gratuito , non retorico , non melenso \ strappalacrime o peggio buonista , infatti tratto da una storia vera . A quando  un film italiano  de  genere  ?  



Buono! Acquistatelo o noleggiatelo o vedetelo in streaming o scaricatelo e non vi pentirete specie se vi piaccio i film " urbani " , psicologici , e sociali alla ken loack e non solo




 il sito  ufficiale  http://www.boyamovie.info/index.html  da  cui è tratto il trailler  originale