6.9.16

Il costruttore-eroe di Amatrice: "Per paura del terremoto ho fatto sempre case solide

chi lo ha detto che  gli eroi   siano  solo i ribelli o  nelle istituzioni  . E' anche  chi le rispetta    a costo di sacrifici  .
Il caso di Saro Rubei ha 88 anni: "La gente mi ringrazia per gli edifici fatti da me che li hanno salvati". Nel suo agriturismo le scosse hanno fatto crollare solo alcuni vasi

http://www.repubblica.it/cronaca/2016/09/06/

Il costruttore-eroe di Amatrice: "Per paura del terremoto ho fatto sempre case solide"

Saro Rubei ha 88 anni e vive nell'agriturismo dove le scosse hanno fatto crollare soltanto alcuni vasi. "Dopo il sisma non vado in paese perché mi fa troppo male, ma la gente viene a ringraziarmi per gli edifici fatti da me che li hanno salvati".


























AMATRICE
Niente, nemmeno una crepa. Si è rotto giusto qualche vaso". Mercoledì 24 agosto all'alba gli ospiti dell'agriturismo Amatrice abbracciavano e ringraziavano Saro, che ha costruito con le sue mani quella che un tempo era una stalla a un chilometro dal paese e oggi è una delle strutture che meglio hanno resistito al terremoto. Poi, con il passare delle ore, sono arrivati anche gli abitanti delle altre case tirate su da lui, tutti per dirgli che gli ha salvato la vita. Saro Rubei ha 88 anni e almeno due o tre vite da raccontare. Figlio di una grande famiglia matriarcale di Amatrice, ha fatto il macellaio, coltivato la sua grande passione per gli animali, in particolare i cavalli, e poi è diventato costruttore di case. Oggi porta avanti con la moglie il suo agriturismo. Risponde alle domande dopo aver dato da mangiare alle sue galline.

Perché la struttura dove ospita i visitatori di Amatrice ha resistito?
"L'ho tirata su da solo nel 1975, con l'aiuto di alcuni amici contadini, senza ingegneri e altri tecnici e a quel tempo ci tenevo i cavalli. Erano tanti e quindi l'ho fatta a tre piani e bella resistente. Ho usato ferro in quantità, cemento e cemento compresso. Non ho badato alla quantità di materiali, perché volevo farla bella solida. È successo così anche con le altre case che ho costruito".

Quante ne ha fatte?
"Credo un'ottantina, delle quali almeno 60 in paese. A 40 anni ho smesso di fare il macellaio perché mi ero stancato. Non avevo figli, volevo godermi la vita. Dopo un po' di tempo però mi sono reso conto che non riuscivo a stare con le mani in mano e ho iniziato a costruire delle case".

Che anni erano?
"Ho lavorato più o meno dal 1969 al 1985. Facevo tutto da solo, all'inizio realizzavo uno schizzo della casa. Poi sceglievo i materiali e arruolavo gli operai. Il geometra si occupava di fare tutte le carte, completare il mio disegno e presentare le varie richieste di autorizzazione, magari senza neanche vedere la casa".

E il rispetto delle norme antisismiche?
"Ci pensava il tecnico a sistemare i fogli necessari, quello non mi riguardava ma so che era sempre tutto in regola con le leggi del tempo. Io comunque fin da piccolo ho sempre avuto una gran paura del terremoto, visto che siamo in zona sismica, e così le mie costruzioni sono belle solide. Come la stalla per i miei adorati cavalli. Quella l'ho tirata su nel 1975, poi nel 2000 nello stesso immobile abbiamo avviato l'attività di agriturismo. L'altra notte non ha avuto nemmeno una crepa, non è venuto giù nemmeno un coppo del tetto. Solo qualche vaso e qualche quadro. Gli ospiti che dormivano qui ci hanno ringraziato tanto".

Ha quindi avviato una ditta di costruzioni?
"Sì, e lentamente sono cresciuto perché lavoravo bene. Sono passato da 2 operai a 18. Ho lavorato molto per persone che volevano costruire case di villeggiatura".

Davvero nessuna delle sue palazzine è crollata con il grande terremoto?
"Non mi risulta, e nemmeno mi hanno riferito di danni importanti. Io non sono andato in paese perché è una pena vederlo in quelle condizioni. Mi sono fermato quando ho visto una villa vicino a casa mia completamente distrutta. Nel centro di Amatrice ho anche perso una sorella, rimasta sotto la nostra casa di famiglia. Aveva 90 anni".

E gli abitanti delle case fatte da lei?
"Molti di loro mi hanno chiamato o sono venuti qui per ringraziarmi. Uno vive a 50 metri dall'hotel Roma

ed è salvo. Ha detto che quando ha guardato fuori di casa gli sembrava di essere in un sogno. In uno dei miei palazzi abita la famiglia del geometra del Comune. È venuto qui in lacrime ad abbracciarmi. Ha detto che il mio cervello andrebbe studiato e replicato".

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ricollegandomi  a  quanto dicevo  nei mie precedenti articoli ( I II )  che   la musica "  indie  " non ufficiale   è molto più bella di quella  ufficiale , oltre  ad essere  un fenomeno carsico   che lontano dai media  e dale radio ufficiali sforna talenti  come esempio  Floriana Cangiano


sia  a quest'articolo  di http://noisey.vice.com/it/ preso da http://www.blog-news.it/

Gli artisti più cercati dagli italiani su YouTube ci rivelano che popolo siamo

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L'Italia, si sa, è il regno del belcanto. C'è stato, infatti, un periodo in cui il nostro bellissimo Paese ha dominato, musicalmente parlando. Quell'età dell'oro va più o meno dal Seicento a Pavarotti&Friends, e ancora riusciamo a sentirne gli echi lontani quando guardiamo dritto negli occhiali uno dei componenti della boyband Il Volo. Uscendo da quella comfort zone da amanti della lirica, però, rimane una distesa desolata di vacuità, popolata da questioni spinose tipo i talent show o le serate in discoteca con Gigi D'Ag e Gabry Ponte.
Qualche tempo fa notavo, parlando del fenomeno one-hit-wonder che ha animato le nostre classifiche nei gloriosi anni Zero—anni in cui nella nostra discografia c'era spazio per qualche sparuta novità—che, salvo casi unici come il botto sproporzionato di Calcutta o la rinascita dell'hip hop nostrano, la nostra industria discografica è satura dei soliti quattro o cinque nomi grossi, più o meno sempre gli stessi, che non sembrano voler lasciare spazio a qualcosa di non dico più dignitoso, ma quantomeno nato in un'epoca in cui le comunicazioni non erano affidate al telegrafo.
Un recente thread di Reddit ha confermato, invece, le mie più grosse paure. L'utente baubauciaociao, che ringrazio, ha creato una gif, divisa per regioni, utilizzando i dati raccolti da Google Trend dal 2009 al 2014. Lui stesso ammette che ora Google Trend funziona in maniera un po' diversa, quindi non ha potuto aggiornare la sua ricerca, e di conseguenza la Gif, ma possiamo comunque tirare qualche conclusione a partire dai dati che abbiamo, che evidenziano soltanto il cantante più cercato in assoluto. Se siete in cerca di un'analisi che vada più nel profondo nel tessuto sociologico evidenziando altresì ricerche secondarie, vi rimando a questo articolo di qualche tempo fa ad opera del più bello della linea 74 di Milano, Niccolò Carradori, che dopo quelle sue scottanti scoperte è stato radiato per sempre dal mondo della musica.
Iniziamo quindi la nostra disamina partendo dal lontano 2009, anno in cui ricordo le classifiche furono dominate dal brano "I Gotta Feeling" dei Black Eyed Peas, seguito da "Domani" di artisti Uniti per l'Abruzzo e "Poker Face" di Lady Gaga.

Dicevamo: nel 2009 le classifiche nazionali erano dominate, al terzo posto, da Lady Gaga, ma questo sembrano averlo capito soltanto in Sardegna e Trentino-Alto Adige, non a caso due tra le regioni in cui Gaga è stata più spesso in concerto (Gaga, ammerda, fai contenti i miei connazionali sardi e trentini e passa a trovarli, ogni tanto, loro hanno creduto in te sin dall'inizio). Colpitissimi dalla morte del mitologico Michael Jackson, invece, i pugliesi, i veneti, i liguri e i piemontesi hanno deciso di ricordarlo ancora e ancora, riguardandosi tutti i suoi videoclip. Ma qualcuno qui dovrà essersi accorto che stavamo diventando un po' troppo esterofili, quindi per fortuna sono intervenute le regioni-spina dorsale d'Italia, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria e Abruzzo, a ricordarci che puoi guardarti tutti i video americani che vuoi, ma alla fine tornerai sempre dal Blasco. Più romantiche le regioni Marche, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia che giustamente decidono di rendere giustizia a Re Tiziano che effettivamente, a fine 2008, aveva tirato fuori il capolavorone Alla Mia Età che ha fatto piangere tutti, ma soprattutto gli amici delle regioni sopracitate. A quanto pare gli amici calabresi, valdostani, basilicatesi (basilichesi?) lucani e molisani non hanno aperto YouTube durante tutto l'anno, forse per un'altra forma di lutto per la scomparsa di Michael Jackson.
Vuoi dirmi che in Italia siamo così masochisti da aver volontariamente cercato su YouTube il "Waka Waka" di Shakira? Ebbene. Tranne Molise e Basilicata che stavano ancora in silenzio stampa, una meravigliosa Calabria che, con un po' di lag, si è unita alle regioni blasche dell'anno precedente, la Sicilia semper fidelis a Tizianone e il Trentino che non abbandona la speranza di vedere, un giorno, la signora Gaga surfare sul lago di Garda—che verrebbe chiaramente per l'occasione ribattezzato Lago di Gaga—tutti gli altri hanno deciso di rovinarsi la vita ancora più del dovuto sottoponendosi a quel brainwash di vuvuzele e sculettamenti dell'inno dei Mondiali di Calcio. Se mi chiedessero di illustrare la tristezza della condizione della musica nel nostro Paese, mostrerei immediatamente questa slide.
Ma chi vogliamo prendere in giro. Il mondiale l'avremo pure perso, ma non abbiamo certo perso la fede nel nostro unico e vero Dio della musica, il Blasco. Il 2011 è decisamente l'anno della reconquista per Vasco Rossi, il cui potere è talmente omnipervasivo che riesce addirittura a risvegliare regioni fino ad allora sopite come Molise e Basilicata. Per la Valle D'Aosta ancora non è il momento di usare Internet. Dal superpotere di Vasco, però, inspiegabilmente riescono a fuggire alcune regioni, tra cui la sua! L'Emilia Romagna, come altre regioni contigue (tranne i lombardi, che nel frattempo avevano "Vita Spericolata" in repeat) si affrancano dal Blasco a cui preferiscono (come dargli torto) la più fresca Rihanna, che in quell'anno in effetti aveva pubblicato il suo album meglio riuscito, Talk That Talk. Qui poi si presenta un caso particolarissimo, una regione, isolata, che dice di NO. Sorprendentemente in controtendenza, la Campania decide di dedicare i propri ascolti a Don Omar—supponiamo per la sua "Danza Kuduro", una reminiscenza del terrore che l'Italia intera, ma che dico, il Globo Terracqueo, aveva dovuto sopportare l'anno prima col "Waka Waka". Campania, perché ti vuoi male?
Attenzione ribaltone: nel 2012 Rihanna si riprende tutto chill' che è o suo, incluso il Molise che, con un gesto da voltagabbana, anziché portare rispetto a Vasco che, ricordiamo, era stato responsabile dell'ingresso di questa regione nelle classifiche YouTube, si concede a Rihanna. Stessa cosa per Sardegna, Liguria, Lombardia, Toscana, Abruzzo e Calabria. Rimangono fedeli al Blasco Lazio, Umbria, Puglia e Basilicata. La Sicilia, romanticona, invece non si stacca da Tiziano, trascinando con sé i colleghi del Regno delle Due Sicilie, i cugini campani, che finalmente mollano i ritmi kuduro e si dedicano alla loro vita sentimentale. Val D'Aosta ancora non pervenuta.
Nel 2013 succede però qualcosa di inaspettato: le regioni d'Italia si frammentano in maniera incomprensibile. Vasco scompare dalle vette delle ricerche, lasciando il posto (in ordine di numero di regioni coinvolte) a P!nk, immagino per il pezzo "Just Give Me a Reason", che conquista Molise, Basilicata, Abruzzo, Umbria, Liguria, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Secondo classificato Naughty Boy, che ho onestamente dovuto cercare su Internet (allineandomi al trend di queste regioni di tre anni fa, ognuno ha i suoi tempi scusate) scoprendo che in effetti aveva piazzato un bell'asso con la sua "La la la" feat. Sam Smith. Un pezzo che al momento su YouTube conta 736 milioni e passa di visualizzazioni, di cui il 70% credo sia merito degli amici siciliani, stufi una volta per tutto di Tiziano Ferro. Ai tre estremi del triangolo-Italia, Puglia, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, svettano incontrastate le Serebro, le spice girls russe che, semplicemente andando in macchina ed essendo gnocche, hanno spodestato il Blasco dai cuori del popolo pugliese. Cos'avranno le Serebro che Vasco non ha. In controtendenza, il Veneto cerca gli One Direction, il Piemonte Fedez e i campani decidono di darsi al Kilometro Zero, promuovendo giustamente l'artista locale Clementino.
Vi ricordate di "Happy"? Ve lo ricordate bene? Ve lo ricordate anche voi amici campani, molisani e calabresi? No perché non mi sembravate attenti l'anno in cui TUTTA ITALIA praticamente ha ascoltato all'unisono, da ogni dispositivo, in continuazione, quell'incubo di pezzo. Fedeli alle proprie radici, i campani spingono un altro artista local, Rocco Hunt, emulati dalle regioni Basilicata e Calabria. Come in quella divertente vignetta che ritrae i Browser, l'Abruzzo rimane col cuore e con il browser, appunto, nel 2011, continuando a perpetrare l'italica tradizione di tenere unicamente Vasco in quel bizzarro motore di ricerca chiamato vita.  
Ora vi aspettereste che io tiri qualche conclusione generale sui dati che abbiamo appena analizzato. Dato per assodato che Vasco è ancora (grazie all'Abruzzo) il re indiscusso d'Italia, la regione Abruzzo vince il premio Blasco, rubandolo con un colpo di coda all'Emilia Romagna. I sardi dimostrano di avere carattere e gusti variabili, dato che ogni anno si buttano su un big differente, i campani risultano quelli più coerenti col territorio, la trinacria invece è la regione più amante di Tiziano Ferro, che dovrebbe di conseguenza rivedere il suo rapporto con il Lazio, che dal 2009 in poi gli ha voltato le spalle. Il premio coerenza, invece, va alla Valle D'Aosta che, in tutti questi anni, non ha MAI acceso il computer. Bravi, amici valdostani, il vostro stratagemma vi ha permesso di salvarvi da questa valanga di musica infestante che ha colpito più o meno tutti i vostri connazionali.

Segui Virginia su Twitter: @virginia_W_

La  situazione   s'evidenza meglio   in   questo articolo   sempre  dallo stesso sito  
Infatti sempre  lo stesso portale   afferma    a ragione   che  da  circa  30 anni  <<  La musica italiana, si sa, è diventata un po’ una merda. Noisey ha analizzato più volte la situazione, traendone un quadro desolante e desolato in cui i talent hanno preso possesso del mainstream e l’indie non è riuscito a fornire un ricambio generazionale adeguato. Personalmente non sono mai stato molto d’accordo con questa interpretazione, ma ieri ho visto quest’immagine su Facebook e sono stato messo di fronte allo svilimento del panorama musicale italiano in modo ineluttabile. (  ... )  http://noisey.vice.com/it/blog/top-five-1980-2016-crisi-musica-italiana >>  Essa  contiene  un fondo  di verità  ma   ovviamente senza  generalizzare   perchè ci sono   , oltre il revailval  anche a  livello  ufficiale  , anche  se   sempre  più  rare  e quasi  estinte, specie  dopo la morte eil pensionamento dei grandi cantautori   delle eccellenze ,  . Mentre  il discorso cambia se  si  va  a cercare i fenomeni di nicchia  e  delle indie   , cosa  che  veniva fatta  , poi   chi   sà  perchè  ( forse dava  fastidio alle  major   italiane  o per ignoranza  degli alti papaveri che dirigono le  radio prubbliche  ) , da programmi ormai  chiusi come Demo l'Acchiappatalenti o che  viene fatta  a livello  locale    da festival  come abbabula , dromos  in sardegna

4.9.16

Nando Brusco, il cantastorie calabrese tra tradizione e attualità., Davide Santacolomba è un ragazzo palermitano di 28 anni. sordo dala nascita ma pianista d'alro livello

Da ilfattoquotidiano del 1\9\2016
Nando Brusco, il cantastorie calabrese tra tradizione e attualità
Musica

Un’antichissima tradizione, una millenaria narrazione quella che anima le parole e i gesti del cantastorie, quell’artista girovago a cui l’intera comunità, anticamente, affidava la memoria collettiva. Dagli aedi greci ai menestrelli medievali, dai trovatori provenzali al vero e proprio cantastorie siciliano il passo è breve, passando attraverso quelle figure che Georges Ivanovič Gurdjieff ricorda nel volume autobiografico Incontri con uomini straordinari, gli asowl.
Il padre dell’autore di origini armene era un asowl, e cioè un cantastorie, uno di quei personaggi a cui era affidata la millenaria narrazione orale del Gilgameš ben prima del suo rinvenimento nella biblioteca di Assurbanipal, a Ninive. Così come allora, anche oggi il cantastorie vive, facendo rivivere luoghi, odori, profumi, lotte, battaglie e passioni, nelle parole, narrate e cantate, di Nando Brusco.
Musicista calabrese, il nostro cantastorie preferisce, in luogo della classica chitarra, il tamburo quale strumento col quale accompagnare i suoi “cunti”, i racconti cioè che animano i suoi spettacoli sempre meno confinati alla sola regione Calabria. Canti e racconti che sono finiti, per la sua primissima volta, su un album che prende il nome di Tamburo è voce – Battiti di un cantastorie, nome già dato al suo precedente tour tanto perpetuo quanto itinerante: “L’amuri di Calabria – afferma Brusco – non è solo uno spettacolo di cantastorie, ma il frutto di una ricerca artistica ed esistenziale. Per il mio sentirmi profondamente figlio di questa terra, ho scelto di compiere un viaggio fra le sue storie, i suoi cunti… per raccontare vicende ironiche e drammatiche, che appartengono alla Calabria”.
E sarà nella meravigliosa cornice di Scilla, lo splendido paesino marittimo della provincia reggina, che Nando Brusco, il 2 settembre dalle 18 alle 20, presenterà il suo disco di storie e luoghi di Calabria, all’interno del ricco programma di quello che prende il nome di ScillaFest, il festival organizzato dal Teatro Proskenion di Reggio Calabria in collaborazione col comune scillese. Un programma ricco, variegato, ma soprattutto interessante quello che sta andando in scena dal 28 agosto al 4 settembre, in quella che nella mitologia classica fu la culla della ninfa trasformata da Circe nel mostro omerico: tra concerti, laboratori teatrali, canti e presentazioni la piccola cittadina calabrese prende vita offrendo al pubblico un vasto quanto variegato ventaglio di attività.
Momenti di incontro, riflessione e crescita, momenti di scambi e comuni visioni all’interno dei quali il lavoro discografico di Brusco, prodotto dallo stesso Proskenion, si inserisce quale testimonianza della presenza, in terra calabra, di una forte anima identitaria, di uno spirito che oggi più che mai, in un momento di forte perdita dei valori e del senso di appartenenza, si rende più che mai urgente: “Il tamburo di Nando si fa terra e montagna, zappa e barca in mezzo al mare, ali d’uccello e focolare, si fa terremoto e tempesta, si fa amore e morte, rabbia e speranza. La voce diventa racconto, ed il racconto immagine. E io vedo aprirsi la Calabria per svelarci il simbolo che sottende. Vedo ciclopi tra Sibari e Crotone, vedo gigantesche trombe marine, come teste di Idra, innalzarsi tra ponente e l’Isca, nel mare di fronte a Belmonte. Vedo giganti solcare la terra di Fragalà”. Con queste parole il percussionista Luca De Simone apre il booklet di un disco che è erede e al contempo innovatore di un’antichissima tradizione.




sempre  dal fq      riporto  un altra storia  in ambito musicale  . la storia  di Davide Santacolomba







di Raffaele Nappi  3 settembre  2016
                                    

“Io, pianista sordo dalla nascita. Per i medici sono un miracolo e la mia prof pensa che sia ‘il nipote di Dio'”

                     
    
Davide Santacolomba è un ragazzo palermitano di 28 anni. E' stato ammesso dopo una selezione durissima a un master di perfezionamento in Svizzera e i suoi concerti sono seguitissimi in Italia. Riesce solo a "percepire i suoni", ma col nuovo apparecchio può amplificarli. "Ogni volta che ne scopro uno sono incredulo"           









I medici dicono che è un miracolo: ancora oggi non riescono a spiegarselo”. Davide Santacolomba ha 28 anni, viene da Palermo. E’ sordo dalla nascita, e nella vita fa il pianista. Dopo il diploma al conservatorio, i concerti, le composizioni tutte personali, oggi Davide è in Svizzera, dove sta seguendo “dopo una selezione durissima” il Master in perfezionamento artistico e didattica musicale, sotto la guida della famosa pianista ucraina Anna Kravtchenko. “Chi ha detto che i sordi non possono suonare?”, sorride.
Le sue prime lezioni di pianoforte sono arrivate all’età di 8 anni, all’ospedale Niguarda di Milano. “Io e la mia famiglia andavamo a fare gli esami di accertamento per la mia sordità – ricorda – Nella nostra residenza c’era un pianoforte: cominciai a suonare qualche nota. Lì è nato tutto”. Tre anni più tardi, a Palermo, Davide comincia a prendere regolarmente lezioni di educazione musicale alla scuola media Leonardo Da Vinci. Per poi sostenere e superare l’esame, con lode, al conservatorio Vincenzo Bellini. “Questo ragazzo è un miracolo”, ebbe modo di ripetere Giovanna De Gregorio, la sua insegnante. “Nel giorno del diploma la sala del conservatorio era piena – racconta Davide –. Cosa che capita molto di rado. Questo mi diede un’energia incredibile”.
“Ho iniziato a suonare quando andavo all’ospedale per fare esami sulla mia sordità. Nella mia residenza c’era un pianoforte”Dal punto di vista medico, è straordinario che Davide abbia cominciato a parlare sin da subito e discretamente bene. “Con la mia sordità dovrei parlare molto male e in maniera un po’ piatta, invece ho comunque avuto subito una buona intonazione”, spiega. Per la musica, invece, il discorso è diverso. “Esistono ciechi che suonano e che con la loro visione immaginaria del proprio strumento, con un tatto ed un udito molto sviluppato riescono a suonare, ma esistono davvero pochissimi musicisti sordi. Io un pianista sordo non l’ho ancora conosciuto”, sorride.
Tre anni fa a Davide è stato impiantato un apparecchio acustico nel cervello, che gli permette di amplificare i suoni e percepirli meglio. “Ogni volta che scopro un suono nuovo sono stupito, felice e incredulo”. Un esempio? Lo scontro dei calici per un brindisi. Ma anche il mare, i gabbiani, il rumore delle foglie calpestate. “Ho scoperto che le donne, spesso, hanno un tono di voce molto alto”, ride. La difficoltà più grande è la percezione dei suoni acuti. Per comporre la sua musica, così, Davide studia le note nella parte bassa del pianoforte (quella più grave), per poi ricostruirle nella parte acuta. “Ho recuperato due ottave sopra il do centrale e ne riesco a capire intonazione e intensità, ma salendo ancora di frequenza è tutto molto indefinito”.
“Ho recuperato due ottave sopra il do centrale e ne riesco a capire intonazione e intensità, ma salendo ancora di frequenza è tutto molto indefinito”
Dal marzo del 2015 il giovane palermitano vive a Lugano, dove è stato ammesso al “Master of Arts in Music Pedagogy” presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. “All’inizio ho avuto un po’ di difficoltà: è stato complicato trovare un feeling musicale con la mia insegnante di pianoforte. La sua tecnica è russa ed è molto diversa da quella italiana”. Poi le cose sono migliorate. “Abbiamo lavorato soprattutto sull’improvvisazione. La mia insegnante pensa che sia ‘il nipote di Dio'”, racconta imbarazzato.
Le giornate sono riempite interamente dalla musica. “Quasi ogni giorno ho una lezione di pianoforte, didattica o un seminario”. Si studia parecchio. “Quando va bene studio 7 ore. Ma mi è capitato di arrivare a studiare musica fino a 8, 9 ore al giorno”. Suonando, comunque, ci si diverte. “Facciamo concerti solistici o di musica da camera, anche se raramente si esce. Lugano non offre molte possibilità nel campo del divertimento”. Davide pensa al futuro. “Questo corso mi darà le opportunità per sfociare anche in campo didattico assicurandomi un lavoro stabile ed una base economica”. Opportunità che, purtroppo, per Davide in Italia è preclusa. “Con i continui tagli alla cultura sarebbe stata pura utopia rimanere”. Stesso discorso per Palermo. “Mi manca tantissimo – dice –, ma purtroppo non mi dà quello che vorrei e quindi con molto rammarico sono costretto a starle lontano. Spero un giorno di poterci tornare definitivamente perché è solo lì che vorrei vivere”.
“In Italia con i continui tagli alla cultura sarebbe stata pura utopia rimanere”
Davide compone musica autonomamente e si impegna in concerti seguitissimi in tutta Italia. L’ultimo, lo ha visto protagonista a Capo D’Orlando, davanti a duemila persone. “Alla fine ho ricevuto una standing ovation. È stato emozionante”. La musica è un mondo difficile: “Siamo artigiani che mirano alla perfezione delle forme, dei contadini che lavorano sodo per mantenere le loro serre”, spiega. Il suo sogno, comunque, è quello di diventare un concertista di musica classica. “Come mi immagino tra dieci anni? Con un pianoforte – sorride –, in giro per i teatri di tutto il mondo”.


NON FACCIAMO I FURBI © Daniela Tuscano

..la mia amica ed nostra utente di vecchia data  Daniela   m mi ha  anticipato   su CHarlie  Hedbdo    e le  sue  vignette    sul terremoto    ed  soprattutto  sul   modo  che essi hanno  d'intendere  la satira  .che  sfocia nella maggior  parte dei casi  nel cinismo e  nel  cattivo  gusto .



Quella contro Charlie Hebdo del 2015 fu una strage non solo raccapricciante, ma oscena, impudica. Nessuno, mai, dovrebbe essere trucidato per una vignetta o, comunque, per aver espresso opinioni, ancorché discutibili. E' una delle irrinunciabili conquiste della nostra civiltà. Da difendere con le unghie e coi denti.
Di qui, però, a santificare qualsivoglia scherno e soprattutto ad annoverare sotto il concetto di "satira" ciò che satira non è, ce ne corre.
Per quanto mi riguarda non sono mai stata Charlie proprio perché NON mi è mai piaciuta la loro "satira". E lo denunciai in tempi non sospetti. Quando, ad esempio, uscì la copertina raffigurante un

ebreo (col naso rigorosamente adunco) che portava in carrozzina un islamico riecheggiando la locandina del film "Quasi amici". Quando, per irridere il card. Vingt-Trois che aveva disapprovato la legge sui matrimoni gay, se ne uscirono con una copertina mostruosa (ben peggiore di quelle dedicate agli islamici) in cui mostravano il cardinale con "tre papà": vale a dire il Padre, il Figlio e lo Spiriro Santo intenti a... sodomizzarsi vicendevolmente. La feci vedere ai miei studenti (fra cui una musulmana) per dimostrare che coi cristiani c'erano andati molto più duro. Però nessun* dei libertari/e genialoni si scandalizzò, anzi, tutto benissimo. Tanto, sputare sul cristianesimo fa sempre figo, rende intellettuali! (Niente da eccepire, immagino, neanche di fronte all'altra copertina con due uomini gay, un bambino in braccio e una ragazza di colore incatenata - palese allusione allo sfruttamento delle donne dei paesi poveri per l'utero in affitto -. Eh sì, comparve su CH pure quella, e la disegnò Charbonnier in persona, non Adinolfi. Lo ignoravate, vero? Beh, ora dovete solidarizzare. Sennò cadete in contraddizione.) Infine, dato che di questo anniversario nessuno/a si è ricordato/a, un anno fa moriva annegato il piccolo Alan Kurdi e Charlie cosa fece? Un disegnino simpaticissimo con la seguente didascalia: "Se Alan fosse cresciuto, sarebbe diventato un palpeggiatore" (alludendo ai fatti di Colonia). In quell'occasione s'infuriò pure quell'ipocrita, analfabeta funzionale-sentimentale, incapace di guardare la trave nel proprio occhio del padre del bambino benché naturalmente gli autori precisassero che volevano soltanto ironizzare sui luoghi comuni e protestassero la loro buona fede ecc.
Ma il punto è un altro. Un messaggio, e a maggior ragione una vignetta, deve sì far riflettere, ma deve anche esser chiaro, o almeno non troppo astruso o equivoco, altrimenti sbaglia il bersaglio.


                                        Matsumoto autore  dei   fumetti di Capitan Harlock.

A meno di non voler insinuare, naturalmente, che basta se ne parli, non importa in quale modo, e il successo è assicurato. E allora sì, CH ha indovinato, infatti adesso in redazione stanno brindando, avevano i conti in rosso, così almeno hanno ottenuto un po' di ribalta.
Ah, un ultimo appunto: la Lorenzin con una campagna sbagliata ha suscitato un vespaio e ne hanno invocato le dimissioni gli stessi che ora difendono strenuamente Charlie. Eppure anche lei si è dichiarata in buona fede: come la mettiamo con la libertà d'espressione? In verità si accusano di ipocrisia gli altri per non guardare dentro di sé. E ci si sente pure scapigliati e lungimiranti.
La vignetta in questione fa schifo. Punto. Bisognava trasmettere un segnale magari forte, ma senza ambiguità. Non è accaduto, senza contare il populismo becero e antitaliano (eh sì perché bisogna pur dirlo: mancavano pizza, lupara e mandolino e il pregiudizio era completo). Tra satira e pessimo gusto c'è una bella differenza. Cercare sul vocabolario, please.

© Daniela Tuscano

3.9.16

L'Uomo e il Fine-Vita:Conoscere per riflettere, riflettere per decidere. proiezione del film la bella addormentata di bellocchio e dibattito con Beppino Englaro tempio pausania 2.9.016

Ieri 
Venerdì 2 settembre 2016 alle ore 17:30 presso il salone della Curia ( Palazzo Pes-Villamarina )di Tempio Pausania, si terrà un incontro- dibattito sul tema del "Fine Vita" e Testamento Biologico, con la partecipazione di Beppino Englaro, padre di Eluana.
 L'incontro ha lo scopo di fornire un importante occasione di riflessione e confronto su una tematica così importante e dare vita ad un libero dibattito tra i presenti .
 L'incontro sarà preceduto dalla proiezione del film "LA BELLA ADDORMENTATA " di Marco Bellocchio, ispirato alla "vicenda Englaro"

                            dal  comunicato dell'evento  

Dopo il film  che  ho rivisto   in quanto in   rai  ,  rete  che lo  coprodotto ,  fu trasmesso (    forma  di censura  soft   ma  sempre  censura è  )

 


  se  non ricordo male   dopo le  23  , per non inimicarsi  :  le gerarchie  ecclesiastiche ,  i credenti pro life  \  oltranzisti  ,  gli ipocriti politicanti  .  Un bel  film  adatto ed  purtroppo poco  pubblicizzato e  diffuso  al grande  pubblico oltre  ad essere  boicottato . Infatti secondo  https://it.wikipedia.org/wiki/Bella_addormentata blocco dei finanziamenti da parte dall'Assessorato regionale alla Cultura del Friuli-Venezia Giulia. Successivamente il film è stato riammesso ai fondi, ma nel luglio 2012 la Film Commission del Friuli Venezia Giulia è stata chiusa e la gestione del Film Fund (il fondo finanziatore di diverse produzioni cinematografiche) spostata all'Ente Turismo FVG, cioè direttamente in capo alla Regione. Un film  adatto per  il dibattito . Dopo  d'esso  si  è giunti al dibattito con il padre  di Eluana . Un uomo , infatti   ha  evitato il ruolo di protagonista   ed  ha invitato  il pubblico a parlare , umile  e modesto che  ha  trasformato   quella  che  è stata  una  sua battaglia   in una battaglia per tutti  quelli  che  sono o  hanno familiari in situazioni    come quella  di  sua  figlia  , senza  scendere   nella  strumentalizzazione    di  partito e  di schieramento  ideologico .
Certo   che se  tale  evento fosse stato organizzato  con un po'  d'anticipo sarebbe stato  meglio . Ma pazienza  cosi  è  andata  . Comunque pochi ma buoni  .   Di solito sono restio  e  diffidente  dele  dichiarazioni   e dei resoconti ufficiali  , ma  in questo caso  confermo      quanto detto    da   uno degli organizzatori dell'evento 




Mario Dettori
Eccoci qua, è tempo di ringraziamenti .. Grazie di cuore innanzitutto a Beppino Englaro, che ha portato la sua testimonianza scegliendo Tempio per una giornata di riflessione e dibattito su un tema così delicato..
Grazie al mio professore Gianluigi Deiana, Al Professor Giuseppe Deiana, al Dott. Mario Oppes, a Massimo Dessena, Pasquale Lamanda , a Barbara Mariano e ai presenti tutti, pochi, ma davvero interessati e coinvolti che han dato vita a una interessantissimo dibattito cogliendo a pieno L obbiettivo di quest incontro:
Conoscere e riflettere assieme, portando ognuno le proprie esperienze e considerazioni, anche di opposte vedute, all insegna del rispetto reciproco e della voglia di approfondire e mettere in discussione i propri convimcimenti. Una goccia in mezzo al mare.. Ma si sa come si dice in questi casi...😉
Grazie ancora per l'emozione di aver portato a Tempio un occasione Di crescita culturale e civile davvero unica.
Grazie ancora per l'emozione di aver portato a Tempio un occasione Di crescita culturale e civile davvero unica.


 E' stato un dibattitto   bellissimo ed  efficace  ,  vivace  e fecondo  (  anche   chi   come  me   masticava  un po'  all'argomento )  il dibattito  che n'è seguito  fra  i protagonisti in sala  ed  il pubblico  . Mai  visto  sia durante  il film   che durante  la discussione  un pubblico  cosi attento  e  silenzioso ( campane    della  chiesa parte ) .C'è  come  potete  vedere  da  questo mio due  video.  il     una  diretta  ( troppo breve lo so  , ma le  diretta  su fb  dal cell   consumano molta  batteria  )




 il secondo   quello  con   la  telecamera  per  problemi tecniic , appena  li risovo  provvederò  a metterlo su   online  non riesco a  scaricarlo ne  su fb  ne  su  youtube , . Però  in cambio :-)  vi lascio alcune delle  mie  foto
lasciate  che  torni ala casa del padre ,  coscienza  individuale ,  no accanimento terapeutico  , eluana  englaro  ,  beppino englaro ,  morire  con  dignità  , testamento biologico  ,  coma  ,   come  un vegetale , twempio pauisania  , 


una pressa  di posizione   chiara  da parte  di  Englaro   contro  l'accanimento terapeutico   e l'impossibilità de paziente  o  chi per lui qual ora  avesse  fatto presente   e non potendola  più 



esprimerla per  confermarla  la  decisione  di  morire con dignità  rifiutando l'accanimento terapeutico o di vivere   legato a macchine  e  dipendere in toto  dagli altri\e  .  Inoltre  Englaro ,  anche  se  costretto   dal primo intervento  ad  insistere  sulla  vicenda della  figlia   ha  preferito  insistere   di più  sul  film   ( precisando  che  lui <<  non avrebbe mai  fatto un film  su Eluana  . E  che il film di Bellocchio  non  è un film  su di lei  ,  anche  se  ne prende  spunto  >>   ) e  di  come in italia  non ci sia, rispetto all'Europa  ,  ancora  una legge   chiara sul  fine  vita . Ringrazio  i  curatori  dell'evento  per  averci  dato   la possibilità di un approfondimento   serio   non strumentale ed  ideologico su tali temi etici e  morali cosi delicati  .

1.9.16

estate 2016 un estate senza un tormentone musicale

Leggendo  questo articolo dell'unione  sarda   di qualche  giorno fa 



c fa mi  sono  chiesto    che strano un estate  senza  il classico     tormentone   estivo  .
 cioè 

La canzone  che ti entra in testa a maggio\  giugno , anche se non lo vuoi, e che si lascia dimenticare (  ?  )  a settembre inoltrato. È il tormentone estivo. Non importa la qualità del brano, l’essenziale è che con il suo ritmo ti faccia scatenare, ballare e cantare, qualunque cosa tu stia facendo.
Infatti   Il tormentone  è  sempre  stato motivo di aggregazione  davanti al bar  ( baretto  \  chiosco  si  era  al mare  )  a mettere  ed ascoltare la canzone in questione  e spesso   accompagna flash mob e balli di gruppo, drink alla mano, mare sullo sfondo. (  foto drink  )  Con il passare degli anni non lo si ascolta più, collettivamente  al jukebox  ma  attraverso tablet  e cellulari  spesso  free  da o  Spotify  o Youtube  .              Esso   lo ricordiamo  ( ovviamente  dipende  dai casi , io esempio   se  un  canzone , tormentone  o meno  , forse perché  sono nato  nell'era pre rivoluzionaria internet , lo ascolto  e riascolto oltre a cantarlo   anche quando  non è  estate    vedere   post precedenti in cui parlo della mia  formazione    culturale  in ambito  musicale  )  solo per legarlo a qualche evento particolare della propria estate. Di solito il tormentone si scatena così, dal nulla, senza motivo apparente.
deliberamente   tratto da  http://www.sorrisi.com/musica/canzoni/estate-2016-tormentoni-canzoni-belle-che-ascoltate-di-piu-spiaggia-mare/

Elucubrazione  confermata    dai pareri contrastanti dei miei amici  alla mia  domanda    : qual è  il vostro tormentone per  quest'estate  ? ogni uno\a  mi ha  indicato il suo  . Infatti ho avuto  ho avuto belli o brutti  , questioni di  gusti personali che variano  da  generazione a  generazione  e da  formazione  musicale  culturale  e  dipendono dai  gusti e  dell'adesione  critica e acritica ale mode  del momento  ) 
conferma   cercando  in rete    fino d ieri   che  non  c'è  non ci sono ancora le  condizioni  per  un unico tormentone  (  o se  c'è  un tormentone  io  non  l'ho trovato  \  individuato )   mentre  invece    ci sono   quelle per  più tormentoni

http://www.panorama.it/musica/i-10-tormentoni-dellestate-2016/
http://www.danceitalia.it/musica-e-canzoni-estate-brani-ricercati/



  vi cosa ne pensate e quale  è il vostro tormentone  o   quali sono le  vostre hits    Ecco quiindo che secondo me si  è verificato ,era  dagli anni  60  che  non succedeva   in quanto un tormentone  lo  si trova sempre  e  prevaleva  su varie  hits  , quello  anticipato previsto\  anticipato  dal romanzo  ( piacevole  e  niente male  )



  E  voi cosa ne  pensate    ?  qual è il vostro tormentone  ? o le  vostre  hits   di quest'estate  ormai  prossima  alla  fine  o già finita ?






per evitare chiamate indesiderate o messaggi molesti su whatsapp usate due schede una pubblica ed una privata

  questo post     di  Aranzulla     conferma    il consiglio      che  davo    in un post   (  cercatevelo  nell'archiviuo  dell'ann...