12.9.21

Per Adinolfi non va bene che una donna vinca il Leone d’Oro con un film sull’aborto

 molti mi diranno ma perché dai spazio a tali imbecilli . Perche non è più tempo dei moderati e del silenzi o del lasciamoli perdere sono dei bigotti e retrogradi , sono solo una minoranza , ecc. infatti uno dei principali motivi per cui tali individui crescono ed si sviluppano ed la cultura sessista e patriacarle che sta alla base dei femminicidi \ violenze di genere ancora resiste è grazie alla nostra tolleranza ed alla nostra sottovalutazione . Dopo questo spiegazione. venivo alla cazzata del giorno detta da uno dei loro leader /punti riferimento .

Mentre tutti in Italia celebrano (giustamente) Paolo Sorrentino, a conquistare il Leone d’oro a Venezia è stata lei, Audrey Diwan 41 anni, regista, scrittrice, sceneggiatrice francese di origini
libanesi, è la sesta donna a vincere in 78 edizioni. La sesta. E lo ha fatto mostrando fisicamente uno di quei temi di cui al cinema non si parla (quasi) mai, come fosse tabù, intoccabile, non pronunciabile: l’aborto. “L’événement” racconta l’odissea di una studentessa universitaria costretta ad abortire clandestinamente, in condizioni estreme e a rischio del carcere, nella Francia del 1963, ma riporta in superficie un rimosso anche della società italiana, in cui conquiste

[....] 
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Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Legge 22 maggio 1978, n. 194.

La legge italiana che regola l'accesso all'aborto è la Legge 22 maggio 1978, n. 194, approvata dal parlamento dopo vari anni di mobilitazione per la decriminalizzazione e regolamentazione dell'interruzione volontaria di gravidanza da parte del Partito Radicale e del Centro d'informazione sulla sterilizzazione e sull'aborto (CISA), che nel 1976 avevano raccolto oltre 700.000 firme per un referendum - patrocinato dalla Lega XIII maggio e da L'Espresso - per l'abrogazione degli articoli del codice penale riguardanti i reati d'aborto su donna consenziente, di istigazione all'aborto, di atti abortivi su donna ritenuta incinta, di sterilizzazione, di incitamento a pratiche contro la procreazione, di contagio da sifilide o da blenorragia. Solo l'anno precedente il referendum sul divorzio aveva mostrato la distanza tra l'opinione pubblica e la coalizione a guida democristiana al governo. La Corte Costituzionale inoltre nel 1975 consentiva il ricorso all'aborto per motivi molto gravi.La legge 194 consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica. La legge 194 istituisce inoltre i consultori come istituzione per l'informazione delle donne sui diritti e servizi a loro dovuti, consigliare gli enti locali, e contribuire al superamento delle cause dell'interruzione della gravidanza. La legge stabilisce che le generalità della donna che ricorre all'IVG rimangano anonime. Il ginecologo può esercitare l'obiezione di coscienza. Tuttavia il personale sanitario non può sollevare obiezione di coscienza allorquando l'intervento sia "indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo" (art. 9, comma 5). La donna ha anche il diritto di lasciare il bambino in affido all'ospedale per una successiva adozione e restare anonima.Questa legge è stata confermata dagli elettori con una consultazione referendaria il 17 maggio 1981. L'8 agosto 2020, l'uso della pillola abortiva Ru486 è stato esteso fino alla nona settimana di gestazione senza l'obbligatorietà del ricovero ospedaliero.[20]La sentenza n. 25767/2015 delle Sezioni unite della Corte di Cassazione ha stabilito il diritto della madre e del concepito al risarcimento del danno medico in virtù del diritto alla salute, all'integrità psicofisica e alla uguaglianza delle pari opportunità, negando l'esistenza di diritto a "non nascere se non sani" e il ristori risarcitorio del danno lamentato in relazione alla mancata opportunità abortiva che sarebbe scaturita da una diagnosi omessa o non sufficientemente accurata.[21][22] Il TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) vieta la pubblicità delle tecniche e dei farmaci abortivi (artt. 112 e 114). 
[...]


che credevamo ormai assodate sono state ufficialmente rimesse in discussione, dove il tasso di obiettori di coscienza in alcune zone è talmente alto da costringere alcune donne a tornare all’aborto clandestino o andare all'estero . Uno squarcio nel silenzio, finalmente.

Ma per qualcuno

Per Adinolfi non va bene che una donna vinca il Leone d’Oro con un film sull’aborto

Il film che ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, “L’événment” della regista francese Audrey Diwan, parla di una studentessa che sceglie l’aborto clandestino nella Francia degli anni ’60. Questa cosa non è piaciuta ad Adinolfi, che ha avuto da ridire anche sul sesso del vincitore

adinolfi audrey diwan leone d'oro aborto

Sa di rischiare la prigione, la vergogna di chi le sta intorno e la sua stessa vita, ma va avanti per la sua strada. Anamaria Vartolomei è la protagonista di “L’événment” di Audrey Diwan, film che ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia: è una  giovane brillante universitaria che nella Francia di inizio anni ’60 con l’aborto ancora illegale è determinata a non proseguire la gravidanza per continuare a inseguire i suoi sogni. Con l’avvicinarsi degli esami finali e la gravidanza sempre più evidente, Anne si decide quindi a praticare un aborto clandestino, pur sapendo di rischiare molto. Un film emozionante e che tocca temi sociali importanti, che non è piaciuto però a Mario Adinolfi
“È l’ennesima propaganda abortista che ormai subiamo con quotidianità”, ha detto il leader del Popolo della famiglia. “Sembra che la libertà del nostro mondo occidentale – ha aggiunto – sia la libertà di uccidere i bambini non nati e gli anziani malati o sofferenti con l’eutanasia. Questa è diventata la grande vittoria dell’Occidente”.
Ad Adinolfi non torna neanche che per il secondo anno consecutivo a vincere il premio sia stata una regista donna: “Ci pieghiamo a dei cliché, siamo obbligati a cercare la regista donna per dare il premio, è il secondo anno consecutivo, e anche questo sta diventando un cliché. E i cliché sono l’opposto dell’arte”. “Io ho paura che questa atmosfera cupa che ci stiamo portando dietro – ha concluso il guru cattolico – in cui libertà e diritti significano solo aborti ed eutanasia significhi che qualcosa sta andando storto nella nostra riflessione”.Per lui, a meritare il Leone d’Oro era il film di Paolo Sorrentino “È stata la mano di Dio”: “Davanti a un’esperienza di morte, perché muoiono i suoi genitori, il protagonista risponde con un grandissimo inno all’esistenza che passa anche attraverso quell’immagine di Maradona”. Fortunatamente non lo ha diretto una donna, altrimenti l’Adinolfi critico cinematografico avrebbe rischiato un cortocircuito.

N.b
  va bene     essere  contro l'aborto   ma  come  giustramente  ha  risposto    questa  senatrice  degli  Statri uniti  

 dev'essere  lasciata libertà alla  donna  di scegliere   cosa  fare  e  soprattutto   di poterlo fare  in sicurezza  . Cosi  come    dipoterne  parlare  , raccontare   d tali tematiche . 
Se  la  cosa   , cari  Adinolfi  e   company   vi dovese  dare  fastidio  , invece  di  dire  .....  o proibire  agli altri\e  di  parlarne    fate  un film  o    un altra  forma  artistica   dover  esprimete  il  vostro pensiero  .  Insomma  non rompete  ....    con le  vostre  crociate  ,  nella ,maggior  parte dei casi ,  per  lo più ipocrite    ed opportunistiche    . 

non esiste solo 'altro 11 settembre degi Usa ma anche un 11 settembre latino Americano ad iniziare dal colpo di stato in cile di Pinochet finanziato ed appoggiato dagli Usa

11 settembre 2001:
muoiono negli stati uniti 3.000 persone con un attentato triplice che mai l’america aveva vissuto sulla propria pelle.1.000 sono ancora senza nome.
11 settembre 1973:
muoiono in cile 2.000 persone con un colpo di stato militare che rovescia il governo socialista di allende.
38.000 hanno un nome, ma sono desaparecidos.


[sostenuto dagli stati uniti, pinochet diventa presidente della repubblica cilena e rimane alla testa del cile sino al 1990. l’ultimo computo delle vittime risale al 2011. nella foto la mappa degli stati americani in cui gli US hanno esportato la democrazia in salsa di golpe 🌹]


il centro destra distratto il caso delle foibe . criticano i crimini di tito ma usano le foto di una fucilazione fascista

 Lettura consigliata Sull’ ignoranza delle persone colte di William Hazlitt   in particolare   : 

Le cose nelle quali eccelli veramente non contano perché non le possono giudicare. La forza intellettuale non è come la forza fisica. Certe persone non le batti mai”.




 

La  destra   destra    difende  il  giorno del  ricordo  , e  fin qui  niente   d'eccezionale  , visto il suo anticomunismo   ed nazionalismo   


ma  lo fa    male  ,  faziosamente , ed  in maniera   errata  .

Infatti  

DESTRA DISTRATTA?

La destra difende il Giorno del Ricordo
con la fotografia di un plotone di esecuzione
composto da soldati italiani?
____________________________

Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942. Soldati italiani fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Nell’Italia degli ultimi anni, un’interpretazione frettolosa e “capovolta” di questa foto ne ha innescato la proliferazione virale in rete e sui giornali, sino a farne l’illustrazione per eccellenza di articoli sulle foibe e le vittime italiane della “violenza slava”. (Raccolta fotografica del Muzej novejše zgodovine Slovenije (Museo nazionale di storia contemporanea a Lubiana) - Numero d'archivio pl1818)

- fonte: Internazionale
“La storia intorno alle foibe” di Nicoletta Bourbaki,gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico
10 febbraio 2017

#foibe #fascismo #antifascismo #destra #sinistra #storia #memoria #partigiano #revisionismo #negazionismo #giornatadellamemoria #giornodelricordo 

11.9.21

ma dove hanno la testa questi giudici Il caso di un uomo che si stava masturbando in una carrozza: denunciato per atti osceni, i giudici lo assolvono

Ora si dirà ed è vero purtroppo , È la legge, il reato di atti osceni è stato depenalizzato, salvo che non sia compiuto in luoghi frequentati da minori (davanti a una scuola, per esempio). Stavolta non c'è da interpretare, perché la legge è chiarissima purtoppo, ma     sempre  assurda   è  come se      in treno   
non  vi  viaggiassero    minori   con famiglie  .  Ma  soprattutto     tale sentenza    o applicazione di tale  legge   dimostra    come  la  superirità delll'uomo  rispetto alla  donna  sia    codificata  anche nella legge.  Infatti  [....] «Questa Corte ha più volte affermato che “… per “luogo abitualmente frequentato da minori” non si intende un sito semplicemente aperto o esposto al pubblico dove si possa trovare un minore, bensì un luogo nel quale, sulla base di una attendibile valutazione statistica, la presenza di più soggetti minori di età ha carattere elettivo e sistematico “Sez. 3 -, Sentenza n. 26080 del 22/07/2020, Rv. 279914 – 01”. Inoltre, proprio con riferimento ad un caso analogo, è stato affermato che l’interno di un vagone ferroviario in movimento per l’ordinario servizio viaggiatori non può essere ritenuto un luogo abitualmente frequentato da minori (Sez. 3, Sentenza n. 24108 del 21/7/2016, dep. 2017, Sibilla). Da tale precedente, in termini, non vi è ragione per discostarsi per cui, anche nel caso di specie, va escluso che il dato luogo in cui il ricorrente ha tenuto la condotta comporti la integrazione del reato in questione». [....]

 da  https://www.open.online/2021/09/11/masturbazione-treno-sentenza-cassazione/ 

Ha ragione l'amica https://www.facebook.com/patrizia.cadau : << Alle donne viene chiesta compostezza quando si trovano a dover allattare un neonato in luogo pubblico, perché, boh, non lo so il perché ma pare che un seno femminile possa stare solo nelle pubblicità delle gomme per auto e dei doccia schiuma, ma un uomo può tranquillamente grattarsi i gioielli in una carrozza ferroviaria davanti ad una donna perché non è reato.
Ma infatti, chi di noi, salendo in treno non ha mai desiderato di trovarsi davanti un tizio con le mani nelle mutande?



 

10.9.21

contro il femminicidio non bastano leggi occorre cambiare mentalità anche da parte delle donne . il caso di Angelica Salis

  N.b
Avviso  a  chi  legge  il titolo  e li   poi commenta  senza leggere  il  resto dell'articolo ,  di contare  fino  a 10 se  non basta anche  di più    prima  d'esprimere  un commento   .

Ieri Angelica Salis è morta in un lago di sangue, dopo sette coltellate. Ad ucciderla il marito.
Qualche sera fa, la donna era riuscita a scappare scalza di casa e a chiedere aiuto in un bar: ma tutti avevano minimizzato la faccenda.
Fin qui niente  di nuovo    , succede  ogni  volta  . Quello che  lascia perplesso   ed indigna   sono , i commenti a caldo della sorella della vittima:
[...  ] Lui l'amava, non era violento, ha perso la ragione, le avrebbe regalato anche la luna, non è un femminicidio [....  segue  su screenshot  a  sinistra   ] 
  << Non vi stupite  <<  fa  giustamente   notare  l'amica  ( ho raccontato  su questo  blog la sua storia delle  violenze  psicologiche   e verbali  che  riceve  dal suo  ex     )   Patrizia Cadau   << Sono cose frequenti: una donna vittima di maltrattamenti non trova mai solidarietà neppure in famiglia. Anzi, le famiglie sono luoghi ostili, in cui ciascuno ha paura del giudizio altrui e ha vergogna per quanto accade e contestualmente, tende a giustificare il violento, in questo caso un assassino, e ad attribuire colpe e responsabilità alla vittima.La delegittimazione della vittima è così collaudata e potente, che ho letto pure che lei fosse depressa, quasi a giustificare il femminicidio: ma anche fosse, in una storia di violenza la depressione è una conseguenza della violenza non una causa. E poi il paradosso: lui uccide ma quella con presunti disturbi mentali è lei.>>
E davvero per oggi non ci sono più parole  se  non   questa   : Angelica, che tu possa riposare in pace . 





9.9.21

Il coraggio di Lucia Goracci che sfida il militare talebano a guardarla in volto | VIDEO

Si possono   fare cento interviste, dieci reportage, mille ore di girato, ma alla fine ci sono frammenti, gesti, frasi o istantanee rubate che mostrano esattamente, in modo chirurgico, la situazione per quello che è (davvero). Ecco, questo è uno di quei momenti, ed è quello che fanno i grandi giornalisti, com’è Lucia Goracci. Un momento di servizio pubblico.

Il coraggio di Lucia Goracci che sfida il militare talebano a guardarla in volto | VIDEO

Lucia Goracci è tornata a Kabull per continuare il suo lavoro da corrispondente, nel servizio in onda ieri lo scontro con un talebano della brigata Badrì

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goracci badrì afghanistan

Lucia Goracci, giornalista Rai. E’ la sua la voce che arriva dall’Afghanistan nel nostro paese, oltre ogni ragionevole dubbio il coraggio delle giornaliste italiane è inquantificabile. Non facile buonismo, ma coraggio vero. A raccontare i fatti afghani in Italia sono state due croniste, donne (con lei anche Cecilia Sala), in un paese che ha marcato il cambio di rotta proprio nel mutamento delle possibilità consentite al genere femminile. Tornate anni addietro in materia di diritti.

 L’inviata Rai Lucia Goracci faccia a faccia con un soldato afghano che non la guarda in volto. Lo scambio

Goracci, inviata Rai, è tornata a Kabull da pochi giorni. Era andata via con l’ultimo volo degli italiani, ed ora è di nuovo in Afghanistan. Nel servizio andato in onda ieri su Rai 3 la cronista è ripresa mentre ingaggia un colloquio acceso con un militare talebano, una delle forze d’elite.

“Perchè non mi guarda in volto?” chiede l’inviata del servizio pubblico, dopo aver rivolto diverse domande alla guardia armata fino ai denti. Lui accaldato ed in mezzo alla gente con un fucile ben saldo tra le mani, ed una serie di ordigni legali sul corpo pronti ad essere utilizzati, risponde “Non mi è permesso guardare in faccia le donne”. E’ un membro della Brigata Badri, spiega Goracci, la divisione d’assalto che utilizza le armi americane. Ha gli occhiali sul volto, non si sa bene dove stia guardando. Sarebbe bello se il suo sguardo fosse in camera, dove finirebbe negli occhi di migliaia di donne davanti allo schermo.

Pretendere che italiani e immigrati ed in nuovi italiani condividano la stessa idea della donna come persona libera

Qualche  giorno    fa  stavo sfogliando la  slide   di msn.it      è  sono  capitato    su quest  articolo di  HuffPost Italy Dei fatti di C...