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27.3.23

Eroi a buon mercato, candidati in gabbia, calciatori zappatori, scuole devastanti, vampiri antisemiti, vandali confusionari, e ladri stanchissimi


dalla  rubrica  del  lunedi  del FQ  

27\3\2023


New York

Achille Lauro va alle Nazioni Unite a spiegare ai giovani come cambiare il mondo


Ve lo meritate Achille Lauro. L’ex trapper ora parla alle Nazioni Unite: è passato dalla trap al pop, da Rolls Royce al marketing progressista in un batter di ciglia mascarate, nel tempo che ci vuole a indossare una tutina glitterata e a monetizzare sulle campagne da social network contro la mascolinità tossica. “È stato ospitato nell’aula dell’assemblea Generale delle Nazioni Unite – informa Fanpage – e ha tenuto uno speech dinanzi a centinaia di studenti provenienti da ogni parte del mondo. L’obiettivo? Spingere i giovanissimi a investire nelle proprie passioni”. Come non lasciarsi persuadere? “Credo moltissimo nei giovani – ha detto – e so che possono veramente cambiare il mondo, è anche grazie a loro che sono arrivato fino a qui”. Per citare il vecchio Achille: sembra di stare allo zoo. Con lui nella parte dell’animale esotico addomesticato, che si mette in vetrina in cambio di un’offerta, anche simbolica.



Nella partita di Serie D le porte sono più basse di 10 centimetri e i giocatori zappano per riportarle a misura


Nella partita di calcio più folle della storia recente, i giocatori sono letteralmente andati a zappare. È successo prima del derby di Serie D tra Sangiovannese e Grosseto. Il portiere della squadra ospite si è accorto subito che la traversa della porta era molto più bassa del normale. L’arbitro, armato di metro, ha iverificato che alle due porte mancavano una decina di centimetri rispetto alle misure regolamentari e ha concesso ai padroni di casa 45 minuti per ovviare al problema. “Ecco apparire dal tunnel degli spogliatoi tutto lo staff della Sangiovannese che, mentre i calciatori delle due squadre si stanno scaldando, scava sulla linea per recuperare quei centimetri mancanti: vanghe, picconi, zappe”, scrive l’ultimo Uomo. L’operazione, incredibilmente, funziona. Nel senso che i centimetri mancanti vengono recuperati, a costo di trasformare la linea di porta in una specie di canale di scolo (infossato rispetto al resto del campo). Tutto regolare: si gioca e finisce con un salomonico 1 a 1.


Scandalo! Indignazione! "Un posto al sole" è antisemita Solo che Repubblica ha scambiato i "rabbini" coi “vampiri”


È bene non abbassare mai la guardia, ci mancherebbe altro, ma in certi momenti c’è la sensazione di una certa suscettibilità dell’opinione pubblica rispetto a fantomatiche manifestazioni di antisemitismo. È solo così che si può spiegare come sia partita una denuncia, subito ritrattata, persino nei confronti dell’inoffensivo polpettone Rai Un posto al sole, che per qualche ora è stata marchiata appunto con lo stigma di fiction antisemita. “Uno dei protagonisti della popolare soap opera italiana – spiega Repubblica – pareva infatti definire con l'appellattivo ‘rabbini’ due personaggi senza scrupoli e che speculano sulle disgrazie economiche. Una chiara riproposizione di uno dei più classici stilemi antisemiti”. Il giornale di Molinari aveva subito lanciato l’allarme con titolone e pezzo online. Ma non c’era nessun “rabbino”: “La parola incriminata era semmai ‘vampiri’, è la replica degli sceneggiatori, di Rai e della produzione Fremantle. E la faccenda si conclude così”.




Tiger King si sta per candidare alla Casa Bianca: “Non conta che sono in prigione, posso essere la tua voce”

Grandi notizie dagli Usa: “Tiger King” si candida per la Casa Bianca. Al secolo Joe “Exotic” Maldonado, è la star di una serie di successo di Netflix che racconta la sua incredibile vita di imbonitore, criminale e soprattutto proprietario di uno dei più grandi parchi di animali selvatici di tutti gli Stati Uniti. Joe non se la passa bene: è in carcere per 22 anni con una doppia condanna per tentato omicidio ai danni della sua arcinemica, Carole Baskin. Ma le maggiori democrazie occidentali finiscono piuttosto spesso nelle mani di individui chiaramente tormentati da qualche forma di patologia psichiatrica, chi può impedirgli di sognare? Tiger King vuole candidarsi per il Libertarian Party. “Metti da parte che sono gay, che per ora sono in prigione, che ho fatto uso di droghe in passato, che ho avuto più di un ragazzo contemporaneamente e che Carole mi odia a morte – ha scritto sul suo sito nel lancio della campagna presidenziale –. Tutto questo non ha nulla a che fare col fatto che possa essere la tua voce”.


Como Una donna rientra in casa e trova un ladro che ronfa sul suo divano: si era addormentato dopo un altro furto

Fantastica storia da Como, dove una signora ha trovato uno sconosciuto che dormiva sul divano di casa: era un ladro che si era addormentato dopo le fatiche di un altro furto, quella stessa sera. Ne scrive La Provincia: mentre rincasava, “la proprietaria dell’appartamento, una donna di 46 anni, si è insospettiva perché la porta da fuori sembrava forzata, danneggiata, ed era pure rimasta parzialmente chiusa. Quando con coraggio ha impugnato la maniglia per aprirla in po’ di più e verificare quello che stava avvenendo, si è trovata di fronte ad una scena che mai avrebbe potuto immaginare. Sul divano di casa sua, addormentato profondamente, c’era un uomo che mai aveva visto prima”. Quindi la signora ha avuto il sangue freddo di chiamare i Carabinieri: sono stati loro, arrivati sul posto, a svegliare il ladro dormiente. Le indagini successive hanno condotto poi a una straordinaria conclusione: il malvivente aveva già scassinato un negozio quella stessa sera. S’era appisolato, stanchissimo, durante la seconda operazione.


La preside di una scuola media è stata costretta a dimettersi per aver fatto vedere il David di Michelangelo

Assistiamo attoniti, settimana dopo settimana, alla rottura degli ultimi argini che trattengono il dilagare dell’imbecillità pubblica, della demenza collettiva. Tra le dimostrazioni fatali di questa deriva, ancora una volta, c’è stata la censura del pisello del David di Michelangelo. “La preside Hope Carrasquilla della Tallahassee Classical School in Florida si è dimessa questa settimana dopo le proteste di alcuni genitori per aver mostrato, durante una lezione sull’arte rinascimentale a studenti di prima media, il David di Michelangelo. Secondo i genitori scandalizzati, e purtroppo anche per i suoi superiori nel consiglio scolastico, l’immagine del David sarebbe ‘pornografia’. Crediamo si tratti di una vicenda grave, che richiede l’intervento immediato del sindaco e della console Usa a Firenze”, si legge in una nota, molto irritata, del comune fiorentino. Non resta che immaginare il sindaco Nardella mentre scatta di corsa verso la Florida per fare giustizia di questa ennesima provocazione alla sua città.




25.3.23

i critici prendonno cantonate il caso della batterista Meg White accusata di non essere poi questo granché, un po' per sessismo, un po' perché giudicata con criteri sbagliati

 non sono  un critico  musicale   ma  un semplice  ascoltare  profano e  limitato causa   problemi auditivi . E poi alla medie    ho    avuto   una capra   come insegnante  di  musica     he  mi ha   spavento   e  sminuito  talmente  tanto   da   non volere  imparare    anche   amici   musicisti  o   appassionati   tanto  da  suonare  in complessi  o  fare  gli insegnanti     chi  di  chitarra   chi  di piano     ci  hanno provato  ad insegnarmi  accordi e    e note  .   Ma   spesso   il  90   %    della  critica   prende    delle   cantonate  infatti  è il  caso   delle   critiche    Meg White  (   foto  a    sinistra  )  La batterista che fu metà del duo rock dei White Stripes è ciclicamente accusata di non essere poi questo granché, un po' per sessismo, un po' perché giudicata con criteri sbagliati  .  Per  dirla  come     i  famosi  ed  ormai  mitici  

 


lascio   la   parola       a chi   di musica    se  sà  più  di  me  



da    https://www.ilpost.it/ del 22 marzo 

Il talento e l’importanza di Meg White, la batterista della band rock dei White Stripes, vengono messi in discussione fin da quando il gruppo acquisì la sua prima notorietà, all’inizio degli anni Duemila. Il tweet di un giornalista statunitense che la sminuiva accusandola di essere «terribile» ha recentemente rinnovato il dibattito, che in realtà potrebbe essere stato risolto: questa volta, infatti, sono intervenuti in difesa di White alcuni suoi illustri colleghi musicisti, che hanno spiegato perché è una batterista eccezionale e come sia stata fondamentale per il successo dei White Stripes.


«La tragedia dei White Stripes è quanto avrebbero potuto essere grandi con una batterista appena dignitosa. Sì, sì, ho già sentito tutti i “ma il suo è un suono così ricercato”. Mi spiace Meg White era terribile», aveva scritto Lachlan Markay, giornalista che peraltro non è molto conosciuto e non si occupa di musica ma di politica. Il tweet, scritto in occasione dell’introduzione dei White Stripes nella Rock & Roll Hall of Fame (un museo in Ohio con grandi capacità di attirare le attenzioni dei media), era comunque diventato virale, ed era stato poi cancellato da Markay in seguito alle moltissime e talvolta aggressive critiche ricevute.Ma al di là dell’opinione – non argomentata – di Markay, la sua non è una tesi nuova: essere stata metà di un duo che raggiunse il successo mondiale proprio per via del suo stile strumentale e del suo approccio musicale unico non è bastato perché Meg White venisse riconosciuta da tutti come una brava batterista. Viene infatti criticata e svalutata da vent’anni, in parte perché molti appassionati di musica tendono a giudicare i musicisti sulla base sterile del loro virtuosismo tecnico, in parte per via del sessismo che interessa ancora oggi il mondo della musica rock, in cui le donne musiciste hanno molto spesso a che fare con stereotipi e pregiudizi che le rappresentano come meno capaci degli uomini.

«Meg White è una delle più grandi batteriste della storia del rock ‘n roll. Non c’è nemmeno da discuterne. C’è stata una manciata di batteristi che sono istantaneamente riconoscibili nelle loro molte hit, per il loro gusto, per la loro energia e per il loro stile. E lei è in questa lista», ha scritto su Instagram Tom Morello, celebre produttore e chitarrista dei Rage Against the Machine. «Quello che c’è di sbagliato nella musica sono le persone che la privano della sua vitalità come con un filtro Instagram, provando a raggiungere un livello di perfezione musicale che non è funzionale alle canzoni (…) È per questo che io suono come un dilettante approssimativo e ubriaco, perché sono questi difetti l’elemento che manca in tanta musica», ha scritto invece Questlove, batterista dei Roots, in un tweet in cui ha difeso a sua volta White dall’opinione di Markay.  ......  segue  su   Meg White viene sminuita da sempre - Il Post


NON C'E' BISOGNO DI ESSERE CATTOLICI BIGOTTI E OLTRANZISTI PER DIRE NO ALLA MATERNITA' SURROGATA O AL MASSIMO CHE SIA REGOLAMENTATA





dopo il mio post precedente sulla maternità surrogata mi sono arrivate email alcune interessanti altre meno , altre contro in particolare quella di **** che mi ha suggerito il post di Cinzia Salomoni Siano 23 marzo alle ore 18:32  (  di  cui  condivido  solo  in parte ) ma  nella  sostanza   ha  ragione  )      e altre a favore tipo quella dell'amico Omar Eustat Arcano (Gandalf il Nero) :<< ognuno col proprio corpo può fare quello che vuole, anchd sfornare figli e venderli . >> E .Posso dire , soprattutto alle ultime che come dice il titolo del post preso il prestito dal post di Daniela Tuscano sul gruppo fb color porpora di cui faccio parte e che riprende il post di
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NON C'E' BISOGNO DI ESSERE CATTOLICI BIGOTTI E OLTRANZISTI per essere contrari alla maternità surrogata. Si puó esserlo serenamente e con convinzione da laici e anche da femministe/i. Io personalmente sono stato aspramente critico nei confronti del mio (allora) segretario Niki Vendola che pretendeva la maternità surrogata (cui fece ricorso in California con il suo compagno) come diritto universale e indiscutibilmente di sinistra. E vidi con molto favore la sua uscita dalla vita politica attiva quando portó in Italia il bambino che avevano avuto grazie alla gestazione per altri (GPA) di una donna che ebbe come compenso una cifra molto considerevole. Forse Elly farebbe bene a non dare per scontato quello che scontato non è, aprendo una pacata, profonda e pluralista discussione dentro il PD.
Anche perché diversa è la nascita di un bimbo all'interno di una coppia lesbica in cui una delle due donne ne è stata madre biologica grazie a un donatore (anonimo o no poco importa) di sperma rispetto alla gestazione di una donna che ospita il feto e alla nascita lo disconosce come figlio cedendolo a una coppia gay e recidendo ogni legame futuro. C'è poi il caso delle coppie eterosessuali che decidono di chiedere a un'altra donna di portare in grembo per nove mesi un ospite che poi non sarà suo figlio. Mi chiedo se un feto possa essere solo un "ospite", dal quale la gestante si separi per sempre come se per nove mesi quel bimbo non si fosse nutrito di lei...

  · Ora    da  laico    sono    contro  la maternità  surrogata   quando  essa   diventa    a  scopo   di lucro  . Infatti   concordo   con quanto   dice   sempre Gilberto   : <<  Non necessariamente una posizione etica sostenuta da politici di destra è obbligatoriamente retrograda, reazionaria, fascista. La stessa posizione, su determinati temi, e per ben altre motivazioni, e con ben altre argomentazioni, puó essere sostenuta da persone, gruppi, movimenti di sinistra, progressisti, assolutamente laici >> o  credenti progressisti  . Perchè   sempre  secondo   il  suo post    <<  non tutto ció che tecnicamente è oggi possibile per ció stesso è anche eticamente buono, giusto, opportuno. >> non  concordo    completamente con la  parte  finale  del  suo  discorso    quando dice  <<  Personalmente poi ritengo che come non esiste il diritto a esistere, essendo la vita solo un dono, così neppure esiste il diritto alla genitorialità, perchè anche diventare padri e madri è solo e semplicemente un dono. perchè  Dio    ci  ha  dato il  libero  arbitrio  ed  indicato  la strada   sta   a noi decidere  se  seguirla  criticamente  o  acriticamente  >>

Anche  se  le  discussioni  avvenute   via  email   e  su fb   su  questo tema  mi hanno  arricchito  e  fatto vedere sotto   un  altra  prospettiva  tale argomento  , resto   sulla  mia  che le  famiglie   o coppie  omogenitoriale ed  arcobaleno  sono  come le  coppie  di fatto etero    discriminante   in quanto    non mi  sembra    giusto  che   ad  essere   giuridicamente  genitore    sia  solo  uno  dei   dei due     cioè  solo  quello  biologico  e  non  se  c'è  un unione  stabile   anche  l'altro  indipendentemente    dal  fatto  che  i genitori  siano   omosessuali  o  etero  ., che  la  gestazione  per   gli altri   sia  che avvenga   con l'eterologa  sia      che  avvenga    con la maternità  surrogata  debba  essere   regolamenta   come     avviene   in molti  paesi  in modo  da   :   evitare  traumi al nascituro , ed  evitare  sfruttamento e  mercimonio  .  Mi   si  accuserà   di predicare  bene    ma razzolare  male   visto      che  sono   libertario  .  Ma  qui    non  è  un problema      di mancata   libertà   o meno perchè   un conto è quello  che   vuoi  fare   con il tuo  corpo  cioè  te  stesso\a    con piercing  ,  scarnificazioni  , tatuaggi  ,  chirurgia  estetica  pesante \ plastificazione   ,   venderlo  o  darlo   a chiunque  ,  di  farti  sfruttare   ecc   libera di  farlo     ma  qui   care  donne   e    cari  uomini     che la praticate  ed  usate  tratta   di  una  scelta    che   coinvolge   altre persone   .  Infatti   un conto   è  usare  la  surrogata    come dono      e senza  creare   traumi   eccessivi  ed  successivi     al nascituro   ed  alla  donna gestante      un  altro  è  non     dare    alla    donna   la  possibilità   di  scegliere    ed  eventualmente di   cambiare  idea      infatti 


 (  da   sempre   da   Cinzia Salomoni Siano 23 marzo alle ore 18:32

Volendo, i committenti possono anche ricorrere a pacchetti premium, pagare un sovrapprezzo per accaparrarsi il prezioso ovulo di una modella o il seme prestigioso di un accademico. [...] Una volta firmato il contratto, la portatrice rinuncia a qualsiasi diritto sul nascituro (non può ripensarci e tenere per sé il bambino, non può rifiutarsi di abortire se i committenti per qualche ragione lo ritenessero necessario, non potrà in futuro cercare informazioni sul proprio figlio) e si trasferisce in un ostello comune dove porta a termine la gravidanza nutrita e controllata come un pollo d'allevamento in batteria o le ancelle di Margaret Atwood. Solo che secondo quel romanzo avrebbe dovuto essere una religione oscurantista a ridurre le donne a vacche da monta, in realtà ci sta riuscendo il luminoso regno del progresso scientifico e del mercato senza frontiere non dare alla  donna      [...]

vietare e sanzionare il lucro ed i contratti capestro ed anti etici si alla libertà di di scelta se fatta come il modello canadese


DanteDì 2023 - Daniela Tuscano




No, non toglietemi Dante, 

Dante 'l tosco, Dante l'errante

Dante che fa tremar le vene e i polsi

Con quel suo parlar aspro, soave, mesto e pien d'amore,

Dante avier di libertà, che va cercando Tra rischi, scandali e pugna

Dante non divino ma umano

Dante che infrange 'l cristallo

E squaderna i cieli

E tutti immilla, e ciascuno vede

Dante dall'ardir severo, dai bianchi tomi

Ché l'iride è in noi, supremo e solo

Dante padre senza prole,

Dispersa nello strazio disonesto 

Dante 'l barattiere, Dante 'l sodomita

Dante l'uom tradito 

E sposo di lussuria;

Dante che ama Dio

Sol se lo guarda

Con occhi di donna.


              © Daniela Tuscano

24.3.23

Dal Canada all’italia “Cristina ha 2 padri e una mamma vera, non un utero a nolo” ma sempre per ricchi è

Prima  di    raccontare  la  storia  di Cristina    e    i  suoi  due  padri e  una  madre         chiariamo   la   distinzione  fra   fecondazione  eterologa  e    maternità  surrogata  .  
La fecondazione assistita e la maternità surrogata sono due tecniche utilizzate per affrontare problemi di infertilità e per aiutare le coppie che desiderano avere figli.
Tuttavia, queste due tecniche non sono la stessa cosa, e spesso vengono confuse o considerate sinonimi Mentre la fecondazione assistita è ampiamente accettata e regolamentata, la maternità surrogata è spesso oggetto di dibattito e controversia . La maternità surrogata può essere vista come una forma di sfruttamento delle donne, poiché le madri surrogate sono pagate per portare avanti la gravidanza e dare alla luce un bambino per un’altra persona o coppia ma in alcuni paesi vedere storia sotto ed regolamentata e viene evitato che venga trasformato in lucro ed sfruttamento
Ovviamente    sono   o  contrario   all'utero in affitto .  Ma   allo  stesso tempo   da liberal  ed  antiproibizionista    dico   che    essa    va  normata  e non proibita  onde  evitare     che  si sconfini  in  mercimonio    (  vedere  foto    sotto   )   







Che  dire  sulla  vicenda  ?  Che  essa     anche  se   non  c'è  stata   violenza  psicologica  ,  mercimonio,  sfruttamento     è   molto   molto istruttiva ed esemplare perché  dimostra    che  la  maternità  surrogata    non è  solo  mercificazione  ed  sfruttamento   e  violenza  psicologica  ma  non  è  per  tutti  \e  ma  per  cho  può  permetterselo  Infatti  l'articolo   per   essere completo, nell'articolo  e  nella  vicenda  mancano i costi: UNA STORIA D'AMORE di ricchi, sicuramente di molto ricchi...diritti assicurati per "chi può" permetterselo  !

 



da  il  Fatto   quotidiano  del  24\3\2023                                                                                                             Selvaggia Lucarelli


Dal Canada all’italia “Cristina ha 2 padri e una mamma vera, non un utero a nolo”


Nicola e Giorgio hanno 42 e 41 anni, vivono a Milano e sono padri di una bambina di 3 anni che si chiama Cristina, nata in una cittadina sperduta nella foresta boreale canadese, grazie alla maternità surrogata. A raccontarmi questa storia piena di amore e gratitudine è Nicola, mosso dall’urgenza di spiegare cosa significhi davvero ricorrere alla gestazione per altri, nella giungla di fake news e dichiarazioni in cattiva fede di chi parla in modo sprezzante di “utero in affitto”. E anche di chiarire cosa voglia dire per
le coppie omogenitoriali, non solo da un punto di vista burocratico, l’interruzione della registrazione nell’atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso.

Nicola, da quanto tempo tu e Giorgio state insieme?

Ci siamo conosciuti al Sottomarino Giallo 12 anni fa. Era un locale frequentato soprattutto da lesbiche, entrambi accompagnavamo due amiche, ma alla fine ci siamo innamorati noi due. Dopo sei mesi viviamo insieme.

Cosa fate nella vita?

Io lavoro in banca, Giorgio è un architetto di interni.

Siete sposati?

Dal 2019, ci siamo sposati un mese prima che nascesse la nostra bambina.

Quando nasce l’idea di avere un figlio?

Da subito, soprattutto io ho avuto fin dal primo momento il desiderio di creare una famiglia con Giorgio e lui con me, ma non sapevano nulla di maternità surrogata. Nel 2017, per capire come funzionasse, prendiamo contatto con una coppia di papà di Milano e andiamo a fare un aperitivo insieme.

E vi spiegano l’iter.

Sì, loro avevano fatto tutto in America, noi scegliamo il Canada.

Come mai?

Per le leggi che regolano la maternità surrogata: la donna non può prendere un compenso, ma ha diritto a un rimborso spese durante la gestazione. Deve avere una situazione economica stabile e aver avuto già almeno due figli. Non si può scegliere il sesso del nascituro.

L’ovulo è della gestante ?

Assolutamente no. Una donna dà l’ovulo e un’altra porta avanti la gravidanza per evitare che ci sia la connessione genetica tra la madre biologica e il figlio.

Quante volte siete andati in Canada?

Due. La prima per fare tutte le analisi e donare il seme.

Chi dei due è il padre biologico?

Io, ma per una questione di convenienza, sono un lavoratore dipendente e dunque avrei avuto diritto al congedo di paternità.

Come avviene la scelta della donna? È lei che sceglie. In che senso?

Si prepara una scheda di presentazione, si spiega da quanto tempo si sta insieme e perché si desidera un figlio. La donna guarda le schede e sceglie. Poi ci si vede via Skype o di persona e si decide se ci si piace a vicenda.

Dopo quanto siete stati scelti? Dopo due mesi. Un’attesa prima di un’altra attesa.

Quando è arrivata la telefonata eravamo felicissimi, via Skype abbiamo conosciuto Sheena.

Chi era Sheena?

Una nail artist di 32 anni, abitava a Fort Mcmurray, una cittadina nella provincia dello stato di Alberta, famosa perché dalle sabbie bituminose estraggono il petrolio. Suo marito lavora in un’azienda petrolifera.

Perché ha scelto di essere una madre surrogata?

Lei ha due figlie, ma all’inizio pensava di non poter avere figli per un problema alle tube, cosa che le ha provocato molta sofferenza. Quando poi un ginecologo le ha risolto il problema, si è detta che avrebbe aiutato una famiglia che passava attraverso quel dolore.

Perché vi ha scelti?

In realtà pensava a una coppia etero. Poi Sheena ha visto la nostra candidatura e ha amato la semplicità con cui ci siamo descritti. Il fatto di essere italiani ha aiutato!

Quindi smentiamo i luoghi comuni per cui le madri surrogate sono delle disperate.

Ma va, lei e il marito stanno meglio di noi.

Sheena rimane incinta nella primavera 2019. Nei mesi della gravidanza vi sentivate spesso?

Sempre, tutti i giorni, ci mandava le foto della pancia.

Come avete scoperto il sesso?

Sheena è andata in un negozio e ha fatto per noi via videochiamata, una specie di gender reveal party, con i palloncini rosa!

Quando siete andati a Fort Mcmurray?

Un mese prima rispetto al parto programmato, per essere sicuri di esserci anche in caso di parto anticipato. Era fine novembre, c’erano meno 30 gradi.

E cosa avete fatto per un mese nel gelo della foresta boreale canadese?

Abbiamo vissuto in casa con Sheena, suo marito e le due bambine di tre e sei anni.

In casa con loro?

Sì, ed è stato meraviglioso. Le bambine sapevano tutto ed erano felicissime quando ci hanno visti, la mamma aveva spiegato loro che la bimba che cresceva nella sua pancia non sarebbe stata loro sorella, ma nostra figlia, aveva appeso le nostre foto sul frigo. Il marito di Sheena è un omone dal cuore d’oro. Non ci eravamo mai visti e ci volevano bene come accade tra persone che si vogliono aiutare. Cristina stava per nascere, era quasi Natale, noi portavamo le bimbe a scuola con Sheena, un ricordo indimenticabile.

Arriva il giorno tanto atteso.

Il 20 dicembre Sheena mette al mondo Cristina.

Chi c’era in sala parto?

Suo marito e io, che ho pianto per tutto il tempo.

Quando è nata la vostra bimba come è stato il distacco dalla madre biologica? Sheena è rimasta distaccata, per lei era nostra figlia, aveva seguito un percorso psicologico come prevede l’iter, è stata assistita anche in ospedale. Il marito no, lui inizialmente la chiamava my girl, come le sue bimbe, per un attimo ci abbiamo scherzato su, e se vuole tenersela?

A chi somiglia?

A mia mamma, che si chiamava Cristina. È tutto magico in questa storia.

In Canada come funziona la registrazione?

Siamo stati registrati immediatamente entrambi come genitori, Cristina ha il doppio cognome.

Quanto siete rimasti lì?

Abbiamo trascorso il Natale con loro, poi il 27 dicembre siamo andati nella Capitale dello Stato per fare il passaporto per Cristina. A metà gennaio 2020 eravamo in Italia.

E iniziano i problemi burocratici.

Per la legge canadese eravamo due papà, ma a Milano non si trascrivevano i certificati con due papà, per cui lo stato di Alberta ha rettificato l’atto di nascita.

Come è stato l’impatto qui?

Noi non abbiamo mai vissuto episodi che ci facessero sentire a disagio. Cristina è serena con i suoi coetanei, i genitori dei suoi amici non ci hanno mai guardati in modo strano, è tutto naturale.

Frequentate altre famiglie arcobaleno?

Sì, gli psicologi canadesi ce lo avevano raccomandato. Cristina deve sapere che ci sono compagni che hanno due papà o due mamme e che ci sono compagni con papà e mamma. Deve ricordarsi di essere una bambina speciale ma ordinaria.

C’è chi pensa che la maternità surrogata sia un modo “tecnico”, innaturale per avere figli.

Una nostra amica ci diceva che non riusciva ad avere figli e che il fatto di dovere avere rapporti nei giorni segnati sul calendario aveva spogliato di poesia l’idea della gestazione. Ecco, l’idea di avere figli è romantica, ma poi la realtà spesso è un’altra.

Cristina oggi per la legge ha due papà?

A settembre, quando ancora a Milano era possibile, abbiamo inserito anche Giorgio come papà nell’atto di nascita, ma è un atto amministrativo e sapevamo che poteva e mai come ora potrebbe essere impugnato in qualunque momento dalla prefettura.

Come vi fa sentire l’idea?

Da una parte la trascrizione serve per tutelarci ed è un diritto di nostra figlia e di noi genitori. Dall’altra però sappiamo che qualunque cosa accada, noi siamo una famiglia e questa è una verità che nessuno potrà mai toglierci. Noi Cristina l’abbiamo desiderata più di tante coppie etero a cui talvolta i figli nascono per sbaglio.

Sheena è rimasta nella vostra vita?

Sempre. Verrà a trovarci presto in Italia. Cristina nella sua cameretta ha una foto di Sheena con la pancia e noi due, mentre aspettavamo che nostra figlia nascesse tra i ghiacci canadesi.

Presenza costante Nostra figlia nella cameretta ha una foto di Sheena con la pancia e noi due, mentre aspettavamo nascesse tra i ghiacci

23.3.23

Addio a Lucy Salani, unica donna trans sopravvissuta ai lager nazisti

 
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Una vita simbolo di Resistenza
 
  da  
iO Donna  23 MARZO 2023
STORIE E REPORTAGE

Addio a Lucy Salani, unica donna trans sopravvissuta ai lager

Lucy Salani è stata testimone diretta di uno dei momenti più bui e tragici della storia del '900: costretta a guardare l'orrore, ha saputo resistergli con forza e coraggio ineguagliabili
di SIMONA SIRIANNI





«Sono stato bambino, figlio e figlia, soldato, disertore e prigioniero, madre, prostituta e amante. Ma qualsiasi persona sia stata, posso dire con convinzione di essere stata sempre me stessa».
Aveva 99 anni ed era l’unica donna transessuale sopravvissuta ai lager: Lucy Salani si è spenta ieri, quasi centenaria, a Bologna dove viveva.

 frame    video  Lucy Salani, l’unica trans sopravvissuta ai lager

Nata come Luciano Salani a Fossano, nel 1924, era cresciuta a Bologna come uomo omosessuale. Antifascista, dopo aver disertato sia l’esercito fascista italiano che quello nazista, è stata deportata a Dachau nel 1944.
Per tutta la vita ha raccontato gli orrori dell’Olocausto ed è considerata dal Movimento Identità Trans l’unica persona transessuale italiana a essere sopravvissuta alle persecuzioni fasciste e naziste.





Lucy Salani in una foto di scena tratta dal documentario di Gianni Amelio “Felice chi è diverso” presentato al Festival di Berlino (Ansa)


«Lucy è stata una giovane poetessa e donna transgender riuscita a sopravvivere all’orrore del campo di concentramento nazista di Dachau. La sua vita è simbolo di Resistenza e di memoria storica. Il ricordo di Lucy vive nei nostri cuori e ci spinge a lottare con ancora più forza per affermare l’immenso valore dell’autenticità delle nostre vite» scrive nel suo commiato social l’Arcigay.
Una vita in salita
Una vita tutt’altro che facile quella di Salani che, avversata anche all’interno della famiglia, ha cominciato da subito a dover fare i conti con la grande storia a causa del suo orientamento sessuale.
Erano gli anni della Seconda Guerra mondiale e il suo destino fu quello di essere arruolata nell’esercito
La deportazione a Dachau come soldato disertore
Impossibile per lei sostenere quell’impegno, tanto da cominciare una lunga serie di diserzioni e fughe e vita nell’Italia occupata, prima di essere deportata come soldato disertore in varie località del nord Italia e poi a Dachau.
Alla fine della guerra, però, sopravvissuta al lager, Salani rientra in Italia a Bologna precisamente e dagli anni Ottanta ci rimane per tutta la vita.
Lo scorso settembre, a Milano, durante la prima festa dei Sentinelli in occasione della mostra, “Homocaust” che raccontava appunto le storie di persone passate dai campi di concentramento in quanto omosessuali, Salani aveva raccontato quanto fosse stato terribile durante il fascismo essere transessuale.
«Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Alla fine mi hanno sparato, ma sono sopravvissuta. La mia paura più grande allora? Di essere viva»
La sua drammatica vicenda è raccontata sia nella biografia di Gabriella Romano «Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale», pubblicata nel 2009 da Donzelli Editore. Sia nel documentario “Essere Lucy” realizzato da Gabriella Romano.
Lucy Salani: «Fiera di essere un intruglio»
E tra il 2020 e il 2021 Matteo Botrugno e Daniele Coluccini girano un altro documentario dal titolo “C’è un soffio di vita soltanto” che racconta le tappe dell’intera esistenza di Salani.
Una vita esempio di combattimento, attaccamento, rivendicazione di quanto fatto, con una grande certezza: essere fiera di essere «un intruglio».
«Se questo pianeta mi ha concepito così non l’ho chiesto, è la natura che si è ribellata, non so, era indecisa fra l’una e l’altro, e sono uscita io».

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