22.12.23

se invece di fare le solite grida manzoniane pensassero ad curassero di il sistena educativo e si passa alla parole ed indignazione ai fatti i i femmicidi dimuirebbero ed non avremo episodiu come quello della Clerici

leggi anche 

da uomo che lotta i questa  notte buia   per per reprimere o quanto meno non alimentare il proprio maschio alfa concordo con quanto ha scritto << Quando parliamo di cultura dello stupro ci riferiamo a cose come queste che passano tranquillamente in TV tra le risate generali. Il pensiero comune. >>  da  Grazia Marrapodi Lamma e quyanto ha detto l'ex compagna di stradda Stefi Pastori del Gloos ( vedi url in cima  al post oppure  qui  ) sulle cause dei femminicidi
Infatti  nonostante lotti    giorno er giorno  , h24 ,  contro il maschio alfa  che  è in me  ,  tali battute  anzi meglio  battuttacce   scappano  anche  a me  . Ma  fortunatamente ,  mi  ci  sono  voluti  anni  e fiugure  di  💩  ed  perdita  di amiche  ,  riesco   a  controllarmi sempre  di più  e  farle  a tempo ed  a luogo   nma  soprattutto  a  farne   il meno possibile   e  non  cosi   platealmente  . Infatti   

Quello che è successo ieri a È sempre mezzogiorno, il programma di Antonella Clerici, in onda ogni giorno su Rai 1, non può e non deve passare sotto silenzio.
Ricapitoliamo i fatti: nello studio del programma, si discuteva dell’opportunità di bere del vino mentre si cucina. Sul tavolo, infatti, c’era un bicchiere di prosecco, metà del quale è stato utilizzato per una ricetta. «L’altra metà lo beviamo e da lì da cosa nasce cosa», ha suggerito la conduttrice. Lo chef Sergio Barzetti è intervenuto e ha aggiunto: «E poi vai a fare una cosa importante: stordisci la preda». Immediata la reazione di Clerici, che ha detto «Adesso, detto così, non è carino». Ma Barzetti ha rincarato la dose e ha raccontato come ha conosciuto e “pasturato” (verbo solitamente utilizzato per gli animali e usato, in questo caso, con il significato di “corteggiare”) sua moglie: «Quando pasturavo Laura, eravamo a un corso di cucina. L’ho vista subito tra le tante. Cavoli, non sono tutte così giovani le mie allieve di solito. Ne ho vista una giovane e via. Cercavo di inseguirla, dandole da bere per stordirla, ma non sapevo che era astemia».Forse Barzetti non sa che «inseguire e dare da bere per stordire» non vuol dire corteggiare. Forse non sa nemmeno che la donna corteggiata non è una «preda» e che la metafora della caccia è quanto di più lontano ci sia da un rapporto sessuale consensuale. Senza considerare, inoltre, la frase ageista (sottolinea che le sue allieve generalmente sono attempate, ma ha scelto quella giovane).Quello che è successo ieri è molto grave, dimostra che c’è ancora una profonda ignoranza sul tema della violenza e sull’uso delle parole. «Dare da bere per stordire» è una battuta che alimenta la cultura dello stupro e non fa ridere. E la conduttrice, in evidente imbarazzo, avrebbe dovuto avere la libertà di intervenire e mettere a tacere l’ospite, senza pensare, mai e in alcun modo, di essere esagerata o fuori luogo.L’unico fuori luogo è stato Barzetti e chi ha riso (e ride) di frasi come quella pronunciata da lui.
Però bisogna passare dalle parole ai fatti, anche piccoli, ma per dare segnali inequivocabili. Per esempio, quel ‘simpaticone’ di chef nella trasmissione della Clerici( che peraltro minimizza l episodio e lo difende) che se ne è’ uscito con quelle battutone, che v che i sta a fare in TV? Che lo si metta alla porta! Spiegando al pubblico che lo si è messo alla porta perché i valori che esprime non sono compatibili con l etica aziendale e con quella della conduttrice(donna)

21.12.23

il mio Canto di Natale



Questa canzone rispecchia il mio stato d’animo ... profonda ... bellissima. L’ ho sempre amata tanto.., oggi ancora di più


Contro l'ipocrisia del natale,il capitalismo sfrenato che gli gira attorno,contro le ingiustizie che in quei giorni (altro che la favoletta del siamo tutti più buoni) aumentano a dismisura...... Vi voglio regalare questo splendida canzone !

20.12.23

Volete sapere qual è l’ultima grande battaglia di civiltà di Fratelli d’Italia? rendere obbligatorio per legge Il presepe a scuola

O, più precisamente, un disegno di legge con cui - ci spiegano - «non sarà più possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado». In pratica, Fratelli d’Italia ha pensato bene di fare una legge per vietare di vietare il presepe nelle scuole, rendendolo di fatto obbligatorio.Neanche nell’Iran di Khamenei hanno una visione così teocratica dello Stato, negando non solo qualunque forma di libertà o autonomia scolastica ma silenziando, di fatto, qualunque altro credo che non sia quello cattolico. Quando vi chiedono cosa fa Fratelli d’Italia in Parlamento, rispondetegli il presepe. Si occupa di
presepe. Di blindare il presepe.
Le famose “priorità” di questo Paese.
Riceverò email del tipo : << sei miscredente , è nostra tradizione e nostra cultura , una volta si faceva , ecc >> . Ma concordo , soprattutto nella seconda parte . I punti parziali sono messi fra parentesi ed in corsivo \ neretto con

Non chiamerò mai il Natale “festa d’inverno”, il solo pensarlo mi fa venire i brividi, perché al di là di credere [ o non credere ] in un Dio che si è fatto uomo il Natale è un cardine [ non solo ormai è diventato globale ] della civiltà occidentale. È la nostra sacralità, perfino quando arriva come spot pubblicitario. Il mio Natale è guardare con mio padre le commedie di Eduardo, la “stoppa” con gli amici, il cenone di mia madre, i regali che duravano una settimana e i torroni di pasta reale. L’idea, però, di fare una legge per tutelare il Natale nelle scuole mi piace davvero poco. Non è con le leggi ad hoc che si fa vivere una cultura. Se serve una legge allora sei già oltre il tramonto di una civiltà. Sei già perduto. Paolo di Tarso scriveva lettere al mondo per raccontare, e interpretare, le parole di Cristo. Forse bisogna ricominciare da lì: lettera ai romani
Tengo a precisare , rispondendo --- anche se ciò è resente nelle FAQ DEL BLOG --- alle email che ricveverò che : Non sono miscredente , credo laicamente ma non pratico se non a natale o a pasqua o al tedum . Vero fa parte degli elementi della nostra cultura e della nostra tradizione . Vero ma ci si dimentica che fino al 1985\6 era essendo la religione cattolica religione di stato ed obbligatoria e non facoltativa anche fare il presepe era obbligatorio .
Qui non c'era bisogno di questo disegno di legge . Bastava lasciare le cose com'erano cioè piena libertà agli istituti di farlo o non farlo .



Le feste di Natale sono una tortura: ci salverà Pasqua di Massimo Fini e le sedie vuote a Natale, del male che fanno di Roberta broccia di Madre terra amici di cuore

 due  articoli  che descrivono il scrunge  natalizio di cui  avevo parlato   nel post   : <<  mi  avvicino ai  50 e inizio a sentirmi    come    Ebenezer Scrooge  di Charles Dickens  >>

l primo  è  di Massimo fini      da  il FQ  dl 20\12\2023


L’imperativo categorico è: sopravvivere alle Feste. Non sarà facile. Un’impresa, anzi.
C’è innanzitutto la cerimonia degli auguri. A chi farli? Al tuo amico Sempronio, ma Sempronio è anche amico di Caio che è pure tuo amico ma in tono minore e se Caio viene a sapere che hai fatto gli auguri a Sempronio ma non a lui si incazza. E in che forma poi gli auguri? Per telefono no, è seccante e quello ne approfitta per attaccarti un bottone. Per mail o sms? Troppo freddi. Ci sono poi le persone importanti che conosci. Per telefono è escluso, troppo confidenziale. Con un biglietto da visita? A parte che non ce
l’ho, come dev’essere il biglietto? Di cartone spesso? Troppo volgare. Di carta esile? Troppo sparagnino, troppo genovese, troppo ‘stundaiu’.
Finita la cerimonia degli auguri, che può essere risolta solo con difficili algoritmi, viene quella ben più insidiosa e difficile dei regali. Si sa da tempo che il Natale non è più una festa spirituale, ma è una festa del consumo, così si aiuta anche il Pil.
Scendere in strada, a Milano, per i regali vuol dire entrare in una bolgia infernale di persone, di automobili, di ambulanze perché la gente ha il cattivo gusto di ammalarsi a Natale, direi anzi a causa del Natale. La commessa carina, che ti ha sempre trattato bene, con cui c’era un inizio di flirt, è troppo stanca per darti la dovuta attenzione.
Se sei in strada c’è poi il rischio del borseggio. Una mano abile ti strappa dal braccio stanco il miserabile sacchetto di plastica dove hai messo i tuoi faticosi regali. Ma su questo sono preparato. Parto alla controffensiva. Lo scippo l’ho imparato dalla mala milanese che un tempo frequentavo, piccola mala s’intende, non Vallanzasca, perché Renato era al di là della mia portata. A scippo quindi contro scippo. Anche se non potrò beneficiare della benevolenza della Giustizia che è riservata a ‘lorsignori’, corrotti e corruttori, mentre per i delinquenti da strada vale il detto di madama Santanchè: “In galera subito e buttare via le chiavi”. La garantista.
E poi cosa regalare e a chi regalare? Qui si pone il problema, gravissimo, del nonno, che ha perso tutti i cinque sensi. Un quadro, non lo vede. Un disco, non ci sente. Una bella fanciulla, non gli interessa più. Un cavallo a dondolo, ecco questa potrebbe essere la soluzione, sempre che non cada.
La cerimonia delle cene. Oggi impera la famiglia allargata, ma in abitazioni metropolitane sempre più ristrette. Se invita la tua fidanzata, non può ignorare la tua ex moglie, madre dei tuoi figli. Le due ovviamente si detestano. All’inizio cercano di tenere una certa compostezza, come in Carnage di Roman Polanski, ma progressivamente è battaglia aperta. Si strappano l’un l’altra i capelli, si dan botte e a volte si arriva persino all’omicidio che, essendo donna su donna, non può nemmeno essere classificato come “femminicidio” per la disperazione dei compilatori di statistiche. Prevedo un considerevole aumento dei crimini durante le Feste di Natale.
Poi nel periodo 24 dicembre – 6 gennaio ci sono le torpide domeniche “di sole a tradimento”, come direbbe Ivano Fossati, peccato che siamo in inverno, in cui non sai che fare. Se vuoi andare a pranzo o a cena, dai più grandi ristoranti alle bettole più sordide, ti dicono che devi prenotare una settimana prima e che ne so se tra una settimana son vivo, soprattutto dopo le fatiche del Natale? E poi son domeniche senza calcio. E che può fare un pover’uomo senza nemmeno il calcio?
Se poi hai la disgrazia di essere un editorialista il giornale ti chiede dei pezzi particolari sul Natale, e tu non puoi spiegare al tuo Direttore, Marco Travaglio, cattolico, apostolico, romano, che del Natale e della nascita del Cristo non te ne importa un cazzo. Per quanto liberale il Marco Nazionale ci resterebbe male.
Arriva finalmente a liberarci l’Epifania che “tutte le Feste le porta via”. Ma i pericoli sono sempre in agguato. Perché incombe il Carnevale, altra festa che ha perso di senso perché ormai è carnevale tutto l’anno. Solo la Pasqua, giorno della resurrezione del Signore, e anche nostra, verrà a salvarci perché vale ancora la massima: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.

 il  secondo della    sagace    

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L’altra mattina la mia mamma mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho letto un articolo che parlava delle sedie vuote a Natale, del male che fanno”, e le tremava la voce mentre parlava. Io, poi, a queste sedie vuote ci ho pensato per tre giorni, un po’ anche di notte, e mi ci è venuto perfino il mal di pancia, perché a me la tristezza si accumula tutta lì, nemmeno nel cuore o nella testa. Nella pancia.
A un certo punto, però, mi sono detta: “se tutti stiamo a pensare alle sedie vuote, a quelli che non ci sono, a chi non c’è mai stato, a chi non c’è più, chi ci penserà a chi è rimasto? A chi c’è ancora, chi ci pensa?” A me il Natale non fa tanto bene, perché mi ricorda quanta magia perdiamo per strada, mi ricorda quante speranze mandiamo al patibolo senza nemmeno accorgercene, e insomma: ci sono giornate che mi piacciono di più, tipo il primo giorno di primavera, il giorno in cui cambia l’ora e ci regalano un po’ di luce, il giorno in cui mi sveglio e gli alberi del mio viale sono arrossiti e si preparano a spogliarsi davanti a tutti. Eppure quest’anno voglio provare a viverla meglio, quest’anno ho un buon proposito per oggi (mi piace andare per gradi, un giorno alla volta, perché poi domani chissà). Oggi voglio pensare alle sedie piene, a quello che è rimasto, a tutto quello che è sopravvissuto, a tutto quello che c’è. Alle sedie vuote rivolgerò un sorriso, e non si offenderanno...
Chi non c’è più non si offende se ogni tanto proviamo ad essere felici.

18.12.23

meloni vhs ferragnez

 premetto che detesto non come persone ma  per il loro modello  culturale  i Ferragnez rappresentato

benissimo  e magistralmente     dai  disegni   che  trovate  sotto    per  il   Fq  del   17\12\2023  di Stefano Disegni  

Ma   qui Lorenzo  Tosa    ha   ragione  

Provo a spiegare anche ai più distratti e ai più prevenuti perché l’uscita di Meloni su Chiara Ferragni è un momento bassissimo (oltreché pericoloso) di politica e dovrebbe preoccupare chiunque, di qualunque idea politica.Il punto non è la responsabilità di Chiara Ferragni, che, come per qualunque altro cittadino, spetta alle sedi competenti valutare. Ma quello che è accaduto ieri ad Atreju è che una Presidente del Consiglio e donna più potente d’Italia, ha sentito la necessità di attaccare frontalmente non un collega o un partito, non un/una leader dell’opposizione, ma una influencer privata che non ha mai fatto politica in vita sua. Trasformandosi lei stessa in influencer e scegliendo il suo campo da gioco, dove si muove molto più agilmente che in un’aula parlamentare. Già basterebbe questo per dare la misura del vuoto pneumatico di questo governo e della sua leader. Ma c’è di più. Meloni lo ha fatto utilizzando una espressione plasticamente populista come “diffidate delle persone del web”. Che non significa assolutamente nulla (chi oggi non usa il web per comunicare, lei per prima?), ma stuzzica le viscere e la pancia del suo elettorato e sposta abilmente l’attenzione dai suoi fallimenti ripetuti degli ultimi 14 mesi (e dall’imbarazzante presenza di Elon Musk) sul bersaglio in assoluto più facile, comodo e demagogico di questi giorni: Chiara Ferragni e il caso del pandoro. E il pubblico, ancora una volta, cosa fa? Ci casca. Mani e piedi. A destra come a sinistra. Consentendole di ribaltare il tavolo e dettare ancora una volta l’agenda. Senza rendersi conto della clamorosa asimmetria di ruoli (non necessariamente di potere) tra le due figure e accettando implicitamente che l’avversaria politica di Giorgia Meloni oggi sia un’influencer.Guardate che è un salto logico e concettuale epocale (anche se non nasce oggi). La definitiva trasformazione dei politici a influencer, e viceversa, con tutto ciò che comporta.Una Presidente del Consiglio degna di questo nome non può permettersi di parlare del caso di un’influencer come fosse un affare di Stato ed elevarlo a tema politico. Non è quello il suo ruolo, non è lì per questo. E un’opinione pubblica non ancora narcotizzata dalla politica stile Barbara D’Urso ha il sacrosanto dovere di ricordarglielo.

Perchè la meloni oltre  a  creare   un arma  di  doistrazionme  mediatica   da  reali problem  del paese  e  dalla  sua  politica  fallimentare . Infatti    oltre   al merito  fedez anche     un altro vip    come Helter  Parisi 



 ormai  in   declino   ed   in  cerca    di  un qualcosa  per  ritornare  in auge      come   a  vecchi  tempi    si è aggiunto  al  can  can  mediatico  

17.12.23

stranezze si esalta e si fa passare come leggitima difesa un omicidio ma s'ignora un caso come quello di alex pompa che ha ucciso il padre violento per non essere ucciso

Leggendo      gli ultimi  casi di cronaca ed  il dibattito      che   n'è  scaturicato  , mi  viene   voglia     di mandare un abbraccio fortissimo ad Alex Pompa, il ragazzo di Collegno che è appena stato condannato in Appello a 6 anni e 2 mesi per aver ucciso il padre per difendere la madre dopo l’ennesima violenza domestica.
Senza entrare nella sentenza, in quanto  non sono   un avvocato  e non ha   grandi  competenze  in merito  , non riesco a togliermi dalla testa, che Alex quel giorno del 2020, con quelle coltellate disperate, abbia salvato la vita di sua madre e scongiurato la vittima di femminicidio numero 64 di quell’anno.
Abbiamo riempito paginate   cartacee e   non  di diritti delle donne e violenza di genere, spesso senza neanche sapere da che parte cominciare.
Abbiamo sentito spesso parlare a sproposito di legittima difesa, usata come arma di propaganda politica, mentre per Alex Pompa basterebbe ascoltare le parole del fratello e della mamma che probabilmente ha salvato.
"Alex deve essere assolto perché ci ha salvato la vita. Se vogliamo che qualcosa cambi, se vogliamo evitare che le donne continuino a morire e che non ci siano più casi come quello di Giulia Cecchettin, la sentenza non può essere questa. A questo punto mi chiedo se a qualcuno sarebbe importato davvero qualcosa se fossi stata l'ennesima donna uccisa”.
Continuo a credere che Alex e la sua famiglia debbano e possano avere giustizia.Per  il momento c'è  solo   un ingiustizia all'italiana, adesso madre e fratello saranno indagati per falsa testimonianza. Non ho ancora sentito una nota voce gridare 'legittima difesa'.......che strano
Salvini e  company  difendono  solo i rambo  \ vigilantes della notte Luigi Pelucco
<< Quella stessa nota voce, che bercia di legittima difesa descrivendo l'operato di un aggredito che insegue i malviventi e li ammazza (una vera esecuzione, a vedere le immagini).  Alcuni  diranno  : <<   a me fa più piacere vedere 2 delinquenti in bara che un cittadino in galera >> . Ma   se il cittadino ammazza a sangue freddo un delinquente, non è più uno che legittimamente si difende, ma diventa un assassino 
  da  una  discussione  avuta  via   chat  


quindi meglio non fare niente e lasciare che la madre muoia e che il padre finisca in galera?

nel  caso del ragazzo, la cui condanna lascia molto perplessi, ma al gioielliere recentemente condannato per aver inseguito e ammazzato quelli che avevano cercato di rapinarlo.

eh no secondo il tuo ragionamento, come è stato condannato il gioielliere dovrebbe essere condannato anche il ragazzo, visto che fino a prova contraria il padre era disarmato, a differenza dei due delinquenti

il padre stava massacrando la madre, non era la prima volta ed anche con i figli era stato spesso violento. Quel giorno, secondo le testimonianze, avevano tutti paura di essere uccisi per come stava reagendo il padre. E  quindoi ha  ucciso  per  non essere  ucciso    Non lo ha inseguito fuori di casa e freddato sparandogli alla schiena.

quindi    omicidi  di  serie  a  e  di serie   b 

nessuno sta dicendo questo..se min capisci la differenza..non val la pena continuare  la  discussione  

abbiamo bisogno di validi maestri e di buoni sentieri oppure possiamo fare da soli ?

 riascoltando   la  classica   figlio  del re  di Piero Marras   mi   è  ritornata alla  mente   questo post 
 trovato  sulla  home  di  facebook   

Abbiamo tutti bisogno di validi maestri di buoni sentieri...il problema è che troviamo buoni sentieri ma non validi maestri.

Buoni sentieri, è già "tanta roba".... Percorrerli alla cieca... A volte si azzecca . Infatti spessissimo chi fa da se o viaggia sia   senza  avere  in mente    una  strada    o   in solitaria è  più  forte   proprio  come   viaggiano perdenti  più  addatti    ai mutamenti    Perchè  a volte  capita   che   i validi  ( quando  ci sono   )  maestri, hanno preso altri sentieri e non tutti sono disposti a seguirli. Soprattutto  (  scusate  se  mi ripeto  nelle citazioni   ma  è  il mio  caso  ) 


  Come io   ho   scelto  come   Robert  Frost: "Due strade trovai nel bosco e io, | io scelsi quella meno battuta. | Ed è per questo che sono diverso."  e  voi  ?

 




16.12.23

diario di bordo n°24 anno I dopo le minacce il licenziamento dalla cooperativa di Roberto Mantovani, alias Red Sox, il taxista che rispetta la legge sul poss., Si risposano 43 anni dopo il divorzio: “Ci riproviamo per la seconda volta” Si ritrovano 43 anni dopo essersi detti addio e ci riprovano.,la sostituzione dei giornalisti con l'intelligenza artificiale

  canzone  suggerita

Gracias a la vida - versione di Ginevra di marco

Vi ricordate la storia di Roberto Mantovani, alias Red Sox, il tassista bolognese dichiaratamente antifascista che ha combattuto con coraggio i colleghi No-Pos (e No-Tax…) pubblicando ogni giorno gli incassi del proprio lavoro, tanto in contanti quanto digitali.Ebbene, dopo le gomme dell’auto tagliate, minacce, insulti di ogni genere, poco fa la notizia che Red Sox è stato addirittura sospeso dalla cooperativa per cui lavora.Invece di premiarlo ed elevarlo a esempio, Mantovani è stato sanzionato con motivazioni a tratti surreali, adducendo sue presunte dichiarazioni lesive degli associati.Invece di difendere Mantovani da vandalismi, violenza verbale e avvertimenti, lo si isola e lo si tratta come una specie di pericolo pubblico. D’altronde, in un Paese che dichiara guerra ai pos e in cui la Presidente del Consiglio definisce le tasse “pizzo di Stato” è perfettamente in linea e coerente. Il mondo al contrario, questo sì, davvero.Piena e massima solidarietà a Roberto Mantovani, sicuro che andrà avanti con la sua battaglia per la legalità e la trasparenza.





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Si risposano 43 anni dopo il divorzio: “Ci riproviamo per la seconda volta”
Si ritrovano 43 anni dopo essersi detti addio e ci riprovano. "Adesso che siamo in pensione entrambi, abbiamo pensato che sia giusto risposarsi...






Si sono nuovamente scelti dopo essersi detti addio 43 anni fa. Una storia incredibile che ha fatto presto il giro del mondo: parliamo dell’amore (ri)sbocciato tra Jazmín Olguín e José Manuel Tovar. Erano diventati marito e moglie da giovanissimi, poi lei diede alla luce tre figlie. Sembrava la famiglia perfetta e vi erano tutti i presupposti per la felicità. Tuttavia, le cose si misero male e l’amore precipitò mentre i litigi erano ormai all’ordine del giorno. Divorziarono e stettero lontani l’una dall’altro per ben 26 anni. Una vita intera. Le figlie erano ormai grandi e i due si ritrovarono.
“Abbiamo iniziato una relazione più libera”, ognuno poteva vivere il nuovo riavvicinamento a modo suo, senza oppressione, reduci e memori dalla prima esperienza insieme, stavolta hanno deciso di procedere con i cosiddetti “piedi di piombo”. Ed è andata avanti così per 17 anni, fin quando non hanno compreso di nuovo di essere troppo innamorati per non riprovarci a giurarsi amore eterno in chiesa, di nuovo davanti ai propri cari. Causa forza maggiore, chiaramente, tra gli invitati mancava qualcuno stavolta.



Ma, rovescio della medaglia, c’era qualche new entry, come appunto le tre figlie della coppia, oltretutto decisive per il grande riavvicinamento dei genitori. “Le nostre figlie ci hanno detto: ‘Non troveremo mai un padre bravo come te o una madre brava come te’. Abbiamo parlato e abbiamo deciso di ricominciare la nostra relazione e ora che siamo in pensione, lei mi ha chiesto di sposarmi”, ha raccontato l’uomo ai media locali. Tutto è bene ciò che finisce bene. A volte si comprende subito cosa si vuole dalla vite, a volte ci vogliono 43 anni, come nel caso di José e Jazmin. E allora, di nuovo auguri!
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15.12.23

Concia (attivista LGBT): "Io definita fascista perchè contraria alla maternità surrogata"

"La misura dello stare al mondo della donna non è la violenza  "Mi daranno della fascista", ma "le teorie gender che cancellano le donne non le condivido e mi batterò sempre contro tutto questo. Io e Roccella
su questo siamo d'accordo". Lo ha detto ad Atreju l'ex deputata Pd e attivista Lgbt Anna Paola Concia. "Al di là del patriarcato e delle teorie gender, che possono essere parole teoriche, c'è la vita reale delle persone. La misura dello stare al mondo della donna non è la violenza: è un racconto pericoloso. L'obiettivo è la libertà femminile e la denatalità si contrasta con le infrastrutture sociali, gli asili nido, e il welfare per le famiglie".


(Agenzia Vista) "Visto che ho maturato questa cosa che sono contraria alla maternità surrogata, oggi verrò definita una fascista, o nei modi peggiori. Ma voglio dire alla ministra Roccella che in Germania, che è vietata, hanno permesso alle coppie omosessuali di adottare e di sposarsi. E i figli si faranno comunque", ha spiegato ad Atreju, in collegamento, l'attivista LGBT, ed ex deputata PD, Concia.Fonte Video AtrejuFonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev