Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
22.12.23
se invece di fare le solite grida manzoniane pensassero ad curassero di il sistena educativo e si passa alla parole ed indignazione ai fatti i i femmicidi dimuirebbero ed non avremo episodiu come quello della Clerici
21.12.23
il mio Canto di Natale
Questa canzone rispecchia il mio stato d’animo ... profonda ... bellissima. L’ ho sempre amata tanto.., oggi ancora di più
20.12.23
Volete sapere qual è l’ultima grande battaglia di civiltà di Fratelli d’Italia? rendere obbligatorio per legge Il presepe a scuola
presepe. Di blindare il presepe. Le famose “priorità” di questo Paese.
Non chiamerò mai il Natale “festa d’inverno”, il solo pensarlo mi fa venire i brividi, perché al di là di credere [ o non credere ] in un Dio che si è fatto uomo il Natale è un cardine [ non solo ormai è diventato globale ] della civiltà occidentale. È la nostra sacralità, perfino quando arriva come spot pubblicitario. Il mio Natale è guardare con mio padre le commedie di Eduardo, la “stoppa” con gli amici, il cenone di mia madre, i regali che duravano una settimana e i torroni di pasta reale. L’idea, però, di fare una legge per tutelare il Natale nelle scuole mi piace davvero poco. Non è con le leggi ad hoc che si fa vivere una cultura. Se serve una legge allora sei già oltre il tramonto di una civiltà. Sei già perduto. Paolo di Tarso scriveva lettere al mondo per raccontare, e interpretare, le parole di Cristo. Forse bisogna ricominciare da lì: lettera ai romani
Le feste di Natale sono una tortura: ci salverà Pasqua di Massimo Fini e le sedie vuote a Natale, del male che fanno di Roberta broccia di Madre terra amici di cuore
L’imperativo categorico è: sopravvivere alle Feste. Non sarà facile. Un’impresa, anzi.
C’è innanzitutto la cerimonia degli auguri. A chi farli? Al tuo amico Sempronio, ma Sempronio è anche amico di Caio che è pure tuo amico ma in tono minore e se Caio viene a sapere che hai fatto gli auguri a Sempronio ma non a lui si incazza. E in che forma poi gli auguri? Per telefono no, è seccante e quello ne approfitta per attaccarti un bottone. Per mail o sms? Troppo freddi. Ci sono poi le persone importanti che conosci. Per telefono è escluso, troppo confidenziale. Con un biglietto da visita? A parte che non ce
l’ho, come dev’essere il biglietto? Di cartone spesso? Troppo volgare. Di carta esile? Troppo sparagnino, troppo genovese, troppo ‘stundaiu’.
Finita la cerimonia degli auguri, che può essere risolta solo con difficili algoritmi, viene quella ben più insidiosa e difficile dei regali. Si sa da tempo che il Natale non è più una festa spirituale, ma è una festa del consumo, così si aiuta anche il Pil.
Scendere in strada, a Milano, per i regali vuol dire entrare in una bolgia infernale di persone, di automobili, di ambulanze perché la gente ha il cattivo gusto di ammalarsi a Natale, direi anzi a causa del Natale. La commessa carina, che ti ha sempre trattato bene, con cui c’era un inizio di flirt, è troppo stanca per darti la dovuta attenzione.
Se sei in strada c’è poi il rischio del borseggio. Una mano abile ti strappa dal braccio stanco il miserabile sacchetto di plastica dove hai messo i tuoi faticosi regali. Ma su questo sono preparato. Parto alla controffensiva. Lo scippo l’ho imparato dalla mala milanese che un tempo frequentavo, piccola mala s’intende, non Vallanzasca, perché Renato era al di là della mia portata. A scippo quindi contro scippo. Anche se non potrò beneficiare della benevolenza della Giustizia che è riservata a ‘lorsignori’, corrotti e corruttori, mentre per i delinquenti da strada vale il detto di madama Santanchè: “In galera subito e buttare via le chiavi”. La garantista.
E poi cosa regalare e a chi regalare? Qui si pone il problema, gravissimo, del nonno, che ha perso tutti i cinque sensi. Un quadro, non lo vede. Un disco, non ci sente. Una bella fanciulla, non gli interessa più. Un cavallo a dondolo, ecco questa potrebbe essere la soluzione, sempre che non cada.
La cerimonia delle cene. Oggi impera la famiglia allargata, ma in abitazioni metropolitane sempre più ristrette. Se invita la tua fidanzata, non può ignorare la tua ex moglie, madre dei tuoi figli. Le due ovviamente si detestano. All’inizio cercano di tenere una certa compostezza, come in Carnage di Roman Polanski, ma progressivamente è battaglia aperta. Si strappano l’un l’altra i capelli, si dan botte e a volte si arriva persino all’omicidio che, essendo donna su donna, non può nemmeno essere classificato come “femminicidio” per la disperazione dei compilatori di statistiche. Prevedo un considerevole aumento dei crimini durante le Feste di Natale.
Poi nel periodo 24 dicembre – 6 gennaio ci sono le torpide domeniche “di sole a tradimento”, come direbbe Ivano Fossati, peccato che siamo in inverno, in cui non sai che fare. Se vuoi andare a pranzo o a cena, dai più grandi ristoranti alle bettole più sordide, ti dicono che devi prenotare una settimana prima e che ne so se tra una settimana son vivo, soprattutto dopo le fatiche del Natale? E poi son domeniche senza calcio. E che può fare un pover’uomo senza nemmeno il calcio?
Se poi hai la disgrazia di essere un editorialista il giornale ti chiede dei pezzi particolari sul Natale, e tu non puoi spiegare al tuo Direttore, Marco Travaglio, cattolico, apostolico, romano, che del Natale e della nascita del Cristo non te ne importa un cazzo. Per quanto liberale il Marco Nazionale ci resterebbe male.
Arriva finalmente a liberarci l’Epifania che “tutte le Feste le porta via”. Ma i pericoli sono sempre in agguato. Perché incombe il Carnevale, altra festa che ha perso di senso perché ormai è carnevale tutto l’anno. Solo la Pasqua, giorno della resurrezione del Signore, e anche nostra, verrà a salvarci perché vale ancora la massima: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.
18.12.23
meloni vhs ferragnez
premetto che detesto non come persone ma per il loro modello culturale i Ferragnez rappresentato
benissimo e magistralmente dai disegni che trovate sotto per il Fq del 17\12\2023 di Stefano Disegni Ma qui Lorenzo Tosa ha ragionePerchè la meloni oltre a creare un arma di doistrazionme mediatica da reali problem del paese e dalla sua politica fallimentare . Infatti oltre al merito fedez anche un altro vip come Helter Parisi
ormai in declino ed in cerca di un qualcosa per ritornare in auge come a vecchi tempi si è aggiunto al can can mediatico
17.12.23
stranezze si esalta e si fa passare come leggitima difesa un omicidio ma s'ignora un caso come quello di alex pompa che ha ucciso il padre violento per non essere ucciso
abbiamo bisogno di validi maestri e di buoni sentieri oppure possiamo fare da soli ?
Abbiamo tutti bisogno di validi maestri di buoni sentieri...il problema è che troviamo buoni sentieri ma non validi maestri.
Buoni sentieri, è già "tanta roba".... Percorrerli alla cieca... A volte si azzecca . Infatti spessissimo chi fa da se o viaggia sia senza avere in mente una strada o in solitaria è più forte proprio come viaggiano perdenti più addatti ai mutamenti . Perchè a volte capita che i validi ( quando ci sono ) maestri, hanno preso altri sentieri e non tutti sono disposti a seguirli. Soprattutto ( scusate se mi ripeto nelle citazioni ma è il mio caso )
Come io ho scelto come Robert Frost: "Due strade trovai nel bosco e io, | io scelsi quella meno battuta. | Ed è per questo che sono diverso." e voi ?
16.12.23
diario di bordo n°24 anno I dopo le minacce il licenziamento dalla cooperativa di Roberto Mantovani, alias Red Sox, il taxista che rispetta la legge sul poss., Si risposano 43 anni dopo il divorzio: “Ci riproviamo per la seconda volta” Si ritrovano 43 anni dopo essersi detti addio e ci riprovano.,la sostituzione dei giornalisti con l'intelligenza artificiale
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Gracias a la vida - versione di Ginevra di marcoSi risposano 43 anni dopo il divorzio: “Ci riproviamo per la seconda volta”
Si ritrovano 43 anni dopo essersi detti addio e ci riprovano. "Adesso che siamo in pensione entrambi, abbiamo pensato che sia giusto risposarsi...
Si sono nuovamente scelti dopo essersi detti addio 43 anni fa. Una storia incredibile che ha fatto presto il giro del mondo: parliamo dell’amore (ri)sbocciato tra Jazmín Olguín e José Manuel Tovar. Erano diventati marito e moglie da giovanissimi, poi lei diede alla luce tre figlie. Sembrava la famiglia perfetta e vi erano tutti i presupposti per la felicità. Tuttavia, le cose si misero male e l’amore precipitò mentre i litigi erano ormai all’ordine del giorno. Divorziarono e stettero lontani l’una dall’altro per ben 26 anni. Una vita intera. Le figlie erano ormai grandi e i due si ritrovarono.
“Abbiamo iniziato una relazione più libera”, ognuno poteva vivere il nuovo riavvicinamento a modo suo, senza oppressione, reduci e memori dalla prima esperienza insieme, stavolta hanno deciso di procedere con i cosiddetti “piedi di piombo”. Ed è andata avanti così per 17 anni, fin quando non hanno compreso di nuovo di essere troppo innamorati per non riprovarci a giurarsi amore eterno in chiesa, di nuovo davanti ai propri cari. Causa forza maggiore, chiaramente, tra gli invitati mancava qualcuno stavolta.
Ma, rovescio della medaglia, c’era qualche new entry, come appunto le tre figlie della coppia, oltretutto decisive per il grande riavvicinamento dei genitori. “Le nostre figlie ci hanno detto: ‘Non troveremo mai un padre bravo come te o una madre brava come te’. Abbiamo parlato e abbiamo deciso di ricominciare la nostra relazione e ora che siamo in pensione, lei mi ha chiesto di sposarmi”, ha raccontato l’uomo ai media locali. Tutto è bene ciò che finisce bene. A volte si comprende subito cosa si vuole dalla vite, a volte ci vogliono 43 anni, come nel caso di José e Jazmin. E allora, di nuovo auguri!
15.12.23
Concia (attivista LGBT): "Io definita fascista perchè contraria alla maternità surrogata"
su questo siamo d'accordo". Lo ha detto ad Atreju l'ex deputata Pd e attivista Lgbt Anna Paola Concia. "Al di là del patriarcato e delle teorie gender, che possono essere parole teoriche, c'è la vita reale delle persone. La misura dello stare al mondo della donna non è la violenza: è un racconto pericoloso. L'obiettivo è la libertà femminile e la denatalità si contrasta con le infrastrutture sociali, gli asili nido, e il welfare per le famiglie".
(Agenzia Vista) "Visto che ho maturato questa cosa che sono contraria alla maternità surrogata, oggi verrò definita una fascista, o nei modi peggiori. Ma voglio dire alla ministra Roccella che in Germania, che è vietata, hanno permesso alle coppie omosessuali di adottare e di sposarsi. E i figli si faranno comunque", ha spiegato ad Atreju, in collegamento, l'attivista LGBT, ed ex deputata PD, Concia.Fonte Video AtrejuFonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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