14.2.24

non sai mai quando devi morire ., Bisogni in alta quota,. patenti fantastiche., matrioske occultate., animalisti sinceri., famiglie affettuose,. discipline estoni e truffe d’altri tempi

   da   https://www.msn.com/it-it/notizie/  23  ore  fa 


Una donna indiana che si credeva morta era invece viva e si è svegliata di nuovo pochi istanti prima di essere cremata. Bujji Aamma, 52 anni, di Berhampur, India, è rimasta gravemente ustionata in un incendio scoppiato nella sua casa il 1° febbraio. Portata in ospedale con ustioni che coprivano metà del corpo, è stata rimandata a casa in pessime condizioni. La famiglia non aveva soldi sufficienti per portarla in un altro ospedale. La donna non apriva più gli occhi e il marito Sibaram Palo, credeva che fosse morta e così fece in modo che fosse portata al luogo della cremazione su un carro funebre.

La credevano morta dopo un incendio
Al Times of India ha detto: “Abbiamo pensato che fosse morta e abbiamo informato altri nella zona di organizzare un furgone funebre per trasportare il corpo al luogo di cremazione”. Una donna chiamata K Chiranjibi ha visto Aamma aprire gli occhi e ha detto: “Inizialmente eravamo spaventati perché non avevamo mai visto un incidente del genere, anche se avevamo sentito alcune storie”. L’autista del carro funebre è stato richiamato per riprenderla, viva e vegeta, dal luogo della cremazione solo mezz’ora dopo ed è stata portata a casa con lo stesso carro funebre.
Fortunatamente eventi come questi sono molto rari ma questo non vuol dire che non sia la prima volta che accade. Ad esempio, una donna di 82 anni è stata dichiarata morta in una casa di cura di New York e in seguito è stata scoperta viva dal personale dell’impresa di pompe funebri. E una donna di 66 anni con demenza a esordio precoce è stata dichiarata morta da un’infermiera, solo per essere trovata senza fiato quando il personale dell’impresa di pompe funebri ha aperto la cerniera del sacco per il cadavere.
La pira per la cremazione era pronta
La donna che aveva accompagnato la vara nel carro funebre ha detto che era stato quasi completato il montaggio della pira funeraria. “Proprio in quel momento, Bujji ha aperto gli occhi e ha risposto alle nostre chiamate, cosa che ci ha scioccato”, ha detto Chiranjibi. “All’inizio eravamo spaventati, perché non avevamo mai visto un incidente del genere, anche se avevamo sentito alcune storie”, ha detto il 50enne Chiranjibi.
I vicini avevano raccolto i soldi per la cremazione
“Quando abbiamo avuto la conferma che era viva, abbiamo informato il direttore del reparto di inviare lo stesso veicolo per riportarla a casa”, ha aggiunto. Dato che Sibaram era molto povera e non poteva sostenere il costo del funerale, la gente del posto aveva donato dei soldi per la sua cremazione, ha detto. Khetrabash Sahu, l’autista del carro funebre, ha detto di aver portato via la donna da casa intorno alle 9 del mattino. Dopo circa mezz’ora gli è stato nuovamente chiesto di ritornare sul luogo della cremazione.“L’abbiamo riportata a casa con lo stesso veicolo”, ha detto. Una fonte del crematorio ha detto che la popolazione locale non ha bisogno del certificato di morte per il funerale di un membro della famiglia


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da  il fatto quotidiano del 12\2\2024

Nepal   “Chi fa la cacca sull’everest dovrà riportarsela indietro

Il titolo più intrigante della settimana è sul Post: “Chi fa la cacca sull’everest dovrà riportarsela indietro”. Quello dell’immondizia accumulata sulla vetta più alta del mondo è un problema noto, ma le deiezioni degli scalatori rappresentano una criticità molto specifica: “Sull’everest, data l’elevata altitudine e le basse temperature, la cacca non si decompone completamente: da anni il numero crescente di persone che scala la montagna, che pur richiedendo mezzi e grande preparazione è più accessibile di altre vette famose, ha causato un problema crescente di escrementi e di spazzatura”. La cacca, ha spiegato il sindaco di Khumbu Pasanglhamu, Mingma Sherpa, è ben visibile scalando la montagna: un fatto “inaccettabile” che “danneggia la nostra immagine”. Così ora chi punta alla cima dell’everest dovrà portare con sé dei sacchetti da acquistare al campo base, da cui partono le spedizioni verso la cima sul lato nepalese. I sacchetti, ha aggiunto il sindaco, “saranno controllati al ritorno”.




A Roè Volciano, in provincia di Brescia,Invece della patente, una 65enne esibisce una carta firmata col sangue secondo cui può guidare pure navi ed aerei


A Roè Volciano, in provincia di Brescia, un’allegra signora di 65 anni è stata fermata dalla polizia per un controllo. Non aveva la patente con sé e nemmeno riteneva di averne bisogno: ha esibito invece un “documento autocostruito”, che si era stampata in casa, con una sua fotografia e una dichiarazione sottoscritta dove si afferma che lei è “eterna essenza e fonte di valore”. Per attestare l’autenticità del documento, la signora l’aveva firmato, diciamo, con un’impronta digitale marchiata con il proprio sangue. “Secondo il medesimo documento ‘autoprodotto’ – si legge su Il Dolomiti – con tale titolo sarebbe autorizzata a guidare motoveicoli, autoveicoli, navi, aerei e affini”. Gli agenti hanno sanzionato la signora, appurato che fosse in buone condizioni di salute e l’ hanno lasciata andare: “Pare faccia parte di un’aggregazione internazionale (che in Italia è seguita da circa 10mila persone) che non riconosce nessun tipo di autorità statale e rifiuta ogni regola, leggi e tasse comprese”.



Como  Entra in pizzeria con un pitone al collo e due rottweiler, poi minaccia la cameriera “Dammi da bere o ti sparo in faccia”



Ogni proprietario di un locale sogna un cliente così: “Un pitone al collo, due rottweiler molto aggressivi al guinzaglio e una pistola puntata contro la cameriera”. Il sincero animalista è l’animatore della notizia che arriva dalla provincia di Como. La racconta Il Giorno: “Un pluripregiudicato di 48 anni si è presentato ubriaco fradicio alla pizzeria Mela rossa di Casnate con Bernate: attorno al collo aveva un pitone, mentre al guinzaglio teneva due rottweiler che continuavano ad abbaiare e ringhiare, terrorizzando i clienti”. Il gentile avventore voleva bere ancora, in qualche modo il proprietario e la cameriera sono riusciti a respingerlo. “Lui ha giurato che per vendetta avrebbe prima fatto esplodere loro la testa a colpi di pistola e poi avrebbe fatto saltare in aria il locale. Poco dopo infatti è tornato indietro brandendo una pistola che ha spianato contro la cameriera. Un cliente è riuscito a convincerlo ad andarsene di nuovo”. Era una pistola giocattolo, ma questo l’hanno scoperto solo i carabinieri. Il “pitonesso” è denunciato a piede libero.



Massa Carrara Si presenta in ospedale con una matrioska infilata nel retto: operato d’urgenza in anestesia totale


Ognuno ha diritto di cercare e trovare il piacere dove vuole, ma a volte serve prudenza. “Un uomo si è presentato al pronto soccorso del Noa – Nuovo Ospedale delle Apuane di Massa Carrara – lamentando forti dolori addominali”, scrive Fanpage. “Sottoposto a tac, i medici si sono accorti della presenza di un oggetto non meglio identificato e collocato all’interno del canale anale del retto del paziente: si trattava di una matrioska di circa 15 centimetri. L’uomo è stato operato d’urgenza, in anestesia totale”. Era una matrioska vuota? Non siamo sicuri che i medici abbiano voluto appurare. “La bambolina russa era finita in un punto in cui evidentemente non era possibile espellerla se non col ricorso al bisturi. Il pericolo principale è che durante l’intervento l’oggetto potesse rompersi, ma per fortuna, l’operazione è andata bene, non ci sono state complicazioni e il paziente dovrebbe subito poter tornare a condurre una vita normale”. Che poi, chi decide cosa è normale oppure no


VITERBO   non  vuole  moglie  e   figli a funerale    e   lo fa  scrivere nei manifesti  



A occhio e croce era una famiglia unita, piena di affetto. Così unita che prima di morire, il capostipite ha dato indicazioni molto specifiche sulla sua cerimonia d’addio: “Il defunto non gradisce al proprio funerale la presenza dei figli, del genero e della moglie”. Per essere sicuro che lo sapessero tutti, il morituro originario di Faleria (Viterbo) l’ha fatto scrivere direttamente sui suoi manifesti funebri affissi nel paese. Ovviamente la circostanza non è passata inosservata. “I motivi alla base di una decisione così estrema non sono noti – scrive Today –. Il 74enne viveva ad Ardea (Roma) e prima di passare a miglior vita si è rivolto a un’agenzia funebre di Aprilia, in provincia di Latina. Dalla ditta trapela che l’uomo aveva organizzato il suo funerale nei minimi dettagli: dal manifesto funebre con tanto di dicitura particolare, che è stata una sua espressa volontà, al trasferimento a Faleria”. Soprattutto la dedica ai parenti: chissà che meraviglia che dovevano essere le loro cene di Natale.

Non vuole moglie e figli al suo funerale: per esserne sicuro lo fa scrivere direttamente sui suoi manifesti funebri



In Estonia mille persone provenienti da 15 paesi hanno partecipato alla “Maratona della Sauna


La piccola Estonia non ha una grandissima tradizione sportiva, ma i suoi cittadini sono devoti di una disciplina peculiare: la maratona della sauna. “Lo scorso sabato pomeriggio – fa sapere la Reuters – quasi 1.000 amanti della sauna hanno corso per la piccola cittadina estone di Otepaa”. L’obiettivo era frequentare il più alto numero possibile di saune in un tempo limitato. “Squadre di quattro persone hanno ricevuto una mappa delle saune della città e hanno dovuto correre da una all’altra, trascorrendo almeno tre minuti in ciascuna, con un bonus per aver visitato vasche idromassaggio e piscine ghiacciate”. Per l’organizzatore Ago Arro la Sauna Marathon è un pretesto per “vestirsi bene e anche fare festa”. L’abbigliamento dei partecipanti è in realtà discutibile: “Molti di loro indossavano costumi stravaganti anche all’interno delle saune”. Hanno gareggiato persone provenienti da 15 paesi e tra le varie saune ce n’era anche una acrobatica, “sospesa in aria con una gru”.


Il cuscino per simulare il pancione: così è riuscita a truffare l’inps fingendo 5 gravidanze


Sembra un’italia d’altri tempi, una commedia con Loren e Mastroianni, invece è una notizia di cronaca di tre giorni fa. “Il cuscino per simulare il pancione: così è riuscita a truffare l’inps fingendo 5 gravidanze”. Scrive Repubblica: “Le mani attorno ai fianchi, un cuscino sotto al vestito per simulare la gravidanza, la camminata un po’ affaticata di chi si trova al sesto mese, in piena estate”. Barbara Ioele è riuscita a far credere ai suoi datori di lavoro – e soprattutto allo Stato italiano – di aver messo al mondo cinque figli tra il 2015 e il 2019. Nessuno ovviamente li ha mai visti, eppure hanno i documenti in regola. Possibile? “Ioele, come la più esperta delle falsarie, ha compilato certificati di malattia, ha copiato le firme dei medici, ha rubato i timbri del policlinico Umberto I, ha creato documenti poi portati all’asl che, per anni, ha validato tutto senza porsi troppi interrogativi per poi rigirarli al datore di lavoro e all’inps”. Barbara però ha esagerato, destato sospetti e infine s’è fatta scoprire: è stata condannata a un anno e 8 mesi. Un paio di gravidanze.

Usa un cuscino per simulare il pancione e riesce a truffare l’inps per anni fingendo cinque gravidanze

13.2.24

san valentino Le più grandi bugie sull'amore a cui (quasi) tutti credono

deliberamente tratto da https://www.msn.com/it-it/lifestyle/  di qualche mese  fa  

 Le false convinzioni sull'amore che sono amore malato ed ne casi maggiori ed patologici anticamera di femminicidio ed violenza di genere









Non esiste una singola formula o un elenco di regole sull'amore. Ogni relazione è unica e tutti si comportano e si relazionano con l'amore in modi diversi. La base di qualsiasi relazione è la fiducia e il rispetto, sebbene ci siano molte idee false (ma popolari) su come amare un'altra persona. Secondo Margarida Vieite, specialista in terapia familiare all'Università di Siviglia, molte di queste idee fuorvianti sembrano romantiche, ma in realtà potrebbero essere piuttosto tossiche.

  • Se sei geloso, sei pazzo di me!


Secondo Margarida Vieite, specialista in terapia familiare all'Università di Siviglia, quando il nostro partner è estremamente geloso, è un segno che ha bisogno di aiuto. La gelosia rivela un'insicurezza profonda, una bassa autostima e può essere un segno di un disturbo ossessivo.



  • Amore a prima vista

L'amore è reciproco e richiede duro lavoro, accettazione e perdono. Secondo la specialista, nasce dall'apprezzamento e dalla fiducia reciproci.



  • Ora che ti ho conquistato, sei mia !!


Conquistare l'altro è un processo quotidiano he dura tutta la vita perchè niente è eterno ed per sempre . Infatti l'amore , in questo caso , è eterno finche dura . Non apparteniamo a nessuno se non a noi stessi, e le persone non sono possedimenti.






  • Se non mi chiami dopo un primo appuntamento, non mi ami


Calma !! Nessuno si innamora ( o se ciò avviene è rarissimo ) a prima vista. Anche se l'appuntamento è stato incredibile per entrambe le persone, non chiamare il giorno successivo non significa necessariamente che l'altra persona non sia interessata o ti ami per forza . Secondo Margarida Vieite, l'amore implica conoscere e scoprire chi è l'altra persona. Richiede tempo. Infatti può anche anche essere un avventura o un tentativo

  •  La mia altra metà è là fuori da qualche parte...


Non sempre è necessario avere bisogno di un'altra persona per sentirsi completo. Molto spesso lo siamo già e magari non lo sappiamo o non vogliamo ammetterlo



  • Dici che ti piaccio, ma devo fare pressione su di te per stare con me


Se qualcuno ama davvero un'altra persona, troverà il tempo per stare con lei anche se è impegnato, secondo i terapeuti familiare.



  • Credo che tu mi ami, ma mi critichi, incolpi e ridi di me





Alcune persone hanno idee distorte sull'amore. Mettere giù un'altra persona, ridere di loro o incolparla per qualcosa su cui non hanno il controllo non è sicuramente amore ma è scaricabarile





  • Se mi ami, fai tutto quello che dico


Amare un'altra persona non la rende tua schiava. Significa ascoltare i loro desideri, bisogni e priorità, senza sacrificare i propri interessi, sogni e obiettivi, Ed cercare eventualmente un punto in comune .

  • Amore significa non avere differenze


Tuttavia, quando le differenze riguardano principi, valori, stili di relazione e obiettivi di vita, può essere difficile mantenere una relazione duratura




  • È possibile amare senza fiducia


Una  delle   bugie  più   grosse  . La base di una relazione ( non solo d'amore ) sana è l'onestà, il rispetto e la fiducia. Gli psicologi  ma   l'alto numero  di  divorzi  ed  tradimenti  confermano  che se non puoi fidarti del tuo partner, non potrai mai donarti completamente a lui e amarlo per quello che è
Litigare significa che non vi amate
  • È accettabile avere dei litigi. 

Certo  è  accettabile     che  co  siamo    dei litigi   .  Infatti  Quando le emozioni diventano intense, è importante cercare di rimanere calmi e ascoltare il punto di vista dell'altra persona possibilmente  


  • Se fai pressioni su di me per fare sesso, è perché mi ami


Una persona che spinge continuamente un altro ad avere rapporti sessuali non ama né rispetta la volontà del proprio partner.


  • L'amore che condividiamo rimarrà sempre lo stesso


Grossa bugia Il cambiamento è una parte naturale della vita. Le relazioni e l'amore sono in continua evoluzione. Se l'amore è sano e ben nutrito, crescerà e diventerà più forte nel tempo, anche se ci sono giorni in cui una persona mette in dubbio il proprio amore per il proprio partner.

  • Amore significa non esprimersi per paura che la relazione finisca


L'amore richiede trasparenza, verità, rispetto e dignità. Se nascondi parti importanti e pesanti di te stesso per evitare di ferire o spaventare il tuo partner, finirai per vivere in una prigione invece che in una relazione.



  • Le relazioni a distanza sono destinate a fallire


Il terapeuta familiare ha affermato che quando le relazioni a distanza falliscono, non è necessariamente perché la coppia non è determinata a farlo funzionare. Significa che ci sono stati segnali che sono passati inosservati o sono stati interpretati male. Quindi dipende da noi se fallisce o dura . Non si può dire cosi a priori


  • Passi ore a parlare con altre persone online, ma so che mi ami


Se il tuo partner trascorre ore a parlare con le persone sui social media quando potrebbero essere con te, potrebbe aver bisogno di un promemoria su dove sono le sue priorità. Infatti può voler dire che non sei cosi importante



  • Amore significa sofferenza

L'amore non è uguale alla tortura e alla sofferenza. Anche se ci sono momenti difficili, la tua relazione non dovrebbe mai sembrare un peso costante .


  • Non poter vivere senza di loro


Una cosa è amare una persona e un'altra dipendere da essa per la sopravvivenza, sottolinea Margarida Vieite. . Poi dipende da persona a persona e dal grado d'amore e dal tempo che con cui si è vissuto con quella persona


  • Non abbiamo una vita insieme come coppia, ma il nostro amore può ancora tornare


Se una coppia non trascorre del tempo insieme e invece soffre per salvare la propria relazione, è probabile che l'amore non ritorni e la mancanza di affetto aumenterà solo la distanza, la rivolta e la rabbia tra le due persone.

  • Avere una relazione è sinonimo di essere amati ed essere felici


Ci sono milioni di persone nel mondo che hanno una relazione ma non si sentono amate né felici, e viceversa. In molti casi, queste persone hanno paura di rimanere sole.

  • Puoi vivere senza amore

Si Può sempre basta volerlo , anche se non è semplice visto che si può avere paura dell'ignoto e provare ansia e insicurezza riguardo al futuro, porre fine a una brutta relazione. Infatti Altri motivi per cui qualcuno non ha il coraggio di porre fine a una relazione sono: avere paura di ciò che penseranno gli altri, sentirsi in colpa per la fine della relazione e credere che la mancanza di amore non sia una ragione sufficiente per porre fine a una vita costruita insieme .Ecco  uno  dei  motivi   per  cui  molte   persone non interrompono una relazione perché hanno paura di stare da sole e di non trovare nessun altro che le ami.



  • Per salvare la relazione, devo sforzarmi e ferirmi di più


Ci  sono   casi    in cui  una delle parti non è il solo  responsabile del successo o  dell'insuccesso  della relazione.  Infatti  quando una persona dà molto di più, può creare uno squilibrio nella relazione e rendere la discrepanza ancora più chiara, secondo i  terapeuti familiare.


  • Posso amare per entrambi

L’amore proibito di Giarre che cambiò l'Italia

 San valentino  non è solo amore  etero  .  ecco   dalla  rete una storia  omoisessuale  che  cambio  la concezione dell'amore  non etero catalizzando l'attenzione sulla lotta per i diritti LGBTQ in Italia.


E già perché il delitto d’onore, che noi associamo aggi ad altre latitudini – come la Cecenia, per esempio – è una pratica barbara che conosciamo bene anche in Italia dove si dovette attendere fino al 5 agosto 1981 per abrogare definitivamente le disposizioni del codice penale che prevedevano delle circostanze attenuanti per la commissione di un delitto perpetrato al fine di salvaguardare l'onore.
La testimonianza toccante dell’amico Paolo Patanè è un elemento fondamentale del documentario: con la sua eleganza e profonda sensibilità, Patanè trasmette tutta la sua passione per un’obiettivo inseguito da decenni: restituire dignità e visibilità a Giorgio e Toni.
 Mentre i toccanti e dolenti ricordi della sorella e della nipote di Antonio, trasmettono tutta l’assurdità e il dolore di quella violenza dettata solo dal pregiudizio.
Ma c'è anche speranza e resistenza. Marco Pannella, con la sua voce potente, denunciò l'accaduto come un “delitto della società”, mettendo in luce l'intolleranza e l’omofobia dell'epoca. I radicali e il Fuori! organizzarono un convegno e una manifestazione proprio a Giarre riuscendo a far sì che questo delitto non fosse solo un tragico evento isolato, ma divenisse un caso politico di rilevanza nazionale, catalizzando l'attenzione sulla lotta per i diritti LGBTI in Italia.
Infatti, innestandosi sulla pregressa attività dei militanti LGBTI del Fuori!, contribuì – insieme a molti altri fattori quali, per citarne uno solo, le elezioni politiche del 1979 che certificarono fallimento del compromesso storico – a modificare l’atteggiamento di una parte della sinistra parlamentare ed extra-parlamentare sull’omosessualità e alla fondazione a Palermo del primo circolo Arcigay d’Italia da parte di Marco Bisceglia, prete cattolico del dissenso sospeso a divinis e dirigente dell’Arci.
In conclusione, “Il delitto di Giarre” non è solo un documentario, ma un monito, un ricordo e una celebrazione dell'amore. È un pezzo di storia italiana che tutti dovremmo conoscere e ricordare.

12.2.24

Diario di bordo n ° 34 ANNO II .Candidati alle Europee? Il padre di Giulia Cecchettin smentisce, la madre di Giogiò direbbe di sì a FdI ., l'ambasciatore israeliano sul festival di san remo 2024 ., DA GHALI A GEOLIER, POCHI (TELE)VOTI E IL VENTICELLO RAZZISTA TORNA A SOFFIARE ., il razzismo latente e la normalità.,

Inizialmente  volevo chiedere  a  FdI che vuole candidare la madre di Giovanbattista Cutolo detto Giogiò, ucciso a Napoli e al Pd che in risposta vuole fare altrettanto candidando Gino  Cecchetin il padre della povera Giulia ,  per pietà , cbe fermino questa macabra giostra .
Ma devo essere stato anticipato visto che Gino Cecchettin il padre di Giulia a differenza di . Daniela Di Maggio, madre di Giogiò, ha avuto un barlume di razionalità e buon senso visto che smentisce e minaccia azioni legali perché la notizia di una possibile candidatura col Pd nel Nord Est – pubblicata dal Fatto – “sta generando numerosi commenti diffamatori e inaccettabili”. Infatti << Il signor Gino Cecchettin, nostro tramite, rappresenta che le notizie secondo le quali lo stesso sarebbe in procinto di candidarsi o di essere candidato alle elezioni europee con il Partito democratico sono prive di fondamento e quindi false". Lo fanno sapere gli avvocati Nicodemo Gentile e Stefano Tigani.>>

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L'ambasciastore   di Israele   <<    vergognoso   usare  il festival  per  diffondere   odio >> in effetti  meglio  le  bombe  


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DA GHALI A GEOLIER, POCHI (TELE)VOTI E IL VENTICELLO RAZZISTA TORNA A SOFFIARE


Prima di Ghali, fu Geolier. Purtroppo sì, siamo messi così. Andiamo per ordine: un trentenne italiano figlio di genitori tunisini, ormai diventato uno dei cantanti più acclamati in Italia, è ancora alle prese con le difficoltà di spiegarci di essere veramente italiano, e non a caso come cover da portare sul palco ha scelto un medley nel quale ha messo in fila alcuni versi di una canzone in arabo, ‘Un italiano vero' di Toto Cutugno e la sua hit più nota e forse più politica ‘Cara Italia', Oh eh oh, quando mi dicon “Va' a casa/ Oh eh oh, rispondo “Sono già qua”/oh eh oh, io T.V.B. cara Italia/oh eh oh, sei la mia dolce metà. Insomma Ghali ha zelantemente fornito a tutti i suoi compaesani una specie di tutorial su come si è evoluta l'italianità. Mentre il dibattito cominciava ad accendersi su questo fronte, tra meticciato, ius soli, radici da proteggere, patria, nazione, metti il confine togli il confine, ecco che arriva l'elemento che spegne tutte le nostre velleità d'ingresso nella contemporaneità del terzo millennio e ci riporta dritti dritti al Novecento.

Geolier, giovanissimo rapper napoletano, adorato praticamente da tutti gli under venti, il suo album ‘Il coraggio dei bambini' è il più venduto e il più ascoltato su Spotify nel 2023, ha portato a Sanremo una canzone in dialetto napoletano, anche con l'idea di omaggiare la cultura partenopea. E in questa direzione ha deciso di farsi accompagnare da Gué, Luché e Gigi d'alessio nella serata delle cover, con i quali si è esibito in un medley di canzoni napoletane. La vittoria di Geolier proprio in una serata ricca di ospiti famosi e pezzi storici è bastata per riprecipitare l'italia in uno dei suoi vizi peggiori: quel malcelato, tanto negato quanto insuperabile, razzismo nei confronti di chi non solo viene dal Sud, ma ha anche la tracotanza di rivendicarlo. Innanzitutto la platea dell'ariston ha sgraziatamente fischiato un ventenne, per la prima volta a Sanremo, mentre ritirava il suo premio, e subito a seguire una valanga di commenti sprezzanti ha rimesso in scena il copione che abbiamo ascoltato in loop nei talkshow degli ultimi cinque anni: “I voti di Geolier comprati coi soldi della camorra”, “il televoto comprato coi soldi del reddito di cittadinanza”, “non canta in italiano, cosa ci fa qui?”.

È bastato un attimo e la macchina del tempo ci ha riportati dallo Ius soli alla questione meridionale: una manciata di televoti e la fotografia che ci torna indietro è quella di un'italia ancora ripiegata su vecchi tic e inossidabili pregiudizi, desiderosa di emanciparsi ma del tutto incapace di evolversi. 


infatti  





Quando la disinformazione è un errore logico

Quando si parla di disinformazione, la prima immagine che viene in mente alla maggior parte delle persone è quella di un post condiviso sui social network, o di un articolo che riporta una notizia totalmente falsa e che fa riferimento a un fatto che non è mai accaduto nel modo in cui è stato raccontato. O ancora, ci si immagina un
contenuto fuori contesto, condiviso in maniera fuorviante e che, di nuovo, riporta un concetto diverso dalla realtà. Ma la disinformazione non è solo questo.   In particolare per quanto riguarda i social media, spesso lo spazio per le argomentazioni dettagliate è davvero poco e quindi capita che gli utenti ricorrano ad argomentazioni semplicistiche, prive di prove a sostegno e basate su ragionamenti errati. Quando si leggono questi post si può intuire che c’è qualcosa di sbagliato, ma è difficile definire bene cosa sia. In questi casi il ruolo preponderante non è giocato da una notizia falsa in senso stretto, ma da quelle che vengono chiamate “fallacie logiche”, ovvero errori nella formulazione di un ragionamento che indeboliscono e invalidano le argomentazioni dal punto di vista logico. Argomenti che sembrano inconfutabili ma che in realtà non provano nulla.  Errori di questo tipo vengono spesso commessi intenzionalmente, nel tentativo di portare avanti ragionamenti deboli o privi di fondamento, ma che possano comunque ingannare chi ascolta – o legge –  e convincerlo che chi parla – o scrive – ha ragione. Sin dai tempi di Aristotele e dell’Antica Grecia, filosofi, logici ed esperti hanno sviluppato metodi per identificare i vari tipi di fallacie logiche, e imparare a riconoscerli aiuta ogni utente e lettore a non cadere nella trappola e distinguere un’informazione valida da una che non lo è. 
L’argomento fantoccio
In questo tipo di fallacia chi parla o scrive fa in modo di rappresentare in modo scorretto l’argomentazione dell’avversario, esagerandola o riportandola in modo caricaturale, anche mettendogli in bocca parole che non ha detto, con lo scopo di confutare in modo semplice la sua tesi. Ad esempio, parlando di “Bologna città 30”, il progetto entrato in vigore il 16 gennaio 2024 e che prevede il limite di 30 chilometri orari per la maggioranza delle strade cittadine, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini su X l’ha definita una misura messa in atto per permettere ai cittadini bolognesi di sentire «il canto degli uccellini». 
In realtà la riduzione del rumore per permettere di sentire il «canto degli uccellini» non compare nei documenti ufficiali di approvazione di “Bologna Città 30”, né nell’analisi costi-benefici realizzata per valutare l’iniziativa. Si tratta di una singola frase presente in un sito realizzato dal comune per elencare potenziali vantaggi del piano. Con questo espediente retorico il ministro e leader della Lega ha riportato in modo caricaturale una delle argomentazioni di quello che riteneva l’avversario, cioè l’amministrazione comunale bolognese, tentando di indebolire l’argomentazione attraverso un’eccessiva enfatizzazione di un aspetto secondario.  Ribaltare questa logica, in un caso come questo, non è particolarmente difficile, in quanto è sufficiente evidenziare come quello riportato da Salvini non fosse l’obiettivo principale del progetto, come dimostrano chiaramente i documenti ufficiali. 
Correlazione non significa causalità
Questa fallacia, che viene spesso definita con la formulazione latina “Post Hoc, Ergo Propter Hoc” (in italiano: “dopo questo, e quindi a causa di questo”), attribuisce una causalità immaginaria – ovvero un rapporto di causa-effetto – a coincidenze che sono in realtà casuali, cioè frutto del caso. Questo espediente serve a veicolare il concetto che solo perché due o più eventi sono accaduti vicini, contemporaneamente o uno subito dopo l’altro, allora il primo evento dovrà necessariamente essere la causa del successivo e così via.       
Questo errore di ragionamento è stato (e continua ad essere) molto utilizzato dalla retorica antivaccinista per mettere in relazione alcuni malori con, appunto, il vaccino anti-Covid. Ad esempio, nei primi mesi del 2022 uno svenimento sul palco della comica statunitense Heather McDonald era stato collegato da alcuni post su Facebook alla vaccinazione da lei ricevuta.
I due eventi sono effettivamente avvenuti uno dopo l’altro, ma in realtà il marito dell’attrice, Peter Dobias, ha dichiarato che dal punto di vista medico non era risultata alcuna connessione tra il mancamento sul palco e la vaccinazione anti-Covid ricevuta dalla moglie. La stessa comica, qualche giorno dopo, ha ipotizzato che il suo collasso fosse correlato al non aver mangiato abbastanza prima dello spettacolo e al nervosismo.  Per evitare questo tipo di errore di ragionamento, sarebbe necessario chiedere a chi lo sostiene di fornire una spiegazione del processo attraverso il quale si suppone che gli eventi siano in una relazione causale. Se si dice che A causa B, si dovrebbe avere qualcosa in più da dire su come A ha causato B, piuttosto che limitarsi a dire che A è arrivato prima e B dopo. Oppure, per smontare questo tipo di errore, può essere utile riportare le vere ragioni che hanno causato B, in modo da dimostrare che i due, o più, elementi non sono realmente collegati. 
La fallacia del cecchino texano
Attraverso questo errore logico un’informazione viene interpretata, truccata o manipolata fino ad assumere un significato diverso o soddisfare un’ipotesi iniziale non direttamente collegata a quella stessa informazione. Questo meccanismo permette di distorcere la realtà e interpretarla a proprio piacimento per difendere le proprie posizioni. Il nome deriva da un aneddoto secondo cui un tiratore sparò a caso alcuni colpi contro la parete di una stalla e, in seguito, dipinse un bersaglio in corrispondenza del punto più colpito autoproclamandosi come un cecchino infallibile. Chi utilizza questo tipo di errore di ragionamento parte da dei dati effettivi, ma ne ignora le differenze, accentuando invece le similitudini per confermare le sue ipotesi. Sui social network ciclicamente circola l’immagine di un vecchio titolo della testata Trapani Nuova risalente al 26 giugno 1962, nel quale si legge: “Nel 2000 i telefoni faranno tutto loro”. Questo è accompagnato dal sommario: «Leggeremo i giornali attraverso la rete telefonica e potremo anche servircene per le operazioni di banca».
In realtà, come avevamo spiegato su Facta, l’articolo conteneva la descrizione sommaria di una tecnologia in grado di connettere le persone attraverso la linea telefonica e di facilitare le loro vite in ambito lavorativo e nel tempo libero. Quella descritta nel pezzo è una tecnologia che permette lo scambio di immagini attraverso la linea telefonica, a metà strada tra il fax e una rudimentale versione della rete internet. A una prima occhiata la previsione appare sorprendente, ma basta uno sguardo più attento per contestualizzare meglio lo stato della tecnologia nel 1962 e ridimensionare la portata della previsione. Attraverso questa analisi, infatti, si può capire che in realtà non si tratta di una profezia, ma di un pronostico in linea con le scoperte tecnologiche di quel tempo. Questo esempio, quindi, mette in luce come la fallacia del cecchino texano ci porti a ignorare le differenze nella descrizione e ad accentuare, invece, le similitudini tra quel testo e la nostra esperienza della rete Internet.     
Falsa dicotomia
In questa tipologia di errore, chi imposta il ragionamento offre solo due opzioni possibili, eliminando successivamente una delle due scelte in modo che sembri che ci rimanga solo un’opzione valida. Nella quasi totalità dei casi, però, esiste un’ampia gamma di alternative, variabili e combinazioni, non solo due, e se le considerassimo tutte, non saremmo così veloci a scegliere quella raccomandata da chi ha formulato l’argomentazione. Su Facta ci siamo occupati di questo ragionamento poco logico, ad esempio, in particolare in relazione all’origine della pandemia da Covid-19: da un lato, l’ipotesi di un evento di spillover, ovvero il passaggio diretto del virus da un animale (come pipistrelli e pangolini, ospiti naturali di coronavirus simili a Sars-CoV-2). D’altra parte la possibilità di un lab leak  , ovvero il rilascio accidentale del virus da un laboratorio di ricerca.  Come avevamo spiegato, in entrambi i casi la discussione si è concentrata sull’evento finale che ha diffuso il virus tra gli esseri umani, perdendo di vista però il quadro generale, cioè: che cosa porta virus e altri patogeni finora sconosciuti a venire in contatto con gli esseri umani e a causare epidemie o pandemie? La risposta a queste e altre domande non si trova nella falsa dicotomia che ha monopolizzato il dibattito, ma nello studio e nella valutazione di molti altri elementi, come il rapporto della specie umana con la biodiversità.
Terreno sdrucciolevole
Chiamata anche la fallacia del “pendio scivoloso”, prevede che partendo da un evento si verificherà una sorta di reazione a catena, che di solito si concluderà con qualche conseguenza terribile. Ma non ci sono prove a supporto di questa ipotesi. Chi articola questo tipo di ragionamento afferma solitamente che se si fa un solo passo su questo “terreno sdrucciolevole”, allora si finirà per scivolare fino in fondo senza potersi fermare lungo la discesa. Spesso questo porta a conclusioni affrettate e non realmente collegate all’argomento iniziale.  Un esempio, in questo caso, riguarda una teoria cospirazionista sui cosiddetti “lockdown climatici”. A novembre 2022 il Consiglio della Contea di Oxford, nel sud dell’Inghilterra, ha approvato un progetto pilota per ridurre la circolazione su sei strade congestionate dal traffico che attraversano la città di Oxford. Il progetto inizierà quest’anno, nel 2024, e durerà per almeno sei mesi. A partire da questa notizia, molti utenti, ma anche programmi televisivi come Fuori dal Coro, in onda su Rete4, sono giunti alla conclusione che questo fosse il primo passo per una serie di “lockdown climatici” utilizzati dai governi per «metterci in gabbia per il clima».  
Oltre a questa iniziativa per risolvere il problema del traffico, a ottobre 2022 il Consiglio comunale della città di Oxford ha avanzato una proposta volta a promuovere l’accesso ai servizi essenziali in modo che questi siano raggiungibili a piedi in 15 minuti da tutti i residenti. Il giornalista di Fuori dal Coro e altri utenti sui social sono partiti da queste informazioni per giungere alla conclusione che l’amministrazione della città avrebbe come intento finale quello di confinare le persone in un’area limitata nei dintorni della propria abitazione. In realtà gli interventi dell’amministrazione cittadina non hanno come fine quello di un “lockdown climatico”, ma si tratta proprio di una fallacia logica che ha permesso di partire da un evento e trarre conclusioni terribili che, però, non hanno realmente a che fare con quegli eventi. Queste sono solo alcune delle fallacie logiche spesso utilizzate per confondere chi ascolta o chi legge. Nel 2014 tre creativi australiani, Jesse Richardson, Andy Smith e Som Meaden, hanno ideato un poster che raccoglie 24 tra gli errori logici più comuni, ognuno accompagnato da un esempio, mentre numerosi ricercatori ed esperti studiano da anni questo tipo di ragionamenti ingannevoli. A tal proposito, è sempre importante cercare di capire se quanto si sta leggendo o ascoltando sia realmente il frutto di una logica solida e se il ragionamento sia sensato e coerente, oppure se rientri in uno di quegli errori che non possono far altro che indurre alla disinformazione.

11.2.24

Quel Che Resta Di Niente: Recensione Del Libro DI Cristian A. Porcino Ferrara

  DA   https://www.recensissimo.com/ febbraio 2024
                               DI Serena Bufano









Chi è il filosofo? Il filosofo è colui che si interroga incessantemente sui quesiti della vita per amore della conoscenza.
Chi è il poeta? Il poeta è colui che mentre si interroga sui quesiti della vita, mette per iscritto i suoi pensieri sottoforma di versi.
Quando un filosofo si mette a scrivere poesie non può che uscirne qualcosa di interessante, originale e unico.
Il giorno in cui ho ricevuto “Quel che resta di niente” e sfogliandolo ho capito che si trattava di un libro di poesie, sono rimasta molto meravigliata. Il precedente libro dell’autoredal titolo “Sulle tracce dell’altrove”, che ho avuto il piacere di leggere e recensire, è un saggio e perciò credevo che lo fosse anche la sua ultima opera.
In realtà i due libri si combinano e compenetrano; “Quel che resta di niente” è la naturale conclusione de “Sulle tracce dell’altrove” e forse (a detta dell’autore stesso), è anche il suo ultimo libro (al momento ne ha all’attivo ben 28) ma io mi auguro che non sia così!
Di che cosa parlano le poesie contenute in “Quel che resta di niente”? Le tematiche sono diverse, certamente vertono sulle esperienze, le sensazioni, le suggestioni personali dell’autore, ma è molto facile rispecchiarsi in molte di esse. Ovviamente il niente che dà il titolo all’opera, ricorre in molte poesie; ne riporto alcune.




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Il niente

La mia vita è così piena di niente
che si riempie di tutto.

Ho meditato a lungo su questa prima poesia dal titolo “Il niente”; se non abbiamo nulla nella nostra vita è facile riempirla con qualsiasi cosa, anche la più effimera ed inutile dal momento che non operiamo una selezione all’ingresso! Ma il tutto è come il niente, ed ecco che ci ritroviamo immersi in un vuoto esistenziale.

Un magnifico niente

Questa voglia di niente
Mi attanaglia all’istante
Questi corpi deserti
E queste anime erranti
Mi feriscono il cuore e la mente.

Ne “Il magnifico niente” l’autore sembra sopraffatto da questo niente che sprigiona dall’umanità, il niente che comunicano i corpi vuoti ed aridi, il niente delle anime smarrite, e si rammarica della loro e propria condizione.


La visione

Non mi aspetto nulla da te
perché nulla aspetto
Ho squarciato il velo di Maya
e la visione che ho abbracciato
è abbastanza nitida.
Ti ho visto e
Ti ho strappato la maschera e mi sono riappropriato del
volto.
Io sono qua e sfido quotidianamente i Belletristi sul mio cammino.
Resto solo con il mio coraggio
e la mia forza perché
sono l’eco che rimbomba
nel silenzio assordante del Kaos.


Ne “La visione” il poeta ci ricorda di essere anche un filosofo con la citazione al velo di Maya postulata da Schopenhauer; non si aspetta nulla da questa persona a cui dedica la poesia, perché il velo di Maya (barriera che impedisce all’uomo di vedere la realtà delle cose) che si frapponeva tra loro, è stato squarciato, mostrandone il vero volto. Resta la consapevolezza del proprio coraggio, la quale ci fornisce anche una parziale risposta al quesito posto dal titolo del libro.
Nel libro c’è spazio anche per le poesie d’ amore e per il desiderio pulsante, per l’estasi di anime gemelle che si sono riconosciute e trovate. In alcune, come “Desio”, l’autore affronta le tre forme platoniche dell’amore: Eros, l’amore fisico, Aghapè, l’amore spirituale e Philia l’amore sentimentale.
C’è anche dolore in alcune poesie, si evince il rammarico dell’autore per non essere stato capace in passato di accettare se stesso e di cogliere l’amore ma infine è la voglia di rinascita e di riscatto a prevalere.
Le ultime pagine sono dedicate a delle riflessioni sottoforma di testo con rimandi, tra gli altri, a Dante, ad Andersen, alla Bella e la bestia e a Philip Roth.
Credo che Christian A. Porcino Ferrara abbia utilizzato la poesia con molta intelligenza, attingendo al suo bagaglio umano e culturale. La poesia è un ottimo strumento di analisi poiché è un linguaggio che si presta a metafore, similitudini, ossimori ed è sempre un viaggio che facciamo nel mondo interiore di qualcun altro, un invito a mettersi nei suoi panni ed a sentire ciò che egli sente, allenando l’empatia.

Vi lascio con un’ultima poesia che mi ha fatto riflettere particolarmente.


Il gioco degli opposti

Due opposti non si attraggono
Ma si sottraggono


Spesso i detti popolari sono fuorvianti, ci ostiniamo a mantenere relazioni impossibili con persone con le quali non abbiamo nulla in comune ed il risultato è un grande spreco di energia e di tempo! Credo che l’autore abbia ragione a metterci in guardia, suggerendoci di stabilire relazioni esclusivamente con persone che ci capiscono e che ci apprezzano, astenendoci dal perdere tempo con chi non ci comprende e non ci comprenderà mai, poiché questo sottrae vigore alla nostra essenza vitale!
Alla fine della lettura di tutte le poesie, ognuno di noi potrà dare un’ interpretazione di Quel che resta di niente, interrogando se stesso, per uscirne più arricchito e consapevole.
Qui il libro