20.1.04

A volte consideria...


A volte consideriamo cose più grandi di noi... Concetti infiniti e immensi... Dimenticando l'origine, spesso troppo piccola per essere considerata... Ma una quercia nasce sempre da una inutile ed insignificante ghianda... E di tutto ciò, quasi sempre, ne paghiamo le conseguenze...





"Tutti gli uomini, di tutte le epoche, e ancora oggi, si dividono in schiavi e liberi; perché chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo, qualunque cosa sia per il resto: uomo di stato, commerciante, impiegato statuale, studioso" F. W. NIETZSCHE

un post interessante...

un post interessante preso dal newsgroups it.cultura.filosofia.moderato e da cui mi piacerebbe sentire le vostre opinioni in merito


Saperi positivi e saperi non positivi


sapere positivo è l'insieme delle proposizioni che soddisfano alla
caratteristica epistemologica.
Il sapere non positivo è l'insieme delle proposizioni che non soddisfano
alla caratteristica epistempologica.
sapere positivo è l'insieme delle proposizioni che soddisfano alla
caratteristica epistemologica.
Il sapere non positivo è l'insieme delle proposizioni che non soddisfano
alla caratteristica epistempologica.Bene, ora, la distinzione tra saperi positivi e saperi non positivi -
fondata sulla particolarità dei saperi positivi di essere, nella visione
galileiana, da una parte letteralizzati e formalizzati, dall'altra parte
sottomessi a una verifica empirica - può essere vista in un ottica
corollaria:
quella dell'uso che si fa, in questi saperi, dei concetti primitivi.
Saperi positivi e saperi non positivi mostrano a questo punto una differenza
radicale. In un sapere positivo non ci sono, come oggetti di questo sapere,
dei concetti primitivi: dalla loro forma letteralizzata e dalla loro
attestazione, nella verifica empirica, della realtà di ciò che nota la
letteralizzazione, i concetti d'oggetti di un sapere positivo si vedono
fissare il loro referente a posteriori dalle proposizioni positive di questo
sapere (una sola proposizione positiva, infatti, è sufficiente).





18.1.04

dopo il violento att...

dopo il violento attacco alla magistratura , ho deciso adesso basta e riporto qui un articolo di quella che fu la rubrica di jackfolla ( alias diego cuccia sull'unità ) se volete unirvi ad altri albatros il sito di riferimento è www.testedatagliare.it e se cercate su yahoo groups albatros in volo trovate la loro ML eccovi  l'url  http://it.groups.yahoo.com/group/testedatagliare/  basta  che  abbiate   ( o  vi fate ) un acount  in yahoo  , per  iscrivervi e  partecipare  



eccovi l'articolo . attendo i vostri commenti








PAROLE PER UN MOVIMENTO
DI RESISTENZA CULTURALE


Sotterranei della Stazione Termini (Roma)
Domenica 7 Settembre 2003. Ore 11,27

(Meno 230 giorni, 20 ore, 33 minuti, alla caduta del governo Berlusconi)


Ho soltanto me stesso da darvi, un vocabolario, una penna. Vivo ai margini, in silenzio, solo. Questo giornale mi ha restituito la libertà di scrivere e di mantenermi che mai, fino a ieri, mi era stata negata. Non sono un martire né uno sconfitto, non muoio di fame e non soffro di un male incurabile. I miei tic, vizi e piccoli orrori non posso certo imputarli a questa società. Faccio sogni sempre più corti: una piccola casa fuori città, una battuta di pesca notturna, il sorriso gentile di un estraneo, una teoria originale, l'ultima donna che avrò. Di conseguenza, ho cento e una ragione per considerarmi un italiano felice. Ma non posso esserlo, non ci riesco, è più forte di me. Un codice interiore, l'educazione dei miei padri, una parola che non trovo, mi proibiscono di vivere serenamente. Perché non sono un emigrante in Cile sotto Pinochet; non sono un clandestino in Russia sotto Stalin; non sono uno studente pacifista arabo nell'America di Bush.
Io sono un italiano. Ma questo non è più il mio Paese. Straniero mi ero sempre sentito, ma è una categoria dell'anima. Clandestino una vocazione del cuore. Vagabondo una passione. Senza patria no, è uno stato civile. Vivi e non vivi. Esisti ma è come se non ci fossi. Parli ma non hai più voce. Ti senti soffocare ma sai che nessuno correrà in tuo aiuto. Il ponte che ti univa con radici profonde e secolari agli altri e al tuo Paese è stato fatto saltare. Sei dentro e fuori, solo insieme, libero in carcere. Sei un italiano senza l'Italia.
Si può essere un cittadino apolide? No, è un controsenso. Ma io sono certo che migliaia e migliaia di persone, in questo momento, stanno pagando questo controsenso sulla loro pelle. Io sono certo che migliaia e migliaia di italiani, nella testa e nel cuore, si sentono derubati dalla loro appartenenza civile. Io sono certo che migliaia e migliaia di presenze invisibili, in Italia, saluterebbero, come una liberazione, la nascita di un grande movimento di resistenza culturale.
Io sono certo di non essere solo.






Una casa visitata
da bande di ladri

E dico grazie, ma grazie davvero al Presidente del Consiglio, per avermi definitivamente convinto che la sua Italia non è il mio Paese. E un grazie altrettanto grande lo devo alla sorella del giudice Borsellino, intervistata venerdì sera al telegiornale, per non aver saputo trovare le parole per commentare le dichiarazioni del Presidente sui magistrati affetti da "turbe psichiche" e "antropologicamente diversi dalla razza umana". Dopo tanto, tanto tempo, ho ritrovato nel volto gentile di quella signora, una persona di famiglia. Nel suo silenzio indicibile, il mio. L'Italia della quale sono figlio, la nostra gente, la nostra "razza", la nostra passione civile, il rispetto per la nostra Costituzione e il nostro cuore.
Venerdì sera ho visitato la mia vecchia casa, quella di sopra. Sembra sia stata visitata da bande di ladri, a ondate successive, negli anni. Sui vetri alle finestre spiccano vecchie scritte rosse inneggianti alle BR, altre verdi, più recenti, firmate U.B., Festa Lega Lombarda di Cabiate, 25 luglio 1997: "Quando vedo il tricolore m'incazzo. Il tricolore lo uso soltanto per pulirmi il culo". L'ultima è azzurra, con sbavature di vernice fresca, troneggia sulle pareti del tinello fra due macchie di muffa: "I giudici sono antropologicamente diversi dalla razza umana".
Su un divano di pelle sfondato sono gettati alla rinfusa gli elenchi di Castiglion Fibocchi, tre o quattro tessere della P2 dalle foto scolorite, i nomi illeggibili. Della mia collezione di dischi non hanno trafugato soltanto "Il flauto magico" di Mozart, "Princesa" di De André, "Democracy" di Cohen, "Pablo" di De Gregori. Una piccola catasta di libri è ammonticchiata sul pavimento della sala, fra lattine di birra e escrementi di topi. Sono tutti libri di storia dalle copertine sbruciacchiate. Di mobili ne hanno lasciati un paio. La scrivania a sghimbescio (hanno usato una gamba per il barbecue sul terrazzino) e il letto di noce dei miei, trapanato dai tarli. Nella cameretta dove giocavo da bambino è rimasto solo il ritratto del Piccolo Principe con la cornice di smalto turchese, un triciclo arancione e il primo sillabario. In corridoio scatoloni di documenti di famiglia, tasse e accertamenti, la mia vecchia licenza di pesca, la foto di una fidanzatina che oggi sarà madre di un gigantesco usciere delle poste o di un broker mingherlino della Fineco. Della mia libreria di ragazzo è rimasta la pagina di una raccolta di Costantino Kavafis, crocifissa alla porta di casa con una puntina da disegno. Una poesia che il vento, dai vetri rotti del salone, frigge e sbandiera: "Aspettando i barbari".
Perchè il senato è inoperoso?
E perchè siedono senza far leggi i senatori?
Perchè oggi arrivano i barbari.
Che leggi devono mai fare i senatori?

Quando verranno, faranno leggi i barbari. Nello studio di mio padre, il computer è rimasto acceso, un vecchio modello che ronza come uno sciame d'api, ma funziona. Un vocabolario. Io.
Fine.






Il Paese
degli Invisibili

Non so a voi che cos'altro rimane, fratelli senza passaporto, presenze invisibili di un Paese spogliato e offeso. Mi auguro per voi, sinceramente, qualcosa di più. Ma qualunque coccio di valore sano vi sia rimasto, di sinistra, di centro, di destra, prima o poi dovremo incollarlo insieme, vedrete, al di là delle nostre distinzioni e delle nostre bandiere che ancora ci infiammano, come sarebbe giusto in un Paese normale, ma che in questo silenzio indicibile, in questo baratro antidemocratico nel quale stiamo precipitando, muti, stentano a rappresentarci, sono etichette mobili e basta, per chi ormai ha scoperto di vivere Altrove, nell'Italia degli Invisibili.
Vorrei condividere con voi questa consapevolezza. Non è molto, lo so. Ma dalle nostre famiglie siamo stati educati a non promettere mai quello che non avremmo potuto mantenere. Ve lo ricordate ancora, vero? Vi ho avvertito all'inizio. Io ho soltanto me stesso da darvi, un vocabolario, una penna. Se avete proseguito a leggermi sin qui, delle due l'una: o vi specchiate nelle mie parole o volevate sputare nello specchio. In entrambi i casi, vi aiuto.
Sono un disubbidiente all'antica e a mani nude, pago il prezzo di non chinare il capo e dire "Sì" a chi usa il potere come arma di consenso indiscriminato e senza regole, anche se facendo orecchie da mercante avrei, come molti miei colleghi, vita più facile. Cerco di rispettare come meglio posso un codice interiore (non scritto), e la Costituzione del mio Paese (non sembra, ma è scritta). Tutto qui. Fino a ieri ero un italiano come voi senza altre qualità.
Come tutti, avrei potuto diventare anch'io un ottimo Presidente del Consiglio e, volendo, anche un discreto Papa, anzi, credo proprio di averlo confidato a mia madre, una volta, mentre stavamo andando in corriera al mare a Torre del Greco (lei con la sporta del picnic, io benedicendo il traffico con una paletta e il secchiello) e un'altra volta, a letto con la mia fidanzata, guardando un mondiale di calcio, dissi che se io fossi stato Baggio non avrei sbagliato quel cazzo di rigore. Ma poi spegnemmo la luce sui comodini, facemmo altro, e la cosa finì lì. Siamo italiani. "Ciucci e presuntuosi", diceva una mia vecchia zia di Ragusa. "Vogliamo la nostra libertà e disprezziamo quella degli altri", sosteneva Ennio Flaiano. E aggiungeva: "L'italiano è mosso da un bisogno sfrenato di ingiustizia."
Mai però questi vizi nazionali avevano rischiato il suicidio della specie. Mai gli italiani si erano lasciati legare mani e piedi dall'imbecillità più assoluta. Mai ci eravamo sottomessi a un'ignoranza letale.
Da ragazzo consideravo Montanelli di destra e lo disprezzavo. Quando le BR gli spararono alle gambe scoppiammo in una risata delirante con altri giovani sciocchi, esclamando: "Chissà quanto gli sarà costato a Montanelli pagare quei killer". A trent'anni dovetti riconoscere che era un giornalista straordinario. Oggi mi manca come mi mancano i miei. Era un italiano di famiglia. Non un "visitors". Era come la sorella di Borsellino. Come Pertini. Come il giudice Antonino Caponnetto, quel magistrato così antico, così fragile, eppure così forte che quando i giornalisti gli chiesero come fosse stato possibile che, d'incanto, la cavalleria berlusconiana avesse conquistato il cento per cento della Sicilia, rispose: "Me lo chiedo con angoscia: che ne è, delle decine di migliaia di persone che incontravamo, con cui parlavamo di Falcone e Borsellino, di ideali, di cambiamenti… e venivano, venivano da riempire le sale, le piazze. Venivano… E ora dove sono quei ragazzi, dove sono finiti? Me lo chiedo con angoscia…"
Caponnetto è morto senza risposta ai primi di Dicembre 2002. Sono trascorsi nove mesi, nel tempo della gestazione di un bambino è nato il Paese dei Visitors, e la domanda di un vecchio giudice, un italiano della razza di Pirandello e di Sciascia, non posso essere io solo a sentirla come un brivido sulla schiena di tutta l'Italia: "Dove sono quei ragazzi? Dove sono finiti?" Lo so che ci siete, a migliaia e migliaia, invisibili, disubbidienti o già mezzo addomesticati, diffidenti a tutto, non rappresentati da nessuno, resi cinici e ostili dallo sfascio al quale assistete ogni giorno, schiacciati fra un'opposizione che leva sempre più stridule grida di scandalo come una vergine un po' gattamorta e un governo che l'insidia lanciandole merda a palate per poter smaneggiare meglio le leggi e le istituzioni con una dolcezza da caterpillar, finché l'ultimo bulldozer non ha fatto saltare l'esile filo di quel ponte che ci teneva legati alla società.
Ci incrociamo tra le macerie senza neppure riconoscerci. I volti grigi di polvere, gli occhi vuoti da smemorati, e tutt'intorno, sulle torrette, ci controllano i "visitors". Basta guardare le orecchie a punta del direttore di Sky News per capire in che guaio ci siamo ficcati. Niente razzismi, d'accordo. Era solo una battuta. Ma sempre citando Flaiano "La razza è un modo di vivere. Ed è qui che sono possibili le distinzioni." E io non ho le orecchie a punta. E poi questa ignominia sulla razza l'ha tirata fuori il vostro Presidente del Consiglio dei Visitors, il Goering degli gnomi.
Montanelli, dicevo, il toscanaccio. Di razza umana, quella dei nostri padri, che nel corso della vita tutti vorremmo strozzare con la cravatta almeno una dozzina di volte, poi, quando muoiono, soffriamo come se ci avessero segato entrambe le gambe e rimaniamo attoniti, come mezzibusti in diretta senza microfono.
"L'Italia berlusconiana mi colpisce molto" ammise Montanelli poco prima di morire. "È la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo". Dai sotterranei di questo pozzo, precisamente da quelli della Stazione Termini, oggi, Domenica 7 Settembre 2003, alle 11,27, vi sto cercando uno per uno, e non me ne frega niente per chi avete votato, o se morire a Guernica fu meglio o peggio che morire in Siberia, e se Oriana Fallaci avesse torto marcio, giacché non mi risulta che i mussulmani abbiano poi sottomesso l'Occidente, mi risulta semmai che Bush abbia invaso l'Iraq.
Non sono un'anima bella né un beccamorto che occulta i cadaveri prodotti dal suo fanatismo e mostra solo le vittime delle altre ideologie. La morte è orrenda sempre, dovunque la guardi, dall'ultimo piano delle torri gemelle come sotto un banco di scuola a Baghdad. Io parlo d'altro. Sto parlando di me. E quando dico me, dico noi, l'io non mi riguarda, è più noioso dell'algebra e più ripetitivo di un pezzo dei Pooh.
Se tu mi leggi io vivo e alimento te. Tu nel Paese di sopra, io in quello di sotto. Non si tratta di un fumetto, solo di una prospettiva diversa, tutto qui. Accorgimenti mentali.
Il mestiere di Jack Folla è questo: aiutarti a riflettere da un'angolazione diversa. Un tempo si faceva, tra fratelli. Ma nella Repubblica dei Visitors è stato proibito. O hai le orecchie a punta o sei fuori. Qui ancora non sono entrati, ma non tarderanno, prima o poi troveranno il mio tombino, scenderanno di sotto e anche questo punto di fuga avrà il suo bel muro di cemento armato verde, e dovremo inventarcene un'altra, farci le corna rovesciate come segno di riconoscimento fra chi non ha le orecchie a punta, o farsi servire mezzo chilo di pasta a cranio nei ristoranti, alla faccia di Sirchia, o imparare a fare le vocali con gli anelli di fumo delle sigarette, non so, c'è sempre un modo per resistere, anche in un Paese invaso dagli extra-italiestri, e noi lo scopriremo.






Per un movimento
di Resistenza Culturale

Giorni fa, con un mozzicone di matita, ho vergato due parole su un lembo del giornale: Resistenza Culturale. Succede, a chi fa questo mestiere, di appuntare parole senza pensarci. Immagino che una domenica mattina del 1958, Franco Migliacci abbia scarabocchiato su un tovagliolo di carta dello Snack Bar Segafredo dove stava facendo colazione, o che so, su un biglietto del tram: "Mi dipingevo le mani e la faccia di blu", e sarebbe rimasto sbalordito se qualcuno, magari un angelo, leggendole, gli avesse annunziato: "Maestro, lei ha scritto un verso di 'Volare'. La sua canzone rimarrà per 13 settimane al primo posto delle classifiche statunitensi!" (E all'epoca, l'unica canzone che nel mondo aveva venduto più dei ventidue milioni di dischi di 'Volare' di Modugno era "White Christmas" di Bing Crosby).
Ora, io sono limpidamente certo che "Resistenza culturale" sia una canzone che da mesi risuona nell'anima di milioni di persone con le orecchie italiane normali, è un movimento di cui non conosco ancora i volti e le parole ma è nato da quello stesso silenzio indicibile della sorella di Borsellino, e non ha barriere di sesso, età, provenienza politica, razza o religione.
Chi appartiene a Resistenza Culturale, se è nato, vive o lavora in quella che fu l'Italia, già lo sa; se non lo sapeva forse l'ha capito ora; se è incerto, ma stamattina si è svegliato con un colorito verdognolo, o venerdì aveva riso alle battute sulla razza, come quella specie di Scott Fitzgerald di Rimini, dico il giornalista inglese col cappello da piccolo Gatsby che rideva a crepapelle alle esternazioni dello gnomo della Costa Smeralda, si precipiti davanti allo specchio.
Se scopri di avere la punta delle orecchie a triangolo isoscele, fratello, spegni la televisione immediatamente. E di là che arrivano e ti entrano dentro. Poi chiamami o scrivi nei forum della nostra gente. Usa il mio, quello de l'Unità, o un altro della cui assoluta libertà sei certo. Io o i miei fratelli ti verremo a prendere, passerai la sera con noi davanti a un bicchiere di vino, ci confronteremo senza giudicarci e guardandoci diritto negli occhi, e domani ti sveglierai pronto per opporre la tua personale e insostituibile resistenza culturale all'invasione degli ultranani.
Se qui e lì scherzo, scusatemi, lo faccio per tirarmi su. Non sto bene, non stiamo bene, e vorrei vivere in un Paese che si occupasse, tanto per dirne una, di lottare in sede internazionale per restituire alla libertà 27 milioni di schiavi nel mondo, invece di ospitare Putin e le sue navi da guerra (come se in Sardegna non ce ne fossero già abbastanza) solo per fargli esibire un torace da canottiere fra i cactus, o farci rifilare qualche aereo russo antincendio. Vorrei pagare un po' meno tasse, avere processi più celeri, assistere a programmi televisivi meno beceri, non dover pagare la verdura come un dessert all'Hilton, e disporre di ospedali pubblici dove non si entra per un'ernia e si esce con una gastroenterite acuta. Vorrei -ma sia detto fra noi- vivere come un europeo qualunque, senza che quando passo tutti gli altri europei si mettano a ridere.
Non è facile scrivere Resistenza Culturale, mentre sulla testa ti sfrecciano centinaia di treni pieni di gente che non si è accorta di nulla, che lavora, fotte, bestemmia per la pensione, legge "Sai tenere un segreto?" o "Come dire no ed essere più apprezzati", si scandalizza perché le Tiscali non salgono sopra sei euro, quest'estate vorrebbe essere andata a Malibù come "quel porco del principale proprio con la segretaria che tirava a me", e non ha ancora capito se, con la riforma Moratti, il governo le allungherà o no almeno mezza milionata mandando i figli a scuola dai preti. Non è facile, oggi, in questo Paese che più Italia non è, fare a braccio di ferro con la memoria per ricordarsi i titoli di coda del film "Z", che Costa Gavras trasse dal romanzo di Vassilis Vassilikos, e ti senti solo e assurdo, ma lo fai, eccome se lo fai, e se ti viene da recitare il catechismo delle cose proibite in Grecia dai colonnelli, qualcosa di indicibile in Italia è accaduto davvero, e tu lo sai come me, fratello. Lo sai, ma non vuoi ammetterlo, perché riconosci la Storia e le sue ombre.
"E da quel giorno furono proibiti: i capelli lunghi, le minigonne; Eschilo, Sofocle, Euripide, Tolstoj, Dostoevskij, Sartre, Jonesco; i Beatles, la musica pop, Zorba il greco di Theodorakis; dire che Socrate era omosessuale; la matematica moderna; imparare il bulgaro, il russo e il rompere i bicchieri alla russa; la libertà politica, sindacale e di stampa; i movimenti per la pace; e la lettera Z che vuol dire "è vivo" in greco antico."
Ecco, tutto quello che avevo da darvi stamani, l'ho dato.
Adesso salirò nella mia città in cui mi sento straniero, devo prendere il cibo per Sarak e volevo comprarle una ciotola rossa, ma se sei di destra e ti offendi, (nera proprio non ce la faccio, fratello), la sceglierò del colore argento delle spade, così, mangiando, si specchierà nella ciotola, e anche a lei sembrerà di essere in due.
Come tu e io, e il nostro movimento di Resistenza Culturale.
Riusciremo a riconoscerci nelle strade del Paese degli Invisibili? Riusciremo a marciare insieme e a mani nude, a riprenderci l'Italia che ci è stata rubata? A non aver paura di essere derisi, o di essere tacciati di qualunquismo o di retorica soltanto perché abbiamo lanciato oltre il muro le parole silenziose della nostra canzone più segreta?
Bisogna agire come bambini, rischiare le sculacciate, diceva Flaiano, perché quando non si è più ragazzi si è morti.
Resistenza Culturale. Non vergognatevi. Si può cominciare a praticarla anche da soli come vi ho appena dimostrato.
Ma fatela.


tratto da http://jackfolla.splinder.it/

una canzone molto be...

una canzone molto bella che   riflette  lo spirito del mio  , anzi del nostro  blog  


del gang http://www.the-gang.it/









BUONANOTTE AI VIAGGIATORI

buona notte ai viaggiatori,
a chi cerca di notte una riva,
a chi s’è perso
e non trova la strada
ma ancora cammina.
Buona notte a tutti gli amanti
che la luna li divori
ai profeti bambini di ieri
agli scritti corsari
E domani chissà
se ci incontreremo
sulla riva di un sogno
su una piazza italiana
sotto l’arcobaleno
e domani chissà
se ci rivedremo
sotto ai ponti di un sogno
lungo la carovana
sotto l’arcobaleno.
Buona notte
alle tue mani
che han toccato un altro giorno
a chi è stanco
ma ancora sta sveglio
ai guerrieri di turno
buona notte,
ai tuoi capelli
ai tuoi anni passati davanti
con quella fretta di vita
ai tuoi occhi stanchi.
E domani chissà
se ci incontreremo
sulla riva di un sogno
su una piazza italiana
sotto l’arcobaleno
e domani chissà
se ci rivedremo
sotto ai ponti di un sogno
lungo la carovana
sotto l’arcobaleno.
Buona notte ai suonatori
alle nostre chitarre scordate
alle canzoni non ancora sparate
buona notte anche a me.
E domani chissà
se ci incontreremo
sulla riva di un sogno
su una piazza italiana
sotto l’arcobaleno
e domani chissà
se ci rivedremo
sotto ai ponti di un sogno
lungo la carovana
sotto l’arcobaleno.

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Un post di blog divertente e serio allo stesso tempo http://www.planetloon.splinder.it/ ed è uino dei componenti della band dei vinavill ( www.vinavill.net )


Salve terrestri!
Innanzitutto mi presento. Io sono Mr.SpOOn, del pianeta Loon.
Ciò è l'essenziale che vi basterebbe sapere, ma vi dirò di più; vi racconterò la mia storia, circa, anche se con un lieve ritardo.
E' parecchio che cercavo un mezzo di comunicazione, rapido e veloce, semplice, ma facile da usare. L'idea m'è giunta in testa tempo orsono quando lessi parlare di blog e rovistando nei miei ricordi acquisiti dal mio, all'epoca ancora ignaro, ospite, al tempo in cui giunsi su Terra, pensai subito si trattasse dell'affascinante alieno melmoso del rinomato film.
Così chiesi all'apparentemente giovane Wick: blog? che per caso è un alieno melmoso?
Al che egli rispose: quasi. E' una sorta di diario personale su internet.
(il discorso magari non è fedele all'originale, del resto il linguaggio è quel che è, affetto a mille e più variazioni)
Non potei credere ai miei occhi. Era ciò che cercavo. Quello di cui avevo bisogno per comunicare con tutto e tutti, circa.
Da quel che ho capito dalla mia stabilizzazione qui dalle vostre parti, io per voi sarei un alieno.
Mi chiedo, perchè immaginate sempre gli "alieni" o brutti e cattivi pronti a distruggervi e a sterminarvi, o con aria pacifica da scienziati, pronti a studiarvi o altra roba simile e mai, e dico mai, e ripeto mai, pensate a loro come visitatori di passaggio ecc? Insomma, vi dirò: io qui, non ci faccio assolutamente niente. Dovrei essere altrove; fatto sta che ora son qua e sono un alieno, per voi. Che razza di parola poi. Io sono un lOOnatic, punto.
Ordunque, perchè son qui?
Nulla di più semplice esiste che trovare una risposta a codesta domanda.
Sul mio pianeta, tempo fa, incappai per caso in quello che oso e ho osato definire varco spazio-temporale, derivante, il nome, dalla caratteristica del suddetto varco di farmi spostare nello spazio attraverso le più tremende tempeste mai viste (da quest'ultima peculiarità deriva infatti la parola "temporale"). Ora, è quasi istintivo capire e immaginare che il varco stia in due parti, in due posti, anche lontanissimi fra loro, ma da qualche parte deve essere iniziato. Al riguardo ho la mia teoria, ovviamente.
Analizzando la popolazione di Terra, noto come i suoi calpestatori, perdano il loro tempo in cerca di pettinature stravaganti e assurde. Facendo una stima ipotetica, di un prossimo futuro, immagino che i gel per capelli attualmente in circolazione non saranno più sufficienti a soddisfare le esigenze dei più giovani, che vorranno acconciature sempre più azzardate, al limite col paradossale.
Cosa penso che succederà quindi?
Immagino che le varie compagnie, ingaggeranno scienziati d'avanguardia, per studiare nuove tecnologie e, senza ombra di dubbio, ad alcune di queste menti illustri, verrà in testa l'idea del gel-antigravitazionale, che beh, rivoluzionerà il mondo statico del capello e che senza ombra di dubbio spopolerà fra la gente.
Questo del gel è il primo passo verso la rovina.Altra cosa: posso ipotizzare con uno scarso margine di errore, un grave problema di sovrappopolazione nel vostro futuro. Cosa accadrà quindi? La gente delle alte sfere dovrà trovare lavoro a tantissima altra gente per tenerla impegnata ed evitare che si dedichi alla criminalità o a roba simile. Allora si inventeranno di tutto. Un settore che andrà alla stragrande sarà quello degli scrittori, o compositori di avvertenze per i vari prodotti, insomma quelle scrittine che non legge nessuno, ma che son dietro a ogni cosa. Beh, nel futuro, son certo che acquisteranno una forma poetica e daranno lavoro a tante persone. Ovviamente non è un mestiere da prendere alla leggera, perchè molti prodotti necessitano di avvertenze ben curate, visto che la gente le seguirà alla lettera.
Insomma, immaginatevi cosa succederebbe se questi scrittori non scrivessero dietro le bombe, ormai diffuse ovunque, di maneggiarle con cura, o di non ficcarle dentro il forno al napalm (un forno talmente potente da cuocervi il cibo in un tempo negativo....cioè, prima che voi pensiate di voler mangiare una cosa, il forno l'ha già cotta), cosa succederebbe? La gente vi pare, non sarà più tanto abituata a pensare con la propria testa, preferisce fare quello che gli vien più comodo, e cioè quello che gli dicon gli altri...vabbè un casino!
Detto questo, vi preannuncio con grande sicurezza, che questi scrittori di avvertenze, che, beh, possiamo dirlo, tengono le redini del mondo, sciopereranno, perchè, consci del loro potere vorranno più soldi. Il loro però, sarà uno sciopero subdolo e maligno, che consisterà nel manomettere le avvertenze.
Allora la gente, abuserà, ovvero farà un uso improprio (spiego il significato conseguentemente a una polemica di tempo fa), del pericolosissimo gel-antigravitazionale, e in conseguenza di tale abuso, ci saranno delle ripercussioni nella nostra epoca, che creeranno appunto il varco che m'ha portato qui. Chiaro no? Bene!


Beh...oggi v'ho detto come son giunto a voi, domani chissà!

17.1.04

Voglio condividere c...

Voglio condividere con voi un pensiero. Mi sembra molto bello...

"Ieri ho capito una cosa: che l'Amore non significa apparire... Oggi ne ho compreso un'altra: che posso chiedere".

Non sono uno che commenta le frasi perchè penso che ogni individuo abbia una visione personale della realtà. Mi sono sempre stati antipatici i commenti critici sul mio librone di antologia... soprattutto quelli delle poesie di Leopardi e Foscolo. Ognuno deve commentarsela da sè, la poesia. Pensieri e poesie sono come sacchetti a sorpresa: basta mettere la mano dentro e pescare. Ma è brutto se qualcuno ti dice prima cosa troverai: e del resto ti darà solo una immagine distorta: la sua! Mi piace immaginare che ognuno di noi possa vedere la realtà a modo suo... Completamente diversa dall'altro. Proprio nel senso che uno vede bianco e l'altro vede nero. E in quel sacchetto troveremo noi stessi!

Volevo solo dire una cosa banale riguardo a quella frase: sappiamo tutti del mondo dell'immagine ma ne rimaniamo schiavi. Allora ci diciamo che non possiamo essere amati. Ma solo per la cattiva immagine che abbiamo di noi stessi. E' solo l'immagine che vediamo noi nel nostro specchio: gli altri ci vedono completamente diversi. E tentiamo di uniformare la nostra visione e la nostra vita al mondo. Perchè ci diciamo che essere come gli altri ci farà stare meglio. Ma credo che, per fortuna, tale tentativo sia impossibile.

Quindi forse amare significa andare oltre questa ristretta visione... che è l'apparenza. L'apparenza non solo esterna a noi ma anche quella interna. E spesso abbiamo paura di chiedere... Perchè non ci sentiamo all'altezza... perchè vediamo troppa responsabilità in questo semplice atto. E magari siamo capaci di dare molto ma abbiamo paura a chiedere.

Non voglio commentare niente ma cercare di riflettere insieme a voi, come dice il caro amico Beppe... Chè riflettere insieme è sempre meglio che distruggersi da soli...

Allora io dico la mia: forse è il momento di chiedere... forse è il momento di amare...

Per molto tempo non abbiamo più pensato a questo binomio: AMARE-CHIEDERE... Chissà... Poter chiedere... spesso si dice "amare vuol dire dare" ma questo è un blog dove ci si può (e ci si deve) interrogare su stessi. Allora io vi provoco... Non vi farò la solita domanda: "Ma tu quanto riesci a dare?" vi faccio questa domanda: "Ma tu quanto riesci a chiedere?"

un blog interessante...

un blog interessante http://boratto.blogspot.com/ di cui posto un post , molto bello e prondo




L'amore



Un solo pezzo di te: una gamba, una mano o il seno…basta a cucinare la voglia d'amarti. Sì, è come un banchetto appetitoso avvicinarti con la bocca. Ci siamo mai chiesti cosa rappresenta un bacio?
Ti mangerei e mi fermo qua, a sfiorarti con la bocca. Ti mangerei per diventare te. Così si nutre l'amore, si nutre di baci.
Poi c'è lo sfregarsi, c'è da mettere in circolazione elettroni, sangue, effusioni; c'è da scambiare emozioni, umori e sensazioni. La ripetizione continua di gesti universali che dicono sempre la stessa identica cosa: "Ti amo".
Dobbiamo toccarci, non basta scriverci o parlarci; dobbiamo stringerci, non basta vederci o sospirare. Dobbiamo conoscerci con la pelle e poi ci potremo anche lasciare ma con la promessa tattile di frizionarci ancora.
Allora con questo desiderio l'amore continuerà.
Continuerà anche senza incontrarci mai più.

per oggi avevo già p...

per oggi avevo già pronto un tema ( ma non vi preoccupate e è solo rinviato ) , ma ho deciso di dare " la precedenza " ad un altro che non riesco a tenere a bada ed è meglio che lo blocchi e fermarlo prima che svanisca ( anzi venga inglobato ) dal nulla . Infatti le emozioni a volte ti turbano e picchiano duro perchè all'inizio non sai come interpretarle se come sconfitte o coem vittorie , poi analizandole \ sviscelandole o da solo o con l'aiuto degli altri ( voi per esempio ) riesci a bloccarla e darli una giusta definizione . Ora io dopo aver analizzato una mia emozione , vorrei fare lo stesso processo di analisi insieme a voi sentendo nei commenti i vosti pareri o esperienze . Ho scelto questa strada perchè certe emozioni \ sensazioni non si possono tenere nascoste ne tanto meno consumare a cuor leggero e soprattutto gestire da solo . Infatti come dicono i Ramblers : << .... i percorsi giusti vanno percorsi insieme .... >> ( pezzo della canzone UNA PERFECTA EXCUSA. tratta dall’album RADIO REBELDE . Essa nasce da un testo affidato al gruppo da Luis Sepulveda . La poesia era più lunga,ne sono stati scelti dei passaggi più adatti allo stile dei MCR.Per chi fosse interessato al testo lo trovate qui il testo http://www.testimania.com/testi/867/2346/27846.html ) .


Dopo questo preambolo ecco l'emozione che voglio condivedere con voi .


14-15\01\2004 sono riuscito a dare una spiegazione ( fermare ead analizzare ) una cosa a cui da giorni cercavo di dare una spiegazione logica , che nell'amore e nell'amicizia ( nel mio caso ) si può e si deve rinunciare a qualcosa del nostro io . infatti io ho rinunciato a metere qui sul blog una email privata ( da cui sarebbe potuta scaturire una interessante discussione ) di commento al mio primo post . Per quanto riguarda me sono riuscito a fare come dic e battiato nella canzone E ti vengo a cercare : << [ .... ] come l'eremita che rinuncia a sè [...] >>,se qualcuno\a di voi volesse leggersi il testo completo della canzone lo può trovare qui ( http://www.battiato.it/discografia/anni80/fisiognomica.htm#cercare ) , quindi questa rinuncia la vedo come una vittoria . e per voi ? attendo vostri commenti ed esperienze in merito . con questo è tutto cari amici \ che , fissi ed occasionali , vicini e lontani

15.1.04

"Gli eventi che ab...


"Gli eventi che abbiamo prodotto cambiano continuamente. L'uomo con una buona memoria non ricorda nulla, perchè lui non dimentica nulla".

(Augusto Roa Bostos)



Augusto Roa Bastos, nato a Asuncion nel 1917, è considerato lo scrittore paraguayano vivente più significativo e, nel contempo uno dei maggiori rappresentanti, insieme a Marquez, della letteratura latino-americana.
Condivide, con il suo Paese, un uguale destino di scarsa notorietà internazionale: anche il suo rientro in Paraguay, nel marzo del 1989, dopo oltre quarant'anni di esilio, in coincidenza con la caduta del dittatore Stroessner, non ha suscitato clamore, nonostante la drammaticità della sua esperienza di rifugiato politico prima in Argentina e poi in Francia. Le tragiche vicende storiche del Paraguay, rivissute attraverso il dolente punto di vista dei contadini senza terra, costituiscono materia delle sue opere. In esse si compie un'ardita sintesi tra la cultura della popolazione indigena guaranì e quella dei colonizzatori spagnoli e dei loro discendenti. Il romanzo più celebre, che ha meritato a Roa Bastos un importante riconoscimento letterario in Argentina, è "Figlio di uomo" del 1960, pubblicato in italiano nel 1976.
Tra le altre sue opere disponibili in italiano "Io e il Supremo" del1974, e un curioso testo per ragazzi, "Il pulcino di fuoco", edito in una collana per adolescenti.

Angolo dei pensieri....

Angolo dei pensieri.


Pubblico qui la poesia di un amico, gradirei un vostro commento.




Assenze.


Che cosa è questo battito nella gola?


Dov'è finita la mia aria?


Cosa c'è in fondo a questa lacrima?


Perchè non vedo i cassetti dei sogni?


Ogni via della mente mi porta ad un silenzio ritmato.


Dov'è l'unicità dell'anima?


Ho freddo.

14.1.04

Oggi 14\01\2004 da '...

Oggi 14\01\2004 da 'italy indymedia':







Giornata contro la discriminazione antiomosessuale su base religiosa


A sei anni dal 13 gennaio 1998 viene ricordata con la "Giornata contro la discriminazione sessuale su base religiosa" la tragica morte di Alfredo Ormando, poeta omosessuale cattolico di Palermo( vedere foto in basso ) Sei anni fa si diede fuoco in piazza San Pietro per lanciare la sua ultima disperata accusa contro l'intolleranza delle gerarchie vaticane verso le persone omosessuali.
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Sex & Gender Ormando

13.1.04

post&nbsp; ritardant...

post  ritardante 


Un altro evento che mi ha scosso  ( e  mi scuote  ogni volta  che  succede o  pensando malle  brutture  della  legge  sull'immigrazione    la famigerata  bossi -Fini    ) oltre la morte di  N.bobbio  è la morte  sul gommone  che  li portava    nel  nostro , amato–odiato    Paese  , dei  clandestini  ( in questo caso  ) Albanesi  . Ogni volta  che sento  di  queste tragedie  ,  vi sembrerà  strano   da feminucce , ma  mi vengono  le lacrime  agli occhi  e penso a come  eravamo noi  Italiani  fino  agli anni  '60\70  quando  disperati  eravamo costretti  ad emigrare per  cercare  migliori condizioni e sfuggire   alla miseria  e ad una  monarchia  e poi un regime   opressivo   e fare  sacrifici  (  pagando anche  tangenti  aalla criminalità  o a  gente senza  scrupoli  )  per  poter  partire    e  alal  umiliazioni   suibite  . citato dall'introduzuione  di :<l'orda   quando gli Albanesi eravamo noi   di  Gian Antonio Stella : << la feccia del pianeta  eravamo  . Meglio  cosi  eravamo visti  [....] . bel pese  brutta  gente ce  lo siamo titati dietro per  un bel pezzo    modo diffuso in tutta  , sic , Europa ,   e scelto dallo scrittore  Claus Gatterer  coem titolo di un romanzo  in cui   racconta  la diffidenza  e l'ostilità  dei sud tirolesi verso  gli italiani  . >>  E' questa  la lezione che abbiamo   imparato  dalla  nostra  esperienza  di emigranti    sia  verso  l'Europa e  le  Americhe  (  specie  quella  del  nord  Usa e Canada  ) e  poi   dal sud  al nord  del  nostro paese  .


 

12.1.04

Rispondo al primo po...

Rispondo al primo post


Faccio dele distinzioni : Il regime chen ti obbliga a fare una cosa simile è una vergogna .


Per quanto riguarda le persone che hanno fatto ciò dico che : nessuno è tenuto ad essere un eroe . Inoltre nel valutare \ analizzare o giudicare ( cosa da cui io mi astengo ) la vita di un individuo valgono i bilanci complessivi e non in singoli episodi staccati dalla vita stessa . Ma poi bisogna vedere se lo ha fatto :


1 ) per necessità e poi lo ha condannato mettendolo indiscussione e riconoscendo l'errore , ma non abiurato , vedere la canzone di Baccini dedicata al caso di Renato Curcio ;


2) oppure lo ha abiurato per presentarsi immacolato davanti all'opinione pubblica dopo il crollo del regime che ha retto quel paese ;


3) oppure lo ha fatto per oportunismo per trarre vantaggi dal regime\ dittatura . e pi dal governo successivo


Con questo è tutto alla prossima miei cari\e.

11.1.04

Finalmente il mi...



Finalmente il mio primo post



Ecco l'articolo che avevo in mente l'altra volta , poi messo da parte per commentare a caldo la morte di N. Bobbio . Il dubbio di cui vi parlo oggi derica dal continuo uso del più becero e vergognoso revisionismo ( più che revisionismo , io parlerei di conparazionismo riduzionista o revisionismo estremo che sfocia nel negazionismo ) a scopo politico della resistenza , e adesso dell'antifascismo . Proprio questa tendenza , ha accusato di viltà e di servilismo gli antifascisti . Essa è avvenuta dal dal tg2 qualche giorno fà quando si è parlato , non inserendo il fatto in un corretto contesto storico , del ritrovamento negli archivi di stato delal lettera di Alberto Moravia al minculpop ( ministro della propaganda e della cultura fascista ) per poter continuare a scrivere e a lavorare anche durante , essendo d'origine ebraiche , il periodo delle abberanti e vergognose leggi razziali (1938 ) . Il dubbio che mi pongo è questo : è più vile un regime ( indipendentemente dall'ideologia politica ) che ti obbliga ad assumere umiliante e a vendersi oppure chi si umilia \ vende pur di sopravvivere o mantenere la propria famiglia ? prima di postare la mia risposta attendo le vostre

10.1.04

...












Primo ( quasi) mio post.

 





Salve a voi tutti\e lo so che non è bello iniziare a scrivere un blog ( in particolare il tuo) con roba scritta da altri , e quindi non tua , ma l'evento della mortee di Norberto Bobbio , mi ha scosso a tal punto da non riuscire a trovare le parole adatte e di usare delle frasi per ricordarlo meglio , ma soprattutto di cambiare l'argomento che avrei dovuto trattare .

Infatti , è grazie ai suoi scritti che ho trovato una collocazione chiara e precisa nel " mondo politico " e ho capito la differenza tra destra e sinistra .

Ma ora bando alle ciancie , altrimenti rischierei di annoiarvi ed eccovi il testo in questione tratto dala Ml di

http://www.megachip.info/ e dalla Ml di www.parolestorte.it/solaria/ siti che ho inserito poco fà fra i link del blog .



dalla Redazione Teamweb Megachip






Mentre il mondo del futuro è aperto all'immaginazione e non ti appartiene più, il mondo del passato è quello in cui attraverso la rimembranza ti rifugi in te stesso, ricostruisci la tua identità, che si è venuta formando e rivelando nella ininterrotta serie dei tuoi atti di vita, concatenati gli uni con gli altri, ti giudichi, ti assolvi, ti condanni, puoi anche tentare, quando il corso della vita sta per essere consumato, di fare il bilancio finale. Bisogna affrettarsi. Il vecchio vive di ricordi e per i ricordi, ma la sua memoria si affievolisce di giorno in giorno. Il tempo della memoria procede all'inverso di quello reale: tanto più vivi i ricordi che affiorano nella reminiscenza quanto più lontani nel tempo gli eventi. Ma sai che ciò che è rimasto, o sei riuscito a scavare in quel pozzo senza fondo, non è che una infinitesima parte della storia della tua vita. Non arrestarti. Non tralasciare di continuare a scavare. Ogni volto, ogni gesto, ogni parola, ogni più lontano canto, ritrovati, che sembravano perduti per sempre, ti aiutano a sopravvivere.
Brani dal "De senectute" - Einaudi 1996

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Parlare di virtù civile è importante per contrastare l'indifferenza e l'apatia politica che purtroppo adesso sta dominando nel nostro paese, per ragioni anche comprensibili, che non è il caso qui di ricordare. In quel periodo, dopo la Liberazione, c'era entusiasmo, desiderio di partecipazione come reazione alla politica imposta dall'alto ai tempi del fascismo. Ciascuno deve dare il proprio contributo. Ci vogliono i buoni costumi, la virtù dei cittadini.
Dialogo intorno alla repubblica, Laterza 2001






questo invece è quello scritto sulla rivista solaria


È morto ieri Norberto Bobbio , senatore a vita, padre della Repubblica, combattente antifascista nel Partito d'Azione e poi lucido e pungente protagonista della vita politica italiana. I suoi saggi sulla Democrazia e sulla Politica (nel senso più ampio e nobile del termine) hanno fatto scuola. Nel 2001, in uno dei suoi ultimi interventi, fece scandalo dichiarando che Forza Italia era un partito potenzialmente sovversivo dell'ordine costituzionale. Lo ricordiamo con una sua breve riflessione.



Amo la Democrazia, ma è la cosa più difficile da realizzare. Ha vinto sull'anti-democrazia, ma oggi ha di fronte una nuova sfida: contro se stessa, contro i suoi vizi, alcuni addirittura congeniti.


Bobbio

9.1.04

"Nella vita si pu&ograve; s...

"Nella vita si può scegliere se essere felici o avere ragione"

Caro D, Le cose c...

Caro D,


Le cose che oggi mi impressionano sono molto poche. La televisione mi insegna che tutto può essere manipolato, la vita mi insegna la competizione.

Ero sul ponte dell'autostrada ieri notte. Mi ero fermato ad osservare le macchine che sfrecciavano in direzione Milano. Non so se l'hai mai fatto anche tu. Ero con la faccia verso Roma e quindi vedevo le macchine da sotto sfrecciare verso di me. In realtà delle macchine vedevo poco. Più che altro vedevo fari. Tanti fari che mi venivano incontro.

Un brivido. Come se mi fossero venute veramente addosso. Quasi paura.

Ieri ero solo, sul ponte dell'autostrada. Erano passate da poco le due. Era buio. Guardavo giù e non pensavo. L'aria era fredda come le mie mani. La mattina ero stato a lavare l'auto in un auto-lavaggio vicino casa e l'addetto alla pulizia interna mi aveva chiesto se per caso avevo freddo. Subito dopo aveva aggiunto che il freddo era solo un'idea: bastava non pensarci.

Sul ponte si sentiva il boato delle auto che sfrecciavano ad alta velocità. Ma io sentivo freddo. Mi capitava che lo sguardo non fosse fisso, ma che andasse sulle colline circostanti alla ricerca di qualche luce. Mi capita spesso. Ma era tutto molto buio. Sai che sul ponticino dell'autostrada c'è una rete metallica abbastanza alta: forse per evitare che qualcuno si butti di sotto. La tentazione effettivamente è sempre molto forte.

Ma mi ci voleva poco: bastava arrampicarmi e passare dall'altra parte. Volare e atterrare in mezzo alla via per Milano. Sicuramente non sarei atterrato in ottime condizioni. Ma forse sarei atterrato vivo. E poi... Poi niente. Più niente.

Questo Natale non sono stato a messa. Non credo più che Dio voglia avere qualcosa da spartire con uno come me. Ci stavo pensando l'altra notte. Non riuscivo a dormire: ormai sono più le notti che non dormo che quelle in cui sogno.

Ma tu che t'intendi di robe mentali e religioni strane: ma che cazzo significa che il freddo è solo un'idea e basta non pensarci? A me sembra un'altra stronzata per illudermi che posso cambiare.

Dio m'ha fatto così e ora m'attacco! Sono così e basta... Ma perchè dovrei cambiare? Ah già... Devo cambiare perchè così sto male! E che ne sai che magari c'ho qualche gene (come li chiami tu e i tuoi amici dottori) che devo essere per forza così, cioè che devo stare per forza male o che, incosciamente (come diceva il tuo amico Jung che tanto ami), godo a stare così? Godo a farmi venire la nausea e il rigetto per il mondo (e per la fottutissima gente che mi circonda) e godo in quell'attimo, sull'autostrada, a farmi venire l'idea, non del freddo, ma di farla finita?

Che tanto, e forse è l'unica verità che mi rimane, so benissimo che se non esiste nulla dopo la morte almeno non soffro più in questa vita e se esiste, so che Dio mi perdonerà e anzi si scuserà con me e mi farà abitare in un paradiso dove il pensiero non esiste ma dove si vive solo di sensazioni tattili, olfattive, uditive, visive e gustative... Come quando ti fai una mega-pasticca d'acido che non pensi più a un benemerito cazzo! Ma che vivi di quelle sensazioni straordinarie.

E così in questo paradiso godrai solo di sensazioni, come quando fai l'amore con una ragazza stupenda che ti ama e raggiungete l'orgasmo insieme e in quell'attimo sentite solo quello e non pensate a niente... E venite insieme in un urlo! E non conoscete più nulla della bellezza, della bruttezza, del male e del bene, della vergogna e del pudore, del disgusto e del piacere! Ed è come se sentiste con tutto il corpo... e il cervello per un attimo muore (diventa solo un ammasso di cellule sensa senso). E siete sudati e i corpi rigidi sono pervasi da sensazioni estreme. Il caldo assurdo vi avvolge. Non pensi! Non pensi ma godi e basta!

Godere significa essere oltre!

E così quando ti lanci nel vuoto, adrenalina pura e poi nulla... Solo sensazioni. Perchè il cervello si è spento. Sei come quei cazzo di molluschi di cui mi parlavi che non hanno il cervello ma hanno le cellule nervose che sentono uguale ma non capiscono niente. Cioè sentono e se li tocchi in un punto del corpo si spostano ma solo per riflesso, perchè non pensano niente. Come quando ti battono il martelletto sul ginocchio e ti si muove la gamba: mica ci pensi! Lo fai e basta!

Allora tu sei separato.

Ma non separato in qualche senso filosofico... Separato proprio fisicamente. Cioè, visto che ti sei lanciato sull'autostrada, sei con un pezzo del corpo sotto un camion blu, con un altro pezzo sotto una lancia delta metallizzata e magari c'hai l'orecchio sulla siepe là vicino. Poi c'è un po' di sangue su una targa ecc.

E allora ogni parte magari reagisce perchè c'ha ancora le cellule nervose, come quel mollusco schifoso. Ma anche le cellule del sangue si muovono perchè pensano che devono andare al cuore perchè sono programmate per farlo. Non sanno che il cuore è sotto lo pneumatico della fiesta bianca, a kilometri di distanza!

E non pensi più ad un cazzo perchè sei frammentato. Come uno specchio rotto che riflette mille cose diverse ma che non sa nulla del tutto-insieme.


Una delle poche cose che mi impressiona oggi è come faccia il cervello ad avere tutti quei pensieri inutili in così poco spazio... E' come mettere tutti gli oceani del mondo in uno di quei contenitori per i rotolini fotografici: ma come cazzo faccio? Non sono mica Mago Merlino! Eppure...


Ti auguro un 2004 senza pensieri di alcun genere, ti auguro il vuoto della mente e la percezione sensoriale assoluta... magari in compagnia della donna dei tuoi sogni :)

Un abbraccio forte

M

7.1.04

MANIFESTO DEL ...




MANIFESTO DEL BLOG

Salve a tutti \e cari amici vicini e lontani vecchi e nuovi , da oggi inizio un viaggio insieme a voi , chi vuole essere mio compagno di strada e ben accetto , questo è ciò che amo : rispetto , fratellanza , solidarietà , tolleranza ; questo è ciò che odio : intolleranza o tolleranza passiva ( indiffferenza ) e volgarità eccessiva e\o gratuita , preopotenza .

Le odio in quanto viaggiano a braccetto con stupidita` e fanatismo e fondamentalismo religioso e politico .

Per questo blog userò il regolamento del  sito www.censurati.it .

Esso sarà un ulteriore approffondimento e ulteriore svuiluppo del sito Il blog in questione ( come il sito d'altronde ) non è non è una testata giornalistica ma semplicemente un sito di rivendicazione sul diritto d'opinione.

Un portale anomalo, atipico, che offre un servizio completo di informazione interattiva in cui non esiste censura , e questo per assicurare una libertà di opinione e di espressione inesistente di fatto nelle redazioni giornalistiche e tra poco anche pubbliche , se continua cosi .Gli articoli che arriveranno porteranno la firma dell'autore o la fonte di provenienza.Il sito e adesso anche il blog nascono dalla convinzione di per poter offrire una visione a 360° della verità nei media (su carta stampata, su web, in radio , in televisione), sia il sito che il blog si occupano di informazione senza filtri proprio perché tutti noi siamo stati profondamente disgustati dal comportamento costante di una categoria professionale che è la più servile, ipocrita, corrotta e priva di qualsiasi etica, che non è quella dei giornalisti, in quanto esistono anche giornalisti coraggiosi e onesti , accusati spesso ingiustamente, ma degli editori, direttori e caporedattori che decidono quale notizia far passare a scapito di altre. Questo a nostro giudizio avviene proprio perché il rapporto con l'informazione è idiosincratico, stereotipato, paralizzato e incapace di percepire alcuna innovazione. Almeno finora. Censurati.it ( e ora a nche il blog ) è nato per questo, per farti sapere "quello che non ti vogliono e non ti lasciano dire dire".
Ci sono infatti centinaia di notizie accuratamente insabbiate, occultate, che "non devono passare", spesso per motivi politici, motivando il tutto con la famosa scusa del "non adatto alla linea editoriale" ma a volte anche solo per nepotismo all'interno delle redazioni, oppure a causa del mobbing giornalistico di cui si parla tanto ultimamente. Ecco, il nostro scopo è proprio quello di eliminare queste cuciture alla bocca di chi ha il coraggio di affrontare tematiche scottanti, ma sistematicamente sorvolate e non considerate, per garantire una politica basata sull'ignoranza popolare. Essi nascono come alternativa a tutto questo, per una riforma nell'informazione a garanzia del diritto della persona a sapere cosa sta accadendo "veramente". Ognuno ha diritto ad esprimere la propria opinione senza censure e senza filtri, a qualunque : corrente politica , religione , etnia , movimento appartenga. Per evitare quindi il piattume in cui rischi di cadere, collabora anche tu, se senti di poter esprimere verità scomode. Nessuno ti metterà un bavaglio!

Unica limitazione per utenti , sottoscritto compreso , è il buon senso e il rispetto verso le idee degli altri . Non sono amessi post sessisti , razzisti , xenofobici . bestemmie ( contro le religioni o credi perchè qualcuno\a può essere credente ) o insulti gravi , spam . Questo gruppo \ blog vuole proporsi come luogo di libero scambio di 'idee' su qualsiasi argomento, non solo giornalistico o d'attualità , anche se prelevato dalla rete o dalle forme d'informazioni citate sopra ..

Inoltre , in quanto i fatti contano fino ad un certo punto , mentre ciò che conta nella storia sono le reazioni , i pensieri , agli affetti , le sensazioni con cui si vivono gli avvenimenti e come reagiamo ( passivamente o atttivamente ) all'evolvere del mondo che ci circonda e ai suoi eventi di cui si è protagonisti ( passivi o attivi ) oppure semplici spettatori che provocano altri eventi , sarete voi i protagonisti con le vostre paure , i vostri sentimenti , insomma il vostro , anzi il nostro io . Quindi vi chiedo , mi farebbe piacere di scrivere sfogandovi dando sfogo alle vostre emozioni , alle vostre ansie , paure o commentare allo stesso modo i miei post o i posti scritti dagli altri utenti .