11.11.05

Senza titolo 966


Dieci anni fa, il 10 novembre 1995, nella grande città negeriana di Port Harcour, un uomo veniva impiccato come un cane, dopo un processo farsa. Il suo nome era Ken Saro Wiwa, scrittore, il Socrate africano.Il suo reato ? La difesa del proprio popolo, gli Ogoni, un piccolo gruppo etnico che viveva di agricoltura, caccia e pesca, il cui territorio fu devastato dalle compagnie petrolifere.Ken Saro Wiwa contro di loro e contro la dittatura che le proteggeva, fu ferma, ma pacifica. Questo è il suo testamento le parole pronunciate dinanzi ad un giudice, che senza consentirgli possibilità di difesa, lo condannò a morte."Signor Presidente, tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale. Non siamo sotto processo solo io e i miei compagni. Qui è sotto processo la Shell. Ma questa compagnia non è oggi sul banco degli imputati. Verrà però certamente quel giorno e le lezioni che emergono da questo processo potranno essere usate come prove contro di essa, perché io vi dico senza alcun dubbio che la guerra che la compagnia ha scatenato contro l'ecosistema della regione del delta sarà prima o poi giudicata e che i crimini di questa guerra saranno debitamente puniti. Così come saranno puniti i crimini compiuti dalla compagnia nella guerra diretta contro il popolo Ogoni"

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