Vento, prorompente.
Vento che sferza la faccia, frusta le mani sino a schiaffeggiare l'Anima.
Vento che ferisce gli occhi, strappa via una lacrima inattesa... una goccia di stupore e di emozioni confuse, goccia di testa che gira e di stomaco sottosopra, falciata all'improvviso per finire nella spuma bianca ed urlante...
Goccia nel Mare.
E distese d'immenso, fin dove l'occhio si perde,
senza tregua,
senza pause,
senza scampo alcuno.
Mare color acciaio, e la nave è una culla dalle strane fattezze in balìa d'una mano furente e allo stesso tempo lenta all'esasperazione...
Goccia nel Mare
e Onda tra le Onde.
Lontano da qui, sui pendii scoscesi, il Vento s'innalza proclamando se stesso.
Scolpisce gli scogli, fugge sulle coste.
Solleva la sabbia in danza forsennate, in esodi cominciati millenni fa e che fine non hanno.
Goccia nel Mare
e Onda fra le Onde
e Granello sulla Spiaggia.
Mi guardo attorno, sperduta ed esaltata, sotto un Cielo di Piombo, sopra un Mare di Mercurio.
E schiaffeggia il mio viso, il Vento, ed altri volti, ed altre mani.
Corpi rabbrividiscono nel suo gelido abbraccio.
Urla possente, fugge e stravolge e si dibatte,
sino in fondo agli occhi,
sin dentro le vene,
dritto al centro del cuore.
E, ovunque si sposti lo sguardo,
la Vita.
Goccia nel Mare
e Onda fra le Onde
e Granello sulla Spiaggia
e Anima fra le Anime.
Scritto qualche giorno fa, in navigazione.
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