Senza titolo 980

 «Che strano Paese è questo che accoglie gli immigrati di tutto il mondo e poi non li fa entrare nei negozi e li costringe a lavorare di nascosto e di notte nei cantieri. Dicono che questo è il Paese della democrazia e della libertà. Ma come può esserci democrazia e libertà senza la dignità ? »  Don Mario, omelia ai funerali di un immigrato morto sul lavoro,«Sacco e Vanzetti», Canale 5, 13 novembre 2005


 


la  fiction 


 


 Sergio Rubini e
Ennio Fantastichini
in una scena del film



 


Domenica13 e lunedì14 su Canale 5 ( l'ultima spostata su rete 4 )  la miniserie in due puntate Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini interpretano i due italiani Sacco e Vanzetti, fiction d'autore "Impegno civile, non politico"Il produttore Guido Lombardo: "E' la storia di una ingiustizia"Rubini: "Mediaset coraggiosa, la Rai non lo ha voluto produrre"

"NON è un film di destra né di sinistra né, tanto meno, contro gli americani. E' la storia di un'ingiustizia commessa dagli americani su due italiani". Questo, secondo il produttore Guido Lombardo (Titanus), il senso di Sacco e Vanzetti, la miniserie in due puntate in onda su Canale 5 domenica 13 e lunedì 14 novembre, "debutto" di un gruppo di fiction che Mediaset dedica all'impegno civile (fra qualche settimana toccherà a Attacco allo Stato, sulle nuove Brigate rosse e gli omicidi Biagi e D'Antona). Prodotto televisivo anomalo, tanto da essere stato considerato all'altezza di una mostra cinematografica come quella di Venezia, dove è stato presentato, in anteprima, alla fine dello scorso agosto.
La storia è nota: quella dei due anarchici italiani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, incriminati per rapina e omicidio, giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto del 1927, riabilitati cinquant'anni dopo dal governatore democratico del Massachusetts, Michael Dukakis, miti eroici delle generazioni contestatarie del Sessantotto e del Settantasette, resi celebri da una ballata politica di Joan Baez e oggetto di un film-culto dallo stesso titolo diretto nel 1972 da Giuliano Montaldo, interpretato da Gianmaria Volontè e Riccardo Cucciolla e basato sugli atti del processo e su veri filmati di repertorio.
La miniserie di Canale 5, regia di Fabrizio Costa, scritta da Pietro Calderoni e Gualtiero Rosella, è interpretata da Sergio Rubini (Sacco) e Ennio Fantastichini (Vanzetti), e nel cast ci sono anche, fra gli altri, Omero Antonutti e Anita Caprioli. Un lungo racconto, che copre il processo, che durò sette anni, mobilitò l'opinione pubblica non solo americana ma anche europea, soprattutto francese, smosse pure il Vaticano e fece degli italiani due martiri dell'ingiustizia. Ma ampio spazio è riservato anche alla vicenda umana dei due protagonisti, alle loro motivazioni, al contesto storico. Per questo si tratta di "un film non politico - spiegano gli autori - ma con molta politica dentro". Si parla di emigrazione e sofferenze, di intolleranza razziale, di anarchia ma "distinguendo anche la componente violenta, quella di Andrea Salsedo e Gaetano Bresci, da quella più idealista di Vanzetti - dice Rosella - cercando di distinguere e di non essere reticenti".
"Da quegli anni a oggi - osserva Sergio Rubini durante la presentazione del film, a Roma - niente è cambiato, gli interpreti sì ma i costumi no: la commedia, il dramma sono sempre gli stessi. Quello che eravamo ottant'anni fa lo abbiamo dimenticato, visto che su un giornale, qualche giorno fa, ancora ho visto la foto di un immigrato e il titolo 'I nuovi barbari'". Rubini ha fatto i complimenti a Mediaset per il coraggio di realizzare il film: "E' sorprendente che a produrlo non sia la Rai, alla quale vanno invece i miei 'scomplimenti'". E anche se il film racconta una pagina nera dell'America "terra di libertà e giustizia", "non c'è traccia di antiamericanismo - ha precisato Lombardo - non è un film politico, ma solo la storia di un'ingiustizia". Rubini ha aggiunto di aver considerato Sacco "una persona di famiglia, mi ricordava la storia di mio nonno, le cui gesta di emigrante in America nel 1918 per cercare fortuna vendendo ghiaccio, e che poi sposò mia nonna per procura, mi hanno affascinato da ragazzo".
Anche per Ennio Fantastichini il film ha un significato particolare: l'attore, che viene da una famiglia di contadini e ha detto di essere cresciuto "con il sogno americano" ha raccontato di essersi avvicinato a Vanzetti chiedendo "idealmente" ispirazione a Volontè, che fu Sacco nel film di Montaldo. E definisce questa miniserie "altamente pedagogica": "Speriamo che la vedano i più giovani perché parla di fratellanza in un Paese che ancora alcuni vorrebbero diviso in Nord e Sud". Alla proiezione del film, oltre a un gruppo di studenti, c'era anche Giuliano Montaldo, che ha ricordato la commozione provata quando Dukakis lo invitò in America il giorno della riabilitazione, e ha apprezzato il lavoro e la sua attualità: "Parlare di quei due non è solo ricordarli, ma anche parlare di intolleranza in un'America in cui, allora, fuori dai ristoranti, c'era scritto 'No dogs, no niggers, no italians'". 



 



 


La Storia


Caso giudiziario trascinatosi dal 1920 al 1927 che ebbe come protagonisti gli immigrati italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte il 15 aprile 1920 per l'omicidio di due uomini durante una rapina in un calzaturificio. La loro esecuzione provocò proteste in tutto il mondo. Il carattere puramente indiziario delle prove addotte contro i due italiani (che erano attivisti anarchici) attirarono sulla corte accuse di faziosità dettata da motivi razziali e politici. La richiesta di riaprire il caso venne sistematicamente rifiutata, anche quando un altro detenuto, condannato a morte, confessò di aver preso parte alla rapina. Solo nell'agosto 1977 il governatore del Massachusetts Michael Dukakis riconobbe in un documento ufficiale gli errori commessi nel processo, riabilitando completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
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 cronologia
- Il libro "L'eredità di Sacco e Vanzetti" di Russel Aiuto tradotto il italiano per questo sito con la storia e immagini
- Documentazione passaggeri
- Articolo del Corriere della Sera sul 75° anniversario della loro esecuzione



 per  altri  documenti e  siticercate all'interno del  blog   in quanto ne  ho già parlato  qui


Commenti

SuaSquisitezza ha detto…
Sono ignorante.. scusate..

ma perche' l'hanno spostata da Canale 5 a Rete 4?
compagnidiviaggio ha detto…
òla risposta potrebbe essere questa tratta dal blog di daniele lutazzi


sacco e vanzetti

Hai fatto bene a tirare fuori questo fatto, anche xrchè anchio mi sono trovato nella tua stessa situazione, solo che me ne sono accorto allle dieci passate e buona parte del film me la sono persa. Io non credo che i dirigenti mediaset non abbiano visto il prodotto prima di mandarlo in onda, invece credo che ci sia stata una pressione politica pro-americana ad intervenire per ammorbidire l'evento.

Come fa una nazione non democratica a portare la democrazia nelle altre nazioni? Se il modo di vedere la democrazia è per gli americani è questa quà, come sarà allora una dittatura?

fede

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