La Filosofia di Croce è, infatti, la fide della filosofia della storia e, dunque la fine della coincidenza della libertà con la necessità. Ecco perchè è sbagliato vedere in Croce un semplice neohegeliano: semmai, Croce è il critico per eccellenza di Hegel. La sua filosofia distrugge le categorie epistemiche: che è come dire che il pensiero crociano porta a compimento la "storia della coscienza" e consegna gli uomini alle responsabilità delle loro azioni singole e plurime.
Se si vuole si può dire che il giudizio di Croce (la teoria del Giudizio) è una sorta di riproposizione del "sapere di non sapere" di Socrate, perchè funziona a tutti gli effetti come limitazione del potere della mente umana e di conseguenza, del Potere.
I totalitarismo del Novecento cosa sono se non la somma e sintesi assassina di Verità e Potere ? Una presunzione fatale che il filosofo d'Atene colpì subito al cuore agli albori del pensiero occidentale. Il liberalismo crociano può essere interpretato come nuovo socratismo. E la cosa può destare meraviglia solo in chi è affetto da pigrizia mentale.
Il liberalismo, per chi non lo concepisce come regoletta da mandare a mente, è la sensibilità della vita che, essendo in gioco e non su di un piedistallo o in un'aula universitaria, limita conoscenza e potere.
Giancristiano Desiderio
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