Caserta - La scrittrice Nadia Marina, domenica 18 novembre presenterà il suo libro di poesie titolato Galere presso il cortile di Palazzo Lanza a Capua alle ore 21,30. Il titolo Galere fa riferimento per metafora alla quotidianità anche di chi non è ai margini ma cade nella gabbia in cui ci rinchiude la passione, nella irrazionalità, bella e terribile al contempo. Il libro Galere contiene storie di strada, in pillole, in parte ispirate da persone incontrate nella sua lunga attività di giornalista e di volontaria nel mondo dell’esclusione sociale. Storie interpretate, solo talvolta in chiave lirica, tra realtà e finzione. La raccolta di ballate spazia nel tempo interiore della scrittrice, sfiorando la storia con riferimenti al fascismo, all’Intifada, al rapimento delle due Simona, nello spazio scomodo di un Sud maltrattato, con affreschi su Scampia, Villa Literno, Marcianise, Caserta, affrontando anche temi scottanti come lo stupro, la pedofilia, l’aids, la prostituzione. Durante la presentazione vi sarà anche la proiezione della mostra fotografica digitale “I Figli del Vento” che documenta le condizioni di vita delle comunità Rom campane. Nel mese di dicembre il 12 alle ore 19.00 nella libreria Spartaco di S. Maria C.V., nell’ambito delle iniziative “Terre di lavoro, Quadri sociali dell’esclusione”, la giornalista del Corriere del Mezzogiorno Antonella Palermo incontra la scrittrice per discutere sui tanti temi trattati nel libro che contiene 60 ballate raccolte negli anni. Una sezione, a sorpresa (Rose e ortiche) contiene alcune dediche in omaggio a personaggi famosi, talvolta conosciuti e amati, talaltra solo immaginati, forse premiati per l’importanza della loro preziosa presenza nella storia e nella letteratura (Roberto Saviani, Pier Paolo Pasolini, etc). Dal Ghetto di Villa Literno al G8 di Genova, dallo stupro del Circeo al caso di pedofilia verso una bambina rom di dieci anni da parte di un gagio balea (italiano maiale), dai tossici di Scampia al pane sudato guadagnato con la lavorazione della canapa nell’antica Marcianise, dalla raccolta del pomodoro di Villa Literno alla prostituzione del travestito che becca l’aids nella nostra città e percepisce una pensione di 200 euro per vivere, dai bambini che praticano il caritare alle grandi feste danzanti nei nuovi ghetti in cui si continuano a confinare questi scomodi migranti, i Rom, alcuni oramai stanziali da trenta anni, altri definiti europei solo per una ignobile beffa del destino, date le ultime proposte normative sulle espulsioni facili da parte dei prefetti. Un ennesimo libro, dopo Gomorra di Saviano, che pone in evidenza il degrado in cui la camorra fà vivere la Regione Campania. Una Regione dove chi nasce nel ghetto non ha diritto a migliorare la sua posizione sociale perchè farebbe capire ai poveri che i "favori" elargiti dai camorristi durante le campagne lettorali sono loro diritti. Una Regione dove l'articolo 34 costituzione, che parla del diritto allo studio anche dei meno abbienti non viene rispettato. Dove chi decide di uscire dalla periferia e di proseguire la sua carriera scolastica fino all'università viene fatto ghettizzare dai camorrisiti per far capire che chi vorrà seguire il suo esempio sarà emarginato e non avrà altra scelta che andarse in un'altra Regione. Una Regione, la Campania, dove il lavoro a nero è un cancro oramai radicato perchè i lavori onesti devono essere solo una copertura, alla fine tutti in un modo o nell'altro devono servire il "Sistema".
Romilda Marzari
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