9.10.08

il dolce e l'amaro


Dopo film e fiction , romanzi , trasmissioni sulla mafia in particolare il padrino (  tutte  e tre le serie   ) la piovra  , palermo-milano e milano-palermo ( sceneggiati dalla nostra utente Rosella drudi www.diteloame.splinder.com ) , bronx  , quei bravi ragazzi ,  ultimo , il capo dei capi , la mafia è bianca , le trasmissioni di lucarelli e  di iacona . Cento passi Non ne volevo sapere tant'è vero che ho smesso , pur continuando a mantenere il banner , perchè capisco cosa vuol dire lottare contro la mafia non dal nord , ma dal sud ( oltre a conoscere via email i responsabili del sito ) ad ammazzatecitutti ( ammazatecitutti.org ) ho cambiato idea . Il perchè è dovuto alla forte presenza ( anche se si tratta solo d'infiltrazioni e mafie economiche e non di mentalità ) nella mia sardegna ., 2) i pro a fare film o fiction sulla mafia nel forum di ammazzatecitutti nel dibattito sulla fiction su toto rina e provenzano . 3) la visione del film , che vado a commentare , il dolce e l'amaro consigliatomi sia d'amici sia dallla stessa commessa ( moglie di un mio amico ) della videoteca in cui noleggio i film per sopperire alla banalità e alla mediocrità , eccetto la notte e qualche poerla in mezzo ala ... in prima serata .4) l'intervista  rilsciata  dall'autore del  film  a poretale  filmup.leonardo.it  in particolare questo pezzo : << (...) Tra documentari e film, una nuova leva di registi sta tornando, dopo un po' di tempo, ad occuparsi di criminalità organizzata. Secondo te quali sono i motivi ? Andrea Porporati: Parlo per me e per gli altri autori del film. Noi abbiamo scelto l'ambiente mafioso per parlare dell'Italia, perché la mafia è un precipitato esagerato, isterico addirittura, di certe nostre contraddizioni degli ultimi 25 anni. Quindi forse è questo che ci spinge ad andare a cercare un mondo che ci riporta a tutte le contraddizioni che viviamo anche noi che non facciamo parte di quella realtà così estrema e però proviamo sulla nostra pelle. Ad esempio gli anni '80 - che sono poi l'80% del nostro film - sono quelli della grande ebbrezza, dell'impazzimento collettivo che colpisce anche la mafia, in cui c'è l'illusione che si possa vivere prendendo solo il dolce. Ecco, questo nella storia della mafia è avvenuto in modo macroscopico, perché sono gli anni in cui si impadronisce del traffico della droga e quindi c'è una prosperità mai vista anche nel mondo criminale. Ciò però scatena una guerra intestina e anche esterna contro lo Stato che spinge i mafiosi a diventare stragisti, e alla fine devasta tutto. E' molto semplice ma riguarda un po' tutti, non soltanto chi abitava in Sicilia. Anche perché - e questo tengo sempre a specificarlo - la mafia è un fenomeno storicamente determinato, ma pure un modo di vedere la vita, di pensare universale, temo. Vorrei anche aggiungere che nel film c'è la storia parallela di altre due persone nate nello stesso quartiere del protagonista, interpretate da Fabrizio Gifuni e Donatella Finocchiaro, che pur provenendo dalle medesime difficoltà e miseria fanno una scelta radicalmente opposta: uno diventerà giudice e l'altra una donna comune. Lei, pur amando Saro non può accettare quel tipo di vita e quindi è una delle presenze eversive nel mondo di Saro, semplicemente essendo normale mette in crisi lentamente tutte le sue idee. Un altro tema del film è il maschile e il femminile, la mafia è forse l'ultimo mondo rimasto apertamente patriarcale, fondato sull'autorità maschile, è quasi vetero-testamentario. Le donne se vogliono primeggiare devono farsi uomini in qualche modo, assumere le "virtù" di un uomo feroce. Invece una donna normale, senza neanche fare nulla di particolarmente eroico, non può che essere una presenza sovversiva nella vita di un mafioso, perché porta con sé uno sguardo sul mondo che è quello della realtà. La vita mafiosa è la costruzione di un mondo a parte, alterato che inevitabilmente entra in conflitto con il mondo vero. (....)  >> qui il resto


ora  veniamo al film vero e proprio 

Per alcuni critici  ,  in particolare quelli che hanno assistito alla   presentazione  a venezia  2007  ,  non  è piaciuto  gran chè  << 
Quanto alle reazioni, alla fine della proiezione stampa, molti critici presenti hanno giudicato il film solido dal punto di vista della storia che racconta, anche se prima di quel timbro d'autore tipico delle pellicole il concorso. Ma, visto l'argomento e la bravura degli interpreti, è probabile che la reazione del pubblico sarà più calorosa . >> . ma non importa  perchè puà ò capitare  che un film sia  maòltrattato  dalle  critiche   ed essere  un buon film per  il  pubblico come nel mio caso  .
Concordo  con quanto dice  filmup  nella prima  parte  : << Il film è lento, ma riesce a catturare l’attenzione senza però creare momenti di vera tensione che facciano affondare le unghie dello spettatore nel bracciolo, non c’è alcuna suspence, tutto appare già descritto e prevedibile. >> in effetti . Ma è  L’analisi dei personaggi  convincente soprattutto Luigi Lo Cascio, l'amico magistrato   che  SPOLLER    gli ripete le parole del padre  SPOLLER   il boss mafioso  pittore   interpretato da  Renato Carpentieri per la prima  volta  alle prese   con un ruolo da mafioso  ( dopo  il  ruolo  di  questore    nella 
fiction la squadra  )  . Questo film  di   Andrea Porporati può essere  considerato l'equivalente Italiano di Bronx  e  quei  bravi ragazzi  . contrariamente a quanto letto dopo la prima al festival di Venezia,il mio giudizio è abbastanza positivo.Ultimamente siamo abituati a spellarci le mani per film   ormai sempre  più  mediocri d'oltre Oceano pretendiamo però dei capolavori dal ns cinema italiano.La trama a volte è un po' lenta. e  alcune scene erotiche sono un di più. ...  ma però la bravura degli attori vale il prezzo del  noleggio  del dvd  in primo luogo Lo Cascio convincente nel ruolo del "Picciotto si conferma istrionico. L'unica nota è che con un cast di questo livello si poteva osare di più  , ma pazienza  .  Concludo  Un film estremamente interessante, che ci mostra le regole di Cosa Nostra "dall'interno", cioè dal punto di vista di un giovane che desidera affiliarsi alla mafia e che per questo desiderio sacrifica il suo vero amore. Capirà in seguito come questa scelta gli sia costata in termini di dignità personale e di rinuncia agli affetti più cari (sarà costretto a non vedere più i due suoi primi figli). Il protagonista è molto espressivo, comunica attraverso i silenzi di chi si sottomette ad una realtà che lo sovrasta ma anche perchè si vede che non saprebbe dare una risposta che non sia violenta e brutale agli eventi che vive e alle persone che incontra. Solo al termine del film sarà in grado di fare una scelta positiva, ma solo perchè aiutato dalla donna che non ha mai smesso di amarlo e dal giudice che per primo gli offre un'opportunità di uscire dal mondo di violenza a cui è finora appartenuto. Si chiude quindi un capitolo della sua vita attraverso una profonda maturazione personale. Da burattino nelle mani di persone senza scrupoli riesce finalmente a capire e a pensare in termini costruttivi e autentici. L'ambiente è quello di una Sicilia a tratti stupenda a tratti brulla e desolata in cui il giovane protagonista impara la dura legge della violenza. Impressionanti le scene degli omicidi a sangue freddo che i mafiosi incalliti commettono in grandi spazi aperti, contrapposte alla scena dell'omicidio nel ristretto spazio dell'ascensore che Saro deve compiere e che lo sconvolge nella sua brutalità efferata.


La frase:La frase:
- "...perché prima dicevi che c’era il sole?"
- "Perché guardavo con gli occhi miei e ora guardo con i vostri".






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3 commenti:

Giangi2803 ha detto...

Complimenti per il tuo blog...perchè non mi inserisci tra i tuoi amici e mi linki?? Te ne sarò grata

grazie!!!

ameya ha detto...

sempre bellissimo qui...

smeraldoeneve ha detto...

Complimenti sinceri.

Greeneyes

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