30.11.12

stato italiano dipende dal vaticano .ricorso contro la sentenza della Ue per difendere una legge ( quella sula procreazione assistita ) iniqua ed inumana smantellata da sentenze della magistratura italiana



in sottofondo questa famossima e triste  canzone




 E'   d'ieri  la decisione  di  un altro  l'ennesimo (  perchè in italia  non si può  decidere    niente  da  50  anni in tema  di  bioetica     se  il Vativano  non vuole  )  governo  succube   delle pressioni dirette  e indirette  e  dei voti del  Vativcano  o meglio del potere  temporale della  chiesa  cattolica  :   tutto a scapito   dei cittadini  , della loro  salute   e  delle magistratura   (  vedere  url   all'interno del  1  articolo sotto  )    che hanno dichiarato  ingiusta  e anticostituzionale  questa   vergognosa  ed  aberrante  legge .  Negli articoli sotto ulteriori news

 il primo  è  di  http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/antonio-buttazzo-opinioni Pubblicato il 30 novembre 2012 08:22 in Antonio Buttazzo - Aggiornato il 30 novembre 2012 01:04



Bisognerebbe capire dove risiedono le esigenze di “salvaguardare l’integrità e la validità del sistema giudiziario italiano” denunciate dal Governo Italiano con il ricorso avverso la Sentenza di Strasburgo che definiva la legge 40 sulla fecondazione assistita “una violazione del rispetto della vita familiare”.
Il Governo italiano ha presentato ricorso alla “ Grand Chambre”della Corte Europea per contestare la legittimità della pronuncia del 28 agosto scorso che aveva, come detto, stigmatizzato l’adozione di quella legge, condannando lo Stato italiano a risarcire la coppia che vi si era rivolta per la salvaguardia dei propri diritti.
Le Corti di giustizia italiane a più riprese avevano censurato sotto diversi profili la legge 40 , al punto che attualmente appare completamente snaturata. Infatti dal diritto di ottenere il congelamento degli embrioni sino a quello ad una diagnosi preimpianto, passando attraverso l’eliminazione del limite di utilizzo di tre embrioni per ciclo di fecondazione, diverse pronunce hanno via via ridefinito in senso costituzionalmente orientato la legge, tanto che oggi appare stravolto l’impianto normativo sì da risultare del tutto diverso da quello concepito dai compilatori.

Nonostante ciò, il Governo ritiene di ricorrere avverso la decisione di Strasburgo per salvaguardare una integrità normativa e di sistema che di fatto non esiste più e non per colpa dell’Europa ma perché quelle norme erano in contrasto con i nostri principi informatori.
Peraltro, il ricorso viene presentato da un governo che si definisce tecnico e provvisorio ma che non ha sentito la necessità di confrontarsi in Parlamento su temi squisitamente etici, dove diverse sensibilità avrebbero potuto approfondire l’opportunità di proseguire nella difesa di una legge che dovrebbe essere ripensata e rimodulata alla luce di un approccio meno confessionale di quello da cui è scaturita.
Il dubbio sempre più pressante è che in determinate occasioni, questo Governo sappia essere politico ed anche piuttosto smaliziato se si pensa che il ricorso è stato presentato l’ultimo giorno utile.
Forse così era più facile evitare un dibattito politico sulla Legge 40/2007 , confronto che non avrebbe fatto piacere a quella parte del governo “tecnico” che ha difficoltà ideologiche ad identificarsi laicamente.


meno male  che     ci sono dei parlamentari   che non hanno mandato il cervello all'ammasso  e  o in cassa integrazione

dall' ANSA   del  29 novembre, 19:33

 Procreazione: istanza 4 eurodeputati contro ricorso Italia Iniziativa Idv e Pdl, contro governo anche Cozzolino (Pd)

 BRUXELLES
 Quattro europarlamentari - Niccolò Rinaldi, Andrea Zanoni, Gianni Vattimo di Alde-Idv e Gabriele Albertini del Ppe-Pdl, in collaborazione con l'associazione Coscioni - hanno inviato un'istanza alla Corte europea dei diritti dell'uomo con l'obiettivo di far dichiarare inammissibile il ricorso presentato dal governo italiano contro la sentenza della Corte sul divieto della diagnosi preimpianto contenuto nella legge 40/2004.
L'istanza - si legge in una nota congiunta degli europarlamentari - ha lo scopo di porre al centro della tematica il rispetto dei diritti delle coppie ad accedere alla possibilità di effettuare una diagnosi clinica. Il 28 agosto scorso la Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che il divieto per le coppie fertili, portatori sani di malattie geneticamente trasmissibili, di accedere alle tecniche di fecondazione in vitro per poter effettuare la diagnosi preimpianto, posto dalla legge 40/2004, viola l'articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
In campo contro il ricorso del governo e' sceso anche il vicecapo della delegazione del Pd all'Europarlamento Andrea Cozzolino. Secondo il quale questa decisione ''e' davvero grave e inspiegabile. Il ministro Balduzzi - per Cozzolino - dimostra la sordità dell'esecutivo rispetto a un clima generale che si respira nell'opinione pubblica del nostro Paese fortemente contrario'' alla legge 40. ''Va quindi sostenuta - conclude Cozzolino - l'istanza a firma di 45 parlamentari che chiedono alla Corte di rigettare il ricorso del Governo''.

29.11.12

Torpè, 31 centesimi al mese per una 65enne madre di 12 figli

                                   UN UFFICIO DELL'INPS

fonte unione sarda online   di  giovedì 29 novembre 2012
Una madre di 12 figli ha fatto domanda per la pensione sociale e ha ricevuto un assegno di un euro e cinque centesimi (relativi agli arretrati da luglio a settembre, più ottobre e la quota di tredicesima).Ha dell'incredibile la storia di Maria Carroni, di 65 anni, madre di 12 figli, che dopo aver presentato domanda per ricevere la pensione sociale dall'Inps si è vista recapitare nella sua casa di Torpè un assegno di un euro e cinque centesimi, relativi ai mesi arretrati da luglio a settembre, la rata di ottobre e la quota di tredicesima. Nello specifico la sua pensione mensile è di 31 centesimi. "Hanno speso più di carta e francobollo. Sarebbe stato meglio se me l'avessero negata", ha commentato sconsolata la nuova pensionata sociale. Forse, a condizionare i calcoli dell'Istituto previdenziale, sono stati i redditi del marito, Pietro Asole, di 79, operaio in pensione. Egli "da solo" riceve 1.400 euro: 700 per la pensione di vecchiaia, due assegni familiari e l'indennità di accompagnamento per un figlio disabile. "Dopo una vita dedicata alla famiglia, questo è quello che lo Stato mi ha riconosciuto - ha aggiunto Maria Carroni - provo solo tanta rabbia e incredulità".

[ come soppravvivere al natale e alle festività ] 2 puntata Musiche , pubblicità , spese , tv , luminarie , presepi

La Taverna dell'EcoVisto  che  C'è chi il Natale proprio non lo sopporta. Per carità, ognuno è libero di vivere la propria vita come gli pare,ma  nessuno ( o quasi  ) ha il coraggio, come già parlavo   di dirlo apertamente per  paura  d'infrangere  un tabù  buonista  e  d'eressero additato come  un guastatore della felicità altrui . Io con il natale  ho un rapporto d'amore  e odio e cerco di coglierne  ogni sfumatura  posso provare  a  consigliare metodi ironici ( ma molto vicini al vero )  sicuri per lasciarsi alle spalle la festività più attesa dell'anno senza stressarsi troppo
da http://www.scattidigusto.it/2010/12/05/il-calo-del-desiderio-e-peggiore-del-calo-dei-consumi/




                           La televisione  (  film ,  pubblicità , speciali dei tg  ,  ecc  )

 da http://testquiz.tuttogratis.it/natale/
La televisione in questo periodo è tutta uno sfavillare di luci, suoni, giocattoli e pubblicità che vi ricordano quanto poco manchi al 25 Dicembre. Se non avete bambini  al di  sotto del 6\7 anni  Spegnetela o quanto meno :  usate  senza  pietà  il telecomando o per cambiare  canale  o se  non ci riuscite  abbassate  il volume  e parlate  fra di voi , oppure  estrema razio    il tasto silenziatore  .Idem in internet  .  vi serve. C'è sempre Internet. Al massimo troverete qualche banner decorato o qualche blog o portale fissato col Natale ( evitate se potete  facebook b e simili  tra il 20\26   per   non sesere costretti a fare   o rispondere ad  auguri dell'ultimo momento   anzi chiudete la bacheca   )   Se  avete   bambibni piccoli  e allora o  inventate storie  natalizie magari reinterpretando  i fumetti dela vostra  infanzia   oppure raccontate quelle che  vi raccontavano  i nonni e  bisnonni  e altri  della famiglia  oppure  che  trovate  in rete   o  li fate vedere  la tv  a voi la scelta fregandovene   tanto  è solo una volta  all'anno


                                                            decorazione  e presepi
Io  come ho già detto l'anno scorso   (  vedere qui )    da circa  15 anni  guardo luminarie con indifferenza , anche  se  uso quelle di negozi ( compreso il nostro ) o le faccio in casa  per  tirarmi  su  se  sono  giù o perchè attratto dal'atmosfera  di natale

 quest'anno non credo che faremo nessuna decorazione \  illuminarla  e presepe in  casa  , ma  solo in negozio  giusto  per  abbellire un po' l'atmosfera  malinconia  tipica del periodo che della crisi  .
Come  sono arrivato  a ciò'  ? l Per chi mi chiede consigli leggetevi o rileggetevi  i link  dell'introduzione  e  della prima puntata dello  guida  del 2011 (  mesi  novembre  \ dicembre  )  io non ne  ho perché  come ho detto in una  puntata sempre  della guida  delllo scorso anno    sono un peccatore   mi contraddico .Ma  soprattutto perché risposta non c'è l'unico metodo per chi odia l luminarie sarebbe quello di  girare al largo da vie illuminate e  andare in vie poco illuminate,  cosa non fattibile per le  decorazioni pubbliche    per quelle  dei negozi  visto che  in questo periodo anche i negozi della periferia  sono addobbati  .Per   quanto riguarda il presepe  e le polemiche    nelle scuole   , ecc  ri  rimando allo stesso post .  Comunque per  chi volesse  farlo   ecco alcuni  url 



                                                      Spese

Andate al supermarket durante la settimana e non il fine  settimana  ed evitatelo  se  è possibile   il   20-24  Lasciate a casa i bambini (  sopra  i 12\14  anni ) salvo che  non  abbia trovato a chi darli se  troppo piccoli  e niente code, niente bambini che si fiondano sulle corsie dei giocattoli (moltiplicate per l'occasione ) o  dolciumi  con gadget  annessi
Decorazioni, panettoni, ecc...? Lasciateli perdere a meno che non abbiate  un negozio ed  un attività commerciale   e  dei bambini  al di sotto dei 15   o siete voi stessi   coinvolti dallo spirito natalizio  o  lo vogliate usare  come  arma  di rifugio  da  un mondo difficile  (  canzone di renato carotone  )

                                                Musiche  e  canzoni
Un bel  dilemma   visto  che oltre  quelle  della pubblicità , ci si mettono anche  le stupide  mode  importate  dagli Usa , cioè quelle  dei dischi  con canzoni di natale \  i Christmas Songs fatti dai bing  della musica  . La  soluzione ( specie se  si  hanno  figli fino ai  18  in giro per  casa )  sarebbe  quella  di mettersi i tappi nelle orecchie    togliendoli solo  a pranzo e cena  o  quando vengono amici\che o  uscite  . Oppure  quello di  andarsene ( soluzione valida   per i primi 24  giorni  di dicembre  )  rinchiudersi  in casa staccando internet  e tv , o in un monastero \  convento  oppure un tempio buddista  . Oppure   fare  come  me  prendetela  con ironia  cioè storpiatele  o reinventatele ( qui  nella  guida  dell'anno scorso  ulteriori dettagli  ) . Potete  anche  : 1 ) insegnare  che non esistono  le   solite  stucchevoli  ma  anche  canzoni come queste



2)  fregatevene  viene solo una volta  all'anno   . qui altri testi    per  far si  che  natale non sia   solo   jingle bell  

                                                           Uscite 

tempio natale  dicewmbre  2010 di barbara  canu  
Uscite poco  Meglio stare a casa a leggere un buon libro o  a  ...... o  davanti al camino di casa  (   foto sotto al centro del mio camino   )  che vedere le città ed  i paesi  invase da luminarie e sciami di persone che migrano da un negozio all'altro quando   i regali  si posso programmare  come  ho fatto io e faccio ogni anno   da  ottobre  \  novembre.(  vedere prossimo post   )   A meno che  i vostri amici \ che  o parenti che non vedete  tutto l'anno  perchè  sono  fuori  dalla  tua  città  \ paese   regione O avete una  forte resistenza psicologica ed  ambientale



Veniamo ora a qualche consiglio,  che poi  anticiperà le puntate  successive  , per sopravvivere allo shopping compulsivo natalizio: parliamoci chiaro, è un po' un vizio di noi tutti\e  ( sottoscritto   compreso  ) che pensano  : <<  piuttosto si azzerano i risparmi, ma il Natale lo si festeggia come si deve  >>

   1. Comprate prima i vostri regali  Se ordinate regali online il consiglio vale ancor di più: eviterete gli ingorghi dei corrieri e sarete sicuri che il vostro pacco arriverà per tempo. Io  li compro già da  ottobre\novembre  , perchè i pezzi dell'artigianato  delle botteghe del mondo\ commercio equo e solidale   sono in numero limitato  e unici
   2. Fate la spesa per a cena  o  il pranzo di Natale in anticipo .   Anche la spesa può essere fatta con largo anticipo. Troverete tutto  a prezzi decenti. C'è sempre il congelatore    Non fate shopping di sabato e domenica     Eviterete il delirio nei centri commerciali, il traffico e tutto il companatico: se potete fate gli acquisti dopo il lavoro, tanto ormai i centri commerciali rimangono aperti fino alle 21 o alle 22.
   4. Addobbi, carta regalo e chincaglierie varie ?  riciclate quello che avete  in soffitta
   5. Occhio al portafogli Tenete un minimo di contabilità delle vostre spese. Riuscirete a capire dove è finita la vostra tredicesima (sempre che ne abbiate una)


 con questo è  tutto .  prossima puntata    i regali

27.11.12

[ come sopravvivere alle festività natalizie ] introduzione + prima puntata . la dieta pre natalizia


non ricordo  da  dove  se da  google  o da uno dei siti
citati nel post  
siamo  a metà novembre  e già  iniziano  ad addobbarsi  le vetrine per natale e stanno iniziando     le pubblicità in tv  e nei giornali   sia  d'auguri  che  promozioni , o idee regalo  , su come vestirsi  , cosa mangiare  , ecc  .
Ed  come  tutti gli anni per reagire  alla massificazione   faccio la mia contro  guida ( per le precedenti vedere archivio  2010  e  2011  ) . al natale  e alle sue feste  . In modo da aiutare sia  a chi odia il natale e le sue feste  , sia   a chi lo considera  solo uno stress   , ma  non ha il coraggio  e sfatare  ilmito  del buonismo  natalizio  di dirlo  per non venire  tacciato come un disfattista oppure  tace per  non deludere i bambini  .
La  guida  di quest'anno  prendendo  spunto  ovviamente ,  dalle precedenti  ,avrà differenza  d'esse  ,   avra un prima  ( prepararsi  )  , un durante  , un dopo  perchè  si sente nostalgia  una volta passata l'atmosfera  ( perchè non è solo  ipocritamente  buonista  ) delle feste   .   Da  dove  iniziare  ?  .... mumble  ... mumble
 inizio , per chi come me  non sà  dire  di no a pressioni familiari e parentali (  dai  che  mi offendo  , non è  buono  , non ti piace  ,  non ha mangiato niente  , siamo a natale  , ecc )  o  i sensi di colpa (  c... non l'ho assaggiato  ,chi sà com'era  , dai mangiamolo se no  s'offende , ecc ) , con le  diete  priome natalizie  in maniera  da lasciare spazio alle  abbuffate . Molti si chiederanno  : Perchè scegliere di seguire una dieta prima di Natale? Semplicemente per preparare il nostro corpo a pasti e cibi ipercalorici, grassi e nemici della linea.
eccone  alcune  che posso anche essere usate eventualmente  dopo le feste



Ecco uno schema alimentare depurativo da seguire per una settimana ma che potete anche seguire solo per 3 giorni e riprendere dal 2 gennaio, dopo l’abbuffata di Capodanno.
Lunedì
Colazione: una tazza di latte light parzialmente scremato, una fetta biscottata integrale (o pane) con un velo di miele o marmellata sopra
Spuntino: un frutto
Pranzo: 150 grammi di pesce alla griglia o la vapore, carciofi crudi in insalata, due fette di pane integrale
Merenda: uno yogurt light
Cena: Minestrone con un pugno di riso, due fette di pane integrale
Martedì
Colazione: una tazza di tè o caffè, una fetta biscottata integrale o di pane tostato con marmellata, oppure due biscotti secchi
Spuntino: due fette di ananas fresco o un succo si ananas s.z.a.
Pranzo: 100 di grammi di petto di pollo ai ferri, un insalata verde o mista con radicchio, due fette di pane integrale
Merenda: un centrifugato di carote o di frutta
Cena: Un piatto di brodo vegetale con 20 grammi di pastina o orzo, 2 fette di pane integrale
Mercoledì
Colazione: Una tazza di latte light, una fetta di pane integrale con un cucchiaino di miele
Spuntino: un kiwi
Pranzo: 150 grammi di pesce al vapore, carciofi in insalata, due fette di pane integrale
Merenda: uno yogurt light
Cena: 180 grammi di tacchino ai ferri, insalata verde, due fette di pane integrale
Giovedì
Colazione: una tazza di tè e una fetta di pane tostato con marmellata o miele
Spuntino: una mela
Pranzo: 100 grammi di tacchino alla griglia, insalata mista, due fette di pane integrale.
Merenda: una spremuta
Cena: Minestra di verdura con carote, zucchine e sedano, due fette di pane integrale
Venerdì
Colazione: una tazza di tè (bianco o verde), una fetta di pane integrale con un velo di miele.
Spuntino: un frutto
Pranzo: 200 grammi di salmone fresco lessato, verdura cotte (spinaci, bietole), due fette di pane integrale
Merenda: una fetta di ananas
Cena: un uovo sodo o al tegamino, una mozzarella piccola, due fette di pane integrale
Sabato
Colazione: Una tazza di latte light, due biscotti secchi con un velo di marmellata.
Spuntino: una mela
Pranzo: due fettine di carne alla griglia, verdure bollite o al vapore come zucchini, finocchi, due fette di pane integrale.
Merenda: un centrifugato di frutta o verdura.
Cena: patate bollite, 50 grammi di prosciutto crudo privato del grasso, una fetta di pane integrale
Domenica
Colazione: Una tazza di latte light, una fetta di pane integrale con un velo di miele o marmellata
Spuntino: una spremuta
Pranzo: 80 grammi di pasta con sugo di pomodoro, 150 grammi di pesce cotto ai ferri o al vapore
Merenda: Uno yogurt magro.
Cena: Minestrone con riso e due fette di pane integrale

oppure

 Regole generali da seguire durante il mese di dicembre e di Gennaio (  e  non solo  )

Attenzione ai piccoli errori quotidiani , il cioccolatino in ufficio, l'assaggino prima di un pasto, sono veri e propri attacchi alla nostra linea.
 Bere almeno 2 litri di acqua al giorno , l' acqua esercita un'azione diuretica che libera l'organismo dalle tossine , rende più elastici i tessuti e reidrata la pelle .
Utilizzare la curcuma per insaporire i piatti . La curcuma è una spezia di colore giallo intenso , ricavata dalla radice di una pianta (Curcuma longa) coltivata principalmente in India. È usatissima nella cucina indiana ed è il principale ingrediente del curry . Contiene curcumina , una sostanza dotata di un forte potere antiossidante , antinfiammatorio e antitumorale .
Per dolcificare le bevande utilizzare il miele di corbezzolo , perché è ricco di vitamina C , che fa bruciare meglio i grassi.
Evitare , quando possibile, gli alcolici .
Aumentare le occasioni di movimento : fare shopping a piedi aiuta la linea e l'ambiente.
Bere tisane a base di Aloe, Bardana, Carciofo, Cardo mariano, Orthosiphon e Tarassaco che contengono principi attivi utili per coadiuvare i fisiologici processi di depurazione dell'organismo.

 per  chi  volesse provarne  altre  

El Alamein - La linea del fuoco di Enzo Monteleone


In un pomeriggio cupo e plumbeo , non avendo voglia  di  documentarmi  ( anche se dovrei farlo )  sui nomi e le caratteristiche delle  piante  , approfittando   degli url messi per  approfondire 

 il post  d'ieri     e i  fatto che  : << La Storia è fatta di tante, troppe, storie individuali che i libri non riportano. >> come  dice  un a famosa  canzone\poesia Una delle canzoni più belle e significative nel repertorio della musica Italiana!!



ho visto il film El Alamein - La linea del fuoco  un film del 2002 diretto da Enzo Monteleone, con Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi, Thomas Trabacchi, Luciano Scarpa e Pierfrancesco Favino.
Mio padre  mi ha detto  : <<  ma come  dopo dieci anni  >> ? . In effetti  . Il fatto  è  che  , aprioristicamente  , dopo aver visto   qualche anno fa    quando  si  parlavo  dei  60 anni dell'evento i  film :  1) El Alamein, film del 1957 diretto da Guido Malatesta,  2  ) La battaglia di El Alamein, film del 1969 diretto da Giorgio Ferroni troppo retorici  e  pieni di propaganda  , credevo che fosse un esaltazione  dell'ideologia fascista veedere  il video sotto  fra  gli approfondimenti  , o un proporre  in chiave cinematografica  l'utopistica  e forzata memoria  condivisa  (  vedere post  citato  ) .Invece  .... Mi sbagliavo 


Un film duro  , anti retorico o quasi , obbiettivo che libera  la vicenda storica   dalle   incrostazioni  neofasciste  ( vedere il video sotto tra gli approfondimenti ) e  la  riporta  per quello ch' è stato  tanto da risultare indigesto ai più  ,  bello   non   un polpettone  ( Salvate il soldato rayan   ) o melenso ( Pearl Habor   )  ,poetico in certe scene Esso ha rafforzato le mie tesi sula memoria condivisa  ( vedere post  su  alamein prima  citato ) ,   . Buono  nonostante  alcuni limiti e pecche  (ma  che secondo me lo rafforzano )  :

da  http://it.wikipedia.org/wiki/El_Alamein_-_La_linea_del_fuoco"Al di là di ogni ideologia i veri problemi del film sono di ordine cinematografico, perché Monteleone, già sceneggiatore di film come Mediterraneo, Marrakech Express, Alla rivoluzione sulla 2 cavalli, evita la retorica bellicistica ma non quella generazionale, sicché questi soldati persi nel deserto nel 1942, confrontati al pericolo, ai disagi, alla dissenteria, alle cannonate che piovono improvvise, a volte polverizzandoli letteralmente, finiscono malgrado tutto per somigliare un po troppo ai combattenti od ai reduci di altre epoche. Domina una chiave soft che per non speculare sull'orrore toglie impatto al racconto e dribbla i veri problemi di messinscena posti dal soggetto"[1].
"Gli episodi surreali sono le cose migliori di El Alamein - La linea del fuoco, assieme ad un'efficace scelta dei personaggi che non ricorre agli stereotipi del war-film americano, dove tutti sono ipercaratterizzati (molto alti, molto bassi, molto grossi) onde essere riconoscibili malgrado l'uniformità della divisa. Per il resto il film adotta uno schema narrativo molto classico, filtrando dal racconto di Serra secondo il modello, un tantino abusato, della presa di coscienza"[2].
La sceneggiatura fa ricorso a "prestiti" di lusso: l'episodio del carico di lucido da scarpe è riportato da Paolo Caccia Dominioni -che vi assistette- nel suo "El Alamein", la cui attenta lettura è senz'altro stata utilissima alla regia (tra l'altro il magnifico sacrario è opera sua). La caratterizzazione del Sergente Rizzo è largamente ispirata al Rigoni Stern del "Sergente nella Neve" del quale viene addirituttura riproposto -con grazia, va detto- il tormentone "Sergente, ci arriveremo a casa?". Citazioni eccellenti e appropriate, che avrebbero pero' meritato un riscontro esplicito dagli autori.
"Nel finale di El Alamein - La linea del fuoco Enzo Monteleone ci insegna con quale spirito si deve entrare in un sacrario di guerra. Dopo un secolo e mezzo di orribili monumenti ai caduti, scopriamo che per onorarli non servono vittorie alate né muscolari di bronzo: bastano i nomi e magari neppure quelli. È sufficiente la parola «Ignoto» su una lapide per farci provare una stretta al cuore in un misto di sentimenti che al rispetto associano la rabbia. E volutamente ignoti, scelti nell'anonima manovalanza della guerra, sono sullo schermo i soldati della Divisione Pavia, comandati ai bordi della depressione di Quattara fra ottobre e novembre 1942: una pattuglia sperduta proprio alla Ford. Travolti in una battaglia di oltre dieci giorni che agli italiani costò 9.500 morti e 30.000 prigionieri, questi giovani (impersonati da attori tanto bravi da sembrare veri come lo stranito volontario Paolo Briguglia, il sergentaccio Pierfrancesco Favino, il tenente Emilio Solfrizzi e altri) fanno il loro dovere fra alternanze insopportabili di calori diurni e freddi notturni. Cannonate che sollevano nuvole di sabbia e insidiose fucilate di cecchini, reticolati e campi minati, fame molta e acqua poca. Il film non parla di politica né di alta strategia e sui signori della guerra si concede appena qualche stilettata ironica. Arrivano derrate di lucido da scarpe per la parata di Alessandria, che non si farà, e transita il cavallo di Mussolini suscitando tentazioni gastronomiche. Monteleone ci trasporta all'interno della tragedia con la semplicità di Rossellini, mostrando una situazione dove la posta in gioco è la sopravvivenza: «Le pattuglie sono utili se tornano indietro» raccomanda il pragmatico Solfrizzi. Arpeggiando sui notturni e sui rombi guerreschi, ingegnose soluzioni all'italiana sono attuate dalla produzione per illuderci di star vedendo più di ciò che il budget ha concesso di mettere nell'inquadratura. La stupenda fotografia, sapientemente decolorata, è di Daniele Nannuzzi. Qualche «cammeo» di attori noti ravviva il cast: Silvio Orlando, generale suicida, Roberto Citran, colonnello imbecille, Giuseppe Cederna, medico stoico"[3].
  1. ^ Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 8 novembre 2002
  2. ^ Roberto Nepoti, la Repubblica, 23 novembre 2002
  3. ^ Tullio Kezich, Il Corriere della Sera, 9 novembre 2002

per approfondire  
  • il documentario se  riuscite  a trovarlo ( io non l'ìho trovato ho trovato solo questo  ( cliccare sopra per ingrandire ) 




 e i link  alla  fine del post  terra del 4\11\2'012 ( 70 anni di Alamein ) e ....

26.11.12

cosa è la felicità ? e che rumore fa ?





Dalla  bacheca di Alessandra Vasa  

E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando,
come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affannosamente si insegue
credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto"
e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare,
di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....
...e impari che il profumo del caffé al mattino e' un piccolo rituale di felicità,
che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore,
che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità,
che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi,
di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,
che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto,
che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno,
e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco,
di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi
e lunghi più di tante ore,e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina,
leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo
e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato,
sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri,
che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande
Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

25.11.12

terra del 4\11\2'012 ( 70 anni di Alamein e la memoria condivisa )

dopo  aver  visto   questa puntata (  del  4\11\2012 )  del programma terra  di mediaset
 ( se  non riuscite  a  vederla , perchè a volte  capita  che i file scaricato con linux o programmi open source  come  donwloadhelper  di mozzila  firex  non vadano d'accordo  con  quelli ufficiali come  real player   e  simili  )  la trovate  qui, fin quando la lasceranno, sul  canale video di mediaset  )  piena di melassa retorica  , di un revisionismo storico e  di una pseudo e utopistica  memoria condivisa  , parte  l'ottimo servizio  e ricostruzione storica  con testimonianze   fatto da  sandro provvisionato  e le toccanti interviste  ai reduci  , confermo  quanto   dissi   in qui  sul post   celebrare o ricordare il 4 novembre  :  <<   (....) " ricordare non basta. Memoria è un ricordo "attivo" che vuole comprendere i meccanismi, le cause e dunque le ragioni che determinarono una storia, e sa rileggerle nel presente per capirne le "mutazioni" e le mimetizzazioni nelle forme nuove in cui quella stessa violenza torna e tornerà ad esercitarsi. Forme diverse sempre più evolute e sofisticate. E' dunque solo la Memoria a dare senso al proprio impegno per costruire un futuro in cui si possa sperare che quella violenza non torni a mostrarsi, con volti diversi ma la con medesime atrocità, per il nostro passivo ed ignaro consenso.Perdere "la Memoria storica" ci rende estranei a noi stessi, incapaci di riconoscere le nostre radici, di capire il nostro presente, di costruire un qualsiasi futuro.” ( da www.ritatria.it )   (....)  il resto cliccando  sull'url  prima del  corsivo >>

A  chi m chiede perchè  sono contrario  alla memoria  condivisa   rispondo  che essa è  un utopia  perchè  anche  se nel ricordo  ci sono delle  differenze  . E poi  in Italia   non si è ancora  pronti  .
infatti  perchè essa ci sia  occorre  :
 1  quando la si smetterà  di  strumentalizzare ( portare  acqua  al proprio mulino  alla propria parte  politico\  culturale  )  le  scelte fatte   coerentemente  o per  opportunismo e conformismo  , la scelta  , in questo caso   d andarci volontario o se obbligato  non rifiuto
2 quando faremo  . senza  assolverci  e a 360 ° gradi  possibilmente senza retorica e  senza piangerci addosso  , i conti  (  tralasciando  gli ultimi  30  anni perchè troppo freschi  e troppo vicini )
3) non mettere sullo stesso piano le scelte e le cause  di chi  ha combattuto  -  s'è schierato o da una parte o dall'altra  o  in alcuni casi ha  esercitato  :<< la facoltà di non sentire \ la possibilità di non guardare >> (  linea  Gotica  degli ex Csi )



per  approfondire  

El Alamein, simbolo della resistenza del regio esercito italiano in Africa, ebbe un ruolo di storica importanza nel corso della seconda guerra mondiale. Infatti essa costituiva il terminale nord di un corridoio est-ovest di circa 60 km di larghezza delimitato a sud dalla depressione di Qattara, che rappresentava un ostacolo impenetrabile ai mezzi militari; furono gli inglesi con delle truppe beduine a passare la depressione di Qattara e distruggere un avamposto italiano, uccidendo tutti senza condizioni di resa. Questo corridoio era diventato un elemento essenziale della linea difensiva britannica in Nordafrica e segnò il punto di massima penetrazione ad est delle forze italo-tedesche in Egitto.
La zona è stata teatro di due importanti battaglie:
  • la prima battaglia di El Alamein (1º luglio - 27 luglio 1942). Il 1º luglio Erwin Rommel attaccò la linea difensiva britannica che però resistette, se pur indebolita. Il giorno successivo il comandante britannico, generale Claude Auchinleck, contrattaccò ma senza successo. Si sviluppò quindi una situazione di stallo cui seguì una fase di logoramento fra attacchi e contrattacchi, nessuno dei quali veramente decisivo, che si protrasse fino alla fine di luglio senza nessun chiaro vincitore. Tuttavia sul campo Rommel non aveva perso. Anche se bloccato ad El Alamein, le sue tattiche di guerra tennero in scacco un avversario superiore in uomini e mezzi, fino all'esaurimento delle scorte nella seconda battaglia.
  • la seconda battaglia di El Alamein (23 ottobre - 4 novembre 1942). Il 23 ottobre 1942 le truppe britanniche, sotto il comando del generale Bernard Montgomery, sferrarono un poderoso attacco su El Alamein. Le forze di Rommel, molto inferiori di numero (2 nazioni dell'Asse contro più di 7 nazioni del Commonwealth), inizialmente riuscirono a contenere gli attacchi britannici. La sapiente disposizione dei campi minati tedeschi "I Giardini del Diavolo" com'ebbe a chiamarli Rommel medesimo facevano sì che i corridoi liberi dagli ordigni non erano rettilinei, ma sinuosi e terminavano proprio di fronte ai cannoni anticarro germanici. Nei giorni successivi vi furono numerosi attacchi e contrattacchi che non portarono a risultati apprezzabili. Tuttavia, a seguito di tali attacchi e della estrema lunghezza delle linee logistiche italo-tedesche, le forze di Rommel si erano gravemente assottigliate per via della mancanza di approvvigionamenti e rifornimenti, al punto che alla fine di ottobre la forza effettiva di carri armati a disposizione dell'Asse era ridotta a sole 102 unità. La seconda fase dell'offensiva inglese si svolse lungo la costa. L'attacco iniziò il 2 novembre 1942. Il 3 novembre Rommel disponeva ormai di soli 35 carri armati operativi, ottimi per il supporto della fanteria, secondo i suoi attenti piani tattici. Il 4 novembre dovette ordinare il ritiro. Il 6 novembre le forze dell'Asse iniziarono una ritirata che segnò una svolta della guerra. Winston Churchill commentò: "Ora, questa non è la fine, non è nemmeno l'inizio della fine. Ma è forse la fine dell'inizio". Sempre Churchill rese omaggio al valore dimostrato dai soldati italiani dichiarando ai Comuni:Dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore

I principali sacrari sono tre:
  • il Sacrario Militare Italiano di El Alamein, che ospita le spoglie di circa 5.200 caduti italiani e Ascari libici.
  • il Cimitero del Commonwealth, con le tombe dei soldati dei vari paesi che hanno combattuto dal lato britannico. Vi sono monumenti che commemorano le forze australiane, sudafricane, greche e della Nuova Zelanda. Il cimitero del Commonwealth, come molti altri simili cimiteri, consiste in file parallele di lapidi, ciascuna con inciso l'emblema dell'unità del soldato defunto, il suo nome e un epitaffio. Ovunque vi è un "milite ignoto" (e sono tanti, in questo cimitero britannico) vi è la scritta "Conosciuto da Dio".
  • il Sacrario Tedesco, un ossario contenente i resti di 4.200 soldati tedeschi, è costruito nello stile di una fortezza medioevale.
Oltre a tali cimiteri monumentali, El Alamein ospita un museo locale della Seconda Guerra Mondiale che espone diversi tipi di carri armati, blindati, cannoni ed aerei impiegati nelle battaglie del Nordafrica dai diversi eserciti combattenti


Tony Marino ha suonato negli alberghi di lusso “Vida loca”d’un sassofonista d’hotel


Incollato al suo sax  negli hotel extra lusso di mezzo mondo,Tony Marino ha incrociato grandi 

e grandissimi dello spettacolo. Da Buenos Aires a Porto Cervo, dalla Costa d’Avorio a Città del Messico,è stato un collezionista d’avventure e di donne (intese come inevitabile appendice dei recital). Oggi, a ottant’anni compiuti, abita a Olbia e continua a suonare: «Sanno dove sto di casa, io non  vado a bussare». Ricordi  travolgenti dalle serate in Costa Smeralda, compresa la scoperta dei rubinetti d’oro a bordo di uno yacht.
Grandi feste private,mance stratosferiche e mai una storia che sia andata oltre  la fine della notte.

Se li è visti sfilare tutti sotto gli occhi, i  colleghi ricchi e famosi: Gilbert Becaud, Ray Charles,Ella Fitzgerald.E la volta di Zsa Zsa Gabor ? Indimenticabile, quella.
Il direttore d’albergo l’aveva chiamato: vieni a suonare in camera mia.Mai e poi mai si sarebbe aspettato di trovarsela lì,sotto ospitalissime lenzuola.
La vita di cantante d’hotel è una cavalcata infinita, soprattutto se la vivi com’è capitato a lui: vent’anni di Costa Smeralda, Africa, Sudamerica, Roma, Milano e perfino la Scandinavia «dove le ragazze ci assediavano nei camerini».E che soddisfazione nel dire agli amici americani che no, non poteva sostituire Fausto Papetti a New York «perché mi era nata una figlia e dovevo tornare a Olbia».
Ottant’anni compiuti, Tony Marino confessa senza presunzione che il mondo ha ancora bisogno della sua musica.
Difatti mica è andato in pensione.Anche se non è più come una volta: la sua categoria,che conta anche qualche celebre e irresistibile ascesa in politica,è stata più o meno spazzata via dai deejay. Prima
era un’altra cosa: mentre i signori cenavano,Tony e la sua band (ma lui la chiama orchestra) allietavano la serata con brani di blues e musica leggera.Era la fase 1,riscaldamento.Poi toccava alla star della serata, quella per cui la gente aveva pagato un occhio della testa, e finalmente gli sparring partners potevano andare a mangiare un boccone, rilassarsi.«Certo,noi non eravamo musicisti di pri-
ma fila, però ci rispettavano». E se proprio vogliamo dirla tutta, è successo più  di una volta che  quando attaccava Don’t cry for me Argentina tra il pubblico scivolasse una lacrima sul viso.
Quinta elementare conquistata mentre era in Marina, Tony Marino è l’esatto opposto dello spaccone da balera.
Schivo, telegrafico nelle risposte, svelerebbe giusto un bignamino della sua  vita. Fortuna che a fargli da spalla c’è Vittoria, la compagna. Che una sera di  ventun anni fa l’ha invitato a ballare. E
da allora, in un certo senso, non hanno   mai smesso.
Abitano a Olbia in un appartamentino dove il sax continua a farsi sentire e intanto aspettano
che qualcuno venga a proporre una serata.
Piccolo,asciutto come un bronzetto, capelli grigi abbondanti,pettinatissimi salvo qualche ricciolo sulle orecchie,Tony -pantaloni di velluto beige e camicia abbinata - ha un’aria distinta,protosardo di
campagna: fierezza a vista (ma senza ostentazione), sguardo lungo per decodificare ciò che sta pensando chi lo ascolta.Ha al suo attivo due album e un cd ultra personalizzato, venduto in un centi-
naio di copie a Mr Grossman, manager yankee della Coca Cola che era rimasto incantato ad ascoltarlo e glielo aveva commissionato.
Autodidatta, passaggio rapido in una banda cittadina, qualche anno da emigrato a Torino e infine la silenziosa consacrazione di quello che Francesco De Gregori avrebbe definito un pianista di piano bar. Lui ha preferito il sassofono e al piano bar gli alberghi delle grandi catene internazionali, dove il gentile pubblico partecipa, danza, viene a stringerti calorosamente la mano e qualche volta tenta di portarti in camera. Effetti collaterali di un’esistenza divisa tra champagne e prove generali di paradiso in terra.
Quando  ha  esordito?
«A una festa di Carnevale.Avevo quindici anni e mi dividevo fra sax e clarinetto».
Fischi?
«Mai, lo giuro».
Tentazioni?
«Molte. Quarant’anni fa,in Svezia,a fine recital avevamo le ragazze in fila ad  aspettarci».
Com’è  la  vita  di  un  sassofonista  nomade?
«La mia è stata bellissima. Perché ho bisogno di suonare davanti al pubblico.Il sax non è un  antidoto,semmai un compagno. Suono ogni giorno, tre, quattro,cinque ore.Mi è capitato di farlo ininterrottamente dalle 21 alle 6,quando i night erano night».
Che  vuol  dire?
«Quando a Roma o a Milano vedevi attori come Vittorio Gassman,donne famose. O come l’avvocato di Torino».
Quello  con  la  A maiuscola?
« Agnelli no,non l’ho mai incontrato. Un altro, ricchissimo. Veniva ogni sera,scendeva i quattro gradini che portavano nel buio della sala e noi dell’orchestra,per salutarlo, facevamo sempre lo stesso brano. Stava ore e ore circondato da entraineuse che erano le più belle d’Italia.A un certo punto, quando le bottiglie di champagne erano ammonticchiate sotto il tavolo, andava via e tornava all’alba.
Non s’è mai dimenticato di dare la mancia all'orchestra».
Sulle  navi  da  crociera  come  andava?
«Me le hanno proposte ma non ci ho mai messo piede.In giro per il mondo tra gli alberghi guadagnavo di più.Sa quanto prende un musicista in navigazione? Novanta euro a giornata. Eppoi, non sono tenuti in grande considerazione».
In  gioventù  Silvio  Berlusconi  ha  fatto questo  lavoro.
«Lo so, ma sempre e solo sulle navi.Significa che come musicista non valeva granché.Il mercato ha regole precise».
Ha  mai  scritto  musica?
«Giusto una volta una canzoncina che nemmeno ricordo più».
L’errore  che  non  dimentica?
«Non aver studiato, non aver frequentato il Conservatorio. Anche se poi può servire a poco, nel senso che se sei una scamorza non c’è Conservatorio che tenga».
A  proposito:  una  scamorza?
«Adriano Celentano. Per me non vale nulla».
Si  rende  conto?
«Perfettamente ma non vale nulla lo stesso».
Com’è  il  tran  tran  d’albergo?
«Buono, a patto che riesca a farti mettere sul contratto che consumerai i pasti coi dirigenti e non alla mensa del personale. Il pollo m’ha fatto uscire pazzo».
Il  pollo?
«Stavo in Costa d’Avorio, un Intercontinental extralusso: pollo a pranzo, pollo a cena.Ho resistito,resistito e poi non ci ho visto più: ne ho lanciato uno contro il soffitto (ho ritrovato la macchia sei mesi dopo) e ho minacciato lo chef.Alla fine ho risolto tutto con una canzone».
Per  chi?
«Per lo chef. Lo faceva impazzire Finché la barca va di Orietta Berti e io gliela facevo ogni sera.Da quel giorno il mio menu è diventato un altro. Mai più visto pollo».
Non  ci  si  annoia  a  fare  tutti  i  giorni  le stesse  cose?
«In un hotel dove passa solo bella gente? No. A parte il fatto che a me basta suonare per stare bene, il nostro lavoro in fondo era quello di vivere di feste.Questo ci toccava: a me e ai miei quattro orchestrali.Nel senso che io ero il capo e li stipendiavo».
Risse?
«Peggio, il terremoto.A Città del Messico.A un tratto il parquet inizia a cigolare e ad aprirsi.Il pubblico,che c’aveva fatto l’abitudine, continuava a ballare.Siamo fuggiti mentre l’altra orchestra continuava imperterrita a suonare».
Scazzottate?
«In un cinque stelle?, quando mai. Gli alberghi dove stavo io erano molto ben frequentati».
Ubriachi,  magari  molesti?
«Neppure. Se ci sono stati non me nesono accorto. Li portavano via con la massima discrezione, la clientela di certi hotel è sensibile a questi problemi».
Droga?
«Un sacco. Tra gli orchestrali, tra il pubblico. C’era di tutto, ma in prevalenza cocaina».
E  lei?
«Ho provato una volta uno spinello.L’ho fumato tutto: beh,niente.Avrei dovuto sentirmi strano e invece m’ha fatto l’effetto di un bicchier d’acqua».
Donne?
«Moltissime,impossibile contarle.Non facevo differenze: bianche, nere, rosse.Gialle no,cinesi non ne ho mai incontrato. Non faticavo per conquistarle,nessuno faticava: erano facili».
Chi  cominciava?
«Loro, noi mai.Bastava un certo sguardo, poi si avvicinavano e ti mettevano  in mano un bigliettino col numero della loro camera. Niente fidanzamenti,niente storie lunghe: una botta e arrivederci».
Ha  mai  detto  no?
«Mi sarei sentito un cretino. Quando sei giovane te ne freghi. Finire a letto faceva parte della serata.Tutto qui, senza strascichi. Ho  conosciuto donne bellissime».
Uomini?
«Anche.A Milano stavo nella pensione di una sarda e per andare nella mia stanza dovevo attraversare quella di un signore che non conoscevo, buongiorno e buonasera. Una notte, al rientro dal night, mi blocca e mi fa: ma lo sa che certi uomini possono essere meglio di una donna? Ho tirato dritto e sono andato a dormire. Gli uomini, quand’ero militare, li passavo a un mio amico».
Come,  li  passavo?
«Alla Spezia ci aspettavano in porto.Ce n’era una legione. Io li giravo a un amico, che ci andava per soldi».
Le  hanno  mai  proposto  un  doppio  lavoro  clandestino?
«Di che genere?»
Portare  una  valigia  da  un  aeroporto  al l’altro,  per  esempio.
«Non è mai accaduto e comunque avrei rifiutato.Non avevo bisogno di soldi, allora. Guadagnavo bene. A Città del Messico ero ospite fisso in una trasmissione televisiva del sabato sera».
E  allora?
«A presentarla c’era una cantante tipo la nostra Mina. Io eseguivo brani italiani,in sovra impressione il mio nome e,alle spalle, un fondale con la Fontana di Trevi.Ricordo che dopo quindici mesi di
questa vita, ho portato a casa quindici milioni di lire. Parlo degli anni ’70».


Ad integrare la memoria di Tony pensa Vittoria.E mentre lui si assenta un attimo per fare la foto di rito, dice che ormai è troppo tardi.«Ottant’anni sono oggettivamente molti».Altrimenti si sarebbe potuto tentare «il grande salto e andar via da qui». Laureata in psicologia, decisamente più giovane del suo compagno,spiega il ritmo lento della vita in un piccolo centro dopo la lunga e felice sta-
gione del lusso.Non parla di ristrettezze ma si  intuisce che da un po’ di tempo a questa parte la
musica non è più la stessa.

Regali?
«Quelli degli arabi in Costa Smeralda,dove ho fatto serate a partire dal 1972. Pitrizza, Cala di Volpe,Romazzino...posti così.Gli arabi,che vanno matti per Celentano e Toto Cutugno,erano capaci di ringraziarti a fine recital mettendoti in mano tremila dollari in contanti.Come loro ci sono sta-
ti solo i russi».
Gli  altri,  no?
«Taccagni.Tutti,senza distinzioni. Appartenevano a un mondo dove all’orchestra si deve giusto un applauso e niente di più.Mi ricordo quella volta di Kashoggi...».
Una  cascata  di  dollari?
«Certo, ma c’era qualcosa di più. Il signor Kashoggi ci aveva chiamato sulla sua barca. Barca, poi: un panfilo lungo come una motonave. Il mio batterista,che nella vita normale faceva l’idraulico,torna dal bagno e quasi non riusciva a parlare: Tony, va’ a vedere, questo c’ha i rubinetti d’oro. Era vero».
E  voi?
«Rispondo con un dettaglio della mia carriera: per quattro anni ho fatto il piastrellista a  Torino,quand’ero ragazzo.Ha  idea di quale effetto faccia un rubinetto  d’oro?»
Dovesse  fare  un  bilancio?
«Della mia vita, dei miei ottant’anni? Mi è andata extralusso. Forse avrei dovuto essere più previdente,mettere da parte qualcosa. Ma che ci posso fare? Un  sassofonista non è un amministratore
delegato».
Il  risultato  è  che  lei  lavora  ancora. «Ho una pensione di 360 euro al mese.Ancora adesso  esco,vado a sentire se c’è qualcuno che suona. L’ultima serata,per dire, me l’hanno chiesta manco una
settimana fa.Sto a casa,suono il mio sax e aspetto, non busso alla porta di nessuno.Se vogliono Tony Marino sanno dove  abito».




Sigari Doge, i coltivatori fanno l'impresa In Veneto i coltivatori di tabacco diventano produttori di sigari. Con l'aiuto delle banche, della Regione e del gruppo Maccaferri


leggo su  www.panorama.it questo articolo  di  Giovanni Iozzia .  Una buona news  dal mondo  dell'agricoltura  . Finalmente   qualcuno che reagisce  alla crisi  e non si piange  addosso 

Una tradizione agricola centenaria, nuove risorse finanziarie, l’alleanza commerciale con un leader di mercato. Nasce così un nuovo marchio del made in Italy in un settore difficile come quello del fumo. Il caso del “Doge”, l’Antico Sigaro Nostrano del Brenta, racconta della possibilità di creare impresa valorizzando uno storico distretto del tabacco, fra Vicenza, Padova e Treviso.

Li chiamavano “pifferi” i sigari prodotti da quelle parti negli anni fra le due guerre mondiali, ma in quell’area del Nordest il tabacco abitava già da secoli, certamente dal 1763, anno in cui la Serenissima concesse a Campese, e altri piccoli comuni della provincia di Vicenza, la prima coltivazione ufficiale del tabacco che lì coltivavano “clandestinamente” dal ‘500. È la storia che sta dentro il Consorzio Tabacchicoltori MonteGrappa, che per anni ha conferito le sue foglie alle multinazionali del fumo. Attivitàdiventata economicamente poco conveniente con la fine delle sovvenzioni europee.
Cinque anni fa l’intuizione di “mettersi in proprio”, di recuperare la capacità manifatturiera del passato, di aggiungere una dimensione industriale a quella agricola. Per farlo però servono gli “sghei”, i soldi. Ad accompagnare il progetto, benedetto dal governatore Luca Zaia, tre anni fa entrano in scena due consulenti che la zona la conoscono bene, Massimo Zerbo e Giuseppe Zuccolo, che a Thiene, provincia di Vicenza appunto, guidano una società specializzata nell’avviamento di nuove imprese.
Si crea un pool di sei banche, guidato da Agrileasing, che investe 4,580 milioni di euro. Il Consorzio così diventa anche manifattura: una fabbrica a Campese, dove lavorano 10 sigaraie che “rollano” tra i 20 e i 21mila sigari al mese. A chiudere il cerchio l’alleanza commerciale con le Manifatture Sigaro Toscano del Gruppo Maccaferri, che sta lavorando alla valorizzazione dei territori del tabacco (ha recentemente lanciato una serie di “cru”, tra cui proprio uno veneto).  
Lo chiamano anche il Toscano del Brenta, il nuovo prodotto, ma non ha nulla a vedere con il sigaro italiano per eccellenza. Perché il tabacco è della famiglia Havanna, trapianto in Italia secoli fa, e non Kentucky americano. Perché è essiccato con l’aria e non con i forni. E perché la costruzione prevede ripieno, sottofascia e fascia (il Toscano non ha la sottofascia). Come un cubano.  E non è escluso, anticipa Zerbo, che dopo il lancio, in dicembre, del primo Doge, a forma conica, possa arrivare un sigaro cilindrico proprio come gli Habanos. A Campese intanto stanno già formando nuove sigaraie. Pronti ad aumentare la produzione se il mercato accoglierà bene il ritorno del Doge.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...