31.3.23

sulla maternità surrogata non ci sarà un dibattito serio ed obbiettivo finchè ci sarà da una parte e dall'altra disiformazione .


📷 @oanabella_photography

 Sulla  
#maternitasurrogata  o quello  che  viene chiamato    #uteroinaffitto di tutto: faziosissime e disinformate narrazioni di stampa e TV, dove il contraddittorio non esisteva o veniva ridotto a un paio di macchiette reazionarie, ignorando del tutto la critica #femminista  e  non solo  campagne di vario genere su presunti "diritti negati" ai bambini,  vignette "cattoprogressiste"    \  radical  chic    sulla Madonna "surrogata" e sugli oppositori (notare il maschile) alla #gpa irrisi come fruitori di "vagine a pagamento".  S'è  udito dotte (o circa) dissertazioni sull'"autodeterminazione" del corpo femminile, quasi tutte da parte di maschi, come se quel corpo non ne recasse un altro, come se esistesse il diritto al figlio e fosse appannaggio dei soli adulti. S'è  udito  e si sente  di calciatori miliardari, cantanti e star di Hollywood  ed  non solo   , nazionali ed  internazionali  che si avvalgono della #maternitàsurrogata;  ultimamente alla lista si è aggiunta una ereditiera ricorsavi per "la paura del #parto", che ha annunciato d'aver congelato altri 7 embrioni, "tutti di maschi", per maternità future, ovviamente non biologiche. I media #mainstream, intanto, si profondono in lodi sperticate per la "forza e il  coraggio"   dell'illustre discendente nel raccontare (in un libro d'imminente uscita) "gioie e dolori di una vita che potrebbe somigliare a quella di molte altre donne". La qual cosa ci pare improbabile dati i costi non proprio popolari della Gpa, senza contare i rischi per la salute dell'anonima "gestante" - guai a chiamarla madre - cui nessuno pensa, a cominciare dalla "coraggiosa" rampolla.
L'uso  della   #gpa  per   scopi  solidali   come   il    caso   sotto   citato    sono  molto   bassi   rispetto al  fenomeno   globale ,  di gestazione  solidale     i  figli  sono  discriminati    e  senza  diritti  quando   in realtà  essi   "Queste bambine e questi bambini avranno gli stessi diritti di tutti (scuola, pediatra etc) perché questi diritti sono normalmente assicurati a tutti i bambini registrati all'anagrafe come figli di un solo genitore  ovvero   quello con cui esiste un legame biologico. Infatti   nel  caso   omosessuali    All'anagrafe vengono registrati come figli di uno solo per due motivi ovvi e banali. 1) essendo l'utero in affitto vietato dalla legge 40, ne consegue che la coppia, omo o etero che sia, non può rivendicarne a suo piacimento il ricorso pretendendo venga considerato un diritto. È come se uno rubasse poi volesse che il furto fosse legalizzato. 2) pertanto viene riconosciuto come genitore soltanto quello con cui esiste un legame biologico. 3) nel caso delle coppie di maschi questo vale ancora di più perché uno dei due partner col bambino non c'entra niente. A Milano il sindaco Sala aveva cominciato a procedere alla registrazione dei figli nati all'interno di una coppia di uomini che pretendeva fosse scritto all'anagrafe che il bambino era nato da ENTRAMBi i genitori  senza alcun riferimento alla donna che l'aveva concepito, neppure remoto. E sai come si chiama questo? Si chiama "falso in atto pubblico" e non è una "mia idea" come tu ti ostini a scrivere ma è alla base di TUTTE le legislazioni. In altre parole non puoi dichiarare il falso esigendo persino un suo riconoscimento legale. Dire che un bambino è figlio BIOLOGICO di due maschi senza alcun accenno alla madre è una balla sesquipedale di cui non dovremmo nemmeno stare a discutere, e mi sembra così assurdo non riusciate a capire una simile evidenza. A questo punto io dichiaro di essere figlia di Paperino, se vale una bugia perché non deve valere la mia ? per essere considerato padre del bambino, il partner non biologico deve fare richiesta di adozione in casi particolari. In questo modo potrà venire registrato anche lui come "secondo padre" con la seguente definizione: figlio di X e di padre adottivo Y, esattamente come avviene per coppie eterosessuali dove esiste un figlio nato fuori della coppia stessa, ossia da precedenti unioni. he compie questa scelta "in libertà e autonomia" io mi domando se parlo in austroungarico o se davvero non riesci a capire. Però  ci  sono    anche  sei  casi  in  cui  lo  è   Facciamo un esempio. Ci sono tre coppie che vanno all'estero per una inseminazione artificiale eterologa (cioè con ovuli o spermatozoi di altri) che in Italia è vietata, alla faccia dello stato laico. Una è formata da due donne. Una da un uomo e una donna. Una da una donna e un uomo (nato donna e che ha completato il processo di transizione).Nessuna di queste coppie avrebbe potuto avere un figlio senza procreazione assistita.I bambini della seconda e terza coppia potranno essere registrati con entrambi i genitori (seppure biologicamente due non sono genitori) mentre il bambino della prima coppia potrà essere registrato con un solo genitore. Capite facilmente che così non ha nessun senso ed è solo una discriminazione e un danno fatto ad un bambino che comunque è già nato e già esiste. Se sei contro il "turismo dei figli" devi vietarli tutti questi viaggi. Che siano coppie omosessuali o etero (che rappresentano la metà di chi va all'estero per avere un figlio).
Anche perché la mamma della prima coppia, che non è stata riconosciuta, potrà chiederne l'adozione. Così il bambino avrà finalmente due genitori, anche legalmenteUNA DONNA IN LIBERTÀ E AUTONOMIA PUÒ DECIDERE SOLO DEL PROPRIO CORPO. Nel caso p. es. della prostituzione, che in Italia è legale, se una donna vuol vendersi può farlo come e quando vuole, a patto che non decida di farne impresa poiché la prostituzione, essendo basata sulla mercificazione e la reificazione della donna, contravviene al principio della dignità dell'essere umano. Anche questo tocca spiegarvi. Però se una donna per conto suo vuol farsi sfruttare, pestare, violentare e sputare... affari suoi. Può anche ammazzarsi se ne ha voglia, ma pretendere che esista un diritto al suicidio è assurdo e demenziale.MA NEL CASO DI UTERO IN AFFITTO IL PRINCIPIO DI AUTODETERMINAZIONE NON È SUFFICIENTE.  Perché la donna ,  secondo molti  ,  non può mai fare tale scelta "in libertà e autonomia".  Ci  sono  casi come quello  riportato  sotto    in cui    vero  anche  il  contrario   La sua "scelta", infatti, pregiudica il destino di un'altra persona: il bambino/a. Solo quest'ultimo è titolare di diritti. inoltre  molti   sia   i  favorevoli  sia  i  contrati  confondono  e  mettono  sullo stesso  piano   maternità  surrogata  e  fecondazione  assistita   ,  Anche  se   il  confine   è labilissimo    la confondono    con l'eterologa   quando  le  tecniche  sono  diverse  

La maternità surrogata,  anche chiamata “utero in affitto”, avviene quando una coppia o un singolo si serve dell’utero di una donna per avere un figlio. Esistono due forme di maternità surrogata: tradizionale e gestazionale. Nel caso della “surrogazione tradizionale” l’ovulo della donna viene fecondato in vitro dal seme dell’uomo o di uno degli uomini della coppia e poi impiantato in utero: in questo caso la donna è anche madre biologica del bambino. Nel caso della “surrogazione gestazionale” l’ovulo viene fecondato in vitro e poi impiantato nell’utero della madre surrogata che non ha alcun legame biologico con il bambino 𝟣  
La fecondazione assistita, invece, è una tecnica che aiuta le coppie a concepire un figlio quando ci sono difficoltà a farlo naturalmente. Ci sono diverse tecniche di fecondazione assistita come la fecondazione in vitro (FIVET), la microiniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI) e la stimolazione ovarica controllata (SOC) 𝟐




24 MARZO 2023



Ragionare per categorie non serve. Strumentalizzare politicamente le donne ridurle a una categoria che enfatizza le posizioni prima che ingiusto è proprio sbagliato e inutile alla comprensione. Ecco cosa dice la storia di Rachel, una giovane donna canadese che sul proprio profilo Instagram ha deciso di raccontarsi alla ministra Eugenia Roccella e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


Rachel è una madre surrogata in un paese, il Canada, dove la gestazione per altri è regolamentata e altruistica.  Infatti  Nelle sue parole si può  ascoltare il tentativo di inserire nel dibattito   su  tale  argomento  quello che manca: uno sforzo di attenzione, informazione, comprensione che possa permettere al mondo politico  e non solo di distinguere prima di giudicare e decidere   se  contro  o  a  favore    un argomento    cosi  eticamente    complesso  ed  delicato   .


  da    https://www.instagram.com/the.lotus.woman/      da  cui  ho preso a  foto    sopra   

“It is so silly we are having these debates in this day and age, but at the end of the day, love always wins, and equality matters.” - Sophia Bush
The Italian government has recently forbidden transcribing two fathers on a birth certificate, and now the parents are forced to choose only one of them to be listed. Elia is BOTH of theirs, and that is NOT in question.
We will always fight for our rights. ✊🏼🏳️‍🌈 This current fascist government will inevitably meet its end as we all raise our voices for equality. LOVE ALWAYS WINS. No one can deny the rights of this family.
The root of why I wanted to be a surrogate was to support the LGBTQ+ community in a unique way. Altruism was at the heart of my decision to continue trying to help this couple become parents. It was an enduring and rewarding journey for us all.
Here, you see two humans living their dream of a family when they felt for so long that it would only be a fantasy. Those ten tiny toes belong to a beautiful baby who will grow up, continually seeing that love always wins.
❤🧡💛💚💙💜


«Se sei favorevole al divieto di maternità surrogata per favore ascolta», chiede Rachel e si rivolge a Eugenia Tognotti, storica della medicina, l’editorialista Lucetta Scaraffia, la ministra alle Pari Opportunità Eugenia Roccella e la Presidente Giorgia Meloni, «risponderò alle vostre preoccupazioni riguardo la maternità surrogata». Con semplicità e un sorriso mette in fila e in prospettiva i dubbi che circondano il dibattito mediatico su una pratica che è già vietata in Italia e forse anche per questo poco conosciuta. I dubbi, dicevamo: c'è stato qualche trauma nel dare via il bambino? «No, l'embrione messo nel mio grembo da cui è nato il loro bambino, non mi ha procurato alcun trauma. Ho portato con gioia e dato alla luce il loro bambino e non ho mai voluto tenerlo come mio». Era stata proprio la ministra Roccella a parlare di pericolo per la salute delle donne: «Mai». sottolinea Rachel «C’erano chiari documenti legalmente vincolanti che proteggevano i miei diritti di essere umano e proteggevano quelli del loro bambino». A chi parla di «nuova schiavitù» risponde con ironia: «L’unica volta in cui mi sono mai sentita vicino alla schiavitù è stato quando appartenevo a un gruppo religioso o quando ero sposata con qualcuno che in realtà non avrei dovuto sposare». Rachel illumina anche il punto fondamentale della questione: perché una donna libera e benestante, non in condizioni di necessità e non costretta, dovrebbe offrirsi a un’altra coppia come madre surrogata? «Volevo davvero essere incinta per qualcun altro e il vantaggio era che mi veniva semplicemente rimborsato qualsiasi spesa relativa alla gravidanza. Ho davvero apprezzato il fatto di sentirmi curata, rispettata e supportata dai genitori intenzionali e dall'agenzia che mi ha seguito» e aggiunge: «Sono stata elogiata, sollevata incoraggiata e mi sono sentita incredibilmente potente! Ho adorato le mie gravidanze e mi sono persino divertita a dare alla luce i miei figli. Non volendo più figli per me, ma sentendomi autorizzata ed entusiasta a essere di nuovo incinta, ho scelto la maternità surrogata. A causa della difficoltà che vivono tutte le coppie Lgbt volevo davvero donare una famiglia a una coppia dello stesso sesso. È stato un viaggio stimolante e bellissimo per la mia famiglia e per i genitori intenzionali che amo profondamente. Saremo amici per tutta la vita ormai». Lo schiavismo, la tratta delle donne, la sopraffazione, lo sfruttamento non hanno casa in questa storia. «Una volta ero contro le persone Lgbt e i diritti delle donne per via delle mie convinzioni religiose. Quando sono cambiate ho realizzato che solo perché non voglio fare qualcosa, non significa che anche gli altri non dovrebbero farla. Non posso e non devo controllare la vita degli altri». Quello di Rachel è un appello alla destra italiana al Governo, a chi si oppone alle famiglie arcobaleno: «Per favore, smettetela di cercare di controllare le famiglie degli altri che vivono diversamente da te. L’amore crea una famiglia. E a volte è necessaria un po’ di scienza. Spero che riusciate a vedere l’amore e la gentilezza che provo nei vostri confronti. Perché anche io, una volta, ero al vostro posto. Per favore, permettete agli altri di vivere a loro vita. Proprio come la vivete voi».

28.3.23

La coop opera a Porto Ferro ( sassari ) nel reinserimento di soggetti svantaggiati . Lavoro, surf e volontariato a Piccoli Passi il ritorno alla vita


La coop opera a Porto Ferro nel reinserimento di soggetti svantaggiati Una seconda possibilità per ex carcerati, pazienti psichici e minori a rischio Tutto può accadere, a “Piccoli passi”. Porto Ferro è un posto meravigliosamente “sperduto”, più per la narrazione e l’essenza che per l’impossibilità a raggiungerlo. Dista 35 chilometri da Sassari e 28 da Alghero ma è in territorio sassarese: ci si arriva percorrendo la strada statale 291 della Nurra. A Porto Ferro si fa surf, c’è la natura selvaggia, ci si fanno le escursioni a piedi e a cavallo, c’è il Baretto che nel 2023 compie 20 anni di attività e ci sono


festival culturali e musicali che sono ormai appuntamenti radicati della primavera, estate e autunno della baia. Ma a Porto Ferro, proprio con la “complicità” di Baretto, Bonga surf School e Vosma e sotto la regia della cooperativa sociale “Piccoli Passi”, è il sociale ad essere lavorato ad arte e declinato in inclusione, integrazione, valorizzazione e recupero. Se ne parla poco, ma è una realtà tangibile. Operativa e foriera di grandi soddisfazioni che sotto la traccia del tramonto e delle note che spesso lo accompagnano, passa in secondo piano Accoglienza a Piccoli passi «Nasce tutto lì, dietro il Baretto, oltre le dune. Nasce e diventa realtà importante a livello nazionale e unica in Sardegna rispetto a una particolare tipologia di accoglienza, di servizi e di inserimenti: la cooperativa ha lavorato con i minori, spesso alle prese con situazioni difficili e problemi psichici e psichiatrici, ha lavorato con i disabili, con carcerati ed ex carcerati, umanità varia passata al setaccio dell’integrazione appunto favorendo un vero e concreto intreccio di storie e culture diverse». Si appassiona e parla con il sorriso sul volto Danilo Cappai della cooperativa “Piccoli passi”. Nel campeggio di Porto Ferro, modalità colonia estiva, arrivava l’adolescente del centro Sardegna che all’alba si alzava per andare in campagna e poi andava a scuola con il pari età di Torino che prendeva il tram ma poi andava in ferie al parco del Valentino a spendere la paghetta: «Vite diverse, trasportate in una dimensione in cui una maglietta e un costume da bagno azzeravano già in partenza tutte le disparità e le differenze di classe – spiega –. Il ragazzo mandato sull’isola dai servizi sociali di Cinisello Balsamo o dal comune del Nord Est della Sardegna insieme al figlio del notaio che vive in America e gli regala una vacanza esotica chiamando in agenzia. Ma la vacanza, qui, era uguale per tutti. E alla fine, erano abbracci e lacrime, per tutti noi operatori compresi». Questa visione è la stessa che ha animato ogni singola azione della cooperativa e del Baretto: «Questa piccola società si è rivelata modello adattabile al surf camp e alla gestione del Baretto: anche lì, fronte mare e sotto la tettoia della nostra struttura, ragazze e ragazzi, uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale si incontrano in costume da bagno per vivere le loro giornate. Non sai chi hai di fianco, ma le differenze non sussistono». Una realtà aperta, che dopo anni dedicati ai minori, oggi collabora con il carcere di Alghero. Risultato? Tre inserimenti importanti trasformati in contratti a tempo indeterminato a ridare vita e prospettiva a chi aveva rischiato di perderla. E di perdersi. Dal
carcere al lavoro «Uno alla volta ci sono stati affidati e hanno iniziato a lavorare. Per qualcuno è arrivato un contratto a tempo indeterminato. Uno dei nostri si è comprato casa e vive oggi per conto suo. Stessi obiettivi di sempre: non è più semplice o più complicato, devi integrare e includere secondo equilibri esistenti e delicatissimi a prescindere». Oltre a chi ha avuto a che fare con il carcere e ora si ritrova a vedere una seconda possibilità proprio fronte mare, da diversi anni a Porto Ferro sono in corso inserimenti di persone con problemi psichici, ovviamente sotto controllo delle apposite strutture: «Sono 4/5, fanno un percorso estivo, lavorano al bancone, ai tavoli della griglieria, in cucina o nella squadra manutenzioni». Un enorme passo avanti quello compiuto da chi 20 anni fa arrivava su quella
meravigliosa spiaggia selvaggia e sperduta per cominciare a costruire quel che oggi è piccolo grande merito e vanto oltre l’aspetto ludico e vacanziero. «Porto Ferro era abbandonato da tutti, istituzioni comprese. Era meta di campeggio abusivo che spesso lasciava tracce indelebili del suo passaggio sul territorio. Noi, insieme ai surfisti, la Bonga School, Vosma abbiamo accettato la sfida in un luogo per nulla semplice e si è creato un equilibrio naturale – continua Danilo Cappai –. Diverse realtà. Sguardi diversi sulla realtà. Persone spesso agli antipodi che convivono fra loro in armonia perfetta. Quando anche le istituzioni si sono accorte di noi, Porto Ferro era già stato scoperto e riscoperto da chi aveva percepito quell’equilibrio umano, quella sorta di magia che lo rende un posto speciale. Si sente che c’è. Il magistrato e l’ex galeotto, il dj e la modella, lo studente e il medico nella baia sono tutti, realmente uguali. Non è facciata. È realtà, la nostra realtà».

i I dolci di Anna Gardu per raccontare una Via Crucis speciale La mostra a Irgoli alla presenza di Vittorio Sgarbi

 

da la nuova sardegna 28\3\2023



Una mostra sulla via Crucis dal sapore e dal tratto particolare. Quindici tavole che documentano il percorso doloroso del Cristo con l’ultima di queste dedicata alle Sacre Spine di Irgoli. Un elemento tra religiosità e leggenda con le Sacre Spine, un tratto distintivo di questa comunità che è conservata nella chiesa parrocchiale di San Nicola: la tradizione dice che quella è appartenuta alla corona, di spine, appunto, che ha cinto la testa di Gesù nel momento della Crocifissione. Una tradizione e una leggenda appunto intrisa di devozione e spirito cristiano. Anna Gardu, dopo l’intenso lavoro dei mesi scorsi, firma una mostra di grande impatto secondo lo stile che caratterizza l’artista capace di creare dei veri e propri gioielli con pasta, mandorle e zucchero. Dolci buoni per il palato e gioia anche per la vista per forma e cromatismi. Abituata alle sfide negli sconfinati campi dell’arte questa volta l’artista originaria di Oliena, è stata chiamata a pensare attraverso le sue opere decorate con un minuzioso processo di miniaturizzazione che esalta tratti e figure, uno dei momenti più toccanti e ricchi di pathos della Settimana santa: la via Crucis. Calando il rito nei canoni davvero particolari della tradizione di Irgoli, centro che conserva intatte numerose tradizioni (dal canto liturgico alle eccellenze architettoniche), tra queste emerge con forza la Sacra
Spina. Un tratto distintivo della Pasqua di questo centro della Baronia che in queste giornate è caratterizzato dalla presenza dei fedeli davanti alla teca della parrocchiale. Momenti che diventano sempre più grandi e intensi. In tutte le tavole della Via Crucis di Anna Gardu è rappresentato un telo rosso. Quello in cui rimasero infilzate le sante spine. Ci sarà poi una sedicesima tavola che raffigurerà il mendicante con le spine sante. La mostra verrà inaugurata nella chiesa di Santu Miali a Irgoli, sabato 8 aprile, alle 18. Oltre all’artista ci sarà il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, da sempre grande estimatore dell’arte di Anna Gardu, il consigliere regionale Franco Mula. L’incontro sarà moderato dal giornalista Antony Muroni. Questa volta stimolata a esporre a Irgoli all’interno della manifestazione
Andalas Anna Gardu ha tirato fuori dal suo estro un nuovo capolavoro che i visitatori potranno ammirare nella chiesetta di Santu Miali, dedicata a san Michele, risalente al 1200. Qui Anna Gardu che porta avanti con orgoglio l’arte dolciaria esistente da quattro generazioni nella sua famiglia

27.3.23

Eroi a buon mercato, candidati in gabbia, calciatori zappatori, scuole devastanti, vampiri antisemiti, vandali confusionari, e ladri stanchissimi


dalla  rubrica  del  lunedi  del FQ  

27\3\2023


New York

Achille Lauro va alle Nazioni Unite a spiegare ai giovani come cambiare il mondo


Ve lo meritate Achille Lauro. L’ex trapper ora parla alle Nazioni Unite: è passato dalla trap al pop, da Rolls Royce al marketing progressista in un batter di ciglia mascarate, nel tempo che ci vuole a indossare una tutina glitterata e a monetizzare sulle campagne da social network contro la mascolinità tossica. “È stato ospitato nell’aula dell’assemblea Generale delle Nazioni Unite – informa Fanpage – e ha tenuto uno speech dinanzi a centinaia di studenti provenienti da ogni parte del mondo. L’obiettivo? Spingere i giovanissimi a investire nelle proprie passioni”. Come non lasciarsi persuadere? “Credo moltissimo nei giovani – ha detto – e so che possono veramente cambiare il mondo, è anche grazie a loro che sono arrivato fino a qui”. Per citare il vecchio Achille: sembra di stare allo zoo. Con lui nella parte dell’animale esotico addomesticato, che si mette in vetrina in cambio di un’offerta, anche simbolica.



Nella partita di Serie D le porte sono più basse di 10 centimetri e i giocatori zappano per riportarle a misura


Nella partita di calcio più folle della storia recente, i giocatori sono letteralmente andati a zappare. È successo prima del derby di Serie D tra Sangiovannese e Grosseto. Il portiere della squadra ospite si è accorto subito che la traversa della porta era molto più bassa del normale. L’arbitro, armato di metro, ha iverificato che alle due porte mancavano una decina di centimetri rispetto alle misure regolamentari e ha concesso ai padroni di casa 45 minuti per ovviare al problema. “Ecco apparire dal tunnel degli spogliatoi tutto lo staff della Sangiovannese che, mentre i calciatori delle due squadre si stanno scaldando, scava sulla linea per recuperare quei centimetri mancanti: vanghe, picconi, zappe”, scrive l’ultimo Uomo. L’operazione, incredibilmente, funziona. Nel senso che i centimetri mancanti vengono recuperati, a costo di trasformare la linea di porta in una specie di canale di scolo (infossato rispetto al resto del campo). Tutto regolare: si gioca e finisce con un salomonico 1 a 1.


Scandalo! Indignazione! "Un posto al sole" è antisemita Solo che Repubblica ha scambiato i "rabbini" coi “vampiri”


È bene non abbassare mai la guardia, ci mancherebbe altro, ma in certi momenti c’è la sensazione di una certa suscettibilità dell’opinione pubblica rispetto a fantomatiche manifestazioni di antisemitismo. È solo così che si può spiegare come sia partita una denuncia, subito ritrattata, persino nei confronti dell’inoffensivo polpettone Rai Un posto al sole, che per qualche ora è stata marchiata appunto con lo stigma di fiction antisemita. “Uno dei protagonisti della popolare soap opera italiana – spiega Repubblica – pareva infatti definire con l'appellattivo ‘rabbini’ due personaggi senza scrupoli e che speculano sulle disgrazie economiche. Una chiara riproposizione di uno dei più classici stilemi antisemiti”. Il giornale di Molinari aveva subito lanciato l’allarme con titolone e pezzo online. Ma non c’era nessun “rabbino”: “La parola incriminata era semmai ‘vampiri’, è la replica degli sceneggiatori, di Rai e della produzione Fremantle. E la faccenda si conclude così”.




Tiger King si sta per candidare alla Casa Bianca: “Non conta che sono in prigione, posso essere la tua voce”

Grandi notizie dagli Usa: “Tiger King” si candida per la Casa Bianca. Al secolo Joe “Exotic” Maldonado, è la star di una serie di successo di Netflix che racconta la sua incredibile vita di imbonitore, criminale e soprattutto proprietario di uno dei più grandi parchi di animali selvatici di tutti gli Stati Uniti. Joe non se la passa bene: è in carcere per 22 anni con una doppia condanna per tentato omicidio ai danni della sua arcinemica, Carole Baskin. Ma le maggiori democrazie occidentali finiscono piuttosto spesso nelle mani di individui chiaramente tormentati da qualche forma di patologia psichiatrica, chi può impedirgli di sognare? Tiger King vuole candidarsi per il Libertarian Party. “Metti da parte che sono gay, che per ora sono in prigione, che ho fatto uso di droghe in passato, che ho avuto più di un ragazzo contemporaneamente e che Carole mi odia a morte – ha scritto sul suo sito nel lancio della campagna presidenziale –. Tutto questo non ha nulla a che fare col fatto che possa essere la tua voce”.


Como Una donna rientra in casa e trova un ladro che ronfa sul suo divano: si era addormentato dopo un altro furto

Fantastica storia da Como, dove una signora ha trovato uno sconosciuto che dormiva sul divano di casa: era un ladro che si era addormentato dopo le fatiche di un altro furto, quella stessa sera. Ne scrive La Provincia: mentre rincasava, “la proprietaria dell’appartamento, una donna di 46 anni, si è insospettiva perché la porta da fuori sembrava forzata, danneggiata, ed era pure rimasta parzialmente chiusa. Quando con coraggio ha impugnato la maniglia per aprirla in po’ di più e verificare quello che stava avvenendo, si è trovata di fronte ad una scena che mai avrebbe potuto immaginare. Sul divano di casa sua, addormentato profondamente, c’era un uomo che mai aveva visto prima”. Quindi la signora ha avuto il sangue freddo di chiamare i Carabinieri: sono stati loro, arrivati sul posto, a svegliare il ladro dormiente. Le indagini successive hanno condotto poi a una straordinaria conclusione: il malvivente aveva già scassinato un negozio quella stessa sera. S’era appisolato, stanchissimo, durante la seconda operazione.


La preside di una scuola media è stata costretta a dimettersi per aver fatto vedere il David di Michelangelo

Assistiamo attoniti, settimana dopo settimana, alla rottura degli ultimi argini che trattengono il dilagare dell’imbecillità pubblica, della demenza collettiva. Tra le dimostrazioni fatali di questa deriva, ancora una volta, c’è stata la censura del pisello del David di Michelangelo. “La preside Hope Carrasquilla della Tallahassee Classical School in Florida si è dimessa questa settimana dopo le proteste di alcuni genitori per aver mostrato, durante una lezione sull’arte rinascimentale a studenti di prima media, il David di Michelangelo. Secondo i genitori scandalizzati, e purtroppo anche per i suoi superiori nel consiglio scolastico, l’immagine del David sarebbe ‘pornografia’. Crediamo si tratti di una vicenda grave, che richiede l’intervento immediato del sindaco e della console Usa a Firenze”, si legge in una nota, molto irritata, del comune fiorentino. Non resta che immaginare il sindaco Nardella mentre scatta di corsa verso la Florida per fare giustizia di questa ennesima provocazione alla sua città.




25.3.23

i critici prendonno cantonate il caso della batterista Meg White accusata di non essere poi questo granché, un po' per sessismo, un po' perché giudicata con criteri sbagliati

 non sono  un critico  musicale   ma  un semplice  ascoltare  profano e  limitato causa   problemi auditivi . E poi alla medie    ho    avuto   una capra   come insegnante  di  musica     he  mi ha   spavento   e  sminuito  talmente  tanto   da   non volere  imparare    anche   amici   musicisti  o   appassionati   tanto  da  suonare  in complessi  o  fare  gli insegnanti     chi  di  chitarra   chi  di piano     ci  hanno provato  ad insegnarmi  accordi e    e note  .   Ma   spesso   il  90   %    della  critica   prende    delle   cantonate  infatti  è il  caso   delle   critiche    Meg White  (   foto  a    sinistra  )  La batterista che fu metà del duo rock dei White Stripes è ciclicamente accusata di non essere poi questo granché, un po' per sessismo, un po' perché giudicata con criteri sbagliati  .  Per  dirla  come     i  famosi  ed  ormai  mitici  

 


lascio   la   parola       a chi   di musica    se  sà  più  di  me  



da    https://www.ilpost.it/ del 22 marzo 

Il talento e l’importanza di Meg White, la batterista della band rock dei White Stripes, vengono messi in discussione fin da quando il gruppo acquisì la sua prima notorietà, all’inizio degli anni Duemila. Il tweet di un giornalista statunitense che la sminuiva accusandola di essere «terribile» ha recentemente rinnovato il dibattito, che in realtà potrebbe essere stato risolto: questa volta, infatti, sono intervenuti in difesa di White alcuni suoi illustri colleghi musicisti, che hanno spiegato perché è una batterista eccezionale e come sia stata fondamentale per il successo dei White Stripes.


«La tragedia dei White Stripes è quanto avrebbero potuto essere grandi con una batterista appena dignitosa. Sì, sì, ho già sentito tutti i “ma il suo è un suono così ricercato”. Mi spiace Meg White era terribile», aveva scritto Lachlan Markay, giornalista che peraltro non è molto conosciuto e non si occupa di musica ma di politica. Il tweet, scritto in occasione dell’introduzione dei White Stripes nella Rock & Roll Hall of Fame (un museo in Ohio con grandi capacità di attirare le attenzioni dei media), era comunque diventato virale, ed era stato poi cancellato da Markay in seguito alle moltissime e talvolta aggressive critiche ricevute.Ma al di là dell’opinione – non argomentata – di Markay, la sua non è una tesi nuova: essere stata metà di un duo che raggiunse il successo mondiale proprio per via del suo stile strumentale e del suo approccio musicale unico non è bastato perché Meg White venisse riconosciuta da tutti come una brava batterista. Viene infatti criticata e svalutata da vent’anni, in parte perché molti appassionati di musica tendono a giudicare i musicisti sulla base sterile del loro virtuosismo tecnico, in parte per via del sessismo che interessa ancora oggi il mondo della musica rock, in cui le donne musiciste hanno molto spesso a che fare con stereotipi e pregiudizi che le rappresentano come meno capaci degli uomini.

«Meg White è una delle più grandi batteriste della storia del rock ‘n roll. Non c’è nemmeno da discuterne. C’è stata una manciata di batteristi che sono istantaneamente riconoscibili nelle loro molte hit, per il loro gusto, per la loro energia e per il loro stile. E lei è in questa lista», ha scritto su Instagram Tom Morello, celebre produttore e chitarrista dei Rage Against the Machine. «Quello che c’è di sbagliato nella musica sono le persone che la privano della sua vitalità come con un filtro Instagram, provando a raggiungere un livello di perfezione musicale che non è funzionale alle canzoni (…) È per questo che io suono come un dilettante approssimativo e ubriaco, perché sono questi difetti l’elemento che manca in tanta musica», ha scritto invece Questlove, batterista dei Roots, in un tweet in cui ha difeso a sua volta White dall’opinione di Markay.  ......  segue  su   Meg White viene sminuita da sempre - Il Post


NON C'E' BISOGNO DI ESSERE CATTOLICI BIGOTTI E OLTRANZISTI PER DIRE NO ALLA MATERNITA' SURROGATA O AL MASSIMO CHE SIA REGOLAMENTATA





dopo il mio post precedente sulla maternità surrogata mi sono arrivate email alcune interessanti altre meno , altre contro in particolare quella di **** che mi ha suggerito il post di Cinzia Salomoni Siano 23 marzo alle ore 18:32  (  di  cui  condivido  solo  in parte ) ma  nella  sostanza   ha  ragione  )      e altre a favore tipo quella dell'amico Omar Eustat Arcano (Gandalf il Nero) :<< ognuno col proprio corpo può fare quello che vuole, anchd sfornare figli e venderli . >> E .Posso dire , soprattutto alle ultime che come dice il titolo del post preso il prestito dal post di Daniela Tuscano sul gruppo fb color porpora di cui faccio parte e che riprende il post di
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NON C'E' BISOGNO DI ESSERE CATTOLICI BIGOTTI E OLTRANZISTI per essere contrari alla maternità surrogata. Si puó esserlo serenamente e con convinzione da laici e anche da femministe/i. Io personalmente sono stato aspramente critico nei confronti del mio (allora) segretario Niki Vendola che pretendeva la maternità surrogata (cui fece ricorso in California con il suo compagno) come diritto universale e indiscutibilmente di sinistra. E vidi con molto favore la sua uscita dalla vita politica attiva quando portó in Italia il bambino che avevano avuto grazie alla gestazione per altri (GPA) di una donna che ebbe come compenso una cifra molto considerevole. Forse Elly farebbe bene a non dare per scontato quello che scontato non è, aprendo una pacata, profonda e pluralista discussione dentro il PD.
Anche perché diversa è la nascita di un bimbo all'interno di una coppia lesbica in cui una delle due donne ne è stata madre biologica grazie a un donatore (anonimo o no poco importa) di sperma rispetto alla gestazione di una donna che ospita il feto e alla nascita lo disconosce come figlio cedendolo a una coppia gay e recidendo ogni legame futuro. C'è poi il caso delle coppie eterosessuali che decidono di chiedere a un'altra donna di portare in grembo per nove mesi un ospite che poi non sarà suo figlio. Mi chiedo se un feto possa essere solo un "ospite", dal quale la gestante si separi per sempre come se per nove mesi quel bimbo non si fosse nutrito di lei...

  · Ora    da  laico    sono    contro  la maternità  surrogata   quando  essa   diventa    a  scopo   di lucro  . Infatti   concordo   con quanto   dice   sempre Gilberto   : <<  Non necessariamente una posizione etica sostenuta da politici di destra è obbligatoriamente retrograda, reazionaria, fascista. La stessa posizione, su determinati temi, e per ben altre motivazioni, e con ben altre argomentazioni, puó essere sostenuta da persone, gruppi, movimenti di sinistra, progressisti, assolutamente laici >> o  credenti progressisti  . Perchè   sempre  secondo   il  suo post    <<  non tutto ció che tecnicamente è oggi possibile per ció stesso è anche eticamente buono, giusto, opportuno. >> non  concordo    completamente con la  parte  finale  del  suo  discorso    quando dice  <<  Personalmente poi ritengo che come non esiste il diritto a esistere, essendo la vita solo un dono, così neppure esiste il diritto alla genitorialità, perchè anche diventare padri e madri è solo e semplicemente un dono. perchè  Dio    ci  ha  dato il  libero  arbitrio  ed  indicato  la strada   sta   a noi decidere  se  seguirla  criticamente  o  acriticamente  >>

Anche  se  le  discussioni  avvenute   via  email   e  su fb   su  questo tema  mi hanno  arricchito  e  fatto vedere sotto   un  altra  prospettiva  tale argomento  , resto   sulla  mia  che le  famiglie   o coppie  omogenitoriale ed  arcobaleno  sono  come le  coppie  di fatto etero    discriminante   in quanto    non mi  sembra    giusto  che   ad  essere   giuridicamente  genitore    sia  solo  uno  dei   dei due     cioè  solo  quello  biologico  e  non  se  c'è  un unione  stabile   anche  l'altro  indipendentemente    dal  fatto  che  i genitori  siano   omosessuali  o  etero  ., che  la  gestazione  per   gli altri   sia  che avvenga   con l'eterologa  sia      che  avvenga    con la maternità  surrogata  debba  essere   regolamenta   come     avviene   in molti  paesi  in modo  da   :   evitare  traumi al nascituro , ed  evitare  sfruttamento e  mercimonio  .  Mi   si  accuserà   di predicare  bene    ma razzolare  male   visto      che  sono   libertario  .  Ma  qui    non  è  un problema      di mancata   libertà   o meno perchè   un conto è quello  che   vuoi  fare   con il tuo  corpo  cioè  te  stesso\a    con piercing  ,  scarnificazioni  , tatuaggi  ,  chirurgia  estetica  pesante \ plastificazione   ,   venderlo  o  darlo   a chiunque  ,  di  farti  sfruttare   ecc   libera di  farlo     ma  qui   care  donne   e    cari  uomini     che la praticate  ed  usate  tratta   di  una  scelta    che   coinvolge   altre persone   .  Infatti   un conto   è  usare  la  surrogata    come dono      e senza  creare   traumi   eccessivi  ed  successivi     al nascituro   ed  alla  donna gestante      un  altro  è  non     dare    alla    donna   la  possibilità   di  scegliere    ed  eventualmente di   cambiare  idea      infatti 


 (  da   sempre   da   Cinzia Salomoni Siano 23 marzo alle ore 18:32

Volendo, i committenti possono anche ricorrere a pacchetti premium, pagare un sovrapprezzo per accaparrarsi il prezioso ovulo di una modella o il seme prestigioso di un accademico. [...] Una volta firmato il contratto, la portatrice rinuncia a qualsiasi diritto sul nascituro (non può ripensarci e tenere per sé il bambino, non può rifiutarsi di abortire se i committenti per qualche ragione lo ritenessero necessario, non potrà in futuro cercare informazioni sul proprio figlio) e si trasferisce in un ostello comune dove porta a termine la gravidanza nutrita e controllata come un pollo d'allevamento in batteria o le ancelle di Margaret Atwood. Solo che secondo quel romanzo avrebbe dovuto essere una religione oscurantista a ridurre le donne a vacche da monta, in realtà ci sta riuscendo il luminoso regno del progresso scientifico e del mercato senza frontiere non dare alla  donna      [...]

vietare e sanzionare il lucro ed i contratti capestro ed anti etici si alla libertà di di scelta se fatta come il modello canadese


«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...