LA VIOLENZA SULLE PROSTITUTE È UNA PIAGA SU CUI NON SI PONE ATTENZIONE di marilisa d'amico Marilisa D’Amico, pro-re"rice Unimi l'osservatorio siula violenza asulle donne all’Università Statale di Milano

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È vero che chi non paga una prostituta commette violenza sessuale? (laleggepertutti.it)


I  Crimini commessi contro le donne prostitute sono un problema diffuso e grave, non sempre considerato con la dovuta attenzione a livello sociale. Queste violenze possono verificarsi in una serie di contesti, a partire ovviamente dalla strada, dove queste donne, proprio per la loro vulnerabilità, sono esposte al rischio di subire attacchi fisici, allo stupro e alle aggressioni da parte dei clienti o di individui che appro!ttano della loro situazione. Anche in ambienti ‘protetti’, come le case chiuse clandestine, possono

essere soggette ad abusi fisici, sessuali ed emotivi da parte di gestori o clienti. Per affrontare ef!cacemente il problema delle violenze e dei crimini contro le prostitute, sono ovviamente necessarie azioni su più fronti. Le leggi devono essere rafforzate per proteggerle e per perseguire coloro che commettono violenze contro di loro, inclusi clienti, gestori di bordelli e organizzazioni criminali. È inoltre fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere una maggiore consapevolezza sui diritti di chi svolge questa attività e sui rischi che affronta. Questo può essere fatto attraverso campagne di informazione, programmi educativi e collaborazioni con le comunità locali, anche per garantire l’accesso a servizi di sostegno e assistenza. Vi è poi un nuovo aspetto che merita di essere considerato: con l’avvento della tecnologia, molte prostitute, anche in giovane età, svolgono la loro attività online attraverso annunci o siti web, con il rischio di subire ulteriori forme di violenza e discriminazione. È in cantiere una proposta di direttiva dell’Unione europea volta a stabilire norme minime relative alla de!nizione di reati e sanzioni speci!ci per combattere la violenza di genere, con un’attenzione proprio alla cosiddetta cyberviolenza. Un fenomeno che riguarda tutte le donne: alcuni dati dimostrano infatti che una donna su due subisce, almeno una volta nella vita, una qualche forma di violenza online. Dati che ci dicono anche che tali violenze colpiscono in particolare le donne impegnate nella vita pubblica, ad esempio in politica, nel giornalismo e nella difesa dei diritti umani. L’effetto può esser quello di metterle a tacere, ostacolandone la partecipazione alla vita sociale e minando il principio di democrazia”.



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