13.2.05

Senza titolo 569

Non mi resta

Altro che parlare

Con la pioggia che

Lenta o forte a me

Si poggia a cantarmi

Nel cuore le ultime

Parole prima di vedere

La morte,son soltanto un

Sepolcro fuori luogo,un

Assassino involontario

Di lacrime estranee,sale

Che diventa acqua e poi

Catrame. Nel silenzio dei

Passi le sono accanto,

guardando le dita stanche

di raccogliere parole vaghe,se

solo un arcobaleno scaturisse

dalla loro morte sarei più quieto

delle migliaia di croci senza nome,

ma sono soltanto un vagabondo di

pensieri,un esile esule di drammi umani

 

12.2.05

Dove è la nostra democrazia e la nostra libertà?

                                                       I giornali e gli operai
                                                          di Antonio Gramsci
                                                        "Avanti!", ediz. Piemontese, 22 dicembre 1916

" Sono i giorni della réclame per gli abbonamenti. I direttori e gli amministratori dei giornali borghesi rassettano la loro vetrina, passano una mano di vernice sulla loro insegna e richiamano l'attenzione del passante (cioè del lettore) sulla loro merce. La merce è quel foglio a quattro o sei pagine che va ogni mattino od ogni sera a iniettare nello spirito del lettore le maniere di sentire e di giudicare i fatti dell'attuale politica, che convengono ai produttori e venditori di carta stampata. 

Vogliamo tentare di discorrere, con gli operai specialmente, dell'importanza e della gravità di quell'atto apparentemente così innocente, che consiste nel scegliere il giornale cui si vuole abbonarsi. E' una scelta piena di insidie e di pericoli che dovrebbe essere fatta con coscienza, con criterio e dopo maturata riflessione. 

Anzitutto l'operaio deve negare recisamente qualsiasi solidarietà col giornale borghese. Egli dovrebbe ricordarsi sempre, sempre, sempre, che il giornale borghese (qualunque sia la sua tinta) è uno strumento di lotta mosso da idee e da interessi che sono in contrasto coi suoi. Tutto ciò che stampa è costantemente influenzato da un'idea: servire la classe dominante, che si traduce ineluttabilmente in un fatto: combattere la classe lavoratrice. E difatti, dalla prima all'ultima riga, il giornale borghese sente e rivela questa preoccupazione. 

Ma il bello, cioè il brutto, sta in ciò: che invece di domandare quattrini alla classe borghese per essere sostenuto nell'opera di difesa spietata in suo favore, il giornale borghese riesce a farsi pagare... dalla stessa classe lavoratrice che egli combatte sempre. E la classe lavoratrice paga, puntualmente, generosamente. 

Centinaia di migliaia di operai, danno regolarmente ogni giorno il loro soldino al giornale borghese, concorrendo così a creare la sua potenza. Perché? Se lo domandate al primo operaio che vedete nel tram o per la via con un foglio borghese spiegato dinanzi, voi vi sentite rispondere: " Perché ho bisogno di sapere cosa c'è di nuovo". E non gli passa neanche per la mente che le notizie e gli ingredienti coi quali sono cucinate possono essere esposti con un'arte che diriga il suo pensiero e influisca sul suo spirito in un determinato senso. Eppure egli sa che il tal giornale è codino, che il tal altro è palancaio, che il terzo, il quarto, il quinto, sono legati a gruppi politici che hanno interessi diametralmente opposti ai suoi. 

Tutti i giorni poi, capita a questo stesso operaio di poter constatare personalmente che i giornali borghesi raccontano i fatti anche più semplici in modo di favorire la classe borghese e la politica borghese a danno della politica e della classe proletaria. Scoppia uno sciopero? Per il giornale borghese gli operai hanno sempre torto. Avviene una dimostrazione? I dimostranti, sol perché siano operai, sono sempre dei turbolenti, dei faziosi, dei teppisti. Il governo emana una legge? E' sempre buona, utile e giusta, anche se è... viceversa. Si svolge una lotta elettorale, politica od amministrativa? I candidati e i programmi migliori sono sempre quelli dei partiti borghesi. 

E non parliamo di tutti i fatti che il giornale borghese o tace, o travisa, o falsifica, per ingannare, illudere, e mantenere nell'ignoranza il pubblico dei lavoratori. Malgrado ciò, l'acquiescenza colpevole dell'operaio verso il giornale borghese è senza limiti. Bisogna reagire contro di essa e richiamare l'operaio all'esatta valutazione della realtà. Bisogna dire e ripetere che quel soldino buttato là distrattamente nella mano dello strillone è un proiettile consegnato al giornale borghese che lo scaglierà poi, al momento opportuno, contro la massa operaia. 

Se gli operai si persuadessero di questa elementarissima verità, imparerebbero a boicottare la stampa borghese con quella stessa compattezza e disciplina con cui la borghesia boicotta i giornali degli operai, cioè la stampa socialista. Non date aiuti di danaro alla stampa borghese che è vostra avversaria: ecco quale deve essere il nostro grido di guerra in questo momento che è caratterizzato dalla campagna per gli abbonamenti fatta da tutti i giornali borghesi. Boicottateli, boicottateli, boicottateli! "

Per esser stato scritto nel 1916 quest'articolo rappresenta l'angoscia che avverto da anni nella faziosità dei giornali. I mezzi d'informazione sono per il 90% di Lui e la Rai è schiacciata, controllata, nel giro di 3 anni ha perso la sua egemonia sul pianeta televisivo italiano, vi siete mai chiesti perchè? Una rete che da merdate più di prima. Un informazione pilotata che toglie le voci fuori dal coro, De Bortoli, Luttazzi, Biagi e Santoro, sono i nomi più eclatanti senza contare l'assurdità delle dimissioni di Mentana, capo fondatore del Tg5, rammentate quando nacque? Come farà a spostare i guadagni sulle Sue reti, in maniera legale e pulita? Rispondete alla mia domanda, se una rete perde ascolti, cosa perderà anche? Ding dong, complimenti ha chi di voi ha risposto finanziamenti dovuti allo spazio pubblicitario, e secondo voi dove si spostano questi benedetti soldi ? Bravi la risposta la sapete da voi, secondo voi perchè sono così incazzato? Perchè il mio paese non è più una democrazia ma una dittatura "legale"? Perchè nel mio paese non si può parlare? Dove i diritti civili sono carta da culo Lo scontento è massimo e quando qui nelle mie strade ritroverò l'Argentina di poco tempo fà ci sarà solo una cosa da fare:

                                                       Scendere in piazza !

Risposta a odiomuso e a chi m’accusa d’essere comunista

 

Caro\a   Odiomuso  



 Rispondo  al  tuo 
intervento : <<  Purtroppo
il mondo va così, va male e al contrario, si ricorda solo quello che si vuole ricordare
se hai letto il mio post la tragedia e immensa, >> . 
Vero 
ma  lotto   (  
nonostante  molti   , compresi i miei , mi dicono che  lotto contro i mulini a  vento    
e non  m’importa  se 
mi considerano  matto o    utopista   )  per  evitare  
la memoria  a senso  unico 
e   che  la storia  venga  usata  
a  fini politici  o 
come  una  clava   
contro  gli avversari
politici  e  culturali  .



<<[,,,]   
poi non fare anke tu distinzioni, un morto è morto a prescindere della
sua nazionalità o credo ideologico, soffriamo e ricordiamo tutti i morti,
uccisi da tutti i bastardi assassini, e cerchiamo di insegnare la via della
giustizia e non dell'odio, perké se no non se ne cava un ragno dal buco, si
alimenterebbe soltanto...:"italiani brava gente, italiani dal cuore d'oro,
l'italia è una repubblica fondata sul lavoro. il secondo secondo me" (
Caparezza )   >> In questo 
caso  non sto  facendo 
divisioni , ma    rilevare   e 
criticare   la  tecnica 
usata ,  in  questo caso 
dalla    destra italiana   , che 
cerca   di  coprire 
fatti che danno  fastidio  ( e 
quindi  anche   le sue 
responsabilità ) con altri 
fatti   che  la 
rimettano a  galla . Io   nel 
post  sulle foibe   voglio 
ricordare    quello   che  
è  successo in quelle  zone fra 
il  1920 (  secondo 
alcuni    sarebbe  già iniziato   dopo la  III  guerra 
d’indipendenza  1866 )  fino al 
1950 . Queste  verità
storiche   sui  crimini  del fascismo
prima  e  del  comunismo dopo  ( 
comprensibili  almeno  in parte  
e all’inizio  , ma non
giustificabile 
 dato 
che non risponde  ad  un  
genocidio     con un altro  genocidio 
)  , non possono essere  cancellate  
da    fiction
(  soprattutto  quando mettono   sullo stesso piano ed 
equiparano i  due  genocidi  
e  i due  orrori 
)  
del servizio pubblico   anticipate in pompa  magna    
alla  riunione  per 
il decennale  di An  . 
infatti  io  non sto insegnando  odio  , ma memoria  totale 
e non parziale   che  è il primo passo    verso al  giustizia  . E’ 
vero  i morti    sono morti  , siamo  tutti   uguali davanti al  giudice  supremo  , 
ma   è come  sono morti 
e le  cause  che 
stanno  all’origine    di tale  
evento   l’unica  differenza 
che  faccio  , perché 
non mi và  di mettere sullo
stesso piano considerare  uguali  quelli 
morti  o uccisi per la  libertà 
e  quelli morti  e 
uccisi  da  un regime 
; o  quelli uccisi   in un genocidio  etnico   culturale   che 
gli  uccideva   due 
volte   italianizzandoli a  forza     
arrivando a  cambiare  anche 
i cognomi sulle  tombe   e 
quelli  uccisi   per 
vendette  personali    e 
per  motivi   politici  
non solo etnici   come   invece   
era  nel  primo caso  
. , Ti consiglio  , non riguarda
le  foibe , ma   il problema  che  tu poni  
,  questo  film 
 i nostri anni  .



Adesso  rispondo  alle  email ricevute   allo stesso post   kin
cui  è intervenuto   Odiomuso  
di    al mio post 
sulle foibe   ho ricevuto  nella mia 
casella   di posta  delle  
email   ( con  molta 
probabilità   da neo fascisti
)  d’insulti  il cui “ più tenero” è   quello d’essere 
comunista    . Come  ho 
già detto più  volte  eni post 
o commenti  precedenti   io 
non sono  comunista
 anche se 
mi sono   “ abbeverato “ a  tale 
fonte  in quanto mia  madre 
era   (  adesso non so a  che  gruppo 
della sinistra  appartenga    )   
vicino al  Pci di Berlinguer ,
mio padre e  mio Zio  sinistra 
extra parlamentare  uno   Pcml
\  servire il popolo
 
l’altro  potere operaio  qualche  gruppo  affine . La 
stessa cosa  è  avvenuta 
per  il cattolicesimo prima
quello intransigente  dei miei nonni poi
quello  del dissenso  o 
come  cattocomunista (  come 
viene  chiamato  dai conservatori   )  trovate  alcuni link 
fra quelli del mio sito   .
Io  sono uno che  odia 
le  etichette  , io 
sono    tutto  è niente  come  l'avvelenata  di
Guccini
 se
proprio  non potete  farne 
a meno  ,   chiamatemi 
o libertario  o spirito
libero  oppure   oh  capitano  o mio capitano



 

Senza titolo 568

 

…la mia testa continuamente contro lo stesso muro…

 

Senza titolo 567

 tirare la pietra e nascondere la mano...
"se c'è qualcosa che è immorale... è la banalità..." (Afterhours)

11.2.05

commenton a caldo sulla giornata delle foibe

 

 Lo  so 
che spesso   farsi delle
domande  che non portano  mai a 
niente  equivale a   farsi delle  seghe mentali  ma   , stavolta 
non  ci  riesco  ad  evitare ciò . Questa mia domanda  ha 
origine    dall’ipocrisia   e strumentalizzazione della  destra  nostrana  erede  e 
continuare del fascismo ,   nel
ricordo a senso  unico del  genocidio delle foibe   , 
dimenticando  che  è stato proprio  il fascismo  e  il nazismo una delle  cause 
scatenanti di tale  evento   .                                                                                               La mia
domanda  è  questa : Quando la giornata della memoria per le centinaia di
migliaia di persone deportate e sterminate dall'Italia fascista prima e durante
la seconda guerra mondiale?
Centinaia di migliaia di uomini,donne e bambini sterminati e fatti morire di
fame nei lagher ITALIANI! 250.000 MORTI solo nella ex Jugoslavia.700.000
morti in Nord Africa.
Informatevi,chiedete e studiate questa storia nascosta e  cancellata !!!
Usate Google o altri motori  di
ricerca  .Inserite parole come
"fascisti shorturl" o "crimini di guerra “ oppure   “ italiani 
brava  gente   
o    lager  italiani  “ . 
trovate  alla fine  alcuni risultati     cercati  da me   . 
IL nostro  paese   non ha MAI chiesto scusa per
tutto questo!
Rimarrete  esterrefatti di sapere    di cosa 
erano capaci i nostri  soldati   durante 
il  2   conflitto  mondiale    e 
di quel  che  ha 
fatto la  dittatura  fascista 
.  Per  concludere   cito  questa 
frase  : <<
"Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si
deve seguire la politica che dà
lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il
Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000
slavi barbari a 50.000 italiani". >>
Benito Mussolini  1920



 



 



Per  approfondire  



 



Foibe 



pallanimred.gif (323 byte)La storia (1866-1960):
dall'irredentismo triestino all'esodo italiano dall'Istria e dalla Croazia



pallanimred.gif (323 byte)La Campagna di Jugoslavia  e il regime di
occupazione italiana in Jugoslavia
(1941-1943)



pallanimred.gif (323 byte)1941-3: la repressione antipartigiana e i campi di
concentramento italiani nella Jugoslavia occupata



pallanimred.gif (323 byte)Foibe: una pagina di storia nazionale (saggio di Giannantonio Paladini)



pallanimred.gif (323 byte)Foibe, è il
caso di parlarne
(di Maria R.
Calderoni, Liberazione)



pallanimred.gif (323 byte)«Le stragi delle foibe furono violenza di Stato».
Il testo definitivo dell’analisi bilaterale Italia-Slovenia (di Francesco
Alberti, Corriere della Sera 4 aprile 2001)



pallanimred.gif (323 byte)Quei duemila operai di Monfalcone traditi da Tito e
abbandonati dal Pci
(di Marzio
Breda, Corriere della Sera 8 ottobre 2001)

pallanimred.gif (323 byte)La questione di Trieste: cronologia 1944-1975



pallanimred.gif (323 byte)Giornata
della memoria sull'esodo degli italiani dall'Istria
(10 febbraio 1947)



 



 



Crimini italiani 



http://fascisti.shorturl.com/  con ampia 
documentazione  degli
archivi   sloveni  e croati



 



 



Mappa dei campi di concentramento in Italia                                                                                                                     Risiera di San Sabba L'unico campo di
sterminio nazista in Italia, dove furono uccisi e bruciati nei forni crematori
circa 5.000 persone                                                                   
                                                    
 
Fossoli  Il campo di concentramento, in provincia di Modena, dal
quale partirono molti convogli per la Germania e la Polonia                                                                               
                                                                          
Bolzano Il campo di transito di Bolzano e i campi satellite dal
quale, dopo la chiusura di Fossoli, partirono i convogli della morte                                                                                                                                                              
Borgo San Dalmazzo Il
campo semi dimenticato in provincia di Cuneo                                                                         
Grosseto Un campo scoperto di recente                                                                                     
                                       
Campi italiani di internamento e deportazione Scheda a cura di Pinerolo Cultura 



pallanimred.gif (323 byte)Bibliografia
sui campi di concentramento italiani



pallanimred.gif (323 byte)1940-43:
i campi di concentramento fascisti per gli ebrei stranieri e italiani, gli
antifascisti e gli zingari



pallanimred.gif (323 byte)1941-43:
i campi di concentramento nella Jugoslavia occupata



pallanimred.gif (323 byte)1943-1945:
i lager italiani



 



 



 



 



 

Senza titolo 566

 gabbiano

9.2.05

Senza titolo 565

Terroristi: stupidi oltre che cattivi

di Simone Piazzesi

Le "epocali" (per usare un aggettivo caro al nostro presidente del consiglio) elezioni in Iraq sono trascorse. Tutto bello, tutto perfetto, la democrazia è rinata, la dittatura è davvero finita. Che poi siano state elezioni a cui un quarto degli irakeni non ha potuto partecipare per motivi di sicurezza; in cui la minoranza sunnita non ha votato per una precisa scelta di boicottaggio, ritenendo le elezioni una farsa organizzata dagli americani per legittimare l'occupazione (ma i media occidentali continuano a rappresentare i sunniti unicamente come terroristi nostalgici di Saddam, senza considerare che incorporano l'elite culturale, filosofica e professionale irakena); in cui gli osservatori internazionali erano assenti per motivi di sicurezza (come testimoniato dall'europarlamentare Giulietto Chiesa a cui è stato impedito di recarsi sul posto); e soprattutto che sono state organizzate in un paese occupato da parte della forza occupante... su tutto questo si è sorvolato per dare risalto alle magnifiche sorti e progressive della guerra preventiva che esporta la democrazia sui B-52. Nonostante ciò, però, si continua a morire, a far esplodere auto-bombe e a rapire giornalisti [...]

CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTO L'ARTICOLO 

Genocidio? Ne ho quanto ne vuoi!

 

Si parla sopratutto di Foibe in questi giorni, vedendo solo l' unicità del deprecabile gesto, estrappolato da un grave contesto storico, che per altro non lo giustifica affatto.  Comunque, visto che tutti chiedono il giorno delle Foibe, che poi è oggi, perché no? Ma non credo che ogni manifestazione distruttiva del genere umano debba avere un giorno in cui ricordarla, perché come per i santi ci vorrebbero 2 calendari, ma non solo per  questo ilarico motivo, ma per il fatto che così discriminiamo la storia dando più peso ai morti o italiani o ebrei, di una o dell'altra causa... In effetti quando muoriamo non siamo tutti uguali? Abbiamo il giorno dei morti, chiediamo invece il giorno per ricordare le morti inutili, come quelle sul lavoro e per ricordare chi è morto per la libertà, non quella americana o occidentale signori, quella tronca, quella della statua e della mano in bocca, quella del terrore e sopratutto quella delle bugie paranoiche, che vengono propinate da i kapò per farti paura e farti dire per primo "This is a right war, kill'em all those madafaka".

Per non dimenticare ricordiamo per piacere anche la comunità afro americana uccisa dalla discriminazione e dall'ignoranza, quella che fa parlare la gente senza sapere, quella che da sfogo alle frustrazioni personali, che nulla hanno a che vedere con gli altri, che siano essi bianchi, neri, indiani d'america, neri sud africani, congolesi uccisi dai diamanti delle industrie belghe, tutte quelle persone epurate in maniera "diversa"da: Stalin, Franco, Mao Tse-Tung, Mussolini, Hitler, Mc Carthy e il maccartismo, indiani, pakistani, yemeniti, vietnamiti, nepalesi, tibetani,  francesi (guardati l'algeria, il vietnam e l'egitto amico) inglesi, israeliani ( la storia è lunga e per chi non lo sapesse la piaga del terrorismo in Giordania l'hanno iniziata loro ) palestinesi e giordani, iracheni, jugoslavi, serbi e kossovari, portoghesi, castristi, peronisti, irlandesi, mongoli e la lista continuerebbe ad oltranza. E come bestie avide di vendetta, parte di questi hanno fatto il triste salto dall'essere vittime a carnefici.

Ma oggi volevo sopratutto far pensare al genocidio del popolo armeno, sterminato a cavallo delle due guerre mondiali:

Genocidio Armeno, di Lorenzo Pinfari

Il genocidio è lo sterminio programmato di intero gruppo nazionale, razziale, politico, o religioso.
Il genocidio armeno un evento tragico che si è presentato durante la prima guerra mondiale e gli anni postumi alla seconda. All'epoca, i poteri politici in turchia, conosciuti come i "Giovani Turchi" erano controllati dall'impero ottomano : il 24 Aprile del 1915 il governo turco, guidato dai Giovani Turchi catturarono oltre 200 capi villaggio armeni per poi ucciderli, lasciando così il popolo armeno senza leader. Gli omicidi continuarono a lungo e ogni persona di nazionalità armena veniva catturata e uccisa dai turchi. Molti venivano violentati , altri torturati , e subivano ogni tipo di violenze prima di essere lasciati morire. I più fortunati venivano presi e deportati in Syria per essere rinchiusi in gabbie nel deserto prima di morire di fame. La situazione poiltica turca cambiò ma non il destino del popolo armeno : i "Giovani Turchi" assunsero il potere insieme ai nazionalisti e le condanne contro gli armeni diventarono ancora più pesanti. Tra il 1915 e il 1923 circa 1.500.000 armeni vennero uccisi dai turchi senza alcun motivo apparente, tranne per il fatto che la loro terra faceva parte dell'impero ottomano. Queste uccisioni, le deportazioni non vennero divulgate al mondo dalla rigida censura turca e tutt'ora molte persone non credono che sia realmente esistito questo sterminio, lo sterminio di un popolo intero, e soprattutto innocente, che non è diventato neanche un numero, una riga negli albi della storia, ma venne semplicemente dimenticato. Oggi, il Ani (Armenian National Institute) documenta e continua la lotta di informazione per il destino di questo popolo che per moltissimi anni è stato usato e sfruttato in modo forse peggiore degli ebrei.
Maggiori informazioni sulla questione armena le potete trovare sul sito ufficiale dell' ANI (
http://www.armenian-genocide.org )

Io personalmente, oggi voglio ricordare tutti i morti per la libertà, quella vera non imposta, e come oggi lo farò domani e il giorno seguente, e quello ancora, perché si DEVE imparare dai PROPRI SBAGLI, non come fanno molti migliorando lo stile dello sterminio, ma evitandolo e capendo che uccidendo niente può radicalmente cambiare, chi tace è alla stregua di chi da l'ordine di uccidere, chi tace è uno SPORCO ASSASSINO, peggiore di chi da l'ordine. 

Voglio usare la stessa idea del motto di una nota casa fotografica nipponica:

                                                      " Ricordati di ricordare "

Senza titolo 564

 

LA TOMBA DEI FONDAMENTALISMI

di ALDO GRASSO

Siamo rimasti al buio, spaventati e impotenti, soli con le nostre ideologie

sulle fonti energetiche. Prima o poi doveva succedere, e un buio così

neanche osavamo immaginarlo: treni e metropolitane fermi, voli cancellati,

ospedali in emergenza, il Paese paralizzato. Già perché ci siamo costruiti

un mondo di favole che dipende però da un continuo, incessante rifornimento

energetico e se la spina si stacca non riusciamo più a vivere a lume di

candela. Fortuna che era notte fonda, fortuna che era sabato.

Un conto è se va via la luce per un temporale o per una scossa sismica, un

conto è se va via così senza un vero perché. Colpa della Francia o della

Svizzera, da cui dipendiamo per la fornitura elettrica? O colpa nostra?

Negli ultimi vent’anni il problema energetico è stato in primo luogo un

problema ideologico; magari in buona fede, magari guidato dalle migliori

intenzioni ma, ancora una volta, l’astratto è prevalso sul concreto. Noi

vogliamo avere tutto: il Paese industrializzato, le fabbriche che rendono,

gli ultimi ritrovati della tecnologia, il polo chimico, il cellulare di

ultima generazione, ogni possibile comodità ma tutto questo senza pagare

dazio. L’energia è vitale al nostro Paese ma non sopportiamo che esistano i

luoghi che producono questa energia. Perché inquinano, perché sono sporchi,

brutti e cattivi. Piuttosto preferiamo dipendere dai capricci dei Paesi

mediorientali. Ricordate Cernobyl, ricordate Montalto di Castro? Era il 1987

e sull’onda emotiva del disastro sovietico in Italia si celebrò il

referendum che bloccò la costruzione di centrali nucleari. Erano gli anni in

cui i sindaci facevano a gara per mettere all’ingresso del paese il cartello

«Comune denuclearizzato».

Il risultato fu la chiusura delle quattro centrali che avevamo: Latina,

Garigliano, Trino Vercellese e Caorso, nel Piacentino. Quella di Montalto di

Castro (per la cui cessazione lottarono in prima fila Ermete Realacci,

Chicco Testa, Edo Ronchi e il principe terriero Nicola Caracciolo) venne

convertita in centrale termoelettrica, a costi pazzeschi. E poi c’erano le

magliette e le spillette del Sole che ride: « Nuclear power ? No thanks !».

Era ed è difficile non condividere queste battaglie. Salvo che se si vuole

un Paese «denuclearizzato», senza rischi, senza gli odiosi tralicci dell’

alta tensione bisogna figurarsi un Paese diverso, magari il giardino d’

Europa, con programmi scolastici però che ci insegnino a riusare le candele,

a spegnere la luce quando non serve, a fare a meno di lavastoviglie e

lavatrici.

Niente di personale, ma se penso alla profonda contraddizione in cui siamo

vissuti in tutti questi anni penso a Chicco Testa presidente dell’Enel, all’

ecologista comunista che guida il monopolio energetico. Abbiamo detto no al

nucleare (comprandolo però dalla Francia, come se le Alpi fossero una

barriera invalicabile in caso di incidente) ma per demagogia e ipocrisia

siamo schiavi del petrolio, di un’economia basata sull’energia «sporca»,

senza dar corso a un piano di sviluppo delle fonti alternative perché troppo

costose. Abbiamo poca energia, dipendiamo dal petrolio e respiriamo aria

fetida. Vogliamo essere più coerenti?

8.2.05

ho creato una

 ho creato una  chat  rom   . in  splinder si  chiama  :  in viaggio 

Senza titolo 563

 

La nostra libertà nasce dal rispetto dei diritti degli altri

 
da  una  rivista  online  http://www.psychologies.it/rivista/gennaio_2005/

ho  trovato questo editoriale   interessante    che mi trova  perfettamente    d'accordo,






È di questi giorni una notiziola scarna proveniente dalla Corea del Nord*,
passata quasi inosservata in un momento in cui i media hanno ben più polposi
argomenti da azzannare: si tratta della feroce campagna condotta dall’ultimo
regime comunista duro e puro del pianeta attraverso giornali, radio e
televisione, per imporre al popolo un look appropriato. “Non permettete alla
vostra zazzera di raggiungere una lunghezza controrivoluzionaria!”, tuona da
Seul la tv di Pyongyang, “le persone che portano vestiti di uno stile che non è
il loro provocheranno la rovina della nazione”, fa eco il Redong Sinmun,
quotidiano organo del partito. Niente di nuovo sotto il sole: il regime talebano
di Kabul imponeva agli uomini di non tagliarsi la barba. E, senza andare
lontano, a casa nostra durante il Ventennio vigevano regole severissime,
ancorché non scritte, sul look che si conveniva a uomini che fossero veri uomini
e donne che fossero vere donne. Che i regimi (o le mentalità) totalitari, di
qualunque colore, abbiano sempre considerato normale ingerirsi in faccende che,
viceversa, dovrebbero essere del tutto private, come l’aspetto esteriore delle
persone o la loro sessualità, è cosa nota. Che in regime di libertà questo
genere di imposizioni sia intollerabile è un pensiero ampiamente condiviso.
Tantopiù da chi, come noi di Psychologies, ritiene che ciascuno abbia diritto a
cercare la propria via all’autorealizzazione, purché nel rispetto dei diritti
altrui. Ma sarebbe semplicistico fare di tutta l’erba un fascio, ritenendo che
qualunque divieto porti dritto dritto al totalitarismo. Come è stato sostenuto
da qualcuno nell’ambito del dibattito sulla legge sul fumo appena entrata in
vigore: “Dopo il nazismo e il fascismo, è crollato il comunismo. [...] Sconfitti
in campo economico i nemici della libertà hanno cominciato a cercare la
rivincita in altri settori”. La dichiarazione è nientemeno che del ministro
della difesa Antonio Martino**, inferocito dal divieto di fumare in luoghi
pubblici votato dal Parlamento. Ora, regolamentare la convivenza di un numero di
persone superiore a uno è sempre stato un affare delicato. Una sorta di slalom
tra le inviolabili libertà individuali che, più di una volta, ha portato anche
le migliori democrazie a scivoloni incresciosi. Ma qualunque sia la nostra
posizione personale in proposito, è difficile immaginare che la questione fumo
possa essere considerata alla stregua della vicenda coreana. Possiamo
comprendere le ragioni di chi rivendica il diritto a godere liberamente dei
piaceri della vita (che, per altro, pensiamo vadano ben al di là del fumo o
dell’alcol o della guida veloce). Ma è un dato di fatto che il primo dei
principi liberali afferma che tale libertà deve fermarsi laddove infrange i
diritti degli altri. Il capello lungo non ha mai fatto male a nessuno (se non ai
regimi). Il fumo, forse, sì.


lrappazzo@hachette.it

 mi piacerebeb  sentire  il vostro parere in merito 

Senza titolo 562

 nei vecchi tempi in cui andavo con amici a fare il fareniello con le ragazze (ora non più, non perchè abbia rinunciato, ma perchè sono felicemente fidanzato con una delle frequentatrici anche di questo loco), tornavamo molto spesso a casa sconsolati con una lamentela comune... ovvero "che palle, ma tutte quelle interessanti sono fidanzate..."
ebbene oggi sono io ad esserlo, quindi riflettevo, mettendomi nei panni di chi ultimamente deve aver provato una cosa del genere,  che sono una persona interessante... e chissà gli altri cosa pensano di me...
post senza senso... almeno sembra... chi è capace di intendere... intenda... gli altri in roulotte!

Senza titolo 561

 

 

Questa canzone (copyright SIAE)

fa parte di un album mai pubblicato  che sarebbe dovuto uscire con l'RCA italiana.
Parla di amici e di come il tempo cambia le cose,  ma non troppo.

La dedico a chi passa a leggere qui,
anche raramente.

Io credo che le canzoni debbano avere un testo valido,
che faccia riflettere, oltre che una musica accattivante.

Ci credo ancora.


MA ERAVAMO LI’

Forse non ricordi
ma eravamo lì
noi seduti e il mondo intorno
scivolava via


tra il banale di un amore medio e
l'importante rito
del caffè al mattino

briciole di ribellione in noi
spazzate dall'ipocrisia

nuvole che cambiano nel cielo e
speranza e voglia
di non cambiare mai

non cambiare mai

Darai
molto più di quanto credi
di aver già dato

sapranno sempre farti cambiare credo
fino a che non ti risiederai
ma senza mai pensare più

Sarai
sempre più disposto a dire
sì sto sbagliando

e quando non saprai più cosa dire
ti diranno ch'era tutto un gioco
e di non prenderla così

Gli anni son passati
e siam dì nuovo qui
a scoprire il tempo
quanti segni ha dato già

rievocare volti e situazioni che
ci hanno accomunato
ma ora son riflessi in mare

dov'è mai l'intesa ch'era in noi
di non cambiare mai

ma ogni tanto affiora ancora all'anima
l'esigenza almeno
di non scordare mai

non scordare mai

E darai...

7.2.05

Senza titolo 560

ho dimenticato quello

che provo forse

sul bancone di

qualche bar

annegandolo nei

bicchieri per

necessità ed ora

che vago nei meandri

mi chiedo perché mi

manchi perché non

torni ma forse è colpa

mia che ho cambiato

la porta quando ti

dissi che per me la

nostra storia era morta

ora che non so come

affogare bevo l’acqua

del mare sperando di

vomitare i miei errori

ma neanche la sabbia

mi riempie i polmoni

ho deciso di non tornare

a casa tanto nessuno

mi aspetta dalla scorsa

settimana forse tutto si

è lasciato andare allora

perché non lo seguo

forse starò meno male…….

 

Senza titolo 559

 

Risveglio

 

 

Vi sono mattine

dal risveglio stanco

laddove la luce

fatica ad entrare.

Momenti in cui

senza memore

alcuna del sole

la vita appare

un lungo viaggio

oscuro e denso.

Mattine che lasci

che la tua carne

nel corpo discinto

tremi nell’attesa

vana scandita nel

tempo dai battiti

del cuore.

Senza titolo 558

 

6.2.05

Senza titolo 557

 

Autoritratto.

 

Pensando  troppo,

e parlando  poco affido

ai versi il mio essere.

Non sarò certamente

memoria alcuna

quando le luci si spegneranno.

Ho dato e continuo

a dare  solo parole,

quelle che ho

sentito e quelle che

ho vissuto scritte in punta

di cuore e a volte con mano

debole e non sempre capita.

Parole e fogli gettati in balia

dei tanti,

ma da quanti capiti?

 

4.2.05

Senza titolo 556

 

Ci sono giorni che si sente la mancanza di alcune cose…

Oggi mi mancano:

le giornate divise da vari impegni

le giornate in cui giravo per la mia città

l’andare a vedere le mostre con una mia amica

avere il tempo per andare

il mio gatto

girare con il mio free

mi manca un po’ di caldo

fare un po’ l’animatrice

le tre ore da fare in un pullman per andare dai miei amici

mi mancano i miei amici

mi manca un po’ la vita di prima.

 

 

A volte vorrei essergli più vicina di quanto gli sono già!

 

 

Una telefonata per un lavoro…che faccio?

3.2.05

Senza titolo 555

Dalla soglia di un sogno mi chiamarono…

Era la buona voce, amata voce.

- Dimmi: verrai con me a vedere l’anima?…

Una carezza mi raggiunse il cuore.

- Sempre con te… Ed avanzai nel sogno

per una lunga, spoglia galleria;

sentii sfiorarmi la sua veste pura

e il palpito soave della mano amica.

Machado

 

parole che...graffiano

 

 

"Nel tuo sonno, al limite dei sogni,
aspetto guardando in silenzio il tuo viso,
come la stella del mattino che appare per prima alla tua finestra. Con i
miei occhi berro' il primo sorriso che, come un germoglio, sboccera' sulle
tue labbra semiaperte.
Il mio desiderio e' solo questo."

~ Rabindranath Tagore ~


 

 


Turbato da un sogno
E la luna quella
alla finestra, tanto grande e rossa?
Nella stanza nessuno?
Nessuno vicino al letto?
Ascolta; palpitano
i suoi passi giù per le scale
...o ai vetri è un battito d'ali?
Lei un momento fa
sulla bocca mi baciava calda:
calda come la luna nel sud
quando splende rossa,
la luna che da abissi lontani
segnò quei due baci.
E la luna ora va
rannuvolandosi, ha frainteso!
Così giù nel mio sangue lenti
affondano i miei baci, presto
restando sommersi.
Non ci siamo capiti.


~ David H. Lawrence ~


 



~ David H. Lawrence ~


 


 

 


Turbato da un sogno
E la luna quella
alla finestra, tanto grande e rossa?
Nella stanza nessuno?
Nessuno vicino al letto?
Ascolta; palpitano
i suoi passi giù per le scale
...o ai vetri è un battito d'ali?
Lei un momento fa
sulla bocca mi baciava calda:
calda come la luna nel sud
quando splende rossa,
la luna che da abissi lontani
segnò quei due baci.
E la luna ora va
rannuvolandosi, ha frainteso!
Così giù nel mio sangue lenti
affondano i miei baci, presto
restando sommersi.
Non ci siamo capiti.


~ David H. Lawrence ~


 



~ David H. Lawrence ~


 

 

 

I desideri che si rincorrono nella notte

non possono morire di solitudine

pronti a rubare il prossimo sorriso

nell’indecenza delle parole non dette

nel calore degli ultimi segreti sciolti

al suono intimo, sussurrato sottovoce,

nel movimento complice delle labbra

quasi fosse un’altra bocca da baciare.

 


~  k.18.01.05  ~

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