L'unico commento che mi sento di fare alla news ivi riportata è che peggio dei bambini dato che anch'io a 9\12 anni mi divertivo a lanciare sassi contro le macchine , poi dopo averne preso la fincata di una , e dopo la strigliata e dei genitori ho capito la cazzata che stavo facendo e grazie al can can dei fatti di tortona che ho evitato di ricaderci e di cadere in un gesto emulativo

Era un ricordo sopito nella memoria degli italiani, il lancio dei sassi dal cavalcavia: un incubo di quelli che non si possono del tutto cancellare, anche se sono trascorsi nove anni da quando a Tortona una banda di ragazzi di paese trovò quel gioco estremamente eccitante, e finì per ammazzare una donna. Venerdì notte, poco prima delle due, l'incubo è tornato. L'hanno vissuto sei poveracci che su due auto avevano scelto la «partenza intelligente» per andare in vacanza al sud, ma che hanno trovato nel bel mezzo dell'A1 deserta un masso di una quarantina di chili scalgliato appunto da un cavalcavia fra i caselli di Pontecorvo e Cassino. Il bilancio è pesante: un morto, tre feriti di cui uno in condizioni disperate, e due contusi. Paradossalmente, a cavarsela con il minimo danno sono stati gli occupanti della macchina che si è schiatata contro il masso, una Clio su cui viaggiavano due giovani di Rignano Flaminio, un paese vicino a Roma: Radiano D'Abruzzo e Giuseppe Martone, 23 e 22 anni, diretti a Gallipoli, in Puglia. Se la sono cavata con qualche ammaccatura, niente di più, nonosante che la macchina sia stata distrutta. Il peggio è venuto subito dopo, quando è arrivata una Golf con quattro persone a bordo: ha colpito in pieno le lamiere e alcuni pezzi di motore che si erano staccati dalla Clio, con conseguenze drammatiche. Il conducente, Natale Gioffrè, 46 anni, nato a Messina e residente a Milano, è morto. Suo figlio Francesco, un ragazzo di 15 anni, è in condizioni piuttosto gravi. Anche due amici di Gioffrè, Claudio e Clemente Schinco, foggiani emigrati molti anni fa a Torino, sono rimasti feriti: il primo è in fin di vita, l'altro ce la farà. Si conoscevano da vent'anni, i fratelli Schinco e Gioffrè, tutti e tre operai di origini meridionali, accomunati dalla giovinezza vissuta a Torino prima che Natale si trasferisse a Milano. Continuavano a frequentarsi, e quest'anno avevano deciso di trascorrere le vacanze insieme a Pizzo Calabro, nella casa paterna di Gioffrè. Anche se ufficialmente non possono escludere altre possibili cause dell'incidente, polizia e carabinieri hanno pochi dubbi: il masso è stato scagliato dal cavalcavia numero 439 fra Pontecorvo e Cassino, nel comune di Piedimonte San Germano. Lì, ieri pomeriggio, il sostituto procuratore Carlo Morra, il comandante della polstrada Italo Acciaioli e i funzionari della squadra mobile e della digos di Cassino hanno fatto un lungo sopralluogo, durante il quale hanno trovato frammenti della pietra (assieme, sembra, ad alcune impronte) sulla rete metallica che dovrebbe rendere impossibile proprio il lancio di oggetti sull'autostrada. Il condizionale, in questo caso, è d'obbligo, perchè la protezione è alta appena due metri. Per i teppisti, sicuramente in gruppo, è stato un gioco da ragazzi sollevare il masso e lasciarlo cadere oltre la rete. Anche trovare il masso da gettare è stato facile. Il cavalcavia si raggiunge percorrendo una stradina di campagna poco distante dallo stabilimento Fiat di Cassino e frequentata di notte solo da prostitute africane e qualche coppietta: una via isolata, costeggiata da campi incolti in cui i camion spesso scaricano quintali di pietre e mattoni, materiale di risulta proveniente dai cantieri abusivi della zona. Gli inquirenti sperano che qualche testimone, se esiste, si faccia vivo, o che i responsabili del disastro si costituiscano. Non a caso il questore di Frosinone, Salvatore Margherito, ha lanciato un appello riferendosi proprio ai teppisti: «Sono sicuro che non avevano intenzione di uccidere, chi sa qualcosa o li conosce si faccia vivo o li convinca a confessare prima che sia troppo tardi». Nel frattempo la polizia sta indagando fra i tanti gruppi di ragazzi di Cassino e dei paesi vicini. Setaccia pub e discoteche, interroga titolari di bar e pizzerie. Ma è un lavoro maledettamente difficile.
concludo con questo articolo tratto da una rivista online uno dei più interessanti w migliori che jop letto su talke argomento
di GIANFRANCO BETTIN
NE’ SFIDA NE’ GRANDEZZA IN QUESTO VIGLIACCO GIOCO
GIANFRANCO BETTIN
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Cosa passa per la testa di chi tira pietre da un cavalcavia contro persone ignare? Qual è il movente? Quale la ragione, se ragione può esserci? A volte li hanno presi. Erano persone normali. Giovani, a volte neanche tanto. Quasi mai «disturbati» o «dropout», al contrario più spesso integrati ed espressione di gruppi sociali del tutto ordinari. Incensurati. Insomma, né Arancia meccanica né Ludwig né Gioventù bruciata e nemmeno Unabomber. Teste di... scriveremmo se potessimo, certi di cogliere più nel segno. Nessuna «grandezza», per così dire, nemmeno criminale, nelle loro bravate. Che non sono neanche tali, poiché in genere una «bravata» dovrebbe implicare qualche rischio, qualche sfida. Ma che rischio c’è, e quale sfida, nell’attendere nel buio di un viadotto e poi, alla cieca, lanciare un sasso contro dei fari in avvicinamento? Il rischio di essere presi? Si tratta, spesso, di un rischio aleatorio. L’indomani, in compenso, c’è da godere - certi, infatti, godono così - guardando la tv e i giornali che parlano del terrore seminato, dei misteriosi mostri in agguato nel buio. Un protagonismo da prima pagina, locale o nazionale a seconda dei danni provocati, costato così poco, ma così gratificante. Ecco, è a questo che dovremmo prestare attenzione, oltre, ovviamente, a provvedere a mezzi e norme più adeguati per prevenire questi atti (e a sanzioni più pesanti per chi li commette). Prestare attenzione, cioè, a quello che ottengono questi assassini o quasi assassini dei viadotti, alla gratificazione che ricevono dai loro ignobili atti. Atti che ci parlano del potenziale di violenza che alligna in tanti e che è pronto ad esplodere quando l’occasione giusta si presenta, e cioè quando uno o più vigliacchi pronti all’efferatezza si trovano di fronte a una ragionevole possibilità di impunità («non ci vede nessuno») per gesti di gratuita aggressione rivolti contro un casuale prossimo («chi passa passa: io sono il tuo destino, questa pietra ti sarà fatale - quindi io sono onnipotente, almeno in quest’attimo notturno»).
Ecco, dev’essere qualcosa del genere che frulla per la testa a chi è pronto a sollevare un masso di oltre 40 chili come quello che, a quanto pare, è stato lanciato sull’Autosole in prossimità di Cassino l’altra notte, e che è costato la vita al conducente di una Golf e il ferimento di altri cinque passanti. Che gli autori del gesto, come tante volte è successo, non siano probabilmente dei «mostri» non è una consolazione, anzi. Che non basti paragonarli ai terroristi, come fa il solito ministro sparaidiozie, va da sé. E’ proprio la loro normalità che ci deve inquietare ma è sempre da essa che ci possono derivare indizi importanti su quello che sono. Insieme ai provvedimenti specifici che si possono prendere - più sorveglianza dei punti a rischio, in primo luogo, e appunto sanzioni maggiori con aggravanti pesantissime - è fondamentale che non si perda di vista la percezione dell’intreccio tra stili di vita e «valori» assai diffusi e questi e altri gesti analoghi. Sono tra noi, quelli che li commettono. Sono «come» noi. Solo, più teste di..., che proprio e solo per questo diventano a volte assassini e basta.


_Io sono Mohamed e se mi domandi
_Io sono Omar, di Gaza, e quando fui colpito
_Io non ti vedo
Io sono Anna, la bimba ebrea del ghetto,
E questo bimbo negro che tu vedi
_Giro, giro tondo,

infatti ogni anno 150.000 cani vengono abbandonati per strada (sugli abbandoni dei gatti non esistono rilevazioni precise) e ben 4.000 incidenti stradali sono causati ogni anno da randagi. Essi sono vittime di un gesto vile com’è l’abbandono sono spesso cagnolini o gattini ( strappati , da venditori senza scrupoli, appena nati o dopo pochissimi mesi , dalle loro madri , per essere venduti ) regalati in occasione del Natale, magari fatti trovare come tanti bei regali infiocchettati sotto l’albero. Ma se l’adozione o l’acquisto non sono fatti con la consapevolezza che il “possesso” di un cane, o di un gatto, è un impegno che comporta serie responsabilità e precisi doveri (non solo in termini di salute e cibo, ma anche di affetto e tempo da dedicargli), presto il cane, o il gatto, diventa una presenza scomoda e ingombrante. Ed è il candidato ideale all’abbandono. ) abbandonati sulle autostrade e non solo . Lo so che parlandone ora faccio iil loro gioco , ma solo da quando sono entrato in un’associazione per gli animali mi accorgo che non è solo il solito problema estivo : ma un conto è ( anche questo incivile e barbaro abbandonarli nei cassonetti o sotto casa di qualche volontario come nel mio caso ) un altro sull’ autostrada o sulle strade portandoli , come è successo da poco a morte certa e creare incidenti autostradali dovuti a tale causa dovuti a tale causa . Quindi se proprio non puoi lasciarlo a parenti ed amici , portalo con te
Come ho già detto sono oberato d’impegni ( lavoro , studio , volontariato ) ma con questo caldo non riesco a studiare ne a fare altro e non potendo andare al mare ( per vari motivi che non sto a raccontarvi per non annoiarvi e tediarvi con le mie paturnie ) se non il fine settimana ,vado " in ritiro " nello studio di mio padre dove c’è il condizionatore e cazzeggio in internet . Leggendo la posta trovo in una email in arrivo come signe questa bellissima e toccante frase che riassume in poche parole quello che tale evento è stato e come esso sia ancora , più che mai , attuale al giorno d'oggi : << Hiroshima rivela quello che la guerra è sempre stata:tendenza al massimo della violenza per infliggere il massimo della sofferenza e strappare il massimo di sottomissione.
Mosca il principe Konoye per i negoziati di pace. Gli americani tramite i servizi segreti intercettarono e lessero (con il codice "magic") i messaggi del ministro degli esteri Giapponese all'ambasciatore Giappones a Mosca. IL presidente Truman, - scrive lo storico B.Liddell Hart - e la maggior parte dei suoi consiglieri erano tanto desiderosi di accelerare il crollo del Giappone, quanto lo era Stalin di entrare in guerra contro il Giappone prima che essa finisse, per assicurarsi una posizione vantaggiosa nell'Estremo Oriente". Per sbarrare la strada a Stalin ed essere primi e unici vincitori sul Giappone, Truman diede ordine di lanciare le bombe atomiche. Quindi quelle vittime giapponesi innocenti furono liquefatte non da "bombe umanitarie" ma da una cinica corsa che vide Usa e Urss fare a gara a vincere sull'ormai fragilissimo Giappone. Alla luce di cio', le argomentazioni di Churchill appaiono "vere" quanto le parole del presidente americano Truman il quale dichiaro' al mondo che le due bombe atomiche avevano colpito obiettivi militari. Falso: colpirono solo due cittadine inermi e prive di installazioni belliche. Su una cosa invece Churchill fu invece estremamente sincero e cioe' quando disse: "In tempo di guerra la verita' e' cosi' preziosa che dovrebbe essere protetta costantemente da un velo di bugie". Parole verissime. Come insegnante sento il dovere di invitare a ripudiare la profonda immoralita' del fuoco che sciolse donne, bambini e uomini innocenti, e di dire ai giovani: mai piu' l'olocausto nucleare . >> . E dalla lettura di questo articolo , delle testimonianze in vari giornali e siti fra cui alcuni presenti nell'elenco a fine post , sono arrivato alla conclusione che è proprio vero quanto dioceva il mio prof di storia contemporanea : << la storia la scrivono i vinti >> , e che quando descrive un genocidio fatto dai vincitori se parla pocop e male , coa invece diverssa per al giornata del 27 genanio in quanto il genocidio è stato fatto dai vinti .
trasformare in un tabù l'idea del conflitto atomico nela coscienza dei popoli e dei lro governanti . E' ora che questo movimento riprenda la sua azione . Per non dimenticare la lezioen di Hiroshima e Nagasaki . E per allontanare definitivamente l'incubo dell'olocausto nucleare dfal futuro dell'umanità >> e per evitare che come ha detto Il 2 molto koffi " pocco " annan " segretario generale dell’On: << Siamo di fronte ad una minaccia reale che le armi nucleari si propaghino. Senza un’azione comune rischiamo di doverci confrontare con una nuova proliferazione nucleare». che ha preferito lanciare l’allarme sulla persistenza del pericolo nucleare a sessant’anni dalla strage di Hiroshima piuttosto che limitarsi a commemorare i 140 mila morti provocati il 6 agosto 1945 dalla bomba sganciata da un bombardiere americano. Una seconda bomba, tre giorni più tardi, ne ucciderà altri 70 mila a Nagasaki. Altre decine di migliaia moriranno nei mesi e negli anni successivi a seguito dell’esposizione alle radiazioni. «Oggi siamo tutti degli hibakusha», ha concluso Annan usando la parola che indica i sopravvissuti alle radiazioni nucleari. Il messaggio di Annan è stato letto ai quasi sessantamila che sabato mattina si sono riuniti nel Parco della Pace di Hiroshima per ricordare quel terribile giorno d’agosto di sessanta anni fa. Il sindaco di Hiroshima, Tadatoshi Akiba, ha chiesto la costituzione di una commissione speciale all'Onu sul disarmo con il mandato di preparare un voto vincolante a maggioranza, senza uso del diritto di veto, per l'eliminazione di tutti gli ordigni nucleari dal pianeta entro il 2020.( contunua
dedicato all'immigrazione e al Razzismo, due fenomeni, spesso concatenati fra loro, fortemente presenti nella nostra società
acquistato e mai trasmesso da quella che dovrebbe la Rai , ormai ridotta a semplice appendice di mediaset tanto da chiamare il tutto raimediaset . Questo film-inchiesta ( di cui vedete al lato al locandina ) , e di cui ne consiglio la visione con un adulto dato che contiene immagini crude e impressionanti . Infatti esso mette a nudo alcuni aspetti dell'incostituzionalità' della legge sull'immigrazione ( la 189 del 30 luglio 2002) detta Bossi-Fini. Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura galantina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce,la Fondazione "Regina pacis". IL documentario è un viaggio in presa diretta nell'Italia dei diritti negati agli stranieri . Infatti la Newsletters di Arcoiris Tv ( trovate a sinistra del blog il logo per accedervi ) afferma : << siamo in grado di mostrarvi Mare Nostrum, un documentario sui Centri di Permanenza Territoriale girato dal regista Stefano Mencherini. Il video è stato acquistato e poi censurato dalla Rai, che si rifiuta di mandarlo in onda. In questi giorni gruppi, associazioni e centri sociali stanno organizzando proiezioni pubbliche del documentario, noi di Bengodi Sity rendendolo visibile on-line proviamo a dare il nostro piccolo contributo. Per saperne di più
davanti a tale news poiché quello che noi stiamo facendo a loro , lo abbiamo subito sulla nostra pelle -- ne trovate degli esempi , se avete tempo e voglia di cercare nell'archivio dei post del mio blog , scusate se non metto gli url , ma oggi sono oberato d'impegni --- quando gli emigranti fra 1870-1950 eravamo noi e nei paesi dove emigravamo ci trattavano allo stesso modo di come noi oggi trattiamo loro . E poi se sono costretti ad emigrare è a causa nostra : << Fino a quando per i paesi occidentali era conveniente recarsi nei paesi del terzo mondo e derubare la loro popolazione dei tesori e della loro cultura, non c’erano problemi.>> -- come dice l'ex blog