8.6.11

12-13 giugno le ragioni del SI e quelle del NO


-8 al referendum
Finalmente il 12 e il 13 giugno , salvo che la corte costituzionale non faccia l'azzeccagarbugli \ l'ammazza sentenze e ammazza volontà popolare come hanno tentato di fare bloccando la possibilità d'esprimerci , si vota per i referendum . Ora poiché in Rai , nonostante il richiamo da più parti si continua nel boicottaggio , e nella disinformazione dei referendum nei modi più svariati ad esempio : 1) concentrandosi solo sui primi due ( nucleare e acqua ) e stando zitti salvo pochissime voci , sul 3 quello del legittimo impedimento ., 3) facendo ,almeno all'inizio , le tribune e gli spot ad orari assurdi , ovvero quando la tv la guarda poca gente . 4) dicendo che le schede sono 3 come il numero dei quesiti , quando invece sono 4 ( 2 per l'acqua , 1 per il nucleare , 1 per io legittimo impedimento ) . Per fortuna , che sono uno che crede che le grandi cose sono nascoste \ occultate nelle piccole , che seguo le notizie di televideo e non solo delle prime pagine , ma anche delle sottopagane e delle pagine più interne , evidenziate in giallo alla faccia di chi mi dice che sono un fissato con il televideo e d'esso che ho tratto questa guida quesito per quesito cosa succede se si vota SI e cosa se si vota NO e con le ragioni di entrambi gli schieramenti

Vota SI' chi vuole abrogare determinate norme. Vota NO, invece, chi vuole che le stesse norme rimangano in vigore.

Acqua

Quesito  n 1 Scheda di colore rosso  Modalità di affidamento e gestione dei  servizi pubblici locali di rilevanza   economica. - Abrogazione.            
Il quesito prevede l'abrogazione delle  norme che attualmente consentono di affidare la gestione di servizi pubblici  locali a operatori privati. 
QUESITO N.2     
Scheda di colore giallo
 Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma.  
Il quesito propone l'abrogazione delle  norme che stabiliscono la determinazione della tariffa per l'erogazione dell' acqua, il cui importo prevede attualmente anche la remunerazione per il capitaleinvestito dal gestore.          


SI  

"2 Sì per l'acqua bene comune". E' lo   slogan della campagna referendaria per  il sì ai quesiti relativi all'acqua. 
 Queste le ragioni esposte dal Comitato: "Votando sì al primo quesito si chiede  di cancellare il decreto Ronchi, che  
 stabilisce l'obbligo di affidare il   servizio idrico ai privati. I soggetti  privati tengono solo al profitto, a discapito della qualità dell'acqua e del  benessere dei cittadini. Abrogare que- 
 sta norma significa fermare le privatizzazioni e la definitiva consegna del servizio idrico al mercato. In Italia   tutte le privatizzazioni avvenute hanno comportato l'aumento delle tariffe e il 
crollo degli investimenti".  I sostenitori del sì sottolineano   
 l'obiettivo di "fermare la privatizzazione dell'acqua".       
Votando sì al secondo quesito "si toglie la possibilità di guadagnare denaro sulla gestione delle risorse idriche  Attualmente le aziende che gestiscono   l'acqua ottengono grandi profitti sul- 
 le bollette dei cittadini. Non è giusto  arricchirsi con l'acqua, un bene di  prima necessità essenziale per la vita"  Con il sì al referendum "i privati non  potranno più speculare sulla gestione 
 dell'acqua. Il servizio idrico deve     soddisfare i cittadini e non le leggi  di mercato".                           

 NO     

 "Impedire che i cittadini italiani siano privati di un essenziale processo di riforma e ammodernamento della gestione idrica". E' l'obiettivo del Comitato    per il No ai referendum sui servizi    
 pubblici locali e tariffa dell'acqua.  
 Queste in sintesi le loro ragioni: "L' acqua è un bene pubblico inalienabile   e la sua gestione è tema strategico e  vitale per lo sviluppo del Paese. La    rete nazionale disperde fino al 60%  
 dell'acqua; per ammodernarla occorre    favorire l'ingresso di soggetti privati con adeguate dimensioni finanziarie e   manageriali". Occorrono 65 miliardi di  euro per ammodernare gli impianti: somma che peserebbe sulle fasce più deboli
 Il comitato per il No inoltre osserva:  "Bloccare con il referendum il processo di industrializzazione del sistema idrico nazionale imporrà ai cittadini l' aumento delle tasse". Se vince il sì la gestione sarà affidata nuovamente "nelle mani delle caste della politica municipale". Il nostro è un fronte bipartisan che si oppone alle forze conservatrici del Paese, sostiene la libera 
 concorrenza in un mercato regolato e la nascita tra i cittadini di una seria cultura dell'acqua. Quando l'ente pubblico affida la gestione del servizio   idrico a un soggetto privato non vende 
 l'acqua. La gestione dovrà soddisfare in primis l'interesse dei cittadini.  



 Nucleare Scheda di colore grigio

 Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme. Il quesito propone l'abrogazione della 
 norma che prevede la realizzazione nel  territorio nazionale di impianti di     produzione di energia nucleare.     


 SI 


LE RAGIONI DEL SI     

 L'Italia dei Valori, tra i promotori    del referendum, è contraria al ritorno  del nucleare in Italia.         
Il nucleare è, per l'Italia dei Valori, "una tecnologia obsoleta, costosa, inutile e pericolosa e comunque non adatta all'Italia. Non guarda al futuro, non   tiene conto del passato e non affronta 
 i problemi del presente".             
L'Italia dei Valori vuole quindi evitare che il governo "realizzi questa      maxitruffa ai danni dei cittadini".    
 Il 'Comitato Sì antinucleare' raccoglie   una fetta molto ampia dell'associazionismo e del volontariato italiano: si   va dagli ambientalisti ai sindacati, dalle associazioni di consumatori a    
 quelle di studenti ed anziani, dalle  energie rinnovabili al servizio civile, fino a organizzazioni per il commercio  equo e solidale.                     
 Tra i motivi per dire sì: "Il nucleare  sicuro non esiste; l'energia nucleare è roba vecchia; costa troppo e non abbassa la bolletta; paralizza le rinnovabili; non risolve i problemi energetici;  un deposito di scorie è per sempre".   

 NO     

 Il Ministero per lo Sviluppo economico  ha rivisto l'impostazione sul nucleare  data nel 2009 (decreto legislativo 15  febbraio 2010,n.31) e rinviato la decisione sulle modalità di utilizzo di    
 questa fonte energetica ad un chiarimento complessivo in sede europea.    "Il quadro è infatti cambiato dopo l'   incidente di Fukushima rendendo necessaria una revisione del programma e una
 piena partecipazione italiana alla costruzione di nuovi standard di sicurezza comuni in Europa, dove sono già presenti impianti nucleari vicini ai nostri confini. L'impegno sarà anche ri- 
 volto all'integrazione dell'Italia in   filiere industriali di rilievo".        
 "Il nucleare, in particolare, può consentire di:                  garantire l'indipendenza energetica, mentre l'Italia ora importa l'83% dell' energia consumata, spesso da aree geopolitiche instabili ed esposte a rischi risparmiare sull'energia elettrica,  
 che in Italia costa fino al 30% in più  della media europea e il 50% in più  della Francia, che ricava dal nucleare  il 75% della propria elettricità    * combattere il cambiamento climatico, 
 visto che il nucleare non emette gas  con effetto serra".              
Per votare no al referendum anche di-  
 verse associazioni tra cui Fareambiente
 e Associazione nucleare italiana. 


Legittimo impedimento Scheda di colore verde


 Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n.51, in materia di legittimo impedimento del presidente del     Consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n.23  del 2011 della Corte costituzionale.    Il quesito propone l'abrogazione di     norme in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio dei 
 ministri e dei ministri a comparire in  udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n.23 del 2011 della Corte costituzionale.            

SI 


 L'IdV ha promosso il referendum per l'  abrograzione del legittimo impedimento.
 Per l'IdV "la legge da subito ha dimostrato di essere incostituzionale perché, sospendendo da subito i processi 
 in cui era imputato Berlusconi, ha sancito la diseguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. In realtà il legittimo impedimento esiste già nell'impianto normativo italiano: un qualsiasi
 cittadino impossibilitato a presentarsi  a processo ne può fare richiesta,ma sarà il giudice a decidere se l'impedi mento sia legittimo o meno. Per Berlusconi e i suoi ministri invece questa  
 decisione verrà presa dal Consiglio dei  ministri, ovvero da loro stessi".      
 "Il 13/01/2011 la Corte costituzionale  ha sancito la parziale incostituzionalità della legge:la competenza nel giudicare il legittimo impedimento ricade  sui giudici".Al tempo stesso però viene  confermata la definizione di legittimo  impedimento per "il concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni   previste da leggi o da regolamenti".   
 "C'è solo la raccomandazione di una     leale collaborazione tra poteri nello   stabilire eventuali altre date", ma in  questa situazione,sottolinea l'IdV,"con una legge palesemente ad personam, non  si può ipotizzare che ci sia una leale  collaborazione con la magistratura. Rimane insomma aperta una scappatoia". 

NO     

 Il capogruppo del PdL in commissione    Giustizia alla Camera e relatore del    testo sul legittimo impedimento Costa   illustra tecnicamente le ragioni del no al referendum.                       
"La legge sul legittimo impedimento a   comparire, approvata dal Parlamento e   sottoposta al vaglio della Corte costituzionale, ha l'obiettivo di evitare    conflitti tra due poteri dello Stato:  
 quello esecutivo, cui appartiene il governo, e quello giudiziario, cui appartiene la magistratura".     
 "Laddove,infatti,un membro del governo  sia imputato in un procedimento penale, questi per potersi difendere ha l'esigenza di partecipare alle udienze del   processo. Ma che accade qualora il giorno fissato per l'udienza il presidente  del Consiglio o il ministro siano chiamati a svolgere attività di governo?". 
 O sacrificano il proprio diritto alla   difesa o rinunciano a svolgere un adempimento del loro mandato.           
 "Si tratterebbe di un conflitto volto a determinare uno squilibrio tra i poteri dello Stato, soprattutto se si consen tisse al giudice di sindacare discrezionalmente la legittimità o meno dell'adempimento".                         
 "La legge è finalizzata a regolare queste situazioni di conflitto ed indica,  con precisione,i casi e le circostanze, con relativi richiami normativi, in cui è possibile addurre un legittimo impe- 
 dimento. Nel lasso di tempo che intercorre tra il rinvio e la nuova udienza  è sospesa la prescrizione, così all'imputato non deriva alcun privilegio".   
 "Non si tratta di un'immunità ma di un  istituto già previsto nel nostro ordinamento processuale, finalizzato a garantire un corretto bilanciamento tra   l'esercizio del mandato di governo,l'esercizio del diritto di difesa da parte dell'imputato e il dovere delloStato   di perseguire i reati".              

7.6.11

ma è possibile che debbano morire sempre i migliori ? + morto enzo del re




Lavorare con lentezza. E suonare una sedia per denunciare infinita ripetitività del lavoro in fabbrica. E' morto Enzo Del Re, "l'ultimo cantastorie di Mola di Bari", come si definiva. Voce storica della ribellione degli anni Settanta era il musicista degli oggetti della vita. Nato a Mola di Bari nel '44 ha lavorato, fra gli altri, con Dario Fo e Franca Rame, il cantautore Antonio Infantino ed Enzo Jannacci. Nel 2010 il cineasta Angelo Amoroso d'Aragona gli dedica il documentario "Io e la mia sedia".
Nel video, l'esibizione sul palco del concerto del Primo Maggio, ospite di Capossela

Caro B ti è andata male se facevi come sulla procreazione assista forse ti andava nmegloi



Per un cavillo, il governo sperava di far invalidare il quesito referendario sul nucleare. E l'Avvocatura di Stato aveva fatto ricorso alla Corte Costituzionale, che da ieri ha un nuovo presidente vicino al centrodestra, Alfonso Quaranta (SCHEDA). Ma già ieri il neo presidente aveva annunciato che il referendum non poteva essere bloccato. E oggi la Consulta ha freddato ogni aspettativa: il referendum atomico si farà.Stettativa: il referendum atomico si farà.

adesso  i  giochi  sono fatti 



Scatta il quorum: gratis a teatro per i referendum
Scatta il quorum è l'iniziativa ideata da alcuni dei migliori artisti teatrali con l'Unità. Provando di essere andati al seggio, avrete inviti gratuiti agli spettacoli di Perrotta, Celestini, Emma Dante, Cristicchi, Babilonia Teatri... | Intervista a Perrotta: «Votare per essere liberi» | Le risposte per gli scettici di R. Bru. | Napolitano: «Voto, è un dovere» | CONDIVIDI SU FACEBOOK | CONCERTI GRATIS E CENE SCONTATE | APPELLI: VIDEO-MANIA... | Appello Pd: 4 sì

6.6.11

IO VOTO 4 SI ( 2 SULL'ACQUA , 1 SUL NUCLEARE , 1 SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO )



Questo post sarà di parte quindi se voti NO non continuare nella lettura o se dovessi farlo perché come me sei uno che legge tutto e che ha una visione a 360° benvenga , però non accusarmi di faziosità o menate varie
Io voto 4 SI . Ecco quesito per quesito le mie motivazioni
  1. Nucleare
Tale scelta , anche se un po’ d’influenza emotiva c’è , non è dettata solo dall’emozione per quello che è successo in Giappone ,ma per il fatto che collaborando con il comitato gettiamo le basi ( contro le basi ed i poligoni in Sardegna ) mi sono fatto una cultura sugli effetti sia sulle popolazioni sia sui territori delle armi ad uranio impoverito . E mi sono detto se solo per dei proiettili succede questo figuriamoci cosa sarà se costruiscono una centrale e dovesse succedere quello che è successo in zone dove sono successi incidenti . Ma soprattutto per il fatto che se in Sardegna si dovesse costruire una o più la non ci sarebbe più acqua ne’ da bere né da per le attività agricole , a meno che è qui non solo un ulteriore spesa ma spreco di risorse per costruire le apparecchiature per desalinizzare l’acqua del mare , visto che un reattore richiede un enorme quantità . E poi se non si fa la centrale sarà deposito scorie distruggendo cosi l’ambiente . Quindi , con il mio voto , anche se sarà un goccia nel mare , voglio dire ai nuclearisti e a quelli che dicono Si al nucleare ( NO nelle votazioni ) perché invece di sprecare tempo e conoscenze per una cosa pericolosa non concentrate lo studio per la fusione a freddo * se volete rimanere in tale ambito. di studi , o sulle energie alternative 
Approfondimenti
2) Acqua Pubblica
Perché un bene cosi prezioso e sempre più raro deve essere tutti e non di pochi . L'acqua è un bene comune necessario alla vita.Quindi privatizzare l'acqua, e la gestione dei servizi idrici, significa legarne l'accesso e l'utilizzo alle leggi del mercato,quindi alla necessità dei privati di garantirsi utili e dividendi quanto più alti possibile, indipendentemente dalla qualità (e dalla "democraticità") del servizio erogato.La privatizzazione dei beni comuni è business molto redditizio, per alcuni, ma poco conveniente alla collettività.Quel che succede nel mondo, in Italia, e anche in Sardegna (Abbanoa), sta a dimostrarlo.
Solo una gestione pubblica dell'acqua, in funzione di una migliore qualità della vita delle persone,e non del profitto di alcuni, può garantire, nei paesi ricchi come in quelli poveri,un giusto accesso a questa risorsa, che deve rimanere "di tutti".Solo una gestione virtuosa, quindi non necessriamente "come è stato fino a oggi", nel bene  e nel male ,  può e deve consentire ad ogni essere umano di usufruire di un quantitativo minimo vitale di questo bene fornito gratuitamente o a costo minino a tutti, ma con prezzi che tuttavia crescano progressivamente con l'aumento dei consumi di ogni singolo (per ridurli, educare al rispetto e al risparmio delle risorse, alla sobrietà).
Alcuni m’accuseranno << come sei un imprenditore e poi ti metti a fare discorsi comunisti contro te stesso >> la libera imprenditoria ci deve essere lo stato ( vedi quando era sotto controllo statale diventava un carrozzone ) ha fallito >> . A queste affermazioni rispondo questo :<< si ok ci dev’essere ed è giusto che ci sia ma a patto che non diventi , e noi Sardi con Abbanoa ne abbiamo un esempio , un qualcosa concentrato in poche mani ed arricchisca pochi e impoverisca gli altri .
 Qui perchè voto si


2.6.11

se non è tempo per noi che ci stiamo a fare al mondo ?

Dopo la  elucubrazione  (  o sega  mentale scegliete  voi quale  termine  sia più  giusto usare  ) del post precedente , del quale ringrazio tutti\e  quelli  che  in privato , su  facebook , su twitter  mi hanno dato suggerimenti  o  risposto  sia all'interrogativo  contenuto nel post  del blog  sia  alla domanda scritta  nelle loro bacheche : tu  come  la vedi  ? , eccovene  un altra .
Lo so che non dovrei dovrei  farmene , me ne faccio troppe  e continuamente  , ed molo spesso  esse non portano  a niente   di seriamente  costruttivo  , ma  solo a risultati \  risposte  effimere    \  controproducenti   se  non  deleteri  .  Ma Ciascuno di Noi, può trasformare in meglio la propria vita. La strada per riuscirci è una sola: rivolgere lo "sguardo" verso il nostro mondo interiore. Quanto più profondo, onesto e sincero, sarà quello sguardo, tanto più grande sarà la possibilità di ottenere una vita meravigliosa . 
Dopo  questa  spiegazione  eccovi  quella  d'oggi .Come  dal titolo delo  post   d'oggi  ,  mi chiedo , dopo  aver  ascoltato questa  canzone  di Luciano Ligabue

Concludo come nel precedente post  chiedendovi consiglio , e se  volete  di raccontarmi la vostra esperienza  in merito 

1.6.11

Sono troppo sensibile è un male o un bene ?

Nei giorni scorsi mentre  aspettavo che il lavabo si riempisse in modo da  radermi , mi è venuta in mente  questa  foto (  che trovate a  sinistra  )  presa non ricordo  in quale sito o pagina di facebook per  il SI al referendum  sull’acqua o qualche blog  da me  frequenato   .
Poi  durante la rasatura  nel silenzio dell’alba  , la mia mente ancora  libera dalle preoccupazioni ed  impegni giornalieri   ed ancora impregnata   di materiale  onirico notturno , ha elucubrato  questo pensiero  che m’accingo a condividere  con voi  che mi leggete  .
Come si fa ad essere meno emotivi?
Mi spiego meglio… come si fa a evitare di essere sopraffatti da un’emotività esagerata?
Perchè mettersi a piangere per una piccola discussione, o perchè si viene a sapere che il papà di una conoscente, mai visto, è morto di tumore, o sentirsi le lacrime che salgono quando si vede la pubblicità dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica (che poi io credo laicamente  e stimo certi preti di  frontiera  o del dissenso   sono pure anticlericale) o quando incontri per la strada la vecchietta che è costretta a venderti le piantine di cactus perchè non ce la fa a campare con la pensione o i supermercanti  pieni  di ronba inutile  specie da  mangiare    e la gente  che  muore  di fame   mi pare francamente troppo.
Sono cose che mi capitano, purtroppo.
Tutto questo non solo è nocivo, perchè mi struggo per cose per cui non vale la pena struggersi, ma è anche controproducente perchè quando mi capita in pubblico è  imbarazzante per me e per chi mi sta attorno.
Percepisco che non vale la pena piangere per alcune cose ma anche se ci provo a trattenermi le lacrime mi escono lo stesso e mi rendo conto che dopo un po’ questo atteggiamento può anche dar fastidio agli altri, che, giustamente, non capiscono.
Ho sempre avuto fin da bambino questa sensibilità iperattiva e galoppante, col tempo un po’ ho imparato a farmi scivolare alcune cose addosso ma ancora non ci riesco completamente. Mi rendo conto che ci sono delle cose di me su cui devo ancora lavorare molto e cose purtroppo che fanno parte anche della base del mio carattere di refrattario. Io sono una persona buona, anche quando arreco un danno a qualcuno sono talmente maldestra e in buona fede che non me ne accorgo e poi magari cerco di rimediare, sono geneticamente lontano (  anche  se  a volte   ci sono cascato  ) da qualunque forma di cattiveria. Non ci riesco proprio ad essere cattivoa, quando invece a volte dovrei.Questa assoluta mancanza di malintenzione mi fa diventare sensibile fin troppo al mondo esterno.
Quindi… qualcuno di voi mi sa consigliare cosa fare per chiudere i rubinetti? Come si può fare? C’è una soluzione ? oppure  fregarmene  e lasciarli aperti ?


a volte un illegalità può essere a fin di bene . Gonnesa atente falsa per aiutare la figlia malata

unione  di Mercoledì 01 giugno 2011
Vedi le foto H a falsificato la patente, ma lo avrebbe fatto soltanto per amore della figlia gravemente ammalata. È finito sotto processo, ma il suo difensore ha sollecitato l'assoluzione. È il dramma di un giovane padre di Gonnesa (del quale non pubblichiamo le generalità a tutela della piccola) emerso, ieri mattina, in tribunale davanti al giudice Paolo Pes. L'operaio è accusato di falsificazione del permesso di guida e guida senza patente. «Sì, la patente è falsa», aveva risposto con candore ai carabinieri che nel novembre del 2008 lo avevano fermato alla guida del mezzo comunale per la pulizia delle strade. Un'ammissione fatta con candore e seguita da una giustificazione: «L'ho fatto per necessità, perché la mia bambina è gravemente ammalata, ha continuamente bisogno di essere sottoposta a visite mediche e nessun altro può accompagnarla».
IL PROCESSO Il suo legale di fiducia, l'avvocato Giovanni Raimondo Serra, ha prodotto la documentazione medica dalla quale si evince che la bambina è cerebrolesa e ha realmente bisogno di essere sottoposta a frequenti accertamenti nelle strutture sanitarie. Partendo proprio da questa circostanza il legale ha basato la sua arringa difensiva, dopo che il pubblico ministero Gloria Ligas ha chiesto la condanna a una pena minima di 4 mesi e 15 giorni di reclusione e la sospensione della patente che, nel frattempo, il giovane padre ha conseguito. «Ci troviamo di fronte al caso di un uomo il cui intento non era certamente quello di violare alcun precetto giuridico - è stata la tesi dell'avvocato - il mio assistito non lo ha fatto certo per poter andare a spasso o in discoteca, bensì per motivi che hanno una particolare rilevanza sociale, ha agito spinto dalla necessità».
IL RINVIO Il legale non ha invocato esplicitamente lo stato di necessità, previsto dal Codice, ma ha comunque evidenziato che l'uomo era animato soltanto dall'amore di padre verso la figlioletta gravemente malata. la sentenza a luglio.
Cinzia Simbula

31.5.11

i miei film ,di questa settimana la versione di barney e vento di primavera

Matina  Latina di Sandro Fresi  da Elmusura”  in sottofondo

In tempi di noia   televisiva pubblica o privata , che non sia  totalmente  a pagamento , ho visto  stavolta a noleggio due film .Ed stavolta  sono riuscito , di solito me li guardo in streaming o nel  lettore del pc ,  a mettere d’accordo la  mia “ vecchia “ che  vede nella maggior  parte dei casi   film sdolcinati e melensi , o polpettoni .
Essi sono :

                             LA  VERSIONE  DI BARNEY

SPOILER


SPOILER


Un film divertente, caustico  e  sagace ,  maledetto insomma , non buonista  cioè  ente ( politicamente , moralmente , sessualmente,ecc ) . ottimi gli extra  i dietro le quinte , la recensione critica   del lacchè colto  e sagace  che è Giuliano Ferrara ( su  cui  nel 99.99 % sono in disaccordo , ma  stavolta  mi è piaciuto e con concordo  )   le scene tagliate e alternative  . infatti la maggior  parte  di quest’ultime aiuta  a capire , per chi  non ha letto il libro ( foto alo centro  )   da cui il film  è tratto  a capirlo meglio . Credo che  la persona  di  Mordecai Richler scrittore canadese. , in quanto  è tratto  dalla  sua  storia  ,  starà ridendo   dei vermi  e  del processo  chimico-biologico della  decomposizione  della sua  salma , nel sapere  del successo del  libro prima  e  dopo il film  da esso tratto . Negli url  fra parentesi  maggiori informazioni  e citazioni  dal film  ( 1 2 )  e qui una  delle sue ultime interviste


                 VENTO DI  PRIMAVERA

Ultimo film, stavolta sulla storia  della Francia  del regime  fascista e  collaborazionista  con il  nazismo  di Petain noto meglio come repubblica  di Vicohy , sulla  shoa .
Un film toccante , drammatico , istruttivo . Infatti , per me  che  sono appassionato di storia  , specie  quella  contemporanea ,  non si finisce mai  d’imparare  e d’informarsi sull’obbrobrio dell’olocausto , ad esempio non sapevo  niente o quasi niente  della deportazione  francese avvenuta  fra il 15\16 luglio del 1944 e che  sia  da  ricerche  fatte  in rete  , fra una lacrima  e l’altra  del film  ,  sia   da quanto riportato  nelle battute  finali  del  film  anziché deportarne  25mila  come richiesto  dalla Germania  Hitleriana  ne  portarono  13  mila  e  che i rimanenti  furono salvati  dai cittadini e  religiosi  Francesi  , cosa   che in Italia , salvo piccoli casi individuali non è  venuto)  .
Il regista , ha  avuto buon gioco  , anche se non lo  dichiara  apertamente   dal rendere  sullo  schermo  il  drammatico  libro  (  e forse  anche il film d’esso tratto  )  Un  sacchetto  di biglie (  foto  a  sinistra  )   di  Joseph Joffo ( 1931 )
Non so che altro dire, che non sia    banale  e scontato , o  addirittura  senza  versare  una qualche lacrima  e riempirmi  la mia anima di    tristezza e sconforto perché tali olocausti o pulizia etniche come si chiamano oggi , succedono ancora , spesso anche  poco lontano  da casa  come  nella ex Jugoslavia, lascio  che  a parlare  si il promo del film


 sia i miei post  \  articoli  che pubblico o io  o  miei  compagnidiviaggio a partire dala nascita  del blog   nel mese  di gennaio per r la giornata del  27  gennaio . 
Con questo  è tutto augurandovi  buona visione alla prossima 

30.5.11

Nord

Amministrative: il centrosinistra vince quasi dappertutto


E' anche centro, anche Sud. Napoli, per esempio. Però lasciatemelo godere, adesso, il Nord. Lasciatemi amare Milano. Il "mio" Milano (al maschile, come usava tra gli antichi abitanti).

Lasciatemelo amare da oriunda. Da una che ci è piovuta a caso, e non sa come. Mica facile, da amare, questo Milano. Lasciatemelo amare con le sue guglie d'oro antico, carolingio, squillante e rasserenato. Oro di guazza e di cieli meno ingombri.

Adesso lasciatemelo solo amare. Forse per la prima volta, da quando ero bambina, accompagnata da mio padre in piazza Duomo a comprare il settimanale "Il Milanese" e a sostare al Camparino. Io ero scura e mediterranea, poi ne sono seguiti altri, più scuri e mediterranei di me.

Sarebbe sbagliato affermare che "ha vinto Pisapia". E, forse, nemmeno (solo) la sinistra, com'è accaduto a Napoli e altrove. Un pochino, abbiamo vinto noi. Un pochino. L'inizio. Laura, Roberto P., Miriam, Rita, Giovanna e tanti altri, quel programma l'hanno stilato insieme, per la prima volta hanno assaggiato quella democrazia partecipativa propugnata per anni dagli umanisti.
Nell'elaborazione grafica, la Madonnina "arancione", colore dei sostenitori di Pisapia in questa tornata elettorale.

Nell'elaborazione grafica, la Madonnina "arancione", colore dei sostenitori di Pisapia in questa tornata elettorale.

Hanno già vinto, perché un barlume d'arcobaleno è per noi fierezza e vento. Ci ha commosso, Giovanna, la scorsa settimana, quando l'abbiamo udita affermare: "Per me Pisapia è anche una persona buona. La bontà non dovrebbe essere una categoria politica. Ma non mi vergogno a menzionarla. Perché in tutti questi anni, siamo stati governati dalla cattiveria". Cattiveria verso le minoranze, i diritti civili, i deboli, gli sconfitti, ma anche e soprattutto, semplicemente, i cittadini onesti. Nella legalità, nel rapporto con gli altri, nella diuturna resistenza nei confronti del "libero mercato" spersonalizzante e inumano.

Hanno vinto, con noi, Gina, Roberto, Luz: amici vissuti solo nella speranza, amici scomparsi nella fede, aspettando un domani che non hanno fatto in tempo a vedere. Amici che hanno lasciato i loro corpi in un(a) Milano all'apparenza distratta, affaccendata e indifferente; amici annoverati tra i mille morti giovani, catalogati da una fredda burocrazia. Corpi sepolti, ma anime salve, che hanno creduto senza aver veduto.

Mi piace vedere Pisapia a Niguarda (cfr. la sottostante foto). Abito nelle immediate vicinanze di questa periferia. Proprio alle spalle del neosindaco si staglia la lapide di un'altra Gina: la Galeotti Bianchi, partigiana, femminista, nome di battaglia Lia. Poco più in là ha sede un teatro popolare, ricordo dei tempi in cui la cultura andava alla ricerca dei poveri, li prendeva a braccetto, li accomodava sulle panche di legno e... forniva loro gli strumenti per raccontar/si.

Anche questo è Nord. Qui noi viviamo. Qui, ci apprestiamo non al potere, ma alla voce.

29.5.11

i NEUROSCIENZE Amico o no? Colpa del gossip così il pettegolezzo ci cambia

 Ricollegando mi al post precedente



Uno studio americano della Northeastern University di Boston pubblicato su Science dimostra che la maldicenza modifica, letteralmente, il modo in cui "vediamo" le persone di SARA FICOCELLI


DON BASILIO cantava che la calunnia è un venticello, riferendosi all'abitudine, tanto cara all'essere umano, di diffondere con nonchalance maldicenze sul conto di una persona. Il meschino calunniato non poteva immaginare che la scienza avrebbe un giorno riabilitato questa usanza poco elegante elevandola addirittura al rango di "funzione protettiva per il cervello", ma tant'è. Uno studio americano della Northeastern University di Boston 1 pubblicato su Science dimostra che il gossip cambia, letteralmente, il modo in cui "vediamo" le persone: spettegolare rende infatti il nostro sistema neuronale più vigile e pronto a tenere sott'occhio i soggetti di cui di sparla, permettendoci di ricordare la fisionomia di un volto fra centinaia. Nel corso di una giornata, spiegano gli scienziati, incontriamo infatti decine e decine di individui, ma ci focalizziamo solo su un pugno di essi, e non sempre in base a una scelta consapevole. I criteri in base ai quali il cervello filtra e dà la priorità ad alcuni dettagli prescindono da un ragionamento vero e proprio e si basano su informazioni inconsciamente assimilate da fonti incontrollabili. Come il gossip. Uno step è ad esempio quello della suddivisione del mondo tra amici e nemici. Stabilire se una persona rientra nella prima o nella seconda categoria è possibile sia con la conoscenza diretta che attraverso il pettegolezzo. Tale è il potere di calunnie, maldicenze e diffamazioni che, secondo la psicologa Lisa Barrett ce ha condotto lo studio, basta che qualcuno ci parli male di un'altra persona per ricordare quel volto fra mille e plasmare negativamente la nostra opinione in proposito.
Per giungere a queste conclusioni il team della Barrett ha usato la tecnica della concorrenza binoculare, basata sul fatto che se fai indossare a una persona occhiali che separino i due occhi e mostri un'immagine ad uno e una diversa all'altro, l'attenzione e lo sguardo tendono a passare dall'una all'altra figura, domandandosi quale sia più interessante. Il primo esperimento ha coinvolto 66 partecipanti e il secondo 51, mostrando ad ogni persona contemporaneamente immagini sia all'occhio sinistro che al destro. Tra le facce ritratte nelle foto ve ne erano alcune di cui i volontari avevano sentito parlar male, altre viste per la prima volta e altre ancora su cui erano stati fatti commenti positivi o neutri. Tutti hanno indugiato particolarmente sulle facce delle persone definite poco raccomandabili, e molto meno sulle le altre. Una suggestionabilità che, secondo gli scienziati, è anche un'arma di difesa per il cervello: "Questa selezione preferenziale per i cattivi potrebbe proteggerci da bugiardi e imbroglioni, permettendoci di vederli più a lungo e raccogliere in modo esplicito ulteriori informazioni sul loro comportamento", concludono su Science.
Non è la prima volta che la scienza giustifica il pettegolezzo. Uno studio condotto un anno fa dalla ricercatrice dell'Istc-Cnr Rosaria Conte e da Flaminio Squazzoni del dipartimento di scienze sociali dell'Università di Brescia, lo ha ad esempio definito "una forma di comunicazione utile a garantire un certo ordine e a ridurre conflitti sociali". Non sul lavoro, però. Un'altra ricerca dell'Indiana University pubblicata sul Journal of Contemporary Ethnography dimostra infatti che il gossip in ufficio fa solo male, perché intacca la reputazione di capi e colleghi e al tempo stesso ne aumenta potere e influenza. Tutti gli studi sottolineano però il potere psicologico e sociale di questo strumento, per quantificare il quale è stato anche creato un algoritmo, il "Rumours spreading and graph conductance" ("Teorema della diffusione del gossip e conduttanza del grafo"), formula matematica grazie alla quale tre studiosi dell'università La Sapienza di Roma sono riusciti a calcolare con esattezza la velocità di propagazione del pettegolezzo in ogni rete sociale.
"La ricerca della Northeastern University di Boston è molto interessante - spiega Gabriele Miceli, professore ordinario di Neurologia all'università di Trento e associato del Cognitive Neuropsychology Laboratory di Harvard University (Cambridge, MA) - e intrigante  è la metodica utilizzata, perché mette in competizione tra loro proiezioni corticali diverse, trasformando il tempo di riconoscimento dei soggetti in un indice di accesso alle informazioni dei processi neuronali. Detto ciò, è difficile stabilire le ragioni che hanno prodotto il risultato: dovremmo conoscere uno per uno i commenti positivi e negativi che sono stati associati a ogni volto. E' probabile che il cervello sia più suscettibile alle maldicenze perché le sensazioni negative, al contrario di quelle positive, corrispondono tutte a un'area precisa: la paura all'amigdala, l'aggressività al cingolo, il disgusto all'insula, e così via. Una rappresentazione che riguardi in maniera intensa un'area viene quindi codificata e trattenuta più facilmente. Cosa che non accade con le sensazioni positive, che non trovano un correlato anatomico preciso in nessuna zona cerebrale".

MUSICA E' morto Gil Scott-Heron L'altra faccia di Bob Dylan



Scompare il poeta, musicista e intellettuale che, come Dylan al rock, diede la parola alla musica di protesta dei neri, piantando la prima radice del rap. Militante per i diritti dei neri e contro l'Apartheid, attaccò la manipolazione dell'informazione e mise in ridicolo Reagan

di PAOLO GALLORI
NEW YORK - Bianco e nero, storie di vita e storie di morte, si incrociano in una settimana destinata a entrare negli almanacchi della cultura americana. Il 24 maggio 2011 Bob Dylan compie 70 anni. Venerdi 27 maggio, all'età di 62 anni, muore Gil Scott-Heron, poeta, musicista e intellettuale afroamericano, che in un mondo bisognoso di facili etichette era sbrigativamente indicato proprio come il "Bob Dylan nero". Fiero della propria negritudine, Scott-Heron deve aver vissuto con un misto di orgoglio e fastidio simile parallelo che, per quanto illustre e prestigioso, esprimeva esattamente il nemico che nella società americana egli ha combattuto per una vita: giudicare tutto in rapporto a un riferimento unico, vincente e, soprattutto, bianco. In realtà, il nero Scott-Heron e il bianco Dylan negli anni Sessanta e Settanta furono davvero come le due facce della luna. Attraverso il folk, Dylan diede al rock il dono della parola, Gil plasmò un nuovo linguaggio per i neri, liberando e sincopando i suoi versi in spoken-word musicali a metrica libera. Per molti, la prima radice del rap.
Gil Scott-Heron è morto in ospedale a New York. La notizia del decesso è stata diffusa dal suo editore, Canongate Books, che si apprestava a pubblicare l'ennesimo lavoro letterario di Gil, il cui titolo suona come una premonizione: The Last Holiday. L'ultima vacanza, quel viaggio in Europa di ritorno dal quale Scott-Heron si era di recente ammalato.
Gil era nato a Chicago, il primo aprile del 1949, ma cresciuto nel Bronx di New York, quartiere difficile e perfetto crogiuolo per le sue riflessioni sulla guerra tra poveri dell'Altra America, così lontana dal volto rispettabile, pulito e inevitabilmente bianco, dominante nei media. Dopo aver pubblicato nel 1969 il primo romanzo, The Vulture (L'avvoltoio), Gil dedica proprio ai grandi network e alla manipolazione dell'informazione ad opera delle rispettive, bianche proprietà, con la conseguente ignoranza della classe media sui problemi delle città, le sue due più potenti invettive in musica: The Revolution Will Not Be Televised e Whitey on the Moon, incluse nel suo primo album, A New Black Poet -Small Talk at 125th & Lennox, inciso nel 1970 in collaborazione con uno stuolo di musicisti jazz. Nelle note di copertina, il tributo di Gil ai più grandi esponenti dell'orgoglio nero e della musica nera: John Coltrane, Otis Redding, Billie Holiday, il drammaturgo Langston Hughes, Malcolm X, il cofondatore delle Black Panthers Huey Newton, Nina Simone fino a Richie Havens, a cui nel 1969 era toccato aprire il festival di Woodstock.

L'anno successivo Gil pubblica Pieces of a Man, brani dalla struttura più convenzionale rispetto al disco di debutto. Il successo è crescente, anche se le classifiche devono attendere il 1975 per accogliere Johannesburg: militante in prima linea per i diritti degli afroamericani, Gil Scott-Heron considera sua anche la lotta contro l'Apartheid in Sudafrica, che un anno dopo sarebbe entrata prepotentemente nelle cronache mondiali con gli scontri tra studenti neri e polizia nel ghetto di Soweto. Il più grande successo commerciale nel 1978, quando il brano The Bottle arriva fino alla posizione 15 delle classifiche R&B. Un anno dopo, riconoscimento del suo spessore intellettuale e artistico, Gil Scott-Heron partecipa a No Nukes, il leggendario concerto contro il nucleare organizzato al Madison Square Garden di New York da Jackson Browne. Ci sono anche Bruce Springsteen, James Taylor e  Crosby Stills & Nash, tra gli altri. La sua We Almost Lose Detroit finisce tanto nel disco quanto nel film-documentario tratti dalla serata.

Nel decennio successivo, uno degli obiettivi di Scott-Heron non può che essere il presidente Usa Ronald Reagan, repubblicano, conservatore, ultraliberista ed ex attore. Per ridicolizzarlo, Gil si inventa la feroce parodia B Movie, titolo che allude alla modestia dei film interpretati dal paladino dell'anti-comunismo planetario. "Questo paese vuole nostalgia. Vogliono tornare indietro quanto possibile - anche se è solo fino alla settimana scorsa. Non per affrontare l'oggi o il domani, ma per affrontare il passato. E ieri era il giorno dei nostri eroi del cinema a cavallo che arrivavano a salvare tutti all'ultimo momento. Il giorno dell'uomo col cappello bianco o dell'uomo sul cavallo bianco - o dell'uomo che arrivava sempre per salvare l'America all'ultimo momento - arrivava sempre qualcuno per salvare l'America all'ultimo momento - specialmente nei film di serie B. E quando l'America si ritrovò in difficoltà ad affrontare il futuro, cercarono persone come John Wayne. Ma dato che John Wayne non era più disponibile, ripiegarono su Ronald Reagan..."
Nel 1985 le strade di Scott-Heron e dell'etichetta Arista si dividono. Il poeta smette di incidere musica, anche se va in tour, e si dedica ad opere cinematografiche. Nell'ultimo periodo della sua vita iniziano le difficoltà e le amarezze: arrestato una prima volta nel 2001 per reati legati alle droghe, da allora entra ed esce continuamente dal carcere fino al 2007. Da perfetto "Padrino del Rap", altro soprannome attribuitogli in seguito dai critici, non smette di esibirsi in pubblico, accompagnandosi al piano elettrico e alla chitarra.
Gil non è per nulla contento di quell'appellativo, "Godfather", anche se è onorato nell'ascoltare tanti brani di giovani rapper farciti con campionamenti della sua voce. E allora spedisce loro un monito nel 1993, pubblicando l'album Spirits dopo aver firmato con l'etichetta TVT Records. Il pezzo, memorabile, si intitola Message To The Messengers. Ecco alcuni passaggi del testo: "Le parole di quattro lettere o quelle di quattro sillabe non ti faranno diventare un poeta, mostreranno solo quanto sei superficiale e tutti lo capiranno", "Dì a tutti loro, i giovani fratelli che giocano con le armi, che l''uomo' è contento di vederci impegnati a ucciderci l'un l'altro! Abbiamo fatto troppo casino, quando ci stavano sparando", "Giovani rappers, un altro consiglio, prima di togliermi dalla vostra strada. Apprezzo il rispetto che mi tributate e quello che voi avete da dire". L'anno scorso Gil era tornato in sala d'incisione, dove aveva registrato I'm New Here. L'ultimo capolavoro prima dell'ultima vacanza.
(28 maggio 2011)

QUANDO IL PROGRESSO UCCIDE IL PASSATO Cabine telefoniche, addio ma una mail può salvarle


Al via la rimozione, la decisione dopo il crollo dell'uso del 90 per cento. Su alcune sono stati attaccati dei cartelli con un avviso, i cittadini hanno 30 giorni di tempo  per "chiedere che il telefono pubblico resti attivo" tramite posta elettronica

Addio alle vecchie cabine telefoniche. Nell'era dei cellulari, degli smartphone, di internet, il loro destino sembra essere segnato. Infatti, una delibera dell'Agcom (pubblicata nella gazzetta ufficiale numero 77 del 2 gennaio 2010) ha autorizzato Telecom italia a rimuovere i telefoni pubblici 'in eccesso': saranno 'risparmiati' solo quelli presenti negli ospedali, nelle scuole e nelle caserme. E allora in questi giorni capita, girando per la capitale, di vedere affisso su di esse un grande cartello rosso con scritto: "Questa cabina sarà rimossa dal giorno" e una data.
Gli irriducibili sostenitori della necessità delle cabine, però, hanno ancora una arma nelle loro mani: inviare una e-mail all'indirizzo cabinatelefonica@agcom.it entro 30 giorni dall'affissione del cartello di rimozione, "per chiedere che questo telefono pubblico resti attivo", specificando i propri "dati, un recapito, l'indirizzo della cabina e le motivazioni della richiesta". Quante siano state le mail ed eventualmente quali cabine siano 'salve' si saprà forse tra una decina di giorni, quando l'Agcom farà arrivare alla Telecom i dati ufficiali. Poi inizieranno le rimozioni, che in molti casi sono state già fissate per il 20 di giugno.
La rete di postazioni telefoniche pubbliche (ptp), comunque, si è già notevolmente sfoltita negli ultimi dieci anni: se oggi le cabine sono circa 130 mila, nel 2000 infatti erano 300 mila. Nessuno le usa più. Secondo quanto riferisce la stessa Telecom Italia, dal 2001 l'uso delle cabine si è ridotto del 90 per cento, sia come numero di conversazioni sia come media di minuti passati alla cornetta. L'italia, con un telefono pubblico ogni 450 abitanti circa, resta però ancora al primo posto in Europa: adesso quindi l'obiettivo dichiarato è intanto quello di passare da 130 a 100 mila unità. L'autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha precisato infatti che, per ogni anno successivo all'entrata in vigore della delibera, possono essere rimosse al massimo 30 mila cabine. Telecom, entro il 31 dicembre di ogni anno, dovrà comunicare all'Agcom l'aggiornamento della 'banca dati della telefonia pubblica' e presentare un piano di adeguamento delle postazioni pubbliche per l'anno successivo.
Le reazioni.
Secondo Claudia, studentessa 23enne, oggi "la diffusione dei telefonini è tale che credo che il luogo adatto per le cabine telefoniche sia, più che la strada, un museo di arte contemporanea. Appartengono al passato, non le uso da quando andavo al liceo". La pensa in maniera simile Mario, commercialista di 48 anni, secondo il quale "i telefonini, soprattutto quelli di ultima generazione, ci permettono di fare tutto. Oggi è possibile anche inviare una mail o collegarsi ai social-network. Forse però mia mamma, che ha 75 anni, non la pensa allo stesso modo...". Lucia, pensionata 72enne, manifesta effettivamente un attaccamento maggiore alle "vecchie cabine", anche se poi confessa di avere, anche lei, un telefonino "che mi ha regalato mio nipote perché non lo usava più. Ho ancora qualche problema con il cellulare, ma ora non uso più i telefoni pubblici, anche perché è molto difficile trovare le schede".

Gli anziani sembrano quindi più dispiaciuti per questa scelta, anche se pure la loro reazione è maggioramente 'freda' di quanto si possa pensare. Lo confermano anche i gestori di una tabaccheria, in zona piazza Bologna, i quali affermano che nessuno dei loro clienti "si è lamentato per la possibile rimozione della cabina" situata lì vicino, "nemmeno le persone più anziane". Le cabine telefoniche, quindi, saranno solo un ricordo.

 E' VERO CHE  LA TELECOM, PRIMA LA SIP, CON LE CABINE TELEFONICHE NE HA FATTO SEMPRE UN GRANDE AFFARE, FATTO DI MAZZETTE E COSTI SUPER GONFIATI. BENE TOGLIERE IL SUPERFLUO, MA CON CRITERIO. NELLE SCUOLE,OSPEDALI.CASERME, CE SEMPRE QUALCUNO, E' OVVIO QUINDI CHE UN ' EMERGENZA SI SUPERA ANCHE CON IL CELLULARE DI CHI E' NEI LOCALI:MA IN ZONE DELLA CITTA' O LUOGHI POCO FREQUENTATI, IN PERIFERIE POCO O NULLA ATTREZZATE, UN TELEFONO PUBBLICO MI SEMBRA SIA ASSOLUTAMENTE D'OBBLIGO, POTREBBE ESSERE A LIMITE UNA DISPOSIZIONE DEL PREFETTO O DELLA PROTEZIONE CIVILE. CHE SENSO HA L'e-mail DI UN CITTADINO CHE PROTESTA?...NULLA, POTREBBE ESSERE RITENUTA, COME SICURAMENTE FARANNO, POCO CREDIBILE O POCO VALIDA DI CONTENUTO.
INFATTI SE NON DANNO FASTIDIO PERCHÈ TOGLIERLE, ANCHE AVENDO IL CELLULARE POSSONO SEMPRE SERVIRE. QUANTE VOLTE IL CELLULARE SI DIMENTICA A CASA, OPPURE SI SCARICA O SI PERDE, O VIENE RUBATO , OPPURE CADE E SI ROMPE. IL CELLULARE NON CE L'ABBIAMO SEMPRE ATTACATO ADDOSSO. TUTT'AL PIÙ LE CABINE SI POSSONO RIDURRE UN PO' DI NUMERO MA NON ELIMINARLE COMPLETAMENTE!!!!! SAREBBE UN SERVIZIO IN MENO!


28.5.11

Dialogo con un vecchio


                         

 

Musica  di sottofondo  Note di  Luce   dei Tamurita  /Claudia Aru “ Bentesoi


Lo  so che     quando    smetterò  d’inventarmi storie  per evadere  da   questo schifo di mondo  e da questa  c@ΏΏo di realtà che  non puoi cambiare  smetterò di  di farmi  le seghe mentali  . Ma  è  con la  fantasia ed  immaginazione   che  riesco a  raccontare  mie  vicende  , che  ovviamente  in parte modifico e rendo  più letterarie  perché come diceva  il mio prof   d’italiano  di letteratura  italiana   <<  la  letteratura ha  una ricchezza  di situazioni e  di linguaggio  >> . Quratti  esta  storia  per ironia  della  sorte  corrisponde  all’ultimo  n  di  dylan  dog  (  foto al centro )

….  Basta  veniamo a noi 
 Credevo che  gli  ambulatori medici fossero cosi  noiosi  e si parlasse solo di malattie,malasanità, pettegolezzi invece  a volte  trovi  dei vecchi  dispensatori di saggezza. Ma  andiamo con ordine 
Sono seduto che aspetto il mio turno , e  ne  approfitto  per pensare  e meditare  . Scelta azzeccata   visto che mi sono dimenticato)  di portarmi un libro o di comprare  i giornali  e  quelli  che si trovano nelle sale  d’aspetto  dei medici  o  dell’ospedale  sono  nella maggior  parte  dei  casi  un insulto  all’intelligenza o strumenti  per  non far pensare  la  gente   armi di  distrazione di massa  in quanto  contegno   (  contengono  solo  gossip  dello peggior  specie sullo spocchioso mondo dei vip  cioè quello  delle  riviste   che si trovano in edicola  o nello scandalo  o pseudo tale   di  valletopoli  , descritto  da  due  ottimi film :  1) scatti e ricatti di  e chi se  ne frega  se  è un film porno di  Silvio Bandinelli ., 2  )   videocraty  basta apparire  di  Erik Gandini  ) .
Avevo iniziato a leggere ed  ad  addentrarmi  nelle ultime pagine ,le  più oscure del il  giorno de  giudizio di Salvatore  Satta  ,  visto  che  il romanzo e postumo e  quindi  non rifinito  e lineare . Quando  ad  un certo punto  sbuffo senza  pronunciare  nessuna  parola   per  i soliti discorsi  d’interventi mal riusciti  di medici  pressappochisti  , di malattie ,ecc   di alcune  vecchie  carampane  , un vecchietto  affianco  a me  mi guarda  e  come se  mi leggesse  nel pensiero  esclama  : <<  non sono pensieri assurdi … sono  normali per la  sala  d’aspetto  di qualsiasi medico  …. Almeno che  voi  come mi sembra  di capire dl libro che state leggendo  non  consideriate assurda la normalità >> . Io  sottovoce , credendo  di non essere  udito , <<  credevo che  i filosofi di strada ,  dispensatori di saggezza  fossero estinti  >> . Il  signore  << --br-- non giudicatemi male , giovanotto , non sono un filosofo da strada . Semmai  consideratomi un filosofo di coda . Ce ne sono tanti  come me  in giro ,  soltanto   che pochissimi  allenati a viaggiare   o a volare  come  voi  riescono ad individuare  in genere  ci  chiamano  vecchi rimbambiti o vecchi rompicoglioni , nei luoghi più comuni ( poste , uffici pubblici  , ospedali  e  ambulatori medici , ecc ) dove   si formano  file d’attesa . Nessuno sa meglio di noi sa  come  va la  vita  ,  dato che  in coda il tempo trascorre più lentamente  e rimane  molto più tempo  per  pensare  . Mentre  per voi giovani  , ovviamene  senza  generalizzare , non accettate   che  il tempo passi normalmente   e  cercate oltre  che  a sprecarlo di    farlo passare  facendo o qualcosa d futile >> . Annuisco , e guardo l’orologio , ed ecco  che  il vecchio  vegliardo riprende  il  “ sermone “ << (... )  solo da vecchi   ci si rende  conto che il nostro tempo  non è infinito  e quel poco che   rimane  scorrere  sempre  più in fretta  e  cercare  di rallentarlo diventa  la  nostra  missione la nostra unica  ragione di vita .  e per  riuscirci che  c’è di meglio che metterci in coda  ? >>.
<<  Capisco >>, annuendo ed in parte   ricredendomi  perché credevo , esperienza personale con i miei  nonni  di  cui  quella  paterna  malata   d’Alzaimer,  fossero solo vecchi nostalgici  e prigionieri  di un passato ed estranei all’evolversi  dei costumi e delle  mentalità , <<  è un modo  per  esorcizzare la paura  della morte  , presente  con maggiore  frequenza  fra  voi  vecc… ehm … anziani  >> .Lui  ridendo  << non . non equivocare  e ben altro . E’ la paura  di non aver  vissuto abbastanza   d’aver sprecato la vita inseguendo  false aspirazioni e bisogni indotti  sacrificando cosi i nostri veri sogni o se preferisci le  illusioni giovanili  >> Poi mi fa  il  solo  discorso  tipico di tutti gli anziani  <<  la  vita è come una ruota  che gira    e giura >> e io  <<…  gira  su  se stessa  e poi ritorna  allo stesso punto >> .Lui  <<  no  carissimo  , cosi t’illudi . perché la ruota  della vita  gira  si , ma avanza in linea retta  sempre più velocemente  senza  tornare indietro \ al punto di partenza  , e  t’insegue  ovunque  e alla fine ti schiaccia . Poi  il medico  la porta dell’ambulatorio s’apre  chiamando  il numero prima  di me , ovvero  il signore  filosofo . Ricordo ancora le sue ultime parole  << perdonami se  ti ho tediato e ti ho distratto dalla lettura   del tuo romanzo , ma il  fatto  è che  sono vedovo  e i miei figli  non trovano mai il tempo per  venirmi a trovare  e cosi   non ho nessuno o quasi con cui parlare  >> . Non lo rividi mai più . Speravo  di rivederlo , avrei voluto continuare la discussione , ma l’ho ritrovato  qualche  giorno dopo in  un loculo del cimitero .

27.5.11

un omofobo mi scrive

Proprio mentre  leggo , fra l’email  scaricate  oggi,   questa che  riporto  sotto ,il lettore  cd  suona  Claire de lune di Debussy  tratto da  Best 100 piano  raccolta  in 6 cd  di  tv sorrisi e canzoni

Salve
Ho letto sulla bacheca  di  ******** nostra  comune ¨ amica ¨ su  face book  , il  tuo scritto sui vergognosi  fatti   avvenuti alla Bocconi .
Premetto  che   sono fra i  “ presunti “ omofobi  perché  pur essendo  stato educato  in famiglia     al rispetto  della diversità  e a non giudicare  le scelte altrui considero, per scelta personale  e per la mia formazione esterna  ad essa   l’omosessualità come vizio e come malattia ,odiando l’esibizionismo  e l’esaltazione a tutti i costi della  diversità .
Ma sono d’accordo  con te  per lo sdegno che provi per le  vili scritte  sul cartellone dell’iniziativa  di Milano , perché si  posso criticare  le  idee e le convenzioni  , ma  non offendere   (   salvo che  l’adesione   a tali scelte   può essere dettata  da ignoranza , mancanza  d’informazione  ed  incapacità o non  volontà  a mettere in discussione  ciò che erroneamente  s’apprende )  le persone   che la praticano  mettono in atto  . 
Con questo ti saluto  invitandoti a  continuare  cosi   e facendoti i complimenti per  i tuoi  ottimi post  .

p.s

Visto che tra  gli anti omofobi c’è  molto spesso  una  sorta  di caccia  alle  streghe verso di noi  , ti  pregherei se  dovessi pubblicare  tale lettera  di  non mettere  il mio  nome    e di mettere  o lettera  firmata  o  un nome di fantasia  .  Grazie  e  di  nuovo  saluti

Lettera  firmata


Questa lettera a volerla leggere  con attenzione  e a  360°  dice  molte  cose  . In particolare  che  fra   anche gli omofobi  e  tutti \ e quelli che considerano l’omosessualità  una  malattia  cos  che  l’Oms ha  smentito  c’è vivo il sentimento del rispetto anche se quasi ipocrita ( vedere il video  del discorso di de  Andre’  riportato nel post precedente  oppure  qui  ) o  questo pezzo tratto dal film il vento fa il suo giro




26.5.11

un coraggioso 13 enne che fa della legalità e della lotta alla mafia un suo valore ma i coetanei lo considerano infame

"Falcone e Borsellino, sono i miei emblemi. Sono emblemi di giustizia ormai spenta che dobbiamo iniziare a far riaccendere, perché così non si può andare avanti". Giuseppe, 13 anni, nato e vissuto nel rione Paolo VI, profonda periferia di Taranto, è diventato un simbolo di legalità. Tra le palazzine dove vive in cui la mala spadroneggia, coltiva il sogno di diventare magistrato e per questo a scuola è tra i migliori. Quel suo sogno, però, è diventata una colpa.
I coetanei lo chiamano "infame" o "testa storta", perché Giuseppe ha subito quattro operazioni. E porta addosso le cicatrici degli interventi, anche quelle sono motivo di sberleffo. L' ultima volta i compagni lo hanno scaraventato a terra per filmarlo e piazzare le immagini su Youtube. Lui si è ribellato. Il professore lo ha difeso. Ma Giuseppe ha fatto di più. Ha scritto una poesia per raccontare le angherie subite e descrivere la vita del suo quartiere. Ha spedito quei versi, intitolati "lo Stato a parte", alla redazione tarantina del nuovo quotidiano di Puglia. Così il suo calvario è diventato pubblico, e lui si è trasformato in un esempio di coraggio e resistenza.
Dopo essere stato ospite delle fiamme gialle e aver trascorso una giornata da finanziere, ha incontrato il procuratore di Lecce e anche quello di Bari, Antonio Laudati, nel suo tour a difesa della legalità