13.11.18

CLAMOROSI ( METAFORICAMENTE PARLANDO ) ERRORI GIUDIZIARI ITALIANI . IL CASO DEI BAMBINI DI MIRANDOLA E MASSA FINALESE ( MODENA )

 Di cosa  stiamo   parlando
Vent'anni fa, il 12 novembre 1998, sei bambini di Massa Finalese vennero allontanati dalle loro famiglie. Sonia era una di loro. Oggi ci racconta la sua verità. E non è la sola. C'è anche Marta. Entrambe chiedono giustizia.
 qui    https://lab.gedidigital.it/repubblica/2017/veleno/ e nel video sotto   la storia


Ascoltando l'8  puntata  )   e  il sunto  riportato  dal video   sopra    degli allucinanti  fatti di mirandola  avvenuti  20 anni fa  , ho   passato  una nottataccia   d'incubi   ed    ho  avuto  (  e  riportato alla luce  quelle  emozioni  poi mese  da  parte  che provi  l'anno scorsoascoltando  le  altre  7  puntate ,  trovate  nell'url sopra  tutte le  puntate , dell'inchiesta   )
emozioni   simili   , se  non uguali   a  quelle  espresse  da  quella  lettera  anonima  citta  nel  video  sopra  riportata  .  Errore giudiziario  peggiore  , che  io ricordi  ,    di quello del caso   Enzo Tortora   Non so capacitarmi   neppure  io    come  fatto a reggere   al disgusto    (  ovviamente  senza  generalizzare  perchè   no bisogna  fare  di tutt'erba  un fascio  )  di come certi assistenti sociali e medici   abbiamo rovinato la  vita     ai dei bambini   e  ai genitori  ( quelli  sopravvissuti   visto che  alcuni sono morti  o  d'infarto o suicidi ) .



 Come    l'inchiesta    di repubblica   mi  chiedo   e chiedo
Le meritano da tutti i professionisti che si sono occupati di questo caso e che ai tempi lavoravano:
ai Servizi Sociali e al Servizio di Neuropsichiatria di Mirandola,
al Commissariato,
alla Procura e al Tribunale di Modena,
al Tribunale dei Minori di Bologna,
al reparto di ginecologia della Mangiagalli di Milano,
al Cenacolo Francescano e al Centro Aiuto al Bambino di Reggio Emilia,
al CBM - Centro per il Bambino Maltrattato - di Milano, che in questo caso ha supervisionato il lavoro delle psicologhe di Mirandola,
e al Centro Studi Hansel e Gretel di Torino, dove lavoravano le consulenti tecniche del Tribunale.
A loro chiediamo:
Ci sono persone che vogliono capire perché la loro vita è stata irrimediabilmente stravolta.
Cosa vogliamo fare?
Girare loro le spalle e ignorarle?
Deve davvero rimanere tutto così? Nel silenzio?
Con ragazzi che vivono ancora con la testa pieni di mostri, e le famiglie aggrappate al filo di speranza che una domenica mattina il telefono squilli anche per loro?

 Ottimo lavoro d'inchiesta fatta dal   trio di  Pablo Trincia, Alessia Rafanelli e Luca Micheli . Ottima sensibilità nel rapportarsi e  nell' intervistare i protagonisti di tale tristissima vicenda .i quali hanno subito un trauma  causato da psicologici ,consulenti e magistrati incompetenti  nel trattare casi così delicati e complessi da non saper distinguere  le fantasie infantili  dalla realtà e il.modo errato  d'interrogare i bambini protagonisti . E qui mi autocensuro per : non scadere nell'odio , ed evitare di farmi denunciare per diffamazione .

 Quindi  concludo qui questo  post  

11.11.18

"Una donna mi ricatta via Facebook, chiedo scusa a tutti. La solitudine toglie dignità" Il messaggio di un uomo che racconta la disavventura sul social

Lucio Dalla - Disperato Erotico Stomp


Caro G.G ti capisco benissimo ci sono cascato,  anni fa   , ero  ada  poco    neppur e un anno  su  fb   anch'io , ma grazie ad amici \ che son riuscito a non pagare e a bloccarlo\a prima che facesse uteriori danni . Alcuni\e  l'hanno capito che non ero io ad inviare detterminate cose ed alcuni mi hanno aiutato e  sono  rimasti fra i mie contatti  . Altri ,pochi i diretti  , per  lo più erano contatti di contatti  ,   mi hanno tolto il contatto o bloccato  , impedendomi  di chiedergli il un eventuale  contatto    o minacciato denuncie . Quindi caro " collega hai fatto benissimo a denunciare ed a parlarne pubblicamente  visto l'alto numero di gente , alcuni   sposati o padri di famiglia     che   l'accettano  e  pagano in silenzio   e si trovano  in questa situazione.Non    non ti devi preoccupare  \   farti problemi perchè non siamo noi  a  doverci  vergognare  e  provare   vergna ma quelli \e che sono sfruttatori delle debolezze umane o ridono   ed  giudicano  quando  uno  c'è cascato  o  ha  dei problemi  se ricorrere  a ....   queste cose   illusorie  

  da  unionesarda  online   del  11\11\2018

"Una donna mi ricatta via Facebook, chiedo scusa a tutti. La solitudine toglie dignità"

Il messaggio di un uomo che racconta la disavventura sul social

foto pixabay

"La solitudine toglie dignità, adesso sono distrutto". A scrivere un messaggio diretto ai propri contatti su Facebook è G.G., un uomo che vive in provincia di Pavia e che è rimasto vittima di una truffa via web.Una donna, secondo quanto racconta, gli ha chiesto amicizia, "mi ha proposto di fare del sesso online e io stupidamente ho accettato". Lei, però, "ha registrato la videochiamata e ora mi sta ricattando" con un video hard "che viene postato sui social network e su YouTube", altrimenti, spiega, "bisogna pagare"."Io - aggiunge - non posso pagare oltre, perciò vi avviso che presto sarà diffuso un video a luci rosse su di me. Quel che ci succede è banale: un uomo solo davanti alla webcam, quel che vedevo io era una donna in atteggiamenti hard, io sono un uomo solo, chiedo comprensione da parte di chi vedrà il video. La solitudine toglie dignità, adesso sono distrutto ma ho deciso di raccontarvi questo perché spero nella vostra comprensione. Mi dispiace per ciò che vedrete (...). Ho toccato il fondo e mi mancava solo questa disgrazia, il mio futuro è cieco".

mostra permanente della fotografa Marianne Sin-Pfältzer, per le vie di Gofo Aranci

Ieri   ho approfittato  di  una riunione     con il parentame  materno    a  Golfo  Aranci  per   olttre  che  fare  un giro   per  vedere   la mostra intinerante   Marianne Sin Pfältzer
 Purtroppo  per  problemi  di  salute  ,  di mia madre  (  ha  difficoltà   a camminare  a lungo  )   ne  ho  viste  solo alcune   che  sono quelle  fotografate    da me  qui  sotto 








Le  altre  le  trova  in questo  video  qui  sotto 



 e qui  sempre  dalla stessa pagina    le  testimonianze  dei bambini all'epoca  ritratti in foto  le  trovate  qui  sulla pagina fb dell'evento insieme ad  altri articoli che parlano appunto  di  tale  fatto

 Una mostra  che  vale  essere  vista in quanto Marianne Sin-Pfältzer è una  fotografa tedesca che negli anni '50 arrivò in Sardegna rimanendo colpita da luoghi e paesaggi così antichi e dall'accoglienza delle persone.
A Golfo Aranci per le strade del vecchio borgo dei pescatori sono ora esposte alcune gigantografie delle sue fotografie. Un ottima  modo per  ricoprdarla  in quanto  è morta  proprio in sardegna    ,   dove  aveva  scelto  ri trascorrere  il resto  della  siua  vitra  . Inffatti     fu  Investita da un'auto il 10 agosto 2015, il 27 dello stesso mese è deceduta all'ospedale di Nuoro, all'età di 89 anni.[
Una esposizione   perenne a cielo aperto che permette di valorizzare questo interessante patrimonio e fare memoria del passato della cittadina gallurese.Un patrimonio ormai  scomparso   e tecnologiccato  la  traformazione  del paese   da piccolo  borgo di pescatori   a una  città  mal  costruita  .
Ora   <<  avete un motivo in più per visitare questa località balneare  /anche dopo il 31 agosto.>>  coem  consiglia   il bellissimo  account  fb di  https://www.facebook.com/unsardoingiro

 Non riuscendo  a  trovare  le parole  per  concludere  lascio  le parole   a questo post  di  una  mia  amic a   facebookiana



Barbara Piccinnu
 Mi incanto a vedere gli scatti splendidi ...di questa donna, storie vere quotidiane, che oggi ci mancano e ci fanno sperare che si torni a una vita semplice, senza tutte le pretese vane dei tempi attuali. Ha colto l'attimo della bellezza assoluta seppur sofferta. Oggi chi siamo? Forse persone che vogliono far credere tutt'altro....è volata la semplicità... 

 con questgo  è  tutto  alla  prossima




il rap è anche amicizia non solo odio , denuncia politica , ecc . la canzone Tra Di Noi (R.I.P.) (feat. Ekoms)

   di cosa stiamo parlando 

  •  di un orrendo delitto  , quello di  emanuel  careddu   ragazzo  17  enne  caduto  nellla tossicodipendenza  ed ucciso  per  non aver pagato i debiti  ed  il corpo   sfigurato dallo scempio  ,  da  una  banda  di coetanei   e  altri minori  qui  ulteriori news 


da  https://www.vistanet.it/   del   10/11/2018 16:28 Federica Cabras


“Tra di noi”, Nicholas Frau canta la loro amicizia. Su YouTube il brano per ricordare Manuel Careddu

Slad (Nicholas Frau), amico storico di Manuel Careddu, nella canzone “Tra di Noi” – in collaborazione con Ekoms – parla della profonda amicizia con il 18enne, barbaramente ucciso da alcuni ragazzi, e del dolore che porta la sua morte.
Il dualismo tra vita e morte, nel brano “Tra di Noi”, e ricordi che si accavallano e che si insinuano senza pietà nel cuore di chi ascolta questa canzone, complice di un’amicizia che aveva ancora tanti giorni davanti a sé.
Si parla della passione di Manuel per il disegno – Nicholas ha poi dichiarato alla Nuova Sardegna che il sogno di suo “fratello” era fare il tatuatore e avrebbe tanto voluto rifarsi una vita – e di cose da giovani, cose normali che mal si sposano a quello che il destino ha deciso… una sveglia, quella per andare a scuola, che suonava sempre troppo presto, i giochi nel cortile, i momenti di allegria.“Ricordo da bambini nel cortile del palazzo, giocavamo a nascondino tutti insieme nello spiazzo. Correndo, saltando, ballando sotto il cielo aperto, cercando il divertimento. E niente ci importava, non pensavamo al male”.
Nicholas parla anche delle terribili ore, dei giorni e delle settimane che si è dovuto attendere prima di avere la verità, una verità scomoda, dolorosa e fredda. La verità sulla sua morte. Tutto, tutto è stato spazzato via da quello che sembrava un sogno, un brutto sogno.
Un pensiero è sempre per Fabiola, la mamma di Mnauel che ora non sa darsi pace per quel figlio perduto.
“Il cielo di notte non lo posso più guardare. La paura di vederti e non poterti riabbracciare. Ci aggrappiamo alla speranza e a qualcosa di impossibile vedendo la distanza tra di noi”.
E una speranza, amara certamente: “Ti immagino tra gli angeli ridendo e facendo festa”.
La mente corre, per un po’, solo ai suoi aguzzini. “Non so – canta Slad – cosa abbiano avuto in mente continuando a vivere ogni giorno tranquillamente”.
Insomma, un brano che su You Tube ha totalizzato già 10 mila visualizzazioni che canta di due giovani che, cresciuti insieme, avrebbero avuto ancora tutto il tempo del mondo per camminare spalla contro spalla, per sostenersi e per divertirsi ma che il destino beffardo ha voluto separare.
Un brano  , ed  a  dirlo  ed  è  uno  che non ama  tanto  il rap  e  l'hip hop ma   visto  che  fra i  giovani    e non solo   sta  diventando   un genere  destinato ad  influenbzare   la  musica  italiana     come i cantautori degli anni  60\80  non ne  disdegna  aprioristicamente  l'ascolto ,  un  intenso   ed  toccante   .   Esso   smonta  come  ho  già detto nel  tiutolo   un luogo  comune  che  vede   nel  rap\ hip hop   solo  violenza  ed  sessismo , vita  bruciata  , liti    ed  insulti  , ed  denuncia politica  . Insomma  uno  di quei tentativi  tentati da  Lorenzo  Cherubini alias  Jovanotti  con serenata  rap ed  altre  canzoni    e gli ex articolo  31    


10.11.18

care donne basta ridicolaggioni come le scarpe rosse o una grande coperta contro la violenza sulle donne ...

..... più fantasia   e più  presa  diretta     e  meno  tabù ,  scuotete  le  coscienze con  qualcosa  di serio    e  non con pagliacciate    .

Parma, una grande coperta contro la violenza sulle donne - Foto
La pavimentazione a ridosso della cattedrale di Parma è stata "scaldata" da una coperta formata da 1300 quadrotti realizzati ai ferri o all’uncinetto di qualsiasi colore delle dimensioni di 50x50 uniti 4 a 4 con filo rosso. Ogni pezzo è in vendita a un prezzo simbolico e il ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di macchinari diagnostici per la prevenzione e la sorveglianza del rischio di carcinoma mammario e ovarico. L'iniziativa, promossa dall'associazione di Parma La doppia elica, con il patrocinio del Comune di Parma, Azienda ospedaliero universitaria e Ausl, vede la partecipazione di Viva Vittoria – Opera relazionale condivisa ha come ulteriore finalità quella di fermare la violenza sulle donne, con un progetto collettivo e condiviso lavorando a maglia insieme per lanciare un messaggio coinvolgente, aggregante e, nello stesso tempo, entusiasmante. Raccolti dalla vendita 23mila euro. (Foto Marco Vasini  da  repubblica online  )

 in tempi di analfabetismo funzionale   ed incapacità  di leggere  e ecodificare  tali messaggi   occorre  usare  nelle  vostre  lotte  sacrosante   e  giuste  contro le  violenze   sui  di voi    ,  dovete usare  foto e cartelli  (  o   anche    coperte   come   , vedi   sopra  ,   con magari  immagini   delle  violenze  fatte  sul vostro  corpo   )   con i loro visi e non picchiati da mariti \partner o familiari carogne otterrrebbero magior successo e sarebbero prese in considerazione . per ora la gente ride e le considera ridicole , soprattutto quielli csono ancora imporegniati di becera cultura maschilista                                                         


9.11.18

eroi dimenticati e eroi mderni


canzoni siuggerite 
Caparezza - Eroe (Storia Di Luigi Delle Bicvcocche)
L'eroe Mercanti di Liquore • Musica dei poveri • 2002
e questa  compilation https://music.youtube.com/search?q=eroe


Cosma Manera: 10mila chilometri per salvare 10 mila italiani nella Russia della Grande Guerra

Nell'aprile del 1920 giunsero a Trieste tre piroscafi: erano carichi di soldati che tornavano a casa dalla Russia, salvati dal maggiore dei carabinieri Cosma Manera. Pochi conoscono quest'ufficiale, morto il 25 febbraio 1958 a 82 anni. Ma è uno dei militari dell'Arma che hanno ricevuto il maggior numero di decorazioni straniere. E tra il 1916 e la primavera del 1920 realizzò un'impresa epica, recuperando circa diecimila italiani originari delle terre irredente, arruolati dall'esercito austro-ungarico nella Grande Guerra, fatti prigionieri dalle truppe zariste e rimasti intrappolati in Russia durante la rivoluzione. Manera riuscì a guidarli in un viaggio di diecimila chilometri, sfidando l'inverno siberiano e le insidie di un Paese devastato.

di Mario Di Ciommo e Andrea Gualtieri


la seconda è quella di Luca  Trapanese  Gay  cattolico praticante  e  single  che  ha  deciso  d'addottare  Alba una   bambina  con  la sindrome di Down e appena nata è stata lasciata in ospedale.



ed  rifiutata  da  trenta famiglie prima che il tribunale decidesse di affidarla a Luca .
Un Gay, cattolico praticante, impegnato nel sociale: con lui è stato inaugurato il registro degli affidi previsti dalla legge per i single. Ma Luca non è spaventato. Di battaglie ne ha combattute tante, conosce il dolore e ha imparato a trasformarlo, abbattendo muri e costruendo spazi di solidarietà


dalla sua pagina di facebook  https://www.facebook.com/Luca-Trapanese-358337824735008/

stranezze sessuofoibiche Una donna nudae in pose allusive in pubblicità fa vendere, una donna che allatta fa scandalo.



lo so che la news che riporto sotto è , vista la velocità dell'informazione , vecchia ( infatti risale al 27\10\2018 ) ma a riportarmela alla mente è questa recente slide di ( una delle tante sinergie \ colegamenti con altri albatros \ compagnidistrada )






ed il libro   libro "Il comune senso del pudore "   ( copertina  sotto  )  di  Marta Boneschi edizione Il Mulinopresenta ieri a quante storie di Augias su rai 3
Risultati immagini per il senso del pudore oggi non è più comune



la  rendo  attuale





Mamma allontanata dalla piscina: «Qui è proibito allattare»

La donna invitata ad andare nello spogliatoio. «Ma la legge lo permette, non si fa nulla di male»


Mamma allontanata dalla piscina: «Qui è proibito allattare»
shl’ho accompagnato io». Marta arriva in anticipo per preparare il piccolo, e prima dell’inizio del corso si siede su una panca a bordo vasca. Mancano ancora alcuni minuti alle 16, il bimbo ha fame - è stato abituato all’allattamento su richiesta - così la mamma scopre un seno e lo fa poppare. «A quel punto si è avvicinata una donna sui 50 anni, che lavora in palestra, chiedendomi di andare in spogliatoio perché non potevo allattare lì».
Marta è sconcertata. Chiede il motivo di quel divieto. Si sente replicare: «Qui siamo in un club privato, c’è un regolamento da rispettare». A sua volta, la mamma fa notare che la legge italiana lo permette. Ma la dipendente della piscina insiste, domandando le generalità. Solo l’intervento dell’insegnante di nuoto mette fine alla discussione. Marta non si arrende e successivamente chiede di parlare con la direttrice. Ci riesce il lunedì successivo e l’unica soluzione che le viene prospettata è un cambio di turno dell’addetta. «Mi è capitato altre volte di sentirmi rimproverare per le poppate in pubblico, ma non con così tanta ostinazione».
Ha scelto così di rivolgersi allo «Sportello di sostegno contro le discriminazioni» dell’associazione Woodoostar, un aiuto alle mamme a cui viene impedito di allattare in pubblico. «L’abbiamo messa in contatto con il nostro avvocato - spiega la responsabile Raffaella Sottile, 36 anni - per una consulenza legale gratuita». Poi sarà Marta a decidere cosa fare. «Le segnalazioni ci arrivano da alberghi, ristoranti e anche da sale d’aspetto degli ambulatori». Nel 2017 lo sportello, nato da una campagna lanciata l’anno prima sul portale change.org per le poppate in qualsiasi luogo, ha condotto un’indagine con questionari anonimi sul tema. Risultato: il 36,5 per cento di chi ha risposto ritiene che sia più appropriato allattare tra le mura di casa. «La società accetta la donna nuda nelle pubblicità - conclude Sottile - ma non il seno scoperto di una mamma. C’è ancora molto da fare per abbattere il pregiudizio».

RIFLESSIONE SUL PESSIMO CENTENARIO 4\11\2018-4\111918




A mente    fredda    e  dopo    che  è stato versato il classico ed  evanesciente bla ...bla  fatto di retorica  (  eccetto  pochissimi interventi   fra  cui quellin segnalati sopra   )   che   ricorda  all'acqua  di rose  nascondendo  sotto il tappetto   il lato  negativo ed  scomodo     mentre  esaltata  e strumentalizza    come  fa  la musssolini  (le solite becere strumentalizzazioni ad uso ideologico della storia della storia rovinano ed influiscono sul centenario ( 4 \11-1918-4\11\2018 ) del 4 novembre )     solo  l'aspetto  retorico  e  " buonista  " degli eventi  .  Parliamo degli eventi ignoranti  o  sminuti    del   centenario del 4  novembre  .
 Iniziamo da   quello  dellle donne 
 
nuova  sardegna  del 8\11\2018 

Grande Guerra, donne mobilitate e dimenticate

Dal pubblico al privato furono loro a colmare i vuoti nell'Italia militarizzata. Per le donne il conflitto non fu solo lutto, ansia, sofferenza per i cari lontani



Nel variegato panorama delle iniziative per commemorare la Grande guerra, cerimonie, mostre, rievocazioni, spettacoli hanno offerto interessanti chiavi di lettura e una molteplicità di spunti. Vale la pena di soffermarsi su un aspetto che resta sempre in sottofondo: la "mobilitazione" femminile e lo sconvolgimento provocato da quella guerra nei ruoli di genere, nella "gerarchia" fra uomini e donne. Perché quel conflitto non fu - com'è sempre stato nella storia, solo una "cosa da uomini", con ruoli fissi: da una parte i combattenti, al fronte, a difesa della Patria; dall'altra le donne "angeli custodi del focolare". Col protrarsi del sanguinoso conflitto, infatti, l'esigenza di assicurare la produzione di beni e servizi per le esigenze belliche, rende necessaria la presenza di figlie, sorelle, mogli, madri in spazi e con responsabilità pubbliche. Sono le donne a colmare i vuoti, in Italia, un Paese particolarmente militarizzato, con una percentuale di mobilitati nella popolazione (16%), di gran lunga superiore a quella di Germania, Francia, Inghilterra..Dallo spazio privato a quello pubblico, in contesti lavorativi maschili, nell'industria, negli uffici, nelle banche, negli ospedali, nelle fabbriche di armi, nelle manifatture tessili, nelle tipografie, nelle aziende telefoniche. Nelle città spazzano le strade o lavorano nei magazzini, distribuiscono la posta, preparano pacchi e confezionano maschere antigas, calzature e uniformi per i soldati. Nelle campagne accudiscono il bestiame, utilizzano le macchine agricole, si occupano di questioni burocratico-amministrative e di commercio di prodotti agricoli. Le foto delle donne che escono in bicicletta dai cancelli delle fabbriche compaiono sui giornali e cambiano l'immaginario dei contemporanei.È lo scrittore Ugo Ojetti a darcene un'idea descrivendo «la fiumana di donne che penetra, gorgogliando e frusciando, nei luoghi degli uomini: campi, fabbriche. Oggi lavorano pel bene di tutti tante donne quante mai ne avevamo vedute, in lavori da uomini». A Cagliari e a Sassari, nella terra dei "gloriosi fanti della Brigata Sassari", citati sui bollettini di guerra, le donne organizzano comitati che si occupano di assistenza alla popolazione, raccolta di fondi per la guerra, lavorazione di bende e vestiario per i militari, soccorso ai feriti. Ovunque, ai comitati locali, enti semi-pubblici, le autorità attribuiscono funzioni diverse che configurano ruoli di protagoniste nella vita quotidiana del fronte interno. Anche il ruolo femminile tradizionale di accudimento e di cura di masse di feriti, mutilati, moribondi acquista un nuovo significato e viene percepito come un "allargamento" dello stesso all'intero corpo della Nazione in guerra. Certo le donne che restano a casa affrontano una vita di privazioni e sacrifici, vivono esperienze nuove, dolorose e traumatiche, come quella del lutto e della lontananza da mariti, fratelli, figli. I lunghi anni di guerra sono un lungo, infinito periodo di solitudine, di tormentosa sospensione. Come rivelano le corrispondenze private, l'attesa di notizie dal fronte è snervante, logorante. E così il distacco. Si può citare, a proposito, la straziante scena raccontata da Emilio Lussu in "Un anno sull'altopiano". Al momento della partenza dopo una breve licenza, sorprende la crisi di sconforto e di disperazione della madre: "Al centro della sala, accanto a una sedia rovesciata, la mamma era accasciata sul pavimento, in singhiozzi. Io la raccolsi, l'aiutai a sollevarsi. Ma non si reggeva più da sola, tanto, in pochi istanti, si era disfatta. Tentai di dirle parole di conforto, ma si struggeva in lacrime".Si tratta di un tema da approfondire. Ma la guerra non ha rappresentato per le donne solo lutto, sofferenza, ansia per i cari lontani. E non è stata solo una parentesi prima del ritorno alla "normalità" del dopoguerra con
la dominante "mitologia della madre sacrificale". È stata anche "una grande officina". Ha rotto l'idea dell'incompatibilità fra donne e sfera pubblica. Ha cambiato la moda femminile. Ha segnato, comunque, una tappa, nell'accidentato percorso - interrotto dal fascismo - verso l'emancipazione

mi trovo d'accordo   con Alessandro insolia   di cui riporto sotto  la sua lettera  a repubblica 

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non è fondando un partito che si fanno vale i diritti degli Afro Italiani

 
non   creando l'ennesimo partitino ,neppure  negli Usa dove il probe a  razziaale  è più  grave  che  da   noi     sono arrivati a  tanto  .
Infatti   
Mohamed Konare Dit ShataSegui
Il partito degli africani d'Italia...allora facciamo anche il partito degli italiani del Congo.. Un assurdità.. Tutta manipolazione politica.. Non sanno che fare, a cosa aggrapparsi..tutti camerieri dei poteri forti...
Non permetteremo d'usare gli africani come l'avete fatto per decenni...
A noi interessa un Africa libera ed autosufficiente..
Il resto è solo chiacchiere inutili senza interessi per il panafricanismo...
Ogni uno ha il diritto di vivere in dignità a casa proprio... E questo è negato al mio popolo..
Non è più accettabile..
Facciamo una riflessione collettiva...

8.11.18

forte rumore di niente

  canzone  suggerita 
Francesco De Gregori - Rumore di niente

amaramente concordo con


Dado ha condiviso un video.
purtroppo questa notizia canzone ritorna tutti i giorni che apro il giornale...




ma quello che pià indigna è   storie come queste 

basta vivere del passato viviamo il presente

canzone  consigliata 
Litfiba - Vivere il mio tempo (1999)




A furia di seguire le ombre ed i propri fantasmi o quelli del passato si rischia di perdere la sostanza
  Come    fare   allora  ?


Spesso ce ne dimentichiamo,presi dalla frenesia del quotidiano. Ci perdiamo momenti presenti preziosi e unici.
Imparare a fermarsi ad "assaporare ogni attimo" è il segreto per camminare a lungo e raggoungere alte vette.
Buona giornata al gruppo e a chi ha piacere di esserci.
Ale


  e  Non rovinare mai il tuo presente per un passato che non ha futuro. William Shakespeare

Quindi  non devo salvar e niente     , devo fare tabula rasa ?





 E come fare ? Me abbiamo già parlato altre volte lo sai benissimo



che : << bisogna fare e disfare. \ Continuamente e malamente e con amore, battere e levare. \ Stasera guardo questa strada e non lo so dove mi tocca andare. \ Lo vedi, siamo come cani. Senza collare. \ Lo vedi tu com'è... è prendere e lasciare. \ Inutilmente e crudelmente e per amore, battere e levare.
Insomm a  dovresti    vedere  un po'    tu   come fare sta a decidere quali sono le tre cose ( o piuù vedi tu ) che vuoi salvare e portare con te

 quind devo fare  i conti  con il passato  e con me  stesso  .

 boh   se  non lo  sai  tu  .    Comunque  si  ma  senza  assolverti  e  allo stesso tempo senza rimproverarti 

LE VITTIME DI UN PREDATORE SESSUALE NON HANNO ETÀ + Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco colpire alle aprti sensibili del corpo punta XII

puntata  I  e II  puntata  III  Puntata  IV Puntata  V Puntata VI Puntata VII Puntata VIII Puntata  IX Puntata X  molti famminicidi  sono il...