30.3.22

FEMMINICIDIO DI CAROL MALTESI: UCCISA E DEMONIZZATA MEDIATICAMENTE IN UNA SOCIETA’ MORALISTA

Carol Maltesi ( foto a centro  da https://www.infoaut.org/femminismo-genders   ) , 26 anni, di origine metà italiane e metà olandesi, cresciuta nella provincia di Varese, poi trasferitasi vicina a Milano, ritrovata cadavere nei giorni scorsi, a pezzi, in un dirupo della Val Camonica in Provincia di Brescia.



Finalmente ,almeno mi sembrava  dal video che riporto sotto


 i giornali o almeno  la maggior parte  descrivessero il turpe fatto , senza giudicare la sua scelta o concentrarsi solo su il fatto che fosse una pornostar , ma  invece

@EugenioCardi
·15h

È stata ammazzata e fatta a pezzi. Aveva solo 26 anni e un bambino di 6. Ma non si parla di lei in quanto persona, in quanto donna, in quanto vittima di femminicidio e di vile e violenta sopraffazione maschilista. No, si guarda solo al fatto che fosse una pornostar. Che schifo.

Sono_Mia
@K_a_t_i_a_M
·19h

Una donna muore ammazzata, fatta a pezzi. Ma la notizia è che era una pornostar. #femminicidio

Marvi
@hazsmyall
·4h

come sempre, purtroppo, nei casi di femminicidio le vittime sono sempre vittime due volte, Carol Maltesi è stata fatta a pezzi, tenuta in un congelatore e poi messa in sacchi gettati in un dirupo, ma la notizia è che faceva filmini hard
Infatti  :<<  Più che una denuncia sembrava lo sfogo di una donna, una madre, che per il mestiere che aveva scelto subiva critiche, attacchi e violenze psicologiche da lei giudicate altrettanto gravi di quelle fisiche. L'uomo che l'ha uccisa è un impiegato di banca con il quale aveva avuto una relazione.>>
( repubblica  ).  


Oltre all'efferatezza di questo gesto, a lasciare stupiti è anche il fatto che nessuno sembrerebbe essersi accorto della scomparsa della 26enne. come  fa   notare  quest  articolo  di https://www.fanpage.it/milano   L'ennesima dimostrazione di come, in una #societàpatriarcale, ci siano uomini che vedono il corpo delle donne come un oggetto di dominio. Come qualcosa di loro proprietà che possono deliberatamente distruggere, cancellare, ridurre in pezzi e gettare come spazzatura. Un femminicidio che – così come gli altri – ha lasciato rabbia, tristezza, ma soprattutto amarezza perché Carol, purtroppo, è stata vittima due volte: di chi l'ha brutalmente ammazzata e di chi non si è nemmeno accorto che fosse sparita.
 Non sto  a  dilungarmi ulteriormente    sulla  vicenda  perchè  è  stato  (ed  sarà  scritto    nei  prossimi  giorni )  abbastanza   di questa vicenda,  mentre i giornali (  la  maggior  parte  😢😖) si concentrano sui dettagli della sua vita da modella e attrice hard, noi insieme  a 
https://www.infoaut.org/femminismo-genders/ vogliamo concentrarci sul femminicidio, su sicurezza e diritti nelle nuove forme di lavoro e sul ruolo della società con Pia Covre, attivista e fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute. Ascolta o Scarica.

  00:33            22:31         
 

Sulla narrazione tossica di alcuni media italiani che stanno affrontando in queste ore il femminicidio di Carol Maltesi l’intervista a Renata di Non Una di Meno Brescia. Ascolta o Scarica.

  00:00            00:00         
 

Da Radio Onda d'Urto

Non so cos'altro dire se non  sto  andando  a  prendere  un fazzoletto  per  asciugarmi le  lacrime   e  che per rispetto non guarderò e non userò i suoi video per ..... Ci siamo capiti 😏🧐😜 al  prossimo  post    spero  più allegro e  meno  triste

29.3.22

Stargazer: Una personale di Marco Boscani

 ieri  ho visto    a  tempio pausania Presso l' Officina dei ragazzi Piazza Aldo Moro (   nota  come  piazza  san giuseppe )  Una  personale di Marco Boscani. Un artista   poliedrico   performer, artista visivo, regista di videoarte e teatro sassarese  qui   sotto  una  sua  regia    di un video musicale


Influenzato dal teatro di Carmelo Bene, dal progressive rock e dall'arte neobarocca.E  secondo me   anche dal punk  e post  punk  . Ho fatto  un viaggio  fra  capitan  harloch  , capitan futuro    , ecc   come    ho   osservato  come suggerisce    l'autore  stesso  nella  locandina   <<  le stelle ho visto emergere tra le tele i fantasmi e gli eroi della mia galassia interiore. Un magico universo parallelo dove le leggi della fisica non funzionano. Uno spazio alternativo, un buco nero dove la luce dell'esperienza umana si mescola per generare nuovi racconti possibili>> Le  opere    contengono uno  guardo ai  grandi temi del presente: Pandemia, Guerra e quarta rivoluzione industriale, declinati su accadimenti e archetipi del passato   e  dell'onrico  rimescolati con visioni futuristiche.Amalgama distillata insieme alle nuove scoperte tecnologiche e scientifiche, messa in atto per ottenere una possibile visione apocalittica del "contemporaneo prossimo".Esperimento riuscitissimo.  un  altro lato  artistico     di Marco che  non conoscevo . <<  Queste  >> come   dice  anche  l'introduzione  alla  pagina  facebook    dell'associazione che  ospita  la mostra   <<   sono le molteplici risorse; cercare un luogo, una pagina che non sappia chi tu sia e cosa cerchi... Unknown: è una stanza vuota. un luogo che ti accolga senza colpa nessuna spiegazione potrà farti cambiare idea.>>Un ottima  mostra   ed  bei quadri  .  ecco  uno    di quelli che mi  ha  colpito  di  più

per  gentile  concessione  dell'autore 

concordo   con quanto ha  scritto  Giuseppe Pulina sulla nuova  sardegna     vedere  articolo  sottto

   

27.3.22

come cambiamo i tempi prima quando si falliva l'obbiettivo mondiali e ci si prendeva dimettendosi le responsabilità oggi nisba





Tutti colpevoli, nessuno responsabile. Vecchia storia, molto italiana. Soltanto che prima s'ammetteva l'errore \ il fallimento dell'obbiettivo e ci si dimetteva .

Oggi invece in questa specie di simulazione della vita che è il calcio, ma anche viceversa, i due grandi capi della squadra (Mancini) e della Figc (Gravina) non soltanto non si smuovono dalle loro seggiole, ma neppure si pongono il dubbio. Dimettersi? Ma quando mai. Autocritica? E perché? Fuori dai Mondiali per la seconda volta di seguito, e un po' anche fuori dal mondo (persi i contatti con la realtà, Houston abbiamo un problema😀), la Nazionale la sta prendendo con filosofia, anzi con assuefazione: all'inevitabile, alla mediocrità. Come se stesse ripudiando il suo passato glorioso ( 4 mondiali vinti ) e combattivo .
Nessuno paga, nessuno chiede scusa, nessuno rimette il mandato anche solo per dovere istituzionale. << Siamo >> --- come giustamente e fa notare Maurizio Crosetti   su  repubblica  del  27\3\2022 --- <<al punto che un citì umiliato in casa dai macedoni ci fa un favore se rimane, e dobbiamo pure convincerlo; e che il presidente di un movimento allo sbando, litigioso, pieno di debiti e di stranieri, incapace di organizzare una didattica calcistica che porti a produrre anche solo per sbaglio qualche buon giocatore, sostiene che soltanto un folle può legare la politica sportiva ai risultati sul campo: eccolo, presente, il folle insieme a sta scrivendo questo articolo.>>
Quindi cari Mancini e Gravina, non è una caccia alle streghe e neppure un processo sommario: ma voi vorreste l'assoluzione a prescindere. Un po' troppo, non funziona così. Ai Mondiali 2010: azzurri fuori al primo turno, Lippi se ne va. Mondiali 2014: azzurri fuori al primo turno, Abete e Prandelli dimissionari. Mondiali 2018: azzurri non qualificati, apocalisse, via Tavecchio e Ventura. Mondiali 2022: azzurri non qualificati e incapaci di battere Svizzera e Macedonia del Nord, mica Brasile e Germania, e non sta succedendo niente. Non c'è indignazione. Stiamo scivolando ai margini del calcio, nel mondo e nell'Europa della Champions, e la si vive come una fatalità, qualche attaccante o  difensare  sbaglia, qualche portiere non para, che peccato, sarà per la prossima volta. Ma la prossima volta è questa, ed è l'ultima. Autoassolti e rassegnati, ma anche coperti dallo scudo scintillante di un Europeo vinto comunque ai rigori, Sembrate   quei politici che danno sempre la colpa agli altri. Nessuno nega i vostri meriti (Mancini ha vinto in estate con un fresco gioco d'attacco, Gravina ha gestito un difficilissimo campionato in pandemia), ma cosa ci attende se restano entrambi? Che forza avranno, adesso? Quale credibilità? Alla prima ombra, si alzerà qualcuno in fondo alla sala e dirà: okay, ragazzi, però la Macedonia ...
È irritante questa fuga dalle responsabilità, offende gli italiani. E non è accettabile negare qualunque riflessione sulla gravità del momento. Stiamo vivendo un vuoto tecnico gigantesco, in pochi anni siamo passati da Totti e Del Piero a Immobile e Scamacca, senza offesa. I nostri bambini non giocano più a pallone, a meno che li si infili ovviamente  senza  generalizzare   in quelle macchine succhiasoldi che sono le scuole calcio. Non si accudisce e  non si coltiva il talento, non si istruiscono gli istruttori, i centri federali non funzionano. Abbiamo dimenticato il territorio com'era accaduto in politica alla sinistra, nessuno scende più in strada: ma nel calcio si perdono partite, non voti, e chi comanda ai alza pure lo stipendio (l'indennità del presidente federale è stata appena portata a 240 mila euro). Insomma, a parte gli stipendi, chi paga?
Nel frattempo, gli stadi si svuotano e i giovani non guardano quasi più il calcio, oltre a non giocarlo. Non dipende da  voi  o  almeno  solo  da  voi  certo, ma se il tessuto è scadente servirebbero almeno degli abili ricamatori, un rammendo qui, un'imbastitura là, oppure dei sarti che ammettessero di avere tagliato male la stoffa. Se dal 2010 siamo scomparsi dai radar, persino l'impresa di Wembley può essere considerata l'anomalia dei piccoli che sanno essere grandi per un solo giorno. Può succedere di perdere, e di perdere ancora. Ma poi bisogna saper dire me ne vado, scusate, ho sbagliato, con la testa e con il cuore ciao ciao.

IN TRINCEA PER CONTO DI DIO

 

IN TRINCEA PER CONTO DI DIO

Ci sono sacerdoti che hanno fatto la differenza. Come donDiana e don Puglisi, uccisi perché scomodi. Oggi il loro testimone è passato adonLuigiCiotti, don Giovanni Ladiana, don Marco Ricci. Qui ce li racconta ateoconvinto. Che li ammira

l’autore di Gomorra,


Ci sono luoghi dei quali nessuno si cura. Luoghi nei quali davvero non c’è niente, non una biblioteca, non una macchia di verde, la chiesa diventa l’unico spazio protetto in cui coltivare il diritto. Beninteso, a scrivere è un ateo, convintamente ateo e convinto della necessità della separazione degli affari politici, pubblici, da qualsiasi confessione religiosa. Ma nella mia vita ho riconosciuto e rispettato l’impegno
della chiesa che si è fatta azione umana, solidale, organizzata, antimafia. Preti che hanno fatto la differenza. Nella notte fra il 12 e il 13marzo una bomba carta è esplosa fuori dalla parrocchia di don Maurizio Patriciello, a Caivano. ( vedi scheda  a   destra  ) Non bisogna lasciare soli questi individui che

laddove non c’è scuola la portano, laddove non c’è conforto lo danno, laddove non c’è assistenza si mettono a disposizione per far trovare lavoro. È necessario ricordare che ci sono, questi individui, sono tanti, e che sono scomodi. E chi è scomodo per le mafie ha bisogno di protezione, la stessa protezione che loro dispensano a interi quartieri. Esiste una teoria sociologica, la teoria delle finestre rotte. Mettiamo che in una strada si rompa una finestra: si rompe in uno spazio pubblico, non è responsabilità di nessuno aggiustarla, devono essere le istituzioni a riparare il vetro. Passano i giorni, la finestra resta rotta, magari uno spazzino di buon cuore toglierà i cocci, magari no. Il buco ha bordi taglienti che nessuno ha cura di sostituire. Accanto alla finestra rotta, qualcuno butta una cartaccia. 

Tanto, in quel punto nessuno guarda. Alla cartaccia segue un disegno osceno e un’altra finestra rotta, quella accanto, stavolta rotta per gioco. Tanto nessuno guarda. Si inizia a stare sempre peggio e nessuno guarda. La strada, è sempre più degradata, è triste guardarla. Si fulmina il lampione e a nessuno interessa sostituirlo. Nel buio, di notte, si inizia a spacciare, a rapinare. Tanto, a nessuno importa.

Basterebbe riparare una finestra. Basterebbe che una persona inizi a raccogliere l’immondizia, dica a quel pezzo di strada: «Io ho cura di te». Non eliminerebbe spacciatori e rapinatori, ma darebbe alle persone la voglia di tenere acceso il lampione. Non è bello sentirsi abbandonati. È quando ci sentiamo abbandonati che cadiamo nelle tentazioni peggiori. Tanto, a nessuno importa.

Ci sono persone di chiesa che fanno questo: si guardano intorno, aggiustano le finestre. Don Peppe Diana, ad esempio: ucciso il 19 marzo 1994, il giorno del suo onomastico, ad appena 36 anni. La sua colpa? Aver fatto capire chiaramente i suoi intenti: «Per amore del mio popolo, non tacerò». Ed essere stato vicino ai giovani e ai bisognosi di aiuto, strappandoli con ogni mezzo in suo potere alle lusinghe della camorra. Un anno prima, vittima di Cosa nostra era stato don Pino Puglisi, ucciso il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, il 15 settembre 1993. Aveva speso una vita intera nella lotta alla mafia, allontanando i bambini dalla strada,

insegnando loro che esiste un tipo di rispetto diverso da quello dettato dalla paura dellamafia. Poco prima di essere ucciso, don Pino Puglisi disse: «Vi aspettavo». Sapeva che sarebbe stata quella la fine per il suo impegno nel sottrarre individui alle organizzazioni criminali.

Oggi la loro eredità è in tante persone di chiesa che ogni giorno scelgono di rispondere alla violenza e alle minacce creando spazi di aggregazione, di contatto umano in cui ragazzi completamente abbandonati trovano qualcuno che ancora crede nel loro futuro. È l’esempio di don Giovanni Ladiana, che incontra vite segnate dalla sofferenza, nel sud dell’Italia e del mondo, e da più di dieci anni guida il movimento “Reggio Non Tace”, nato dallo scoppio di una bomba che invece di intimidire ha raccolto intorno al suo cratere 300 persone nel giro di mezza giornata. Reggio non tace. E non tace don Giovanni Landiana davanti alle intimidazioni della ’ndrangheta; non nasconde la paura, ma continua a «stare negli incroci della storia, ove vivono i crocifissi d’oggi».

Non tace nemmeno l’arcivescovo di Locri, don Francesco Oliva. Nel 2018 pronuncia una coraggiosissima omelia nel santuario di Polsi, luogo simbolo della ’ndrangheta: «L’uso indebito dell’immagine della Madonna di Polsi e la sua strumentalizzazione da parte di uomini di mafia e di ’ndrangheta, il venire qui non da pellegrini ma con intenti malvagi e sacrileghi, è stata una gravissima offesa alla fede di tutto il popolo mariano. (…) Non basta dirsi cattolici. Non basta partecipare ad atti di culto: accom

Senza la presenza di questa Chiesa, in tanti territori sarebbe impossibile la sopravvivenza

pagnare la statua in una processione, ricevere i Sacramenti, venire in pellegrinaggio. Ci vuole la rettitudine di cuore, la purità nei pensieri e nelle intenzioni».

Non tacciono, i Comboniani, la rete di comunità istituita da padre Alex Zanotelli per incoraggiare sviluppo e promozione umana in Africa, America Latina, Asia. Presenza importante anche in Europa e in Italia nel contrasto al disagio e all’emarginazione; in particolare, a Castel Volturno il loro operato è fondamentale: portano avanti un progetto di integrazione attraverso una scuola di italiano per migranti e una di mediazione culturale, creano aggregazione attraverso lo sport e le arti, gestiscono un laboratorio di sartoria solidale.

Non tace don Marco Ricci, parroco di San Vito al Vesuvio, che si batte strenuamente per la salute delle persone: da quando un chierichetto della sua parrocchia è morto di leucemia a soli 14 anni, ha iniziato a fare tutto quello che era in suo potere per investigare, capire, e una volta compresa la responsabilità enorme delle ecomafie, dei rifiuti sotterrati, degli incendi tossici, ha intrapreso una sistematica campagna di denuncia senza sconti.

Non tace sotto scorta da quando, nel 2002, ha occupato con la sua associazione “Progetto Sud”, autogestita insieme a persone disabili, uno degli edifici sequestrati alla ’ndrangheta. Nonostante gli attentati e continue minacce, non arretra di un passo, e la sua squadra con lui.

E non tace don Luigi Ciotti, il fondatore di “Libera-Associazioni”, nomi e numeri contro le mafie, una rete che oggi tiene unite oltre 800 associazioni, cooperative sociali, movimenti, scuole, sindacati, parrocchie, gruppi scout, impegnati non solo “contro”: contro l’ingiustizia, la corruzione, la criminalità, le mafie; ma soprattutto “per”: per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per la verità e il rispetto dei valori democratici, per la condivisione della memoria.

Lamemoria, per Libera, è fondamentale, perché non cali mai l’attenzione sulle vittime innocenti delle mafie, perché non sia dimenticato il sacrificio di uomini, donne, bambini le cui vite sono state spazzate via da una violenza senza giustificazione. Vite che adesso sono affidate alla testimonianza, al ricordo. È per questo che il primo giorno di primavera, ogni anno il 21 marzo, Libera ha istituito la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, durante la quale vengono ricordati tutti, i nomi di queste donne, di questi uomini, di questi bambini. Un rosario civile sgranato in tantissime città, in Italia e all’estero, per conservarne sempre una parte fra i vivi, la parte più importante, quella che ci ricorda che sperare in un mondo diverso è possibile, ma che per evitare che la lista di nomi si allunghi ancora, la consapevolezza di quello che è stato, e che può ancora succedere, è imprescindibile. Senza la presenza di questa chiesa, in tanti territori sarebbe impossibile la sopravvivenza. Nei territori in cui lo Stato è spazio di polizia, repressivo, non c’è spazio per il contatto umano, e nelle crepe, nei vuoti che quest’assenza lascia nelle persone, si insinuano le mafie, prendendosi la fedeltà che alle istituzioni non interessa cercare. Se è vero che senza speranza si sopravvive poco e male, che gli esseri umani hanno bisogno, per crescere, di essere pensati, allora si capisce l’importanza di coloro che pensano, amano, riparano le finestre. Coloro che fanno sentire amati i dimenticati, ne riempiono i cuori di speranza e le giornate di vita.

La vita dell'animale e dell'uomo

mentre prendevo alcune pagine di giornali vecchi per accendere il fuoco e del camino ho trovato su il FQ mi pare del 26\3\2022 un articolo interessantissimo di una voce contro corrente che è quella di Massimo Fini condivisibilissimo  quando  dice :

<<  “Quando si arriva a produrre e commercializzare ‘shampoo e linee di beauty per cani’, gli si fa indossare, oltre ai cappottini, t-shirt, cappellini, trench, bretelle, stivaletti di montone, occhiali da sole, gli si smaltano le unghie, li si irrora di eau de toilette alla vaniglia perché non odorino da cani, di ‘Color Highlight’ per fare le meches al pelo, striandolo di rosa, di arancione, di blu, di fucsia, di oro, li si fa massaggiare, in centri specializzati, con gli oli essenziali e si fanno loro impacchi d’argilla, li si vaporizza con spray anti-stress, li si porta dallo psicoanalista da 300 dollari l’ora e infine si stipulano polizze vita a loro favore del valore di 200 milioni di dollari, vuol dire che una società è giunta al capolinea. ”Così scrivevo ne Il ribelle dalla A alla Z del 2006. Pensavo che avessimo toccato il fondo. Invece si può sempre scavare. Il New York Times ci informa che negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in parte anche da noi, è in crescita il fenomeno delle cerimonie di nozze per cani e gatti, “toelettandoli a festa e vestendoli con smoking, frac, pizzi, volant di tulle, fiocchi e merletti”. Alcuni, e sono i peggiori, per toelettarsi la coscienza, affermano che il tutto ha scopi benefici per supportare i rifugi dei randagi o dei cani trovatelli, altri, più sinceri, ammettono che è per il proprio puro piacere. In Germania, paese notoriamente sensibilissimo agli esseri umani, è stata approvata una legge che obbliga i padroni a portare fuori i loro animali almeno due volte al giorno e stando almeno un’ora a passeggiare. Negli Stati Uniti, come ha raccontato la nostra Camilla Tagliabue, non si può identificare un animale con il termine “pet”, è meglio utilizzare “animal companion, compagno
animale, perché in America qualcuno, più di uno, pensa che l’espressione pet qualifichi l’animale come proprietà, mentre companion da l’idea della convivenza con esso, senza specificare alcun padrone o possesso”. Insomma siamo all’estremizzazione della cancel culture per cui gli Lgbtqi+, come se non bastasse, non possono essere semplicemente indicati così ma gli deve essere aggiunto un segno speciale, una sorta di e rovesciata, perché non ci siano indicazioni di genere. In Grecia è vietato mangiare carne di cavallo. Ora l’uomo è un animale onnivoro, e quindi anche carnivoro,  e perciò ha diritto di sfamarsi come meglio può. E’ antropocentrico, così come il gatto è gattocentrico e il leone leonecentrico. Il leone si stupirebbe molto se qualcuno andasse a dirgli che non è etico che si divori l’antilope. Lasciamo qui perdere il discorso, che riguarda i vegani e i vegetariani, se non sia peggio mangiarsi una sana cotoletta di una mucca allevata all’alpeggio o piuttosto tenere le mucche, i polli, i conigli, stabulati, sotto i riflettori 24 ore su 24, e quindi torturandoli, ingrassati così artificialmente per poterli smerciare a un peso che non è il loro, perché ci porterebbe troppo lontano >> .


Perché si snaturalizzano ulteriormente e se ne fanno dei feticci .                                            Mentre non condivido completamente l'ultima parte, sarà perchè ho sempre ( ancora vivo ) vissuto con gli animali in casa e in campagna ora vivaio con cani e gatti,la seconda parte :
<< In questi giorni di guerra abbiamo visto molti ucraini, non particolarmente coraggiosi, filarsela tenendosi stretti al petto i loro cani e gatti, senza capire, credo, che questi animali toglievano spazio ad altri umani in fuga.In realtà cani, gatti e consimili sarebbero di per sé delle brave bestie se non ci fossero i loro padroni. Scriveva Ernest Hemingway in Morte nel pomeriggio: ”Io sono persuaso, per esperienza e osservazione, che coloro i quali si identificano con gli animali, vale a dire gli innamorati quasi professionisti di cani e altre bestie, sono capaci di una maggiore crudeltà verso gli esseri umani, di coloro che stentano a identificarsi con gli animali”.>>

perchè soprattutto negli anziani , cani e gatti in particolare . a meno che uno non scelga o non viva in campagna , fanno parte della famiglia e ti ci affezioni . Infatti a parte le idiozie di matrimoni, tinture, vestiario e tutto ciò che li snatura, trovo assurdo non amare e prendersi quindi cura dei propri animali. Amore e cura sono un tutt’uno. Ma Sono d’accordo con Fini. perchè   ovviamente  senza    generalizzare    , senza arrivare agli estremi (toilette, matrimoni e cose simili) quasi tutti i possessori di animali li considerano di gran lunga più importanti degli esseri umani (parenti strettissimi a parte). 

26.3.22

NON ERANO STREGHE - MARCO CHIAVISTRELLI una canzone-video sulla CACCIA ALLE STREGHE

anche se l' 8 marzo è passato certe canzoni non hanno tempo . questa è una canzone e un video per rendere giustizia a una pagina terrificante della storia delle donne: LA CACCIA ALLE STREGHE. Per alzare il sipario su una orrenda ingiustizia senza tempo, che profonde i suoi tentacoli sulla violenza alle donne di oggi.



Decine e decine di migliaia di donne, quasi fino al 1800, arse vive e torturate in ogni modo affinchè confessassero peccati mai commessi: la caccia alle streghe, il genocidio delle innocenti. E' stato calcolato che non più del 2% delle divorate vive dalla fame di ignoranza, superstizione e maschilismo dominanti, facesse un qualche rito particolare, tra l'altro innocuo e senza colpe specifiche di nessun tipo!! Il 98% erano donne normalissime, giovani o vecchie innocenti che per qualche antipatia o bigottismo venivano additate (bastava 2-3 persone ostili) come streghe e adoratrici di satana. Guaritrici, levatrici, artiste, donne libere, donne possidenti cui lo stato e la chiesa si accaparravano dopo il rogo i beni (!), donne che rifiutavano le avances di prepotenti, donne, donne, donne e basta!! Fuori dominava il vento dell'inquisizione folle e della morbosa arroganza maschile. Furono divorate sepolte sezionate estirpate di organi disossate disarticolate affogate asfissiate, sempre bruciate vive con la folla che le respingeva nel fuoco se tentavano di fuggirlo. IL LORO DOLORE ATTRAVERSA I SECOLI, e raggiunge quello delle donne violentate, scheggiate, disprezzate, sottomesse oggi. Ascoltiamo le loro grida affinchè non vengano dimenticate. NON ERANO STREGHE ERANO DONNE!

25.3.22

dura lotta contro l'omofobia e i pregiudizi del patriarcato la storia della pugile irma testa

da  https://www.fanpage.it/

Irma Testa, medaglia di bronzo alle Olimpiadi, racconta a Fanpage.it il lungo processo che l’ha portata a fare coming out: “Anche per tutti quei ragazzi che vogliono sentirsi liberi di amare”.

A cura di Redazione Sport

Irma Testa la scorsa estate ha scritto la storia del pugilato italiano conquistando una storica medaglia di bronzo alle Olimpiadi. La prima pugile a prendere parte ai Giochi (nel 2016 a Rio) e a vincere una medaglia a Tokyo 2020. Nei mesi scorsi la pugile campana poi ha fatto coming out e in una splendida intervista rilasciata a Fanpage.it  ( vedere  video  sotto )  ha spiegato anche perché lo ha fatto e ha detto che sono state la madre e la sorella le prime a saperlo: "L'ho detto a mia madre e mia sorella per la prima volta. Nelle nostre case si svolge tutto in cucina e ho chiesto a mia madre di sedersi perché le dovevo dire una cosa. Le ho detto mi ero innamorata di una ragazza. Mia madre ha accennato un leggero pianto, è scesa una lacrimuccia. Mi ha detto ‘se sei felice, io sono felice… l'ho sempre saputo'. Questo ‘l'ho sempre saputo' mi ha fatto capire che mi ha sempre amato incondizionatamente e che non c'era nulla di sbagliato".
Testa  ha raccontato di aver capito fosse normale amare una persona dello stesso sesso confrontandosi con le altre atlete delle nazionale di pugilato: "Vivevo tutto come un errore. Appena sentivo questa attrazione verso un'altra ragazzina subito la facevo uscire dalla mia mente. Soffermarmi su quel pensiero o su quell'idea mi faceva sentire sbagliata. Per me non esistevano altri casi, non c'erano donne che amavano altre donne. Non avevo mai sentito parlare di tante cose e pensavo non fosse normale amare una persona dello stesso. Ho capito questa cosa appena sono arrivata in Nazionale ad Assisi e mi sono confrontata con alcune ragazze che la vedevano in modo totalmente diversa. Lì ho capito che non ero sbagliata". La pugile in passato ha dovuto nascondere anche i suoi legami affettivi, dicendo che era single o addirittura dicendo che era fidanzata con un uomo, ma ora è tutto diverso: "Ho dovuto nascondere le mie relazioni per tanti anni, pure quella più importante. Le ho nascoste e mi sentivo male per la persona che mi stava accanto. Alle domande sulla mia vita privata rispondevo dicendo che ero single o che ero fidanzata con un ragazzo. Pensavo a chi leggeva quell'articolo e quelle parole, perché puoi pensare di essere messa da parte. Dopo il coming out mi sono sentita più donna e ora posso essere quella Imma davanti a tutti".


Si è tolta un sassolino dalla scarpa ‘Butterfly' Testa, ricordando le tante parole superficiali che ha dovuto sentire sul suo conto. Parole che riguardavano anche lo sport che pratica: "Tante volte hanno associato al mio orientamento sessuale il pugilato e il fatto che rende più mascolina. Qualcuno ha dato anche una spiegazione scientifica, ma non la ricordo, perché è una cosa totalmente inutile. C'è chi pensa che le donne abbiano degli sport predefiniti. Mi hanno detto: sei così perché fai pugilato, ecco perché non dovreste farlo voi donne".Dopo aver fatto coming out Testa ha ricevuto tanti messaggi, anche da persone che non conosceva, e ha voluto parlare di quello che le ha fatto più male. Il racconto di una ragazza che non ha avuto il sostegno della famiglia: "Ho ricevuto tanti messaggi. E vorrei raccontare quello più brutto, quello di una ragazza che non avevano accettato. E così lei invece di amare le donne ha scelto di stare con i ragazzi. Questo è stato il messaggio più brutto che ho ricevuto, è stato di un'atrocità unica. Volevo essere la sorella maggiore di tanti ragazzi e ragazze che vogliono sentirsi liberi di amare chi vogliono".Il coming out Irma Testa lo ha fatto dopo la mancata approvazione del DDL Zan e ancora ricorda bene le esultanze di una parte del Senato: "Ha inciso anche quello nel mio annuncio. Forse la reazione dei nostri senatori. Loro sono le figure che ci rappresentano, le più illustri, e davanti alla negazione dei diritti non si può esultare in quel modo. È stato molto brutto". 

Studiare da rifugisti: l'academy è in montagnaUn verso per TikTok, la poesia si fa social.,Missione arance: lotta contro mafia e spreco.,



I gestori di Brioschi e Rosalba lanciano un percorso formativo per aiuto-rifugisti

Gratuito, per un massimo di sei candidati, per imparare il lavoro in rifugio

LECCO – Un lavoro bello ma decisamente duro quello del rifugista, perché la vita in montagna ha il suo grande fascino ma è una sfida personale e, in questo caso, anche professionale.
Il territorio lecchese offre anche questa opportunità di impiego ed oggi c’è anche un percorso formativo per imparare il mestiere: si tratta della ‘Capanat Academy’ di aiuto-gestori di rifugio che ha lo scopo di assumere nuove leve, rivolto a chi vuole intraprendere una esperienza di lavoro in rifugio.
E’ la proposta lanciata da ‘Brialba’, che si occupa si occupa della gestione dei rifugi “Rosalba” e “Brioschi” entrambi sul gruppo delle Grigne, con il patrocinio del Cai di Milano, in collaborazione con guide di montagna e Resinelli Tourism Lab.
Il percorso, completamente gratuito, si svolgerà presso i rifugi Brioschi e Rosalba e prevede la partecipazione di massimo 6 candidati/e ai quali, al termine del percorso, verrà rilasciato oltre che un attestato di frequenza, un attestato corso HACCP.
Ai partecipanti verrà attivata un’assicurazione idonea per attività nel rifugio sponsorizzata da “https://www.quadrifoglio.srl/L’unico obbligo per i partecipanti sarà attivare l’assicurazione attività individuale del CAI.Al termine della Capanat Academy verranno valutate eventuali opportunità di assunzione e saranno anche promosse attività di segnalazione (liste) anche a beneficio di altri rifugi interessati. Il programma si svolgerà nei week end di apertura dei rifugi tranne il modulo “Mountain Experience” che prevede due giornate infrasettimanali di uscita in ambiente con le Guide Alpine di Mountain Dream Guide


Un corso  imopegnativo visto     che  Sul massiccio alpino delle Grigne sono arrivate 150 domande da tutta Italia per il primo corso gratuito che insegna a gestire presidi d'alta quota. I prescelti? Solo 6

Ha 22 anni e ha avuto il coraggio di portare su Tik Tok un'arte all'apparenza lontanissima dai social: la poesia. Scrive testi, li recita seduto alla scrivania di camera sua e pubblica i video. Con successo. Tanto che ha raggiunto 240 mila follower e 3,7 milioni di "mi piace". Il "tiktoker poeta" si chiama Lorenzo Colafrancesco, in arte @madpeopleloveme (letteralmente, "le persone folli mi amano"), è romano di Trastevere, studia Cinema all'Università La Sapienza e segue corsi di recitazione.

Ha tenuto il suo primo reading, fresco della pubblicazione del libro "Amore corri-sposto", in Piemonte, ad Asti, alla rassegna L'École (di cui La Stampa è media partner), organizzata al polo culturale FuoriLuogo e pensata proprio per i giovani. Il rapporto tra l'antica poesia e l'attualità dei social Colafrancesco lo spiega così: "Non è vero che i ragazzi sui social cercano solo superficialità. I social sono anche fatti di parole, e permettono di far arrivare le tue parole a persone anche molto distanti, accorciando le distanze". La poesia, racconta, "ci sembra lontana perché consideriamo quella dei padri della letteratura, che sono e restano mostri sacri. Ma può essere anche pop".
di Giulia Destefanis
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Cinque ettari di terreno di Cosa Nostra sono stati confiscati, ma l'associazione che li curava si è ritirata.

 E così è partita una mobilitazione per salvare gli agrumi

24.3.22

Italia-Macedonia, gara di playoff mondiali che si giocherà giovedì sera allo stadio Barbera di Palermo, vedrà la Rai entrare in una nuova era per quanto riguarda il racconto dello sport.

 finalmente    s'inizia  a cambiare  rotta  ,  a  non proporre    fuori luogo    tette  e culi  (  per  lo più siliconati \  gonfiati  )  ,  e fare  una  tv   che  sia rispettosa del  corpo delle  donne  . Con Italia-Macedonia leggo   sull'articolo ( che  trovate  sotto) di  https://www.fanpage.it/sport/calcio/  



che  con la  diretta  Italia-Macedonia, gara di playoff mondiali che si giocherà giovedì sera allo stadio Barbera di Palermo, vedrà la Rai entrare in una nuova era per quanto riguarda il racconto dello sport   cambia tutto: “Via Paola Ferrari, basta inquadrare le cosce”

A cura di Paolo Fiorenza

Giovedì sera l'Italia si giocherà la qualificazione ai prossimi Mondiali affrontando la Macedonia del Nord nella semifinale dei playoff a Palermo. È la prima delle due scialuppe di salvataggio che gli uomini di Mancini dovranno cercare di condurre in porto dopo il fallimento nel girone eliminatorio: in caso di successo nel primo match, gli azzurri affronteranno poi fuori casa la vincente della sfida tra Portogallo e Turchia. La gara del Barbera segnerà peraltro anche un profondo cambiamento nel modo di raccontare la Nazionale in TV da parte della Rai: una svolta netta nel format, ma soprattutto nella filosofia che ispirerà il network pubblico.Il motore primo della mutazione – elaborata nelle scorse settimane e che vedremo per la prima volta domani sera – è stata la nomina del nuovo direttore di Rai Sport, Alessandra De Stefano  (  foto sotto  al centro  ). La 56enne giornalista napoletana è la prima donna a dirigere la testata sportiva della Rai, essendo subentrata nello scorso novembre ad Auro Bulbarelli. La storica inviata del ciclismo e conduttrice del Processo alla Tappa ha voluto subito dare la propria impronta, a cominciare dall'appuntamento più seguito dello sport in Rai: le partite della Nazionale italiana di calcio.



                                 Alessandra De Stefano è il nuovo direttore di Rai Sport

In primis sparisce lo studio, prima, durante e dopo la gara: "Spoglieremo le partite dalle sovrastrutture – spiega al Corriere della Sera – Basta collegamenti con studi che danno la linea ad altri studi: solo tribuna e campo. Bene le due voci di commento, ma quella tecnica non sovrasti mai la giornalistica. Più pause: vorrei che i rigori, ad esempio, venissero ascoltati come in una strada deserta. Silenzio, boati, silenzio, poi gioia o lacrime. Ormai nelle dirette sportive le telecamere mostrano quasi tutto. Un giornalista bravo deve raccontare il ‘quasi' che non si vede, coltivare il silenzio".
La Rai punta molto su Lele Adani (  foto a  destra  ) In concreto, da giovedì sera per Italia-Macedonia andrà in onda il nuovo format, che vedrà Alessandro Antinelli e Daniele Adani sistemati in una postazione collocata direttamente sul prato dello stadio Barbera   La coppia interverrà da lì invece che dallo studio, a contorno e nell'intervallo del match dei playoff mondiali. I telecronisti saranno gli stessi, mentre a bordocampo ci sarà una new entry, anche in questo caso per la prima volta una donna: "Restano Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro, bravi. A bordo campo va Tiziana Alla, voce del calcio femminile, cronista capace a cui il posto spettava da anni. Racconterà cosa succede in panchina, se Mancini si alza, che giocatore abbraccia, perché cambia tono di voce o si slaccia la cravatta. Ciò che in TV non si vede, appunto", spiega la De Stefano. A completare la squadra, in zona flash con i giocatori ci sarà Andrea Riscassi, ex bordocampista dell'Under 21 e già aggregato alla Nazionale maggiore in occasione degli Europei della scorsa estate. In tutti questi cambiamenti, spicca un'assenza: quella di Paola Ferrari. Chiuso lo studio di accompagnamento alle partite della Nazionale, è sparita anche la figura di chi lo conduceva. La De Stefano annuncia la nuova collocazione della 61enne giornalista milanese: "Paola Ferrari non condurrà più i post partita e nemmeno il nuovo 90° Minuto, ma un contenitore domenicale assieme ad altre giornaliste". Il nuovo direttore di Rai Sport batte su due tasti, svecchiamento delle persone e nuova immagine che non usi in modo improprio il corpo delle giornaliste: "Per me l'unico genere che conta è la bravura. Lo sport è maschilista, lo sappiamo. Il primo modo di cambiarlo è cambiare regia: che senso ha inquadrare sempre dal basso le donne per mostrare cosce, caviglie e scarpe? Togliamoci la maschera decorativa della femminilità, quel triste ‘è carina e anche brava'. Per l'abbigliamento, a ciascuno il suo stile: ma certe scollature io le metterei solo al mare".
"So di essere scomoda perché rivendico il diritto di scegliere chi va in video in base al merito e di privilegiare chi è bravo favorendo il ricambio: siamo troppo vecchi, a Rai Sport – è la dichiarazione programmatica della De Stefano – Dai miei giornalisti mi aspetto fame di notizie e voglia di lavorare scomodamente, perché la comodità è una trappola per un cronista. Che siano corretti ma decisi, che non si facciano spaventare dall'aggressività di poteri forti o uffici stampa: se sei preparato e lavori seriamente la tua autorevolezza ti porterà sempre ad essere un interlocutore privilegiato dagli atleti. Cosa ho sacrificato per raccontare lo sport? La mia vita, tutta. Ma ne valeva la pena…".

la vittoria contro la pseudo alienazione parentale di laura Massaro

 Quella di Laura Massaro è una storia tremenda andata avanti troppo a lungo, con un figlio strappato alla madre per una “sindrome” senza alcun fondamento scientifico. Infatti 

[...]La sindrome da alienazione genitoriale o sindrome da alienazione parentale (PAS, Parental Alienation Syndrome) è una controversa dinamica psicologica disfunzionale che, secondo le teorie del medico statunitense Richard Gardner, si attiverebbe sui figli minori coinvolti tanto in contesti di separazione e divorzio dei genitori, definiti conflittuali, quanto in contesti di presunta violenza intrafamigliare.[...]

da  Sindrome da alienazione genitoriale: combattere le strumentalizzazioni delle relazioni genitori-figli | News | OPL - Ordine psicologi Lombardia 

Oggi la Cassazione ieri ha fatto vincere la giustizia, ribadendo due punti fondamentali: l’illegittimità della PAS e la superiorità dell’interesse dei bambini rispetto al diritto alla bigenitorialità.Una bella notizia, una speranza per molte

Infatti dalla  Bacheca  di  Patrizia  Cadau    leggo   la bellissima    notizia  


Laura Massaro ( foto sotto a sinistra ) e suo figlio Lorenzo sono liberi.

Dopo anni di accanimento giudiziario, e grazie alla tenacia, al coraggio di una madre trattata come una criminale e privata da innocente perfino della responsabilità genitoriale, la Cassazione mette la parola "fine" ad una storia di violazione dei diritti umani, di abusi, maltrattamenti ai danni di una donna considerata colpevole di avere denunciato la violenza.
La Cassazione dice che è un crimine il prelevamento coatto di un minore contro la sua volontà per essere collocato in una casa famiglia. Dice anche che i minori hanno diritto ad essere ascoltati e che è
dovere delle istituzioni ascoltarli. E poi dice che l'alienazione parentale non esiste. Laura e Lorenzo sono liberi.Dopo gli scioperi della fame, i sit in in piazza, dopo essere stati perseguitati, privati della libertà, obbligati a vivere in clandestinità, minacciati, costretti ad una vita decisa da altri, intimiditi con l'incubo dell'allontanamento familiare. Laura è libera da un incubo durato un decennio per avere messo in discussione la mentalità sessista che decide che ad un padre padrone sia concesso ogni arbitrio e che un uomo violento sia intoccabile e protetto oltre ogni logica. Laura è un esempio dei nostri tempi, un monumento vivente, che con la sua battaglia unica e straordinaria è arrivata a fare giurisprudenza e a liberare tante madri e figli che sono nella medesima situazione.

LA CORTE DI CASSAZIONE BANDISCE L’ALIENAZIONE PARENTALE DAI TRIBUNALI E DEFINISCE FUORI DALLO STATO DI DIRITTO L’ESECUZIONE COATTIVA DEI PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEI MINORI, CHE DEVONO ESSERE SEMPRE ASCOLTATI NEI PROCEDIMENTI CHE LI RIGUARDANO.
ELISA ERCOLI: LA VITTORIA DI LAURA MASSARO E’ UNA VITTORIA STORICA.
La Corte di Cassazione con ordinanza n. 9691/2022 depositata in data odierna in accoglimento totale del ricorso presentato dalla signora Laura Massaro, annulla la decisione di decadenza dalla responsabilità genitoriale sul figlio minore e di trasferimento del bambino in casa-famiglia, ritenendo l’uso della forza in fase di esecuzione fuori dallo Stato di diritto.
La Suprema Corte cassa la decisione della Corte di appello di Roma poiché ha inteso realizzare il diritto alla bigenitorialità rimuovendo la figura genitoriale della madre e ciò sulla base di apodittiche motivazioni che richiamano le consulenze tecniche, tutte volte all’accertamento dell’alienazione parentale, nonostante la stessa sia notoriamente un costrutto ascientifico.
Stigmatizza infatti che tali consulenze fanno riferimento al postulato patto di lealtà tra madre e figlio, o al condizionamento psicologico, tutti termini che richiamano ancora la sindrome dell’alienazione parentale.
La Corte di cassazione ribadisce che “il richiamo alla sindrome d’alienazione parentale e ad ogni suo, più o meno evidente, anche inconsapevole, corollario, non può dirsi legittimo, costituendo il fondamento pseudoscientifico di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori, in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale della madre”.
Il collegio osserva inoltre che il diritto alla bigenitorialità così come ogni decisione assunta per realizzarlo non può rispondere a formula astratta “nell’assoluta indifferenza in ordine alle conseguenze sulla vita del minore, privato ex abrupto del riferimento alla figura materna con la quale, nel caso concreto, come emerge inequivocabilmente dagli atti, ha sempre convissuto felicemente, coltivando serenamente i propri interessi di bambino, e frequentando proficuamente la scuola”.
La Corte Suprema rileva ancora che l’autorità giudiziaria di merito ha del tutto omesso di considerare quali potrebbero essere le ripercussioni sulla vita e sulla salute del minore di una brusca e definitiva sottrazione dello stesso dalla relazione familiare con la madre, con la lacerazione di ogni consuetudine di vita, ignorando che la bigenitorialità è, anzitutto, un diritto del minore.
La Cassazione inoltre ritiene nullo il provvedimento dell’autorità giudiziaria di merito per non avere proceduto all’ascolto del minore, adempimento a tutela dei principi del contraddittorio e del giusto processo.
Gli Ermellini ribadiscono sul punto che “in tema di affidamento dei figli minori l'ascolto del minore infradodicenne capace di discernimento costituisce adempimento previsto a pena di nullità, atteso che è espressamente destinato a raccogliere le sue opinioni e a valutare i suoi bisogni”.
La Corte precisa, inoltre, che “tale adempimento non può essere sostituito dalle risultanze di una consulenza tecnica di ufficio, la quale adempie alla diversa esigenza di fornire al giudice altri strumenti di valutazione per individuare la soluzione più confacente al suo interesse”.
La Corte di cassazione infine si esprime sulla prospettata e ordinata esecuzione coattiva consistente nell’uso di una certa forza fisica diretta a sottrarre il minore dal luogo ove risiede con la madre, per collocarlo in una casa-famiglia, ritenendo suddetta misura “non conforme ai principi dello Stato di diritto in quanto prescinde del tutto dall’età del minore, ormai dodicenne, non ascoltato, e dalle sue capacità di discernimento, e potrebbe cagionare rilevanti e imprevedibili traumi per le modalità autoritative che il minore non può non introiettare, ponendo seri problemi, non sufficientemente approfonditi, anche in ordine alla sua compatibilità con la tutela della dignità della persona, sebbene ispirata dalla finalità di cura dello stesso minore”.
Elisa Ercoli esprime così tutta la soddisfazione della Associazione che con le sue legali Manente, Boiano ha sempre sostenuto Laura Massaro. “Oggi è un giorno in cui facciamo la storia in materia di liberazione di donne e bambine/i in uscita dalla violenza - dichiara Elisa Ercoli Presidente Differenza Donna. “Così come è stato per il no di Franca Viola sul matrimonio riparatore, oggi Laura rappresenta tutte le donne per un NO definitivo a violenza istituzionale agita contro donne bambine e bambini in materia Pas, prelievi forzati e altre forme di violazione dei diritti umani. Quando la storia è segnata da progressi come oggi vince una, vinciamo tutte noi.” conclude Ercoli.

23.3.22

solidarietà alle voci libere come quella di Orsini

Il problema non è che le persone sane di coscienza non abbiano la consapevolezza che una guerra è sempre una

merda e che chi la propaghi con minacce termonucleari non sia uno psicopatico criminale, il problema è che chi adesso ragiona in modo analitico e pensa che questa dinamica verta su basi sbagliate da principio e ne individui cause e responsabili mettendo la logica come conseguenza delle ripercussioni, non possa esprimersi liberamente perché demonizzato come filoputiniano e quindi guerrafondaio, io sto dalla parte di Orsini che dopo la censura dalla sua stessa università , ne subisce un altra dal deputato Andrea Romano    che  sbraita   con  un interrogazione parlamentare (  ci  sono argomenti  più seri  di  cui  occuparsi  , perbacco  )   solo perchè lo hanno chiamato per   6  puntate  a  parlare   a Carta  Bianca  su  rai  3  .  Le  accuse  ? quello    d'essere   oggettivo nelle sue dichiarazioni e con dati alla mano: era una guerra annunciata e ad ogni azione corrisponde una reazione a torto o a ragione, c'erano degli accordi internazionali inviolabili che sono stati ignorati per quanto fossero sbagliati e lesivi per principi di libertà e diritto di indipendenza, ma tra mettere a rischio la democrazia di un popolo e lavorare con altri strumenti per la risoluzione di questo o mettere a rischio il pianeta con una possibile guerra termonucleare, personalmente voto per la pace, per la coerenza e il male minore. Non mi schiero cosi replico e mi spiego al mio post su fb ( sotto al centro la schermata e qui l'intera discussione senza censure )



che ha creato ed ancora crea polemiche , a favore dei cattivi ma contro i " Buoni" , contro un altro tipo di bombardamento che è quello mediatico e di propaganda e contro una censura tutta italiana, appoggiamo zelensky a favore della democrazia e della libertà e siamo, sulla carta, (poi bisogna vedere la realtà effettiva ) il 41 esimo paese con libertà di stampa e di opinione, solo dopo il Ghana e il Burkina Faso, SPARISCONO ARTICOLI, SPARISCONO PAGINE DI INFORMAZIONE come per magia....per dire...Il "nostro" Presidente si schiera fornendo armi all'Ucraina e dichiarando apertamente la posizione dell'Italia...io sono italiana, parla per me ? Ma io la guerra non la voglio, io non l'ho votato! Inoltre  <<Rivendico >>  come  Luciano  Canfora  <<  la possibilità di osservare e analizzare lucidamente i fatti. Da quando è caduta l’Urss il metodo dell’Occidente è stato demolire tutto il blocco ex sovietico, pezzo per pezzo, facendo avanzare minacciosamente il confine della Nato fin sotto Pietroburgo >> 

Quando il make-up diventa uno strumento di empowerment femminile, la storia di Beatrice Gherardini

 Fin ora   credevo che il  trucco cioè il make  up femminile  (  ovviamente  non  sto  vietando  niente  ogni donna   è libera  di  fare  qu...