Solo chi è invidioso e di poca comprensione può arrivare ad offendere una cosa bella e profonda come quella fatta da Tony Vadalà ( foto sopra ) .
Io li ho apprezzati moltissimo e come il commento di Elisabetta Venturi al video mi sono chiesto il perché di tanta meraviglia innaspettata . Ora lo so e il vostro gesto è stato molto bello. Continuate a testa alta contro tutti quelli che invece sanno solo criticare.Un abbraccio
Questo messaggio l’ha scritto su Facebook Tony Vadalà, dentro la pagina del gruppo “Sei dell’Isolotto se…” dopo che si erano scatenate polemiche per i fuochi d’artificio esplosi alle dieci di sera del 7 luglio, durati un paio di minuti. Fuochi che ad alcune persone non sono piaciuti e allora hanno scelto di riversare, come spesso accade, il loro livore e la loro contrarietà sul social network. E che il motivo fosse la voglia di un papà di ricordare il proprio figlio nel giorno della sua scomparsa poco importa. A loro risponde anche la mamma di Gabriele, Veronica, con una compostezza disarmante: “Che Dio vi benedica sempre e che colmi i vosti cuori pieni di amore e non di cattiverie”.
Molti altri però poi sono stati i commenti favorevoli all’iniziativa, persone che hanno voluto dare il proprio appoggio in un momento, che poi non è mai un momento ma un pensiero fisso giorno dopo giorno, particolarmente duro. “Sono tre anni che Gabry non c’è più e sono tre anni che faccio i fuochi d’artificio nel giorno della sua scomparsa – racconta Tony Vadalà – lo faccio perché a lui piacevano molto. Il primo anno, nel 2020, sono venute le pattuglie della polizia per capire cose stesse accadendo, quando hanno saputo il motivo gli hanno fatto un picchhetto d’onore. E’ stata una scena da brividi. Purtroppo ci sono persone a cui possono dare noia, lo so, e mi scuso, ma io conitnuerò a farli sempre”.
Gabriele aveva 15 anni il 7 luglio del 2019 quando in sella a uno scooterone di 300 cc di cilindrata, risultato poi rubato, ma a lui prestato da altre persone, in via Torcicoda ne ha perso il controllo ed è caduto. Doveva fare il giro del palazzo, non è più tornato a casa. Dove ad aspettarlo c’erano il papà, la madre, il fratello maggiore e la sorella minore. “Per me il 7 luglio è un giorno maledetto, ma voglio trasformarlo in qualcosa da ricordare. C’è anche chi mi ha fatto i complimenti perché erano belli. Però ci sono persone a cui i fuochi danno fastidio, purtroppo c’è anche gente cattiva. Sul gruppo Facebook c’è chi ha protestato, ma molti invece hanno capito e mi supportano”.
Ma non ci sono solo i fuochi a ricordare Gabriele, perché il padre ha fondato l’associazione “Gabry vive” attraverso la quale si occupa di ragazzi in difficoltà, cercando di aiutarli come può. Per l’estate per esempio ha in gestione una friggitoria alle Mulina dove a girare vanno a lavorare i ragazzi dell’associazione. Tra le intenzioni c’è anche quella di prendersi cura dei giardini di via Torcicoda, in collaborazione con il quartiere, frequentati dal figlio con gli amici. Eppure su Facebook c’è anche chi gli ha chiesto di ricordare il figlio in altri modi. Sentendosi così in dovere di poter entrare dentro una vicenda così tragica e personale. “Io a volte a questi commenti rispondo con dei cuori. Che altro devo fare? Quando ti succedono queste cose, o diventi cattivo o cerchi di aiutare gli altri. In qualche modo devo sopravvivere”.