22.8.23

diario della settimana n°4 anno I \ diario di bordo n°0 anno I .IL caso del generale vannacci spacca il governo e trova fans trai leghisti ., Roma Hai freddo? Ti scaldo io” e d altre violenze . Vigile urbano a processo per stalking e violenza sessuale.

   Poiche    non si riesce  ad  essere    sempre  sul pezzo    la  rubrica   diario della settimana  ,   dopo 4  mueri   cambierà nome . Non si chiamerà più  diario  della  e settimana      ma   diario  di bordo     ed  uscirà senza  una data  fissa   il più  possibile vicino agli avvenimenti in questione  

----vannaci spacca il  governo  .

Non  sto     riportare la vicenda che già conoscete , ne ho parlato anch'io qui    se  parlo ancora   è perchè ha  dei fans :  <<  Essere gay è contro natura e le razze esistono”. Bufera sul segretario della Lega a Modena. Il Pd: “Parole agghiaccianti” da Repubblica   del  21  agosto  >>. Aggiungo  solo che va detto che il contenuto del libro di Vannacci e   dei suoi  fans  a grandi linee combacia perfettamente con la retorica e la propaganda sovranista degli ultimi anni incarnata proprio da Salvini e da Giorgia Meloni, quindi lo stupore dovrebbe essere poco. Il problema è che così adesso viene ulteriormente sconfessato il lavoro di Crosetto e così anche la presa di posizione pubblica dell’Esercito stesso che aveva preso le distanze dal proprio generale, poi rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare.
Infatti     la #destraitaliana  è  spaccata   ,  fa  paragoni (  come  il   bambino     che  fa  qualche  marachella    o  i nostri politicanti capricciosi  ,     che  dicono  a  me   si ed  a lui no  )  che  non reggono  completamente   confondendo   la #discriminazione (  innaccettabile  ed  esecrabile   )   vedere   articolo  sotto  )  con  l'#insulto ,    sulla  rimozione  di #vannacci   generale  anti #gay  ed  #migranti  difeso   da ... #Sgarbi #Bignami #dozelli #salvini  . Mai   avrei  , sic  , pensato  di  dover  difendere  #Crosetto .  

  da    << Anche questo Generale contrario ai gay nell’esercito, ma nessuno gli ha mai detto nulla: fu eletto senatore tra le fila del PD >> 
DC NEWS

«I gay nell’esercito sono inadatti. È opportuno non dichiarare ed evidenziare la propria omosessualità. Anche nella mia carriera mi sono imbattuto in episodi di omosessualità e ho fatto in modo che quelle situazioni non si verificassero di nuovo, che chi ne era coinvolto venisse ricollocato ed impiegato in altre aree».A pronunciare queste parole non è stato il «pericoloso», «omofobo» e «fascista» generale Roberto Vannacci, che la sinistra vuole cacciare dalle forze armate dopo le frasi provocatorie contenute nel suo libro. Ma a pensare che i «gay fossero inadatti per l’Esercito», al punto da destinarli ad altri incarichi, è stato un altro generale, Mauro Del Vecchio, che il Pd non solo non ha crocifisso in piazza ma ha addirittura promosso in Parlamento. A consegnare quei concetti a Klaus Davi è stato il generale Del Vecchio, un pezzo da novanta delle forze armate che Walter Veltroni nel 2008 volle prima capolista al Senato nella lista Pd e poi in commissione Difesa. Eppure la sinistra non si scandalizzò, non chiese la destituzione dell’ufficiale. Addirittura lo premiò con un seggio in Parlamento. Cambiano i tempi Cambia anche la sinistra dalla «memoria corta». Oggi il fuoco contro il generale Vannacci non si ferma nemmeno dopo la decisione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano di rimuoverlo dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze. Da oggi gli subentra un altro generale, Massimo Panizzi, che in passato è stato portavoce dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola quando quest’ultimo era ministro della Difesa del governo Monti. É poco. La sinistra vuole la gogna. Riccardo Magi di Più Europa è senza freni: «É un soggetto pericoloso, va congedato».Sergio Costa, vicepresidente della Camera del M5s, con un passato da ufficiale dei Carabinieri, parla di «violazione della Costituzione». Intanto però la rete si schiera con il generale Vannacci. Il caso crea tensioni anche nello schieramento di centrodestra. Fdi e Lega mettono nel mirino il ministro della Difesa Guido Crosetto per la linea dura. Se il leghista Matteo Montevecchi paragona Crosetto al deputato dem Zan, più morbido è il meloniano Giovanni Donzelli: «In una democrazia liberale non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti». Tensioni che spingono Crosetto a intervenire: «Nessuna limitazione della libertà e nessuna punizione. Ho chiesto l’avvio, come da prassi, della verifica dei fatti. Il generale Vannacci potrà, nelle sedi opportune, esprimere le sue ragioni».Poi il ministro rifila una stoccata agli alleati: «Trovo davvero drammatico che, soprattutto chi si definisce ‘di destra’ e si riempie la bocca dei concetti di patria, onore, tradizione e orgoglio nazionale, dimostri di non conoscere, o conoscere davvero poco, cosa vuol dire avere senso dello Stato, delle istituzioni, rispetto delle leggi italiane e della Costituzione repubblicana. L’essere o non essere ‘politicamente scorretti’ nulla c’entra. Per me, lo Stato e le Istituzioni vengono prima di ogni cosa» [...] 

visto che  :


+++++++
Con tutto il rispetto, credo che sia stato frainteso se non addirittura manipolato ad arte quanto scritto dal generale. Non condivido tutto ciò che dice ma non c'è a mio avviso alcun intento discriminatorio nel libro.
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    Giuseppe Scano
    +++++++ mah non credo che crosetto intervenga a casaccio .
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      Giuseppe Scano sono andato a leggere i capitoli interessati e sono convinto che dietro ci sia una grossa manipolazione mediatica per colpire anche altri. Sono state estrapolate frasi dal loro contesto generale al fine di sovvertire l'intero significato.
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      Giuseppe Scano
      ++++++++ non so cosa dirti . proverò a comprarmi il libro se poi non va bene ne faccio un altro uso 🙂
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      Giuseppe Scano
      Eugenio Bisbabbo Crispo però se l'interessato (o i suoi fans ) non ha paura perchè non nom mette integralmente in rete i capitoli contestati ?  evidentemente   un fondo    di verità ale  accuse  che gli  vengono  rivolte  ci dev'essere 


---“Hai freddo? Ti scaldo io”. Vigile urbano a processo per stalking e violenza sessuale.  repubblica   21\7\2023
Non sono non sono contro le divise a prescindere ma contro gli abusi che con essa si fanno.  Infatti    no  limitandomi  alla sìlettura  del titolo  , mi  sembra  assurdo che  una  persona  ia  denunciata per     stalking  ed  violenza  per  una  becera  frase  sessista   . infatti    dal    titolo    sembra      che  tale   viglile  urbano  sia   a processo  ed  accusato di   tal reati    solo   per  la  battuta   volgarmente  sessista    ed  idiota  .  Invece   come  riporta l'articolo   

Roma “Il funzionario…iniziava a tirarle i gancetti del reggiseno attraverso la maglietta, quindi le accarezzava la schiena per poi ordinarle di recarsi insieme a lui sull'auto di servizio dove allungava la mano fino all'interno coscia”. È solo una delle molestie a cui C.L., agente della polizia locale, ha sottoposto almeno 4 colleghe. Sono gli stessi atteggiamenti che adesso lo hanno portato a processo per stalking e violenza sessuale.Perché dopo gli iniziali e inopportuni comportamenti ci sarebbe stata un’escalation di violenza che avrebbe portato l’imputato a gettarsi su una collega con cui si trovava chiuso in ascensore.La donna si è difesa assestando uno schiaffo. Ma le accuse nei confronti del vigile sarebbero anche altre.Baci rubati e pizzicotti sulle cosce, avances: “Senti freddo? Ti scaldo un po’”, avrebbe detto a una collega durante un turno di servizio notturno in macchina.Baci rubati e pizzicotti sulle cosce, avances: “Senti freddo? Ti scaldo un po’”, avrebbe detto a una collega durante un turno di servizio notturno in macchina.Tra il 2011 e il 2016 sono diversi i fatti contestati dal pm Stefano Pizza.Il pizzardone infatti avrebbe mal digerito i rifiuti delle colleghe. E approfittando del suo ruolo C.L. avrebbe screditato il lavoro di una delle vittime.Come quando una donna ha respinto il tentativo dell’imputato di baciarla e ha evitato di rispondere ai suoi sms piccanti, per poi subire la vendetta dell’uomo

----   gli  islamici   cche  fanno  il bagno vestiti      ed il mondo alla  rovescia  


 da  I diritti difesi alla rovescia - ilGiornale.it

I diritti difesi alla rovescia

Il mondo è alla rovescia, non al contrario, altrimenti mi sbattono davanti al plotone di esecuzione del politicamente corretto assieme al generale Vannacci

 

  Qui  Non c’entrano niente i diritti, ma solo il fatto che questa destra ha perso tutta la sua componente) minoritaria certo , ma sempre presente nella stroria politica italiana pre Berlusconi ed in parte sotto il Berlusconismo ) liberale, se sta a discutere anche di come ci si deve vestire per farsi un bagno. Ma fatevi una vita vostra frustrati . Mica Ve lo stanno imponendo . E poi studiate meglio islam che non sono solo fondamentalismo e talebani . Infatti Dall'articolo  citato    è  evidente  un Ignoranza supina

 Come crassa ignoranza è chiamato il tipo di ignoranza sulle questioni fondamentali della vita. In questo senso, si dice che l'ignoranza supina derivi dalla negligenza di una persona nell'apprendimento o nell'acquisizione della conoscenza essenziale di ciò che dovrebbe o potrebbe sapere. [..]   Da https://it.ninanelsonbooks.com/significado-de-ignorancia

Infatti  Platone scrive anche, e mette nella bocca di Socrate, che "esiste un solo bene, chiamato conoscenza, e un solo male, chiamato ignoranza", in riferimento a coloro che insistono nel rimanere in un atteggiamento di ignoranza riguardo alla conoscenza delle cose del mondo. Aristotele, da parte sua, ha sottolineato che "gli ignoranti affermano, mentre i saggi dubitano e riflettono".Questa   destra  ed i  suoi  accoliti  non sanno o forse ignorano  che  l'islam  no  ha   un unico  capo \  autorità   come i cattolici  o protestanti  ma  più  espnenti religiosi  .  Infatti nella     religione islamica  ognuno è sacerdote di se stesso e responsabile dei suoi errori, il discrimine fra quanto è considerato consono all'islam e quanto gli è contrario potrà scaturire solo dall'approfondito dibattito fra esperti "dottori" (ʿulamāʾ) che abbiano compiuto i necessari studi all'interno di strutture d'insegnamento religioso, la cui affidabilità sia riconosciuta senza riserve.Esiste in materia un pluralismo di scuole giuridiche (madhhab) e teologiche, con numerose diverse interpretazioni di una stessa fattispecie giuridica (salvo, ovviamente, l'impossibilità di discutere gli assetti dogmatici dell'islam, che non sono contestabili, per non incorrere automaticamente nell’essere considerati kāfir, pl. kāfirūn - non musulmani. Tutte le cosiddette "scienze religiose" (ʿulūm dīniyya) tendono alla formazione di un consenso maggioritario (ijmāʿ) circa il modo d'interpretare il disposto coranico e sciaraitico. Tale consenso potrà comunque mutare nel tempo, in caso si esprima in tal senso una nuova maggioranza. Si tratta di una vero e proprio spettro dei modi di giudicare della umma, divisa in numerose scuole teologiche e giuridiche. (  per  ulteriori  approfondimenti  https://it.wikipedia.org/wiki/Islam  )  .  Inoltre  ignorano  o  che   l'islam    a  differenza  dei cattolicesimo   ha ancora  unite  a se   , l'islam politico  ,   il potee   temporale  e  quello spirituale   .



21.8.23

caro turista di Roberta Broccia curatrice del gruppo facebook Madre Terra e amici di ❤

 Roberta BrocciaMadre Terra e amici di ❤
5 h

 
"Caro turista...
Ultimamente è tutto un pullulare di articoli, sui giornali locali e sui blog, di critiche verso la Sardegna espresse da turisti che ci sono appena stati, o che "ci vengono da anni, ma".
Si denuncia in particolare una sorta di mancanza di servizi di base, come il wi fi, il bancomat e l'incapacità, a detta loro, di innovarsi e di stare al passo, unitamente al fatto che, sempre a detta dei suddetti turisti sia cara, troppo cara.
Caro turista, mi permetto di risponderti in ordine sparso:
- Si, hai ragione. La Sardegna è cara. E' soprattutto molto caro venirci, vista la gestione disastrosa dei trasporti di cui siamo tutti schiavi, noi Sardi più di te, credimi. Con quello che si spende per il solo viaggio in Grecia fai due settimane tutto compreso. Eppure tu hai scelto di venire qui, e di questa fiducia ti ringrazio. E voglio dirti anche che al di là del viaggio vivere in Sardegna non è affatto costoso; basta scegliere le mete. Vuoi la Costa Smeralda, caro turista? E allora non lamentarti. Ma sappi che scegliere la Costa Smeralda significa non scegliere la Sardegna, ma un lembo di terra venduta agli arabi nel quale è stato costruito un bel parco di divertimenti che niente ha a che fare con la nostra cultura e il nostro territorio. E' un'altra cosa. E' come andare a Disneyland ed essere convinti di aver visitato la Francia; non, mon ami.
Ci sono altre zone meravigliose dove gli alloggi e il costo della vita sono molto più accessibili e i servizi sono addirittura maggiori. La scelta sta a te: su booking e su tutti i siti di prenotazione alberghiera le opzioni non mancano. Scegli tu il prezzo.
E' ancora troppo caro? La Grecia, la Puglia, la Croazia hanno un mare bellissimo. Sarà per la prossima volta, dai. Che fare le nozze coi fichi secchi è sempre brutta, come cosa. Non devi venire in Sardegna per forza. Ripeti con me: non devo venire in Sardegna per forza.
-Siamo, fondamentalmente, un po' stupidi..
E non sai quanto mi secchi doverlo ammettere ogni volta. Ma è la verità, e non mi viene nessun altro sinonimo per definire un popolo che ha svenduto una parte della sua terra a un manipolo di riccastri e che è sempre stato incapace di renderla un motore della propria economia. Si incomincia a vedere qualche progresso adesso, ma paghiamo ancora un conto salato per la nostra stupidità del passato.
- Non c'è il wi-fi.
E sei ancora qui a raccontarlo?! Come hai fatto a sopravvivere?!
Scherzi a parte, il wi-fi c'è eccome, spesso è addirittura offerto gratuitamente dai comuni (ho visto paesi minuscoli, l'ultimo si chiama Cossoine, mille abitanti forse, che ha il wifi libero su tutto il territorio cittadino. Cioè tu stai li, a berti l'Ichnusa davanti a un murale e nel frattempo chatti col tuo amico che sta a Tokyo. Gratis).
Di recente la mia compagna si è connessa in wi fi da un chiosco nel bel mezzo del nulla, nella Penisola del Sinis (hai presente, quel posto dove ultimamente va di moda rubare la sabbia di quarzo).
E' pieno di hotspot wi-fi, nei bar, nelle strutture alberghiere, più o meno ovunque. Secondariamente ti dico, in amicizia, che se davanti a Capo Caccia, alle Bocche di Bonifacio, alla gola di Gorropu o al Pan di Zucchero di Masua il tuo UNICO pensiero è quello di connetterti in wi-fi per usare Facebook o WhatsApp, probabilmente c'è qualcosa che non va "a monte". C'è proprio un rapporto sbagliato fra te e la Sardegna. Non vi siete capiti. Se non riesci a contemplare la natura che offre, a rispettare i silenzi, le pause, a cogliere i momenti giusti, beh forse scusami, ma non è la destinazione giusta per te. L'importante è saperlo (e dirlo, via wi-fi, alle persone a cui tieni).
-Non ci sono i bancomat.
Certo. E in compenso ci sono perfidi rapitori che assaltano le diligenze, solitari suonatori di launeddas in equilibrio sulle rocce secolari, e buffi uomini bassi che costruiscono Nuraghi.
Eja. Credici. 🙂
La verità è che siamo pieni di bancomat, ma per trovarli, o quantomeno per trovarne più di uno, forse dovresti uscire di mezzo kilometro dal villaggetto di 10 anime in cui alloggi, che chiaramente non può essere attrezzato in tutto e per tutto. Abbiamo, fuori dai villaggi vacanze, anche degli altri posti che si chiamano "città e paesi" dove, non ci crederai, c'è tutto. Non serve andare a Cagliari, Sassari e nei capoluoghi; bastano anche cittadine più piccole e sicuramente più vicine al posto dove stai. C'è tutto, fidati.
-Non sappiamo stare al passo.
Al passo di CHI?, mi vien voglia di chiederti; e te lo chiedo al di là di tutte le questioni di orgoglio che noi sardi siamo tanto bravi a metter fuori ogni volta. Al passo di chi dovremmo stare? Di Rimini, Riccione, della Puglia o della Croazia?
Mettiamoci d'accordo; ogni regione ha le sue peculiarità e le sue caratteristiche, i suoi pregi e difetti. Noi siamo così. Abbiamo ritmi di vita lenti, spiagge non attrezzate, meno servizi rispetto a certe altre zone del Paese, ma in fondo CI PIACE essere così. Un po' selvaggi, difficili da raggiungere, ma con un patrimonio naturale unico al mondo.
Da noi non troverai mai le spiagge attrezzate con i bagni, le passerelle, l'animazione e l'Acqua Gym. Non troverai le megadiscoteche della Riviera Romagnola né la movida un po' modaiola del Salento. Troverai però un mondo affascinante, se vorrai cercarlo. E silenzi, pace, convivialità, ottimo cibo, sguardi sinceri e piccoli paradisi che bisogna guardare con la giusta predisposizione d'animo.
Altrimenti davvero, questo "matrimonio non s'ha da fare".
Senza rancori.
Il mondo è grande e di certo troverai il posto che fa per te. Mandaci un messaggio su WhatsApp, quando l'avrai trovato. Che da lì, di sicuro, il Wi-fi funzionerà benissimo. 🙂
Con ironia,
un Sarda
Questa riflessione è il pensiero di una Sarda che la pensa come tutti i Sardi! Buone vacanze!

andare avanti senza cadere nella nostalgia

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Mi è capitato  in chat  o dirette  facebook    a discussioni   tra  autori ed  lettori   di  saghe   tv  o di  fumetti  ,  spesso molti  di noi  ,  sottoscritto compreso , nelle proprie passioni   finiscono sempre  ( o  quasi  )   con l'indetificare  una  serie   con l'età  dell'oro a  cui  rimanere    indissolubilmente  legati  .   Può  trattarsi   : dei vecchi valori , del vecchio modo di fare politica ,delle cose ( vedere la foto al centro sopra ed al lato destro ) ,della produzione artistico letterario  di un detterminato periodo  in cui s'è cresciti grandi autori.Nel  caso i fumetti )   qualche  scuola  artistica  particolare   o  quache  ciclo di storie   che  ha  lasciato un segno . IL risultato   , indipendentemente  dalle  generazioni   ,  è  sempre  lo stesso  :  qualcosa  "sìaccasa  " nel nostro cuore    e nei  nostroi ricordi   fino a  diventare   un punto   fermo   fino a diventare   piano piano un punto fermo   \  di riferimento (  mitizzato  co l'andar    del tempo  ,  ed unito alla nostalgia    man  mano  che   ci s'avvicina  e  poi  si superano i  50 anni  )   con cui misurare     , in un  confronto  spessissimo impari     tutto  quello   che  viene   verrà dopo .<<Comportamenti  piuttosto naturali >> ---   come  ammette lo stesso  Alex  bertani nell'editoriale  di topolino  n  3534(  e testimoniato  da meme  ed  pagine  fb  in  cui    si rimpiangono nostalgicamente   gli  anni 60\80 )  --<<  non  circostritto  nell'ambito  fumettistico   visto     che  le stesse  dinamiche  le  troviamo  di  frequente    anche  nei  contesti  : comportamentali  non solo artistici \ letterari  (  musicali  , cinematogragici  , ecc  )  come ho detto prima   . Sovente  in questa nostalgia  , entrano in  gioco  oltre  i  fattori anagrafici  , infatti  è indubbio    che la  percezione  di certi contenuti  sia  influenzata    da :  proposizione passiva   ed attiva  ( vedi la  culrtura   dei remarque  e  dei revival  \  della nostalgia )   dei media   d'opere    del passato  .,   da      fattori  generazionali  . 
Ma  non  di meno   hanno  un grosso peso  elementi    caratteriali e  ambientali  . Un mix di componenti insomma    , che  fa  si  che  grandi storie o il  lavoro  ddei grandi  dell'arte  e  della letteratura  ,  ci    coliscono in profondità    ed  arrivino  (  o  ritornano  per  le  vecchie  generazionisoprattutto quelle  come   me     nati  a  cavallo  fra  il  68\77   e  cresciuto   nelgli anni  80\90     tra   ribellione    ed    reflusso  \  edonismo   )   con particolare  forza  ed  efficacia . Lo   ammetto  ( se  non lo  avete  capito 😃  ) che ,  non riesco pur   odiando  e  giudicando questo flusso di nostalgia    come un tentativo    d'allungare  il  brodo  ed  rimanere  a galla  senza   creare   niente   o  quasi  d'originale  ,  non  riesco a  starne  lontano     distante   (  infatti  ad  esempio   non riesco  a  leggere   il  romanzo  di IL fuoco dentro. Janis Joplin. Il romanzo  di Barbara  Baraldpresentato  a Berchidda  il  13  agosto ( qui il mio  reportage  dell'evento ) senza  canticchiare  o ascoltare  \  riascoltatre  , visto che  mia  formaazione  musicale   è nata  da li  ,  le   canzoni   di J.Joplin  )
 dottoressa  https://www.federicamerlini.it/
  da  questo aproccio . Infatti  come  tutti  voi   ho  autori   , racconti  , canzoni  ,ecc   a  cui  son legato  (  e  spesso riverdo ed  rileggo  o cito  nel  blog  e  nelle  sue  appendici    social  )  che  hano ed  influiscono  sul mio  background o meglio    sulla  mia    esperienza personale, preparazione tecnica o culturale  che  ricordo  con  dolcezza   ed  emozione  .  Ma  però  ,  ho ed  cerco   , di   di non trasformarmi  in  tifoso ed   fanatico   (  visto che ciò porta   a  chiudersi    e  ad  imprigiornarsi nel  passato )    , d'evitare   insomma   il  tropo  amore  e la  troppa  passione  sitrasformi in  dedizione  . La  quale    può  diventare  appunto  un  ostacolo   sia  alla  crescita  e  all'apertutra  dei nuovi  orrizzonti  . Alla  naturale   ervoluzione del gusto   .  Finendo  con il  rapressentare   un freno   \ ostracolo alla curiosità , al desiderio di    d'aprirsi alle  eventuali  (  anche  se  rare  ) novità   e  alla  voglia di sperimentrare    e cercare strade sempre  nuove  .  Questo post  , almeno   spero  ,  rifletta  il mio eterno   ambire  a  il meglio  deve  ancora  venire  . Un meglio  fatto  di  nuove  scoperte o riscoperte  , di  una cultura   millenaria  che  non deve  mai diventare  un arrendersi   e  spiaggiarsi   alla perpetura repica  di modelli   e  soluzioni .  Ecco quindi cari  lettori \  lettrici    ,   senza  la presunzione    di alcune  verità in  tasca  ,ma  con la  cocciuta  ed  ostinata  (  anche  se  non  sempre  duratura  )   di  continuare  a cercae  nuove  strade  .  Ed a  proposito di strade  ....   buon proseguimenti  dell'estate  a  voi  tutti  \e  

20.8.23

Niente soldi per mangiare nei market si ruba per fame Fabrizio Mustaro, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Cagliari Marta Cartabia Ministra della Giustizia nel governo Draghi Nei supermercati in aumento i furti per fame Un sensore anti taccheggio all’ingresso di un supermercato Rincari e crisi, in crescita i furti di generi alimentari di prima necessità Gli obiettivi principali: formaggi, salumi e tutti i prodotti freschi





Infatti Crescono i furti per fame Sono storie diverse, anche se iniziano tutte  davanti agli scaffali dei supermercati. Tecnicamente fanno parte della stessa famiglia di reati, i taccheggi, ma dietro ci sono piccoli e grandi universi di disagio molto distanti tra loro. C’è chi ruba perché non può farne a meno e chi invece lo fa per alimentare un’insana rivendita di beni e mettere in tasca qualche soldo. I primi puntano i generi di prima necessità e mettono in tasca quanto di più nutriente possano trovare. Per gli altri la discriminante è il prezzo: più l’oggetto è costoso e più possono guadagnare una volta rivenduto. E con ladri differenti, si utilizzano anche metodi di repressione differenti: i taccheggiatori professionisti vengono denunciati subito, con chi ruba per necessità, invece, si cerca una soluzione meno drastica. Il fenomeno, purtroppo, aumenta di giorno in giorno. Il numero dei taccheggiatori che opera per diletto resta perlopiù stabile, quelli che invece rubano per necessità sono sempre di più. Dietro ad ogni furto c’è una storia ma tutte hanno un denominatore comune di estrema povertà. E l’aumento dei furti dei generi alimentari di prima necessità indica anche un aumento delle persone costrette a vivere in povertà. C’è chi ha perso il lavoro durante o dopo la pandemia, c’è chi lavora ma non riesce a far fronte ai rincari e c’è chi prima riusciva a sbarcare il lunario con pensione o sussidi ma adesso è costretto a tagliare le spese, anche quelle alimentari, perché il costo della vita è aumentato ma il valore di pensioni e sussidi è rimasto lo stesso. E così, quando si passa davanti al frigorifero del supermercato, la tentazione di allungare la mano e mettere qualcosa in tasca diventa un’esigenza. Il prodotto più rubato è un classico della dieta mediterranea, un alimento completo, nutriente ed energetico: 100 grammi apportano mediamente 300 kilocalorie. Il numero dei taccheggi, poi, è in costante aumento : «Si, è vero. Purtroppo da qualche tempo questo genere di episodi si ripete come maggiore costanza. Ed è il formaggio l’alimento che viene rubato con più frequenza – spiega Fabrizio Piras, amministratore delegato della Filangera s.r.l. Spazio Conad – seguito dalla salsiccia. Ma diciamo che tutti i prodotti freschi sono spesso l’obiettivo di chi ruba per necessità. Poi c’è un altro tipo di furti, che però non c’entra nulla con la necessità». Piras si riferisce alle “gang” di taccheggiatori che mettono nel mirino i prodotti più costosi: «Bottarga, caviale, vini di pregio, champagne ma anche creme per il viso e per il corpo. Tutte cose che possono rivendere», aggiunge Piras. Ci sono anche i predatori molto meno esigenti, gente disposta ad intascare qualsiasi cosa: «In realtà non ci sono prodotti preferiti – spiega Alessandra, responsabile di un punto vendita Crai –. Rubano un po’ di tutto, dagli alimentari ai profumi passando per i deodoranti. Per questo abbiamo implementato i sistemi di sorveglianza». Un accorgimento in auge anche alla Conad: «Abbiamo anche la vigilanza in borghese che controlla i corridoi. Sono persone esperte e attente, perché i responsabili dei furti possono essere signore insospettabili o tossicodipendenti. Poi ci sono le gang che agiscono con più attenzione e usano, ad esempio, le borse schermate per nascondere la refurtiva più ingombrante. Poi finisce che li scoviamo comunque». Anche la reazione, davanti ai diversi tipi di taccheggiatori, è diversa: «Chi lo fa per guadagnarci, e si presenta con l’attrezzatura che crede giusta, viene subito denunciato – spiega Fabrizio Piras –. Chi invece ruba per necessità viene invitato a non ritornare, in modo da evitare una recidività che porterebbe alla denuncia




insegniamo a giovani il significato della morte e della vita , ma soprattutto a distinguere l'ecezione dalla regola


 cazzeggiando     sulla  home  di fab  ho  trovato     questo post      secondo me     attuale    visto il forte  numero degli anziani  ed il calo  demografico .Infatti  l'articolista    ha  perfettamente  ragione  questo  si  chiama  accanimento  terapeutico  .  curiamoli  a  casa   o  se  non se  può  fare  a meno   in day  hospital . ma  no accaniamoci  inutilmente    i vecchi dovrebbero morire  nel loro letto  .
 Impariamo  a  accettare  che  tutto   ,  la  vita  compresa  ha  un inizio  ed  una  fine  . ma  soprattutto non  facciamo   gli ipocriti  ed  isegnaniamo  a  giovano  cosa  è  la  morte    vera  non quella  dei noir  triller  ,  splatter  , ecc. Infatti  un amico di famiglia medico in ensione  ha  scritto    come  commentri  a post  che  trovate  sotto   : << Bellissimo post che descrive con dovizia di particolari ciò che ho sempre notato e deprecato nella mia lunga vita di medico ospedaliero. Purtroppo, grazie alla medicina difensiva, se hai un paziente in reparto, hai l’obbligo di fare diagnosi e terapia e non importa se dopo tre giorni il vecchietto comincia a dare numeri, se, grazie ai vari cateteri intervengono le infezioni, o se si cominciano ad intravvedere le piaghe da decubito. Si sono seguite le linee guida! Soluzione sarebbe il divieto di ingresso in ospedale a meno di episodi cataclismici, potenziamento della medicina del territorio e così via. Ma entriamo nel territorio dell’utopia😥 >> . 



COME MUORE UN ANZIANO OGGI ? Muoiono in OSPEDALE.



Perché quando la nonna di 92 anni è un po’ pallida ed affaticata deve essere ricoverata. Una volta dentro poi, l’ospedale mette in atto ciecamente tutte le sue armi di tortura umanitaria. Iniziano i prelievi di sangue, le inevitabili fleboclisi, le radiografie.
“Come va la nonna, dottore?”. “E’ molto debole, è anemica!”.
Il giorno dopo della nonna ai nipoti già non gliene frega più niente!
Esattamente lo stesso motivo (non per tutti, sia chiaro!) per il quale da diversi anni è rinchiusa in casa di riposo.
“Come va l’anemia, dottore?”. “Che vi devo dire? Se non scopriamo la causa è difficile dire come potrà evolvere la situazione”.
“Ma voi cosa pensate?”. “Beh, potrebbe essere un’ ulcera o un tumore… dovremmo fare un’ endoscopia”.
Chi lavora in ospedale si è trovato moltissime volte in situazioni di questo tipo. Che senso ha sottoporre una attempata signora di 92 anni ad una gastroscopia? Che mi frega sapere se ha l’ulcera o il cancro? Perché deve morire con una diagnosi precisa? Ed inevitabilmente la gastroscopia viene fatta perché i nipoti vogliono poter dire a se stessi e a chiunque chieda notizie, di aver fatto di tutto per la nonna.
Certe volte comprendo la difficoltà e il disagio in certi ragionamenti.Talvolta no.
Dopo la gastroscopia finalmente sappiamo che la Signora ha solamente una piccola ulcera duodenale ed i familiari confessano che la settimana prima aveva mangiato fagioli con le cotiche e broccoli fritti, “…sa, è tanto golosa”.
A questo punto ormai l’ ospedale sta facendo la sua opera di devastazione. La vecchia perde il ritmo del giorno e della notte perché non è abituata a dormire in una camera con altre tre persone, non è abituata a vedere attorno a sé facce sempre diverse visto che ogni sei ore cambia il turno degli infermieri, non è abituata ad essere svegliata alle sei del mattino con una puntura sul sedere. Le notti diventano un incubo.
La vecchietta che era entrata in ospedale soltanto un po’ pallida ed affaticata, rinvigorita dalle trasfusioni e rincoglionita dall’ambiente, la notte è sveglia come un cocainomane. Parla alla vicina di letto chiamandola col nome della figlia, si rifà il letto dodici volte, chiede di parlare col direttore dell’albergo, chiede un avvocato perché detenuta senza motivo.
All’inizio le compagne di stanza ridono, ma alla terza notte minacciano il medico di guardia “…o le fate qualcosa per calmarla o noi la ammazziamo!”. Comincia quindi la somministrazione dei sedativi e la nonna viene finalmente messa a dormire.
“Come va la nonna, dottore? La vediamo molto giù, dorme sempre”.
Tutto questo continua fino a quando una notte (chissà perché in ospedale i vecchi muoiono quasi sempre di notte) la nonna dorme senza la puntura di Talofen.
“Dottore, la vecchina del 12 non respira più”.
Inizia la scena finale di una triste commedia che si recita tutte le notti in tanti nostri ospedali: un medico spettinato e sbadigliante (spesso il Rianimatore sollecitato di corsa per “fare di tutto”)scrive in cartella la consueta litania “assenza di attività cardiaca e respiratoria spontanea, si constata il decesso”.
La cartella clinica viene chiusa, gli esami del sangue però sono ottimi. L’ospedale ha fatto fino in fondo il suo dovere, la paziente è morta con ottimi valori di emocromo, azotemia ed elettroliti.
Cerco spesso di far capire ai familiari di questi poveri anziani che il ricovero in ospedale non serve e anzi è spesso causa di disagio e dolore per il paziente, che non ha senso voler curare una persona che è solamente arrivata alla fine della vita.
Che serve amore, vicinanza e dolcezza.
Vengo preso per cinico, per un medico che non vuole “curare” una persona solo perché è anziana. “E poi sa dottore, a casa abbiamo due bambini che fanno ancora le elementari non abbiamo piacere che vedano morire la nonna!”.
Ma perché?
Perché i bambini possono vedere in tv ammazzamenti, stupri, “carrambe” e non possono vedere morire la nonna? Io penso che la nonna vorrebbe tanto starsene nel lettone di casa sua, senza aghi nelle vene, senza sedativi che le bombardano il cervello, e chiudere gli occhi portando con sé per l’ultimo viaggio una lacrima dei figli, un sorriso dei nipoti e non il fragore di una scorreggia della vicina di letto.
In ultimo, per noi medici: ok, hanno sbagliato, ce l’hanno portata in ospedale, non ci sono posti letto, magari resterà in barella o in sedia per chissà quanto tempo. Ma le nonnine e i pazienti, anche quelli terminali, moribondi,non sono “rotture di scatole” delle 3 del mattino.
O forse lo sono. Ma è il nostro compito, la nostra missione portare rispetto e compassione verso il “fine vita”. Perché curare è anche questo, prendersi cura di qualcuno.Anche e soprattutto quando questo avviene in un freddo reparto nosocomiale e non sul letto di casa.
di Carlo Cascone


 mentre  finisco      di  copiare  questa  storia    ecco che  su   facebook    ne  leggo un altra  , meno male   conclusasi  bene ,   multa  a parte 


Lei è Federica. Ha 28 anni. È incinta. La sua prima figlia sta per nascere. Ha già un nome, si chiama Maria Vittoria. Sono gli ultimi giorni di una gravidanza che ha attraversato il caldo soffocante di questi nostri tempi. Federica è pronta. Le hanno spiegato ogni cosa. Passeggiare, salire e scendere le scale. Lei esce in strada a fare due passi. Siamo a Napoli. Una piccola camminata. Una fitta. Improvvisa. Sotto la pancia. Sono proprio quei dolori. Quelli di cui le hanno parlato, che suonano la campana. L’inizio del parto. Federica ha un attimo di
smarrimento. Si guarda intorno. Pensa alla cosa più giusta da fare. Potrebbe chiamare il marito, un parente, un amico. Potrebbe chiamare un taxi. Vede arrivare un autobus. È proprio quello che va al Cardarelli, il più grande ospedale del Sud, il più attrezzato. Mancano giusto un paio di fermate. Federica è salita a bordo. Non l’ha deciso. Lo ha fatto. Si siede. Respira. Lenta. Resta calma. C’è un uomo. Le si para davanti. Chiede il biglietto. È un controllore. Federica non ha pensato al biglietto. Non lo ha timbrato, non lo ha nemmeno comprato. Respira. Lui vuole il biglietto. Ora. Adesso. Subito. Lei ha altro a cui pensare. Manca una sola fermata. Respira. Lui vuole i documenti. Federica gli passa il portafogli. Ci siamo quasi. Respira. Lui prende il documento, se lo tiene mentre fa il giro degli altri viaggiatori. Ecco il Cardarelli. Federica lo chiama, gli dice che deve scendere al Pronto Soccorso. La sua pancia sta scoppiando. Lui risponde non si preoccupi, scendo con lei. Lei chiede se è proprio il caso di farle la multa. Lui dice che è un pubblico ufficiale, e lei sta aggravando la sua posizione. Federica è nel panico. Scende. Cammina per mezzo chilometro. Il controllore non la accompagna. La lascia sola. Lei arriva al pronto soccorso. Partorisce qualche ora dopo. Nasce Maria Vittoria. Tornata a casa, Federica Caroccia trova la multa. Presenta ricorso. L’azienda dei trasporti lo respinge. Lei rende pubblica la sua storia. La stessa azienda si scusa..