dalla bacheca fb di Dario Di Stefano
Renato Circoforum Curci
È dura doverlo ammettere, ma mi sbagliavo. Io, che per tutta la vita ho avversato fieramente il cristianesimo, convinto come sono che l'essere umano non abbia bisogno delle religioni per comprendere ciò che è bene e male e come regolarsi col prossimo, sbagliavo. I miei conspecifici contemporanei stanno sostituendo il cristianesimo (che fra tutti i suoi difetti aveva degli insegnamenti validissimi di fondo: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, siamo tutti fratelli) con un mix di robe orientali male apprese e peggio digerite che puntano ad un individualismo forsennato, feroce e totalizzante, dove l'unica misura del giusto nel fare un qualcosa è che questa ci faccia stare bene.
Distruggi tutto, fottitene di tutti, salta addosso ai tuoi bisogni purché TU stia bene. Insegnamenti per chi vive in un'isola deserta. O in una caverna. Sfortunatamente la maggior parte di noi è a contatto coi propri simili e con loro va trovata, se non un'intesa, quantomeno una convivenza pacifica fondata su un assioma di fondo: siamo tutti sulla stessa barca. Ed è pure tarlata.
Buone feste a tutti, manteniamoci forti ed uniti.
da Perché non possiamo non dirci "cristiani" - Wikipedia
nel quale l'autore sostiene che il Cristianesimo ha compiuto una rivoluzione «che operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fino allora era mancata all'umanità» che per merito di quella rivoluzione non può non dirsi "cristiana".
«Gli uomini, gli eroi, i geni» che vissero prima dell'avvento del Cristianesimo «compirono azioni stupende, opere bellissime, e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensiero, di esperienze»