Cerca nel blog

8.9.25

Reportage la mia esperienza da organizzatore classe76 festa,di sant isidoro

Come ogni anno l'8 settembre    con Maria bambina ( fiaccolata + fuochi d'artificio ) si concludono le 
da  mara  ricciu 
steste dell'estate :  San paolo e madonna del buon camino, San Isidoro , Maria bambina appunto . Allo stesso tempo finisce  il nostro anno di preparazione ( vedere post precedente )   di preparazione  culminanti nei tre giorni della festa di S Isidoro . Una festa molto sentita, un momento in cui fede, tradizione e senso di comunità si intrecciano.  
Per me anche se con po' di dispiacere , ma ci sta fa parte degli imprevisti della vita ,  gli ultimi avvenimenti preparatori in particolare il faber festival ( quest anno spostato ad agosto per lutto cittadino per la morte della povera Gaia Costa vedere link precedente ) per problemi alla caviglia , ho potuto fare quello che potuto fare  dopo aver saltato gli eventi do agosto due giorni su tre giorni della festa e non completi . Ma pazienza mi sono diverto lo stesso nel vedere l'affiatamento che ancora resiste a quasi 50 anni fra coetanei della stesa generazioni e rapporti le classi generazioni precedenti . Infatti , lo sforzo titanico , degli ultimi due giorni : mini processione cioè bandiere dal casa del presidente   della  classe   alla chiesa , concerto canti tradizionali e concerto gruppo più panini con carne arrosto , dolci ( nel nostro caso  anche frittelle ) preparati da noi , bibite e patatine ., il 3 giorno messa grande con processione con carro a buoi con sopra la statua del santo e gruppi di contadini , cori , e


 






gruppi folk  compreso   quello  cittadi , più pranzo per  loro e per il  pubblico della  processione   , poi di sera giochi e attività per bambini e secondo concerto \ spettacolo + panini ,patatine e bibite è stato possibile grazie alla collaborazione come tradizione dalle classi : 80 ( festa di san paolo e sant isidoro fra 4 anni ) 81 ( san paolo l'amno prossimo ) l' 77 ( sant isidoro dopo di noi cioè l'anno prossimo ) , 79 ( c'erano partner dei fidali dei fidali del 76 ) e 75 che hanno fatto già fatto tutte e due le feste . E' stata un esperieza bellissima e formativa . Infatti Le emozioni di un anno in particolare questo ultimi 3 giorni e una notte ansionsa non bastano a descrivere i bellissimi momenti : il paternalismo cazziatoni compresi e burle du cui una al limite della pesantezza ( erano anni che non ne ricevevo così tanti ) ma anche tanta generosità e pazienza , aiuto / suggerimenti per le mie cazzate e gesti irrazionali e inconsulti  istintivi, in particolare a prescindere dall'ordine cronologico
 Gianni, Giovanni A. Mara e pasqualino , fabrizio, Luigi, Matteo, Mario, Alessandro, Davide, Gianfranco e Armando Elide, Fabiana Veronica ,michela,  massimo m , marcello ,Valentina c e Valentina r ,  Tiziana , in particolare lo sanno di cosa parlo sono cose che ti restano dentro e ti aiutano per migliorati . Solidarietà e vicinanza nel dolore per questioni di salute e I problemi fisici alla caviglia . Sono cose che ti rimangono dentro e saranno tra gli elementi fondamentali del mio percorso e della mia opera che è la vita . Grazie di ❤️🥳 onorato di aver fatto in pezzo strada di vita importantissimi . Grazie d'esistere e dell'arricchimento ciascuno con il suo viaggio diverso. Ho trovato ancora  una volta una


A confermare sono questi  mesaggi     di  un  fidale  e  una  fidale  e il terzo  un  fidale 

  Cari amici, perché quello siete e resterete, è stato un anno fantastico, lavorando in armonia e sintonia. Non trovo le parole per descrivere le sensazioni che provo e che ho provato lavorando al vostro fianco. Siete stati( e lo sarete) dei compagni di viaggio unici, dove lo scorrere del tempo al vostro fianco non pesa. Ringrazio di cuore veramente tutti, dai compagni del direttivo con i quali abbiamo affrontato tante difficoltà, a voi del gruppo, tutto il gruppo. Siamo una classe che ha dimostrato veramente che 20 persone che lavorano in armonia, riescono a mettere su qualcosa di unico, anche in mezzo a tante difficoltà, abbiamo dimostrato, e superato tutti gli ostacoli. Veramente grazie di cuore. E scusate se molte volte ho scantonato, ma la pressione per quel che mi riguarda era tanta. Vi voglio bene. Grazie ancora per tutto.






di Gianfranco Dettori 


 

 Il giorno è finalmente tramontato e porta con sé i miei pensieri di oggi: ho avuto la fortuna di vivere momenti che difficilmente dimenticherò. Voglio dirvi grazie, uno ad uno, per gli auguri, le parole, gli abbracci, le risate e la vostra presenza vera. È stato tutto incredibilmente bello, ogni istante mi ha ricordato quanto sia importante avere accanto persone capaci di comprendere, di sorridere con delicatezza e di restare. La festa è stata il mio compleanno, il mio compleanno è stata un’immensa festa, è stata molto più di un semplice evento: è stata un concentrato di vita, di legami, di emozioni sincere. Mi porto dentro tanta gratitudine e una consapevolezza forte: con persone come voi accanto, ogni momento – anche quello meno perfetto – diventa parte di qualcosa di autentico e profondo. Grazie per ogni momento vissuto insieme quest’anno, la vita regala tanto amore ed io mi sento fortunata. Grazie, di cuore. ❤️


 l'ultimo è di un fidale che per un gravissimo lutto familiare non potuto fare gli ultimi 3 giorni . Anche se è passato il secondo giorno a salutare e ringraziare ed a contribuire acquistando panino e bibita .

Cari fidali, vi ringrazio tutti per l’affetto, la vicinanza e le parole di conforto che questi ultimi giorni mi avete dedicato. Mi avete reso orgoglioso di far parte di questa meravigliosa classe. Un abbraccio a tutti

non so  che  altro aggiungere      se   mostrare  le  foto e  video      non mie  ma   dei  due presidenti ,  e di  due  membri esterni  

Nb le foto ed i il video  senza  nome      sono  le  mie   . le altre  foto     sono    o degli altri  della  classe o  d0esterni   per gentile concessione dei  rispettivi autori  citati 

preparazione  chiesa     e  bandiera   della  festa   casa   presidente    e  rinfresco  prima della     min  processione    casa  chiesa  ( Michela Addis e  Pasqualino )











 in chiesa   





 processione Mariella  classe76  Laura   pintus  e    Paolo Paniccia  

processione  bandiere   comitati   delle altre  feste  ( non patronali  ma  di  santi  e  chiese  di campagna  )  sentite lo  stesso    














   concludo     questa rassegna     fotografica      con  alcune      foto  dal il
reportage   foografico di Fabrizio Carta   autore   di quest  altro  articolo sulla  festa  




 e  con il reel della  dottoresa ed  artista       Laura   pintus


 

e  per  ultimo   , scusate ma mi  è  arrivato in  quanto  : <<   Quest'anno tutte le feste sono capitate una sopra all'altra, a quanto ricordo non era mai successo, l'interessante che le cose più importanti siano state fatte...Le messe e le processioni, nell'ambito religioso ,non si ci può lamentare anche su quei civili ... >>    di Piero Deperu  e  suo  figlio Gianni   con la  loro  catestella  rs   meglio nota  
 https://www.youtube.com/user/Sardegnaterramia    , con i video    di san  Isidoro 


 che     come  potete  vedere  dal  suo profilo  fb   ha documentato egregiamente    anche  le  altre diue  San paolo e  madonna  del buon cammino e  Maria  bambina  .  con questo  è tutto    al passaggio   delle bandiere   cioè fine  ottobre    tra  noi   è  la  classe77  

7.9.25

L'INCREDIBILE STORIA DEGLI EDELWEISSPIRATEN, ( I PIRATI DELLE STELLE ALPINE ) UNA SORTA DI COMUNITÀ HIPPY ANTE LITTERAM NATA SOTTO IL NAZISMO CHE COMBATTÈ I COETANEI DELLA GIOVENTÙ HITLERANA FINO A DIVENTARE IL LORO INCUBO.

leggo sulla pagina fb di Le mille e una storia


la stroria degli Edelweisspiraten pirati elle stele alpine . Non sapendone niente oltre articolo citato otto ho trovato su

Edelweisspiraten o Edelweißpiraten (in tedescoPirati della stella alpina) erano gruppi antinazisti scarsamente organizzati[1] di giovani operanti nella Germania nazista. Comparvero nelle regioni occidentali della Germania alla fine del 1930, al di fuori del Movimento giovanile tedesco (Die deutsche Jugendbewegung) organizzato dai nazisti, in risposta alla stretta irreggimentazione della Gioventù Hitleriana.[2]
La targa ricordo a Colonia sul luogo dove il 25 ottobre 1944 vennero impiccati, dalla Gestapo e dalle SS, 13 cittadini tedeschi della resistenza antinazista, inclusi alcuni giovani Edelweisspiraten di Ehrenfeld, insieme a 12 lavoratori forzati polacchi e sovietici.

Essi secondo mille e una storias furono detti anche “Pirati delle stelle alpine”: con questo nome fra il 1943 e il 1945 si identificano le bande di adolescenti fra i 14 e i 18 anni che danno vita in diverse città tedesche a un’organizzazione totalmente fuori dagli schemi del regime nella Germania nazista. Sono giovani di estrazione proletaria che in gran parte, terminate le scuole dell’obbligo a 14 anni, lavorano come operai. E rifiutano di farsi inquadrare nella Hitlerjugend, perlopiù composta invece dai figli della piccola e media borghesia.
Ragazzi e ragazze si incontrano nel tempo libero, danno vita a una controcultura irriducibile: vestiti larghi, capelli lunghi, simboli presi dal vecchio movimento giovanile pre-nazista. Mischiano stili americani, swing e folklore tedesco. Passano i fine settimana nei boschi o nei parchi, organizzano escursioni, si trovano nelle
osterie e nei ruderi delle case bombardate.
Suonano chitarre e scrivono canzoni che parlano di libertà e avventura, di notti d’amore e di sbornie. Un modo di vivere che scandalizza il regime: ragazzi e ragazze si baciano, fanno sesso, bevono. Troppo liberi per essere tollerati.Ogni città ha il suo gruppo: i Navajos a Colonia, i Giramondo a Essen, i Kittelbachpiraten a Düsseldorf. Ma tutti si sentono parte della stessa tribù ribelle: gli Edelweisspiraten.I loro nemici naturali sono gli integrati della Gioventù Hitleriana, che fanno le ronde per impedire i raduni. Finisce spesso in risse colossali. Il motto dei Pirati diventa: “Picchia un HJ ovunque lo incontri!” E spesso hanno la meglio, tanto che i capi delle sezioni naziste inondano la Gestapo di denunce. All’inizio la repressione è leggera: ammonizioni, arresti brevi, la testa rasata a zero. Del resto sono pur sempre giovani tedeschi. Ma col passare degli anni la mano del regime si fa sempre più dura: carcere, deportazioni nei campi, fino alle impiccagioni pubbliche di Colonia del 10 novembre 1944, quando tredici ragazzi vengono uccisi senza processo. Fra loro c’è Barthel Schink, 16 anni, oggi riconosciuto come Giusto tra le Nazioni per aver nascosto ebrei.Attorno a Colonia si forma anche il leggendario Gruppo di Ehrenfeld, guidato da Hans Steinbrück, detto “Black Hans”, che mette insieme pirati, disertori, perseguitati. Si finanziano con furti arditi, come il “Butterraub”, una rapina di quintali di burro da rivendere al mercato nero. E la ribellione giovanile si trasforma in resistenza armata.La Gestapo li considera criminali. E il marchio resterà anche dopo la guerra. Negli anni Cinquanta molti ex pirati vengono ancora trattati come delinquenti comuni. Ci vorranno decenni perché la loro memoria venga riabilitata. Solo nel 2005 la città di Colonia dedicherà loro un memoriale, e nel 2011 alcuni superstiti riceveranno l’Ordine al Merito della Repubblica Federale. Oggi un murale colorato ricorda i Pirati sotto un ponte ferroviario di Ehrenfeld. Un luogo dove la gioventù tedesca continua a portare fiori e chitarre. Solo di recente la Germania ha riconosciuto che quei ragazzi che sfidavano la Gestapo con le loro canzoni e le loro risse non erano criminali, ma adolescenti che avevano avuto il coraggio di restare liberi, di resistere. Con una chitarra, un bacio rubato e il coraggio di dire no, mentre il mondo intorno marciava al passo dell’oca..
Scopri il libro “Storie straordinarie” (Florence art edizioni) dove Luciano Donzella racconta oltre 300 storie incredibili ma vere. Il link per riceverlo a casa lo trovi nel primo commento.
Ecco le strategie che emergono dalle fonti dei sistemi usati per evitare l'arruolamento:
Uscita precoce dalla scuola
Molti di loro erano ragazzi di estrazione operaia. A 14 anni lasciavano le scuole dell’obbligo e iniziavano a lavorare come apprendisti o operai. Questo li teneva in parte fuori dai controlli più rigidi che si concentravano sugli studenti.
Rifiuto esplicito e piccoli espedienti
Alcuni dichiaravano di non voler aderire, rischiando multe o punizioni minori nelle fasi iniziali, quando la Gestapo e il partito tendevano ancora a considerarli “ragazzate”.
Altri si iscrivevano formalmente, ma non frequentavano, oppure sparivano dalle liste fingendo malattie o trasferimenti.
Complicità familiare
In certi casi i genitori li coprivano: giustificavano assenze, inventavano impegni di lavoro o motivi di salute. Questo avveniva soprattutto in ambienti popolari già ostili al nazismo.
Ambiguità del sistema
Va ricordato che la Hitlerjugend aveva rigide strutture gerarchiche e burocratiche, ma nella Germania bombardata e in piena guerra non sempre i controlli funzionavano ovunque. Così, in città devastate come Colonia o Essen, molti ragazzi riuscivano a “sgusciare via” approfittando del caos.
Spostamenti continui
I Pirati passavano molto tempo in strada, nei boschi, nei parchi, dormendo a volte fuori casa. Questa vita nomade li rendeva più difficili da rintracciare o arruolare con la forza.
Rifiuto militare consapevole
Gli storici notano che diversi Edelweisspiraten erano già in contatto con disertori o prigionieri fuggiti. Non solo evitavano la HJ, ma anche il precetto militare quando raggiungevano i 17 anni, entrando di fatto in clandestinità.

per  altre  storie

6.9.25

Diego Gandolfo e Pablo Sole dialogano con Sigfrido Ranucci Una storia sbagliata - Giornalismo d’inchiesta, parole scomode e verità nascoste bookolicafestival2025 tempio pausania 5\9\2005

foto  del sottoscritto 

Ieri 5  settembre    si  è   tenuto a  tempio  pausania   ,  per  l'8   rassegna di Bookolica   l'incontro  presetazione   con Sigfrido Ranucci è il primo ospite della VIII edizione di Bookolica Festival.
Insieme alla sua équipe di Report ha scelto di dedicarsi al racconto dei fatti che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio.


Partendo dal suo ultimo libro “La scelta” (Bompiani, 2024), Ranucci ci conduce dentro il lato umano dell’inchiesta: memoria, etica, responsabilità civile e quel confine sottile tra la ricerca della verità e il peso di raccontarla. Un viaggio che mostra come il mestiere di giornalista non sia solo un lavoro, ma la

promessa al pubblico di non smettere mai di chiedersi quale sia la scelta giusta e di trovare ogni volta la risposta.
Il dialogo, guidato da Diego Gandolfo e Pablo Sole, sarà un’occasione per riflettere insieme su libertà d’informazione, pressioni mediatiche e resistenza civile.
Un incontro per ricordarci che chi custodisce lle parole custodisce anche il potere di raccontare la verità.  Incontro interessante  . Unico neo   come ho  avuto  modo    di dire  via  web agli organizzatori , sbagliato  il posto ( niente   contro l'amministrazione benvengano cose  del genere  a prescindere   dal colore  politico che  gestisce  il comune  )   troppo piccolo il  salone di rappresentanza   del comune  per  un evento di tale importanza    avrebbero  douto   falo  nella  piazza   sottostante  .

stranezze della rete di solito i malati di tumore gli insultano . invece a Michele Giraldo, quarantunenne primo cittadino di Brugine nel padovano, che ha annunciato sui social che avrebbe iniziato la chemio non s'aspettava d'essere sommerso da una onda anomala di affetto

come  mi direte  hai  criticato   con indifferenza  sui social   lo  stesso annuncio di  Bianca Baldi mi  dira  qualcuno\a  .  Chiedo scu scusa  per l'equivoco ed  fraintendimento  . Ma  il mi  embeh     era  rivolto al modo  con cui,  in maniera    gossipara  , era  data la notizia.  Polemiche a parte      veniamo  al post  vero e proprio

 da  
Storia di Redazione Tgcom24
 • 
21 ora/e  tramite  msn.it 

Il sindaco annuncia l'inizio della chemio, la Rete lo inonda di affetto

Nemmeno Michele Giraldo, quarantunenne primo cittadino di Brugine nel padovano, si aspettava di venire sommerso da una tale onda anomala di affetto. Lui quel post in cui raccontava di aver iniziato la chemioterapia l'aveva scritto più per dare forza a chi si trovava a lottare contro il suo stesso male, senza sospettare minimamente che le sue parole avrebbero avuto un tale risalto da interessare persino i media più mainstream. E invece eccolo, il giorno dopo, a raccontare sulle pagine del Corriere della Sera quanto
sia carico per affrontare una battaglia che tuttavia non combatte da solo.
Un buon sindaco e forse non solo quello Al giornale Giraldo ha raccontato come si sia accorto di soffrire di un linfoma, un tumore maligno del sangue, che tuttavia non lo ha fermato dal continuare a compiere il suo dovere di amministratore nei limiti del possibile. Michele è ormai al suo terzo mandato da sindaco del paesino di settemila anime ma è anche un apprezzato geometra e, si presume, anche un essere umano meritevole di affetto visto quello che il suo post sui social ha generato.
Una diagnosi complicata da avere Migliaia di messaggi, non solo di concittadini, che gli chiedevano di non lasciarsi andare, di non mollare. Un qualcosa che Giraldo non sembra comunque intenzionato a fare: "Sono carico, carico, carico". Lo ha detto tre volte al suo intervistatore, quasi volesse rimarcare il concetto. Mai avrebbe forse immaginato di vedere la propria vita cambiare per quello che, tra aprile e maggio, sembrava un banale male alla guancia. "All’inizio non ci ho dato troppo peso ma il dolore persisteva. Sono andato dal medico che in un primo momento ha ipotizzato che si trattasse di parotite". Scoprire cosa ci fosse dietro la spia di quel male non è stato facile, nemmeno per lui che era abituato (da bravo donatore) a compiere periodicamente esami del sangue. Prima una ecografia, poi la risonanza magnetica e la tac, fino al responso tanto chiaro quanto inappellabile della biopsia: si trattava di un tumore, l'ospite indesiderato nel corpo di Michele era un linfoma.
Un primo passo in una battaglia in cui ha tanti alleati Il 4 settembre, una volta individuato l'avversario, Giraldo ha iniziato a combatterlo. Uno scontro doloroso, in cui per far male alla malattia bisogna inevitabilmente soffrire in prima persona, ma il nostro non pare disposto ad arretrare, aiutato anche dal reparto di ematologia dell’ospedale di Padova (dove assicura di aver trovato "persone straordinarie").
Il primo passo verso la guarigione è stato compiuto e comunicato attraverso le piattaforme social. Ora il cammino va continuato con fiducia ma Michele, come detto, non sembra tipo da abbattersi. Quel telefono che ha continuato a vibrare e squillare tutto il giorno lo ha preso come un segnale. Era una chiamata alle armi metaforica, lo sprone a non arrendersi, anche solo per non deludere tutti quelli che hanno creduto in lui, al punto da sceglierlo come proprio rappresentante più volte: "Ho capito quanto importante sia avere tante persone al proprio fianco, perché anche un singolo messaggio può fare la differenza e dare una forza straordinaria", spiega. L'intervista termina a quel punto con lui, Michele Giraldo, che per un attimo smette di pensare a sé, alla sua situazione, per lanciare un messaggio di speranza più ampio, che magari verrà letto e colto pure da chi sta facendo più fatica a gestire il proprio destino: "Sì, voglio lanciare un monito a quelle persone che non riescono a vedere luce in fondo al tunnel della malattia. Bisogna crederci sempre, con consapevolezza, certo, ma anche e soprattutto con coraggio. Con una buona dose di ottimismo si possono affrontare e superare anche i momenti più difficili". È questo il manifesto di Michele, sindaco e soprattutto essere umano, che ha solo iniziato a scrivere le prime pagine di quella che lui stesso definisce "la sua seconda vita". Ci sembra quasi pleonastico augurargli un meritato e sentito "in bocca al lupo".


 mentre  finisco     di leggere questa  news    mi   ricordo  di qujesta  intervista   sulla nuova sardegna    di oggi 






Alberto Della Libera, genio dei manga, vince una borsa di studio per Tokyo.,La scuola sta per ricominciare prepariamo i nostri figli\e al bullismo


  da   https://www.ilgazzettino.it/nordest/pordenone/  del   2  settembre  2025 

Dall'Accademia delle Belle Arti di Firenze, il 21enne si sposterà in un ateneo giapponese. La grande passione per questo tipo di disegno lo ha spinto a imparare la lingua da autodidatta


SACILE - Che il talento non gli manchi in città lo sanno in tanti ormai da parecchio tempo. Adesso però, a porre una sorta di conferma delle sue possibilità, Alberto Della Libera può annoverare anche l'aver vinto una borsa di studio che gli consentirà di volare dall'altra parte del mondo. In Giappone, a Tokyo, per la precisione. Il 21enne sacilese è infatti uno dei 2 ragazzi che l'Accademia delle Belle Arti di Firenze, dove lui studia ormai da un paio d'anni, ha scelto in base ai meriti per uno scambio di studenti organizzato con una delle più grandi università nipponiche.
IN GIAPPONE
Nel prossimo semestre Alberto proseguirà gli studi nella capitale del paese del Sol levante: «Un po' fuori, a dire il vero - commenta il babbo, il noto maestro Gianni Della Libera -. Si tratta dell'università nazionale e si trova in un centro che si chiama Tsukuba. Pare che quest'anno vi si iscriva anche il nipote dell'imperatore. Insomma, un ateneo importante». Ateneo che Alberto si è guadagnato ottenendo un punteggio di 89 su 90 (il secondo classificato si è fermato a 84). Per il sacilese è il coronamento di un sogno, considerato che aveva optato per la lontana Firenze, ad esempio preferendola a Venezia, perché quell'Accademia d'Arte è l'unica che abbia rapporti stabili con il Giappone. La grande passione di Alberto è il disegno Manga, un amore che lo ha spinto perfino a studiare il giapponese da autodidatta. «Tra l'altro ho avuto modo di vederlo dialogare in quella lingua e devo dire, pur non capendoci nulla, che appariva molto scorrevole» ricorda il papà che si sente «come se stesse partendo per il militare». Conferma la capacità di destreggiarsi con la lingua orientale Paola Martini che nel recente passato ha dato incarico ad Alberto di disegnare il manifesto della passata edizione del Volo del Jazz. I 2 hanno in serbo un'altra sorpresa che verrà svelata il 22 settembre, alla presentazione della nuova edizione della kermesse musicale. Alberto è stato infatti il coordinatore nella realizzazione di un fumetto disegnato proprio da un giovane artista nipponico e sceneggiato da uno studente universitario italiano. Il resto, per ora è rigorosamente top secret, ma Martini parla di «un messaggio molto forte che arriverà dai ragazzi». Per il giovane Della Libera quella giapponese sarà la seconda esperienza di studio all'estero. «Sì, subito dopo la maturità fu ammesso alla New York Academy of art, a un corso che al vero era riservato ai master, cioè a quelli più grandi di lui, ma evidentemente piacque e lo chiamarono. Stette via quasi un mese». Stavolta rimarrà lontano da casa da settembre a marzo.
BORSA DI STUDIO«La borsa di studio copre il viaggio di andata e ritorno e l'affitto dei locali dove abiterà» il resto sarà una full immersion in quella cultura da cui Alberto è così attratto. Gli esami che sosterrà all'Università di Tsukuba hanno valore anche in Italia e dunque il sacilese non perderà tempo, in questo senso. Ancora il papà: «Credo che anche linguisticamente sia pronto, dato che a Firenze fa un po' da tutor ai ragazzi giapponesi che vanno a studiare all'Accademia». In molti sembrano credere nelle capacità di questo riservato giovane dal sorriso aperto. Suo è stato anche il manifesto che reclamizzava la serie di appuntamenti di Pordenone pensa, ad esempio. Qualche giorno prima della partenza per Tokyo, prevista per metà mese, l'11 settembre prossimo Alberto e Gianni Della Libera condivideranno un palco. Il babbo suonerà il pianoforte, il figlio ovviamente disegnerà. Succederà a palazzo Ragazzoni sotto il titolo di Armonie in codice. L'idea è di far dialogare insieme queste due forme d'arte. Succederà nel contesto di Jazz river ed è particolarmente bello che i 2 artisti siano anche padre e figlio.
 .....
  a  facebook 

La scuola sta per ricominciare e vorrei chiederti un favore…
Siediti con tuo figlio per cinque minuti e spiegagli che non c’è mai una ragione per prendere in giro qualcuno per la sua altezza, il suo peso, il colore della pelle, la situazione familiare o le cose che gli piacciono.Spiegagli che non c’è nulla di sbagliato nell’indossare ogni giorno le stesse scarpe.Spiegagli che uno zaino usato porta con sé gli stessi sogni di uno nuovo. Insegnagli a non escludere nessuno solo perché è “diverso”.Fagli capire che il bullismo fa male, e che si va a scuola per IMPARARE, non per competere o diffondere negatività.Ricordagli che alcuni bambini non tornano a casa in famiglie amorevoli, quindi è importante essere gentili.Tutto comincia da casa ! Infatti a se non parte dai genitori e inutile perché si pensa solo ad apparire e non a essere.

c'è un aria ma un aria Funerali Marah, lettera minatoria da anonimo Usa al sindaco di San Giuliano Terme Matteo Cecchelli

 non sapevo che  avere  pietà  verso i morti   fosse un crimine  

  da  Lorenzo Tosa



Quello che sta subendo in queste ore il sindaco di San Giuliano Terme Matteo Cecchelli è sconvolgente e dà la misura del clima avvelenato e disumano a cui siamo arrivati.
Qualche settimana fa Cecchelli - [ lo ricorderete ne avevo parlato anche in qiuesto pagine ] - aveva compiuto un gesto di grande, grandissima umanità, celebrando un funerale islamico per Marah, la ragazza palestinese morta di fame all’ospedale di Pisa, e dandole una sepoltura in un’area del suo Comune rivolta verso la Mecca, smentendo anche chi aveva diffuso la falsa notizia della sua morte per lecuemia.
Per tutto questo Cecchelli è finito nel mirino di una campagna d’odio violentissima orchestrata da oltranzisti filo-israeliani e americani. Fino a poche ore fa quando il sindaco si è ritrovato addirittura sulla scrivania una lettera proveniente da Chicago piena zeppa di insulti e vere e proprie minacce per aver osato accogliere la giovane Marah.Lui allora ha fatto una cosa semplice. Ha
denunciato tutto alle autorità competenti. E poi ha risposto con parole da incorniciare.
"Il fatto che un sindaco italiano venga insultato e minacciato da Oltreoceano per aver accolto con rispetto e dolore una giovane vittima civile dimostra quanto sia profondo il clima di disumanizzazione e di avvelenamento del dibattito pubblico mondiale. Ma se chi minaccia crede di intimidirci, sbaglia profondamente.Marah non è morta per caso. Marah è morta di genocidio, un genocidio portato avanti dal Governo Israeliano. È una delle oltre 64.000 vittime civili della carneficina in corso a Gaza, un'area martoriata dove i diritti umani vengono calpestati ogni giorno. E sconcertano il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni più alte del nostro Paese".Ogni riferimento a Meloni, Tajani e Salvini è puramente voluto. Voglio esprimere tutta la solidarietà e ogni stima possibile al sindaco Cecchelli. Per quello che ha fatto, per quello che sta subendo, per quello che ha detto. Avercene oggi di esseri umani e politici [ a prescindere dal raggruppamento politico ] come il sindaco Matteo Cecchelli. 🙏

5.9.25

II “re delle rapine” cambia strada «Nessuna cifra vale la libertà» Mario Vincenzo Selis, 64 anni, ha trascorso metà della sua vita dietro le sbarre Ha chiesto perdono a tanti, ora cerca di perdonare se stesso

   nuova  sardegna  4  settembre  






Paradura per i danni al camper Famiglia milanese aggredita a Ferragosto risarcita con una colletta

unione  sarda  4   e 5  settembre  2025







Villanova e Villagrande, con una sottoscrizione voluta dall’associazione Su Scusorgiu, hanno raccolto le offerte per lenire i danni al camper subiti a Ferragosto da una famiglia milanese in vacanza in Sardegna.«Per le riparazioni, consci di non poter cancellare l’offesa», dicono dall’associazione.Marco Rolando e la sua famiglia, il 14 agosto, hanno vissuto una notte da incubo, aggrediti da tre sconosciuti mentre pernottavano in camper nello spiazzo vicino all’area archeologica di Sa Carcaredda, a Villanova Strisaili. La follia di una notte d’agosto era diventata una denuncia ai carabinieri. Ieri la notizia del bel gesto.
Settecento euro. Non cancellano la paura di una notte da incubo ma rivelano la pura essenza di una comunità accogliente, il fastidio per quanto non doveva accadere. Villanova e Villagrande, con una sottoscrizione voluta dall’associazione Su Scusorgiu, hanno raccolto le offerte per lenire i danni al camper subiti a Ferragosto da una famiglia milanese in vacanza in Sardegna. «Per ripagare le riparazioni, consci di non poter cancellare l’offesa», dicono dall’associazione. Soldi donati con il cuore.
L’incubo
Marco Rolando e la sua famiglia, il 14 agosto, hanno vissuto una notte da incubo, aggrediti da tre sconosciuti mentre pernottavano in camper nello spiazzo vicino all’area archeologica di Sa Carcaredda, a Villanova Strisaili. «Veniamo ogni anno in Sardegna perché amiamo questa terra e mai abbiamo avuto problemi, capisco un tentativo di furto, ma un’aggressione di questo tipo proprio no», aveva raccontato Rolando all’Unione Sarda. Svegliato dai rumori Marco era uscito dal camper e si era trovato davanti un uomo armato di martello. La follia di una notte d’agosto era diventata una denuncia ai carabinieri. Ieri la notizia del bel gesto dei villanovesi. Commossa la reazione della famiglia Rolando. «Siamo molto grati alla gente di Villagrande e Villanova – dice Marco – sul momento, quella notte, siamo rimasti sconvolti ma piccoli e grandi gesti ci hanno fatto capire che la violenza non è la normalità e questi fatti vengono condannati dalla maggior parte delle persone. Frequentiamo la Sardegna da sempre. Non so se mi avventurerò di nuovo sulle montagne ma tornerò l’anno prossimo. In questa brutta storia vogliamo vedere questa cosa positiva, un aspetto dell’Isola che qui a Milano non esiste. La Sardegna è soprattutto questa».
La festa
Sabato Su Scusorgiu festeggia la longevità. L’appuntamento è in piazza San Basilio a Villanova alle 18 con stand di prodotti dell’orto e balli sardi. A seguire la cena tipica con gathulis, culurgiones, vitella arrosto e vino. Gli ospiti sono più che graditi. L’anno che verrà forse farà un salto anche la famiglia Rolando, puntualmente invitata dal comitato. Magari un ballo sardo e un bicchiere di rosso scacceranno la paura. Insieme al ricordo di tre imbecilli.

Quando l’ignoranza tocca il fondo e seppellisce ogni decenza umana il caso Ceccardi scambia una processione cristiana per un raduno di donne in burqa

Premessa chiarificatrice . Chi mi segue fisso e dagli esordi ho sempre condannato l'estremismo \ fondamentalismo religioso compreso quello Mussulmano . Ha ragione Soumaila Diawara : << Quando l’ignoranza tocca il fondo e seppellisce ogni decenza umana >> . A furia infatti di ripetere come un pappagallo la propaganda tipica del Carroccio, in particolare quella sulla presunta “invasione islamica” del Paese, l’ex sindaca di Cascina e candidata del centrodestra a presidente della Regione Toscana è scivolata su una buccia di banana scambiando il “pericolo islamista” anche in una processione cattolica.
Nei giorni scorsi l’europarlamentare salviniana ha rilanciato sui suoi social una card del quotidiano Il Tempo, saldamente schierato a sostegno del governo Meloni e promotore delle battaglie più care all’estrema destra, su una una manifestazione per ricordare la nascita di Maometto nel quartiere San Donato, a Bologna. Ad organizzarla un centro islamico pachistano, che si era rivolto esclusivamente agli uomini: le donne erano al contrario invitate a rimanere a casa. Manifestazione regolarmente autorizzata che si è svolta in un clima normale e senza problemi di ordine pubblico.
Ceccardi decide di cavalcare la notizia e la rilancia così in un post: “Questa non è una festa, è discriminazione. E le femministe? Mute. Basta ipocrisie! Stop islamizzazione!”, scrive l’eurodeputata.In realtà, confrontando la foto pubblicata da Ceccardi con quelle presenti su Google, l’immagine scelta dall’eurodeputata della Lega mostra ben altro. Si tratta infatti della processione della Desolata che si svolge ogni anno a Canosa di Puglia e a Teramo il sabato della Settimana santa: un evento cattolico in cui il coro delle donne racconta il dolore della Vergine Maria.
Resasi conto della “gaffe”, Ceccardi ha poi rimosso il post incriminato sui vari social network, da Facebook ad Instagram passando per X.   Ma  il    danno era  già  fatto  e la  figura   di   ...   era  già   fatta   .Ecco quindi che
Susanna Ceccardi, l’europarlamentare leghista più salviniana di Salvini, stavolta si è letteralmente superata.
Nel goffo e disperato tentativo di attaccare una manifestazione islamica a Bologna, Ceccardi ha pubblicato indignata sui suoi canali social una foto-notizia secondo lei vergognosa che mostra una processione di donne tutte vestite di nero e col volto coperto.
E ha tuonato: “ Questa non è una festa, è discriminazione. E le femministe? Mute. Basta ipocrisie! Stop islamizzazione! ”. E   fin qua  si  può  anche   essere    d'accordo  perchè la presenza  islamica  soprattutto quella fondamentalista   sta prendendo  piede  in Europa  e nel  nostro paese   . Già, peccato che tali allarmi    vengano    strumentalizzati  politicamente    propagandisticamente  .
Infatti   la foto in questione non ritraesse affatto foto donne in burqa ma la cattolicissima processione della Desolata a Canosa (Puglia), tra l’altro del 2015, come ha riportato Matteo Pucciarelli su “Repubblica”.Islam, burqa, musulmani con quell’immagine non c’entravano una .... beneamata mazza. Zero di zero. Eccoli, i paladini dell’ultracattolicesimo : talmente accecati dall’islamofobia da non riconoscere neppure la differenza tra uno e l’altro. Dimenticando ed ignorando , o magari facendo finita o non lo fa a caso, o quantomeno, curandosi dei rischi, visto che si indirizza ad un bacino elettorale profondamente ignorante ed ottuso. per scopi politici quelli che loro chiamano le proprie radici e la propria identità . Che imbarazzoInfatti Susanna Ceccardi ha parlato della festa per la nascita del Profeta Mohammed,diffondendo falsità che rivelano non solo ignoranza, ma anche islamofobia. Ha affermato che in questa ricorrenza le donne dovrebbero restare a casa, nulla di più lontano dalla realtà.
Innanzitutto,  da quel  che  so della  religione islamica  , la celebrazione della nascita del Profeta, conosciuta come Mawlid al-Nabi, si svolge principalmente in moschea, luogo di preghiera e incontro comunitario. E le moschee, a differenza di quanto vorrebbe far credere Ceccardi, non sono affatto vietate né alle donne né ai bambini, uomini e donne possono partecipare insieme, ciascuno nello spazio dedicato, senza esclusione alcuna , proprio come  avviene  con gli ebrei  in sinagoga  . Infatti   In molti Paesi musulmani, famiglie intere, madri, padri, figli e figlie, si recano in moschea per pregare e partecipare ai festeggiamenti, che sono momenti di spiritualità, condivisione e comunità.
Ora  come  giustamente  fa notare  sempre Soumaila Diawara . <<  fare propaganda politica è già discutibile quando lo si fa sulla pelle delle persone, ma farlo diffondendo bugie su una religione seguita da quasi due miliardi di persone nel mondo, senza neppure avere la decenza di informarsi, è qualcosa di gravissimo. Ancora più grave se a farlo è un’eurodeputata che non rappresenta solo la Lega, ma anche l’Italia intera al Parlamento Europeo.>> Ma  soprattutto  lo  si  fa  creando  u fake  news  .  Infatti L’eurodeputata nel post punta il dito contro una manifestazione islamica a Bologna  ma  scambia processione cristiana per un raduno di donne in burqa. La foto che utilizza si riferisce a uno dei riti pasquali celebrati a Canosa, in Puglia. La processione della Desolata, che si svolge durante la settimana santa, prevede che una folta schiera di donne sfili indossando un velo nero, simbolo del lutto di Maria dopo la morte di Gesù. L'immagine delle donne velate è stata scambiata dall'europarlamentare con il burqa islamico, da tempo bersaglio della propaganda leghista.Non solo, la festa non potrebbe essere più "italiana" di così, trattandosi di un'antica tradizione cristiano cattolica, molto partecipata, in cui le donne del piccolo Comune pugliese sono solite sfilare intonando un coro di dolore in memoria della sofferenza provata dalla Vergine Maria.

Quindi anche se come dicono indirettamente   Michele serra ( slide a sinistra ) e direttamente   ‪Marco Gervasoni‬ ‪@marcogervasoni.bsky.social‬ · 5h : << Inutile pretendere dai leghisti, e dalla Ceccardi poi, il principio di non contraddizione: il loro mono neurone non ne è dotato >> ma  io   sono  ottimista   e  voglio provarci ugualmente  .
 Quindi   come   sempre   Diawara : << Cara Susanna Ceccardi, quando scrivi certe falsità non umili solo te stessa, umili l’Italia che rappresenti e alimenti stereotipi tossici e discriminatori contro milioni di cittadini musulmani, italiani e non. La moschea non è luogo di esclusione, ma di preghiera e comunità aperto a tutti i fedeli, donne comprese. Prima di parlare, sarebbe opportuno che tu visitassi una moschea almeno una volta, forse così eviteresti figure meschine e dichiarazioni imbarazzanti. Dovresti vergognarti delle tue menzogne e della tua islamofobia. >> soprattutto aggiungo quando è basata su preconcetti \ pregiudizi , ignoraza e fakenews \ notizie costruite ad arte per  sobillare  la  pancia  della   gente  e   distrarla   dal vero  nemico .  Concludo  con quanto  ha  commentato,non ricordo  in quale  account  facebook    dall'utente  Tiziana Usai << Un tempo per fare carriera politica era necessario essere colti, con una dialettica forbita e tenere toni moderati. Oggi c'è questa gente che sbraita, dice ma poi ritratta, espongono la loro ignoranza crassa e non provano mai vergogna, non hanno dignità. Che pena loro e chi li sostiene >>



parlare o non parlare dei femminicidi \ violenza di genere ? io ho scelto di parlarne perchè .....

 Per  appprofondire la  mai risposta  

da ****@tiscali.it 

Caro  Beppe
 Da lettore   del  tuoi sociale  e  del tuo blog   devo farti un  osservazione  .  Dici  di  non essere  morboso  o d'esserlo di meno  ,  ma allora  perchè condividi  o parli    di fatti di cronaca  nera  in particolare  femminicidi  o  violenza di genere ?  Meno se ne  parla  e meno  spazio   gli si  da   è meglio è    troppi  gesti emulativi .

                                                Antonio T

Mi spiace Caro  Antonio    ma    tu  proponi    di fare    come  Il fascismo  e  la  Dc     fino  agli anni 50\60 con   "  scorie   "  fino al    al 1978  .  Il  primo    vietò di parlare di cronaca nera per motivi strettamente legati alla propaganda e al controllo dell'immagine del regime.   Infatti La cronaca nera era vista come “disfattista” e potenzialmente corruttrice, quindi bandita dai giornali e dai mezzi di comunicazione.In sintesi, il fascismo non vietava la cronaca nera per proteggere le vittime o per motivi etici, ma per mantenere il controllo ideologico e impedire che la realtà mettesse in discussione la narrazione ufficiale. Se vuoi, posso mostrarti esempi di giornali dell’epoca o approfondire come funzionava la censura in altri ambiti. Infatti  molti eventi di cronaca nera   o casi   come   Omicidi e delitti efferati , Delitti familiari e passioni violente: omicidi tra coniugi, femminicidi o crimini sessuali venivano sistematicamente oscurati o descritti in modo edulcorato.Crimini contro bambini: casi di pedofilia o infanticidio erano considerati troppo destabilizzanti per l’opinione pubblica e quindi censurati.  Inoltre   Attentati e atti sovversivi  Attentati contro Mussolini: come quello del 1926 da parte di Gino Lucetti, furono minimizzati o attribuiti a “squilibrati” per evitare di mostrare dissenso interno.Attività anarchiche o comuniste: ogni azione violenta o sabotaggio da parte di oppositori politici veniva nascosta o reinterpretata come “atti criminali comuni”.  Crimini commessi da membri del regime cioè Abusi di potere, corruzione, violenze da parte di gerarchi fascisti: non solo censurati, ma spesso insabbiati con la complicità della stampa controllata dal MinCulPop.Violenza della milizia fascista (MVSN): pestaggi, intimidazioni e omicidi politici venivano giustificati come “azioni per la sicurezza nazionale”. Incidenti e disastriDisastri ferroviari, industriali o ambientali: venivano censurati per non mostrare inefficienze dello Stato.Epidemie o problemi sanitari: come la diffusione della tubercolosi o della malaria, venivano minimizzati per non incrinare la narrazione di progresso e benessere . La censura non si limitava a non pubblicare le notizie: spesso i giornali venivano costretti a riscrivere gli eventi in chiave propagandistica, oppure a sostituire le notizie di cronaca nera con articoli celebrativi del regime. eline fasciste: comunicati stampa non ufficiali inviati ai giornali con istruzioni precise su cosa pubblicare e cosa censurare. Questi ordini non erano negoziabili: i giornalisti dovevano attenersi scrupolosamente alle direttive del regime.  Quindi  fatti   Delitti passionali : spesso riscritti come “incidenti” o “gesti di follia momentanea”.Crimini sessuali: completamente rimossi dalla stampa, considerati “immorali” e incompatibili con l’ideale fascista.Suicidi: censurati per non mostrare disagio sociale o depressione, che avrebbero contraddetto la narrazione di benessere.Omicidi politici: come quello di Giacomo Matteotti, inizialmente minimizzato e poi rimosso dalla discussione pubblica.
Con  la  Dc (  democrazia  cristiana  )  ,  invece    si   mantenne un controllo piuttosto rigido sulla comunicazione culturale e mediatica, soprattutto negli anni ’50 e ’70 .  :   Infatti   nella   DC  ci  fu   una  continuità con il passato fascista  visto  che molti funzionari del Minculpop, il ministero della propaganda fascista, rimasero al loro posto anche dopo il 1945. Cambiarono solo incarico o scrivania .   Infatti  La censura non fu abolita, ma riformulata: le opere teatrali, cinematografiche e letterarie dovevano ancora passare per una commissione di censura preventiva.  Uno dei  casi  più ecclatante e  più noto     fu  Il caso   dello  scrittore Vitaliano Brancati fu uno dei più colpiti dalla censura democristiana:La sua commedia La governante fu ostacolata perché considerata immorale e critica verso l’ipocrisia clericale.La DC venne definita da Brancati una “dittatura clericale”, capace di turbarsi al solo sentir nominare certe tematiche sessuali o sociali.Persino opere classiche come La Mandragola di Machiavelli furono vietate a teatro.L'esempio  più clamoroso  di    cui ho memoria     du    Andreotti e il controllo su cinema e spettacolo  Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Spettacolo, fu il vero regista della censura DC.Il suo progetto era quello di moralizzare il cinema italiano, colpendo film come Umberto D. di De Sica, accusato di “pessimismo sociale”. La DC non censurava  direttamente  per motivi politici    si limitava   accusare  gli oppositori  di  culturame  o  essere  comunista     come  oggi  si   fa   con chi  dissente   accusandolo  “ideologico”, “radical chic” o “di sinistra estrema”.Il termine “comunista” è meno usato, ma è stato sostituito da etichette equivalenti: “woke”, “globalista”, “intellettuale da salotto”, ecc. Il meccanismo è lo stesso: semplificare il dissenso, ridurlo a una caricatura e evitare il confronto reale. Infatti    come il fascismo, ma lo  intergrava     per motivi morali e religiosi.Temi come sessualità, divorzio, aborto, critica alla Chiesa erano considerati tabù.La censura era spesso più sottile, ma non meno efficace: bastava negare i finanziamenti o ostacolare la distribuzione.In sintesi, la DC non replicò la censura fascista in modo identico, ma ne ereditò gli strumenti e li adattò a una visione conservatrice e cattolica della società. In sintesi, etichettare il dissenso è una forma di controllo culturale. Cambiano le parole, ma la logica resta: chi non si allinea, viene marginalizzato. Se vuoi, possiamo analizzare esempi recenti di questa dinamica nel dibattito politico italiano

Ora  veniamo  al  succo della tua   osservazione  : <<  Meno se ne  parla  e men  spazio   gli si  da   è meglio è    troppi  gesti emulativi >> .  Lo  so  che  In Italia oggi non è più un tabù   (  anche   se  resta     moltyo  forte tale  convvinzione  ) parlare di femminicidio e violenza di genere, ma il rischio di assuefazione mediatica è reale. Vediamo perché. Quin  di non al  silenzio  ,  ma parlarne   il giusto  Infatti   se  ne   parla   troppo  , e  qui    capisco ( anche  se  no concordo   )  la  tua  scelta  di non  parlarne  ,  📢 ma non sempre meglio purtroppo .  Infatti   i  dati del 2025 sono allarmanti: 130 femminicidi tra il 2024 e il primo trimestre del 2025, di cui 113 in ambito familiare o affettivo. L’Osservatorio Non Una Di Meno ha registrato 60 femminicidi solo nel 2025, con almeno 42 tentati femminicidi e 36 figli rimasti orfani.La copertura mediatica è aumentata, ma spesso è sensazionalistica, emotiva, e priva di analisi strutturale. Si racconta il fatto, ma non il contesto o  se  lo si  fa     si  va  a  sviscerare      morbosamente       la  vita  privata  della   vittima  . Il  rischio   di emulazione    certo esiste, infatti   hai toccato un punto cruciale,  nei casi di femminicidio è reale e preoccupante. Non si tratta di allarmismo, ma di una dinamica psicologica e mediatica ben documentata.L’effetto emulazione (o copycat effect) si verifica quando un individuo, spesso fragile o disturbato, replica un crimine già noto, ispirandosi a ciò che ha visto o letto nei media. Questo accade: Quando il crimine è spettacolarizzato,quando l’aggressore viene umanizzato o giustificato.Quando si forniscono dettagli morbosi che possono diventare “modelli” per chi è incline alla violenza.
📺 Il ruolo dei media italiani .
 Secondo Tag24: La ripetitività delle notizie sui femminicidi può alimentare l’effetto emulazione.Alcuni soggetti vulnerabili possono identificarsi con l’aggressore, soprattutto se la narrazione lo presenta come “disperato”, “innamorato”, “tradito”.Un esempio inquietante: un diciottenne ad Aosta ha minacciato la sua ex dicendo “Ti faccio fare la fine di Giulia”, riferendosi al caso Cecchettin.L’Osservatorio Non Una Di Meno evidenzia:Mentre gli omicidi generali diminuiscono, i femminicidi restano costanti da 30 anni.La narrazione mediatica spesso colpevolizza la vittima e assolve l’aggressore, creando empatia verso chi ha commesso il crimine.Questo può influenzare negativamente lettori già predisposti alla violenza. Ma     il  non  parlarne    significa   peggiorare le cose  e incanalare  nelle persone un senso    di  tranquillità  eccessivo e   far  si che   tali   fati  siamo  sminuti .  come   evitare l’emulazione allora  ?Gli esperti suggeriscono:

  1. Non tacere sui femminicidi, ma raccontarli con responsabilità.
  2. Evitare dettagli macabri, titoli sensazionalistici, e giustificazioni psicologiche superficiali.
  3. Usare un linguaggio che condanni la violenza, dia centralità alla vittima, e contestualizzi il problema come sistemico.

In sintesi: parlarne sì, ma con etica e consapevolezza. Se vuoi, possiamo analizzare un articolo e riscriverlo insieme per vedere come cambia la percezione.  Parlarne  in eccesso ed  usarlo come  diversivo o per  distrarre  da  temi  scomodi     si crea  l'effetto   opposto   cioè   dall'efetto  emulativo   si  passa  di  Il rischio dell’assuefazione .  Infatti q uando un fenomeno tragico diventa quotidiano, c’è il pericolo che venga normalizzato: “un altro caso”, “ancora una donna uccisa”.Le notizie si susseguono, ma non sempre generano indignazione o mobilitazione. Si rischia di perdere il senso della gravità  del fatto  in se  . Infatti  Alcuni media parlano di “raptus”, “gelosia”, “amore malato”, minimizzando la matrice patriarcale e sistemica della violenza.Altri   , come   la  tua lettera   ,   fano  si che   parlarne   resta scomodo perchè  parlare di femminicidio mette in crisi il modello culturale dominante: famiglia, ruoli di genere, potere maschile.Ecco che  Alcuni ambienti politici e religiosi resistono a una lettura femminista o strutturale del problema.C’è chi accusa le attiviste   ( gli  attivisti purtroppo  sono  pochi  perchè non tutti     riesco a  fare  autocritica  o   mettere  indiscussione  il proprio  maschio alfa    )    sono  accusare  di “ideologizzare” o “strumentalizzare” la tragedia, cercando di depoliticizzare il tema.Quindi   💡 Cosa serve davvero? 1) Educazione affettiva e sessuale a  360 gradi  nelle scuole, ancora osteggiata da molti. 2) Formazione obbligatoria per magistrati e  giudici  (  vedere    come  viene trattata  la  vittima  durante  i  processi per  vilolenza  e stupro   o  certe  setenze recenti   ne  ho  parlato qui )  e forze dell’ordine  .3) Leggi più efficaci e  serie non  all'azzeccagarbugli     di  Manzoniana Memoria , ma soprattutto applicate con rigore. Un cambiamento culturale quindi che non si limiti solo   alla condanna, ma affronti le radici della violenza.In sintesi: non siamo assuefatt o   almeno  non dl tutto  , ma siamo a rischio di diventarlo. Il fatto che se ne parli è positivo, ma serve una narrazione più consapevole, meno episodica e più strutturale.
Spero    di aver  risposto   alla tua  osservazione    cordiali saluti   

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

   Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...