7.5.07

La rabbia del presidente

 




Il presidente aveva convocato lo stato maggiore senza preavviso. Le cose andavano male. La concorrenza aveva guadagnato altri dodici punti. Osservò i consiglieri che entravano con un’attenzione famelica. Poi chiamò la segretaria e le ordinò di non passare più telefonate Inoltre, nessuno doveva entrare in sala riunioni fino a nuovo ordine. Questo dette il segnale di pericolo. Non era il solito brief settimanale. I colpevoli sprofondarono nelle loro poltrone, cercando di diventare trasparenti.


“Lei, Vincenzi. Ieri mi diceva che ci sono ottime possibilità di guadagno in Sud America. Ma come?” L’interpellato cercò di guadagnare tempo. Il giorno prima, invece di lavorare, era andato a fare shopping: “Veramente…devo ancora verificare.” Non ebbe risposta. Il capo si mise letteralmente a ruggire, allargando la bocca a dismisura, fino a mostrare affilati denti da squalo. Saltò sul tavolo, e con un rapido movimento lo raggiunse e lo addentò, staccandogli un braccio di netto. Gli erano anche cresciute unghie mastodontiche, che usò per lacerare il viso della sua preda. Poi sembrò calmarsi, si girò su se stesso e balzò dal responsabile della produzione, al quale chiese conto di alcuni ritardi nelle consegne. L’uomo non fece in tempo a giustificarsi. Il presidente lo azzannò sul collo subito dopo. Nella sala regnava ormai il panico, ma fuori nessuno sentì nulla. Era insonorizzata e chiusa ermeticamente.


Fu una carneficina. Alla fine, c’erano corpi smembrati ovunque. Schizzi di sangue avevano raggiunto il ritratto del fondatore, trasformandolo in una mostruosa caricatura. Rimaneva solo l’amministratore delegato. Il presidente lo squadrò in attesa del momento migliore per colpire. Trascorse qualche istante carico di tensione. Il cacciatore fissava la preda negli occhi. Atterrò giusto davanti al viso della vittima che, invece di scansarsi, spalancò a sua volta la bocca. Morse con decisione, lasciando la presa solo quando il presidente spirò. Il capo dei capi aveva dimenticato un detto fondamentale, in voga tra gli uomini marketing: - Cane mangia cane. – Amen

2 commenti:

Masaghepensu ha detto...

Amico mio, non fai che desrivere, molto bene, i Nostri tempi. Vien voglia di piangere.......!

Masaghepensu

pulciosaa ha detto...

Amen....

l'importante non è la vittoria ma l'arrivo . Mario Bollini, chi è l'italiano arrivato ultimo alla maratona di New York a 74 anni: «La prima volta ho partecipato nel 1985»

da  msn.it      Un altro grandissimo traguardo raggiunto da un atleta instancabile, che per decenni ha preso parte alla maratona di New York...