Ad memoriam….
Quando ero piccolo, sognavo.
Sognavo di essere famoso,
di avere successo e gloria
e fan e ammirazione…
Non ho smesso di sognare, ma…
Oggi, non sono più sicuro
di ciò che significhino questi concetti.
. . . camminavo, come ogni mattina,
sulla strada che mi porta al lavoro…
(sì, io ho un lavoro, e c’è una strada che porta lì,
lo dico a chi mi ha rimproverato, in questi giorni,
di parlare poco della mia vita)
… camminavo, dicevo, e gli occhi, senza motivo apparente
mi si sono volti verso un pezzetto di pietra,
incastonato nell’asfalto cotto dal sole,
di quest’agosto afoso.
Un pezzetto piccolissimo di pietra, bianco latte
Che spicca nell’asfalto nero,
evaporante calura,
la cui forma mi ricorda una chitarra classica,
stilizzata.
Non è più grande di una moneta,
e credo sia lì da anni,
resistendo, incastonato nel catrame,
al calpestio di migliaia, milioni di persone che come me,
percorrono quella strada, con le loro aspirazioni,
con le loro fobie e paure,
le loro speranze, la loro Vita insomma.
Scommetterei che, quella pietrina,
abbia un senso solo per me,
non è certo una “rivelazione”,
ma di sicuro i miei occhi la..cercano
quando passo di lì.
E sono certo che ognuno di noi abbia,
tra i suoi ricordi, piccole cose all’apparenza insignificanti
pezzetti d’anima frantumati e incastonati come diamanti
lungo il percorso dell’esistenza,
e che racchiudono la nostra vita
avendo la stessa dignità di eventi importanti…
…un profumo di pulito, una mattina di settembre,
tra lenzuola di una casa non tua, con una donna che ti dorme accanto…
non ne ricordi più il volto,
ma quel profumo non lo scorderai più…
un suono lungo e profondo,
che ti vibra alla bocca dello stomaco,
in una notte di dicembre…
forse un treno lontano…
…e tu ci sei sopra, dentro,
a quel suono che t’imprigiona, triste, lugubre, profondo…
quel suono non lo scordi più…
mai più….
..tornerà a trovarti, nei tuoi sogni, o nella realtà,
e tu lo sentirai arrivare, forse lo percepirai ancor prima che arrivi,
sarà il “tuo” suono…
o quando con le mani sfiori la tua pelle,
a trovare quella piccola cicatrice fatta con il coltello del pane,..
..una sciocchezza, ma non è andata più via,
ricordi? Era d’agosto e il mare non lascia passare questi segni,
li fissa al tuo corpo, indelebilmente, li tatua per sempre,
ma con dolcezza, come una sottolineatura più chiara sul corpo che si scrive,
scurendosi, dorandosi, una storia estiva…
Ecco, oggi io vorrei che Voi che leggete, non mi scordaste più…
Ma non come un eroe greco, non come una cima svettante sulle altre…
Ma come un piccolo, insignificante ricordo che però,
…però ti resta dentro, per sempre, e non va più via.
Ps: tra qualche giorno questo blog http://bestio.splinder.com/ andrà in vacanza.
E aggiornarlo non sarà facile.
Appena possibile (c’è bisogno di dirlo?)…lo farò.
Mancherà qualcosa alle mie giornate.
Non certo però…il ..Ricordo.
Baci_Bestio
(grazie, Giuseppe.)