11.5.06

Senza titolo 1274













Cari amici



















lo so che alla mia età , 30 anni , darmi da fare a finire l'università è smettere di cazzegiare , soprattutto quando ho vicino un esame agiografia ma non riesco a non : << Mi recai nei boschi perché desideravo vivere come volevo io, affrontare solo i fatti essenziali della vita, e veder se potevo imparare ciò che aveva da insegnarmi, e non, giunto alla morte, scoprire di non aver vissuto. Non volevo vivere ciò che non era vita, la vita è cosi cara; né volevo praticare la rassegnazione se non fosse stato assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente e succhiare tutto il midollo della vita, robustamente come gli spartani e sgominare tutto ciò che non era vita, falciare un'ampia zona e raderla a zero, mettere la vita in un angolo e ridurla ai minimi termini, e, se si fosse dimostrata meschina, afferrarne la intera e genuina meschinità e proclamarla al mondo; o, se fosse stata sublime, sperimentarla direttamente ed esser capace di darne un vero resoconto nella mia prossima escursione. >> come diceva un famoso poeta  non vi dico chi per : 1) non dare le perle ai porci come mi accusano alcuni cdv , da intendersi non utenti del blog ; 2) e provare   per una volta  a non  darvi la pappa pronta ma invitarvi \ spronarvi ad informarvi e a non essere pecore . Ma comunque per chi volesse sapere chi è eccovi un url http://snipurl.com/q5c2 dove potete scoprire o riscoprire chi è ( cercando  chi è fra i vari poeti ) . Dalla  Nuova Sardegna edizione di olbia\ gallura del 30\4\2006 :


<<






TEMPIO. “Senza buio, senza paura. Viaggio attraverso i pensieri, le visioni e gli sguardi dei ragazzi”. E’ questo il titolo di una mostra fotografica aperta dal 2 al 10 maggio nel salone del palazzo Pes dei Villamarina, affacciato su piazza Gallura.
 I lavori presentati sono stati realizzati da un gruppo di studenti della seconda SPT del locale liceo scientifico in attuazione di un progetto tendente a far acquisire agli allievi l’utilizzo della macchina fotografica quale strumento per comunicare sentimenti, emozioni, pensieri e paure. Le foto - che sono di grande effetto visivo - sono state realizzate sotto la guida della fotografa Stella Ciotti (esperta esterna del progetto) e saranno accompagnate da un lavoro di approfondimento e ricerca artistica e letteraria curato dalle professoresse Lucia Naitana e Velia Sechi.


>>


 


Infatti tale  mostra   ha sia una base psicologica che pedagocica in quanto si propone come messaggio etico , un inno alla vita , un tentativo di esorcizzare le proprie paure ed angosce ,le brutture del mondo , d' insegnare a convivere con la morte , una funzione catarchica insomma . Essa è una comparazione \ contaminazione fra le arti , infatti ha visto coinvolti prof ed esperti di diverse materie
Mi è piaciuta talmente tanto che ci sono ritornato più volte per rivedermi e scolpirmi nella memoria certe imnmagini e certe poesie scritte ( quando non sono di nessun autore dai ragazzi stessi ) e per sentire ogni volta una spiegazione diversa , alcune volte anche dagli autori stessi delle foto . Hanno azzeccato in pieno il loro intento che era quello : << di favorire e stimolare la lettura , produrre , sviluppare , tradurre in atto dele esperienze interiori , attraverso , un testo poetico , un opera pittorica e un immagine fotografica . Educare alla comprensione di un testo .Potenziare la sensibilità estetica . educare all'immagine . [...] Creare,cosa insuale ,una quadreria dedicata al visitatore al fine d'invitarlo oltre che alla cvisione della mostra , al piacere dela lettura, di ulteriori testi poetici , alla visione di altre opere d'arte ,[...]. Gli allievi hanno voluto e potuto scegliere tra una rosa di poeti e di artisti , le opere e i testi che più hanno sentito consoni al loro stato d'animo , alle loro emozioni , pensieri , paure , e che hanno poi ,tradotto in immagini con una macchina fotografica . >> (dal volantino della mostra ) . Ottimo e riuscito il tentativo di mettere in atto la teorie estetiche M.Marangoni  dimenticato e poco citato dalla critica ufficiale salvo che nei testo per specialisti e universitari .
Le opere di questa mostra sono meglio di quelle d'artisti professionisti che molto spesso si danno tante arie e sono ridondanti di boria ; . E molto spesso appena qualcuno\a alle prime armi non s'omologa al gusto corrente lo bolla e lo etichetta come dilettante recependo le loro opere come insulse . Gli autori delle opere esposte dimostrano una capacità di mettersi in discussione ( cosa sempre più rara in una cultura omologata alla tv e al conformismo imperante ) di non chiudersi come fanno molti intellettuali ed artisti in una torre d'avorio o peggio nell'attendismo e nell'omologazione . Un energia vitale , una potenza espressiva , un senso di plasticità . << [...] Un qualcosa capace di fotografare ciò che va oltre l'aspetto visivo e può dipingere i colorio dell'anima , la nostra anima Noi anime e vite diverse , con storie ed esperienze diverse , ma con una caratteristica comune








la paura
Quella che può farti
tremare
piangere
soffocare
ma non solo .....









>>
 ( idem  citazione  precedente  )
Infatti  in  tale mostra il vocabolo paura viene riportata alla giusta dimensione : cioè aiuta a comprendere che i nostri timori , piccoli o grandi che siano non appartengono solo a noi . Con questo progetto ho avuto modo di capire , di iniziare ( o ricominciare ) il piacere d'ascoltare gli altri\e , di poter finalmente tirare fuori ( cosa che in queste periodo non sto più facensdo in quanto cadevo nell'errore di considerarlo come i miei genitori o critici elucubrazioni mentali ) ciò che è dentro di noi .Ho imparato ulteriormente che il merito va sia ai detratori ( fra cui ex cdv e utenti di questo blog ) sia da chi nonostante le divergenze culturali , politiche , continua a scrivere o a commentare sulo blog o a scrivermi via email , a fermarmi in strada o sms al cellulare che mi hanno seguito o mi seguono tutt'ora anche non commentando che mi hanno e continuato a seguirmi attivamente o passivamente , in questo picco
mi9 ha gentilmente messo su cdlo , ma dolce e fecondo pezzetto di vita \ strada . Ringrazio quindi i curatori dell'esposizione perc è grazie a loro che posso affermare ( anzi riaffermare ) con gioia e soddisfazione d'essere riuscito ( e di ricominciare a percorrere la strada che avevo smarrito ) a ridimensionare le mie paure e dare loro il giusto peso e a non crearmene inutili . Un Grazie anche per avermi fatto vincere ricredere da quel pregiudizio pessimistico che questa generazione fosse solo una generazione di pecore e omologata ed incapace di uscire dal gruppo per parafrasare romanzo Jack frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi


. Infatti  ecco cosa  dice  l'edizione  di Olbia \ gallura  della  nuova sardegna  edizione Olbia  del 23\5\06  :
<<
TEMPIO. Ha saputo cogliere nel segno e ottenere molti consensi la mostra che gli studenti di una seconda classe del Liceo psicopedagogico di Tempio hanno realizzato e allestito nei giorni scorsi al Palazzo Pes. La mostra è stata anche il risultato di un progetto didattico cui studenti e insegnanti hanno voluto dare un titolo suggestivo in grado di raccogliere il senso delle esperienze maturate e della carica sentimentale trasferita nella produzione dei lavori. “Senza buio e senza paura” (titolo dell’esposizione) è stata, come hanno potuto riconoscere i visitatori, una mostra come poche altre, e non solo perché ad averla realizzata, malgrado la sapiente partecipazione di insegnanti (Lucia Naitana e Velia Sechi) ed esperti (la fotografa
Stella Ciotti), siano stati dei ragazzi che da poco più di un anno si sono affacciati nel mondo delle scuole superiori.  Della mostra ha colpito,in particolare, l’intensità della ricerca individuale che i giovani autori hanno messo in luce, scavando nei propri vissuti e facendo emergere con coraggio ed onestà le attese e le comprensibili paure del tempo che vivono. Con i loro scatti gli studenti hanno rappresentato un mondo che non sempre appare così come realmente lo vivono e percepiscono. La paura è stata perciò il leitmotiv della mostra: la paura che nasce dal complesso rapporto con gli altri, la paura che comporta l’azzardo di scelte che non si possono non compiere, la paura che negli altri ci sia solo sopraffazione e indifferenza. Ma anche la paura che, in una sala d’ospedale, si confonde con la speranza. Il buio e l’oscurità hanno costituito la linea cromatica per le immagini realizzate.  Come commento e termine di confronto gli studenti hanno utilizzato opere di grandi artisti (Boccioni, Cezanne, ad esempio) e liriche di poeti come Neruda e Satta.  Il risultato finale è stata la descrizione, tanto psicologica quanto artistica, di un universo inquietante e minaccioso di cui è sempre bene raccogliere e non rigettare mai la sfida.  La mostra, che si è chiusa nei giorni scorsi, avrà presto un seguito. A giorni sarà allestita nei locali dell’aeroporto di Fertilia (luogo quanto mai indicato per incrociare sguardi, filtrare paure, osservare ciò che di solito sfugge alla vista) e prossimamente farà capolino anche in due scuole di Firenze e Lodi, dove insegnanti e dirigenti scolastici hanno chiesto di ospitarla. (g.pu.)
>>


Un vero  peccato   che non ho potuto , SIC , usare la mia macchina fotografica perchè un giono avevo le pile scariche e gli altri giorni perchè me la dimenticavo . Pero ho provveduto : 1)   riportando l'url (http://snipurl.com/q404 se nel caso  fosse cancellato  o non più presente   in quanto è un autore oltre che profilico  in continuo movimento e in word  progres  eccovelo qui a sinistra   direttamente dal mio pc












10.5.06

Senza titolo 1273

Maria, una mamma

 


Mentre Maria sbriga il lavoro domestico e fa le faccende quotidiane,


il suo spirito persevera nella preghiera. Adora Dio nel cielo,


ma anche nel suo Figlio. Questa preghiera, che tocca e racchiude


cielo e terra, la fa partecipare alle preoccupazioni del Padre, alle


gioie e alle preoccupazioni del Figlio, ma non riduce la sua autentica


partecipazione agli avvenimenti terreni. Forse le dà un poco di


colore, poiché vive nella fede e nella speranza e non si lascia opprimere


da ciò che è incomprensibile e sovrabbondante nella sua vita;


fa perdere importanza alle piccole preoccupazioni della vita di fronte


alle preoccupazioni per l'opera futura del Figlio, per ciascuno dei


giorni di lui, per la sua propria preparazione a tutto questo. Proprio


in Maria si mostra il giusto curare­ (non si potrebbe dire spartire)


i diversi doveri e diritti. Soffre nella croce insieme col Figlio,


e lascia che sia nascosto ciò che deve restare nascosto:


la sua consapevolezza della redenzione.


Deve sostenere un determinato grado di notte.


Ma ciò non le impedisce di vivere la gioia piena della resurrezione,


la fede piena, ininterrotta, in essa. E tuttavia più tardi rivivrà nella


piccola casa di Giovanni, le piccole preoccupazioni, e ciò sarà


giustissimo. Soltanto nella misura minima in cui è stato


possibile risparmiarlo al Figlio, viene risparmiato a Maria il vivere


a contatto con il mondo, così com'è, con il suo peccato e le sue


mancanze, e il bisogno pressante di più preghiera e l'impossibilità


di esaurire la preghiera. C'è nella sua esistenza una fortissima tensione;


benché possa sembrare che, con il suo sì, metta dietro di sé


ogni tensione, da ogni superamento nasce qualcosa di nuovo, che


deve a sua volta essere superato. Nel suo lasciar-accadere non c'è


nulla che non possa stare in esso. Maria deve continuamente restare


vigilante: non soltanto per ascoltare nella preghiera la voce


di Dio per perseverare davanti a lui nel silenzio, ma per accettare


ogni nuovo compito. La vigilanza condiziona la partecipazione. E


la partecipazione condiziona a sua volta il patire. Il patire significa


sempre, anche dopo la resurrezione, patire ancora con il Figlio


sulla croce.







Certo si può vedere tutta la vita della madre come una semplice


curva, dal percorso ininterrotto, che tuttavia è spezzato da un


numero incredibile di cose, che hanno l'apparenza di epicicli o di


ritorni all'indietro. In essi si scorge l'effetto della preghiera di Maria.


Ella prega sempre per ciò che verrà, ma non può e non deve


separarlo da ciò che è stato. E quello che della sua sostanza mette


dentro alla preghiera, porta nuovo frutto nel suo senso e nel Dio


trinitario. Lei vive per amare e ama per vivere. Questo sia nella


sua preghiera come nel suo operare, sia nella sua contemplazione


come nella sua azione. E può accadere benissimo che nella sua


preghiera non porti soltanto davanti a Dio le grandi domande della


chiesa, non soltanto le innumerevoli domande


dei prossimi, ma anche le piccolissime, insignificanti domande che


le si impongono nel suo vivere quotidiano. Queste cose stanno tutte


sotto l'effetto della preghiera e si trasformano in essa e avrebbero


ricevuto un aspetto del tutto differente, se non fossero divenute


anche parte della sua preghiera totale


Senza titolo 1272



Auguri Presidente!
Per conoscere la storia di Giorgio Napolitano clicca QUI

Senza titolo 1271

nay_stmai sentita una  musica  mistica  cosi  profonda e trascinante  come  questa  ( se nel caso non riuscisse  , in quanto è un file  in linux , a scaricarlo  lo trovate  qui http://www.sufi.it/sufismo/nay.htm  cliccando Ascolta il ney . Alla faccia di chi dice  che  i mussulmani sono tutti  terroriosti e fondamentalisti 

8.5.06

Senza titolo 1270

LE ANIME DEL PURGATORIO

A Padre Pio non si rivolgevano solo i vivi. Anche le anime del Purgatorio. Era ancora un giovane frate quando vide aggirarsi nella foresteria un misterioso vecchietto. Era tardi, gli chiese chi l'avesse fatto entrare. Quello rispose che aveva bisogno delle sue preghiere per uscire dal Purgatorio, luogo nel quale si trovava dal 1884. Disse anche di essere morto lì, nell'incendio che aveva devastato il convento in quell'anno. E' sparì. Il frate domandò al portinaio, ma quello non aveva visto nessuno. Si fecero ricerche presso archivi del Comune e si scoprì che davvero un vecchio era morto carbonizzato nell'incendio del 1884. Padre Pio cominciò a pregare come richiesto e da quel momento cessarono i rumori di catene e le apparizioni di cani mastini neri che avevano terrorizzato molti in convento fino a quel giorno. Un'altra volta vide un fraticello che lustrava come un matto gli arredi nel coro. Non lo aveva mai visto prima, e dire che conosceva tutti là dentro. Gli chiese chi fosse e il giovane rispose di essere un novizio morto molti anni prima, ancora giovane. Scontava in Purgatorio le negligenze del suo noviziato e si raccomandava alle preghiere di Padre Pio. Anche quest'anima fu liberata. Il Sanguinetti una volta lo trovò che stava pregando per suo nonno. <<Ma come, Padre, se mi ha detto tempo fa che era già in Paradiso!>>. Quello rispose che erano state proprio le sue preghiere ad aiutarlo ad andarci. Ma non solo quelle già dette; anche quelle ancora da dire. Padre Pio non aveva studiato molto, ma aveva della teologia quella conoscenza <<autentica>> che hanno i mistici. In effetti passato e futuro sono nozioni che vanno bene per noi che siamo nel tempo. Nell'eternità è un'altra cosa. Anche per questo il frate partecipava volontariamente alle sofferenze di Cristo: facendolo nel presente era come se fosse stato al Suo fianco nel passato. 


Senza titolo 1269

Non vi è cosa
che non sia generata da qualcos'altro.
Quindi non vi è cosa
che non sia vuota.


Nagarjuna

roberto libero!!!!!!!!!!

CASTELNOVO MONTI (RE, 8 mag. 2006) - E' arrivata attorno alle 14 ora italiana al Sindaco di Castelnovo Monti la notizia che il Tribunale di Igoumenitza ha accolto l'ultima domanda presentata dalla difesa del sub castelnovese Roberto Zappaterra per il rilascio su cauzione. Spiega il Sindaco Gianluca Marconi: "E' una notizia che ci solleva e ci da grande soddisfazione: il tribunale si è espresso in tarda mattina, e soltanto perchè gli uffici preposti al ricevimento della cauzione erano già chiusi non è stato possibile far uscire già oggi Roberto dalla sua cella di Amfissa. I fratelli pagheranno la cauzione nella prima mattina di domani, quindi Roberto potrà finalmente uscire. La cauzione è stata fissata in 15 mila euro: naturalmente trattandosi, appunto, di una cauzione la cifra verrà restituita al momento del processo, ma restiamo perplessi di fronte ad un importo che appare molto ingente e non proporzionato al valore dei reperti raccolti da Zappaterra, stimato in 900 euro. Sono personalmente molto contento che questo risultato arrivi dopo il mio viaggio in Grecia per cercare di sostenere la causa di Roberto: spero che anche questo sia servito a far comprendere ai giudici che non si tratta di un trafficante internazionale di reperti. Ha certamente commesso un errore, una grande leggerezza, ma del resto ne è lui stesso consapevole e lo ha ammesso da subito: l'accoglimento della richiesta per la libertà su cauzione dimostra che i giudici hanno accolto questa tesi".


FINAòLMENTE UNA BUONA NOTIZIA!!!!!!!!!!!!!!

problemi tecnici

a causa di  problemi con linux e  la  poca dimestichezza con la nuova versione di  splinder ho cancellato  alcuni post . alcuni  sono riuscito a recuperrali   trovandoli online   da  altri siiti  , altri chiedeo a Benedettaj  di ripostarli  .

ecco quello che  ho recuperato 

preso  dal bellissimo blog   anche se differente  da me  per  cultura  e  politica  ,  ma  un blog  valido    fatto da uno spirito libero  http://splendor.splinder.com/

Tiçchfaid àr la
Il nostro giorno verrà



Come è buono il vino, ma è finito. Come è fragrante la rosa, ma sta morendo. Come è leggero il vento, ma sospira. Cosa c'è di buono nella giovinezza quando invecchia? Quale gioia c'è in occhi che non vedono? Quando c'è tristezza nella luce del sole e nei fiori, e saranno sempre e soltanto i nostri fiumi a scorrere liberi.



Michael Mc Cannel 1973


Belfast - Murale che ricorda Bobby Sands
Era il maggio del 1981 non avevo ancora sedici anni e con Gigi e Giacomo – gli inseparabili compagni di scorribande in motorino – avevo sposato la causa dei giovani attivisti irlandesi dell’IRA che scioperavano nel blocco H del carcere di Long Kesh.
Esponevamo lungo il corridoio del Liceo Plinio, all’ora di ricreazione, lugubri manifesti listati a lutto che scandivano i primi decessi dei giovani hung strikers irlandesi.
Poi arrivò l’estate, il nostro giovanilismo ci fece scordare velocemente la “causa” – non si muore d’estate, dice Pavese – tornati dalle vacanze estive contammo dieci morti e li chiamammo martiri, qualche mese dopo il nostro sentimento antinglese si rivolse verso la Regina e le scorribande della Royal Navy nelle isole Falkland …
Ricordare quegli avvenimenti oggi, che sono venticinque anni dalla morte del primo dei dieci scioperanti, rende giustizia anche a quello che – per inesperienza – non riuscimmo a comprendere allora. E non vuole essere un semplice atto di nostalgia, ma una memoria per rendere assaporabile - qui ed ora - la conquista quotidiana della propria libertà: la libertà vale più della vita.

“Oggi è la festa di San Patrizio e come al solito niente di notevole. Sono stato a messa. Con i capelli tagliati stavo meglio. Non conoscevo il prete che ha detto la messa. Gli inservienti distribuivano il cibo a tutti quelli che tornavano da messa. Hanno provato a darmi un piatto pieno. Me l’hanno messo sotto il naso, ma io ho tirato dritto come se non ci fossero. Oggi ho ricevuto due giornali e, piacevole novità, c’era l’Irish News. Ad ogni modo ricevo tutte le notizie dai ragazzi. Ho visto uno dei dottori questa mattina, un tipo sbarbato. Mi sfibra. Il mio peso è di 57,50 Kg. Nessuna lamentela. Il governatore è venuto da me e mi ha detto aspramente: "Vedo che stai leggendo un libro breve. Meglio così, se fosse lungo non riusciresti a finirlo". Ecco che gente sono. Maledetti! Non importa. È stata una giornata lunga. Pensavo allo sciopero della fame. La gente dice tante cose del corpo, ma non vi fidate. Io penso che ci sia davvero una specie di lotta. Prima il corpo non accetta la mancanza di cibo e soffre per la tentazione del cibo e per altri fattori che lo tormentano in continuazione. Il corpo reagisce, naturalmente, ma alla fine della giornata tutto ritorna alla considerazione primaria, cioè alla mente. La mente è la cosa più importante. Se non hai una mente forte per resistere a tutto non ce la fai. Ti manca ogni spirito combattivo. Ma da dove ha origine questa forza mentale? Forse dal desiderio di libertà, ma non è proprio certo che venga di lì. Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti. Non mi stroncheranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese mi stanno nel cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna.”

Bobby Sands – 17 marzo 1981

NOTIZIE DALLA GRECIA

Come promesso vi aggiorno sulle notizie che ho di Roberto Zappaterra il sub reggiano incarcerato in Grecia per avere raccolto dei pezzetti di anfora dai fondali ellenici ben 2 mesi fa...


Sabato c'è stata l'udienza per stabilire se era possibile fare uscire Roberto su cauzione visto che il valore dei reperti non superava gli 800 euro...


Sembra (teniamo le dita incrociate) che abbiano accettato una cauzione di 6000 euro e che lui possa ritornare libero presto....(aspettiamo conferma da un momento all'altro)


Sembra e speriamo.....


un saluto e grazie a tutti per la solidarieta' dimostata.

7.5.06

Senza titolo 1268

Rubo un po' di spazio a questo bellissimo blog solo per avvisare che il mio blog è stato aggiornato...con il resoconto de "La Festa Dell'Arte", woostock e tutto il resto...visitami CL*N

Senza titolo 1267


BUONA DOMENICA A TUTTI!!!!

30.4.06

Senza titolo 1266

Festival letteratura e giornalismo di viaggio

festival


I° Festival di letteratura e giornalismo di viaggio. Padova dal 26 al 28 Maggio 2006. info: attivita.culturali@porsche.it

Pedro Salinas - 1

"Non respingere i sogni perché sono sogni"
Pedro Salinas

Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno. Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola. Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.


Eccomi qui...son una nuova blogger di qst splendido luogo...sono molto onorata
di farne parte e ringrazio chi di dovere per l'invito!



°daniela°


29.4.06

Senza titolo 1265


trovata in internet


 

Brividi di piacere
scivolano sulla mia pelle nuda
quando le tue delicate mani
accarezzano il mio corpo.
Le tue gambe dentro le mie
Tu dentro di me
Le tue dita fanno dei ghirigori sulla tua nuca
mentre ti bacio i morbidi capelli.
Ti sento forte e possente in me
Non sono più io,
ma…
un’arpa dal melodioso suono,
Mentre la tua lingua cerca la mia
Viviamo…
Mentre le tue mani mi desiderano
Viviamo…
e lo stridore dei vecchi censori
disprezziamolo.
Viviamo una …cento…mille
interminabili notti. 
Si…parlami
Vivimi…
Toccami…
Nell’ infinito che mi fai raggiungere
Esauriscimi senza pietà .
Ricomincia ancora.
Parlami…
Ripetimi …
Dimmi di te…
di cosa provi.
Dimmi tutto nel proibito
nelle emozioni di noi.
Non togliere le mani brucamente da me.
Ti amo.
Silvana 


28.4.06

Senza titolo 1264


Leggendo   sulla blog comunity di Pino scaccia  la news  e i commenti   dell'attewntato a Nassyria   mi viene in mente  una canzone  insegnataci dal prof  di francese allle superiori  proprio durante la prima guerra del  golfo ( 1991  )  che  ho deciso di   usare , vista  l'attualità  nonostante  sia stata  scruitta  ben  52  anni fà  come   Colonna  sonora   del  post  d'oggi 


 Le Déserteur  di Boris Vian

Monsieur le Président
Je vous fais une lettre
Que vous lirez peut-être
Si vous avez le temps
Je viens de recevoir
Mes papiers militaires
Pour partir à la guerre
Avant mercredi soir
Monsieur le Président
Je ne veux pas la faire
Je ne suis pas sur terre
Pour tuer des pauvres gens
C'est pas pour vous fâcher
Il faut que je vous dise
Ma décision est prise
Je m'en vais déserter

Depuis que je suis né
J'ai vu mourir mon père
J'ai vu partir mes frères
Et pleurer mes enfants
Ma mère a tant souffert
Elle est dedans sa tombe
Et se moque des bombes
Et se moque des vers
Quand j'étais prisonnier
On m'a volé ma femme
On m'a volé mon âme
Et tout mon cher passé
Demain de bon matin
Je fermerai ma porte
Au nez des années mortes
J'irai sur les chemins

Je mendierai ma vie
Sur les routes de France
De Bretagne en Provence
Et je dirai aux gens:
Refusez d'obéir
Refusez de la faire
N'allez pas à la guerre
Refusez de partir
S'il faut donner son sang
Allez donner le vôtre
Vous êtes bon apôtre
Monsieur le Président
Si vous me poursuivez
Prévenez vos gendarmes
Que je n'aurai pas d'armes
Et qu'ils pourront tirer


qui troverete   la  storia   dele censure  che la canzone ha dovuto subire  e  di tutti gli interpreti  che l'anno ripresa 

Attentato a Nassiriya: senza parole



Bomba nella città irachena, quattro morti, tre sono italiani 


quanta gente deve morire ancora..quanta?


Nel  fiume  d'inchiostro e di retorica  , e di polemiche  che diventano  seghe elucubrazioni mentali  inutili   , come  : <<  ritiro o non ritiro , missione di pace o  guerra , ecc >> lascio la parola ad  Adele  Parrillo ( http://adeleparrillo.splinder.com/ ) l'unica vedova  di stato  che non può commemorare ufficilamente il  suo uomo perchè   convivente    : <<  E' successo ancora. Un'altra Nassirya. Altri morti. Altro dolore. Altre vedove. Altri bambini che cresceranno senza padri. Altre parole di circostanza, parole vuote, senza senso. Bugie. Un'altra eredità del governo Berlusconi... Via dall'Iraq!! Perchè quella non è una missione di pace! E' una missione di pace secondo voi quella dove i militari, prima di partire devono firmare il Codice Militare Penale di Guerra? No! Non lo è. Quindi basta con le menzogne e l'amor di patria.....Che i politici lascino piangere in pace le vedove senza la loro retorica stantìa.>> e con queste parole  dello scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt. : <<  QUANDO LO STATO TI INSEGNA A UCCIDERE SI FA CHIAMARE PATRIA.>> e  con un estratto di un intervista  a  Marco Intravaia, fratello di Domenico, morto il 12 novembre 2003 a Nassiriya intervista a pagina 5   dell'unita  di oggi 28\4\2006 <Quando sento parlare di missione di pace, ancora oggi, in Iraq la rabbia cresce. Ma quale missione di pace? Le torture e le sevizie a cui sono stati sottoposti gli iracheni cosa sono? Come si può parlare della missione americana come di un’operazione di liberazione? Bisogna andare via da lì, gradualmente ma bisogna andare via. A Prodi chiedo di mantenere i suoi impegni, di riportare i nostri militari a casa >>

Per  finire  concludo   segnalandovi  un  buon libro :   venti sigarette  a Nassyria di  Aureliano Amadei  e  francesco trento  una  delle perle  in mezzo alla  merda  di   stucchevole retorica   che  nuovamente  tornerà  a farsi sentire  fra oggi che ritornano le salme  e  i feriti    e chi sà per  quanto  ancora  un libro stupendo e struggente. Consiglio vivamente di leggerlo, soprattutto perchè vi sono celate molte verità nascoste ai benpensanti... Proprio quando si vivono momenti terribili, ci si rende conto dell'importanza delle persone che abbiamo perduto... Un grazie ad Amadei... Perchè troppe persone dimenticano l'atrocità della guerra...







P.s
Lo so che volevo evitare  le segne  mentali ,ma  non posso  farne  a meno dopo che  ho letto questa news  che non riesco a sintettizzare   e che riporto per intero  . dall'unitò online del 28\4\2006  :


A febbraio i servizi segreti italiani avevano segnalato la presenza intorno a Nassiriya di esponenti del disciolto partito Baath e di cellule saudite in grado di predisporre trappole esplosive di nuova tecnologia da interrare e poi far saltare con radiocomandi al passaggio di convogli militari italiani

Sismi: la strage di Nassiriya era prevedibile
I «sensori» della rete del Sismi nel quadrante di Nassirya, si mettono in allarme all'inizio di febbraio. In quei giorni Abu Musab Al-Zarqawi viene segnalato in trasferimento da Nord a Sud del paese. Chi passa l'informazione fornisce dettagli precisi. Il terrorista più ricercato dell'Iraq si sta spostando insieme a una donna e un bambino e a Nassirya i suoi uomini dispongono di un appartamento di copertura ad Hayuroh, una strada della città. Secondo l'informativa, il trasferimento di Al-Zarqawi avverrebbe in contemporanea a quello di esponenti del disciolto partito Baath e di cellule saudite in grado di predisporre trappole esplosive del tipo IED (Improvised Explosive Device) da interrare nelle sedi stradali e poi far saltare con radiocomandi al passaggio di convogli militari italiani e della polizia irachena. L'obiettivo, dicono le informative, è di alzare il livello di scontro in un'area (quella meridionale) ancora trascurata dalla strategia dei gruppi terroristici e della guerriglia. A marzo l'allarme per le infiltrazioni verso Sud è altissimo. Gruppi di miliziani fondamentalisti non controllati dall'imam sciita Moqtada al-Sadr e terroristi stranieri sono in arrivo da Ramadi e Falluja. Verso la fine di marzo, l'intelligence militare segnala nella zona di Ash-Shatrah, vicino Nassirya, la presenza di guerriglieri iracheni dell'ex Baath specializzati in esplosivi del tipo IED. E nella prima metà di questo mese la rete del Sismi consente l'individuazione di un terrorista (S.D. le iniziali del nome), sorpreso in una abitazione nei pressi di una scuola elementare, mentre sta monitorando il passaggio di un nostro convoglio militare in movimento tra Ash-Shatrah e Nassirya.

di Andrea Purgatori

 Esplosivo «Made in Iran» logistica irachena, regia di Al-Zarqawi. Nelle informative che negli ultimi tre mesi l'intelligence militare italiana aveva passato ai comandi militari sul campo c'erano, purtroppo, tutti gli elementi necessari ad immaginare che sarebbe finita così. Lo spostamento verso il Sud del Paese del luogotenente di Osama Bin Laden. La presenza intorno a Nassiriya di esponenti del disciolto partito Baath, fuggiti in Siria e rientrati in Iraq con passaporti falsi. Lo stoccaggio di esplosivi di nuova generazione in arrivo dalla Repubblica islamica. Erano state individuate anche due basi d'appoggio in città e un terrorista, bloccato mentre stava monitorando il passaggio di un nostro convoglio militare. L'attentato era in gestazione da tempo. E quella del 22 aprile scorso probabilmente non era stata una prova generale o un avvertimento, ma uno sbaglio provocato da un errato posizionamento della carica. Un episodio forse sottovalutato, visto che l'esplosione di ieri è avvenuta nello stesso punto e alla stessa ora.

Infine, a metà aprile, la notizia più preoccupante. Dall'Iran sono arrivati a Nassirya nuovi ordigni IED, tecnologicamente più sofisticati e capaci di un'onda d'urto frontale devastante. Si chiamano EFP (Explosively Formed Projectiles) e consistono di una carica cava che espelle un dardo di metallo incandescente in grado di perforare la corazza di un mezzo blindato provocando un incendio all'interno. Secondo l'informativa, questi ordigni di fabbricazione iraniana sarebbero stati nascosti dentro fusti di olio esausto in alcune officine di Nassirya dove dei terroristi artificieri giunti appositamente in zona provvederebbero all'assemblaggio con gli inneschi radiocomandati.


È il prologo dell'attentato di giovedì scorso. Preceduto dall'attacco fallito del 22 aprile. Stesso posto, stessa ora. Una carica interrata EFP fatta saltare a 10 metri di stanza dal mezzo blindato italiano e il dardo incandescente che colpisce e perfora il lato sinistro esplodendo internamente in una vampata di fuoco. Nel pomeriggio, quando arriva la doppia rivendicazione delle Brigate Imam Hussein (ex baathisti) e dell'Esercito islamico in Iraq (Al-Zarqawi) con solito blabla roboante lo scenario è già tutto così tragicamente chiaro che persino il Pm Franco Ionta, capo del Pool antiterrorismo della Procura di Roma, non può fare altro che dichiarare: «Nei giorni scorsi ci sono state delle prove tecnico-operative che non hanno raggiunto l'obiettivo, mentre quello di oggi (ieri, n.d.r.), purtroppo ha avuto un tragico evento per cui credo che ci fosse una preparazione specifica. Dunque un episodio non imprevedibile». Toccherà adesso a lui scoprire se qualcosa non ha funzionato nel sistema di prevenzione messo in atto dalle nostre forze militari sul campo.



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Senza titolo 1263

«Quando sento parlare di missione di pace, ancora oggi, in Iraq la rabbia cresce. Ma quale missione di pace? Le torture e le sevizie a cui sono stati sottoposti gli iracheni cosa sono? Come si può parlare della missione americana come di un’operazione di liberazione? Bisogna andare via da lì, gradualmente ma bisogna andare via. A Prodi chiedo di mantenere i suoi impegni, di riportare i nostri militari a casa».

Marco Intravaia, fratello di Domenico, morto il 12 novembre 2003 a Nassiriya 

27.4.06

Senza titolo 1262

la  giustizia  è morta  . Speriamo che  chi gli abbia gli occhi chiusi o   coperti da prosciutto gli apra  .

Processo Sme. Nessun appello per Berlusconi, respinte le richieste di accusa e difesa. Ma Cir potra' chiedere i danni


Silvio Berlusconi depone al processo


Milano, 27 aprile 2006


 Non ci sara' il processo di appello per Silvio Berlusconi. La Corte d'appello di Milano ha infatti respinto tutte le eccezioni, compresa quella sulla legittimita' costituzionale della legge sull'inappellabilità, proposte da accusa e difesa. Pertanto per Silvio Berlusconi, accusato di corruzione nel procedimento stralcio Sme-Ariosto, ma gia' giudicato in primo grado con un verdetto di prescrizione e assoluzione, non ci sara' il processo di secondo grado. Non si esclude un possibile ricorso in Cassazione da parte dell'accusa.
<>I giudici della seconda sezione della corte d'appello di Milano, in particolare, hanno rigettato l'eccezione di costituzionalità in merito alla legge Pecorella sull'inappellabilità delle sentenze di assoluzione e proscioglimento, sollevata dalla procura generale del capoluogo lombardo. < >
"Rientra nelle scelte discrezionali (purché non arbitrarie) del legislatore la limitazione del potere di proposizione dell'appello", sostengono i giudici nelle motivazioni della decisione, tanto è vero che "il doppio grado di giurisdizione di merito non gode di copertura costituzionale e neppure trova fondamento nella convenzione europea per la salvaguadia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali".
I magistrati d'appello hanno rigettato anche le richieste della difesa di Berlusconi, che chiedeva di considerare inammissibile il ricorso della Procura generale. Cio' significa che, salvo accoglimenti di eventuali ricorsi, viene confermato il verdetto per cui Silvio Berlusconi venne assolto dall'accusa di aver "aggiustato" la sentenza civile Sme e prosciolto, con la formula della prescrizione, dall'accusa di aver "comprato" il capo dei gip romani Renato Squillante.
Via libera, invece, a un procedimento di carattere civile cosi' come chiesto dalla Cir. Nel provvedimento depositato oggi, la Corte d'appello di Milano, dopo avere 'bocciato' l'appello e le questioni costituzionali avanzate dal procuratore generale, ha dichiarato ammissibile 'solo' l'appello proposto dalla parte civile Cir che il 3 giugno del 2005 si era 'opposto' al verdetto di primo grado chiedendo "l'accoglimento delle sue pretese civili collegate alle vicenda giudiziaria riguardante la compravendita delle azioni della Sme".


Senza titolo 1261

SAPPIATE...


 


Un giorno la Madonna disse a Jelena:" Non cercate cose curiose; nel Vangelo avete tutto;


leggetelo e credete! Vi troverete la risposta a tutti i quesiti.


Abbracciate tutte le parole che vi ha detto il mio Figlio, e capirete tutto.".


 

26.4.06

Senza titolo 1260

IL SILENZIO




Il silenzio diventa forza 


per portare la prova.


Il lamentarsi, il discutere,


il parlare delle difficoltà


fa invece diminuire le forze.


Di fronte alle prove personali,


prima di ribellarsi,


prima di ragionare sulla situazione,


bisogna mettersi in silenzio, 


attendere umilmente


che Dio ci manifesti il suo disegno,


credendo di essere sempre e ancor più


nelle sue mani.


 

25.4.06

Senza titolo 1259

no al nucleare  sia per uso civile ( almeno  fino a quando non ci saranno studi  sicuri al 100  %   che ne consentano  l'uso senza pericoli  )  sia per uso  bellico 
   cernobil 26\4\1986  26\4\1006 docet 





una delle tantissime  e cruenti  foto  su tale disastro  tratte  da   questo sito  in radom    http://snipurl.com/pnea

Senza titolo 1258

















per chi per  chi vfosse della zona o chi per turismo o  quant'altro fosse in zona   segnalo questa iniziativa 

V FESTIVAL "IN#C" BORORE TIM BERNE-LUIGI LAI

 



 



V festival”IN#C”    borore 30aprile-01maggio2006



 



L’associazione culturale “in#c” e’ attiva dal 2000 con l’obbiettivo di aprire nuovi varchi ad ambiti spesso nascosti nel panorama delle musiche contemporanee , ma che reputa forme di esressione piu’ vitali e creative.
“dalla tradizione bisogna partire,scoprendola meticolosamente,per rinnovarla e superarla.per creare nuova tradizione,ovvero per vivere il futuro.la musica è’ terreno fertile per questa creazione di futuro,per questo incontro tra la tradizione e il nuovo”.
“IN#C” rinasce per il quinto anno,dopo aver ospitato nelle passate edizioni musicisti di ambiti  eterogenei come il duo di launeddas zucca-orru’ ,il duo palmas-murgia, il chitarrista paolo angeli, i romani zu,i giapponesi ruins ed  acid mothers temple e il leggendario henry grimes col suo quartetto(h.drake,j.moondoc,k.jamal).
per l’anno 2006 ci proponiamo di realizzare un minifestival di due serate. la prima il 30 aprile 2006 con il maestro delle launeddas luigi lai.la seconda serata il 1 maggio con la musica  impro-jazz del trio newyorkese tim berne big satan(tim berne sax,marc ducret chitarra,tom rainey batteria);sono previste inoltre proiezioni di cortometraggi e video-arte di giovani autori emergenti(30aprile ore 21:00).




Ingresso gratuito.



 




30 APRILE h 21:30 BORORE museo del pane(v.le baccarini) concerto didattico con LUIGI LAI
Musicista dalle qualità sconfinate, vera e propria memoria vivente di un  patrimonio e di una tradizione che  trova sempre più vasti consensi ,Luigi Lai è infatti ,senza dubbio,il suonatore più conosciuto e apprezzato  anche a livello internazionale .
Allievo di Antonio Lara  e di Efisio Melis ,in giovane età dovette emigrare in Svizzera dove rimase quindici anni  senza mai abbandonare lo strumento.
Rientrato in Sardegna ha intrapreso la carriera di suonatore professionista ,svolgendo una intensissima  attività concertistica  caratterizzata da varie partecipazioni e collaborazioni innovative con altre realtà musicali (celebre quella col cantautore italiano Angelo Branduardi).Lo stile prevalente è quello del Sarrabus,con molti accenti virtuosistici personali che caratterizzano le sue esecuzioni .Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche
01 MAGGIO h 21:00 BORORE sala comunale loc.SanLussorio
TIM BERNE BIG SATAN avant-free-jazz-new york
Big Satan Trio  è sicuramente uno dei progetti più interessanti ed apprezzati ,per originalità e virtuosismo,della scena impro-jazz internazionale,guidato dal sassofonista newyorkese Tim Berne e completato da collaboratori di lunga data  come il batterista  Tom Rainey  e il chitarrista Marc Ducret.Il trio è un’esplosione di suoni,di atmosfere che conducono lo spettatore in un universo assolutamente nuovo e coinvolgente.
Inutile ribadire come ogni piega della musica di Berne sia immersa nella storia del Jazz: l’acida allusività di Julius Hemphill, i labirinti di Steve Lacy, l’acuminato candore di Jimmy Lyons e, perché no, il tematismo tentacolare di Anthony Braxton. Il tutto poggiante su strutture aperte a lunghi sviluppi, in cui ai tre protagonisti è richiesta la massima coerenza nell’offrire contemporaneamente contributo solistico e paritario dialogare.Nel suo distendersi attraverso lunghe sequenze, la musica del trio è pervasa da una continua tensione, trovando segnatamente nelle fasi di elaborazione dell’articolato materiale tematico la sua forza maggiore: quella di avviluppare l’ascoltatore in un arduo, ma alla fine, avvincente percorso dove ogni particolare, anche quello apparentemente estemporaneo, ci parla del tutto.
TIM BERNE,musicista tra i più influenti nel panorama del jazz contemporaneo,
 E’ più un pittore di atmosfere ancorché un vero e proprio compositore, approdato al sax  ancora diciannovenne e cresciuto sotto l’egida  di un maestro del jazz  come Julius Hemphill con il quale instaura una profonda e sincera amicizia.
 Da buon outsider, anche in molti dei suoi dischi (The Five Year Plan del 1975, 7X del 1980, Spectres del 1981, fino agli ultimissimi Open Coma, Science Friction e Big Satan) Berne più che fare riferimento agli standard, preferisce proporre musica propria, magari con delle personalissime formazioni – il quartetto Bloodcount, con Jim Black, Michael Formanek e Chris Speed, o il trio Paraphrase, con Drew Gress e Tom Rainey – nonché con etichette proprie (dall’iniziale Empire all’attuale Screwgun). Esponente della schiera degli improvvisatori più genuini e sinceri, Berne si affianca a musicisti che condividono con lui siffatta filosofia, uno stile di musica più che una scuola musicale. Fra le sue collaborazioni, Roscoe Mitchell, John Zorn,Steve Coleman, Wadada Leo Smith, ,Joey Baron, Mark Dresser Pa Chris Speed ul Motian e Bill Frisell, ma anche Ray Anderson, Craig Taborn, Bobby Previte, Alex Cline,
 Michael Fomanek, Herb Robertson Gerry Hemingway, e molti altri.
MARK DUCRET è senza dubbio uno dei chitarristi più vitali ed originali della scena jazz contemporanea. Da sempre interessato ad una varietà sterminata di stili e strumenti (come ad esempio la chitarra baritono ,quella acustica  o elettrica a12 corde,l’oud etc..) è stato membro nel 1986 della 1° orchestra nazionale di jazz in Francia ,oltre ad aver guidato per diversi anni il suo trio,con il quale ha suonato in numerosi concerti e festivals in Francia ,Italia ,Svezia ,India e Giappone.Numerose le sue collaborazioni con artisti  di livello internazionale come David Friedmann ,Miroslav Vitous ,Django Bates , Joey Baron ,Enrico Rava  .Tra i numerosi progetti è doveroso ricordare il suo tentetto “ Seven Songs”con il quale opera una rivisitazione molto originale  della musica degli anni ’60, o come il  quartetto  Latin for Travelers nel quale si serve della partecipazione del percussionista Bobby Previte.Dal 1991 la sua collaborazione con Tim Berne ,gli ha  permesso di diventare uno dei pochi musicisti che suona regolarmente oltreoceano
TOM RAINEY Batterista di indiscusso livello ,fin dal 1979 (anno in cui si è trasferito da Los Angeles a New York) ha suonato in vari festival in Europa come in NordAmerica,collaborando con un ampia lista di artisti del calibro di John Abercrombie,Ray Anderson, Matthias  Schubert ,Tom Varner  etc…
Raney inoltre è stato insignito del premio “National Endowment for Arts”,per aver composto e realizzato  un concerto per percussioni e batteria ,con la partecipazione di Dave Samuel e Arto Tuncboyaci.
Instancabile macinatore/sovvertitore di ritmi abilissimo nel passare da ruvidezze rock a morbidezze timbriche degne di un Paul Motian,attualmente è impegnato in diversi progetti come ad esempio quello con Fred Hersh  Trio,il Paraphrase di Tim Berne e numerosi altri.

 






per Info e avere notizie su dove mangiare e dove dormire:
satobo@tiscali.it
3332584550
 antonov1999@libero.it 3334301396




Senza titolo 1257

Ai compagni d’Italia

Milano vi manda il suo cuore / il vento delle pianure / le sue nevi / bianche di tanti morti, di tante case / il lungo inverno in cui attese / l’ora e l’urlo della riscossa / Vi manda la sua bandiera rossa / il cielo d’aprile / le fabbriche difese ad una ad una / la gioia che l’invase / d’esser viva e libera nel mondo./ Milano vi manda il suo cuore / compagni./ E batte sull’Europa, questo cuore / batte sull’Italia / sveglia i morti / sveglia i vivi nel cielo d’Aprile
Alfonso Gatto, «Rinascita» 1945