4.8.06

Senza titolo 1394






Le code di paglia della RAI




 


Tutti sono moderatamente felici – alla RAI – per i risultati dell’azienda, ad iniziare dal Ministro Gentiloni: ottimi risultati economici, buona qualità, concorrenza sconfitta. Per migliorare ancora la qualità dell’azienda sarà istituito un secondo indice per misurare la qualità del servizio: oltre al consueto Auditel – che misura lo share di gradimento – ci sarà anche un nuovo indicatore per valutare la qualità dei programmi trasmessi.


Ebbene, il nuovo “indice” sembra già nascere con il pollice verso, perché dopo alcune settimane di guerra – di una guerra della quale non si riesce a comprendere quale sarà la finela RAI non ha trasmesso un solo programma d’approfondimento dedicato all’evento, non una trasmissione.


Oggi è facile affermare che – ad Agosto – tutti sono in vacanza…la gente vuole divertirsi…i giornalisti sono in ferie…


No, non la beviamo. La guerra è iniziata il 12 Luglio: all’inizio di Luglio, gli italiani non sono ancora in vacanza, i giornalisti non sono in vacanza. Soprattutto, non sono in vacanza coloro che si prendono le bombe israeliane in testa.


Se si fosse trattato di un attentato di Al-Qaeda – come avvenne lo scorso anno in Gran Bretagna, proprio a Luglio – sarebbero scesi rapidamente in campo tutti i sapienti Soloni di regime per spiegarci anche l’ultimo capello della vicenda, ovviamente secondo il real pensiero di mamma RAI.


Dove sono – oggi – i Magdi Allam, i Franco di Mare, i Bruno Vespa, gli Igor Man, e poi i Caracciolo, i Mimum, i Mannoni, i generali, gli ammiragli…


Sono tutti in Costa Smeralda ed hanno spento il telefonino?


No, perché vorremmo informarli che in Libano si sta combattendo una guerra vera, di quelle che non si vedevano – per l’asprezza degli scontri, per l’incertezza dei risultati – da decenni, una guerra dove le nazioni dell’area potrebbero scivolare rapidamente in un conflitto generalizzato, con l’uso di missili con testate nucleari, chimiche e batteriologiche. Non lo dicono quattro scalzacani sul Web, lo afferma ufficialmente e con gran timore il Ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema.


Forse – visto che non si poteva sparare a zero sull’islamico di turno – mamma RAI non se l’è sentita d’affrontare un argomento dal quale i sostenitori delle guerre di Bush e di Israele sarebbero potuti uscire con le ossa rotte? Sappiamo d’essere una colonia USA nel Mediterraneo, ma non sapevamo ancora d’essere anche agli ordini di Tel Aviv.




 

Con i miei più cordiali saluti

Carlo Bertani bertani137@libero.it www.carlobertani.it

Senza titolo 1393


in  questo ultimo mese  estivo  oltre al tragico 26° anniversario   dellan della strage  alla  stazione  di bologna ( vedere  foto  qui al lato  una delle foto che troverete sul collegamento ipertestuale     e  qui per chi  vuole ricordare  o non  conosce  tale  evento )    da poco celebrato  ,  si celebra  anche  il ventennale di Dylan  Dog  il  fumetto più longevo della Sergio  Bonelli editrice   dopo i suoi  classici  come  Tex,Zagor e  anche Mister No .
Esso  è stato  ( e lo  è tutt'ora  ) il mio bagaglio   di viaggio  . E grazie a lui  che  ho  imparato (  anche se non sempre riesco a metterla  in pratica   )  a rispettare la sensibilità degli altri  ,  a non giudicare per il loro passato e le  loro scelte  , ad inizare  (  è ancora in corso ) il percorso  dell'anti razzismo e  dela non violenza  .
Dall'anterprima   del sito  non ufficiale  Ubcfumetti   (  qui l'articolo  sconsigliabile  a  chi  odia le anticipazioni  ) desumo che da  qui  a ottobre    ne  vedremo dele  belle   . Infatti anche il quotidiano l'unita
pubblichera  da  sabato  a puntate La storia di Dylan Dog  Zed ( la  prima  storia   che me lo ha  fatto scoprire  )  L´ha scritta e sceneggiata Tiziano Sclavi e l´ha disegnata Bruno Brindisi, una delle migliori matite italiane, dal tratto elegante ed accurato. È stata pubblicata per la prima volta nell´albo n. 84 della serie mensile, uscito nel settembre del 1993. Come tutte le storie dell´«indagatore dell´incubo» è il trionfo della citazione. Ve ne svelo due: una riguarda il personaggio di Scout le cui sembianze sono quelle dell´attore francese Christopher Lambert; l´altra le creature dei Morloch e gli Eloi che abitano la magica terra di Zed, «copiate» dal romanzo La macchina del tempo di H.G.Wells, in particolare nella versione cinematografica di George Pal dal titolo L´uomo che visse nel futuro (1960). Ce ne sono altre e scoprirle è un gioco che lascio  a  vopi miei  cdv  ,
Dylan stesso è una citazione: ha la faccia e il corpo agile dell´attore inglese Rupert Everett, come pure una citazione è il suo fido aiutante Groucho Marx, identico nel nome e nell´aspetto al celebre comico e, come lui, inesauribile fonte di battute e freddure. Citazione è la via dove abita Dylan Dog, Craven Road, omaggio al regista horror Wes Craven. Per questo «citazionismo» Dylan Dog è stato definito il primo fumetto postmoderno: per questo suo pescare ( anche se  adesso   sta perdendendo  un po' di smalto  ) nei generi letterari e cinematografici ma anche nella musica, nella tv, nei cartoon e ovviamente nel fumetto, costruendo un linguaggio di linguaggi, una narrazione di narrazioni. Tiziano  Sclavi, il suo inventore, dice, citando (e come sennò) Totò, che «tutti sono capaci di fare, è copiare che è difficile!». E ha ragione, perchè nelle storie di Dylan Dog scritte da lui (e dai molti suoi allievi, a cominciare dal bravissimo Mauro Marcheselli,e  paola Barbato  che hanno ben imparato la lezione) non c´è nulla di scontato ( o quasi )  e il «già visto» ( più che il «già detto», perché il fumetto è linguaggio essenzialmente visivo ) lo vede chi vuole e sa vedere. Qui c´è una delle chiavi dell´enorme successo di questo fumetto nato nel 1986: nell´essere un testo ricco di sottotesti che possono essere letti e goduti da età, culture e sensibilità diverse.
Ma c´è altro. C´è una capacità narrativa e di sceneggiatura che ha pochi eguali, anche se non tutte le 239 storie uscite fino ad oggi, come succede alle ciambelle, sono riuscite col buco. C´è ritmo e montaggio come nel miglior cinema, spesso con finali che non chiudono ma aprono al dubbio e alla «scrittura» dello spettatore che, se vuole, può mettere lui la parola fine. C´è o ci potete trovare simboli, allusioni, metafore e, se proprio volete - com´è sacrosanto - soltanto divertirvi, potete abbandonarvi al «piacere della lettura».
E poi ci sono i «segni». I disegni, insomma, ormai diventate «icone», come Dylan e la sua mise: jeans, camicia rossa, giacca nera e scarpe Clarks. Su Dylan Dog sono nati, si sono esercitati e sono cresciuti grandi talenti. Claudio Villa che ha definito i tratti grafici e fisici del personaggio e che è stato l´autore delle copertine fino al n.41; Angelo Stano che ha raccolto l´eredità delle copertine e che, aveva disegnato il primo numero L´alba dei morti viventi, con quel suo stile inconfondibile che cita Egon Schiele; e poi Giampiero Casertano, Corrado Roi, Bruno Brindisi, Giovanni Freghieri, il duo Montanari&Grassani, Luigi Piccatto e tanti altri  ed  è  questo  che  continuo a comprarlo  anche  se  mi sta piacendo sempre meno  per : 1)  monotonia  ; 2)  modello centralizzato   imposto dalla casa editrice  ,  ne sono un esempio certe storie   che  sembrano più adatte a Martn Mystere  . 3)  paura di  rinnovare il personaggio  , come es  , perchè  non farlo rientrare  a
ScotIand  e dargli un  ufficio   che   si occupi dei  casi  Xfile  (  proprio come  l'omonima serie  tv  )  ,  o magari fare  delel storei  del passato in cui  Dylanm era  ancora  un poliziotto   e  gli si presentano  casi   Xfile  . Se  continuano a comprarlo è perchè : 1)  e proprio come  me  alla continua ricerca  di un centro di gravità permanente  ; 2)  per sapere   se   si risolvono i misteri che ancora lo caraterizzano  , l'origine del suo flauto  ,  il perchè  suona ( anche se  ora sempre di meno )  il trillo del diavolo di  Giuseppe Tartini ( qui   una guida  all'ascolto  di tale  autore  ) . Inoltre  ciò che cartatterizza Dylan Dog  sono  anche gli oggetti, le pose, le situazioni, le frasi ricorrenti, i «tormentoni» insomma. Dylan che suona il clarinetto e costruisce un veliero che non riesce mai a finire; il campanello della sua casa che non suona ma lancia un uaarghh!, urlo terrorizzante che sveglia il vicinato; il maggiolino di Dylan, una scassata Volkswagen con la targa Dyd 666 (il numero del demonio); la paga giornaliera da investigatore (50 sterline più le spese); l´imprecazione preferita da Dylan (Giuda ballerino!); e le infinite battute di Groucho.
Dylan Dog ha a che fare con la violenza umana e disumana, ma non è un violento, non porta la pistola e, se proprio è costretto ad usarla, la chiede al fido Groucho che sta sempre lì pronto a lanciargliela. Non ama l´alcol. In compenso ama molte donne e ad ogni storia ci finisce a letto; qualche volta si è innamorato per davvero. Risolve tutti i casi ma non ha ancora risolto, come molti di noi, il rapporto con il padre e la madre. Che si affacciano ogni tanto nelle sue avventure sotto le forme diaboliche e fatate di Xabaras e Morgana. Nel numero 100 e nel 200 ci ha rivelato qualche cosa di quei rapporti (anche di quello con l´amico e rivale ispettore Bloch). Chissà se nel numero 300 ci farà capire chi è veramente Dylan Dog ?  Io Spero di Si 
Voglio concludere  il post  con un'intervista  che trovate
in versione cartacea   ( o online   fra  gli articoli scelti se  siete registrati )  sull'edizione  dell'unita di oggi 4\8\2006  fatta  Tiziano  Scalvi  :

<<

<<
Sclavi: «Io e Dylan anarchici a fumetti >>   di  Renato Pallavicini


Lo celebriamo un po´ in anticipo, con quest´intervista a Sclavi e con la pubblicazione su l´Unità (a partire da domani e fino al 29 agosto) di Zed, una delle sue storie.
Vent´anni di Dylan, vent´anni a fumetti ma, anche vent´anni di vita. Che cosa è cambiato, da allora, nel personaggio e nel suo autore?
«Io sono di vent´anni più vecchio di lui, purtroppo. I personaggi dei fumetti, nella maggioranza dei casi, hanno sempre la stessa età (nel caso di Dylan circa 33 anni, cioè quanti ne avevo io quando l´ho inventato), e per loro cambia ben poco. Per me è cambiato tutto, sono successe mille cose. Ma non voglio annoiarvi con la mia storia: quelle di Dylan sono, spero, molto più divertenti».
Come, dove e quando nacquero idea e personaggio?

«Dylan è nato in modo molto semplice. La Bonelli veniva da una serie di tentativi purtroppo falliti in altri campi dell´editoria (per esempio la rivista Pilot, che io avevo diretto), e si è deciso di tornare a concentrarci sui nostri classici albi, da Tex a Zagor> a Mister No, creandone possibilmente qualcuno nuovo. Io, seguendo una mia passione di sempre, ho proposto il tema dell´horror, subito accettato dall´editore, altro fanatico del genere. Il personaggio poi è nato a tavolino, con molte discussioni tra Sergio Bonelli stesso, il direttore Decio Canzio e me. In realtà non mi interessava molto chi fosse, se avesse una spalla comica o meno, se agisse a New York o a Londra. La mia aspirazione, indubbiamente ambiziosa, era di creare un linguaggio nuovo, e di infrangere la vecchia barriera tra "fumetto d´autore" e "fumetto popolare". Il pubblico e la critica (Giorello, Faeti, Eco...) hanno detto che ci sono riuscito».
Dopo un avvio in sordina, Dylan Dog è esploso come fenomeno editoriale e di costume, portandosi dietro anche qualche polemica assurda (che oggi appare ancora più assurda). Come autore le ha mai pesato questa popolarità e, in un certo senso, questa responsabilità?

«Prima di tutto Dylan Dog non è mai, dico mai, stato oggetto di nessuna polemica. Ben più di una polemica hanno suscitato invece i suoi imitatori, che nascevano come funghi: hanno provocato addirittura un´interrogazione parlamentare in puro stile maccartista contro i fumetti horror, e la cosa che più mi è dispiaciuta è che a firmarla ci fossero anche uomini di sinistra. Un solo commento: vergogna. Quanto alla responsabilità, l´ho sentita moltissimo. Più le vendite aumentavano, raggiungendo quote vertiginose, più avevo paura. Paura di sbagliare, di non essere all´altezza, di esagerare con lo splatter e le scene violente suscitando anch´io l´ira ottusa da caccia alle streghe. È stato un periodo bellissimo, certo, ma anche molto angosciante».
Si è mai stancato di Dylan Dog?
«No, e non ho mai capito, per esempio, perché Conan Doyle sia arrivato a odiare così tanto il suo Sherlock Holmes da volere ucciderlo in una storia. Dylan mi è simpatico, abbiamo molte cose in comune (non le fidanzate, purtroppo) e il nostro modo anarchico di vedere il mondo è molto simile».
Dylan Dog si è sempre confrontato con temi civili e in più di un´occasione ha manifestato il suo impegno. Pensa che il fumetto, in generale, debba assolvere anche a questo compito?
«Il fumetto deve soprattutto divertire, la sua funzione è questa. Se poi, mantenendo il divertimento, si riesce a infilarci qualcosina in più, tanto di guadagnato. E il pubblico ha mostrato di gradire. Anzi, a poco a poco, l´elemento sociale (non diciamo politico) è diventato uno dei principali motivi di successo».
Nel numero 100, per la prima volta, in conclusione alla storia, al posto del tradizionale «fine dell´episodio», c´era solo la parola «Fine». Ma poi è venuto il numero 101, 102, 103 e... siamo arrivati al numero 240, in edicola in questi giorni. Pensa che un giorno vorrà definitivamente chiudere con Dylan?
«No. O almeno non io. Mi spiego: come dicevo prima, un eroe di carta ha sempre la stessa età, mentre l´autore invecchia e, anche se nel mio caso lo ritengo improbabile, muore. E molto spesso l´eroe sopravvive al suo creatore. Ecco, mi piacerebbe che andasse così. Avrei lasciato un piccolo, piccolissimo segno nel mondo».
C´è un´idea, un nuovo personaggio che tiene nel cassetto?
«Alcune idee ci sono, sì, ma ripeto che sono vecchio, e la fatica di mettersi a scrivere, dopo più di trentacinque anni di questo lavoro, è spesso insormontabile. Ho usato "spesso" come parola di speranza: spesso, non sempre...».
Che cosa le va di dire ai lettori de «l'Unità?» che da domani si troveranno Dylan Dog sul loro giornale?
«Oddìo, mi sento come il condannato che deve dire una frase storica prima di mettere la testa sotto la ghigliottina! E allora citerò un episodio scritto dal mio amico Fruttero e dal povero Lucentini: c´era appunto un condannato che avrebbe voluto dire qualcosa di importante prima di andarsene, ma era un operaio, un uomo semplice, incolto. Avrebbe voluto dire probabilmente «Lavorate tutti insieme per un mondo migliore, l´utopia, se si vuole veramente, si può realizzare». Ma le parole non gli uscivano, e l´unica cosa che gli venne in testa fu: «Sarti, fate bene le asole per i vostri bottoni». Mi sembra una cosa commovente e bellissima».

>>
 con questo  è tutto  all'uscita  del numero in edicola



 

1.8.06

Italiano a Londra, è ricco e non lo sa


Una  storia  che solo  ora ,  ma  qui  sui giornali locali se ne parla da seettimane , orarriva  sui  media  nazionali  . Essa  è la storia  di  Angelo Giuseppe Piroddi il quale  è  milionario ma non lo sa. Anzi, potrebbe non saperlo mai e continuare a vivere la sua vita che forse lo soddisfa pure ma è pur sempre la vita di uno che tanti anni fa se n'è andato in Inghilterra a cercar fortuna e l'ha trovata indossando la giacca bianca da cameriere in un ristorante italiano a Londra. Ebbene, se qualcuno lo conosce, Angelo Giuseppe Piroddi, gli dica - ma prima lo faccia sedere - che ha ereditato 2 milioni e mezzo di euro. Ma glielo dica in fretta, perché se non si fa vivo presto per ritirarla, rischia di perdere tutto. E' singolare la storia di Angelo Giuseppe Piroddi, 46 anni, partito nel 1985 da Barisardo, in provincia di Nuoro, pare dopo un litigio con la zie materne, con le quali viveva. Ma è anche la storia di sua madre, Anselma Chiai, che non si rassegna alla scomparsa del figlio, e in punto di morte lo nomina erede unico di una fortuna costruita negli anni di vita in Francia, dove la famiglia era andata a cercare lavoro.


 fonte   repubblica

Senza titolo 1392

Proprio mentre  mi accingo a scrivere il post  d'oggi la radio trasmette questa vecchia canzone  , seconda me  azzeccata e  adatta come colonna sonora  per  il post  essa  s'intitola  :




PREGHEREI - Scialpi e Scarlet


Pregherei
pregherei se mi sentisse lui
chiederei
chiederei che ne sara' di noi
gli direi
gli direi riprendi cio' che vuoi
dammi lei
dammi lui e' tutto quel che ho
prendi il mio cibo e mangero' le nuvole
la mia chitarra prendi e il vento suonero'
e la mia moto i piedi sanno correre
prendi il mio nome lei mi chiama amore ormai
portati via tutti i gioielli miei
con i capelli miei io mi rivestiro'
vivro' dio quei sogni che lui mi dara'
riprendi tutto ma l'amore no
oh, dammi lei
oh, dammi lui
oh, adesso e sempre
adesso e sempre di piu'
spegni tutte le stelle
ma questo amore che brilla piu' del sole
non toccare
tu lascialo com'e'
pregherei
pregherei se mi sentisse lui
chiederei
chiederei che ne sara' di noi
gli direi
gli direi riprendi cio' che vuoi
dammi lei
dammi lui e' tutto quel che ho
dammi il dolore io lo cambio in estasi
dammi la febbre da sentire i brividi
e chi mi odia io l'amero'
io con l'amore sopravvivero'
oh, dammi lei
oh, dammi lui
oh, adesso e sempre
adesso e sempre di piu'
puoi riprenderti il mondo
ma lasciaci l'amore che fa soffrire
non toccare
tu lasciaci cosi'
io e lei
io e lui
pregherei
pregherei se mi sentisse lui ...

 In questi giorni davanti all'ennessima  strage  israeliana  vedere  giornali  e post  precedenti mi è ritornata  quella  che  alcuni miei amici\che  o  compagni di strada  (  se  preferite  )   atei e agnostici   chiamano  sega mentale  . Tale prpoblema  l'avevo risolta , credevo per sempre  ,  chiaccherando  con un amico  prete  nella  wenb comunity  dell'omonimo sito   testedatagliare  ( rilascio qui l'url   per  chi  lo avesse dimenticato o non ha  voglia di ricercarlo nei ponell'archivio  o nei links  )  invece  ...  si ripresenta  ancora  , e quindi  chiedo  il  vostro aiuto  ,   e quakche consiglio  . Il problema  è questo  a che serve  pregare  , se poi  quella  situazione (  in questo caso  le stragi  in libano  e  in palestina  ,  e  il fare da  parte di israele   quello  che   i nazisti  hanno  fatto  a  loro  )   continua  a sussistere  . Quinindoi  chiedo a  voi  tutti\e   atei  , cattolicci  , mussulmani , ebrei  , buddisti    se  avete qualche consiglio in merito  .
Anticipo  l'eventuali risposta   a  chi  m'accuserà di antisemitismo  e  d'essere contro  Israele  e il suo popolo  . Affermando   che  non lo sono  dovuto aver  visto   e letto  sull'olocausto   , ma  sono critico verso di loro governanti   ,  perchè  un popolo  che  fà a gli altri quello  che  hanno fatto   a loro   vuol dire  che non ha  imparato  e  non ha  fatto i conti dal proprio passato ; perchè   ammettendo che  abbia ragione  , non si combatte  il terrorismo  facendo guerra  ad  un altro  stato o  comportandosi  verso  un  popolo i palestinesi   facendoi loro quello che  ha subito in passato  , eoi  lamentadosi  (  anchje se  hanno  rtagione  ) se  reagiscono  con attentati  . inoltre  è lontano da me  , soprattutto  dopo un viaggio in palestine  -isralew   oraganizzato dalla  rivista multireligiosa  confronti   , e un incontro  oraganizato  dall'associazione  Cittadina Nord  -Sud   fra una ragazza Israeliana e  un ragazzo palestinese  , pernsare  che  tutti  gli  israeliani siano cosi  , infatti : < Da israeliano dico: di fronte a questa strage di innocenti, davanti a quelle immagini strazianti di bambini uccisi, non basta esprimere "profondo rammarico": dobbiamo fare di tutto per negoziare una tregua immediata e duratura perché queste armi, le nostre armi, più che sconfiggere Hezbollah, stanno distruggendo un Paese . (Shlomo Ben Ami, ex ministro degli Esteri israeliano ) >>

Senza titolo 1391

Segnalo questo concorso molto stimolante e invito tutte le blogghettare a parteciparvi!!!

eroticgames

31.7.06

Senza titolo 1390

Israele sta massacrando il popolo (sottolineo IL POPOLO) libanese e palestinese con continui attacchi terroristi. Da noi non arrivano che sparute immagini, e la censura per difendere uno "stato amico" è massima. Guardate e diffondete questo sito che riporta in tutta la sua crudezza quello che sta accadendo in Libano per mano del governo israeliano.
http://fromisraeltolebanon.info
E poi non chiediamoci perchè il mondo arabo ci odia...
Se quello che sta facendo Israele lo avesse fatto un qualsiasi altro stato "canaglia" (Siria, Iran, Corea ecc.) i bombardieri americani sarebbero già partiti da un pezzo. Adesso invece sono proprio gli yankee a vendere le armi (tra cui bombe a grappolo, al fosforo e quant'altro vietato dalle convenzioni internazionali) al "civile" Israele. Perchè israele ha il diritto di esistere e di difendersi, il Libano e la Palestina no!
 Questo NON E' GIUSTO!

30.7.06

Senza titolo 1389

Human Rights Watch denuncia: Israele usa bombe a grappolo contro i civili





Una granata a grappolo da 155 mm. israeliana - © Human Rights Watch 2006

Israele usa bombe a grappolo in zone densamente popolate e questo costituisce una violazione del diritto internazionale bellico. Lo sostiene Human Rights Watch, organizzazione statunitense ben nota per le sue battaglie a favore dei diritti dell´uomo.

A conferma delle sue affermazioni, Hrw pubblica sul suo sito foto di una postazione di artiglieria israeliana e dettagli delle granate, con scritte che indicano chiaramente la natura delle munizioni.

Le foto mostrano granate di artiglieria da 155 mm del tipo M483A1 DPICM (Dual Purpose Improved Conventional Munition) che sono sparate dai semoventi di artiglieria M109 di produzione statunitense. Le munizioni contengono 88 sub-munizioni, piccole granate che si disperdono sopra l´obiettivo moltiplicando il raggio d´azione della granata. Con due conseguenze: la dispersione delle sub-munizioni rende queste armi molto imprecise e possono dunque facilmente coinvolgere civili che si trovano anche a parecchie centinaia di metri dal bersaglio, le munizioni inesplose che si disperdono sul terreno (e le granate M483A1 hanno, secondo Hrw, un tasso di malfunzionamento del 14 per cento) si trasformano in micidiali campi minati antiuomo che possono durare mesi e anni. Le mine antiuomo, come è noto, sono state messe al bando da un trattato internazionale del 1997 Ma gli Stati Uniti e Israele sono tra i pochissimi Stati che hanno sempre rifiutato di sottoscriverlo. E c´è una forte campagna nel mondo perché si arrivi presto anche al bando delle bombe a grappolo. Alcuni Paesi, come il Belgio e la Norvegia, hanno già annunciato misure unilaterali di rinuncia a questo tipo di munizioni. «Riteniamo che le munizioni cluster siano armi indiscriminate che violano il diritto umanitario internazionale, anche perché l´ampio raggio di dispersione delle sub-munizioni rende impossibile evitare vittime civili quando vengono utilizzate nei centri abitati come ha fatto Israele in Libano» scrive Annalisa Formiconi Presidente della Campagna Italiana Contro le Mine in un appello dell´organizzazione perché si fermi l´uso di queste armi da parte di Israele. La Campagna italiana contro le mine aderisce alla Cluster Munitions Coalition

Secondo Human Rights Watch il 19 luglio villaggio libanese di Blida è stato sottoposto ad un bombardamento israeliano con granate del tipo a grappolo. Testimoni hanno precisamente descritto l´apertura delle granate e la successiva fuoriuscita delle submunizioni. Il bombardamento ha provocato la morte della sessantenne Maryam Ibrahim mentre si trovava in casa. Almeno due submunizioni sono penetrate nella cantina dove si era rifugiata una famiglia ferendo dodici civili tra cui sette bambini. Il capo famiglia, Ahmed Ali, un tassista di 45 anni, ha perso entrambe le gambe a causa delle submunizioni.

Secondo la stessa Hrw, l´uso di munizioni a grappolo durante la guerra irachena nel marzo – aprile 2003, ha provocato oltre mille vittime tra la popolazione civile e circa un quarto delle 500 perdite civili causate dai bombardamenti Nato sulla Yugoslavia nel 1999 sono state sovute all´uso di queste armi.
fonte www.unita.it

Senza titolo 1388

Partiamo dal presupposto che trombare (bene) non è una baggianata e che far godere è un'arte.
Quindi... per tutte le lei che vogliono dare vero piacere al suo lui, e per tutti i lui che vogliono sapere cosa chiedere di preciso alla propria lei per avere un orgasmo degno di questo nome... leggete questo fantastico articolo (tra l'altro anche molto ironico) sul pompino perfetto, o quantomento discreto
^__^



28.7.06

Chi era contrario alla guerra all'Afghanistan fatta dal Governo Berlusconi, perché ora dovrebbe sostenerla?

dal sito megachip.info

Pace: quello che c'è scritto nel programma dell'Unione

di Fernando Rossi (gruppo verdi Pdci al Senato)

Nel programma dell'Unione non c'è scritto nessun impegno a continuare la guerra in Afghanistan. Tuttavia, ogni giorno, qualcuno attacca i parlamentari contro la guerra sostenendo che non c'è scritto nemmeno il contrario e quindi si può continuare a farla.
Nel Programma dell'Unione c'è invece scritto, a pag 98 (ultimi due capoversi ) che il nuovo governo, nell'applicazione rigorosa dell'art.11 della Costituzione parteciperà solo a: missioni di sicurezza collettiva come previsto dall'art.VII della Carta delle Nazioni Unite; distinguendo le funzioni di polizia internazionale, dalla guerra; (missioni, ndr)“di natura tale da garantire la terzietà rispetto al paese (in cui si entra, ndr) e agli interessi in campo; la congruità dei mezzi rispetto ai fini perseguiti”.

A pag.99, il primo capoverso recita: “Crediamo che il Parlamento debba autorizzare le spese relative ad un'eventuale partecipazione dell'Italia con votazione separata per ogni singola missione.”

A pag. 109, primo capoverso: “Noi pensiamo per l'oggi e per il domani, che non sia possibile un impegno delle Forze Armate italiane fuori dai confini nazionali senza mandato diretto e preciso delle Nazioni Unite e della UE.

L'ultimo capoverso di pag.109 recita: “L'Unione si impegna, nell'ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti”.

Il Decreto che ci è stato sottoposto non rispetta nessuna di tali condizioni.

La missione ISAF non è più, se mai lo è realmente stata, una “missione multilaterale ONU “di Pace” ma si è fusa con “Enduring Freedom”, (missione unilaterale “di guerra” decisa e voluta dalle gerarchie militari e dal presidente degli Stati Uniti).

Nell'agosto 2003, la missione ISAF si trasforma da missione ONU a missione a comando NATO: alleanza militare formalmente in guerra a fianco degli USA, in virtù di un improprio richiamo all'art.5 del Trattato dell'Alleanza Nord Atlantica.

Come ha spiegato il generale Fabio Mini (ex comandante della missione KFOR in Kosovo) le forze ISAF, nel 2005 e nel 2006, si sono trovate impegnate a fianco, ed al posto delle forze USA, in operazioni di “bonifica”, ovvero nella guerra ai talebani.

Nei primi 6 mesi del 2006, la “missione di pace” ha prodotto 2500 morti Afgani e 84 militari Nato e USA, ed è a tutti noto che, per coprire il fallimento militare (e morale) della loro guerra, hanno già deciso una “escalation” (aumentarne l'ampiezza e la potenza distruttiva).

Chi era contrario alla guerra all'Afghanistan fatta dal Governo Berlusconi, perché dovrebbe sostenerla se la stessa guerra viene proposta dal Governo dell'Unione, che ora non può nemmeno avvalersi delle vecchie bugie sul presunto ruolo umanitario?

Noi “disobbedienti” contro la guerra, secondo chi parla a nome del futuro partito democratico (DS, Margherita, IDV e Rosa nel Pugno) dovremmo dimetterci perché avremmo tradito il mandato elettorale…….

Suggerirei di dare un'occhiata al sondaggio del Corriere della sera, (subito occultato) dove è emerso che un'ampia maggioranza di italiani è contro la nostra partecipazione alla guerra afgana.

Chi onora il proprio dovere di rappresentante del popolo non dovrebbe essere aggredito da “ragionatori” che si richiamano ad un Programma elettorale, che forse non hanno nemmeno letto o ad una disciplina di partito che è il contrario della democrazia parlamentare (sono decisamente contrario ad un parlamento “bulgaro”, fatto da 13 Segretari nazionali di partito o da centinaia di loro cloni.

Nessuno nega al Governo di avanzare proposte non contemplate nel Programma, ma in tal caso, un confronto ed un coinvolgimento di partiti e parlamentari, di maggioranza, è un percorso democratico obbligatorio.

Quindi i guardiani del nulla si mettano tranquilli: non esistono teste calde e teste fredde, esistono idee diverse sulla inderogabile necessità di non deludere gli Stati Uniti. Tali diverse idee andrebbero sempre e comunque messe a confronto. Se c'è chi pensa che un pre-accordo “democratico” possa imporre al parlamento una guerra (ma anche una legge finanziaria) dovrà ricredersi, almeno al Senato.

Il resto delle polemiche è solo propaganda per salvarsi l'anima, poichè.

Voi volete far cadere Prodi”, è una inutile intimidazione poichè non è vera è perché anche i più creduloni giovedì sera vedranno che la montagna non avrà nemmeno partorito il topolino;

“Sarete voi a favorire l'allargamento al centro dell'Unione e delle sue scelte sociali” è un argomento fasullo. Basti vedere le numerose aperture pre-Decreto guerra o la campagna promossa da alcuni grandi giornali nazionali (che è cominciata il giorno dopo al voto, avendo a modello la grosse coalition tedesca) per rendersene conto.

Senza titolo 1387

Come  ho affermato  nel precedente post   dopo aver  sbollito  la  rabbia per  la  sentenza  iniqua   e a  senso unico  hoi deciso  anche se come  giustamente dice ardovig in un commento 20:33, 27 luglio, 2006 sul mio blog  : << Non mi spreco a commentare... lo si sapeva fin dall'inizio >> ,


Ma dopo aver letto  quello  che scrive  oliviero beha sulla  sentenza   di calciopoli  (http://www.olivierobeha.it/art2707.htm) e questi  due  corsivi   di Maria Novella Oppo Nella  rubrica  fronte del video dell'unità il  primo del 27\07\06 intitolata  appunto   Tarallucci e vino ; << Ancora non era stata letta (in diretta!) tutta la sentenza sul calcio, che già su tutte le reti si parlava in simultanea di 'tarallucci e vino'. Questa odiosa metafora è una vera e propria spada di Damocle ideologica che incombe sul Paese. Di qualunque contenzioso si tratti, gli esperti cominciano fin dall'inizio a prevedere che, tanto, finirà a tarallucci e vino. E quando poi si arriva all'epilogo, gli stessi esperti si compiacciono di far notare in tv che, come da loro previsto, tutto è finito a tarallucci e vino. Per dire che da noi tutto si ricompone in una dimensione conviviale e bonacciona. Quando invece possiamo vedere ogni giorno che le cose non si risolvono mai e la gente si suicida (o viene suicidata) per coprire gli intrighi più oscuri. E l'immagine più adatta a rappresentare l'Italia, semmai, è l'aereo di Ustica, ricostruito come un puzzle cui manca sempre la tessera decisiva. Mentre i presunti bonaccioni (o Berlusconi?) sono in realtà gli efferati che riescono sempre a farla franca, dopo aver preso ben altro che tarallucci e vino.>>  il  secondo del 28\7\2006  intitolato Miracoli della tv <<La sentenza del calcio è un vero pozzo di San Patrizio: non si finisce mai di trovarci qualcosa dentro. Per esempio: si dice che, in fondo, il Milan è stato salvato per effetto del vittimismo minaccioso di Berlusconi. Fatto sta che la squadra è risultata coinvolta nel malaffare. Tant´è che lo scudetto è stato attribuito all´Inter, non senza malumore da parte degli stessi fans nerazzurri. Galliani poi ha subìto una, seppur mite, condanna e l´Uefa non ha dato affatto per scontato che la sua squadra potesse partecipare alla Champions League, dovendo dimostrare di essere «eticamente sana». E Galliani è stato il supplente di Berlusconi in campo calcistico, con relativo macroscopico conflitto di interessi. L´uomo, inteso sempre come Galliani, nasce come tecnico Fininvest, coinvolto col padrone editore in tutte le più controverse vicende oligopolistiche. Pelato come Bondi, ma meno esangue e querulo, è l´esempio vivente di come si possa apparire grandi e potenti, pur essendo l´ombra di un ometto ridicolo. Miracoli della tv. >> Pubblicato  il 28\7\2006 . Ho  deciso di commentare a freddo  questo evento; 1 )   pur entrando in  contaddizione  con quanto scrissi  commentando  l'euforia eccessiva  per  la vittoria delanostra nazionale al mondiale  2006 , ma  il calcio  quello giocato  ben inteso non quello  parlato nei  salotti  e nelle trasmissioni  tv  talvola eccessivamente  e in maniera fanatica  ,  mi  è sempre piaciuto fin da ragazzo  . 2) cercando d'essere il più obbiettivo possibile  visto che ero  anche se adesso di meno ćioè in crisi  Juventino  .
 La sentenza  è  a senso unico perchè punisce una sola  , colpevole per quanto   sia  ,  un aosla  squadra   , mentre  alle  altre  coinvolte  (  in misura  maggiore  o minore  , non lo sapremo mai  , almeno dal punto di vista giudiziario  visto  che orami il caso  è chiuso   e visto  che non ci sono  state  ammissioni  o confessioni da parte delle pesone coinvolte   )  e poi  come  giustamente dice The Economist del  27 luglio
: << L´indulto ridurrà le sentenze a chi è accusato di reati e non è stato ancora processato. Fra questi Berlusconi, rinviato a giudizio per evasione fiscale e falso in bilancio. E aiuterà chi è sotto processo per il crack della Parmalat. Da Calciopoli all´indulto gli italiani mostrano una capacità, apparentemente illimitata, di perdonarsi l´un l´altro  . >>






mmentare a freddo  questo evento; 1 )   pur entrando in  contaddizione  con quanto scrissi  commentando  l'euforia eccessiva  per  la vittoria delanostra nazionale al mondiale  2006 , ma  il calcio  quello giocato  ben inteso non quello  parlato nei  salotti  e nelle trasmissioni  tv  talvola eccessivamente  e in maniera fanatica  ,  mi  è sempre piaciuto fin da ragazzo  . 2) cercando d'essere il più obbiettivo possibile  visto che ero  anche se adesso di meno ćioè in crisi  Juventino  .
 La sentenza  è  a senso unico perchè punisce una sola  , colpevole per quanto   sia  ,  un aosla  squadra   , mentre  alle  altre  coinvolte  (  in misura  maggiore  o minore  , non lo sapremo mai  , almeno dal punto di vista giudiziario  visto  che orami il caso  è chiuso   e visto  che non ci sono  state  ammissioni  o confessioni da parte delle pesone coinvolte   )  e poi  come  giustamente dice The Economist del  27 luglio
: << L´indulto ridurrà le sentenze a chi è accusato di reati e non è stato ancora processato. Fra questi Berlusconi, rinviato a giudizio per evasione fiscale e falso in bilancio. E aiuterà chi è sotto processo per il crack della Parmalat. Da Calciopoli all´indulto gli italiani mostrano una capacità, apparentemente illimitata, di perdonarsi l´un l´altro  . >>



Credo che sia  tutto alla prossima

Senza titolo 1386

non è questo  che  s'intende ( almeno per chi  ha  un po' d'etica  e di morale  pura e non  falsa ed  ipocrita )   l'indulto

«L´indulto ridurrà le sentenze a chi è accusato di reati e non è stato ancora processato. Fra questi Berlusconi, rinviato a giudizio per evasione fiscale e falso in bilancio. E aiuterà chi è sotto processo per il crack della Parmalat. Da Calciopoli all´indulto gli italiani mostrano una capacità, apparentemente illimitata, di perdonarsi l´un l´altro».

The Economist, 27 luglio

UNICO COMMENTO  VERGOGNA  .

Senza titolo 1385

Cari  compagni di viaggio  fiossi ed occassionalei  e  commentarori
siamo a fine luglio e le tante agognate vacanze   ( per chi  non lo  è gia  )  sono  ormai alle porte   Come sempre , specialmente in questo periodo  ,  il nostro blog   dedica  spazio  alle campagne   sull'abbandono degli animali   amici  ( anche se c'è, chi  li copnsidera  tali  solo a parole e non  con i fatti  )  a  quattro zampe  cani e  gatti  ch  ad iniziare da   giugno ed in particolare ad agosto   rischiano d'essere mollati senza nessun rimorso  dai loro  ( senza ovviamente generalizzare ) ingrati  padroni   sulle strade che portano ai luoghi di vacanze  .......
Non sappiamo quanto possa servire  ( cosi pure  come   i bellisimi  post  e  le rubriche dedicate  sulla web comunity più grande di splinder  blogfridens ) questo piccolo  ma  costante   contributo  , ma  sono   cosciente  ( cosa credo  molti di voi  )  ch ci  sono problemi   che affligono il nostro pianeta ,   ma  il vero miglioramento  del mondo in cui viviamo  inizia  ed  è fatto   di  piccole cose  quotidiane   come  appunto questa.
Ora 
abbandonare unanimale è un reato, ma solo 47 italiani su 100 sanno che si rischia il carcere. Infatti  è, questo, il risultato di una indagine conoscitiva che ha effettuato l’Osservatorio reati contro gli animali (Orca) promosso dall da www.enpa.it in collaborazione con 17 Sezioni della Protezione Animali in tutto il Paese. Essoi afferma che  : << L’indagine è stata effettuata per tentare di “sondare” la percezione del reato, la conoscenza della legge 189/2004 e per capire le eventuali soluzioni al problema dell’abbandono degli animali domestici.
Abbandonare un animale significa quindi commettere un reato (per il 78,4% del campione, formato da 231 uomini e donne di tutto il Paese) ma significa anche “risolvere facilmente un problema di difficile soluzione” (per il 16,9%) e restituire la libertà a un animale (per il 4,8% del campione).
Alla domanda “Perché gli animali vengono abbandonati”, il 54,1% del campione ha risposto “Per crudeltà”. Per il 15,6% del campione, invece, gli animali vengono abbandonati “Perché il proprietario deve andare in vacanza e non sa come comportarsi” mentre per il 15,2% “Perché il proprietario si rende conto che tenere un animale in casa è un problema”. Secondo il campione, si abbandona anche “perché il proprietario deve andare in vacanza e gli alberghi non accettano animali” (il 9,5%) e “perché è meglio abbandonare un animale che rinchiuderlo in un rifugio” (5,6%).
La metà del campione dimostra di conoscere il fenomeno dell’abbandono degli animali domestici: per il 55,8%, gli uomini abbandonano gli animali nei dodici mesi dell’anno; per il 30,3%, invece, si abbandona prima dell’estate e per il 13,9% “durante le festività”.
Sugli effetti penali dell’abbandono, il campione è confuso: per il 47,2% chi abbandona un animale rischia il carcere, per il 39,8% rischia una multa e per il 13% non rischia niente. Ricordiamo che, secondo le previsioni della Legge 189/2004 il reato di abbandono di animali è punito con la reclusione fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Sul piano delle soluzioni, il campione raggiunto dall’Orca offre cinque alternative. Si va dalla linea dura (arrestare chi abbandona un animale per il 29%) a quella morbida (per il 22,5% del campione occorre riservare agli animali spazi adeguati nelle città e nei luoghi di villeggiatura e consentire il trasporto di cani e gatti con tutti i mezzi pubblici). Per il 19% degli intervistati, bisogna creare strutture pubbliche di ricovero per animali di proprietà, mentre per il 14,3% bisogna continuare a fare massicce campagne di informazione.
Va precisato, ai sensi delle direttive dell’Autorità garante delle comunicazioni, che l’indagine conoscitiva effettuata dall’Orca non è un “sondaggio rappresentativo”.
Ricordiamo che è in corso la campagna dell’Enpa sulla Legge 189/2004. Un simpatico cagnolino, nella locandina della campagna, vuole “chiamare il suo avvocato” mentre nello spot televisivo un uomo che sembra muoversi in un canile in realtà è in un carcere e in gabbia ora c’è lui e non i cani. Sul sito istituzionale dell’Enpa (www.enpa.it) è pubblicato un elenco di centinaia di alberghi e strutture ricettive che accolgono gli animali. Intanto, per contenere gli abbandoni, anche in agosto – come negli altri mesi dell’anno – saranno all’opera le Guardie Zoofile dell’Ente Nazionale Protezione Animali.>> Quindi facciamoglielo capire  telefonando allo  denuncia alle autorità giudiziarie (carabinieri/Polizia di stato/Corpo Forestale/Polizia locale o veterinari ASL) i colpevoli di tali atti. Contribuirai a far applicare le sanzioni previste dalla legge e a fermare gli abbandoni.
Chi abbandona un animale commette un reato e in base alla nuova legge 189/04, approvata grazie alla mobilitazione della LAV, oggi può essere punito con l’arresto fino a un anno o con un’ammenda sino a 10.000 euro.concludo con questa  immagine  della L(ega)A(nti)V(isezione) . e  augurandovi  buone  vacanze  sia  che  abiate un amico a  quattro zampe    a  seguito possibilmente  e non abbandonato sulle strade o  a casa . Con questo  è tutto alla prossima 





27.7.06

Senza titolo 1384

come promesso nel post precedente
ho fatto una ricerca con google news   è ho scoperto  che la news  è rtiportata  da ; aprile online ,  repubblica  , corriere  della sera   , babilonia  , gay.it , arci gay , corriere canadese  , e altre piccole testate  che trovate  qui  su goggle  news  italia

Senza titolo 1383



non riuscendo , ma  mi prometto di farlo in seguito  a mente lucida  , a trovare  le parole per la sentenza di calciopoli  affido il mio pensiero a  questa  frase  :


Tarallucci e calcio. «Lo schema di questa vicenda è tipico dell´Italia e dell´illegalità diffusa che abbiamo nelle vene. Si comincia con una forte indignazione seguita da un fiero proclama: chi ha sbagliato paghi, ecc. Poi si aprono i banchetti, le trattative, le minacce. E si arriva a un bel compromesso dove non cambia nulla. Nessuna sorpresa. Quando ci sono forti interessi economici va sempre a finire così, a tarallucci e vino».


Gerardo D´Ambrosio, Corriere della Sera, 26 luglio



Senza titolo 1382

i pregiudizi sono durei  a morire  leggete  questo articolo .    lo so che  è  la  solità  unità  ,  ma  almweno  per  il momento   npon ho trovato la news da  nessun'altra parte ( se dovessi  trovarla da  altre parti  , la  posterò  nela categoria  aggiornamento post  ) 



Roma, licenziati perché omosessuali


Alessia Grossi





Galleria Alberto Sordi

Licenziati perché «non in linea con la filosofia del bar» in cui lavoravano, cioè perché gay. Marco Carbonaro, 43 anni, romano e il suo compagno Aldo Pinciroli si trovano così da un momento all´altro senza un posto di lavoro, senza stipendio e dal momento che non hanno la possibilità di assumere un legale a loro spese si rivolgono alla linea «Gay Help line» (il numero verde nazionale di supporto e assistenza per le persone gay e lesbiche, finanziato dal Comune e dalla Provincia di Roma). Il numero verde, ricorda Fabrizio Marrazzo, presidente dell´Arcigay della capitale, «da quando è stato attivato, 4 mesi fa, ha ricevuto oltre 10mila telefonate di denuncia». L´associazione, come in molti altri casi da´ il suo appoggio alla coppia discriminata e denuncia l´accaduto sul sito dell´Arcigay Roma. Marco, lavorava dal primo luglio come direttore dei bar della Galleria Alberto Sordi di Roma con un contratto a progetto. «Quando sono arrivato i bar non avevano un direttore da oltre un anno, racconta Carbonaro, che aggiunge di aver «subito iniziato a lavorare e i risultati non hanno tardato ad arrivare, e il general manager mi ha dimostrato in più di un occasione il suo apprezzamento». «Una settimana fa, continua l´ex direttore, il manager ci comunica la necessità di assumere nuovo personale e ci chiede di presentargli persone di fiducia». A questo punto Marco propone il suo compagno Aldo che da «anni lavora come barman» e il capo lo assume.«Tutto andava benissimo, assicura Carbonaro, poi si deve essere sparsa la voce della nostra relazione e lunedì siamo stati licenziati in tronco». Nessuna giustificazione per i due, neanche una lamentela, né formale, né informale. La sola colpa della coppia sarebbe, a detta dell´imprenditore Fabrizio Gallina, di «non essere in linea con la filosofia del bar» cioè di essere omosessuali. «Io ho 43 anni e ora è difficile per me trovare un altro lavoro, non solo da dirigente, anche da cameriere. Ci hanno lasciato da un momento all'altro in mezzo a una strada, senza una ragione e la cosa più grave è che non c'è nessuno, nessuna legge che ci tutela», conclude Carbonaro.
Immediatamente alla coppia arriva l´appoggio del deputato ds Franco Grillini che con un´interrogazione (leggi il testo sul sito di Franco Grillini) parlamentare si rivolge al ministro per le Pari Opportunità Barbara Polastrini e al ministro del Lavoro Cesare Damiano sottoponendo alla loro attenzione il caso di Marco e Aldo e di tutti coloro che ancora in Italia subiscono sul lavoro discriminazioni per il loro orientamento sessuale. Con una lettera al sindaco di Roma, Walter Veltroni, il deputato si assicura il sostegno dell´amministrazione comunale della capitale. «Richiedo pertanto, si legge in un passaggio della lettera di Grillini al sindaco, un intervento al fine di valutare, data la gravità dell'accaduto, la possibilità di richiedere alla società che gestisce i due bar della Galleria stessa la riassunzione delle persone ingiustamente licenziate e, nel caso di un rifiuto, di ritirare la licenza di gestione ai bar come prevede sia la normativa comunale che la legislazione nazionale». «Conoscendo la tua sensibilità sui temi della lotta alle discriminazioni siamo certi di un tuo interessamento». La risposta del Campidoglio non si è fatta attendere e attraverso l'assessore comunale alle Pari opportunità Mariella Gramaglia, si sta adoperando per giungere «al più presto a una conciliazione concordata e serena» della vicenda. «Con il sostegno del sindaco, che segue il caso da vicino ed è direttamente impegnato contro ogni forma di discriminazione, ho parlato, ha spiegato l'assessore Gramaglia, con tutti i protagonisti della vicenda: l'imprenditore, Fabrizio Gallina, i due lavoratori, Marco Carbonaro e Aldo Panciroli e i vertici romani dell'Arcigay. La mia viva speranza è che si giunga al più presto a una conciliazione concordata e serena. E per questo obiettivo mi sto adoperando, ha conlcuso l'assessore».

Spirito Libero

Angolo di pace



Sono
uno spirito libero,
volo di cielo in cielo,
di stelle in stelle,
di sole in sole.

Mi fermo poi
in un angolo
di roccia,
mi ritiro dal mondo
e ascolto.

Odo le onde del mare,
il vento e i suoni,
guardo le rondini
in fuga.

Libera ancora,
riprendo il volo
in mano all'infinito.


Giovanna Nigris

26.7.06

Senza titolo 1381


 Poichè alcuni mi dicono che  sono fazioso  nel  riportare le news   e nell'usare le  fonti  , riporto  questo editoriale   e  questa news  da  u  sito cattolico reazionario ( o  clerico  fascista   come si usava iun tempo e  come   contiuinuano ad usare alcune frange dela sinistra antagonista  e radicale  )  da  questo   sito  qui www.fattisentire.net 
 Perchè la contro informazione   siòla si fà usando anche   fonti che  non condividi e  che sono diverse per  cultura   dalle tue  .


<<


Lo stupore ci coglie in questi giorni nel constatare che molti - anche tra i cattolici - invece di porsi in doloroso e commosso ascolto delle grida e dei gemiti degli indifesi,( come sdi puo vedere da una foto  qua  a  sinistra  , ne  trovate  altre  sui siti riporttati alla fine  post )  da qualunque parte essi si possono trovare, preferiscono lasciarsi guidare dai sentimenti e dagli interessi sollecitati ad arte dal quel potere mediatico, posto a servizio di uno o dell'altro dei contendenti.
É per questa ragione che ritengo importante dare spazio alle parole del Santo Padre e alla testimonianza che ci giunge dalla Chiesa locale in Libano, quale
autorevole contributo per una riflessione e valutazione di questo nuovo capitolo della tragedia medio orientale. Auguri di ogni bene.

      


Giuseppe Biffi


«QUESTO È UN NUOVO OLOCAUSTO»

«Cari amici, in questi ultimi giorni le notizie dalla Terra Santa sono per tutti motivo di nuove gravi preoccupazioni, in particolare per l'estendersi di azioni belliche anche in Libano, e per le numerose vittime tra la popolazione civile. All'origine di tali spietate contrapposizioni vi sono purtroppo oggettive situazioni di violazione del diritto e della giustizia. Ma né gli atti terroristici né le rappresaglie, soprattutto quando vi sono tragiche conseguenze per la popolazione civile, possono giustificarsi. Su simili strade - come l'amara esperienza dimostra - non si arriva a risultati positivi»
(Benedetto XVI, Angelus, 16 luglio 2006)




DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE   20-07-2006

Di fronte all'aggravarsi della situazione in Medio Oriente, la Sala Stampa della Santa Sede è stata incaricata di comunicare quanto segue:



1. Il Santo Padre segue con grande preoccupazione le sorti di tutte le popolazioni interessate ed indice per domenica prossima, 23 luglio, una speciale giornata di preghiera e di penitenza, invitando i Pastori ed i fedeli di tutte le Chiese particolari come tutti i credenti del mondo ad implorare da Dio il dono prezioso della pace.



2. In particolare, il Sommo Pontefice auspica che la preghiera si elevi al Signore, perché cessi immediatamente il fuoco tra le Parti, si instaurino subito corridoi umanitari per poter portare aiuto alle popolazioni sofferenti e si inizino poi negoziati ragionevoli e responsabili, per porre fine ad oggettive situazioni di ingiustizia esistenti in quella regione, come già indicato da Papa Benedetto XVI nell' Angelus di domenica scorsa, 16 corrente mese.



3. In realtà, i Libanesi hanno diritto di vedere rispettata l'integrità e la sovranità del loro Paese, gli Israeliani hanno diritto a vivere in pace nel loro Stato ed i Palestinesi hanno diritto ad avere una loro Patria libera e sovrana.



4. In questo doloroso momento, Sua Santità rivolge pure un appello alle organizzazioni caritative, perché aiutino tutte le popolazioni colpite da questo spietato conflitto.



Parla il Vescovo maronita di Byblos: «Ma quale guerra? Questa è un'apocalisse, anzi un olocausto ai danni della popolazione libanese...».

«Ma quale guerra? Questa è un'apocalisse, anzi un olocausto ai danni della popolazione libanese perpetrata dal Dio d'Israele e dal Dio dei musulmani». Così monsignor Beshara Rai, vescovo cristiano maronita di Byblos, una cittadina sul mare a nord di Beiurt, a metà strada tra la capitale e il confine con la Siria. Una città fino a pochi giorni fa tranquilla, un'oasi di pace abitata da cittadini di tante religioni, molti i cristiani.
Monsignor Beshara Rai, cosa sta succedendo?
«Una crisi di portata immane. Siamo di fronte ad un Paese, Israele, che si permette di violare tutte le norme del diritto internazionale per motivi che nessuno in Libano riesce a comprendere. Israele sta distruggendo tutto: case, strade, ponti, macchine. Ci stanno isolando. Se le cose vanno avanti così tra poco tempo moriremo per mancanza di cibo. Si sta profilando un vero e proprio olocausto. Il tutto con il silenzio della comunità internazionale. Dov'è l'Occidente? Perché nessuno ci aiuta?».
L'offensiva di Israele non è la risposta agli attacchi dell'Hezbollah?
«Sì certo. Ma allora Israele dovrebbe prendersela con la Siria e l'Iran che finanziano l'Hezbollah e non con il Libano».
Però l'Hezbollah siede nel Parlamento libanese?
«Sì, ma vi siede per conto della Siria e dell'Iran. Lo sanno anche i sassi».
Insomma siete in mezzo ad una contesa che non vi riguarda?
«Esatto. Israele da una parte, Siria e Iran, sfruttando l'Hezbollah, dall'altra, stanno usando il Libano come fosse un campo di calcio in cui contendersi un loro trofeo. È un'ingerenza assurda e incomprensibile. Che cosa cerca Israele? Forse ha un arsenale da smantellare e si diverte a scaraventarlo su di noi».
Come vivete a Byblos?
«Malissimo. Migliaia di libanesi innocenti sono arrivati - e continueranno ad arrivare - a Byblos in cerca di una zona un po' più tranquilla. Noi abbiamo accolto tutti. Abbiamo sistemato famiglie intere, donne, bambini ed anziani, negli edifici pubblici, nelle chiese, nelle palestre, nei campi, dove e come possiamo».
Vi arrivano degli aiuti?
«Niente di niente. Tra qualche giorno le riserve di cibo finiranno. Come sfameremo la gente? Siamo destinati a morire per isolamento».
Però in questi giorni richieste di pace sono arrivate da più parti, anche dal G8?
«Da dove? Per favore, non scherziamo. Tutti parlano ma nessuno fa niente».
E le parole del Papa?
«Le uniche sensate. La popolazione del Paese, o meglio di Byblos, le ha ascoltate attentamente e sono le uniche pronunciate con coerenza».
Cosa ne sarà dei cristiani libanesi?
«Forse sono i cristiani che i signori della guerra vogliono fare fuggire. Se va avanti così non solo i cristiani, ma anche tanti altri cittadini di altre religioni dovranno fuggire in Occidente».

di Paolo Luigi Rodari



IL TEMPO   19 luglio 2006


>>
 da bellaciao.org


DALLA BASE DI CAMP DARBY LE TERRIBILI BOMBE GBU-28 CHE SQUARTERANNO IL LIBANO?



ISRAELE/LIBANO- NICOTRA (PRC) : "DALLA BASE DI CAMP DARBY LE TERRIBILI BOMBE GBU-28 CHE SQUARTERANNO IL LIBANO? GOVERNO ITALIANO INTERDICA USO BASE PER OPERAZIONI DI GUERRA"

"Ci sono motivate ragioni che inducano a pensare che le terribili bombe GBU-28 a guida satellitare e laser richieste agli Usa dal governo di Tel Aviv, siano già stoccate nella base americana di Camp Darby. Probabilmente sono già state spedite in questi giorni tramite speciali navi o aerei da cargo.Se così fosse il territorio italiano sarebbe di nuovo usato per operazioni di guerra in barba al dettato costituzionale e alle disposizioni della legge 185 che vieta il commercio e la triangolazione delle armi in paesi in guerra o che siano responsabili della violazione del diritto internazionale." E’ quanto afferma in una dichiarazione Alfio Nicotra, responsabile nazionale del Dipartimento Pace del Prc. ( continuia qui  )


>>


Ci sono immagini non certo gradevoli, ma penso ci sia una grande differenza fra un telegiornale che dica ’’8, 10, 40 vittime civili’’ e guardare ’’quella’’ persona, ’’quella’’ tragedia, che non può più lasciarci indifferenti. Il nostro Paese, l’Europa, gli Stati Uniti, stanno sostenendo il governo israeliano (in nome della lotta al terrorismo ?!?) e per gli ultimi episodi si sono limitati a qualche bonario dissenso...


 foto





25.7.06

Senza titolo 1380

L' evento dedicato a Fabrizio .De.Andre. si intitola 'FABER,SUONI E PAROLE CANGIANTI' e si svolgerà a Tempio Pausanua  (sassari )  capitale culturale della Gallura, nel nord-est della Sardegna, il 4 e il 5 agosto 2006.

Il  4  la  giornata musicale  ( trovate sotto la locandina  )

E' la SECONDA EDIZIONE e dopo la presenza, lo scorso anno, dell' ospite internazionale Kevin Dempsey, che ha cantato in genovese il repertorio del Maestro, aspettiamo gli artisti del Corou de Berra (Francia) certi della originalità e della bellezza dei loro adattamenti. Saranno in compagnia del gruppo sardo ANDHIRA che ha prodotto il cd 'Sotto il vento e le vele.. incontro con FDA' di grande levatura artistica, di ISKELIU, gruppo di musica e ricerca etnica che fondato dieci anni fa da  il maestro etnomusicologo Sandro Fresi  e con il quale ha prodotto, nel 97, il cd 'iskeliu' che  porta la prestigiosa prefazione di Fabrizio. E che insieme all'attore MATTEO GAZZOLO ha prodotto un reading musicale tratto dall'unico romanzo di De André 'un destino ridicolo', e di DOC SOUND, cover-band di professionisti che eseguirà il repertorio più conosciuto del nostro Fabrizio . Si partirà con una serie di brevi concerti pomeridiani (dalle ore 18) in luoghi fra i più suggestivi del centro storico di questa piccola città di pietra che il maestro elesse a sua dimora. A cadenza di trenta minuti ciascuno, gli artisti si alterneranno tra chiostri secenteschi, oratori medioevali, palazzi storici e piccole piazze per poi concludere con un grande concerto in Piazza Gallura, dalle 21.30. L'evento è patrocinato dall' assessorato alla Cultura del Comune di Tempio Pausania sotto la   direzione artistica. di Sandro Fresu 



Il giorno 5 ci sarà invece la premiazione  ( vedere copertina sopara  ) del 1° concorso letterario 'UNA STORIA SBAGLIATA  ( di cui    avevo pubblicato il bando   sempre questo blog  )  dedicato all'opera del maestro, evento patrocinato dalle  associazioni culturali Iskeliu, Carta dannata e dalla libreria Max 88 in collaborazione con l'Amministrazione comunale, presso l'Ufficio Turistico.Presidente della giuria  Giorgio Todde.

Senza titolo 1379

11 settembre 2001: rompere il muro del silenzio



L'11 settembre del 2001 ha cambiato il corso della storia e ha modificato l'intero quadro mondiale. A seguito del tragico e spettacolare attentato, in cui hanno perso la vita circa tremila persone innocenti, gran parte delle certezze occidentali sono andate in frantumi. Ne è seguita un'offensiva statunitense che ha già prodotto due guerre e ha modificato non solo la geopolitica di intere aree del pianeta, ma tutti i rapporti di forza consolidati nei decenni precedenti.


Sebbene i responsabili dell'attacco siano stati additati al mondo con singolare rapidità, una spiegazione complessiva degli avvenimenti dell'11 settembre, e della loro preparazione, ha impiegato oltre tre anni per venire formulata da una commissione d'inchiesta del Congresso degli Stati Uniti. Un solo, presunto responsabile, è stato giudicato da un regolare tribunale e condannato all'ergastolo.


Tuttavia dopo un'analisi attenta si evince che la versione ufficiale è non solo lacunosa in decine di punti essenziali, ma in altre decine di punti essa è dimostrabilmente falsa.


La falsità, le reticenze e le palesi incongruenze della ricostruzione ufficiale, sollevano altri, pesantissimi interrogativi. Non vi è bisogno di mentire quando la verità è chiara. Dunque, se i poteri mentono, ciò significa che vogliono impedire l'emergere della verità. E la menzogna indica che i presunti kamikaze non hanno agito da soli e che essi hanno avuto potenti alleati a diversi livelli dell'establishment statunitense, nelle stesse strutture difensive, nelle istituzioni preposte alla difesa della sicurezza del paese.


I media – a cominciare da quelli statunitensi – hanno, salvo rarissime eccezioni, seguito l'interpretazione ufficiale, e negli anni successivi hanno lasciato cadere la cortina del silenzio assoluto. Essi hanno applicato la legge del giornalismo contemporaneo, secondo cui “ciò che non dovrebbe essere vero, non lo è” (Gore Vidal). Noi non accettiamo questo criterio.


L'eccezionale rilevanza dell'evento 11 di settembre, e delle sue ripercussioni planetarie , appare del tutto incompatibile con tali e tante omissioni, distrazioni, dimenticanze, silenzi. La tesi dell'inefficienza, delle incompetenze, non regge alla più elementare delle verifiche. Tanto da indurre il sospetto che vi sia stata e vi sia tuttora una deliberata intenzione di impedire l'accertamento della verità.


Di fronte a tante inspiegabili stranezze che circondano un evento cruciale per la nostra storia comune, è doveroso porre domande e cercare risposte. Molti hanno già cercato di farlo in questi anni e una enorme mole di fatti, di dati, di analisi, di immagini è già stata raccolta e posta sotto il vaglio rigoroso delle verifiche. Esse confermano tutti i sospetti.


Noi intendiamo portare il nostro contributo a questo lavoro, consapevoli che la pace e la democrazia corrano gravi pericoli fino a che non si riuscirà a fare luce sulle responsabilità e sulle stesse modalità con cui gli attentati terroristici del 11 settembre furono compiuti.


E' stato scritto autorevolmente che la verità sull'11 settembre non la saprà questa generazione. Noi non possiamo pretendere di sostituirci agl'investigatori che hanno svolto la loro opera a partire dai dati primari raccolti sui luoghi e ascoltati dai testimoni diretti. Ma i materiali che essi stessi hanno prodotto rivelano falsità ed errori che possono essere dimostrati.


Nostro compito non potrà dunque essere quello di ricostruire integralmente la verità dei fatti, ma quello di verificare se, dove, come le ricostruzioni fin qui tentate (quelle ufficiali e quelle di studiosi, giornalisti, ricercatori, esperti, esponenti dei servizi segreti) siano coerenti con i fatti accertati e con le deduzioni praticabili in termini scientificamente e logicamente corretti. Solo dopo avere evidenziato l'errore si cercherà di procedere oltre nella ricerca delle possibili spiegazioni.


La gigantesca opera di raccolta dati e di analisi impone un lavoro di gruppo. Noi intendiamo portare avanti una ricerca collettiva, il cui obiettivo sarà di produrre una serie di iniziative informative multimediali, capaci di raggiungere in primo luogo il pubblico specialistico e i giornalisti. Una serie di verifiche preliminari ci consente di affermare che il livello d'informazione attorno a questo evento e alle sue implicazioni è estremamente basso perfino ai livelli delle decisioni politiche e dei luoghi dove l'informazione viene elaborata.


Siamo consapevoli che toccare questo argomento significa esporsi al rischio (minore) di vedersi inclusi nella categoria dei visionari, dei complottisti, dei dietrologi. E al rischio (maggiore) di essere sottoposti all'attacco (prevedibile) del mainstream informativo, cioè di coloro che hanno finora taciuto. Per questa ragione abbiamo coinvolto e coinvolgeremo un gran numero di specialisti di provata competenza nei diversi campi dell'indagine. Essi daranno le garanzie sufficienti per evitare rischi di manipolazione e di interpretazione malevola e partigiana del lavoro che stiamo compiendo.


Noi siamo consapevoli del fatto che le valutazioni sulla ampiezza delle complicità più o meno ufficiali possono essere assai diverse, ma siamo accumunati dalla convinzione della necessità di una investigazione indipendente, resa indispensabile dall'enorme vastità delle implicazioni. In nome delle vittime prima di tutto, ma anche per difendere la pace mondiale e la nostra stessa vita di cittadini, i cui diritti civili e umani sono stati, a partire dall'11 settembre, già seriamente minati, così come sono state lesionate le fondamentali regole della convivenza internazionale.


Chiunque condivida queste preoccupazioni sottoscriva questo manifesto, “per rompere il muro del silenzio” cliccando QUI


Leggi la lettera di Giulietto Chiesa ai firmatari del manifesto

24.7.06

Senza titolo 1378

NO ALL’AGGRESSIONE MILITARE ISRAELIANA CONTRO I POPOLI PALESTINESE E LIBANESE
IL PREMIER ISRAELIANO EHUD OLMERT E’ PERSONA NON GRADITA IN ITALIA

La mozione presentata e letta all’assemblea degli autoconvocati del 15 luglio scorso a Roma, in cui si chiede l’abrogazione dell’accordo di cooperazione militare tra Italia ed Israele e l’adozione di sanzioni diplomatiche e commerciali verso Israele ha lanciato un appello alla mobilitazione per il 27 luglio, giorno della visita del capo del governo di Tel Aviv Olmert. Di fronte all’escalation israeliana in Medio Oriente il documento sta raccogliendo adesioni in tutta Italia.


Sentiamo la necessità di una risposta forte e immediata all’ennesima aggressione israeliana e in solidarietà ai popoli palestinese e libanese e alla loro resistenza all’occupazione militare il cui carattere criminale è sempre più evidente: il 90% dei morti provocati dai bombardamenti israeliani sono civili, donne, bambini.

GIOVEDI' 27 LUGLIO 2006
CORTEO A ROMA
ore 17,30 P.zza Della Repubblica

23.7.06

Senza titolo 1377

Mentre  mi accingo a scrivere  un commento  sdegnato  sull'ennesima censura  rai ( trovate sotto  lo'articolo )   in canna  nel mio lettore cdv  c'è  questa canzone che rapressenta  sia  cosa  è successo   5 anni  fà al  g8   di genoiva  si di  come  si  sia passata  da  una manifestazione pacifica (   quella del 19 luglio la  cosidetta  dei migranti   ... salvo quache  scaramuccia  con i Blak blok ... a  lle  repressioni   di quelle  del 20-21-22  .


Dalla foce al porto (ciò che non siamo)
(di Vito Rorro)

 


Guarda il mondo coi miei occhi… vai nel mondo coi miei piedi
Ama il mondo col mio cuore… porta al mondo la mia vita
Prendi in mano la mia storia… prima che sia nebbia e stato
Quando ci sarà vittoria… io sarò fra chi ha creduto
Quanti fiori e quanti amori… ho incontrato per le strade
Quanti sogni ho respirato… quanti non li ho mai contati
Io li ho visti rifiorire… quando a Genova c’è il sole
Mi son detto in questo giorno… è impossibile morire  
La brutalità sulla mia pelle… nuova libertà che sale… sale… sale  
Sotto i grandi riflettori… le speranze per il mondo
Otto grandi incantatori… e un rigurgito profondo
Polizia che sta fumando… e allacciandosi i bottoni
Polizia che quando è notte… non si tengono riunioni
Mai i ragazzi di corteo… che si stringono la mano
Hanno zoccoli e canzoni… per andare più lontano
Io li ho visti rifiorire… quando a Genova c’è il sole
Mi son detto in questo giorno… è impossibile subire… soffrire… fallire  
La brutalità sulla mia pelle… nuova libertà che sale… sale… sale…  
Guarda il mondo coi miei occhi… ruba al mondo il tuo futuro
Perché ciò che noi non siamo… è ciò che noi non vogliamo


Infatti  leggendo la news    in queastrione   ci s'accorge che   : 1) Ivano  Fossati con  cara democrazia   e Franco battiato  con Povera patria; 2) che  l'analisi storico antropologica fatta da( fcopertina  a  sinistra )  il paese mancato  dal miracolo  economico  agli anni  ottanta  di Crainz Guido ( anche se  secondo me l'Italia  è  uin paese mancato dallla morte di Cavour     fino  ad oggi   )  : 3) le reazioni suscitate da quelli del polo ( Cdl )  quando   si parlava degli anni  70\80 e a i collegamenti con gli anni 90   con le trasmissioni di  Blunotte Lucarelli    che parlare di tali argomenti in tv  , soprattutto in fasce orarie  di maggiore  ascolto  sia  ancorta un tabù e  che lo stesso discorso  fatto ( vedere post precedentisul calcio ) del  panem   et  circenses  si può applicare  anche alla  tv  che non sia via  sattellite  -


ecco l'articolo  in questione la 
fonte unità online del 22\7\2006


>>

Rai, oscurato «Primo piano» su Genova e G8. I giornalisti: «Solo un caso?»




Doveva essere dedicata alla ricostruzione dei fatti di Genova la puntata di venerdì sera di «Primo Piano», programma di approfondimento del Tg3. Ma improvvisamente è saltato sia il segnale digitale sia quello satellitare. «È stato un caso o c'è stato dolo nell'interruzione del segnale di trasmissione su satellite e sul digitale durante l'edizione di «Primo pian» di venerdì sera?» A chiederselo sono i telespettatori della trasmissione che continuano a telefonare in redazione per avere una piegazione, ma anche i giornalisti stessi del telegiornale di Rai tre. Nel comunicato del Comitato di Redazione del tg, infatti, si legge che la redazione chiede all´azienda chiarimenti sull´accaduto. «Una domanda legittima, sottolinea il Cdr del Tg3, a cui l'azienda deve dare una risposta. «La puntata di «Primo piano» di venerdì sera aveva come obiettivo quello di aggiungere un tassello di verità a una vicenda, quella del G8 di Genova e degli avvenimenti che hanno causato la morte di Carlo Giuliani, che ha lacerato il Paese. Il percorso di ricostruzione indicava la faticosa ricerca giornalistica di testimonianze e fatti che riguardavano il G8» si legge ancora nel comunicato del Cdr. Ma la fatica giornalistica è stata premiata con l´interruzione del segnale e non si è visto più nulla. «Solo per la durata della trasmissione», sottolineano i giornalisti.

«Il Tg3, ricorda inoltre il Cdr, non è nuovo a questa esperienza. Già un'altra volta, in quest'ultimo anno, nell'occasione della trasmissione di un reportage scomodo su Gerusalemme, si è verificato il medesimo problema. Allora potemmo parzialmente appurare i fatti. Oggi, conclude il comunicato, chiediamo all'azienda di fare luce fino in fondo e di assumere provvedimenti, se necessari».

dì sera di «Primo Piano», programma di approfondimento del Tg3. Ma improvvisamente è saltato sia il segnale digitale sia quello satellitare. «È stato un caso o c'è stato dolo nell'interruzione del segnale di trasmissione su satellite e sul digitale durante l'edizione di «Primo pian» di venerdì sera?» A chiederselo sono i telespettatori della trasmissione che continuano a telefonare in redazione per avere una piegazione, ma anche i giornalisti stessi del telegiornale di Rai tre. Nel comunicato del Comitato di Redazione del tg, infatti, si legge che la redazione chiede all´azienda chiarimenti sull´accaduto. «Una domanda legittima, sottolinea il Cdr del Tg3, a cui l'azienda deve dare una risposta. «La puntata di «Primo piano» di venerdì sera aveva come obiettivo quello di aggiungere un tassello di verità a una vicenda, quella del G8 di Genova e degli avvenimenti che hanno causato la morte di Carlo Giuliani, che ha lacerato il Paese. Il percorso di ricostruzione indicava la faticosa ricerca giornalistica di testimonianze e fatti che riguardavano il G8» si legge ancora nel comunicato del Cdr. Ma la fatica giornalistica è stata premiata con l´interruzione del segnale e non si è visto più nulla. «Solo per la durata della trasmissione», sottolineano i giornalisti.
«Il Tg3, ricorda inoltre il Cdr, non è nuovo a questa esperienza. Già un'altra volta, in quest'ultimo anno, nell'occasione della trasmissione di un reportage scomodo su Gerusalemme, si è verificato il medesimo problema. Allora potemmo parzialmente appurare i fatti. Oggi, conclude il comunicato, chiediamo all'azienda di fare luce fino in fondo e di assumere provvedimenti, se necessari».

>>

 

P.s
Ora  poichè ogni  ulteriore  commento  a tale avvenimento  è  superfluo  ,  vi lascio all'articolo  .Traete voi ognio  giudizio  . meditate gente  meditate  .
P.s 2
per chi volesse  approffondire  sul G8 del 2001   consiglio di leggersi o rileggersi 
il post del 21\7\2006

Quando il make-up diventa uno strumento di empowerment femminile, la storia di Beatrice Gherardini

  credevo che il  trucco cioè il make  up femminile  (  ovviamente  non  sto  vietando  niente  ogno donna   è libera  di  fare  quello che ...