29.5.08

Senza titolo 580

  ERA IL 26 / 03 / 2004 / !  VE LE RICORDATE LE PACCHE SULLA SUA TESTA ?  E SECONDO VOI PERCHE' ?  :-)


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BOICOTTATE LA NAZIONALE

Domani doveva esserci una puntata di Annozero incentrata sul film "Il divo" , tanto per far capire che aria comincia a tirare in rai l'hanno spostata a venerdì quando c'è un'amichevole della nazionale, patetici... Travaglio deve proprio fare paura agli uomini "d'onore"...  spero cambi la programmazione ma non credo

28.5.08

la chiesa prima di fare le solite crociate guardfi dentro se stessa

Le ultime dichiarazioni del cardinal Bagnasco sull'allarme   pornografia nelle  Tv  satellitare mi fanno venire  in mente   questa strofa  di Dio è morto di Guccini  più precisamente questa : << (... ) il perbenismo interessato\ la dignità fatta di vuoto\l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto\e un dio che è morto (...) >> ciò mi permette  di ricollegarmi e di riprendere la discussione intrapresa ad un mio precedente post
Bagnasco potrebbe anche non avere ha tutti i torti ad essere preoccupato ma non è solo attraverso la televisione la disponibilità di film porno è già molto ampia. Sul digitale terrestre sono già iniziate le grandi manovre del Consorzio Glamour, società svizzera, capitali francesi e italiani, dieci milioni di euro investiti che dovrebbero diventare 70 milioni in pochi mesi, per far partire un nuovo bouquet di canali porno sul digitale terrestre, canali criptati e a pagamento, ovviamente. Ma non c´è bisogno di attendere il 2012, già oggi, comunque, sono molte le televisioni private  locali soprattutto  che trasmettono porno
a pagamento utilizzando il satellite, e moltissime le tv che si muovono ai confini fra erotismo e  porno, trasmettendo a tutte le ore del giorno e dopo  la mezzanotte le più  "sobrie " in chiaro telefonate hard in diretta, restando al di qua del porno ma facendo grande pubblicità alle hotline telefoniche. Infatti come dice questo articolo ( di cui  rilascio sotto un estratto  )
la pornografia o erotismo spinto che dir si voglia : << (...) E' l'ultima frontiera della pubblicità, quella che ama far scandalo, quella che vuole farsi notare a tutti i costi e che, negli ultimi tempi, ha scelto con sempre maggior frequenza la strada del sesso spinto.       Magari simulato,come può notare chi osserva anche  in rete  nella campagna pubblicitaria di due anni fà  della Diesel, fatta di tre piccoli clip in cui le immagini all'inizio sembrano essere  come quelle di un film porno ma che poi,nel finale, dimostrano di essere sicuramente più innocue. La nuova tendenza è comunque quella del sesso esplicito, come nella campagna promozionale della ditta tedesca di sigari Independance, che ha realizzato un video promozionale nel quale due ragazze arrotolano un sigaro in maniera tutt'altro che tradizionale. O patinato, come la serie di manifesti in stile "fetish" realizzati dalla catena di negozi Cosmos,in Austria,per pubblicizzare prodotti di elettronica di consumo. (...) A dettar legge in questo campo sono soprattutto le campagne promozionali delle aziende internazionali di profumi, di moda e di prodotti di bellezza, che hanno spostato di molto nel corso del tempo il confine del comune senso del pudore. Ma a giocare il ruolo più importante nell'uso di immagini sempre più esplicite è Internet, che ha permesso ad aziende come la Cosmos o la Shai di mettere in circolazione spot decisamente più osé proprio perché non sono dirette al grande pubblico televisivo. >> di repubblica  non ricordo al data  .
Quindi ecco che il Cardinale scopre l'acqua calda perchè come dice Antonio dipollina su repubblica d'ieri ( 27\5\2008 : << (...)
Insomma, se proprio è un problema, la Chiesa sarebbe dovuta scendere in campo da tempo, al massimo della potenza e schierando tutte le proprie divisioni. Il richiamo invece alla sola tv e al moltiplicarsi dei canali (in realtà atteso come manna e segno di libertà in senso buono) rischia di indebolire il tutto: perfino l´avvio del discorso di Bagnasco, quello contro i modelli negativi che escono dal piccolo schermo e in programmi che di pornografico, a prima vista, non hanno nulla.(..) >> trovate l'intero articolo nell'archivio del sito  giornalistico http://stage7.presstoday.com/
Ecco che  l'appello   lanciato da  Bagnasco  mi puzza e mi sa  un po'  d'ipocrisia e falso moralismo  perchè  : 1) prima di fare le solite ( giuste o sbagliate , condivisibili o meno ) crociate non si guarda casa e pretende da loro prima di farla a gli altri un po' di morale soprattutto sulla pedofilia Il più orrendo dei crimini. L'ombra peggiore sulla Chiesa. I silenzi, il dolore, le reticenze. Le parole delle vittime. Due dati, tra gli altri, che si possono leggere in Viaggio nel silenzio di Vania Lucia Gaito (Edizioni Chiarelettere, 273 pagine, 13 euro): in Italia i casi noti di pedofilia clericale sono una cinquantina ma le segnalazioni molte di più. L'elenco dei sacerdoti condannati per pedofilia è disponibile. Nel libro vengono ricostruiti episodi e si fanno nomi e cognomi. Ma quel che si vuol capire è il perché. Partendo dall'educazione nei seminari. Ne viene fuori un quadro allarmante: la mancanza di uno sviluppo psico-sessuale normale può spiegare la tendenza alla pedofilia. Le diocesi americane, dopo lo scandalo che le ha investite, hanno chiuso
i seminari minori. In Italia continuano a essercene più di 100. E la testimonianza dell'ex sacerdote Alessandro Pasquinelli (che patteggia e sconta ingiustamente una condanna per pedofilia) accende i riflettori sul problema: "Ho l'impressione che nei seminari ci fosse una percentuale di omosessuali molto alta. È capitato anche a me di ricevere proposte". Oppure esponenti ecclesiastici che in barba al celibato hanno figli e mogli o rapporti sessuali . 2) Invece di preoccuparsi solo di televisione e digitale e non solo dove l'hard e l'erotismo sono in canali a pagamento o criptati o i quelli locali a notte tarda , non fa la stessa campagna su internet dove a differenza delle tv non si può scegliere il canale , e la pornografia ( o erotismo estremo ) spinta è dilagante ed è quasi imposta, spesso con furbizia e stratagemmi vari , ai navigatori e dove soprattutto non si fa come avviene in tv o nei giornali porno differenze fra le varie perversioni ed è bandita la pedofilia .


Ora Ora molti\e di voi leggendo tale post crederanno che

sia un bacchettone e simili invece sono come ho già dimostrato sempre in un  altro 
mio precedente post  un pornodipendente di 2 livello infatti al test del sito di psicolinea  risulta : <<
Un po’ ti capita, ma sicuramente molto fai tu stesso/a per entrare in contatto con la pornografia: è un mondo che ti incuriosisce e ti affascina, nel quale ti senti veramente libero/a di poter ‘ascoltare’ ed esprimere i tuoi istinti meno confessabili. In ogni caso la tua vita appare ancora sotto controllo e non sembra vi siano rischi gravi di compromissione dell'equilibrio affettivo e sessuale >> . Infatti ,  a causa  di questa mia  "sindrome"  ancora non acuta  mi  sono capitati  equivoci con utenti  splinder che hanno il blog  privato  .  Ecco un a chiaccherata recente  in una chat  con una utente splinder   ommetto  per  ragioni di privacy  ogni riferimento,indicandola solo con il generico Lei, alla persona in questione e l'url della chat  fuori da   splinder  in questione 






Io = il  tuo nik e la tua foto sensuale e arrapante , mi incuriosisce , cosi pure quei puntini di sospensione del tuo profilo ,  mandami l'autorizzazione ad entrare nel tuo blog


 Lei  = di cosa sei curioso? ieri ho già avuto problemi con qualche curioso un pò troppo arrapato  come dici tu. se non ti dispiace dovresti spiegarmi meglio la tua curiosità prima di farti entrare.
 

Io =  ho scambiato un semplice un semplice blog privato  un blog erotico . E sto cercando di sconfiggere  la mia pornodipendenza concentrandomi sull'erotismo
Lei = immagino che la tua eroticodipendenza ed i tuoi interessi a riguardo io possa considerarli un tuo problema e non mio;) me lo permetti ? Le foto che ho adoperato non sono neanche erotiche.
Se sei un estimatore della materia penso tu lo sappia e lo abbia appurato quando sei passato.ti ringrazio della tua presenza.
Ma per ora scusami.;) non desidero essere circondata da studiosi di anatomia femminile e connessi. ciao.;)


Io = certo . Ma sappi  che   , lo  ripeto ancora  , NON SONO SOLO QUELLO  come  puoi vedere dal mio blog  .  Ok fa niente pazienza , mi sarebbe piaciuto visti i tuoi interessi che hai lasciato nei profilo , scambiarci pareri , sui libri , musica e quant'altro . ma se non vuoi pazienza . spero cmq di ritrovarti o come utente  visto che ti ho mandato  l'invito  o  come commentatrice  nel mio blog .
con amicizia
Lei = per ora vorrei starmene tranquilla.con i miei nuovi amici.tranquilli anche loro;) ti ringrazio dell'invito; )hai un bel blog e anche molti interessi;)
mi complimento con te.ciao.

 IO = ciao spero  se lo vorrai  ( altrimenti pazienza  è stato belo conoscerti  )  di poterci rincontrare e di leggere , quando lo vorrai , ,sul tuo  se  mi autorizzi   a leggere  i tuoi post   o sul mio  se accetti il mio invito o se  commenti  . Faccio presente    che  era già  successa una cosa simile con una mia utente poi ci siamo chiariti , lei mi ha mandato l'invito ,di solo lettura - cioè impossibilità di scrivere e commentare sul suo blog -- dei suoi post

Lei =  grazie della tua compresione.

Senza titolo 579

  VE LO RICORDATE IL FILM RACCONTI ROMANI ?  :-)


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Senza titolo 578




-Nazim  Hikmet-


Il raggio è riempito di miele
i tuoi occhi son pieni di sole.
I tuoi occhi, mia rosa, saranno cenere
domani, e il miele continuerà
a riempire altri raggi.


Non mi fermo a rimpiangere i giorni passati
- salvo una certa notte d’estate –
e anche l’ultima luce dei miei occhi azzurri
ti annuncerà lieti giorni futuri.


Un giorno, madre natura dirà: “Mia creatura
hai già riso, hai già pianto abbastanza”.
E di nuovo, immensa
sconfinata, ricomincerà
la vita, senza occhi, senza parola, senza
pensiero...


27.5.08

ci sono cose che


«Ci sono cose così grossolane che bisognerebbe vergognarsi anche solo di pensarle. Ma ci sono momenti in cui bisogna vergognarsi di non dirle. Per esempio: se fosse successo che un rumeno ubriaco passando col rosso travolgesse un giovane ultrà laziale dei Parioli (o ultrà d’altro) e la sua ragazza?».

Adriano Sofri, Il Foglio, 25 maggio

SPUTI E BOMBE NEL DESERTO

dal  cdv calciinculo.splinder.com/ pubblico  volemntieri questo toccante post 



Sputi e bombe nel deserto






This I leave as my last message to those who I leave behind. I know you think Im a coward for this but in the face of existing as I am now I have no other choice. As the 1st Sgt said all I have to look forward to is a butt-buddy in jail, not much of a future.
I dont want to know what you people think I have going for me to think I should want to live, trust me, I have nothing. I have done nothing but bring dishonor to this unit, myself, but most importantly my family. I wanted one last chance to say goodbye to them but that was taken away like everything else.
Id like also to say goodbye to (blacked out) and (blacked out) the two people that have held me together until now. Split my things up amoung the platoon, after all that why people tolerated me, it's funny how getting your things taken away brings out the truth in people.
Maybe finaly I can get rid of these demons, maybe finaly I can get some peace.



Il veterano dell'Iraq Jason Scheuerman si toglie la vita. Nelle poche parole scritte di suo pugno, non accenna alla patria, alla nazione, alla guerra, alle armi di distruzione di massa, all'islam, allo scontro di civiltà, all'Amministrazione, all'Esercito... No. Parla del suo piccolo minuscolo mondo. La famiglia in cui è nato e che non gli è concesso di abbracciare per l'ultima volta.
Non è un soldato che lascia il mondo per l'insensatezza di una guerra. Lascia il mondo per l'insensatezza di continuare a vivere.



La desolazione dell'anima è totale. Insieme alle bombe cadono sputi sulla sabbia del deserto. Sputi, imprecazioni e lettere di addio: ma Jason Scheuerman non ci lascia parlando di Dio, come vorrebbero Bush e McCain; dice invece che sparandosi, forse, riuscirà a liberarsi dai Demoni.
E per i molti soldati che realizzano sul proprio corpo il desiderio di morte concepito altrove, ci sono molti soldati che invece si esaltano. Come se quella fosse la loro vita. E non fosse concepita altrove.
Provate a vedere il video seguente. " Honor ". " Courage ". " Commitments ".



L'orripilante identificazione con la morte.
Il Deserto avanza... nel soldato che si suicida come nel soldato che celebra le proprie scariche di mitragliatrice. Nell'uno come nell'altro caso, il Deserto avanza e rende gli uomini sempre più prigionieri.


La gloria e il disonore



Com'è andata? Al solito. Cioè ottimamente.Anche perché, stavolta (e non era il primo caso, in verità), abbiamo fatto le cose in grande. All'appello, sostenuto da Mondo Senza Guerre, contro lo scudo spaziale hanno risposto in molti, e non proprio di secondo piano, come si dice: Lidia Menapace, Alex Zanotelli, Nichi Vendola, Luisa Morgantini, Giulietto Chiesa e moltissimi altri, fra cui associazioni e partiti.


Un'adesione tanto più significativa se si considera che, tranne "L'Espresso", NESSUN grande media ha informato del presidio, né della campagna. NESSUN grande media ci ha ragguagliato circa gli scioperi della fame che, in Italia e in Europa, numerosissimi attivisti stanno praticando per protestare contro lo scudo. Ampie pagine, con relativi commenti entusiastici, sono state invece dedicate alle dichiarazioni pro-nucleare Scajola, ché ormai tutti concordano, da destra e da "sinistra" - a parte blandi distinguo meramente di facciata da parte di quest'ultima - sul ritorno delle centrali, nuove e potenti, e trionfanti. E l'opinione pubblica è ormai orientata a dovere: il tempo dei "sogni" è terminato, quello della pace pure. Campo libero quindi all'atomo, ma anche al riarmo e alla giustizia fai-da-te. In nome della sicurezza, s'intende. Sicurezza, questo il nome del nuovo feticcio. dell'attivissimo ministro
Il successo della manifestazione di ieri - dove non è mancato un minuto di raccoglimento in memoria di Giovanni Falcone - dimostra però che l'"opinione pubblica" è in realtà molto più variegata di quanto vogliano farci credere. E che fra l'illusione di chi non si accorge della complessità dei problemi attuali e la volontà di costruire un mondo diverso, più ampio e orientato al futuro, non soffocato nello spazio angusto di una impaurita logica da struzzi, la differenza è abissale.

Un motivo di vanto - permettetecelo - per noi, e un'ulteriore tassello di vergogna per un'informazione asservita e feroce, che però non è ancora riuscita a negarci l'esistenza, né la presenza. Non ci avrete.         Ricordiamo a tutti che la petizione contro lo scudo è ancora aperta. Si puo aderire a questo indirizzo email : adesioninoscudo@gmail.com .




Senza titolo 577

  28 / 05 / 2008 / SANTO EMILIO E SANT'ERCOLE ! SIMPATICI AUGURI DA LUCKY !  :-)


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  L'AVETE LETTO IL LIBRO IL RICHIAMO DELLA FORESTA ?  :-)


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Senza titolo 575

L


L'alba di un nuovo giorno è come la voce del presidente della assemblea dei vescovi che detta leggi ai politici.....

La mia africa

 












CINEMA: USA; MORTO REGISTA SYDNEY POLLACK

NEW YORK - Il regista americano premio Oscar Sydney Pollack è morto a 73 anni di cancro nella sua casa di Los Angeles. Pollack aveva diretto 21 film e 10 show televisivi, recitato in oltre trenta tra film e show tv e prodotto oltre 44 pellicole. Aveva vinto un Oscar come miglior regista per Out Of Africa nel 1985. Tra gli altri film da lui diretti, Tootsie (1982), Tre giorni del Condor (1975), e da ultimo L'Interprete con Nicole Kidman girato dentro le Nazioni Unite nel 2005.
La carriera di Pollack ha definito un'epoca in cui grandi star come Robert Redford, Barbara Streisand, Warren Beatty e cineasti che sapevano come trattarle (oltre a Pollack, Barry Levinson, Mike Nichols) avevano cambiato i meccanismi di Hollywood raggiungendo successi di cassetta senza abdicare alle ambizioni artistiche. Hollywood aveva ricompensato Pollack: oltre all'Oscar per 'Out of Africa' aveva avuto la nomination per 'Non si uccidono cosi' anche i cavalli' del 1969 e 'Tootsie' del 1982. Verso la fine della sua carriera Pollack era diventato produttore di film indipendenti: con il partner Anthony Minghella, aveva creato la casa di produzione Mirage Enterprises, da cui era uscito 'Cold Mountain' e l'anno scorso il documentario 'Sketches of Frank Gehry', l'ultimo film diretto da Pollack.Ansa







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Senza titolo 574

  VI PIACEVA IL TELEFILM UN MEDICO IN FAMIGLIA ?  :-)


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Küng, le sfide d'un

dalla cdv esterna  Daniela Tuscano ( dimelaltra.blogspot.com/ )



Ha compiuto ottant'anni lo scorso 19 marzo, Hans Küng. Ma il piglio vivo e alacre con cui affronta la platea dell'Università della Bicocca sgombera subito il campo da equivoci: il primo volume della sua monumentale autobiografia, La mia battaglia per la libertà (Diabasis), non è un punto d'arrivo, e lui non intende "ricapitolare" nulla. "Mettere al centro l'idea di libertà - spiega l'illustre teologo - significa guardare avanti". La vita, continua Küng, scrive sempre le storie più interessanti. E per questo le vicende che racconta sono vere. Uno scorcio manzoniano in queste parole e, forse, non potrebbe essere altrimenti. Squarci d'una religiosità severa, vissuta con austera passione, ma esigente mistica.Libertà, verità: per Küng l'una non sussiste senza l'altra. E gli è stato chiaro fin dalla giovinezza, pur se la libertà è crescita e sviluppo: "All'inizio, per me svizzero di famiglia conservatrice, la libertà si declinava necessariamente con la lotta contro il fascismo e il nazismo". In seguito si è configurata come libertà interiore, ossia della coscienza. Più oltre ancora, è divenuta la libertà del Concilio Vaticano II - "l'evento più significativo nella storia della Chiesa non solo contemporanea, la cui portata dirompente oggi si cerca di ridimensionare" - e infine la libertà della teologia e della Chiesa.
Per comprendere il dono e la successiva banalizzazione del concetto di libertà, Küng ha osservato che le giovani generazioni, alcune delle quali affascinate da nostalgie temporaliste, non si rendono conto di come realmente fosse la cristianità occidentale prima del Concilio. "Era ancora il Medioevo", commenta lapidario.
Medioevo che si concretizzava nel gelo d'una liturgia ingessata e immutabile, nei "fedeli" del tutto passivi, ridotti a gregge nel senso deteriore del termine, con un sacerdote-sciamano portatore di un insegnamento incontestabile, cui bisognava solo obbedire tacitamente. L'esaltazione del laicato contro una Chiesa clericale, il dialogo tra le diverse culture e religioni, l'apertura al "mondo" sono passi irrinunciabili che, malgrado i tentativi in tal senso, nessuno potrà mai cancellare. Non dimentichiamo, in questo senso, che anche il papa Pio XII aveva in mente un Concilio: ma, secondo lui, la costituzione La Chiesa nel mondo contemporaneo avrebbe dovuto recare un titolo leggermente ma significativamente diverso: al posto della preposizione, una congiunzione, però con significato disgiuntivo. La Chiesa "e" il mondo contemporaneo, a siglare una differenza e una distinzione incolmabili, un confine tra le due sfere, tra la città di Dio e la città dell'uomo, l'una perfetta e irriformabile, l'altra incompleta e fragile, soggetta al peccato. La Chiesa del Sillabo.


C. Urbino, La Pentecoste (sec. XVII), Milano, chiesa di San Marco.



Giovanni XXIII fu
l'apparizione inaspettata che sovvertì una Chiesa museale e asfittica. Ma le resistenze al rinnovamento, pur minoritarie, si sono rivelate forte e potenti. "Hanno abolito l'Indice dei libri proibiti, ma quest'ultimo funziona in modo indiretto nella condanna dei teologi e dei pensatori che osano affrontare temi considerati tabù: celibato dei preti, elezione dei vescovi, ruolo del papato. Le questioni irrisolte restano così le stesse di quarant'anni fa: il controllo delle nascite, la validità del matrimonio, la riforma della curia romana, i rapporti con le altre religioni, l'infallibilità papale. E tutto ciò ha un effetto pratico devastante, perché questa concezione autoritaria si riflette sull'azione della gerarchia ecclesiastica nella politica interna e mondiale. Küng, autore qualche anno fa d'un severo documento sul pontificato di Wojtyla, non esita ad additare come responsabile indiretta della fame e della diffusione del virus dell'Aids la lotta contro i metodi anti-concezionali portata avanti con pertinacia dal Vaticano.


In ogni caso, Küng tiene a specificare di non sentirsi un "teologo dissidente", come spesso l'hanno definito; in lui vibra la stessa preoccupazione che già aveva agitato un temperamento pur molto diverso dal suo, don Milani. Entrambi tengono a sottolineare di non essere "cristiani sui generis", ma cristiani e basta. "Sono rimasto nella Chiesa cattolica, e non intendo uscirne", ripete Küng. E alla provocazione di Giancarlo Bosetti di "Repubblica", secondo cui il timore della dissoluzione ha tuttavia permesso alla Chiesa la sua sopravvivenza (e quindi la sua testimonianza) nel mondo, il teologo replica che non si tratta di scardinare la struttura: "La quale presenta anche caratteristiche importanti. La figura del Papa è un utilissimo fattore di coesione. Un Bin Laden cristiano oggigiorno non potrebbe nascere: una scomunica lo priverebbe subito di qualsiasi autorità".
Nemmeno il Protestantesimo, a cui Küng ha pure dedicato molta attenzione, è il suo modello: "Anche presso quella confessione sussistono problemi: talora troppe divisioni interne, poca sostanza". Non si tratta, insomma, di denunciare solo i propri mali, o di considerare perfette altre confessioni o credi. Rimarcare le differenze può essere salutare: Küng dice no a inutili e sincretisti sensi d'inferiorità, ma si oppone pure a un'autosufficienza perniciosa. "Credo che, col famoso discorso di Ratisbona, Ratzinger intendesse più che altro dimostrare la validità delle differenze. Ma, per operare in tal modo, occorre un'informazione politica seria: non si può portare come teste un imperatore bizantino, e ridimensionare le violenze operate dai cristiani. La reazione dei musulmani, comunque, è stata equilibrata: hanno creato una commissione di 138 saggi in dialogo col Vaticano e il mondo moderno, di recente anche gli sciiti hanno inviato a Roma una delegazione esplorativa. Ratzinger ha almeno dimostrato una capacità di correggersi cui gli va dato atto".


Ma la "dissoluzione" proviene solo dai cosiddetti "dissidenti", o non alligna piuttosto in seno al Magistero stesso? I ripetuti viaggi e allocuzioni di Wojtyla non hanno sortito alcun effetto: le vocazioni hanno continuato a diminuire, la liturgia resta poco frequentata, il prestigio dell'episcopato, soprattutto negli Stati Uniti dopo i ripetuti scandali per pedofilia, è crollato. E non si può ignorare - ha accusato Küng - che spessissimo la curia romana ha insabbiato i casi dei preti pedofili.


Non sono pertanto, secondo Küng, la discussione e la critica le cause prime della crisi della Chiesa, ma nella paura e nella mancanza di fede. Quasi una visione profetica. Un Vaticano III? Da tempo Küng lo chiede. Come "contadino cosmopolita", secondo un suo icastico autoritratto, che ben riassume il senso d'una vita ancora in movimento perché legata alle vere radici.

26.5.08

omaggio jazz a de andrè

E' uscito il 23 maggio con il settimanale l'espresso il live "Casa del Jazz All Stars -
Omaggio a Fabrizio De Andrè".
é con alcune delle più grandi sdar del jazz italiano: Stefano Di Battista ( sax alto e soprano ) Rita Marcotulli ( piano ) Fabrizio Bosso ( tromba ) Giovanni Tommaso( contrabasso ) e Roberto Gatto ( batteria ) straordinari musicisti riuniti sotto il nome omonimo “Casa del Jazz All Stars” ( trovate sotto a fine post alcuna scelta di loro dischi solisti ) tenuto con il patrocinio morale della Fondazione Fabrizio De Andrè, il 30 aprile alla Casa del Jazz di Roma . Tale disco è un buono , di notevole fattura da regalare e regalarsi , per chi incomincia l'ascolto de jazz o per chi è " seguace " di tale genere musicale .
Rimane la sensazione come ha ricordato Nicola Piovani << De Andrè non è mai stato di moda . E infatti la moda effimera per definizione passa >> cosi come è passata ormai nel dimenticatoio la versione di Georgie di da discoteca ( chi sa per quale insulso e recondito motivo gli eredi di de andrè abbiano concesso i diritti ) << le canzoni di Fabrizio restano >> In esso ci sono le canzoni più significative e più belle ( anche se è difficile scegliere in un repertorio cosi intenso e prondo come quello di i De Andrè) Ora vado come è mio solito analizzare le singole canzoni una per una nell'ordine in cui vengono riportate nel cd in questione .
1)La canzone di Marinella Versione molto bella,sensuale e struggente, che sembra quasi scritta da De Andrè ; 2)Don Raffaè pezzo bello dinamico troppo elucubrato da snaturare la canzone : 3) Inverno toccante da non riuscire a trovare le parole per descriverla . Malinconico l'attacco al pianoforte e l'accompagnamento al sax . In secondo piano,quasi assenti, per poi farsi sentire in crescendo dopo i primi 2 minuti gli altri strumenti per " accordarsi " con il piano e ìil sax . Buono la fusione fra i due stili tipici del jazz quello freddo ( Cool jazz ) e quello caldo ( hot jazz )
e il sax ; 4) Ho visto Nina volare Un raro esempio di cover che coglie il pensiero dell'artista dell'opera originale , uno ( almeno dai dischi comprati , regalati o dei genitori che ho ascoltato e conosciuti in quanto mi sono avvicinato da poco a tale genere musicale ) dei rari esempi del jazz di sincronia fra i vari elementi di una band .Ottima l'idea della vedova di Faber di aver messo a disposizione la traccia originale del brano .Cosi sembra che il gruppo suoni davvero con De Andrè ; 5) Creuza de ma ottima l'interpretazione , azzeccati gli interventi della Matcotulli e di Gatto e di Battista . Un po' elucubrato in alcuni tratti Di Battista , ma ciò passa in secondo piano grazie all'intensa affinità fra i componenti del gruppo ;6) Ballata dell'amore cieco o della vanità Senza parole . pezzo molto dinamico un pezzo jazz caldo ( hot jazz ) e poco di jazz freddo ( Cool jazz ) funzionale all'assolo di Gatto ; 7) Via del campo bella più malinconica e struggente dell'originale ; 8) La colina " più movimentata " dell'originale . Un pezzo privo di egocentrismi e voli pindarici tipici di hot Jazz uno dei pochi ( almeno in base alla mia esperienza in tale genere musicale ) esempi "scorrevolezza" del coll jazz .Una interpretazione che non snatura la che stravolge la canzone originale , anzi la rafforza ulteriormente , tanto da invitare ad ascoltare o riascoltarsi l'originale.Ottimo l'affiatamento del gruppo ;9)IL pescatore Versione dinamica e allegra di una canzone triste , un bel pezzo di hot jazz . si riusciti a portare una speranza in una canzone che è triste e molto pessimistica oltre che profetica sulla situazione del nostro bene-amato paese

Guida all'ascolto


* Rita Marcotulli

2002 Koinè, Anders Jormin,Andy Sheppard,Palle Danielsson,Jon Cristensen,Anja Garbarek,Lena Willemark
2006 The light side of the moon, Rita marcotulli

* Stefano di Battista

2004 Parker’s Mood /Blue Note
2007 Trouble Shootin’ /Blue Note

* G.TOMMASO


con Rava LA DOLCE VITA " 2000

con il suo quintet
"SECONDO TEMPO" special guest JOE LOVANO

* Roberto gatto

2007 Roberto Gatto "Traps" (CAM Jazz)

origine di uno stereotipo sulle donne e i fornelli

N.b
prima  d'iniziare  il post  d'oggi ci tengo a precisare che  il titolo del post  d'oggi  è un satirico  ed ironico ed intende prendersi gioco  dei luoghi comunai  e degli stereotipi  culturali e sociali ormai jurassici  ma che ancora resistono. Questa precisazione  è dovuta  al  fatto  che ogni volta  che faccio un titolo ironico o una  battuta  la maggior parte della gente ( salvo pochi   )  compresi  a volte  i genitori e miei amici più cari  ,  mi  prendono sul  serio, dimenticando  o non sapendo o per  causa loro o causa del sistema scolastico che   la  cultura  e la letteratura italiana  è [ era ]   ricchissima d'ironia  e di satira   .

Dopo questa precisazione ( spero di non doverci più ritornare  )  veniamo al post  in questione

Come tutti i mestieri di successo anche quello di chef è declinato al maschile. L’Italia non fa eccezione ma può vantare la pattuglia di cuoche pluri stellate più folta d’Europa. Ora due libri raccontano le storie di volontà e sacrificio
di chi è riuscita a rompere con la catena di montaggio alimentare casalinga
e a tradurre il suo talento in piatti griffati

dall'ultimo inserto la domenica del quotidiano  repubblica

LICIA GRANELLO
«Quando la gastronomia sarà una religione, con il suo calendario, i suoi santi e i suoi confessori le sue vergini e i suoi martiri, la Mère Fillioux sarà canonizzata e diventerà una delle patrone della cucina francese». Scriveva così, adorante e mistico, monsieur Curnonsky — alias Maurice-Edmond Sailland — principe dei gastronomi francesi negli anni Trenta. Oggetto di tanta devozione, Francoise Fayolle sposata Filloux, una de “Le Mères”, le Madri della cucina francese, piccolo gruppo di indomabili donne dei fornelli che a cavallo tra le due guerre riscattarono generazioni di cuoche silenziose e dimenticate, conquistando il Gotha dell’haute cuisine internazionale a colpi di Tre Stelle Michelin. Solo pochi mesi fa, Anne Sophie Pic è riuscita a rinverdirne i fasti, conquistando la terza stella e il titolo di migliore chef di Francia.
Due libri e un pranzo di piazza celebrano in questi giorni gli splendori dell’alta cucina al femminile, movimento a lungo trascurato e misconosciuto in nome di una superiorità maschile tradotta in premi, stelle e classifiche gourmand. Da una parte, Le cuoche che avrei voluto diventare, (Roberta Corradin
Enaudi
all’altra Eugénie Brazier e le altre, di Alessandra Meldolesi 
Le Lettere.
In entrambi i casi, scrittrici-gourmand e cuoche provette pronte a riannodare il filo con le radici del proprio savoir-faire: ovvero dire,fare, raccontare cucina e dintorni. «Gli uomini sono dei geni, ma noi siamo la storia», ama ricordare
Nadia Santini, chef tristellata da una dozzina d’anni, considerata la più grande cuoca italiana. Non è la sola, se è vero che, unico caso al mondo, la guida Michelin attribuisce il massimo dei giudizi possibili a ben tre donne dello stesso Paese (Annie Feolde, pur nata in Costa Azzurra, vive a Firenze da oltre trent’anni). A loro, vanno aggiunte altre tre super-cuoche con due stelle Michelin: come dire che in nessun altro posto la cucina femminile viene riconosciuta, apprezzata, amata come da noi.
Eppure, quando si parla di cucina d’autore, facce, nomi e indirizzi sono tutti declinati al maschile. «Questione di fatica, di orari, di sacrifici», sostengono i critici gastronomici (uomini), svelando solo una parte di verità. Perché le donne cucinano da sempre, coniugando come possono il meglio e il peggio della quotidianità alimentare, dalla necessità di variare i menù ai pochi soldi con cui realizzarli, accontentando bimbi svogliati e adolescenti a dieta, mariti ipertesi e anziani diabetici. Così, nella maggior parte dei casi, le donne lasciano il palcoscenico all’artista di turno, ritagliandosi ruoli esterni al cono di luce della celebrità, diventando sous-chef,executive, capi brigata. In quanto alle nostre Magnifiche Sei Pluristellate, le loro storie sono storie di straordinaria volontà: spose con mariti eredi di trattorie e locali, supportate da suocere disposte a passare i loro saperi, assemblando amore, passione lavorativa e vita famigliare.
Ma le più giovani non ci stanno. Rivendicano una professionalità svincolata dal passaporto matrimoniale. Vogliono essere cuoche come sarebbero medici, insegnanti, avvocate, artigiane. Se nonavete tempo e modo di fermarvi in uno dei tanti indirizzi di alta cucina femmina sparsi per l’Italia, regalatevi una sera a teatro a Bologna. A luglio, dopo uno degli appuntamenti che fanno ricco il cartellone dell’Arena del Sole, potrete godervi una meravigliosa cena nel chiostro annesso, curata dagli chef stellati dell’Emilia Romagna.Scoprirete il talento di Aurora Mazzucchelli, stella Michelin a Sasso Marconi: giovane, sveglia, bravissima. Perfino senza avere un marito accanto.


TRE STELLE MICHELIN (Italia)


Annie Feolde
ENOTECA PINCHIORRI
Via Ghibellina 87
Tel. 055-242757
Firenze




Nadia Santini
DAL PESCATORE
Località Runate
Tel. 0376-723001
Canneto sull’Oglio (Mantova)







per le altre protagoniste andate su repubblica e alla pag 15 e 16 del pdf troverete le altre foto

Senza titolo 573

  VI PIACCIONO LE CANZONI DI GIANNI MORANDI ?  :-)


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origine dello stereotipo le donne devono riomanere a casa a cucinare

Come tutti i mestieri di successo anche quello di chef è declinatoal maschile. L’Italia non fa eccezione ma può vantare la pattuglia di cuoche pluristellate
più folta d’Europa. Ora due libri raccontano le storie di volontà e sacrificio
di chi è riuscita a rompere con la catena di montaggio alimentare casalinga
e a tradurre il suo talento in piatti griffati

dall'ultimo inserto la domenica di repubblica

LICIA GRANELLO
«Quando la gastronomia sarà una religione, con il suo calendario, i suoi santi e i suoi confessori le sue vergini e i suoi martiri, la Mère Fillioux sarà canonizzata e diventerà una delle patrone della cucina francese». Scriveva così, adorante e mistico, monsieur Curnonsky — alias Maurice-Edmond Sailland — principe dei gastronomi francesi negli anni Trenta. Oggetto di tanta devozione, Francoise Fayolle sposata Filloux, una de “Le Mères”, le Madri della cucina francese, piccolo gruppo di indomabili donne dei fornelli che a cavallo tra le due guerre riscattarono generazioni di cuoche silenziose e dimenticate, conquistando il Gotha dell’haute cuisine internazionale a colpi di Tre Stelle Michelin. Solo pochi mesi fa, Anne Sophie Pic è riuscita a rinverdirne i fasti, conquistando la terza stella e il titolo di migliore chef di Francia.
Due libri e un pranzo di piazza celebrano in questi giorni gli splendori dell’alta cucina al femminile, movimento a lungo trascurato e misconosciuto in nome di una superiorità maschile tradotta in premi, stelle e classifiche gourmand. Da una parte, Le cuoche che avrei voluto diventare, di Roberta Corradin (Einaudi); dall’altra Eugénie Brazier e le altre, scritto da Alessandra Meldolesi per Le Lettere. In
entrambi i casi, scrittrici-gourmand e cuoche provette pronte a riannodare il filo con le radici del proprio savoir-faire: ovvero dire,fare, raccontare cucina e dintorni. «Gli uomini sono dei geni, ma noi siamo la storia», ama ricordare
Nadia Santini, chef tristellata da una dozzina d’anni, considerata la più grande cuoca italiana. Non è la sola, se è vero che, unico caso al mondo, la guida Michelin attribuisce il massimo dei giudizi possibilia ben tre donne dello stesso Paese (Annie Feolde, pur nata in CostaAzzurra, vive a Firenze da oltre trent’anni). A loro, vanno aggiunte altre tre super-cuoche con due stelle Michelin: come dire che in nessun altro posto la cucina femminile viene riconosciuta, apprezzata, amata come da noi.
Eppure, quando si parla di cucina d’autore, facce, nomi e indirizzi sono tutti declinati al maschile. «Questione di fatica, di orari, di sacrifici», sostengono i critici gastronomici (uomini), svelando solo una parte di verità. Perché le donne cucinano da sempre, coniugando come possono il meglio e il peggio della quotidianità alimentare, dalla necessità di variare i menù ai pochi soldi con cui realizzarli, accontentando bimbi svogliati e adolescenti a dieta, mariti ipertesi e anziani diabetici. Così, nella maggior parte dei casi, le donne lasciano il palcoscenico all’artista di turno, ritagliandosi ruoli esterni al cono di luce della celebrità, diventando sous-chef,executive, capi brigata. In quanto alle nostre Magnifiche Sei Pluristellate, le loro storie sono storie di straordinaria volontà: spose con mariti eredi di trattorie e locali, supportate da suocere disposte a passare i loro saperi, assemblando amore, passione lavorativa e vita famigliare.
Ma le più giovani non ci stanno. Rivendicano una professionalità svincolata dal passaporto matrimoniale. Vogliono essere cuoche come sarebbero medici, insegnanti, avvocate, artigiane. Se nonavete tempo e modo di fermarvi in uno dei tanti indirizzi di alta cucina femmina sparsi per l’Italia, regalatevi una sera a teatro a Bologna. A luglio, dopo uno degli appuntamenti che fanno ricco il cartellone dell’Arena del Sole, potrete godervi una meravigliosa cena nel chiostro annesso, curata dagli chef stellati dell’Emilia Romagna.Scoprirete il talento di Aurora Mazzucchelli, stella Michelin a Sasso Marconi: giovane, sveglia, bravissima. Perfino senza avere un marito accanto.

TRE STELLE MICHELIN (Italia)

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Senza titolo 572

  VE LA RICORDATE QUESTA TARGA PUBBLICITARIA DEI GELATI CHIAVACCI ?  :-)


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Oscar Wilde


ROMA - Il tribunale Old Bailey di Londra ha reso pubbliche oltre 110mila pagine con le trascrizioni di storici processi inglesi. Tra queste anche quelle degli atti che portarono alla condanna per "grave immoralità" del famoso  scrittore Oscar Wilde.
Le trascrizioni sono consultabili gratuitamente sul sito Oldbaileyonline.org
,pubblicato da Humanities Research Institute in un progetto congiunto tra le università britanniche di Sheffield e Hertfordshire e della Open University."Finora gli atti erano accessabili solo a un ristretto numero di storici" ha detto il co-direttore del progetto Tim Hitchcock. Ma d'ora in poi tutti potranno leggere e studiare quelle carte. Dalle storie di omicidi alle violenze, dai piccoli furti ai borseggi, sarà possibile conoscere i dettagli su ogni tipo di crimine passato davanti alla corte di Old Baley dal 1674 al 1913. Il sito è già stato definito come la più ampia fonte di informazioni sulla vita degli inglesi mai pubblicata.Notizia in rete

Una notizia che mi mi ha fatto alzare dal letto. Troverete un picco massimo di  violenza  a bambini di dieci anni nel 1800 (che se ritardavano, di due ore a lavoro, dovevano scontare un mese di prigione).Quante cose sono nascoste,  finiranno mai le angherie le crudeltà  sui bambini? Continuerò a cercare, per capire di che razza è l'uomo.

Franca Bassi

Senza titolo 571

Viviamo nel domandare...nell`interrogare.
Viviamo nell`incertezza,sospesi al filo del domani
ignari se siamo o non siamo davvero
incapaci di vita autentica
o solo di una risposta.
E` la domanda.
Siamo domanda.
Eppure esistono le verità.
Quelle che lui non cercò,
quelle che noi troveremo.
Autenticamente.

25.5.08

Senza titolo 570


DELIRIO!


Il ponte sullo stretto di Messina.
    Delirio.
Le centrali nucleari.
    Delirio.
L’esercito in Campania.
    Delirio.
I nuovi inceneritori.
    Delirio.
I condannati in Parlamento.
    Delirio.
Il 95% dei reati impuniti grazie alle leggi ad personam.
    Delirio.
Testa d’Asfalto presidente del Consiglio grazie alle concessioni televisive di Craxi.
    Delirio.
La legge elettorale porcata.
    Delirio.
Le elezioni politiche incostituzionali.
    Delirio.
La volontà popolare ignorata con la cancellazione dei referendum sulla legge elettorale, sul finanziamento pubblico ai partiti e sul NO al nucleare.
    Delirio.
L’Italia senza libera informazione, tra il Botswana e l’Iraq.
    Delirio.
Campania, Calabria e Sicilia in mano alle mafie.
    Delirio.
I roghi contro i campi Rom.
    Delirio.
Bassolino e Iervolino non si dimettono.
    Delirio.
Topo Gigio non li licenzia.
    Delirio.
Ignorata la sentenza della Corte di Giustizia Europea contro la legge Gasparri.
    Delirio.
Rete 4 ci costa 350.000 euro di multa ogni giorno dal primo gennaio 2006.
    Delirio.
Amanti, segretarie, avvocati di fiducia, portavoce e tirapiedi sono senatori e deputati.
    Delirio.
E’ assente solo il cavallo di Caligola.
    Delirio.
L’allargamento delle basi americane in Italia.
    Delirio.
Andreotti prescritto per mafia e senatore a vita.
    Delirio.
I miliardi di euro della Comunità Europea scomparsi per magia in Campania.
    Delirio.
La moratoria per gli ingressi dalla Romania applicata in quasi tutta Europa dal primo gennaio 2007, ma non in Italia.
    Delirio.
22.000 imprese italiane in Romania con i finanziamenti della Comunità Europea (le nostre tasse) e la disoccupazione in Italia.
    Delirio.
Il prezzo del petrolio sale, le bollette e la benzina aumentano, ma ENEL e ENI fanno più utili.
    Delirio.
Geronzi, plurinquisito, capo di Mediobanca.
    Delirio.
Scaroni
, condannato, capo dell’ENI.
    Delirio.
Sei milioni di precari.
    Delirio.
Lo sviluppo più basso e i costi dello Stato più alti d’Europa.
    Delirio.
350.000 firme per un Parlamento Pulito abbandonate nella cantina del Senato.
    Delirio.
1.636 miliardi di euro di debito pubblico e 70 miliardi di interesse ogni anno, pari a tre finanziarie.
    Delirio.
Emma Marcegaglia esperta di energia nucleare
e Rubbia in Spagna.
    Delirio.

Il Paese è entrato in un nuovo stato: il delirio.
“Uno stato di alterazione e confusione mentale, con agitazione motoria e allucinazioni, dovuto a accessi febbrili acuti e malattie mentali” (Il Nuovo Zingarelli).
L’Italia ha avuto la febbre per troppo tempo, adesso è seguito il delirio. Delirio vuol dire uscire dal solco. Noi abbiamo deragliato. La nave è in mano al cuoco di bordo e il capitano è profondamente addormentato sotto coperta. In democrazia il capitano è la volontà popolare.
Le fragoline di bosco vanno raccolte.
Ripeto: le fragoline di bosco vanno raccolte.



L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...