Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
2.7.08
A oriente, una stella
verso la dittatura
dal cdv rearwindow.splinder.com/
dei cittadini, contro la libera informazione. Una legge dopo l’altra.
A oriente, una stella
Senza titolo 654
SEGRETI BANCARI: GLI ISTITUTI DI CREDITO SPARISCONO
DALLA RELAZIONE SUL COMMERCIO DELLE ARMI
34509. ROMA-ADISTA. Diventa un po’ meno trasparente il commercio di armi italiane nel mondo: è infatti scomparso dalla Relazione del governo sulle esportazioni di armi – da poco trasmessa al Senato dalla Presidenza del Consiglio – un importante allegato che riporta le singole operazioni finanziarie autorizzate e compiute dalle banche in appoggio alle aziende che hanno venduto armi nel corso del 2007. Si potrà quindi continuare a sapere a quali Paesi sono stati venduti armi e sistemi d’arma, ma sarà impossibile conoscere nei dettagli le banche coinvolte e il valore di tali operazioni. Si tratta di un colpo basso assestato alla “Campagna di pressione alle banche armate” – promossa dalle riviste Mosaico di Pace, Nigrizia e Missione Oggi che da oltre 7 anni ha contribuito a stimolare la responsabilità sociale degli istituti di credito (v. Adista nn. 35/00, 49 e 61/01, 31/04, 7/06, 11 e 13/07) – e, nello stesso tempo, di un favore non da poco alle stesse banche e alle industrie armiere che mal sopportano di essere controllate da associazioni e cittadini in un regime di piena trasparenza.
Del resto Silvio Berlusconi l’aveva promesso tre anni fa, in occasione della presentazione della RelazioneRelazione di allora, avrebbero avuto “notevoli difficoltà” a trovare banche italiane disposte ad effettuare transazioni (tanto da costringerle a lavorare con istituti di credito esteri) poiché, “pur di non essere catalogate fra le cosiddette ‘banche armate’, hanno deciso di non effettuare più o, quantomeno, limitare significativamente le operazioni bancarie connesse con l'importazione o l'esportazione di materiali d'armamento”. Per cui, proseguiva la Relazione del governo, “il ministero dell'Economia e delle Finanze ha recentemente prospettato una possibile soluzione che sarà quanto prima esaminata a livello interministeriale” (v. Adista n. 33/05). Ed oggi, a tre anni di distanza – anche perché nel 2006, chiusa la legislatura, Berlusconi perse le elezioni e non poté dare seguito agli annunci – si capisce bene quale fosse la “possibile soluzione” prospettata nel 2005 ma mai realizzata: la riduzione della trasparenza per togliere le banche dalla graticola del continuo controllo dei cittadini. del 2005, relativa alle vendite di armi durante il 2004. Le industrie armiere infatti, si leggeva nella
Cosa potrebbe essere accaduto lo spiega in un’intervista a Nimedia (Nigrizia Multimedia, il portale multimediale dei comboniani) Alfiero Grandi, ex sottosegretario all'Economia del governo Prodi, che negli ultimi anni ha sempre accettato di buon grado il dialogo e il confronto con gli esponenti della Campagna ‘Banche armate’ e con la Rete italiana Disarmo, fino all’ultimo incontro, lo scorso 28 marzo, in cui vennero presentate le anticipazioni della Relazione stessa (v. Adista n. 31/08). Le interpretazioni possibili sono due, dice Grandi, “una benevola e una meno benevola: la prima che sia stata una dimenticanza, e quella più malevola è che nel passaggio tra un governo e l'altro qualcuno si sia volontariamente dimenticato di allegare questa relazione”. “Temo che sia intervenuta ‘la manina’”, aggiunge, “e abbia deciso di escludere una parte che invece è parte integrante e va assolutamente inserita”.
Immediata la reazione delle riviste animatrici della Campagna che, in una lettera firmata dai tre direttori – il saveriano p. Nicola Colasuonno di Missione Oggi e i comboniani p. Franco Moretti di Nigrizia e p. Alex Zanotelli di Mosaico di Pace – e indirizzata al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, protestano per la “grave e indebita modifica apportata nell’ultima Relazione” sulle esportazioni di armi e chiedono l’immediata pubblicazione dell’allegato rimosso. Si tratta di “un elenco importantissimo per la nostra campagna, per tutte le associazioni della società civile e per i singoli correntisti per poter verificare se le direttive e policy emanate negli ultimi anni da diverse e importanti banche italiane in relazione ai servizi d’appoggio al commercio di armi sono effettivamente attuate – spiega Giorgio Beretta, coordinatore nazionale della campagna di pressione alle ‘banche armate’ –. Senza questo elenco di dettaglio sull’attività degli istituti di credito, infatti, l’unica cosa che si può sapere dalla Relazione del Tesoro è l’ammontare complessivo del valore delle autorizzazioni rilasciate alle banche: un dato che, non specificando con quali Paesi hanno in corso operazioni relative all’esportazione di armi italiane, inevitabilmente le mette tutte sullo stesso piano, come banche corresponsabili del commercio di armi”.
Ma forse, con l’arma della confusione, si vuole proprio minare la trasparenza e aiutare le banche a confondersi, diluendo così la loro responsabilità individuale. “Se diciamo che un'azienda militare esporta armi, beh è il suo mestiere, no?”, si legge in un editoriale congiunto di Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace. “Ma se diciamo che la banca che sta proprio sotto casa mia, quella che aiuta anche le associazioni che scavano i pozzi nel Sahel assetato, è anche la banca d'appoggio per la compravendita di armi (autorizzata certo) qualche problema si pone, no? Se poi si scopre che ci ricava pure dei ‘compensi di intermediazione’ – più lauti più il Paese verso cui offre le sue funzioni è povero – il problema si complica. E forse è meglio non farlo sapere troppo in giro”. (luca kocci)
http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=43020
Lettara aperta del presidente della Bolivia Evo Morales ai governi Europei
"Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa fu un continente d’emigranti. Decine di milioni di europei partirono verso l’America per colonizzare, sfuggire alla miseria, alle crisi finanziarie, alle guerre, ai totalitarismi europei ad alle persecuzioni inflitte alle minoranze etniche.
Oggi, sto seguendo con molta preoccupazione il processo d’approvazione della cosiddetta «direttiva rimpatrio». Il testo convalidato, passato il 5 giugno dai Ministri degli interni dei 27 paesi dell’Unione Europea, dovrà essere sottoposto al voto del Parlamento Europeo il 18 giugno. Ho l’impressione che questa direttiva indurisca in maniera drastica le condizioni di detenzione e d’espulsione degli emigranti senza documenti, indipendentemente dal loro tempo di permanenza nei paesi europei, dalla loro condizione lavorativa, dai loro legami familiari, dalla loro volontà d’integrazione e dal raggiungimento della stessa.
Oggi l’Unione Europea é la destinazione principale degli emigranti di tutto il mondo, fatto questo, dovuto alla sua immagine positiva di spazio di prosperità e di libertà pubbliche. La stragrande maggioranza dei migranti giunge nell’Unione Europea per contribuire a questa prosperità, non per approfittarsi. Svolgono i lavori delle opere pubbliche, nell'edilizia, nei servizi alle persone e negli ospedali, lavori che non vogliono svolgere gli europei. Contribuiscono al dinamismo demografico del continente europeo, a mantenere le relazioni tra attivi e inattivi che fanno possibili i suoi generosi sistemi di sicurezza sociale e fanno diventare dinamico il mercato interno e la coesione sociale. I migranti offrono una soluzione ai problemi demografici e finanziari dell’Ue.
Per noi, i nostri migranti rappresentano l’aiuto allo sviluppo che gli Europei non ci concedono, dato che ben pochi paesi raggiungono realmente il minimo obbiettivo dello 0,7% del loro prodotto interno lordo nell’aiuto allo sviluppo. L' America Latina ha ricevuto nel 2006 68.000 milioni di dollari in bonifici, in altre parole più del totale degli investimenti stranieri nei nostri paesi. A livello mondiale raggiungono 300.000 milioni di dollari, che superano i 104.000 milioni concessi per la cooperazione allo sviluppo Il mio paese, la Bolivia, ricevette rimesse superiori al 10% del proprio PIL (1.100 milioni di dollari) e pari a un terzo delle nostre esportazioni annuali di gas.
Questo significa che i flussi migratori sono benefici molto per gli Europei ed in maniera marginale per noi del Terzo Mondo, dal momento che allo stesso tempo perdiamo contingenti di mano d’opera qualificata formata da milioni di persone nelle quali i nostri Stati, benché poveri, hanno investito in una forma o nell’altra importanti risorse umane e finanziarie.
Purtroppo, il progetto di “direttiva rimpatrio” complica terribilmente questa realtà. Se concepiamo che ogni Stato o gruppi di Stati possono definire le loro politiche migratorie in piena sovranità, non possiamo accettare che i diritti fondamentali delle persone siano negati ai nostri compatrioti e fratelli latinoamericani. La “direttiva rimpatrio” prevede la possibilità di una carcerazione dei migranti indocumentati fino a 18 mesi prima della loro espulsione o “allontanamento”, secondo il termine della direttiva. 18 mesi! Senza giudizio né giustizia! Tale come esiste oggi, il progetto di testo della Direttiva viola chiaramente gli articoli 2, 3, 5, 6, 7, 8 e 9 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Ed in particolare l’articolo 13 della Dichiarazione che dice:
- Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
- Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
E peggio di tutto, esiste anche la possibilità di incarcerare madri di famiglia e i minori d’età, senza prendere in considerazione la loro situazione familiare o scolastica, in questi centri d’internamento che, come sappiamo, vedono depressioni, scioperi della fame, suicidi . Come possiamo accettare senza reagire che siano concentrati in campi compatriote e fratelli latinoamericani senza documenti tra i quali la gran maggioranza sta da anni lavorando ed integrandosi? Da che parte sta oggigiorno il dovere di ingerenza umanitaria? Dove risiede la libertà di circolare e la protezione contro le detenzioni arbitrarie?
Allo stesso tempo l’Unione Europea cerca di convincere la Comunità Andina delle Nazioni (Bolivia, Colombia, Ecuador e Peru) a firmare un “Accordo d’Associazione” che prevede un Trattato di Libero Commercio, la cui natura ed il cui contenuto sono uguali a quelli imposti dagli Stati Uniti. Siamo sottoposti ad una grande pressione da parte della Commissione Europea affinché vengano accettate condizioni di profonda liberalizzazione del commercio, dei servizi finanziari, della proprietà intellettuale e dei nostri servizi pubblici. Inoltre, a titolo di “protezione giuridica”, siamo sottoposti a continue pressioni a causa del processo di nazionalizzazione dell’acqua, del gas e delle telecomunicazioni, realizzato durante la giornata mondiale dei lavoratori. Chiedo, in questo caso: dove risiede la “sicurezza giuridica” per le nostre donne, gli adolescenti, i bambini ed i lavoratori che cercano orizzonti migliori in Europa?
Promuovere la libertà di circolazione delle merci e delle finanze mentre di fronte vediamo incarceramenti senza giudizio per i nostri fratelli che cercano di circolare liberamente. Questo è negare i fondamenti della liberta e dei diritti democratici.
A queste condizioni, nel caso in cui la “direttiva rimpatrio” venga approvata, ci troveremmo nell’impossibilità etica di approfondire le negoziazioni con l’Unione Europea e ci riserviamo il diritto di applicare nei confronti dei cittadini europei le stesse obbligazioni in materia di visti che vengono imposte a noi boliviani dal primo di aprile 2007, sulla base del principio diplomatico della reciprocità. Non lo abbiamo esercitato fino ad ora nell’intento d’attendere giustamente dei segnali positivi da parte dell’Unione Europea.
Il mondo, i suoi continenti, i suoi oceani ed i suoi poli conoscono importanti difficoltà globali: il riscaldamento climatico, l’inquinamento, la sparizione lenta ma sicura delle risorse energetiche e delle biodiversità mentre allo stesso tempo aumentano la fame e la povertà in tutti i paesi, rendendo più fragili le nostre società. Fare degli emigranti, con o senza documenti, i capri espiatori di questi problemi globali non è una soluzione.
Non corrisponde a nessuna realtà. I problemi di coesione sociale di cui soffre l’Europa non sono imputabili agli emigranti ma sono il frutto del modello di sviluppo imposto dal Nord, che distrugge il pianeta e smembra le società umane.
A nome del popolo Boliviano, di tutti i miei fratelli del continente e delle regioni del mondo quali il Maghreb ed i paesi africani, mi appello alla coscienza dei leader e dei deputati europei, dei popoli, dei cittadini e degli attivisti d’Europa, affinché il testo della “direttiva rimpatrio” non venga approvato. La direttiva, così come la conosciamo oggi, é una direttiva della vergogna. Invito anche l’Unione Europea a elaborare nei prossimi mesi una politica sull’immigrazione rispettosa dei diritti umani, che permetta il mantenimento di questo dinamismo vantaggioso per entrambi i continenti e che onori, una volta per tutte, il tremendo debito storico, economico ed ecologico che i paesi europei hanno con la maggior parte del terzo mondo, affinché si chiudano, una buona volta, le ferite ancora aperte dell’America Latina. Oggi, non potete fallire nelle vostre “politiche di integrazione” così come avete fallito nella vostra pretesa “missione civilizzatrice” al tempo delle colonie.
Ricevete tutti voi, autorità, europarlamentari, compagne e compagni i saluti fraterni dalla Bolivia. Ed in particolar modo la nostra solidarietà a tutti i “clandestini”.
Evo Morales Ayma
Presidente della Repubblica
Telefoni muti
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Una mia ricetta
Vabbè, lo so, che dimentico sempre, gli anni che ho. Sono una nonna un po' pazzerella, salgo sui monti, perchè mi manca una rotella. Quando piove, cammino sotto la pioggia, senza l' ombrello, mi lavo e dal sole, mi lascio con amore asciugare. Canto con i grilli e le cicale, parlo con i fiori e con gli animali. Quando soffia il vento, felice sotto la veste, lo faccio entrare, in una danza, mi lascio accompagnare. Sono una principessa, amica delle fate e dei folletti, i parenti mi dicono: "ma tu, non sei normale". Vabbè, perdonatemi, che ci posso fare, voglio ancora, per un po' restare in mezzo al bosco a giocare e scusatemi, se dimentico sempre, gli anni che ho. Franca Bassi
«Con semplicità e veemenza – In simplicitate, vehementer!»
A 70 anni di stanza, oggi, in Italia, il governo di un signore, psicologicamente tarato, appena reduce dal baciamano del papa a cui ha profuso la sua fedeltà ai principi della Chiesa, per mezzo del suo ministro degli interni vara una norma che impone l’assunzione delle impronte digitali ai bambini «rom». Siamo ripiombati con veemenza indietro di oltre 70 anni in pieno delirio nazifascista. Logicamente questo provvedimento serve a tutelare i bambini stranieri dal male italiano che li circonda. Se mai è esistita una civiltà cristiana, oggi crolla sulle impronte dei Rom come ieri è crollata sulle stelle gialle degli Ebrei. Il settimanale «Famiglia cristiana» che contribuì alla caduta di Prodi e alla sconfitta di Veltroni, ha perso i gangheri e oggi parla di «indecenza» e richiama il ludibrio a cui furono sottoposti gli Ebrei da Hitler prima e da Mussolini poi fino al genocidio di Stato. La Chiesa ancora oggi paga un prezzo esorbitante e si discute sul suo «silenzio» di fronte all’olocausto dell’Agnello di Dio. Non si può tacere. Non si deve tacere perché tacere per un cristiano e per un uomo degno di questo nome è complicità, connivenza e correità. Chi tace è doppiamente colpevole: davanti alla propria coscienza e davanti alla Storia.
Il papa tedesco che da giovane, come egli stesso ha ammesso, gli hanno rubato la gioventù costringendolo a militare nell’esercito demoniaco nazista, dovrebbe essere edotto più di ogni altro e più di ogni altro dovrebbe gridare opportune, inopportune che nessun governo per alcun motivo può schedare nessuno. Il papa ha ricevuto Berlusconi con le fanfare e gli ha anche regalato la penna d’oro con la quale forse il pio devoto, già P2 e massone, firma i decreti immorali che negano alla radice la ragione cristiana dell’agire politico e civile. Sappiamo anche che il papa il 29 giugno 2008 ha sfoggiato un nuovo look, mostrando alle golose tv il nuovo design del pallio giurisdizionale e la vecchia ferula di Pio IX, in sostituzione del pastorale col Crocifisso in uso da Paolo VI. Che anche il papa sia diventato musulmano dal momento che toglie il crocifisso dal suo pastorale? Il ritorno all’uso di Pio IX è altamente simbolico per quello che si prepara nei prossimi. Oggi intanto è un grande balzo in avanti verso l’oscurantismo irrazionale dei tempi passati? I difensori della civiltà cristiana che tuonano sui segni della civiltà, non hanno niente da dire?
Negli stessi giorni lo stesso papa riceveva in visita privata il sindaco di Roma con moglie «invelettata nera» alla mussulmana: forse si sono dimenticati di dirgli che il sindaco è discendente diretto e orgoglioso di quel partito fascista che in Italia varò le leggi razziali contro Ebrei, zingari, omosessuali e altre minoranze. Poiché però era impegnato a rifare il suo guardaroba e a contar cappelli, palli, ferule e messe in latino, probabilmente il papa ha delegato Famiglia Cristiana a parlare in suo nome, visto che è stata la prima presa di posizione decisa e ufficiale di un organo «cattolico» significativo. Ora aspettiamo che, finita la ricognizione canonica del guardaroba, papa, cardinali, curia romana, cei e affini, gridino all’universo mondo che «comunque si giri la frittata, prendere le impronte digitali, o imporre un qualsiasi segno distintivo dell’identità personale o etnica è un attentato alla Maestà di Dio e ad ogni persona che ne è l’immagine sulla terra. Chiunque lede la dignità umana di chiunque cessa di essere cristiano, si esclude dai sacramenti e dalla grazia di Dio. Come e peggio dei divorziati. Chi pecca contro la persona, immagine di Dio, si scomunica da solo perché se ciò vale per gli embrioni, a maggior ragione vale per le persone, qualunque sia lo stato sociale, giuridico o morale (innocente, colpevole, delinquente, deviato, depravato, santo, peccatore, puro, lercio, ecc.)».
Per porre un segno contro questa ignominia aberrante, da domenica prossima, 6 luglio 2008, celebrerò la Messa con la stola viola in segno di lutto e con incisa su di essa la stella di Davide gialla come promemoria profetico di rifiuto in nome di Dio e della mia coscienza di questa indegna indecenza che deturpa in modo irreversibile la dignità civile, giuridica, morale e cristiana del mondo intero. La stola è la stessa che feci fare per solidarietà al popolo d’Israele, quando esigeva una patria nella sua terra di origine. Oggi quella stola che ha difeso i Giudei, difende i Palestinesi e i Rom. Sul mio altare da oltre trent’anni è accesa la menoràh ebraica per ricordarmi sempre che Gesù è un Ebreo di nascita, un Giudeo di cultura ed etnia e che se vivesse oggi, il governo Berlusconi gli prenderebbe le impronte digitali, lo marchierebbe a fuoco giallo e lo dichiarerebbe extracomunitario irregolare, dopo essersi profuso in baciamano al papa. Peccato che il papa e i cardinali e i vescovi non guidino la macchina e quindi non sappiano che la targa vaticana, SCV, è un acronimo, scoperto da Giuda e tenuto nascosto perché significherebbe: «Se Cristo Vedesse!».
Note a làtere: Quanto a Veltroni, il Uolter ombra, non possiamo che prendere atto: Requiem aeternam…! Amen.
Paolo Farinella, prete
1.7.08
MUSICA IN DIFESA DEL DIRITTO AL LAVORO
COMUNICATO STAMPA
Mondo Senza Guerre e il Club Umanista del Politecnico di Milano organizzano giovedì 3 luglio dalle
“Pericolo caduta diritti, musica in difesa dei diritti umani”
Il Festival giunge alla sua settima edizione e quest’anno ospita sul palco del Politecnico di Milano la musica coinvolgente di Cisco e dei Porto Flamingo.
Tema centrale della serata di giovedì 3 luglio, dalle ore
IL LAVORO MOBILITA L'UOMO, questo mondo precario, difficile e lontano.
Mondo Senza Guerre, da sempre attiva nel campo dei diritti umani, dedica questa serata al lavoro perché esso è un dovere e un diritto di tutta l'umanità:
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” (Principi Fondamentali, art.1 della Costituzione Italiana).
N.B. In caso di pioggia il concerto si terrà nel patio di Architettura
Emiliano Cristilli
Ufficio Stampa Mondo Senza Guerre
3358328199_ emiliano@pressenza.org
Solidarietà ai sans-papier in sciopero della fame a Bruxelles
La delegazione è rimasta fortemente colpita dalla notizia che, a parte gli umanisti belgi, nessuna forza sociale o politica ha manifestato il suo appoggio ai sans-papier e non c’è quasi stato spazio sulla stampa.
Ecco la dichiarazione di Giorgio Schultze:
“I sans-papier in sciopero della fame dall’8 maggio nella chiesa di Béguinage a Bruxelles hanno mostrato un coraggio e una determinazione che meritano riconoscimento e rispetto.
Le autorità belghe hanno lasciato deteriorare la situazione, senza reagire né mostrare il minimo interesse ad aprire un dialogo. L’assistenza medica agli immigrati in sciopero della fame è insufficiente e le promesse di appoggio fatte dalle autorità locali non sono state mantenute. Questo atteggiamento è inumano, irresponsabile ed inaccettabile.
Dopo trenta giorni di sciopero della fame, il rischio di conseguenze irreversibili aumenta e gli scioperanti rischiano di morire.
Non aprire subito il dialogo significa non dare assistenza a persone in pericolo.
Chiedo alle autorità belghe di aprire subito il dialogo con gli immigrati in sciopero della fame, in modo da trovare una soluzione giusta e umana all’angoscia che stanno esprimendo con tanto coraggio.
Chiedo al governo di prendere provvedimenti per regolarizzare la situazione dei san-papier, con l’obiettivo di eliminare queste situazioni indegne di un paese democratico, firmatario della Dichiarazione Universale dei diritti umani.”
Senza titolo 651
Gerundio presente!
Ridendo
Insistendo
Sostando
Potando
Optando
Lavorando
Varcando
Entrando
Rimando
Aspettando
Nuotando
Dormendo
Occupando
Giorgio Schultze dal 1° Giugno è in sciopero della fame in protesta contro lo scudo spaziale
La protesta contro lo scudo spaziale americano si sta allargando in tutto il mondo. Oggi Giorgio Schultze si unisce a Jan Tamas e Jan Bednar a Praga, Federica Fratini ed Edoardo Calizza a Roma, Dino Mancarella a Trieste, Ivan Marchetti e Andrea Casa a Torino, Joaquin Valenzuela a Bologna, José Alvarez a Ferrol, in Spagna, Dr. Hassan Nayeb Hashem in Austria, Bruce Gagnon a Brunswick, nel Maine (USA), Sung-Hee Choi a New York, Gareth Smith in Australia e a molti altri che dal 13 maggio scorso fanno digiuni a staffetta e organizzando iniziative di denuncia e sensibilizzazione.
«Si tratta di una protesta nonviolenta per denunciare una delle maggiori violenze del momento attuale» spiega Schultze. «La silenziosa minaccia di una nuova guerra fredda, di una folle corsa al riarmo scatenata dal piano degli Stati Uniti di installare nel cuore dell'Europa, in Repubblica Ceca e in Polonia, delle basi militari di difesa anti-missilistica, che in realtà costituiscono un'arma di attacco e il primo passo per il controllo e la militarizzazione dello spazio. Tutto questo nel silenzio complice dei governi, che stipulano accordi segreti e proseguono le trattative con gli Stati Uniti nonostante l'opposizione della stragrande maggioranza della popolazione, come succede in Repubblica Ceca. Dall'inizio di questa protesta continuano ad arrivare messaggi di appoggio e solidarietà da tutto il mondo (vedi http://www.nonviolenza.net/ ) e tra questi voglio sottolineare l'adesione degli europarlamentari Giulietto Chiesa, Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Vittorio Agnoletto e l'Alleanza della Sinistra Verde Nordica (NGLA), che si differenziano così dal silenzio del Parlamento europeo sul tema dello scudo. Ritengo fondamentale una presa di posizione del Parlamento europeo, quindi il 12/13 giugno mi recherò con una delegazione europea a Bruxelles in occasione dell'Agora sul Clima e chiederò un incontro con il Presidente e Vice-Presidente e una sessione plenaria a cui portare le ragioni di questo vasto movimento di protesta contro lo scudo, con l'obiettivo di bloccare questo pericoloso progetto in quanto mette in pericolo la pace e la coesistenza dei nostri popoli.»
Non vogliamo nuove basi militari di potenze straniere sul territorio europeo, né l'allargamento di quelle già esistenti. Vogliamo lo smantellamento di tutti gli arsenali nucleari.
Ma cosa intendiamo per sicurezza?
I regimi autoritari confondono l'orientamento della sicurezza, attribuendole il senso contrario di conservazione dello status quo mediante qualunque mezzo.
Per questo motivo il Centro delle Culture e il Partito Umanista respingono questa repressiva concezione della sicurezza nazionale.
Partito Umanista Milano
TRACCE SULLA SABBIA
TRACCE SULLA SABBIA
FRAMMENTI DI CINEMATOGRAFIA LONTANA
In questo numero per la prima volta ci occupiamo di film filippini e di Singapore, oltre a una breve incursione nel cinema malese. È tornato il Samsung Korea Film Fest a Firenze, dal 7 al 15/3 con la presenza di registi, tanti nuovi film e cortometraggi. Il Far East Film Festival di Udine compie invece 10 anni con la recente edizione: nato in sordina, orà è richiamo di cinefili ed è la rassegna di cinema popolare asiatico più noto in Europa. Al Cinema Gnomo di Milano a marzo è passata la rassegna con dibattito L’ebraismo al cinema con vari film molto diversi tra di loro,e, a fine aprile, Obiettivo Argentina,con le produzioni contemporanee. Il Festival del Cinema Africano, sempre affollatissimo, si è sviluppato in diverse sale cittadine.
THE KILLER (喋血双雄 / Die xue shuang xiong), azione, Hong Kong, 1989, di John Woo, dur.: 111’. Con: Chow Yun-Fat, Danny Lee, Sally Yeh Distr.: BIM. Un classico dei film polizieschi di H.Kong, fortemente voluto da John Woo dopo “A better tomorrow” (vedi N. 12). Noir ironico e super-violento, vede un malinconico killer dal cuore d’oro prendersi cura di una cantante che ha reso cieca accidentalmente, nonostante un cocciuto poliziotto sia sulle sue tracce.
LEGGI QUI' IL SEGUITO:
http://etnomondi1.splinder.com/post/17130265/TRACCE+SULLA+SABBIA
LO SCHERMO ETNICO
TV Ninja Warrior, nella migliore tradizione giapponese, è una trasmissione (nota in patria come Sasuke e trasmessa ora da noi su GXT) in cui i concorrenti affrontano prove fisiche e di concentrazione in quattro livelli crescenti di difficoltà. Mondo Islam è trasmesso da Discovery Travel & Living ogni sabato e ci fa vedere i molteplici aspetti del mondo islamico.Sorgente di vita, trasmesso da diverso tempo su Rai 2, è un programma quindicinale di cultura ebraica. 4 Real è un viaggio in paesi come Brasile e Kenya, lo trasmette Nat Geo Adventure. Ogni tanto il canale Cult ripropone il documentario Geisha Girl, che segue la storia di Yukina e del suo tirocinio per diventare una moderna geisha. City Hunter torna su Cultoon, canale tematico di cartoni animati: le indagini di Ryo Saeba, detective che corre dietro al rischio e…alle donne! Nuovo (per noi) è invece l’anime del 2001, Najica Blitz Tactics importato da MTV di recente che narra le avventure di una sexy agente segreto. È americano Samurai Jack, ironico cartone di Cartoon Network su un eroico combattente del Sol Levante con una spada benedetta. Per i documentari: Viaggio in Amazzonia su Nat Geo Wild, Verso Pechino su Marco Polo, una serie dedicata a un’avventura on the road da Venezia a Pechino, Sorvolando l’Africa su Nat Geo Adventure, Sudamerica, serie di documentari dedicati alla natura su Animal Planet, Vieux Farka Touré per la serie Geosessions su Nat Geo Music, documentario dedicato al musicista del Mali Ali Farka Touré. Hirohito: l’imperatore del Giappone è un documentario biografico trasmesso da History Channel. Lo stesso canale propone Baghdad Express, storia di una famosa ferrovia tra oriente e occidente. Africa estrema e Transoceania sono due serie da non perdere, su MarcoPolo. Da tenere d’occhio i misteri della trasmissione Voyager su Rai 2, con Roberto Giacobbo, che spesso si occupa, con competenza, di luoghi e popoli etnici come l’antico Egitto, Atlantide, i Maya, ecc. C’è anche una striscia, la domenica mattina, dedicata ai giovani e alle loro domande sui misteri, si chiama Ragazzi, c’è Voyager!. Continua con la nuova serie di documentari proposta da Alberto Angela, Ulisse su Rai 3: fra i temi trattati: la Patagonia, il Museo Egizio a Torino e le antiche civiltà. Torna Velisti per caso, il megaviaggio in barca attraverso il mondo sul canale Rai Click Culture – Viaggi. Strano ma vero! A anni di distanza torna la serie anime cult di Lady Oscar, sempre su Italia 1: chissà se le puntate saranno ancora censurate? Intanto compie 30 anni Goldrake, il primo anime di robot ad essere trasmesso in Italia: perché non riproporlo?
DVD Sul N.22 parlavamo di Overland, longeva trasmissione della Rai, ora la De Agostini pubblica in una serie di dvd i resoconti di quei fantastici viaggi in camion. Da tenere d’occhio la serie Made in Japan con gli anime come Cowboy Bebop in vendita con il giornale Panorama. Se siete interessati al mondo dei nativi americani, ripescate i dvd Quanah Parker: l’ultimo comanche e Geronimo e il popolo apache: il primo è la storia di un figlio di una prigioniera bianca e di un capo indiano comanche, il secondo è la biografia di Geronimo, il leggendario capo che resistette disperatamente all’invasore bianco. Messico – Nel cuore di Juquila per la serie “Destinazione: ai confini del mondo”, dedicato alle spedizioni in luoghi remoti e selvaggi della Terra.
GIOCHI Yu-gi-oh! World Championship 2008, è il nuovissimo gioco di duelli per Nintendo DS che ha spopolato in Oriente. Serie per i più piccoli tratta da un noto anime, è amatissima anche da noi. Sempre dal sapore orientale, Xiaolin Showdown con le avventure di 4 ragazzi tra arti marziali, spiriti, misteri e magie…per Nintendo DS.
LEGGI QUI' IL RESTO:
http://etnomondi1.splinder.com/
Templi Greci.
Hai un qualche cosa in più
che
nessun'altro
mi ha donato!
Pensiero di morbide
mani
su me
vibrante sensazione.
Muovi la mente
verso templi Greci
come
guerriero
ti perdi
in voci
sessuali
vermiglie
immagini che fluttuano
in mari aperti.
Miraggio
Hai un qualche cosa in più
che
nessun'altro
mi ha donato!
Pensiero di morbide
mani
su me
vibrante sensazione.
Muovi la mente
verso templi Greci
come
guerriero
ti perdi
in voci
sessuali
vermiglie
immagini che fluttuano
in mari aperti.
Miraggio
d'amore
si mescola il desiderio
folle
di perdersi nel nero
notte degli occhi miei
sottile file
d'ammirazione
porta ad un sfiorare
di baci.
Posa capo fra le mie braccia
riposa
la pace t'avvolga
d'amore
si mescola il desiderio
folle
di perdersi nel nero
notte degli occhi miei
sottile file
d'ammirazione
porta ad un sfiorare
di baci.
Posa capo fra le mie braccia
riposa
la pace t'avvolga!
Miraggio vivo...
Come gocce d’acqua
storia immensa
La nostra.
So che sei anima mia.
Non resisto
alla tua voglia
esserci nella vita
mia!
Rileggo
righe su righe
nostri scritti
sparsi nel
vento
vagano nella mia e tua mente.
Cadiamo nel nostro profondo
Amore
sicuri d’incontrare promessa
dei tempi
Mi raggiungerai
lo so
Improvvisamente,
dai monti ghiacciati
dai deserti arsi dal sole
come miraggio
non sarai
tu!
Ipse dixit
Terribile profezia lanciata trent'anni fa da un teologo progressista.
“La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”.
Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger. (E adesso?)
"Fratelli, non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie!" (S. Paolo, Prima lettera ai Tessalonicesi)
“La Chiesa sta divenendo per molti l'ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l'ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”.
Quel teologo si chiamava Joseph Ratzinger. (E adesso?)
"Fratelli, non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie!" (S. Paolo, Prima lettera ai Tessalonicesi)
Colombo, Pardi, Flores d’Arcais: tutti in piazza contro le leggi-canaglia
Walter e i maiali di Orwell (AUDIO)di Antonio TabucchiLeggi-canaglia e non opposizione, per lo scrittore è "emergenza democratica".
8 luglio, perchè aderisco: Moni Ovadia - Margherita Hack - Nicola Tranfaglia (AUDIO)
"Il Corriere delle Sera", ovvero due pesi e due misure di Paolo Flores d'Arcais
Leggi-canaglia Una tranquilla giornata criminaledi Antonio Manzini
"A" come Artista
e la tua porta è socchiusa,
calda e fiduciosa.
Sono qui,
e tu dormi sicura e libera,
amica mia.
Sono qui,
ma la calamita del mio sguardo
mi rapisce a te.
spinto da fragori d'autostrade,
e ubriaco di nafta
assetato di cielo sfatto,
e scarpate di sogni lascivi,
non posso colmarmi
dei tuoi casti baci,
Ci siamo amati in una notte
molcente d'avorio,
ti ho accarezzata
nella tua purezza sensuale,
avrei potuto tripudiare
del tuo lumescente candore.
Ma il mio destino è crudo,
un trono olimpico
su sterrati di nebbia,
una santa dannazione
in piazze di vento
e periferie dissepolte.
Sono qui, e me ne andrò
perché nulla sai
Fremevo per anfratti di passione,
per le ginocchia d'un muratore,
per l'angoscia annegata
in un bicchiere vagabondo
per uno scalpiccio di foglie querule,
per l'umiliazione di milioni di schiavi,
per il silenzio di bimbi senza nome,
per una natura
che non mi apparteneva.
Ulisse del sesso e dell'anima,
vorrei diventare sacrificio.
Dalla mia anima in subbuglio
tingerò un poema per te
e per quella immensa umanità
che non mi capisce e mi sfugge
ma che mi divora
e solo come nessuno,
oltrepasso sbarre
il cammino per la libertà.
Volteggio
in mezzo
al grano di giugno
verde
nel giallo
della mietitura
imminente
trebbiatrice
falce
mietitrice
strappano
volteggio
nell'aria estiva
aspettando
di cadere
Per una nuova politica sui precari della scuola
Movimento Interregionale Insegnanti Precari
il problema non è tony eff ma un altro visto che anche le paladine delle pseudo femministe che gridano alla censura dove non c'è insomma chi come dolce nera lo difendono invocando la censura o dicendo come Dolcenera: " Tony Effe mi fa sesso perché non pensa ciò che dice sulle donne. Le sue canzoni seguono la moda "
E' vero che dovrei non parlarne più e parlare d'altro magari di cose più importanti perchè come ho detto precedentement...
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