17.7.08

.L'angolo della ricerca: c'era una volta l'uomo.








Il Centro Studi Umani "ClarinetteM&Co.", per la gioia di tutte le fanciulle, ha oggi deciso di dedicarsi all’analisi di un particolare fenomeno che si verifica in quasi tutte le case dotate, nell’ordine, di:

 

-          Un essere di sesso maschile che abbia superato l’infanzia.

-          Un televisore funzionante.

 

In particolare durante il weekend, di solito a partire dalle ore 14.30. Di solito quando fuori c’è un bel sole. Di solito quando sarebbe bello (sarebbe, appunto) uscire a fare una passeggiata e (facciamoci del male, via) magari ci sono anche i saldi.

Sto parlando  de… :

 

.C’era una volta l’uomo: l'uomo e lo sport in tv.

 

Analizzando i diversi casi che mi si sono presentati, durante una ricerca approfondita sul campo, ho notato particolari che si ripetono da un soggetto all’altro. Mediante un moderno metodo scientifico applicabile alla gran parte delle fattispecie maschili in circolazione, i risultati dell’analisi sono stati i seguenti:

 

Situazione iniziale:

uomo seduto (leggasi stravaccato) su divano/poltrona, meglio se dotati di poggia piedi (altrimenti anche il tavolino di cristallo del salotto risulta una perfetta opzione… in mancanza d’altro).

Televisione accesa sul canale prescelto, a volume così alto che sembra faccia da dolby-surround grazie al contributo del vicino (impegnato, ovviamente, nella stessa attività).

Birra nella mano destra.

Telecomando, immancabile, nella sinistra.

Uno stereotipo divenuto realtà.

 

Inizia il match:

ora… diverse sono le tipologie sportive in cui ci si può imbattere. Quelle che realizzano i risultati migliori al fine della nostra ricerca risultano essere: partite di calcio, gran premio automobilistico, moto gp.

L’uomo oggetto di studio, pretendendo silenzio assoluto (come se si potesse anche solo provare a competere con il volume della tv), rivolge tutta la sua attenzione al contenuto della scatola con lo schermo illuminato che si trova di fronte.

Svuota, letteralmente, la mente.

Qui urge distinguere, a questo punto, due categorie:

I silenziosi.

Gli urlatori.

I primi si riducono allo stato semi-vegetale (nel senso che se non muovessero la mano destra per sorseggiare la birra, di tanto in tanto, li si potrebbe benissimo scambiare per una decorazione del divano). Pretendono silenzio, ma almeno risultano coerenti e fanno silenzio a loro volta (vabbè che tanto c’è sempre il dolby…).

Gli appartenenti alla seconda categoria, invece, fanno del match sportivo il loro unico, possibile, motivo vitale. Urlano contro i calciatori/piloti che scorrono sullo schermo (sempre in contemporanea col vicino, naturalmente). Si infuriano quando il giocatore di turno sbaglia un passaggio. Insultano con epiteti irripetibili l’arbitro. Se la prendono con i commentatori tv (ma su questo punto sono solidale. E’ una categoria che meriterebbe un articoletto a sé). Hanno reazioni fisiche che comprendono il tirare pugni al divano, al tavolino (sempre quel poveretto di cristallo che non fa nulla di male, laggiù, sotto ai loro piedi), al muro. Esultano in modo spropositato in caso di gol/sorpasso/vittoria.

Insomma…

Quell’oasi di pace del tuo salotto si trasforma per un paio di ore in uno stadio.

Ormai te lo invidiano anche quelli della curva nord, lì al Meazza.


Situazione finale

E vogliamo parlare del dopo-partita, con i commentari sportivi?

Vogliamo???

No, meglio non esagerare col masochismo.

 

Però, signori, una cosa ve la invidio proprio:

gli uomini riescono a svuotare la mente.

Completamente.

Ora ho capito perché lo fanno, perché si riducono ad avanzi umani almeno una volta alla settimana (con le debite eccezioni, ovvio).

Ragazze, immaginate di riuscire, per due ore filate, a non pensare a nulla.

Nulla!

Impossibile, eh? Se vi dicessi a quante cose sto pensando mentre scrivo qui vi spaventereste, temo. Sì, perché il cervello di una donna pare fatto a strati: un pensiero principale, uno secondario e circa millemila di sfondo. Un incubo.

Invece… pensate a come sarebbe sedersi, belle rilassate, e guardare delle macchine colorate girare a ripetizione su una pista. Stesso percorso. Stesso, dolce, ronzio di sottofondo. Concilia il sonno. Niente pensieri. Niente ansie. Niente.

La vostra vita dipende unicamente da quel puntino che si muove da una parte all’altra dello schermo verdastro. E se perde? Ci si arrabbia, sì, ma alla fine… pazienza!

 

Tanto domenica c’è un’altra partita e la storia ricomincia (e chi ci rimette è sempre quel povero tavolino in cristallo)!



 




il sei in condoTTA

sei-in-condotta

TANGENTI ARRESTATO DEL TURCO

delturco

RATZINGER GLI ABUSI SESSUALI INCOMPATIBILI CON IL SACERDOZIO

sacerdozio

IL PAPA IN AUSTRALIA

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Sorpresa! Per l'Italia Kyoto non conta più nulla!

Le premesse le aveva già gettate il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo quando, riunita con gli altri ministri sell'Ambiente a Kobe (Giappone), aveva pubblicamente annunciato l'idea di voler ridiscutere gli accordi stabiliti dal protocollo di Kyoto (anche se considerato da tutti un puro palliativo politico, sebbene significativo), ritenuti da lei e dal governo italiano in carica irraggiungibili e troppo onerosi (chiaro: quando non si fa nulla per implementarli, è logico che a lungo andare diventano irraggiungibili, perchè si accumulano ritardi su ritardi!).


Adesso il governo Berlusconi 2008 conferma: nel DPEF per il periodo 2009-2013 è sparito ogni riferimento al protocollo di Kyoto e ai cambiamenti climatici.


Da Silvio e la sua cricca ce lo saremmo dovuti aspettare; il problema però è che il protocollo è attualmente entrato nella sua fase operativa, la quale prevede che la distanza tra le emissioni dei paesi e l'obiettivo sottoscritto deve essere quantificata in termini di costi del mancato raggiungimento (tutti a carico dello Stato inadempiente).  Il ritardo cioè diventa, a partire proprio dal 2008, una voce di bilancio dello Stato.


C'è di più, dato che al peggio non vi è fine. Il tanto propagandato taglio dell'ICI, promessa elettorale acchiappa-gonzi del Cavaliere, ha determinato la necessità di tagliare da un'altra parte per recuperare le perdite. Dove sono stati fatti i tagli? Ma sull'impegno ambientale, cribbio!


700 milioni di euro, così ripartiti 


77 milioni di euro per il potenziamento del trasporto via mare;


15 milioni per il trasporto ferroviario delle merci;


113 milioni per il trasporto pubblico locale;


30 milioni per l'ammodernamento della rete idrica nazionale;


162 milioni (in tre anni) per la ferrovia Roma - Pescara;


36 milioni per il trasporto urbano;


50 milioni per la diffusione della banda larga;


150 milioni per la riforestazione;


45 milioni per la demolizione degli ecomostri;


20 milioni (in tre anni) per le isole minori;


10 milioni per il recupero dei centri storici;


4 milioni per l'istituzione di aree marine protette;


12 milioni per il monitoraggio del rischio sismico;


3,5 milioni per interventi di difesa del suolo nei piccoli Comuni.


Una bella serie di interventi, previsti dal governo Prodi, che si volatilizzano (ma tanto l'ICI non c'è più, e chi se ne frega se si costruiscono le case sulle zone sismiche o se la rete idrica nazionale fa schifo).


Tornando a Kyoto, l'Italia nel 1997 si è impegnata a a tagliare le emissioni serra del 6,5 per cento entro il 2012, rispetto ai livelli del 1990; nella migliore tradizione italica,  finora queste emissioni sono invece cresciute di circa il 12 per cento. Da brava somara che però ci tiene a sembrare la prima della classe, l'Italia ha anche aderito al nuovo progetto europeo sulle emissioni, che prevede una riduzione a livello europeo del 20% al 2020 (-30% nel caso, da tutti auspicato, di un accordo globale per il periodo successivo al 2012). 


Una follia, dal momento che solo per rispettare il protocollo di Kyoto dovremmo organizzare  un programma rigorosissimo che ci consenta di centrare l'obiettivo all'ultimo momento, tagliando del 18 per cento le emissioni serra.


A quanto ammontano i costi della mancata attuazione del protocollo? Il Kyoto Club(un'organizzazione non profit, nata nel 1998, costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali, impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto), ha nell'home page del suo sito un contatore che si aggiorna in tempo reale, consultabile da tutti; è in alto a destra dello schermo, sotto la scritta "newsletter".


Volendo specificare, dal 1° gennaio 2008 il debito è di 47,6 € ogni secondo;  al 20 marzo 2008  ha già superato i 320 milioni di euro che diventeranno quasi 1,5 miliardi di euro a fine 2008. A quanto potrà essere arrivato nel 2013? Il WWF stima una cifra attorno ai 2,5 miliardi di euro.


La mancata incentivazione della ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili taglia di fatto l'Italia fuori da un settore chiave del futuro, dal momento che la strada da percorrere è quella di una diminuzione dell'uso di fonti fossili.


L'esaltazione del nucleare come unica via, fatta da questo governo (al di là dei pro e dei contro, sui quali ritornerò), è fatta in malafede; anche iniziando oggi, un vero programma nucleare non potrebbe essere attivo prima di 10-12 anni, quindi attorno al 2020. E nel frattempo che si fa?


WWF e LEGAMBIENTE ritengono opportuno modulare la "Robin Hood Tax" voluta da Tremonti sulle emissioni di anidride carbonica: chi inquina di più dovrebbe pagare di più, e ifondi così ottenuti potrebbero essere destinati al miglioramento dell'efficienza energetica e all'accesso ai servizi pubblici di trasporto per le classi meno abbienti.


Quindi, cari italiani che avete votato Berlusconi e che pensate di aver fatto un affare, riflettete sulle vostre azioni, non facendovi fregare da finti tagli delle tasse che poi vengono spalmati su settori chiave per il futuro del paese (e che tra l'altro ci costano un occhio della testa).


 


The Snatcher

Senza titolo 688

  L'AVETE VISTO IL FILM IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ?  :-)


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Nadia

Nadia


Per Nadia


Ancora…ancora…ancora!
un’altro fiore bianco
è stato con violenza reciso!
Le sue parole i suoi pensieri la sua anima
per sempre hanno azzittito.
Lei dalla gabbia è uscita.
In uccello del Paradiso si è mutato.
La luna ha colorato d’argento
le sue piume per l’inverno.
Il cielo per regalo
le ha sfumate con i colori
della primavera in fiore.
D’oro il sole per le notti calde
le da dorate e ricoperte di
una polvere ricca di amore.
Il colore delle foglie morte
l’ autunno le ha sfiorate
le ha donato una nuova vita
piena di colore e di poesia.
Se un giorno tu anima pura
ti troverai a passare
per quelle immense valli verdi
e per quei monti innevati
nelle notti illuninati dalla luna
fermati…rilassati
abbandona il tuo corpo!
potrai udire note tintinnanti
come un lume di cristallo
accompagnate dal vento del nord
che cantano per te poeta la sua poesia:
L’amore di una donna libera!
ti narrano a te solo per te
viandante solitario
l’amore per la terra
l’amore per la vita.


franca bassi



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  VI PIACEVA IL CARTONE ANIMATO MAGICA EMI ?  :-)


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Senza titolo 686

intervista  alla  cdv  vedorosa.splinder.com/  che ha  pubblicato al  sua prma raccolta di poesie . Essa s'intitola  LA PERFETTA IMPERFETTA Casa editrice ENNEPILIBRI  ne trovate  sotto la copertina


 devo dirte  che  leggendo  sia iol  suo blog  sia  questo estratto inviatomi dall'autrice 

IMPULSI


Il mio corpo è tela armonica
esposto agli eventi
disposto su pietre, acqua, terra
per cogliere l'essenza naturale
il vento lo leviga
il sole lo esaspera
le tue mani lo coltivano
cospargimi di essenze
nutrimi di frutti
inventa nuovi colori.
L'aratro dei pensieri incide la mia pelle
semina e mieti il mio desiderio


 sembra promettere bene 

cosa è per te la poesia e come l'hai incontrata ?
La poesia l’ho desiderata e voluta intensamente, la percepisco quasi fisicamente ed ha le sembianze di donna materna e femminile che si prende cura di me con amore.
La poesia porta con se il dolore di una nuova consapevolezza ma non mi abbandona resta al mio fianco sino a quando tutto è divenuto parola, solo allora se ne và.

preferisci scrivere in prosa o in poesia ?
La prosa è solo un’esperienza divertente, un viaggio leggero. La poesia è il mio modo di parlare della mia anima agli altri ed a me stessa.

scrivi solo con immagini o anche senza ?

Scrivo perché in me è forte il desiderio di offrire parole ed immagine, la poesia nasce anche nella musica e la mia riceve fortissime sollecitazioni da tutto ciò che è il tango argentino in quanto arte.
quali sono i tuo modelli ?

Sinceramente associare le mie poesie ad autori del passato e del presente sarebbe presuntuoso da parte mia, indubbiamente ha inciso nel mio cambiamento la lettura de La lettera ai disperati sulla primavera di Giuseppe Conte.



nelle poesie e nelle tue opere t'ispiri solo a te oppure anche al mondo che ti circonda ?
Tutto si fonde, il corpo diventa natura e la natura plasma la mia anima, nulla è separato, considero uno sbaglio ritenere separabile il corpo dal mondo.


perchè scrivi solo poesia intimista e non anche militante ?

Io scrivo ciò che mi preme scoprire, ampliare, raggiungere ed il primo territorio che ho urgenza di esplorare è lo sconfinato panorama dell’anima.
Devo raggiungere una parziale comprensione di me stessa, se non elaboro questa possibilità diventa insincero scrivere di “attualità”.



secondo te la poesia e la letteratura dev'essere immune o far riferimento alla politica da non confondere con la politika ( cioè quelle delle ideologie che ha creato danni nei due secoli precedenti ) ovvero il modo di vedere il mondo la realtà , di schierarsi pro o contro qualcosa

La cultura ha un compito fondamentale: offrirsi a tutti per riportare il senso della bellezza al mondo, già solo facendo questo svolge un compito fondamentale che porta all’arricchimento culturale, alla possibilità di scegliere, di gustare di riprovare il senso del piacere cerebrale.
Il raggiungimento di questo obbiettivo sarebbe un successo, ma negli ultimi anni fortunatamente si è presa questa direzione.







16.7.08

sentenza sdui fatti di Bolzaneto putroppo siamo in Italia

da  www.arcoiris.tv



Mario Portanova - Inferno Bolzaneto Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo contro 45 uomini e donne delle forze dell’ordine. Tra il 20 e il 22 luglio 2001, nel “carcere provvisorio” del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi subirono botte, manganellate, ustioni, insulti, umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal piazzale d'ingresso ai bagni, all’infermeria. Questo libro racconta per la prima volta i risultati dell’inchiesta giudiziaria e gli atti del processo. L’accusa dei magistrati genovesi è durissima: «A Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti deliberatamente inumani, crudeli e degradanti», scrivono. «Non c'è emergenza che possa giustificare quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei diritti per ogni detenuto». 


In Italia non esiste il reato di tortura. 
Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso. Visita il sito: www.melampoeditore.it

Ladro di pensieri (ma non ladro di anime, prego )-

(...)

Sì, sono un ladro di pensieri
non, vi prego, un ladro di anime
ho costruito e ricostruito
su ciò che è in attesa
perchè la sabbia sulle spiagge
cesella molti castelli
su ciò che è stato iniziato
prima della mia epoca
una parola, un motivo, una storia, un verso
chiavi nel vento per schiudermi la mente
e permettere ai miei pensieri nascosti di respirare l'aria del cortile
non è da me rimanere seduto e meditare
pormi domande e sprecare tempo
pensare pensieri che non sono mai stati pensati
sognare sogni che non sono mai stati sognati
ed avere idee nuove che nessuno abbia mai scritto
e parole nuove in rima
(se fa rima, fa rima
se non la fa, non la fa
se viene, viene
se non viene, non viene)
no devo reagire e sputare veloce
con armi di parole
avvolte in melodie
che provengono dalle epoce pure
stuzzicandomi a trattarle nel modo giusto
a rifoggiarle ed a riarrangiarlehttp:/
per proteggere il mio mondo
dalle bocche di coloro
che se lo sarebbero mangiato
impedendogli di cibarsi del cibo che gli spetta
(influenze?
centinaia di migliaia
o forse milioni
perchè tutte le canzoni ti riconducono al mare
ed al tempo stesso, non è mai esistita
nessuna lingua in grado di cantare imitando)
tirar fuori nuove sonorità da vecchi suoni
e parole nuove da vecchie parole
senza preoccuparsi delle nuove regole
perchè non sono state ancora create
e gridare la mia mente cantante
consapevole che sarò io e quelli simili a me
che faremo quelle regole...
se la gente di domani
necessita veramente delle regole di oggi
raccoglietevi qui intorno voi pubblici ministeri
tutto il mondo è un tribunale

ma io conosco gli imputati meglio di voi
e mentre voi siete impegnati nella pubblica accusa
non siamo impegnati a fischiare
mentre puliamo l'aula
spazzando in continuazione
ed ascoltando e riascoltando
ammiccando gli uni agli altri
fate attenzione
fate attenzione
sta per arrivare il vostro turno

(...)

per il resto del testo www.maggiesfarm.it/eleven.htm


 da 11 Outlined Epitaphs (Undici epitaffi abbozzati) è il titolo di un poema scritto nei primi anni sessanta da Bob Dylan.
È stato pubblicato nei volumi Writings and Drawings e Lyrics 1962-1985. Una versione ridotta del testo è stata pubblicata dalla Columbia Records - sotto il titolo 4 Outlined Epitaphs - quali note di copertina per l'album The Times They Are A-Changin', distribuito nel febbraio 1964.
Fra i testi non destinati ad essere musicati è, questo, uno dei maggiormente elaborati all'interno della produzione dell' autore che in quest'opera letteraria dà prova di una poeticità già bene definita nonostante la giovane età, sebbene sospesa - e con esiti a volte contrastanti - fra la visionarietà dei maudit francesi e il vigore radicalista dell'emergente - a quel tempo - controcultura dettata dalla beat generation. Ladro di pensieri (ma non ladro di anime, prego )- come si definisce in incipit di ottava sezione del testo - un Dylan poco più che ventenne compie attraverso questo poema - mosaico di epitaffi (come vengono definiti nel titolo) di diversa lunghezza - una sorta di viaggio esistenziale e una visionaria e spesso onirica puntata nello scibile umano, con tanto di citazioni colte, estemporanei aforismi e osservazioni sulla realtà del tempo che lo circonda (anche sotto il profilo politico). Il cantante, qui prettamente poeta, si interroga sul senso delle cose, alla ricerca essenzialmente della propria identità. Nelle undici stanze che compongono la riflessione, fra situazioni e personaggi citabili per fornire una chiave di lettura del suo intento poetico (Lenny Bruce dice che non esistono parole / sporche ... solo cervelli sporchi e io dico che non ci / sono parole deprimenti ma cervelli depressi) l'autore non scorda quelli che sono stati due punti cardine della sua vita, almeno fino ai vent'anni: il centro minerario di Hibbing, nel Minnesota, in cui si trasferì giovanissimo con la famiglia dalla natìa Duluth, e Woody Guthrie, folk-singer ispiratore di numerosi suoi talking blues, soprattutto attraverso la sua autobiografia Bound for Glory (da cui è stato tratto il film premio Oscar Questa terra è la mia terra).

un altro passo verso il baratro


Dal delitto Matteotti ai fatti di Bolzaneto, purtroppo


 


LA STORIA


SI RIPETE


 


L'assassinio dell'On. Matteotti segnò, come è noto, la svolta definitiva della trasformazione del Fascismo da movimento politico a regime. Le tappe di quella truce vicenda furono:


- la soppressione violenta di un coraggioso difensore della democrazia e dello Statuto (l'equivalente di allora della Costituzione),


- le intimidazioni che seguirono a chiunque osasse protestare, il tronfio discorso di Mussolini che si assunse la responsabilità politica di quanto avvenuto,


- la sciagurata iniziativa dei parlamentari di opposizione che, anziché seguitare la protesta nella sede istituzionale, si ritirarono dai lavori del Parlamento (il famoso "Aventino"), rinunciando così all'unica tribuna loro ancora concessa, dalla quale far sentire la propria voce (la stampa era già asservita, sia pure non ancora per legge)


- il processo-farsa, condotto da una corte addomesticata e intimidita, che condannò a pene lievissime i soli esecutori materiali, con l'evidente intento di mandare un messaggio mafioso: "uccidere gli oppositori è un po' eccessivo, ma tollerato".


Ebbene signori, tutto ciò si sta riproponendo in questi anni sotto i nostri occhi.


- A Bolzaneto nel 2001 abbiamo visto forze di Polizia predisposte per cercare la rissa ed il pestaggio, sequestrare, umiliare e torturare per ore inermi manifestanti mentre lasciava mano libera a pochi teppisti, mentre si fabbricavano prove false contro di loro e un esponente postfascista del governo Berlusconi se ne stava, alquanto impropriamente, a dirigere le operazioni dagli uffici della polizia


- ne è seguita una campagna di stampa e disinformazione martellante, nella quale per anni si è detto e ripetuto che le vittime erano in realtà pericolosi sovversivi, violenti picchiatori.


- nel frattempo, l'opposizione ha fatto harahiri


- ora abbiamo appena avuto un altro processo - farsa; certo non avrei voluto essere nei panni del giudice, ma i casi sono due: o la corte giudicante ha avuto paura, oppure è schierata politicamente. PErsonalmente propendo per la prima ipotesi, ma poco cambia.


La regimizzazione di Forza Italia prosegue.



PS SULLA VICENDA DEL TURCO:


Ahimé, che l'Italia sia corrotta è noto dal tempo di Cesare.
Però mai si era visto un presidente del consiglio che profittando di un esponente probabilmente corrotto dell'opposizione, ne traesse pretesto per annunciare leggi speciali contro la magistratura inquirente.
Da noi lo stato di diritto e la democrazia non sono nemmeno alla frutta: sono all'ammazzacaffé.


razzinger ha cambiato idea ? travaglio interiore o oportunismo ?

 «L’interruzione di procedure mediche straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la capacità, o altrimenti da coloro che ne hanno legalmente il diritto rispettando la volontà del paziente». Joseph Ratzinger nel Compendio al catechismo del 2005
La frase riportata è tratta dal «Compendio del Catechismo della Chiesa Cattoilica» redatto da Joseph Ratzinger quando era ancora Cardinale durante il pontificato di Giovanni Paolo II e consegnato alla Chiesa il 28 giugno 2005

 a voi la scelta

Senza titolo 685

  17 / 07 / 2008 / S. ALESSIO !  AUGURI A TUTTI LORO DALL'ESPLORATORE !  :-)


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DONNA..FEMMINA:

 


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Corri  destra, sinistra

stress invade  la mente tua.



Nel  cuor  di  donna viaggi  in vie parallele.

Tutto  concentrato  su te

sicurezza follia amore..

donna sfrenata
nevrotica.






 distruzione interna umana. 




Menti contorte  possono  guardarti

e vederti solo 

e sempre come piacere
carnale! 

Donna, Femmina..

Tu portatrice sempre dell’essenza! 




Coinvolgente d’ animi sofferti


contrapponi   doveri piaceri.

 Sorridi  piangi

t’incazzi strappi dentro ogni credo volgare,


 ingiustizie sociali. 




Femmina madre 

e  donna fatale.

Eccola

 rivoluzionaria

trascinatrice di un mondo  migliore! 




 a tutte le  donne ....


 Femmina piena  di  sessualità

Si! 

Rivoluzione, cambiamento solo tu  donna puoi .



Dar  fermo a questa  violenza

. Racconti e Poesie nel Cassetto, il Forum .

Da qualche giorno, nell'immenso etere, muove i suoi primi passi un forum di racconti e poesie.
Un luogo senza troppe pretese in cui farsi conoscere condividendo i propri scritti e confrontandosi con altri autori della rete (e non), ma non solo.
Anche chi non scrive abitualmente poesie e racconti può trovare qualcosa da fare.
Sezioni "libere", meno "settoriali" stregheranno anche i più pigri di penna.


Di prossima apertura una nuova sezione riguardante la Letteratura dei grandi autori e una in gemellaggio con un Gioco di Ruolo Fantasy in rete nelle prossime settimane.


Si è comunque interessati a qualsiasi tipo di proposta e suggerimento per far crescere al meglio questa nuova comunità.


 


http://raccontiepoesienelcassetto.forumcommunity.net


 


 


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Tirate fuori le vostre idee dal cassetto!


AMBIENTE

Un' iniziativa promettente..."..Rifiuto con affetto"





Nelle isole della laguna veneziana un gruppo di designer, ha installato i cassonetti "rifiuto con affetto".Dentro si buttano oggetti e vestiti ancora in buono stato,chiunque ne abbia bisogno potrà prelevarli....
www.rifiutoconaffetto.it

Senza titolo 684

  VE LO RICORDATE IL FUMETTO CON LA STREGA AMELIA ?  :-)


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Senza titolo 683

  VI PIACEVA LA CANTANTE JOE SQUILLO ?  :-)


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Il PASSAPAROLA dei DIRITTI

impronte Ha iniziato Roma,ha risposto Bologna, poi il PASSAPAROLA dei DIRITTI è arrivato a Milano , a San Giovanni in Persiceto,e si allarga a macchia d’olio . Associazioni,cittadini,partiti : tutti uniti per difendere il DIRITTO all’uguaglianza dei DIRITTI-DOVERI.
Possiamo fare di + ?  Certamente.
La nostra proposta rivolta a tutti quelli che “non sanno/vogliono stare alla finestra” :







scarica qui Microsoft Word - prendete le nostre impronte








e fanne delle copie. Prendi le impronte ad amici,conoscenti ,in montagna, ai laghi, sulle spiagge.Pubblicizza l’iniziativa sul tuo blog .Porta l’iniziativa nel tuo circolo,sollecita il tuo partito. Basta un poco di buona volontà, un poco d’acqua colorata,la mano sinistra,nome e cognome e indirizzo.


 Raccogli tante impronte. Poi invia le adesioni a : roberto_morgantini@er.cgil.it 
 Le “impronte” raccolte , verranno inviate al Ministro degli Interni attraverso il Prefetto di Bologna.




Basta poco per difendere il Diritto di persone che non hanno voce.
Noi ci siamo e TU ?


15.7.08

Persone sconnesse per caso


L'ultima che mi è capitata, la magrissima Hilde di Perugia.
Ci siamo conosciute davanti ad un caffé americano, abbiamo parlato di aspirazioni e di canzoni male interpretate; io stavo per ripartire, lei appena arrivata. Lei non vedeva l'ora di iniziare, io di andare, ed in quell'equilibrio precario è nata la nostra amicizia di donne senza padre e nemiche del freddo.
Lei giacca a vento rosa schocking, figlia di una tragedia, capelli fini e naso sottile e rosso; io, piumino blu imbottito, capelli neri, guanti senza dita, sempre di corsa.
Le raccontai la città, le consigliai i cibi più buoni, le feci assaggiare la migliore frutta esotica del posto, le insegnai a girare in taxi, lei così piu giovane di me e con il suo mondo già organizzato e mai prevedibile.
Le presentai la gente che mesi prima era capitata a me e andammo a congressi importanti, lei mi invitò a mangiare pasta al sugo, in una casa di artisti, moquette, e molti gatti che importunavano la mia ovulazione.
Scriveva e fumava, scriveva benissimo e la sua tesi fu pronta in pochi mesi, discussa a Roma ed ora lei è in cima ai suoi sogni a far carriera e si merita gioia.
Dormimmo insieme, l'ultima notte, a casa mia, fatta di parquet e un giardinetto di aceri.
Provai infinita tenerezza per quella magrezza, per quella morte di cui mi aveva raccontato, per quel fidanzato protettivo e silenzioso che conservava nelle agende e nella rubrica telefonica e che cucinava la salsa nella padella.
Vedemmo un film sull'Africa, poi fu lei a chiamare il taxi e nella fretta mi cadde l'ipod che manco avevo imparato ad usare.
Bevemmo un tè fredddo con pochi gradi fuori e con discrezione ascoltai le sue paure ed io poco riuscii a dire delle mie.
Era invisibile nel mio pigiama rosso di pile, eppure forte e indistruttibile mentre lavava e riponeva la tazza.
Io dormii con la valigia ai piedi del letto, felicemente aperta per poche ore ancora, e poi chiusa per una giornata e mezzo ad attraversare il mondo.
Fu l'ultimo ricordo del posto incantato e il primo di questo tempo sospeso, forse il più nitido e tenero di persona sconnessa.


presentazione a tempio p ( OT ) dell'ultimo di Marcello fois

Il  12 c.m  si  è tenuta  all'ex mercato civico   la presentazione diel libro saggio   In Sardegna non c'è il mare. Viaggio nello specifico barbaricino (Laterza 2008)  di marcello  Fois ( foto  sotto al centro )




In sintesi il  libro  parla
 Spoller
 << La Barbagia d'inverno dunque. Per un barbaricino l'inverno è quasi una condizione naturale. Certo per chi è abituato a pensare alla Sardegna smeraldizzata, alla Sardegna come regione monostagionale, può sembrare una stranezza pensare alla montagna, al clima alpino, al freddo secco, alla neve... Eppure basta voltarsi dal mare alla terra e si possono vedere le montagne che si gettano nell'acqua    
Dentro a quelle montagne abita la sostanza di un territorio molto folklorizzato, ma ancora sconosciuto nella sostanza. Il territorio barbaricino rifiuta, direi quasi geneticamente, il concetto di "divertimentificio", la costa barbaricina rifiuta la condizione
di "Caraibi del Mediterraneo", che tanto piace ai tour operators improvvisati e ai turisti da gossip. Chi navigasse da Posada ad Arbatax lo capirebbe al volo. Chi cioè passasse per mare dalla costa gallurese, quella dove è sempre estate, a quella barbaricina dove le stagioni si alternano, vedrebbe a occhio nudo la differenza. È proprio l'inverno che da alla Barbagia quella profondità di territorio vivo, che differenzia il viaggiatore da! vacanziere. Perché come l'estate sostanzia il mare, l'inverno sostanzia i monti... a Nuoro, in Barbagia, d'inverno. Se veniste da queste parti, dunque, dove sono nato io, dovreste affrontare il tratto più straordinario dell'intera strada statale 131, dal mare fino all'interno, salendo appena sareste gratificati nella vista e nell'olfatto. Da Olbia a Nuoro tutto profuma  
>> Spoller
 Premetto che  non  ho anciora letto il libro  , però  sia  da come  è stato presentato   dai moderatori   (  Graziella  P  e  Daniele C  dela libreria  Max88 )    e da questa recensione  trovata   suIbs   << donata (09-07-2008) Una panoramica diversa per conoscere la vera Sardegna. Fois è sardo, e chi meglio di lui può portarci per mano in una terra che è ancora da scoprire? Ho letto il libro dopo aver letto un commento sulla Sardegna "vera" scritto sul prop
rio sito da un'altra autrice che apprezzo, Diana Lanciotti. L'avevo contattata per dirmi d'accordo con lei e lei mi ha consigliato questo libro. Pur non essendo sarda parla della Sardegna sconosciuta ai più e fa venire voglia di conoscerla. Io piano piano grazie a libri come questo la sto scoprendo. Quando ci andrò rinuncerò alla spiaggia per inoltrarmi dove "non c'è il mare"! >> fatta  da una  " continentale  "  e  non sarda  e quindi più obbiettiva  fa  bene sperare  .
Credo che leggero questo libro  soprtattutto dopo aver letto  dal sito dela casa  editrice questo    brano
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Formattazione dello scrittore sardo


Gli scrittori in Sardegna non sono un caso a pa
rte. È la Sardegna che è un caso a parte, gli scrittori semmai sono quanto di più omologato esista.
Nel campo delle arti, come si sa, omologazione fa rima con provincialismo. In tutto il mondo questo processo avviene direttamente, ma non in Sardegna. In Sardegna omologazione e provincialismo sono inversamente proporzionali: quanto più fai il non omologato, tanto più sei provinciale. In questo periodo il mito corrente pare essere «sono un cane sciolto», come se la Sardegna non avesse, fino a oggi, un'esperienza vastissima di cani sciolti. Chiunque ha un minimo di conoscenza di questa terra da un punto di vista delle arti, della politica, dell’economia, della Storia, sa che l'istituzione del «cane sciolto» ha prodotto danni e ritardi incommensurabili. Ergo, lo scrittore «cane sciolto», nella sua illusoria autonomia, diventa semplicemente uno che vuol correre per conto suo esattamente come il politico o l'imprenditore di turno. Il che di per sé non è un male, anzi è assolutamente lecito, a patto che non si voglia dare a intendere che procedere da soli sia l'unico modo di procedere. Anzi, che sia endemico dello scrittore. Anzi, che sia obbligatorio per lo scrittore sardo.
Perché allora sorge il dubbio che si faccia riferimento all'abusata, e ormai definitivamente liquidata, provinciale, appunto, figura
di scrittore che nasce dal niente, come un fungo irrorato di rugiada e baciato dalla buona sorte. Chi lo scrittore lo fa, sa che il genere «cane sciolto» è fra gli scrittori che soffrono di più: gavetta lunghissima, frustrazione non sempre controllata. Lo scrittore «cane sciolto» è quello che considera il proprio mestiere a partire dagli altri e mai da se stesso, un'altra contraddizione: non si è mai abbastanza «cani sciolti» da non discutere continuamente di cifre, di dati di vendita, di recensioni, quando si raggiungono, ma si è troppo «cani sciolti» per farsi venire in mente, a domanda, il nome di un giovane collega meritevole. Si è troppo «cani sciolti» per avere un passato, ma non troppo per dichiarare, ed enfatizzare, solo il presente. Il futuro, fortunatamente, non ci appartiene.
Il fatto è che, volenti o nolenti, che lo ammettiamo o meno, ci imbrattiamo il muso tutti dallo stesso trogolo. Il «cane sciolto» è soltanto un cane che mangia da solo, ma il paiolo è lo stesso. Il «cane sciolto» ha sofferto la fame, si è buttato nella mischia per spartirsi un osso, e quando non l'ha preso ha maledetto il padrone che tenendolo d'occhio ha detto, a lui come a tutti gli altri, «arrangiati, combatti», e ora che è
diventato un cane signorinu, ha dimenticato che senza quell'«arrangiati» sarebbe stato un cane morto, senza nerbo, senza stile e senza una nuova, confortevole, famiglia. Il «cane sciolto» racconta la storia che vogliamo sentire: un inno della propria improbabile endemica solitudinosa solitudine. Ma sa che sarebbe lecito raccontare una storia più complessa, forse meno accattivante, forse più prosaica, ma più reale: dalla pubblicazione dal tipografo a proprie spese, all'emozione del primo libro stampato sotto contratto, al lavoro, non solo solitario, che lo ha condotto verso la casa editrice nazionale, considerando il termine «nazionale» come evidenza di traguardo, evidentemente, inconfessatamente, da sempre agognato. Il percorso di tutti, insomma, di tutti quelli che ce la fanno, beninteso. Lo stesso identico trogolo. Poi c'è chi preferisce selezionare, rifarsi una biografia più consona a esigenze di «buon selvaggio» o «troglodita di genio», e chi è semplicemente quello che è: perfettamente integrato, ma assolutamente autonomo.
Sì, perché in Sardegna integrazione e autonomia non sono, paradossalmente, disgiunti, anzi sono una
Formattazione dello scrittore sardo chiave per aprire una reale ipotesi di cambiamento: tanti scrittori autonomi, ma insieme, sono forti e fanno forte la loro terra. E pensate che per far questo non è necessario nemmeno amarsi vicendevolmente, sono previsti dibattiti e persino antipatie personali, basta amare un progetto superiore: per la Sardegna si sta insieme, assolutamente. I siciliani sono diventati grandi in questo modo, Bufalino prima di tutti. I «cani sciolti» sono esattamente quello che tutti si aspettano dagli scrittori sardi e non solo dagli scrittori: che sappiano di pecorino, che siano spicci nella forma, ma servili nella sostanza, che accontentino il padrone con sapori forti e obbedienza imperitura, che siano esotici quanto basta e, soprattutto, che dimentichino da dove sono venuti. Che regalino all'editore nazionale che li ha pubblicati belli fatti una nascita senza passare dal travaglio, di cui altri si sono occupati. Nessun cane mangia un altro cane tranne il cane sardo, l'ho scritto da qualche parte: datemi torto.
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Un sardismo  critico    , verso  quei sardi che  si dicono sardi  e fedelialle proprie tradizioni    dice  a parole  d'esere contro il modello italia   ma  che poi in realta lo accettano  in pieno. Critico  anche  verso quei sardi  che si chiudoino in se stessi , contro lil modelo  ottuso  d'identità  . Infatti   condivido con lui questo ragionamento l'identità  non è   chiusura in se stessi  o inn unasituazione immutabile , ma  aprirsi a
gli altri   confrontando , contaminando  ed integrando la propria  cultura    con   l'esterno  come ha  fatto  e sta facendo esempio in ambito musicale  e antropoligo  iol fetival  time  jazz   .  Fare  come  ha suggerito Michela  Murgia  (  autrice   di  Il mondo deve sapere )  nel  suo Viaggio in Sardegna, undici percorsi nell'isola che non si vede, Einaudi (ET Geografie, €12,50), ma  questa  è un'altra storia  di cui parlerò nei prossimi post

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