6.4.09

Gli scolaretti di Cesare

Con la sua lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica riguardo alla remissione della scomunica dei ai lefebvriani datata 12 marzo 2009, il papa ha voluto dare una strigliata a quelli che nei toni e probabilmente nelle sue più intime convinzioni dovrebbero essere degli scolaretti ubbidienti senza la possibilità di dibattito proficuo. Pare evidente, piuttosto, che la revoca della scomunica avvenuta qualche giorno prima dell'anniversario del Concilio Vaticano II e qualche giorno prima della Giornata della Memoria sia materia di colpa grave, giacché ne sussistono tutte e tre le condizioni: materia grave, piena consapevolezza, deliberato consenso. Che il papa non fosse a conoscenza delle posizioni notoriamente negazioniste e anticonciliari del lefevbriani è una storiella cui nessuno crede. Don Pierpaolo Petrucci, Priore del Priorato di Rimini della Fraternità di San Pio X così affermava nel Messaggero del 29 gennaio scorso: «La scomunica ci è stata tolta senza che a noi fosse stata posta alcuna condizione, si è trattato di un atto unilaterale del Papa», e ancora: «Il fatto che prima eravamo considerati scismatici e successivamente questo scisma è stato revocato senza che ci fosse chiesta alcuna condizione - afferma il sacerdote della Fraternità - costituisce un riconoscimento implicito» delle nostre idee dopo «che siamo stati messi all'indice ingiustamente».

Il coordinatore federale di "Padania Cristiana" nello stesso articolo affermava: «Il fine di tutto ciò [la strumentalizzazione delle parole di don Floriano Abrahamowicz sulle camere a gas], oltre a quello di screditare la Chiesa cattolica e la fraternità - prosegue Castagna - è quello di non parlare della questione fondamentale: l'assoluta necessità di giungere a una vera restaurazione della Fede nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, abrogando il nefasto Concilio Vaticano II». Il "nefasto Concilio Vaticano II"... A quest'indirizzo http://www.tradizione.biz/forum/viewtopic.php?t=12053&sid=f0a76a24cbd8ccf8cee5c97d2fa9a4b5 si può leggere chiaramente il pensiero di Castagna su chi è di religione ebraica: "... crescente sviluppo di una pericolosa cultura islamica favorita dai comportamenti ambigui, tanto per essere buoni, del card. Tettamanzi rovescio della stessa moneta che ha sul fronte il viso di quelli che definiscono i giudei fratelli maggiori...". I "giudei fratelli maggiori": non era stato Giovanni Paolo II a definire così chi è di religione ebraica (pare che calpestare i papi precedenti sia una moda)? "Tradizione, Cattolicesimo e Politica": così recita il titolo del sito di Castagna.

Del resto, il 31 marzo scorso l'Osservatore Romano non aveva forse scritto che il PDL rappresenta il partito “maggiormente in grado di esprimere i valori comuni italiani, tra i quali quelli cattolici sono una parte non secondaria”? Si sa che è tradizione vaticana dire e non dire. Ma sappiano bene cosa ha voluto dire. L'alleanza potere-chiesa è sempre stata il preludio dei regimi totalitari.

"Date a Cesare quello che è di Cesare, a dio quello che è di Dio": Dio si deve essere nascosto tra le pieghe del mantello papale damascato d'oro.
Cordialmente

Andrea F

P.S.: Nella lettera, il papa dice che "La prima priorità per il Successore di Pietro è stata fissata dal Signore nel Cenacolo in modo inequivocabile: "Tu … conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32)"; peccato che abbia tralasciato ciò che sta al posto dei puntini di sospensione: "... una volta ravveduto...".

5.4.09

Senza titolo 1438

  VE LA RICORDATE LA NSU PRINZ SPORT ?  :-)


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Un ramoscello di ulivo

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                              Immagine di franca bassi la bellezza degli alberi nell'antica terra dei Messapi


Il folletto Buzzichino, girovagando per le terre conosciute alla ricerca degli alberi,  nella terra rossa degli antichi Messapi, ammira la sua bellezza e solo vicino a questi giganti, il piccolo folletto si sente protetto. Le loro storie, i tronchi contorti, il fruscio delle foglie  il folletto riesce a sentire il respiro e il battito del loro cuore. Per giorni, per mesi, per anni il piccolo Folletto, va avanti alla ricerca delle sue radici. Continua a camminare, per terre nuove, ogni volta viene rapito dal profumo della terra e dalla bellezza dei fiori, la natura gli regala ogni giorno la vita, anche se è solo, sente tanta serenita; quando la sera il buio lo avvolge, solo vicino ai suoi amici alberi, e nel silenzio della notte prima di addormentarsi torna a comporre il mosaico delle sue origini. Franca Bassi            



                             





Canneto

Immagini di franca bassi antico albero di ulivo conosciuto in Europa, oltre 2000 anni si trova a Canneto località situata nell'antica terra dei Sabini.





Senza titolo 1437

  L'AVETE LETTA LA FIABA LA BISCIA ?  :-)


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Il 5 aprile anche Retescuole sarà in Piazza Scala



Per noi che facciamo scuola è più facile. La storia e la memoria ci sono compagne; sono arnesi del mestiere.


Conosciamo le persone che l'hanno fatta questa nostra Repubblica, gli uomini e le donne che ce l'hanno lasciata come un´eredità preziosa, sacrificando molto della propria vita negli anni belli della loro gioventù, perché allora quel che contava era fare in modo che l'incubo del fascismo e del nazismo, del razzismo e della violenza contro i deboli non pesasse sul futuro di chi sarebbe venuto dopo.



Per noi e più facile perché il nostro mestiere è educare alla cittadinanza nella scuola della Repubblica e sappiamo che la libertà di pensiero sancita dalla Costituzione trova il suo fermo limite quando sconfina nella proposta di violenza, nel vilipendio e nell'offesa contro altri esseri umani.



Per questo non comprendiamo come il Comune di Milano potrà consentire l´incontro previsto il 5 Aprile nella nostra città di formazioni neonaziste, negazioniste, xenofobe, omofobe e razziste provenienti da tutta l´Europa.



Non sappiamo a cosa stesse pensando il nostro sindaco quel 25aprile del 2006 mentre spingeva la carrozzella del "papà partigiano", ma vorremmo che almeno per mandato istituzionale, se la coerenza le difetta, si facesse oggi interprete, non certo del desiderio di una "parte", ma dei principi fondanti del nostro paese.


In ogni caso domenica 5 aprile saremo davanti a palazzo Marino. Ci saremo per senso di responsabilità , ci saremo pacificamente perché siamo cittadini e cittadine di un comune medaglia d'oro della Resistenza, perché come diceva Primo Levi «Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo».


E invitiamo tutti e tutte voi a fare altrettanto.




Quelli e quelle di Retescuole

Le due sorelle

Una Pasqua terrena, una festa illusoria, una glorificazione fittizia. Così potremmo definire la Domenica delle Palme e degli ulivi, simbolo d'una pace non trovata, scoppiettante tripudio dietro il quale incombe un minaccioso futuro. Il potere, religioso e laico, aveva già deciso che la misura era colma, e il falegname di Nazareth avrebbe messo a repentaglio un intero popolo se avesse continuato a predicare il suo falso verbo. Fatica a parte, gli usurpatori stranieri erano forse i più sollevati alla prospettiva di eliminare l'ennesimo visionario sorto tra gente riottosa e ribelle. Quanto a Gesù, ignoriamo cosa pensasse; se umanamente si sia rallegrato dell'accoglienza tributatagli, mescolando al sorriso il turbamento dell'incomprensione. Se invece "si aspettasse tutto", come c'insegnavano un tempo a catechismo. Ma la morte, quella sì, l'aspettava, pur se arriva sempre sola, e sempre, e comunque, inattesa e unica, irripetuta e sfidante, irrompendo come livida luce nell'esistenza sua, e di ognuno. Gesù l'aspettava perché conscio del valore della vita, e sapeva assaporare il gusto ineffabile del presente.




L'orto del Getsemani a Gerusalemme: quello raffigurato è l'ulivo più antico (600 anni ca.).






Scrive Alfonso de' Liguori in un'opera di sorprendente attualità: "Il tempo è un tesoro, che solamente in vita si trova; non si trova nell'altra, né nell'inferno, né in cielo [...]. Nel cielo [...] non si piange, ma se potessero piangere i beati, questo sarebbe il loro solo pianto, l'aver perduto il tempo in questa vita, in cui poteano acquistarsi maggior gloria, e che questo tempo non possono più averlo. Una Religiosa Benedettina defunta comparve gloriosa ad una persona e le disse ch'ella stava appieno contenta; ma se avesse potuto mai desiderare qualche cosa, era solo di ritornare in vita e di patire per meritare più gloria; e disse che si sarebbe contentata di soffrire la sua dolorosa infermità, che avea patita in morte, sino al giorno del giudizio, per acquistare la gloria che corrisponde al merito d'una sola 'Ave Maria'". E quindi solo il presente, il tempo che non è l'attimo fuggente, ma l'attimo che scolpisce una forma, ha valore d'eternità, non è diluizione né innaturale prolungamento, prepara, e rende in qualche misura meno spaurante la visita della silenziosa ospite.

La morte non è sarabanda di suoni. Se oggi la si spettacolarizza, accade perché non le si vuol più credere; e con ciò, si nega cittadinenza e pienezza alla sua radiosa e inscindibile sorella, quella che chiamiamo vita. O frugata, o storpiata, o falsamente elevata a vuoto ideale (la Vita), essa ha smesso di permeare le nostre ore e il presente è stato spodestato dalla contingenza, dilatato in ripetitività meccanica, reso prevedibile, quasi fotocopiato, in una moltiplicazione di destini eguali e monocordi. Morte e vita procedono assieme, e non possono venir sprecate né banalizzate. Morte e vita, talora silenziate, talora esaltate oltre misura, originariamente, erano invece la ricapitolazione del singolo, l'abbraccio di Dio - doloroso, sia pure - al nostro inimitabile presente, e quella solitudine spaventosa finiva per diventare, nello spegnersi dei sordidi clamori, il richiamo personale, il secondo dopo l'infanzia, il nuovo "effatà", apriti. Finalmente, e totalmente, restituiti a noi stessi.



Concludo le mie riflessioni con qualche stralcio di lettera redatta dalla comunità del Barrio (Brasile) durante l'agonia di E. E.:



"Da noi non si aspetta diciassette anni di coma a morire. E' roba da ricchi [...]. Da noi si muore per mancanza di farmaci di base persino in pochi giorni. In Africa è anche peggio, molto peggio. E questo, ci dicono, è causa di precise scelte sul piano economico delle società del Primo Mondo. Quando i nostri muoiono, non c'è neanche da abbandonarsi troppo alla disperazione, come piace fare ad alcuni vostri esponenti politici e a molti movimentisti della vita dell'ultima ora. Non c'è tempo, perché la vita incalza, e la povertà anche, e c'è sempre troppo di cui occuparsi.




E poi, qui, ancora, si crede in Dio, e nella morte come incontro con Lui, come riposo in Lui: 'descansou', ha riposato, si dice sempre. Diffidiamo del Dio della tecnica, che alcuni, persino nelle Chiese, vorrebbero onnipotente, al posto di quello vero, a prolungarci di un anno, di una settimana, di un'ora il soggiorno quaggiù. Chissà, un giorno l'ibernazione sarà forse l'ottavo sacramento per gente che non crede più in Dio e nella sua vita senza fine".



Daniela Tuscano






Senza titolo 1436

  L'AVETE VISTO IL FILM NO GRAZIE IL CAFFE' MI RENDE NERVOSO ?  :-)


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Il 5 aprile anche Retescuole sarà in Piazza Scala

Per noi che facciamo scuola è più facile. La storia e la memoria ci sono compagne; sono arnesi del mestiere.Conosciamo le persone che l'hanno fatta questa nostra Repubblica, gli uomini e le donne che ce l'hanno lasciata come un´eredità preziosa, sacrificando molto della propria vita negli anni belli della loro gioventù, perché allora quel che contava era fare in modo che l'incubo del fascismo e del nazismo, del razzismo e della violenza contro i deboli non pesasse sul futuro di chi sarebbe venuto dopo.
Per noi e più facile perché il nostro mestiere è educare alla cittadinanza nella scuola della Repubblica e sappiamo che la libertà di pensiero sancita dalla Costituzione trova il suo fermo limite quando sconfina nella proposta di violenza, nel vilipendio e nell'offesa contro altri esseri umani.
Per questo non comprendiamo come il Comune di Milano potrà consentire l´incontro previsto il 5 Aprile nella nostra città di formazioni neonaziste, negazioniste, xenofobe, omofobe e razziste provenienti da tutta l´Europa.
Non sappiamo a cosa stesse pensando il nostro sindaco quel 25aprile del 2006 mentre spingeva la carrozzella del "papà partigiano", ma vorremmo che almeno per mandato istituzionale, se la coerenza le difetta, si facesse oggi interprete, non certo del desiderio di una "parte", ma dei principi fondanti del nostro paese.In ogni caso domenica 5 aprile saremo davanti a palazzo Marino. Ci saremo per senso di responsabilità , ci saremo pacificamente perché siamo cittadini e cittadine di un comune medaglia d'oro della Resistenza, perché come diceva Primo Levi «Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo».E invitiamo tutti e tutte voi a fare altrettanto.


Quelli e quelle di Retescuole

Le due sorelle

Una Pasqua terrena, una festa illusoria, una glorificazione fittizia. Così potremmo definire la Domenica delle Palme e degli ulivi, simbolo d'una pace non trovata, scoppiettante tripudio dietro il quale incombe un minaccioso futuro. Il potere, religioso e laico, aveva già deciso che la misura era colma, e il falegname di Nazareth avrebbe messo a repentaglio un intero popolo se avesse continuato a predicare il suo falso verbo. Fatica a parte, gli usurpatori stranieri erano forse i più sollevati alla prospettiva di eliminare l'ennesimo visionario sorto tra gente riottosa e ribelle. Quanto a Gesù, ignoriamo cosa pensasse; se umanamente si sia rallegrato dell'accoglienza tributatagli, mescolando al sorriso il turbamento dell'incomprensione. Se invece "si aspettasse tutto", come c'insegnavano un tempo a catechismo. Ma la morte, quella sì, l'aspettava, pur se arriva sempre sola, e sempre, e comunque, inattesa e unica, irripetuta e sfidante, irrompendo come livida luce nell'esistenza sua, e di ognuno. Gesù l'aspettava perché conscio del valore della vita, e sapeva assaporare il gusto ineffabile del presente.

L'orto del Getsemani a Gerusalemme: quello raffigurato è l'ulivo più antico (600 anni ca.).
Scrive Alfonso de' Liguori in pagine di sorprendente attualità: "Il tempo è un tesoro, che solamente in vita si trova; non si trova nell'altra, né nell'inferno, né in cielo [...]. Nel cielo [...] non si piange, ma se potessero piangere i beati, questo sarebbe il loro solo pianto, l'aver perduto il tempo in questa vita, in cui poteano acquistarsi maggior gloria, e che questo tempo non possono più averlo. Una Religiosa Benedettina defunta comparve gloriosa ad una persona e le disse ch'ella stava appieno contenta; ma se avesse potuto mai desiderare qualche cosa, era solo di ritornare in vita e di patire per meritare più gloria; e disse che si sarebbe contentata di soffrire la sua dolorosa infermità, che avea patita in morte, sino al giorno del giudizio, per acquistare la gloria che corrisponde al merito d'una sola 'Ave Maria'". E quindi solo il presente, il tempo che non è l'attimo fuggente, ma l'attimo che scolpisce una forma, ha valore d'eternità, non è diluizione né innaturale prolungamento, prepara, e rende in qualche misura meno spaurante la visita della silenziosa ospite.

La morte non è sarabanda di suoni. Se oggi la si spettacolarizza, accade perché non le si vuol più credere; e con ciò, si nega cittadinenza e pienezza alla sua radiosa e inscindibile sorella, quella che chiamiamo vita. O frugata, o storpiata, o falsamente elevata a vuoto ideale (la Vita), essa ha smesso di permeare le nostre ore e il presente è stato spodestato dalla contingenza, dilatato in ripetitività meccanica, reso prevedibile, quasi fotocopiato, in una moltiplicazione di destini eguali e monocordi. Morte e vita procedono assieme, e non possono venir sprecate né banalizzate. Morte e vita, talora silenziate, talora esaltate oltre misura, originariamente, erano invece la ricapitolazione del singolo, l'abbraccio di Dio - doloroso, sia pure - al nostro inimitabile presente, e quella solitudine spaventosa finiva per diventare, nello spegnersi dei sordidi clamori, il richiamo personale, il secondo dopo l'infanzia, il nuovo "effatà", apriti. Finalmente, e totalmente, restituiti a noi stessi.
Concludo le mie riflessioni con qualche stralcio di lettera redatta dalla comunità del Barrio (Brasile) durante l'agonia di E. E.:
"Da noi non si aspetta diciassette anni di coma a morire. E' roba da ricchi [...]. Da noi si muore per mancanza di farmaci di base persino in pochi giorni. In Africa è anche peggio, molto peggio. E questo, ci dicono, è causa di precise scelte sul piano economico delle società del Primo Mondo. Quando i nostri muoiono, non c'è neanche da abbandonarsi troppo alla disperazione, come piace fare ad alcuni vostri esponenti politici e a molti movimentisti della vita dell'ultima ora. Non c'è tempo, perché la vita incalza, e la povertà anche, e c'è sempre troppo di cui occuparsi.

E poi, qui, ancora, si crede in Dio, e nella morte come incontro con Lui, come riposo in Lui: 'descansou', ha riposato, si dice sempre. Diffidiamo del Dio della tecnica, che alcuni, persino nelle Chiese, vorrebbero onnipotente, al posto di quello vero, a prolungarci di un anno, di una settimana, di un'ora il soggiorno quaggiù. Chissà, un giorno l'ibernazione sarà forse l'ottavo sacramento per gente che non crede più in Dio e nella sua vita senza fine".





4.4.09

H2O ACQUA IN BOCCA: VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA

lunedì 30 marzo 2009



H2O ACQUA IN BOCCA: VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA






Mentre nel paese imperversano discussioni sull' eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione deiservizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca. FATE GIRARE : METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE


Rosaria Ruffini


Tomb Sweeping day

                       


 








In Cina oggi e' festa, e' il giorno dei morti, i cinesi avranno tre giorni di vacanza per recarsi sulle tombe degli antenati, moltissime persone si metteranno in viaggio in queste ore.


Avevo organizzato di andare a vedere questa celebrazione in prima persona e di scattare qualche foto per voi, purtroppo la primavera Suzhouse e' carica di pioggia e di freddo, quindi non siamo usciti, i cimiteri sono alla periferia della citta',  per oggi avevano organizzato spettacoli con artisti di strada, fuochi artificiali, gare di aquiloni, dragoni e lanterne.


Il Tomb Sweeping day si celebra due settimane dopo l'Equinozio, ed e' una delle poche feste tradizionali cinesi che segue il calendario solare, il nome cinese della festa e' Qing Ming, in questa festa si celebra l'arrivo della primavera, si celebra la


rinascita della natura, oltre a ricordare ed onorare gli antenati.


Si va al cimitero a pulire le tombe ed  a portare fiori, si bruciano modellini in carta di quello, che i cinesi credono potrebbe servire nell'aldila', monete, case, stoviglie oltre a lasciare offerte di cibo (quello preferito dal defunto), frutta e fiori sulla tomba.


Come per la nostra Pasqua anche i cinesi fanno bollire e colorano le uova per poi romperle e mangiarle durante i pic-nic che questi giorni di ferie gli permettono di fare, anche nella cultura cinese, l'uovo e' simbolo di rinascita e di apertura alla vita.


Anticamente la scelta del posto dove essere sotterrati veniva fatto seguendo i principi della geomanzia, tenendo conto di tante variabili, l'esposizione a sud, la vicinanza a corsi d'acqua, oggi invece le tombe, almeno nelle citta' si trovano in cimiteri, in aeree dedicate che non tengono molto conto del Feng Shui.


Non e' una festa triste, perche' il concetto di morte e' completamente diverso da quello occidentale,  la morte e' un passaggio obbligato che porta sicuramente dolore ai familiari, ma anche sollievo all'anima del nostro congiunto ed in un certo senso ne migliora la condizione.


Questa celebrazione ha dei punti in comune con la festa dei morti che io vivevo da bambina a Napoli, era quasi una giornata di festa si partiva da casa armati di stracci e detersivi, fiori e cose da mangiare, lungo la strada c'erano le bancarelle degli ambulanti che vendevano le mele caramellate e nelle pasticcerie si faceva il "torrone dei morti", una mattonella di cioccolato e nocciole.


Si passava tutto il giorno in cimitero, che diventava un posto familiare, non triste e doloroso, si passava il giorno facendo compagnia ai morti, si mangiava sulla tomba e si chiacchierava con il vicino, e si mettevano i fiori anche sulle tombe "orfane".


Per un giorno il cimitero era festoso, mi ricordo che era una festa bella, la gente si portava le sedioline pieghevoli e passava la giornata chiacchierando con tutti e ricordando bonariamente il congiunto, era una giornata di commemorazione contenta, positiva quasi gioiosa.







              







Le foto le ho prese da internet...il prossimo anno spero di riuscire a farle in prima persona.

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  VI PIACE LA CANTANTE JEM ?  :-)


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3.4.09

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  QUESTO E' UN VECCHIO CALZASCARPE IN ALLUMINIO !  L'AVETE MAI VISTO ?  :-)


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  VI PIACEVA LA CANZONE PREGHIERA !  DEI CUGINI DI CAMPAGNA ?  :-)


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  QUESTA E' UNA VECCHIA TABELLA DEL CONCORSO ENALOTTO IN METALLO !  VE LA RICORDATE ?  :-)


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  QUESTA E' UNA VECCHIA AUTO AUSTIN HEALEY SPRITE 900 !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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Domenica 5 aprile. In lutto, per la strage degli innocenti.

Dai  cdv  di  piazza  dela solidarieta`  di Cagliari ricevo e v`inoltro questa riflessione


Una notizia,  di  qualche  giorno  fs  ci informa dell'ennesima strage di innocenti.Chi sa, e non fa niente per evitare la strage, è un assassino?E' un orrore di cui siamo semplici e incolpevoli spettatori?Chi è l'assassino, e chi lo arma?Cosa siamo diventati?
Un articolo della Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell'individuo e "garantisce cure gratuite agli indigenti".



E' ancora così?Tutti gli individui sono uguali, ma alcuni sono meno uguali degli altri?Il Parlamento italiano vuole trasformare i medici in delatori?Non nega, ciò, il diritto di tutti ad essere curati?Cosa siamo diventati?Non è un problema di Destra o di Sinistra. Non fa male ricordarlo.

Con la "Turco-Napolitano" prima, e con la "Bossi-Fini" poi, hanno dimostrato di vedere le cose più o meno allo stesso modo: i migranti sono criminali, spacciatori, stupratori, e, nell'ipotesi migliore, "ci servono perché fanno i lavori che noi non vogliamo più fare".
Esseri umani alla stregua di aspirapolvere: fanno ciò che non abbiamo voglia di fare. Sono utili e costano poco!
Chi spenderebbe una lacrima quando affonda un carico di aspirapolvere?Cosa siamo diventati?

Non ci consoli il fatto che quelle leggi non le firmeremo noi. Quelle leggi interpretano il senso comune di una società abbrutita, intollerante, distratta, insensibile, crudele coi deboli e servile coi forti. La nostra.
Non ci consoli il fatto che la società è tale perché indottrinata con armi di distrazione di massa, stordita da grandi fratelli, fattorie dei deficienti, isole dei cretini, mentani, riotti, e mariedefilippi. Se abbiamo ancora coscienza per comprendere che così è, ma ancora nulla facciamo per evitare la mattanza degli innocenti, ancor più siam colpevoli.

Nulla ci consoli. Perché quei polmoni che si riempiono dell'acqua del Mediterraneo (fermatevi un istante, e immaginate quei momenti), quelle carni straziate dalle torture nelle prigioni dell'"amico Gheddafi", quelle dignità calpestate nei campi di concentramento italiani, sono di esseri umani come noi. Di esseri umani come noi. Innocenti quanto noi, forse più. Non dimentichiamolo.Cosa siamo diventati?Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...Se gli aspirapolvere affondano sono un costo, se i migranti non affondano sono un costo... Al massimo, quando va bene, riusciamo ad organizzare intorno a loro il business della carità... Che però costa... Quanto vogliamo spendere per loro? Molto meno di quanto spendiamo in creme e cosmetici, in macchine di lusso, o in viaggi e vacanze, naturalmente.

Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...
E se diventassimo solidali? E se, semplicemente, li trattassimo come esseri umani che, per ragioni di cui pure abbiamo non piccola responsabilità, si spostano in cerca di una esistenza migliore, fuggono da guerre, fame, carestie?

Semplicemente. Senza compatimenti, senza paternalismi, senza clamore: accoglierli sapendo che tra loro, come tra noi, sono gli onesti e i disonesti; accoglierli col rispetto che si deve ad ogni vita. Semplicemente.
Quanto costa tenere in piedi degli enti inutili come le province (è solo un esempio tra migliaia che si potrebbero fare)?
Quanto costerebbe essere semplicemente solidali con chi chiede solo di non essere affogato, torturato, incarcerato, e, se sopravvive, rimandato indietro?Perché ci accaniamo contro i migranti e non contro gli enti inutili e parassitari?Non è nemmeno un problema di soldi.E' solo un problema di civiltà. Di umanità.
Cosa siamo diventati?
  ........

 e` ora di cambiare    noi consumatori abbiamo un potere immenso  . Sui ai Gas  e  il commercio equo e  solidale 



Domenica, 5 aprile, dalle 10 alle 13, in piazza San Cosimo, a Cagliari, torna LA PIAZZA DELLA SOLIDARIETA'.


In segno di lutto, drappi, fiocchi, nastri neri, "vestiranno" i banchetti delle associazioni.

Per ricordare i morti dell'ultima strage annunciata, di tutte le stragi che si ripetono, nell'indifferenza di tanti, ogni giorno, nel Mediterreneo.

Durante la mattinata, si terrà una sperimentazione autogestita del Teatro Immagine, tecnica del Teatro dell’Oppresso ideato dal brasiliano Augusto Boal, già praticato anche in Italia, sul tema “Migranti”.


Al banchetto del Comitato Sardo di Solidarietà (Co.Sa.S.) saranno presenti i medici volontari dell'Associazione che ribadiranno la loro contrarietà alla proposta di legge che dà al medico la facoltà di denunciare i migranti cosiddetti irregolari. In collaborazione con la SIMM (Società Italiana di Medicina della Migrazione), sarà distribuito del materiale informativo.


La Piazza della Solidarietà invita gli operatori della sanità, le cittadine e i cittadini sensibili, e, naturalmente, tutti i migranti, a partecipare all'iniziativa, per dimostrare che una parte, speriamo non piccola, di società è fortemente contraria, e lo denuncia con forza, all'accanimento xenofobo con cui si perseguitano esseri umani che non si son macchiati di alcun reato.


Venite, domenica mattina, a La Piazza della Solidarietà.






Le associazioni della Piazza:


actionaid, aifo, amnesty international, amici di nico, amici di sardegna, amici di viviana, amici senza confini, arci, avo, cagliari social forum, ciclofucina sella del diavolo, cisv sardegna, citta' ciclabile, cittadinanza attiva, cosas, deggo, emergency, ingegneria senza frontiere, lav lega antivivisezione, los quinchos, luna d'oriente, mani tese, movimento verde, oipa, oscar romero onlus, parada italia, pastori per, rete radiè resch, sardegna palestina, servizio civile internazionale, shiatsu do onlus, sinergia femminile, solidando, sucania, uaar


Info:
tel. 335 6993969
e-mail piazza_solidarieta@katamail.com


2.4.09

che tristezza




Una notizia, di poche ore fa, ci informa dell'ennesima strage di innocenti.
Chi sa, e non fa niente per evitare la strage, è un assassino?
E' un orrore di cui siamo semplici e incolpevoli spettatori?
Chi è l'assassino, e chi lo arma?

Cosa siamo diventati?

Un articolo della Costituzione riconosce la salute come diritto fondamentale dell'individuo e "garantisce cure gratuite agli indigenti".
E' ancora così?
Tutti gli individui sono uguali, ma alcuni sono meno uguali degli altri?
Il Parlamento italiano vuole trasformare i medici in delatori?
Non nega, ciò, il diritto di tutti ad essere curati?

Cosa siamo diventati?

Non è un problema di Destra o di Sinistra. Non fa male ricordarlo.
Con la "Turco-Napolitano" prima, e con la "Bossi-Fini" poi, hanno dimostrato di vedere le cose più o meno allo stesso modo: i migranti sono criminali, spacciatori, stupratori, e, nell'ipotesi migliore, "ci servono perché fanno i lavori che noi non vogliamo più fare".
Esseri umani alla stregua di aspirapolvere: fanno ciò che non abbiamo voglia di fare. Sono utili e costano poco!
Chi spenderebbe una lacrima quando affonda un carico di aspirapolvere?

Cosa siamo diventati?

Non ci consoli il fatto che quelle leggi non le firmeremo noi. Quelle leggi interpretano il senso comune di una società abbrutita, intollerante, distratta, insensibile, crudele coi deboli e servile coi forti. La nostra.
Non ci consoli il fatto che la società è tale perché indottrinata con armi di distrazione di massa, stordita da grandi fratelli, fattorie dei deficienti, isole dei cretini, mentani, riotti, e mariedefilippi. Se abbiamo ancora coscienza per comprendere che così è, ma ancora nulla facciamo per evitare la mattanza degli innocenti, ancor più siam colpevoli.
Nulla ci consoli. Perché quei polmoni che si riempiono dell'acqua del Mediterraneo (fermatevi un istante, e immaginate quei momenti), quelle carni straziate dalle torture nelle prigioni dell'"amico Gheddafi", quelle dignità calpestate nei campi di concentramento italiani, sono di esseri umani come noi. Di esseri umani come noi. Innocenti quanto noi, forse più. Non dimentichiamolo.

Cosa siamo diventati?

Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...
Se gli aspirapolvere affondano sono un costo, se i migranti non affondano sono un costo... Al massimo, quando va bene, riusciamo ad organizzare intorno a loro il business della carità... Che però costa... Quanto vogliamo spendere per loro? Molto meno di quanto spendiamo in creme e cosmetici, in macchine di lusso, o in viaggi e vacanze, naturalmente.
Cosa possiamo fare? Nulla, possiamo fare...

E se diventassimo solidali? E se, semplicemente, li trattassimo come esseri umani che, per ragioni di cui pure abbiamo non piccola responsabilità, si spostano in cerca di una esistenza migliore, fuggono da guerre, fame, carestie?
Semplicemente. Senza compatimenti, senza paternalismi, senza clamore: accoglierli sapendo che tra loro, come tra noi, sono gli onesti e i disonesti; accoglierli col rispetto che si deve ad ogni vita. Semplicemente.

Quanto costa tenere in piedi degli enti inutili come le province (è solo un esempio tra migliaia che si potrebbero fare)?
Quanto costerebbe essere semplicemente solidali con chi chiede solo di non essere affogato, torturato, incarcerato, e, se sopravvive, rimandato indietro?
Perché ci accaniamo contro i migranti e non contro gli enti inutili e parassitari?

Non è nemmeno un problema di soldi.
E' solo un problema di civiltà. Di umanità.

Cosa siamo diventati?

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Domenica, 5 aprile, dalle 10 alle 13, in piazza San Cosimo, a Cagliari, torna LA PIAZZA DELLA SOLIDARIETA'.

In segno di lutto, drappi, fiocchi, nastri neri, "vestiranno" i banchetti delle associazioni.
Per ricordare i morti dell'ultima strage annunciata, di tutte le stragi che si ripetono, nell'indifferenza di tanti, ogni giorno, nel Mediterreneo.

Durante la mattinata, si terrà una sperimentazione autogestita del Teatro Immagine, tecnica del Teatro dell’Oppresso ideato dal brasiliano Augusto Boal, già praticato anche in Italia, sul tema “Migranti”.

Al banchetto del Comitato Sardo di Solidarietà (Co.Sa.S.) saranno presenti i medici volontari dell'Associazione che ribadiranno la loro contrarietà alla proposta di legge che dà al medico la facoltà di denunciare i migranti cosiddetti irregolari. In collaborazione con la SIMM (Società Italiana di Medicina della Migrazione), sarà distribuito del materiale informativo.

La Piazza della Solidarietà invita gli operatori della sanità, le cittadine e i cittadini sensibili, e, naturalmente, tutti i migranti, a partecipare all'iniziativa, per dimostrare che una parte, speriamo non piccola, di società è fortemente contraria, e lo denuncia con forza, all'accanimento xenofobo con cui si perseguitano esseri umani che non si son macchiati di alcun reato.

Venite, domenica mattina, a La Piazza della Solidarietà.





Le associazioni della Piazza:


actionaid, aifo, amnesty international, amici di nico, amici di sardegna, amici di viviana, amici senza confini, arci, avo, cagliari social forum, ciclofucina sella del diavolo, cisv sardegna, citta' ciclabile, cittadinanza attiva, cosas, deggo, emergency, ingegneria senza frontiere, lav lega antivivisezione, los quinchos, luna d'oriente, mani tese, movimento verde, oipa, oscar romero onlus, parada italia, pastori per, rete radiè resch, sardegna palestina, servizio civile internazionale, shiatsu do onlus, sinergia femminile, solidando, sucania, uaar


Info:
tel. 335 6993969
e-mail piazza_solidarieta@katamail.com

fecondazione assistita libera da chiesa e stato . vittoria temporanea o definitiva ?

leggo qui la lieta   ,  news   che  testimonia  come  loa  mia battaglia  per  Il Si  e il no nvoler  arrendermi   e  continuare  a portarla  avanti (  vedere l'archivio  del  2005 per  i post  o  vedere  sotto per  cpoloro  che non hanno voglia  di  cercare  nll'archivio  del 2005  a  favore  anche  se  si l'ametto con un po'  d'intolleranza   e pregiudizi  ,  ma  mi dava   fastidio  e mi da  tutt'ora    chi si lascia  abbindolare  dai media  e  dai vari politicanti e  falsi  credenti  oportunisticamente   in linea  di massa   pro vaticano   , da  parte  mia verso  il fronte dell'astensione   )


da repubblica  online




Inammissibili i ricorsi sull'irrevocabilità del consenso da parte della donna all'impianto il divieto della crioconservazione e di riduzione embrionaria di gravidanze plurime

Legge 40, stop della Consulta "No a limite di tre embrioni"


ROMA - La Corte Costituzionale boccia la legge 40 sulla fecondazione assistita. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un "unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. La Corte, infine, ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, la questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6, inerente l'irrevocabilità del consenso della donna, e dei commi 1 e 4 dell'articolo 14.
Il governo. "Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri", afferma il sottosegretario al Welfare con delega alla Bioetica, Eugenia Roccella, annunciando l'emanazione di "nuove linee guida". Queste saranno emanate sulla base dei pareri scientifici che saranno elaborati dal Consiglio Superiore di Sanità, l'organo tecnico scientifico di consultazione del ministero, che sarà ascoltato, ha detto Roccella, così come prevede la legge.
"Resta il divieto di congelamento degli embrioni - ha aggiunto Roccella - e di soppressione di questi", una pratica che avviene, ha aggiunto, quando per la diagnosi preimpianto se ne producono in sovrannumero. "Mi sembra - ha quindi detto - che ora ci sia un evidente problema di interpretazione delle norme e di contraddizioni. Per questo bisognerà fare chiarezza sul piano delle pratiche che potranno essere adottate dai centri".
L'opposizione. "Le sentenze della Corte vanno sempre rispettate", replica il segretario del Pd. Per Dario Franceschini "i temi nuovi, come anche quello sull'idratazione e alimentazione, gradualmente richiederanno regole e che si adeguino gli strumenti legislativi. Per il nostro ordinamento, il pronunciamento della Corte non potrà che essere recepito".
Il ricorso. A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World Association Reproductive Medicine e una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50%) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa.
Le questioni di legittimità costituzionale. Riguardano, in particolare, l'articolo 14 (commi 1,2,3 e 4) che prevede la formazione di un numero limitato di embrioni, fino a un massimo di tre, da impiantare contestualmente, e vieta la crioconservazione al di fuori di ipotesi limitate. Davanti alla Consulta è stato impugnato anche l'art.6 (comma 3) della legge 40 nella parte in cui obbliga la donna, una volta dato il proprio consenso alle tecniche di fecondazione assistita, all'impianto degli embrioni, escludendo così la revoca del consenso.
"Norme in contrasto con principi costituzionali". Queste norme - secondo i giudici del Tribunale di Firenze e del Tar del Lazio - sono in contrasto con diversi principi tutelati dalla Costituzione. In particolare con l'art.3, sotto il profilo della ragionevolezza per il mancato bilanciamento tra la tutela dell'embrione e la tutela della esigenza di procreazione visti la "mancata valutazione della concreta possibilità di successo della pratica da effettuare" e il "mancato riconoscimento al medico curante di ogni discrezionalità nella valutazione del singolo caso".
"Disparità di trattamento". La legge 40, secondo i ricorsi, realizzerebbe una "irragionevole disparità di trattamento" tra le donne in condizioni fisiche diverse che si sottopongo alla fecondazione assistita. E ancora: il diritto alla salute verrebbe leso in caso di insuccesso del primo impianto, in quanto la donna è costretta a sottoporsi a un successivo trattamento ovarico, ad "alto tasso di pericolosità per la salute fisica e psichica". Infine, anche la prevista irrevocabilità del consenso sarebbe in contrasto con l'art. 32 della Costituzione che "vieta i trattamenti sanitari obbligatori se non imposti per legge nel rispetto della dignità umana".
Le parti in causa. Dinanzi alla Corte si erano costituiti, oltre alla Warm, numerose associazioni favorevoli a una pronuncia di illegittimità (Hera onlus, associazione Luca Coscioni, Cecos Italia, Sos infertilità, Amica Cicogna, Madre provetta e, tra le altre, Cittadinanzattiva), mentre a chiedere che la legge non venisse toccata, e che dunque la Corte si pronunciasse per l'infondatezza o l'inammissibilità, erano stati il Comitato per la tutela della salute della donna, la Federazione nazionale dei centri e dei movimenti per la vita. Ma anche il governo, attraverso l'avvocatura generale dello Stato, ha chiesto ai giudici costituzionali che la legge 40 rimanesse tale e quale perché "il legislatore ha effettuato una ragionevole comparazione tra l'interesse della donna al buon esito della procedura di procreazione medicalmente assistita e la tutela dell'embrione". Relatore delle cause era il giudice costituzionale Alfio Finocchiaro.
Le reazioni. "Una bella notizia, non c'è che dire e la magistratura non è la prima volta che ci salva". E' il commento sulla decisione di illegittimità della Corte Costituzionale del ginecologo Carlo Flamigni, uno dei pionieri della fecondazione artificiale in Italia, che aggiunge, parafrasando Alessandro Manzoni per il quale "la c'è la provvidenza" e "noi diciamo la c'è la giustizia".
"Se, come pare, la decisione della Corte ha come obiettivo quello di eliminare il divieto di creare più di tre embrioni e dell'obbligo di impianto degli embrioni creati, si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri", avverte il professor Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e direttore del Centro di ricerca in scienze umane dell'Università europea di Roma.
"I sostenitori del Far West della provetta hanno poco da cantare vittoria - dice il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - rispetto alle previsioni della vigilia, che lasciavano immaginare la demolizione della legge 40, la Consulta ha bocciato le ipotetiche censure sul divieto di crioconservazione e sul divieto di riduzione embrionale, accogliendo soltanto quella relativa al limite dei tre embrioni per l'impianto".
"Il limite dei tre embrioni era preordinato a proteggere il diritto alla vita. Se si producono più di tre embrioni, degli altri cosa si fa? Se li si elimina si lede il diritto alla vita, se si impiantano tutti diventa pericoloso per la donna", afferma Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, al quale Radio Vaticana ha chiesto di commentare la sentenza della Consulta. "L'impianto fondamentale della legge - ricorda l'ex magistrato ai miocrofoni dell'emittente della Santa Sede - è dire non devi uccidere nessun essere umano anche se generato in provetta. Almeno non in modo deliberato e diretto. Il testo ricercava un equilibrio tra la salute della donna e la vita dell'embrione. Così si scardina l'intero impianto della legge".


approfondimenti 

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"La mia battaglia non è stata vana  finalmente potrò avere un figlio"
* Legge 40, stop della Consulta "No a limite di tre embrioni"
*
"Ho fatto un mutuo per diventare mamma" ( esperienza  di coppie  che  spono dovute emigrare quando in italia era  proibito  )

 miei precedenti post 






Il ragazzo dai pantaloni rosa di Cristian A. Porcino Ferrara®️

  dal   blog   https://lerecensionidelfilosofoimpertinente.blogspot.com/ Il ragazzo dai pantaloni rosa è un film necessario, toccante che no...