Cristiani, ebrei e musulmani nel grembo dell'unico Dio, miniatura del XII sec. (Istanbul, museo Topkapi).
Daniela Tuscano
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
L’approvazione alla Camera della riforma sanitaria Usa costa al Governo Obama un retromarcia in tema di aborto. Il compromesso, utile a ottenere il voto degli antiabortisti, prevede la restrizione del finanziamento con denaro pubblico per gli interventi di interruzione di gravidanza. Dubbi anche sulla possibilità, per i casi di aborto, di poter comprare una copertura dall’assicurazione pubblica che il progetto di riforma vorrebbe istituire.
Il compromesso era necessario, si è detto (o si è sottinteso), per ottenere un risultato che, se approvato dal Senato, avrà una valenza storica.
D’accordo, Obama sta portando avanti una battaglia importante e i grandi cambiamenti hanno sempre bisogno di mediazione e di qualche concessione. Peccato, solo che, ancora una volta, e anche nell’America democratica, la mediazione passi sopra il corpo e i diritti delle donne.
Per avere i numeri necessari alla riforma sanitaria di Barack Obama la speaker democratica alla Camera, Nancy Pelosi, ha dovuto accettare le pressioni del gruppo minoritario pro-life del suo stesso partito esplicitamente attivato dai vescovi cattolici USA. Lo rende noto il New York Times. Sono dunque limitati i casi in cui i fondi federali copriranno le spese per l’interruzione di gravidanza (donne con malattie mentali, in pericolo di vita, vittime di stupri o incesto).
L'accordo con i vescovi sull'aborto
apre la strada alla riforma sanitaria
Emendamento contro i finanziamenti pubblici all'interruzione della gravidanza in cambio del voto democratico moderato alla Camera
E’ stato il compromesso sull’aborto con la Conferenza episcopale americana a spianare la strada all’approvazione della riforma sanitaria da parte della Camera dei Rappresentanti di Washington. Poco prima del voto sulla legge voluta da Barack Obama e confezionata da Nancy Pelosi, la maggioranza democratica ha infatti portato all’approvazione un emendamento anti-abortista che impedisce di usare le nuove coperture sanitarie per consentire interruzioni della gravidanza tranne nei casi «di violenza, incesto o quando la vita della madre è in pericolo».
Redatto da Bart Stupak, deputato del Michigan, l’emendamento è passato con 240 voti contro 194 grazie alla convergenza fra 64 eletti democratici e 176 repubblicani che non se la sono sentita di votare contro i loro principi. La mossa ha portato ad un immediato plauso da parte della Conferenza episcopale che, in una nota scritta, ha osservato come «l’approvazione di questo emendamento consente alla Camera di accettare i nostri criteri per preservare nella nuova legislazione le esistenti protezione contro il finanziamento dell’aborto».
E’ stato questo testo a dare luce verde ad una consistente pattuglia di democratici moderati che avevano fino a quel momento esitato a pronunciarsi a favore della riforma, consentendo così a Nancy Pelosi di arrivare al quorum di 220 "sì" che ha significato il tanto atteso via libera dell’aula. «Grazie all’emendamento 40 deputati democratici anti-abortisti hanno votato a favore» assicura Thomas Reese, ex direttore del settimanale cattolico «America».
Il nodo del finanziamento dell’aborto aveva accompagnato le trattative sulla riforma sin da fine luglio ed era stato il presidente Obama, in agosto, a far sapere alla presidente della Camera di essere favorevole ad un compromesso in forza di quanto da lui stesso detto a metà maggio nel discorso pronunciato all’Università cattolica di Notre Dame, quando suggerì la necessità di trovare un «terreno comune» fra filo-abortisti e anti-abortisti per lasciarsi alle spalle una delle spaccature ideologiche che più segnano la società americana. «Ognuna delle parti continuerà pubblicamente a difendere le proprie posizioni con passione e convinzione - furono le parole di Obama - ma dobbiamo scoprire gli spazi per un compromesso». A identificarli è stato proprio il testo di Stupak, cattolico praticante ed anti-abortista convinto, infliggendo una secca sconfitta all’ala liberal dei democratici che con i deputati Louise Slaughter e Diana DeGette - co-presidenti dell’assemblea pro-aborto - ha parlato di «grave passo indietro nella tutela del diritto della donna di decidere sulla propria gravidanza». Non è la prima volta che Obama scontenta la sinistra del proprio partito - che già lamenta il ritardo nella chiusura del carcere di Guantanamo, il mancato sostegno alle nozze gay e l’aumento dell’impegno militare in Afghanistan - confermando la direzione di marcia pragmatica promessa agli elettori lo scorso anno. D’altra parte proprio la cautela di Obama sull’aborto - dicendosi personalmente a favore ma tendendo alla comprensione delle ragioni avverse - gli consentì di ottenere nelle urne il 54% del voto cattolico, in gran parte degli immigrati ispanici, azzerando i progressi che erano stati compiuti dai repubblicani di George W. Bush nel 2004.
Il compromesso sull’aborto assume inoltre un’importanza più ampia per due motivi convergenti. Primo: la Conferenza episcopale Usa è fedele portavoce delle posizioni conservatrici sulla fede di Benedetto XVI. Secondo: la Chiesa cattolica registra già un’ampia convergenza di valori con Obama sull’idea della fede come impegno sociale contro la povertà come anche sulla necessità di ridurre l’inquinamento per difendere l’ambiente, considerato una creazione divina. Alla base di tali convergenze ci sono le idee sul cristianesimo inteso come giustizia sociale che Obama ha maturato da giovane a Chicago, quando faceva il "community organizer" aiutando le famiglie povere su mandato di una dozzina di Chiese locali, e poi ritrovato negli scritti del reverendo evangelico Jim Wallis, fondatore della comunità Sojourners. Non è un caso che a guidare l’ufficio della Casa Bianca per le "iniziative basate sulla fede" ci sia il 26enne pastore di Nashville Joushua Dubois sostenitore della declinazione della fede cristiana nell’impegno per i poveri.
Cari amici, non fate come me! Siccome vedevo bene e non ho mai avuto fastidio agli occhi, non mi sono fatta visitare spesso, non conoscevo le insidie, che si nascondono dietro un occhio sano. Mi ricordo, anni indietro ho fatto una visita e stavo bene. Non ho più ripetuto il controllo, nessuno mi aveva avvisato che anche senza sintomi l'accertamento andava rifatto, per colpa di questa cattiva informazione stavo per diventare cieca. Il Glaucoma non ti avvisa, stacca la luce e non ci si vede più. Vi metto questo articolo e il filmato, che vi aiuterà a comprendere. I nostri occhi sono importanti, conserviamo la nostra luce.franca
http://www.farmacoecura.it/occhi/glaucoma-allocchio-sintomi-e-cura/
un bambino cresce libero in una borgata contadina sui monti che contornano la
Conca d'oro e da bambino è una creatura che appartiene al bosco, agli animali
come alle case e alle persone care. Così impara a volare...
Nasce a Palermo nel 1955 e vive la sua prima infanzia nella casa dei nonni materni
a Villagrazia di Palermo.
si laurea in architettura e oggi è funzionario pubblico, la sua passione è scrivere,
lui ama dire: raccontare. Dipinge e fa attività culturali con l'associazione Scuola
di Ecologia Culturale Euro Mediterranea di Marsala di cui è cofondatore insieme
alla sua musa ispiratrice:Daniela La Brocca; il suo amore ha sciolto l'amarezza
della sua vita e lo ha restituito all'incontro con gli altri.
Dopo che ho visto il video sull'omicidio di camorra mi vergogno di essere campana. Premetto che dal 2007 sono residente a Prato e che mio figlio è nato a Prato. Mi vergogno per le persone che sono passate indifferenti davanti al cadavere. VERGOGNATEVI. Spero che vengano imputate di omissione di soccorso.
Romilda
Regia di Stefano Sollima, con Francesco Montanari(il Libanese), Vinicio Marchioni(il Freddo), Alessandro Roja (il Dandi), Marco Bocci (commissario Scialoja), Daniela Virgilio (Patrizia), Alessandra Mastronardi (Roberta), Riccardo de Filippis(Scrocchiazeppi), Jesus Emiliano Contorti (il Nero), Fausto Paradivini(il Ranocchia), Andrea Sartoretti (il Bufalo), Marco Giallini (il Terribile), Alessandro Marverti (Gigio), Giorgio Caputo (il Ricotta).
Serie in 12 puntate, trasmessa da Sky(2008) e Italia 1(2009).
Nella Roma degli anni ’70 tre teppisti di borgata, il Freddo, Dandi e il Libanese si accordano con altri delinquenti cercando di formare una banda che in teoria, secondo i sogni del Libanese che ne è il capo, dovrebbe “conquistare” Roma. Nasce così una spietata organizzazione, le cui vicende si intrecciano con la storia d’Italia nell’arco di una ventina d’anni circa. Alla storia criminale si intrecciano anche le storie personali dei personaggi…
Sicuramente non posso non mettere questo splendido telefilm sul blog! Dopo il grande successo di pubblico e critica dell’omonimo film del 2006 diretto da Michele Placido, nel 2008 Sky realizza e trasmette la prima serie di un telefilm tratto dal romanzo omonimo di Giancarlo de Cataldo e ispirato alle vicende della Banda della Magliana.
Che dire?Dopo il film, un’altra operazione riuscitissima!
Io, fan della prima ora del film(è uno dei miei “colpi” di fulmine cinematografici, visto e rivisto tremila volte minimo!), quando ho saputo l’anno scorso che avevano ideato anche un telefilm, inizialmente ero scettica: ho subito pensato”non lo guarderò mai, sicuramente avranno rovinato tutto il film!”, poi quando la serie è arrivata su Italia
Il telefilm è più fedele al romanzo rispetto al film(per forza di cose), dando ampio spazio anche ai personaggi minori della Banda, mettendo meglio in risalto i legami(veri o presunti tali)tra Servizi segreti, mafia e la banda stessa, approfondendo le storie personali dei protagonisti, comprese le motivazioni che li hanno portati a decidere di intraprendere la carriera criminale. Rispetto al film rimane il sogno, ingenuo e terribile, di diventare importanti e conquistare Roma, cosa che ovviamente dopo un primo periodo di “splendore” porterà alla disgregazione della banda, i cui membri verranno inghiottiti in giochi di potere e non , molte volte più grandi di loro. In sostanza come nel film i personaggi vengono rappresentati come degli eroi, ma eroi falliti, che finiscono per rimanere soffocati dalla loro stessa smania di potere , che rovinerà anche l’amicizia e la fedeltà che erano alla base del gruppo.
Perché quello che mi ha fatto amare di più questi personaggi nonostante non siano certo dei buoni esempi, è soprattutto la fedeltà(a modo loro)ad alcuni valori, soprattutto all’amicizia,oppure alla propria donna, o alla mamma…che volete che vi dica, sarò un esempio di italiana stereotipata, ma questi criminali che comunque hanno almeno un affetto nella loro vita mi piacciono!
Sclerate personali a parte, ho trovato molto ben caratterizzati i personaggi della serie, non conoscevo i loro interpreti finora ma spero che la loro carriera sia solo agli inizi, perché mi sono piaciuti molto. In particolare ho apprezzato il Dandi di Alessandro Roja, personaggio più fedele al romanzo rispetto a quello interpretato da Claudio Santamaria nel film. Perché il Dandi è veramente antipatico e fighetto, uno che se può evita di ammazzare gli altri, ma solo per non sporcarsi i vestiti e scarpe costosi che sono la sua passione, assieme a Patrizia, la prostituta di cui Dandi è innamorato e di cui cerca invano di ottenere l’amore comprandolo..cosa che non capisce assolutamente essere inutile. Materialista che nonostante tutto sente che gli sfugge qualcosa, proprio perché le cose che vorrebbe di più non si possono comprare.
Mi sono piaciuti molto anche il tormentato Libanese di Francesco Montanari e l’intelligente Freddo di Vinicio Marchioni, e a differenza di altri non ho trovato fuori posto la scelta di Alessandra Mastronardi(unico volto noto nel cast) nei panni di Roberta,la ragazza del Freddo, scelta da molti ritenuta sbagliata per via della fama ottenuta dall’attrice nella serie I CESARONI: non è che uno se interpreta un ruolo brillante di successo non può esprimersi anche in altre parti!Personalmente, avendo letto il libro, ho ritenuto questa Roberta più somigliante di quella del film, più dolente e debole. Più aderente anche il personaggio di Scialoja, meno piacione che nel film.Mentre alla sorella avrei dato un calcio sui denti!
Tra i personaggi secondari ho apprezzato le interpretazioni di Bufalo(davvero pazzo come nel libro!)e Scrocchiazeppi, mentre per ora ho trovato un po’ sfocato il Nero, che però ritroveremo nella seconda serie.
Ottima regia, ottima colonna sonora..che dire di più?La serie ha ottenuto grande successo anche all’estero in particolare in Francia: certo però è triste constatare che i prodotti nostrani hanno successo all’estero solo quando tratta di criminali!
Tiziana
questo post di Aranzulla conferma il consiglio che davo in un post ( cercatevelo nell'archiviuo dell'ann...