1.12.13

perchè parlo \ riporto storie d'immigrazione ed emigrazione Giovane, istruito e del Nord Italia Ecco l'identikit del nuovo migrante [lungo [

canzoni  consigliate

  • che sarà - ricchi e poveri
  • Stornelli d'esilio - (Nostra patria è il mondo intero) di Pietro Gori - Versione integrale 
  • Mamma  dammi cento lire  che in America devo andare -  Traditional italian folk song, about emigrants. Giuditta Scorcelletti: voice Alessandro Bongi: guitars and elctronic instruments.



Inizio  il post  con questa  citazione  : << La forza della memoria è nella sua latenza: la memoria emerge, appare, si manifesta fuori d'ogni previsione. >> presa  da L'EMIGRAZIONE COME PATRIMONIO SOCIALE Il Crotonese: 11-13 ottobre 2005 di Emiliano Morrone http://www.emigrati.it/Emigrazione/Emigrazione_cultura.asp


 dall'unione sarda   di qualche tempo fa 
Migrante (foto simbolo) dall'unione sarda del28 novembre 2013 16:57 insieme all'articolo riportato sotto


Uno studio presentato oggi a Barcellona descrive il prototipo delle persone che decidono di lasciare l'Italia per raggiungere altri Paesi in cerca di fortuna.
Giovane, istruito, originario del nord Italia. E' l'identikit del nuovo migrante italiano emerso dalla ricerca "Nuove mobilità o nuove migrazioni italiane?" realizzata dal Centro Altreitalia e Globus et Locus presentata oggi a Barcellona. Lo studio, i cui risultati sono stati esposti dagli autori Maddalena Tirabassi e Alvise del Prà, direttrice e ricercatore del Centro Altreitalia, indaga sulle motivazioni e sulle effettive condizioni di lavoro dei giovani che cercano fortuna all'estero. L'obiettivo è quello di monitorare gli italiani che dal 2000 hanno deciso di lasciare il Belpaese per raggiungere un altro Stato. Il fenomeno, che esisteva comunque già prima della recessione, è influenzato da vari fattori, tra i quali il processo di unificazione europea, la libera circolazione tra le frontiere della Ue, il successo di programmi di scambio universitari, lo spostamento del mercato del lavoro dal settore secondario al terziario, lo sviluppo delle telecomunicazioni e dei social network, la diffusione dei voli low cost.
la famosa  e famigerata  EllisIsland   trovate  nei link sotto  news  su tale centro di smistamento emigrati    ora museo  


Ora  La lettura  di questo articolo , mi invoglia  a  rispondere ( di solito le cestino in quanto la risposta dovrebbe essere scontata , ma evidentemente non lo è ) alle email di tutti\e quelli che mi chiedono perchè parlo d'immigrazione ed emigrazione , invece che dell'italia invasa dagli immigrati perchè non parlo dei crimini e dei reati commessi dagli immigrati , dell'italia invasa dagli immigrati , del lavoro fregato da loro a noi italiani , su loro che c'impongono la loro cultura o ci obbligano o non festeggiare il natale a scuola , a proibire determinati cibi nelle mense scolastiche , ecc


inizio dalla fine perchè nonostante i Corsi e ricorsi della storia. Infatti siamo stati emigranti, per molti versi lo siamo tuttora , vedere la fuga dei cervelli i miei post sulla fuga dei cervelli ( ultimo articolo in Con questo non vuol dire che li giustifico , cosi come condanno i crimini gratuiti come omicidi , stupri e crudeltà , specie quando sono recidivi o vieni in italia solo ed esclusivamente per commettere illegalità o continuare a delinquere sfruttando poi i tuoi stessi connazionali ci sono già i giornali egli utenti del web e quindi non aggiungerei nulla di nuovo con un mio commento a quando dicono  e stra dicono spesso con commenti razzisti ,  xenofobici , dovuti  ad  una politica  trentennale  di malpancismi   basata  sulla  paura  del diverso   come questo
particolare   che  trovate  sopra  ) eppure... non riusciamo a comprendere l'altro, lo "straniero" che lascia casa, affetti, radici per il sogno di una vita migliore e anziché operare per l'integrazione di queste persone, si opera per l'esclusione e la discriminazione . L'Italia è ormai un paese multietnico e vanno sicuramente adottate misure che possano garantire il benessere e la sicurezza di tutti, ma accarezzando un disegno di interculturalità e di integrazione e NON di esclusione . Ora Non parlo dei crimini degli immigrati perchè : 1) è in parte comprensibile che quando entri clandestinamente o senza un lavoro certo diventi vittime sia dele mafie locali con le quali hai il debito per il trasporto \ passaggio in italia cometta dei piccoli reati .


 o come   certa  stampa  e certa  rete    più o meno esplicitamente  in particolare questi siti http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/e http://resistenzanazionale.com/., 2) sono molto simili al  90 %  eccetto di quando si tratta di efferata crudeltà verso le vittime o violenze familiari dette dal fatto che i figli o le moglie in seguono la loro religione \ tradizioni e vogliono emanciparsi o quando fanno infibulare a forza le bambine solo per citare i casi più clamorosi . 
Per quanto l'Italia invasa dagli immigrati .E' vero in Italia Abbiamo già i nostri problemi , e che  ci sono troppi  immigrati  ( contando i  clandestini , quelli rinchiusi nei centri di permanenza    e quelli  in regola  )  , e serve una legge sull'immigrazione e sul l'asilo politico ,ma seria e non barzelletta (  come fece il centro sinistra  )  o discriminante ( come i il centro destra  )   . Ma da li a parlare d'invasione mi sembra esagerato e al limite del razzismo ed xenofobia . Per le altre cose non è vero che lo
proibiscono siamo noi italiani che siamo troppo buonisti e politicamente corretti e rinunciamo in nome di una pseudo tolleranza \ integrazione alla nostra identità . La soluzione ? semplice usare la doppia alimentazione nelle mense scolastiche e non , celebrare il natale con recite o messe spiegando ai bambini islamici che i fratelli cattolici lo celebrano cosi .
Ritornando   al perchè  parlare di queste cose .
Ho deciso di raccontare ,storie d'emigrazione e d'immigrazione perchè sono due facce della stessa medaglia e della nostra storia nazionale. fatta d'emigrazione trans oceanica ( Americhe ed Australia ) fino al 1950 e poi fino ( specie noi sardi ) Nord italia ed Europea ( Francia , Germania , Belgio , Svizzera ) a gli anni 70\80 . Ed ora sia fuga di cervelli ma anche terra d'immigrazione dal sud del mondo . Lo descrivono benissimo sia Melania Mazzucco sia nel suo Nel romanzo Vita di Melania Gaia Mazzucco ambientato nella New York di inizio Novecento in cui racconta indirettamente la storia di suo nonno emigrato in america , e come afferma anche qui 

nella presentazione del 3 dvd della collana 150 ler storie d'italia dedicato l'emigrazione italiana negli Usa ( ma emigrarono anche nelle americhe del sud e in australia ) ., sia Stella con i suoi libri L'orda e Odissee sull'emigrazione italiana . 
Libri che mi hanno spronato insieme  a  :   1) questo documentario   della rai sull'emigrazione degli italiani in America  del nord  


   2) i   film    Sacco e Vanzetti diretto da Giuliano Montaldo /  ( 1971  )  .,  sia La miniserie televisiva   su  di loro  prodotta da Mediaset e trasmessa nel 2005 con gli attori Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini come protagonisti.  Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971) con Alberto sordi .,  la  fiction ( mediocre  e senza infamia e senza lode  )  come l'america   con Sabrina  Sabrina Ferilli,Massimo Ghini e Henry Czerny. Mi  hanno  fatto uscire dal
quel mondo fatato e fantastico fatto di fantasia in cui mi 'ero richiuso sia con i racconti da parte di mia nonna materna ( morta a 95\6 anni quasi 4 anni ) che raccontava di come suo padre era emigrato temporaneamente in argentina per potersi pagare la casa o quando il marito di mia zia racconta cosa fanno in figli di un cugino o suo zio paterno emigrato negli Usa . Sia dal racconto dagli appennini alle ande contenuto all'interno del libro cuore di Edmondo de Amicis sia dall'anime  (  foto a destra  )    " Marco (Haha wo Tazunete Sanzen Ri, 1976), anime in 52 puntate facente parte del progetto "World Masterpiece Theater, prodotto da Nippon Animation, dal "racconto mensile" Dagli Appennini alle Ande del  libro cuore   . Ora  concludo dicendo Basta con le rimozioni, i silenzi, le mezze verità. I documenti dei siti che troverete sotto ed altri che troverete in rete dimostrano come l'emigrazione italiana sia stata per molti versi uguale a quella che oggi si riversa sulle nostre coste. Anzi << in certi casi (ad esempio sotto il profilo della preparazione culturale), perfino più disperata. Così erano i nostri nonni, i nostri padri, i nostri fratelli maggiori. Moltissimi non ce l'hanno fatta, a diventare uno "zio d'America". E sono sopravvissuti in condizioni spesso peggiori di quelle lasciate in Friuli o in Calabria. Ce ne dobbiamo vergognare, come pensa chi preferisce vedere il mondo con un patriottico paraocchi? O dobbiamo cercare di capire cosa siamo stati, proprio per portare rispetto a quei nostri emigrati così segnati da errori, sofferenze, ostilità razziste? >> da http://www.orda.it/rizzoli/stella/home.htm

fortuna o sfortuna ? questo è il problema

 canzoni consigliate
 oh  fortruna  - Carmina  Burana  http://www.youtube.com/watch?v=GD3VsesSBsw

Dopo aver letto questa storia a metà strada tra buonismo e strappa lacrime ma non melensa


confermo quanto dice questa vecchia ( una delle canzoni della mia gioventù ) canzone degli ex Guns Roses





anche i duri hanno un cuore. Ma soprattutto mi chiedo ma la fortuna o sfortuna esistono oppure siamo noi facendo e disfacendo la creiamo magari facendoci condizionare dagli eventi tragici o felici che siano della vita ? . Oppure come dice la discalia della foto in questione , sulla pagina facebook di topolino << :Topolino3027 A volte la differenza tra fortuna e sfortuna è solo una S, la S di strega!!! >> . Oppure





Che fare contro la ludopatia e le slot machine proibire \ vietare o politica di riduzione del danno ? oppure come il comune di Mantova Ti giochi tutto alle slot? Niente soldi



a chi al mio post mi prendeva per scemo quando raccontavo e spiegavo il perchè raccontavo le storie di chi giocava al gioco alle slot machine o lotta contro la ludopatia si legga questa inchiesta con sondaggio http://tv.ilfattoquotidiano.it/




il Comune “sorveglia” i ludopatici. Ti giochi tutto alle slot? Niente soldiNel piccolo comune in Provincia di Mantova, l'amministrazione decide di contrastare la dipendenza da giochi con un provvedimento singolare: censire i giocatori e incrociare i dati con le richieste di sussidi e aiuti. Il vicesindaco: "In questo modo possiamo rimodulare l'aiuto, magari sostituendo il denaro con forme alternative"






Sono quasi 400mila le slot installate in Italia e 40mila le videolottery. Sempre di più anche coloro che giocano e, spesso, si rovinano con queste macchinette. A Virgilio, comune dell’hinterland mantovano, gli amministratori si sono inventati un sistema nuovo per combattere questa dipendenza: bloccare gli aiuti sociali a chi verrà trovato a giocare. “Ci sono persone – spiega il vicesindaco Francesco Aporti – che a Virgilio ‘bruciano’ i contributi sociali nelle macchinette. Li abbiamo visti noi giocare nelle sale slot e poi fare la fila agli sportelli dei servizi sociali per richiedere gli aiuti economici”. Sono indigenti, che hanno diritto a quei soldi. Ma sono malati, ludopatici. 
“Per cercare di mettere un freno a questo fenomeno – prosegue il vicesindaco – abbiamo pensato di applicare una modifica al regolamento comunale sulle misure di contrasto alla povertà. Questa ci consente di bloccare l’erogazione dei contributi in denaro a persone, iscritte negli elenchi dei servizi sociali, che vengano trovate più volte, in seguito a controlli di Polizia Locale, a giocare nelle sale slot o nei bar che hanno queste macchinette. In questo modo abbiamo anche gli strumenti per rimodulate l’aiuto, magari sostituendo il denaro con forme alternative, quali il pagamento da parte nostra di utenze o la consegna diretta di aiuti alimentari”.Ma come si arriva a scovare chi si gioca i contributi sociali? “La Polizia Locale – continua Aporti - due volte a settimana entra in queste sale e identifica le persone presenti. Il verbale di intervento viene poi inviato ai servizi sociali che incrociano i dati con i loro elenchi di indigenti. Se qualche nome compare in maniera assidua nei rapporti degli agenti, allora spetterà all’assistente sociale decidere come intervenire.



Anche bloccando l’erogazione degli aiuti”. Insomma, i Comuni cercano di difendersi come possono.Per aprire una sala slot basta l’autorizzazione della Questura. Il Comune può solo prenderne atto: “Lo Stato ci mette in difficoltà – prosegue il vicesindaco – e abbiamo le mani legate. Vediamo crescere questo fenomeno del gioco legalizzato e non possiamo fare nulla per contrastarlo, neppure a fronte di problemi sociali come le dipendenze”.Una legge della Regione Lombardia, che sta per diventare operativa, potrebbe dare una mano ai comuni che combattono, disarmati, contro il proliferare delle sale. Contiene direttive virtuose, come il divieto di collocare nuovi apparecchi entro un limite massimo di 500 metri da ‘luoghi sensibili’ (scuole, oratori…) e prevede incentivi ai bar che disinstallano le slot. Per renderci conto delle dimensioni del fenomeno, abbiamo provato a entrare in alcune di queste sale aperte 24 ore e già frequentate di prima mattina. Abbiamo trovato molta ostilità da parte dei gestori. Uno di loro ci ha detto che per lui quella di aprire una sala da gioco è stata una scelta forzata, dettata dalla crisi. Fa il costruttore edile, ma il mercato è fermo. Ora, però, apriranno una nuova sala slot a cinquanta metri dalla sua e il suo investimento, da 300 mila euro, rischia di andare in fumo. Per lui il giocatore ideale è quello che spende 50 euro (non specifica se al giorno, a settimana…) non quello che si rovina, perché quello, poi, non torna più. Dice che è stanco di ipocrisie sul gioco, perché il primo a guadagnarci è lo Stato. “E poi – conclude – pensa che se i Comuni avessero un ritorno economico, continuerebbero a fare battaglie per arginare il fenomeno della ludopatia?”.


Video di Giulia Zaccariello 


Che fare contro il dilagare della ludopatia? Le ricerche parlano di centinaia di migliaia di giocatori problematici e di alcune migliaia di compulsivi. Persone che resistono con difficoltà o non resistono affatto, non di rado indebitandosi, all’impulso di giocarsi fino all’ultimo euro, in particolare alle slot machine sempre più presenti nei bar e nelle sale giochi. Problema complicato. Da una parte ci sono gli interessi miliardari del business dell’azzardo che vive di concessioni pubbliche ed e’ pesantemente infiltrato da ambienti criminali, dall’altra l’esigenza di ridurre i danni sociali di un fenomeno che ha risvolti patologici e si aggrava con l’acuirsi della crisi economica. Mentre la politica si appresta a discutere una legge ad hoc, abbiamo interpellato sul tema i passanti per le strade di Milano. Opinione prevalente e’ che lo Stato dovrebbe limitare fortemente, e alcuni dicono addirittura proibire, il business delle macchine mangiasoldi, in ogni caso evitando qualsiasi forma di incentivo e pubblicita’ al gioco d’azzardo. Ma altri pensano che proibire servirebbe solo ad alimentare il mercato clandestino, mentre e’ necessaria – si sostiene - un’opera di prevenzione e informazione su larga scala, di pari passo con il potenziamento dell’assistenza sociale e sanitaria per chi cade nella trappola della ludopatia. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di piu’ di Piero Ricca, riprese di Ricky Farina




Cosa fare contro la ludopatia?

Una risata via Twitter ci salverà La creatività ai tempi del digitaleSms, cinguettii, istant messenger, blog: l'altra scrittura

Stavo facendo la raccolta differenziata   della carta  ed  ho trovato questo articolo dell'unione sarda del 25\11\2013 





Quel pensiero creativo, protagonista a Cagliari della tre giorni di “Pazza idea”, nel caso della scrittura straripa godurioso nei registri dell'ironia. Così succede a Daniele Zito, esordiente con “La solitudine di un riporto” (Hacca, 2013), nel divertente incontro della serata conclusiva di ieri. E il rapporto tra sorriso e creatività fluisce rigogliosa nella conversazione tra l'autore radiotelevisivo Matteo Bianchi e lo scrittore Paolo Nori, accattivante con le pagine del suo “Momama” (Chiarelettere, 2013). Ovvio, l'ironia della carta corre anche sulla Rete. Le scritture invadono Twitter e disegnano un mondo affascinante da scoprire.Di narrazioni digitali hanno parlato con Vito Biolchini il direttore della Fondazione Cesare Pavese Pierluigi Vaccaneo (tra i fondatori della twitteratura), la blogger esperta in community Mafe de Baggis e il consulente di innovazione editoriale e ideatore di Galizio Filippo Pretolani. Che porge quesiti per gli editori, perché «la scrittura è diventata normalissima con sms e l'istant messenger: non si può ignorare che ormai chiunque scrive tanto». Per non dire che in questa interconnessione di tutti «possono nascere improvvise connessioni tra cose di qualità». Rendere continua la narrazione è possibile futuro della lettura. «Il libro di carta, che ha un inizio e una fine, mi è sembrato limitato. Il limite del libro è il punto di partenza della narrativa digitale, che però per ora l'editoria rifiuta», evidenzia la blogger che in borsa tiene la “Morfologia della fiaba” di Vladimir Propp in cartaceo e sul Kindle tutte le favole esaminate.Tra gli ospiti anche il social media strategist Alessandro Paolucci. @Iddio è il nom de plume con cui su Twitter viene seguito da oltre 170 mila persone. A Francesca Madrigali spiega come ha trovato sulla piattaforma di microblogging una dimensione ideale per la propria creatività. E le sue battute folgoranti sono raccolte in “Dio non gioca ai dadi, tiene il banco” (Kowalski, 2013). «Quando accumuli follower sei diventato influencer, che tu lo voglia o no. E se tantissimi utenti condividono qualcosa parte un fenomeno di massa che non si può fermare». Rivaluta gli umanisti in quanto possono fare buona comunicazione online anche per le imprese. «Possono essere più bravi degli ingegneri: fanno un lavoro migliore, perché sanno usare i testi e distinguere le situazioni».Leggerezza e simpatia sono l'approccio vincente. Sottolinea di fare attenzione a ciò che si scrive perché Internet conserva i dati e, in futuro, potrebbe rovinarci la reputazione. E figurarsi cosa succede se si fa girare un preoccupante allerta meteo - però del giorno prima - nei momenti drammatici dell'alluvione in Sardegna. Controllo delle fonti a parte, un'avvertenza da ripetere per avere i conseguenti giovamenti è che sui 140 caratteri di Twitter si può essere fraintesi con facilità maggiore rispetto, per esempio, a Facebook. Le offese, infine, non hanno a che fare solo con la reputazione ma possono diventare minacce. Cita il caso degli attacchi alla presidente della Camera Laura Boldrini via Twitter.Purtroppo se ne parla in chiusura di incontro. Una precisazione su quanto sentito, allora, va fatta: le minacce sulla Rete sono un reato esattamente come nel reale. È un problema di effettività della tutela rispetto al mondo non virtuale: il pensiero (creativo) del legislatore è stato previdente.
Manuela Vacca

30.11.13

si vede che troppi soldi generano stress e li do in beneficenza post mortem

Oggi    riporto due   due storie   se pur diverse ma collegate fra loro   e  che   si posso collegare  collegano a quest'altra  storia    : << Olbia Dopo l'alluvione le donano un giubbotto Trova mille euro in tasca e li restituisce  >>   che  ho raccontato  in un post  precedente   


 La  prima   ( unione  sarda  del  29\11\2013)  di un generoso benefattore

Usa, per gli amici era povero in canna: muore e lascia 188 milioni in beneficenza





                                                                     Jack McDonald


La storia di Jack McDonald, cittadino di Seattle morto a 98 anni. I conoscenti lo consideravano un anziano spiantato. Invece era ricchissimo e ha donato tutti i suoi averi per finanziare ospedali e università.
Per tutti era un anziano povero in canna. Vestiva abiti semplici, viveva in maniera spartana e non si concedeva mai un lusso. In realtà era multimilionario. Lui è Jack McDonald, morto di recente alla veneranda età di 98 anni. La sua città, Seattle, ha scoperto il suo segreto proprio dopo il decesso. Quando è stata diffusa la notizia della sua eredità: 188 milioni di dollari che ha voluto donare tutti ad associazioni di beneficenza. Secondo quanto si è appreso, solo pochi membri della sua famiglia sapevano che l'uomo non solo era ricchissimo, ma anche molto generoso. La sua donazione è al sesto posto tra le più consistenti registrate negli Usa negli ultimi mesi. "Molti lo ricordano come il gigante buono", ha spiegato Doug Picha, presidente della Seattle Children's Foundation e per 30 anni amico del filantropo "segreto". Ora i suoi averi andranno a sovvenzionare un ospedale per bambini, le attività dell'esercito della salvezza e la facoltà di Legge dell'università cittadina. Ma nel corso della sua vita Jack avrebbe fatto costantemente centinaia e centinaia di piccole donazioni, tutte rigorosamente anonime.


La  seconda   sempre  dalla stessa fonte  e stessa data uno studi


Troppi soldi non fanno la felicità   Oltre 26 mila euro c'è rischio stress . Lo ribadisce una ricerca di due studiosi italiani.


Lo studio indica che il reddito 'perfetto', oltre il quale aumenta lo stress, è di 26.500 euro l'anno. Chi guadagna più di questa cifra, spiegano Eugenio Proto della britannica Warwick University e Aldo Rustichini dell'americana University of Minnesota, diventa più ricco ma meno felice perchè la gestione di grosse somme di denaro non permette di dormire sonni tranquilli, facendo crescere a dismisura le aspettative. Per arrivare a questa conclusione, spiega l'Independent, i ricercatori hanno incrociato i dati
dei Paesi ricchi e poveri, i redditi medi e i livelli di soddisfazione. Ebbene hanno scoperto che felicità e disponibilità di denaro aumentano di pari passo solo per i redditi bassi. Raggiungono l'apice alla cifra di 26.500 euro e dopo il livello di soddisfazione inizia a scendere, anche avendo più soldi a disposizione. Colpa delle ambizioni che divorano le persone e le spingono a cercare una casa o un'auto sempre più grandi, generando insoddisfazione e quindi stress. "La nostra analisi ha permesso di scoprire qualcosa di completamente nuovo, che la soddisfazione sembra scendere oltre certi livelli di ricchezza", ha affermato Proto. Ma altri esperti sono scettici. "Ci sono problemi nell'utilizzare i dati sulla felicità negli studi come questi", ha detto Philip Booth, direttore dell'Institute of Economic Affairs.

29.11.13

[natale capodanno s'avvicinano II ] ma come c.. si fa a festeggiare e perchè si mettono le luminarie con quello che è successo il 18-19 novembre lettera aperta a Ganau e a Frediani

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http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2013/11/natale-e-alle-porte-e-gia-penso-che.html


«Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà …Matteo 6, 1:4»



Cari  Ganau *e Frediani**
Va bene non si  può sempre stare  a piangere  o  a   rimuginare per  quello che  è successo  il 18-19 novembre  in sardegna , ma  un po'  di sobrietà   nel comportamenti . Perchè   non destinare  (  mi rivolgo a te   Frediani    ) i soldi che si spengono  per le luminarie  e l'albero  in piazza  . Credevo che il capodanno   in piazza  ( e  qui  mi rivolgo a te  Ganau )  non lo facessi , come ha scelto Olbia  , per  solidarietà  verso le vittime  dell'alluvione  invece   apprendo ,e ne  condivido in pieno il contenuto  e un po' meno  la sagace  risposta   , dalla nuova  sardegna  del  28\11\2013



avresti fatto più bello figura  o a stare  zitto o  a riflettere prima di parlare





*sindaco di sassari  e  sostenitore  di renzi  alle  primarie del 8  dicembre
** sindaco di tempio pausania

Alluvione a Uras
prendete esempio  sia  dagli esponenti del Irs  che   hanno    rinunciato  alle  loro
 le indennità destinandole agli alluvionati

 da  l'unione sarda del  28 novembre 2013 09:59


Anche gli indipendentisti in campo nella gara di solidarietà per la popolazione colpita dalla tragica alluvione del 18 novembre in Sardegna. Le indennità e gli stipendi del mese di novembre di Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna (Irs) per le cariche ricoperte dal leader Gavino Sale (consigliere provinciale di Sassari), Maria Paola Etzo (consigliere provinciale di Nuoro) e Mario Satta (sindaco del Comune di Perfugas) saranno interamente devolute alle comunità colpite dall'alluvione.


oppure

unione  sarda del 30\11\2013
Claudio Baglioni e la lettera ai sardi  Gli incassi dei concerti per rialzarsi

In una lettera inviata al quotidiano L'Unione Sarda, Claudio Baglioni conferma la sua presenza a
Cagliari per i concerti del 28 e del 29 dicembre al Lirico.
"Sarò a Cagliari a fine dicembre. Per dire, semplicemente, "sono qui". E abbracciare idealmente - insieme a chi sarà in teatro - chi si trova ad affrontare un presente così duro e un futuro così incerto". Nella stessa lettera - per la cui lettura integrale si rimanda all'Unione Sarda in edicola - anche la volontà del cantante di contribuire alle iniziative di solidarietà con gli incassi dei due concerti.

Facebook, incontro di solitudini di matteo tassinari ( http://mattax-mattax.blogspot.it/ )

Facebook, incontro di solitudini

FB: lo spazio
vuoto
sempre pieno

di Franco Bifo Berardi e Matteo Tassinari

Facebook è l’incontro


 di milioni di solitudini. Il posto più solo al mondo. Come gli Ipermercati, trovi di tutto e di tutti, in ingorgo di persone, vociare e tanta gente assieme tutta sconosciuta. Le famose FB, sono il pianeta più popolato esistente, eppure il più fantasma. Dove si trova di preciso? Nessuno potrebbe rispondere a questa domanda, perché Facebook non esiste, semmai esistiamo noi che lo rendiamo vivo, regalando milioni di dati e informazioni private e parecchi dollari al giovane talento Mark Elliot Zuckerberg di White Plains, Stato di New York. Le regole che governano questo territorio affollatissimo e desertico sono misteriose e indiscutibili. Ricordo che un giorni, forse mille anni fa perché il tempo di Facebook è così rapido che si dilata infinitamente nella memoria, c'era un sito che si chiamava "tutti debbono sapere." Era una pagina dedicata alla resistenza contro la riforma Gelmini che in un'era passata si proponeva la distruzione della scuola italiana. Impresa brillantemente condotta a termine. Diecimila persone erano collegate a quella pagina: insegnanti, genitori, studenti. A un certo punto quella pagina scomparve, cancellata senza motivazioni senza spiegazioni. Per violazione di qualche norma di un regolamento che nessuno conosce. Facebook è così. Come le luci di Las Vegas, in mezzo alla città del vizio, del gioco d'azzardo, del brivido, tra la California del sud e l'Arizona, una delle parti più belle State's per la sua incredibile panoramiche e colori, sei pure legittimato a sperare nella botta di culo. Su Facebook a cosa sei autorizzato a fare? Ad una terribile riduzione o livellamento verso il fondo del barile dell'espressione fotografica, letterale, poetica e, scusate se è poco, manomissioni della propria privacy.
Quei famosi 15 minuti
Quando morirà Facebook (e accadrà, nell'infinito del tempo vuoto che ci attende), sarà comunque troppo tardi. Non a caso la frase più ascoltata durante l’ultima estate vacanziera "Ci scambiamo l'amicizia", è il sintomo dell’ansia collettiva di strappare brandelli al quotidiano e immortalarli nella galleria dell’immaginario condiviso, nel tentativo di avvicinarsi inesorabilmente
ai famosi 15 minuti di gloria di warholiana memoria, un modo per mettersi in vetrina, la stessa logica, in dimensioni ridotte, del Grande Fratello. Stessa logica se vogliamo. Ma ad un certo punto è bene svegliarsi dal torpore e dormire un bel sonno. Difficile è narrare qualcosa che valga la pena di leggere e non imporre testi improponibili ringraziando chi invece ci regala i suoi silenzi. Ellissi, iperboli, parole gergali, calembour, vita mangiata negli orari sbagliati, fumo e catrame, tutto vuoto pneumatico per “I nuovi poeti del Web”.
Pensare che Bukowski scriveva i suoi versi dietro gli scontrini fiscali che gli rilasciavano alla mensa dei poveri dove mangiava. Poeti non ci s’inventa, Poeti on the web, né si nasce. Lo si diventa. Questo tu chiedi? Non aspettarti alcuna risposta. Sei su Facebook, quindi accettale tutte, una ti piacerà certamente e sarai contento, convinto d’essere riuscito nella tua piccola operazione per te così rivoluzionaria. Come al mercato della frutta. Capita di ricevere sempre più spesso messaggi (spesso comicamente disperati) di persone che sono state bannate dal social network e annaspano perché la loro socialità
si alimentava sempre più degli scambi di messaggi e della continua consultazione del sito nel quale chi è solo può trovare la coccolante conferma della sua esistenza e la sensazione vaga di avere amici, anche se più tempo passi davanti allo schermo, meno amici avrai nella carne e nello sguardo. Una bomba psichica a tempo destinata a distruggere ogni empatia tra esseri umani, ogni capacità reale e oggettiva di scambio reciproco delle proprie idee e desideri, cercando l'anonimato come metodo aggregativo per non donarsi, la chimica che scatta come quando ci si guarda negli occhi. 


Cultore multitask

erotico reazionario




Non stiamo parlando unicamente di giovanissimi smanettoni, come vorrebbe il luogo comune, ma anche di signore e signori di mezza età che trovano nell’esercizio quotidiano del cambio di “status” un’efficace maniera per lanciare messaggi subliminali in occasionali, quanto impegnative, derive penosamente sentimentali. Facebook sta trasformando tranquille casalinghe e placidi ragionieri in scatenati cultori del multitask erotico, mai ci fu più malandrino attentatore alla serenità della coppia, ma solo perché quello che si faceva di nascosto oggi è sotto il controllo di tutti. Anche il biondino Bill Gates s’è distanziato da Facebook. Ogni giorno, circa 10mila sconosciuti, volevano diventare suoi "amici". Un pò tantini i tontini. E' come se in un bar qualcuno volesse stringervi la mano ogni 10 secondi. Oppure come se la vostra donna volesse ogni 7 minuti 5mila bacini sulla guancia. Diventa stressante, dura anche fisicamente, seppur animati dai migliori intendimenti ardimentosi. Fu all'epoca del fatto che compresi di liberarmi di questo feticcio, di questo Moloch al Silicio, un consorzio umano virtuale extralarge ed eterogeneo, fu quando il mio mouse chiamò i sindacati per eccesso lavorativo e in nero. Avanti, ce ne stanno ancora! Siamo 1 miliardo! Metafora del Titanic. Sarebbe meglio zittirsi in certi casi.
Ti cercano e tu ci cascherai, parrebbe inevitabile, è tutto gratis



Sottovalutati i

lati oscuri di FB
L’amore come l'amicizia e la fratellanza, sono desideri primordiali degli esseri umani o, per usare un’espressione di Jung, una realtà archetipica. Poiché ricorriamo alle storie per dare un significato e struttura agli eventi, è nelle nostre storie d’amore e di amicizia che cogliamo una rilevanza unica. La sincronicità di coloro che amiamo, dunque, non risiede nel soltanto nelle incredibili circostanze in cui si sono formate le nostre storie d’amore, ma nel significato interiore che vediamo e viviamo in queste storie della nostra esistenza. Per questo motivo, Facebook è una trappola. Ed è bene dircelo, prendere coscienza di questo, perché è un prodotto che poi viene in grande parte venduto agli inserzionisti pubblicitari spinti dalla smania dei consumatori a rivelarsi e svelarsi, cedendo informazioni private, quindi, potere alle aziende inserzioniste. Perché quelle stesse referenze possono essere usate in tanti modi, anche per negare un lavoro o una copertura sanitaria. Facebook è così. 
Jaron Lanier intervistato da Harry Kreisler su "Cultura tecnologica"

Lanier: su Fb info alienata




Jaron Lanier ha pubblicato “You are not a gadget”, che costituisce per quel che ne sappiamo la migliore critica del Web 2.0 e particolarmente del social network che ha attratto più di mezzo miliardo di utenti. “La funzione di questo modello non è, scrive Lanier, rendere la vita più facile per la gente. Lanier parte dalla premessa che l’informazione è esperienza alienata. L’esperienza reale è il solo processo che può disalienare l’informazione”. Cosa c’entra in tutto questo Facebook? C’entra eccome! Perché Fb è la forma più compiuta di un totalitarismo algoritmico di cui Lanier parla così: “Con la formazione del Web 2.0, si è verificata una forma di riduzionismo. La singolarità viene eliminata da questo processo che riduce a poltiglia il pensiero.









"Ebbene sì, io li accuso"

Lanier, basandosi sui suoi studi, sostiene che: "Le pagine individuali che apparivano nella prima fase di Internet negli anni ’90, avevano il sapore della persona che le faceva. Se una chiesa o un governo facessero una cosa del genere lo denunceremmo come autoritario, ma se i colpevoli sono i tecnologi, allora sembra che tutto sia  alla moda, inventivo e cool”. Per finire, Lanier si chiede: “Sto forse accusando centinaia di milioni di utenti dei siti di social network di accettare una riduzione di sé per poter usare dei servizi? Ebbene sì, li accuso. Conosco una quantità di persone, soprattutto giovani ma non solo che sono orgogliosi di dire che hanno accumulato migliaia di amici in Facebook. Ovviamente questa affermazione si può fare solo se si accetta una riduzione dell’idea di amicizia.”.







"Mi preoccupa la

prossima generazione"


Il problema è: fino a che punto questa riduzione potrà arrivare? "Se si tratta di persone che hanno ormai un’esperienza psichica ed esistenziale, probabilmente Facebook finirà per essere solo una enorme perdita di tempo e una trappola come è successo per le diecimila persone che hanno affidato a Facebook la loro azione politica e comunicativa. Ma se l’utente ha otto anni o dodici, allora io credo che la questione sia molto più pericolosa. E’ preoccupante, per la prossima generazione che cresce con una tecnologia di rete che esalta un’aggregazione formattata e fittizia. Non saranno forse più inclini a soccombere alle dinamiche di sciame?”.


Non esiste utente FB con figli, che non l'abbia esposto a riprese nel profilo














Facebook?

una trappola!

Queste parole non le ha scritte un umanista nostalgico, né un rabbioso sovversivo luddista, tanto meno uno smanettone di Palo Alto, ma un ingegnere informatico che ha immaginato la rete molto prima che Internet esistesse, noto per aver reso popolare la locuzione virtual reality, realtà virtuale, di cui è peraltro considerato un pioniere. Per questo dovremmo ascoltarle e rifletterne il messaggio, perché la nostra socialità, attraverso la rete ed esca dalla rete e invada la vita, che altrimenti non ha più amicizia, né piacere, né senso. Nella speranza che non tutto si plastifichi, a cominciare dai sentimenti primari.

« Le lacrime più piccole, le lacrime più grosse... quando l'albero della neve fiorì di stelle rosse. »

per  approfondire http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Sand_Creek
il monumento al tragico evento da https://www.facebook.com/events/258387060975977/?fref=ts
e dalla voce di wikipedia Massacro di Sand Creek
oggi non consiglio  nessuna canzone  ,ma  ne  riporto i versi (  vedere titolo  )    e  il video  .perchè  oggi  è  la ricorrenza  dell'evento  cantato da questa  famosa  canzone .
 N.b 1   poiché descrivono  benissimo tutti e tre  le scene   li riporto tutti e tre  chiedendo scusa  ai miei
13  utenti  e  pochi lettori   se   gli ho  già riportati in passato   direttamente o indirettamente  .ma  certe cose  (  tragico evento  ,  bellezza  ed  incisività dei video  , ecc  )   restano sempre  vivi   ed attuali
N.b 2   non è un video live  o  con la  copertina del disco  perchè odio  la  mitizzazione   e la ritualità post  mortem  ma  soprattutto      voglio lasciare  un alone  (  anche se   chi lo  conosciuto  e  conosce  le sue canzoni  già dai versi  citati  nel titolo capisce  chi  è  )   di mistero  e  di suspense


















28.11.13

Roma, l'ascensore è rotto: Anna sulla carrozzina prigioniera in classe Alla materna IL Gelsomino a San Paolo, l'odissea di una bimba disabile: l'ascensore è nuovo ma da due anni aspetta di essere collaudato. Il presidente del Municipio: entro Natale sarà in funzione

Lo so che dovrei  raccontare   storie  più allegre ma  : << La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno ed il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle. >> (Sant' Agostino \ Pablo Neruda  )  . E  vedere che  a sofferenza  fisica   s'aggiunga  sofferenza dovuta  ala cattiva  amministrazione   e burocrazia   mi fa star male  e che  magari  , scusate il cinismo \  sarcasmo  se  fosse  qualche parente o  amico    di  politicanti  tale situazione non si sarebbe verificata  Meno male  c'è chi  come   ( news  suggeritami   dalla bacheca  di  Luana Lulu scano    )




alcuni giorni fa in un parcheggio di Lisbona gli automobilisti hanno visto occupati tutti i posti disponibili da sedie a rotelle, sulle quali erano riportati diversi messaggi "Torno subito", "mi ci vuole solo un po’" e "sono andato a prendere un caffè". Una bella iniziativa che deve fare riflettere.

Ma  ora  veniamo alla vicenda  d'Anna  

di Veronica Cursi da il messaggero del  28 Novembre 2013

Anna non ha mai fatto ricreazione in cortile, neppure con il bel tempo, quando tutti gli altri bimbi andavano a giocare in giardino, lei no. E' sempre dovuta rimanere in classe. Prigioniera della sua disabilità. E di un'assurda burocrazia. Anna ha 4 anni ed è affetta da paralisi cerebrale discinetica, una sindrome che le comporta disturbi nei movimenti e la costringe a una vita in carrozzina. Nella sua scuola - la materna Il Gelsomino a San Paolo - non esiste un montascale, uno scivolo, un ascensore. O meglio un ascensore c'è. Ed è anche nuovo di zecca. Solo che da due anni, da quando cioè l'hanno installato, ancora non è stato collaudato.
Così ogni giorno, da quando è cominciata la scuola, Anna deve rinunciare a partecipare ai laboratori di musica, a stare con i suoi compagni in palestra, a fare ricreazione in giardino. A meno che qualche insegnante allenato e di buona volontà la trasporti in braccio. Perché quelle scale, che collegano il pianterreno con il piano inferiore, per lei sono un ostacolo troppo difficile da superare. Quelle scale - come se servisse - le ricordano ogni giorno la sua diversità.




«E' una vergogna - si sfoga la mamma Nunzia Inchingoli - dal primo giorno di scuola mia figlia è costretta a rimanere prigioniera in classe. E non per un grave guasto. Ma perché ci sono problemi burocratici. Il 6 novembre ho presentato un esposto all'VIII gruppo dei vigili richiedendo un intervento. Sono passati più di venti giorni da allora e non si è mosso nulla». Il problema è stato anche al centro di un'interrogazione presentata il 21 novembre al presidente dell'VIII Andrea Catarci. Ma niente. L'ascensore è ancora lì. “Imballato” nel cellophane.
Ma dal Municipio promettono: «Entro Natale entrerà regolarmente in funzione». «Ci sono stati due diversi fattori che hanno rallentato il collaudo - spiega il presidente Catarci precisando che in realtà, considerati i normali tempi tecnici, il ritardo vero è proprio è “solo” di sei mesi - Inizialmente infatti c'è stato un problema di staticità, a cui solo dopo si è aggiunto un problema economico. Di solito i collaudi vengono fatti con rimborsi a fattura: la ditta paga e poi viene rimborsata dal Comune, ma negli ultimi anni vista l'emergenza delle casse capitoline le ditte sono sempre state rimborsate in ritardo e oggi molte si rifiutano di anticipare i soldi. Per questo stiamo cambiando le modalità di aggiudicazione degli appalti: in futuro chi si aggiudicherà la gara dovrà anche fare i collaudi. Perchè cose del genere non accadano più». Perché a pagare adesso è solo Anna.

graffitisui muri due esi e due misure il caso di Dario Buffa denunciato per aver cancellato da un muro svastiche e altri somboli nazifascisti e il caso di blu a cui no cancellano il suo muralers su ugo russo

Nel Paese al contrario, accade questo. Questo giovane uomo di 32 anni è un operaio agricolo che di nome fa Dario Buffa(  foto a  sinistra  )...