28.6.16

SE LA VITTIMA DELLO STUPRO E’ ITALIANA VA SULLE PAGINE NAZIONALI (A SALERNO, UNA RAGAZZA DI 16 ANNI E' STATA VIOLENTATA A TURNO DA CINQUE MINORENNI) - SE INVECE LA STUPRATA È UNA 34ENNE SOMALA INCINTA DI 7 MESI, ALLORA NOTIZIA RESTA NELLE PAGINE LOCALI

SE LA VITTIMA DELLO STUPRO E’ ITALIANA VA SULLE PAGINE NAZIONALI (A SALERNO, UNA RAGAZZA DI 16 ANNI E' STATA VIOLENTATA A TURNO DA CINQUE MINORENNI) - SE INVECE LA STUPRATA È UNA 34ENNE SOMALA INCINTA DI 7 MESI, ALLORA NOTIZIA RESTA NELLE PAGINE LOCALI

Il gruppo l'ha trascinata nel box e a turno l'ha costretta a subire due rapporti orali e tre completi. Inutile il tentativo di sottrarsi alla violenza: D. è stata trattenuta e tenuta ferma da alcuni, mentre gli altri abusavano di lei. Salvini ha chiesto ovviamente una pena esemplare: «Per i maggiorenni, castra


1. ORRORE NEL SALERNITANO
Stella Cervasio per ''la Repubblica''

STUPRO 1 STUPRO 1
L' hanno stuprata in gruppo, a turno, in un garage deserto. È l' orrore che ha colpito un piccolo centro di diecimila abitanti del Salernitano, San Valentino Torio.

D. ha solo sedici anni e i sogni di tutte le ragazzine della sua età che guardano la tv e si sentono già grandi. Ha trovato la forza di presentarsi dai carabinieri con la madre, domenica notte, e di denunciare la violenza di gruppo. Sono cinque i fermati, tutti minorenni con un' età compresa tra i 15 e i 17 anni, quasi coetanei della ragazzina. Alcuni studiano ancora e altri lavorano dopo aver lasciato la scuola troppo presto.
STUPRO STUPRO

All' alba, grazie alle dichiarazioni della ragazza, sono stati identificati e rintracciati nelle loro abitazioni dai carabinieri. Solo più tardi, quando sono stati consegnati a un centro di accoglienza per minori su disposizione della procurapresso il tribunale per i minori di Salerno, hanno detto di aver capito le conseguenze di ciò che avevano fatto. Ma qualcuno avrebbe commentato: «In fondo che abbiamo fatto di male?». Tutti incensurati, loro e le rispettive famiglie.

STUPRO
D., studentessa in un istituto alberghiero del Vesuviano, che abita con la madre e il patrigno a Sarno, ha detto di non avere rapporti di amicizia con nessuno dei cinque (ma su Facebook si spinge un po' oltre e dice di essersi fidata di un "mostro"). Al vaglio degli inquirenti è la posizione di ognuno dei coinvolti, per accertare appieno le loro responsabilità.
D. ha dichiarato ai carabinieri di Sarno di frequentare normalmente il paese.
STUPRO
Ci sarebbe stato un agguato per strada e i ragazzi l' avrebbero costretta a seguirli in un garage vicino a un supermercato. Intorno alle 22 la zona era poco frequentata, e per questo nessuno avrebbe sentito. Il gruppo, secondo quanto ha raccontato la sedicenne, l' ha trascinata nel box e a turno l' ha costretta a subire due rapporti orali e tre completi.

FIRENZE STUPRO 1 FIRENZE STUPRO 1
Inutile il tentativo di sottrarsi alla violenza: D. è stata trattenuta e tenuta ferma da alcuni, mentre gli altri abusavano di lei. A un certo punto sarebbe riuscita a divincolarsi e a scappare. E, tornata a casa, avrebbe raccontato tutto alla madre, che l' ha accompagnata all' ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno, dove i medici l' hanno sottoposta al test per accertare la violenza cercando anche tracce di Dna. Una versione diversa quella dei ragazzi, che però hanno ammesso: «Uno di noi la conosceva e le abbiamo dato un appuntamento a San Valentino».

RAGAZZA STUPRATA RAGAZZA STUPRATA
L' aggressione sarebbe avvenuta in due fasi. Prima ad opera di due dei ragazzi, uno dei quali poi se ne sarebbe andato, lasciando il posto agli altri tre. La sedicenne gridava e tentava di scappare, ma loro la tenevano ferma mentre abusavano di lei. I cinque sono a disposizione dell' autorità giudiziaria, forse già domani l' udienza di convalida davanti al Gip.
Il leader della Lega Matteo Salvini chiede una pena esemplare: «Per i maggiorenni, castrazione chimica. Per i minori almeno dieci anni di galera»
 
2. STUPRO DI GRUPPO NEL CORTILE DI SCUOLA DELL’ESQUILINO, DUE ARRESTATI LA VITTIMA È INCINTA DI 7 MESI "SEMBRAVANO GENTILI, POI..."
Rory Cappelli per ''la Repubblica - edizione Roma''

Violentata al settimo mese di gravidanza. È una storia di degrado e di orrore quella accaduta nella serata di sabato in una scuola di via Conte Verde. Una storia che racconta un' umanità che vive in una zona di confine, lontana eppure vicina, come un universo parallelo.Piazza Vittorio è luogo di incontro di gruppi di varie etnie.
Molti di loro vivono in rifugi sotterranei, in pertugi insospettabili, senza fissa dimora come dicono le forze di polizia, e campano di espedienti.

STUPRO ROMA 1 STUPRO ROMA 1
Sabato pomeriggio Ayana (tutti i nomi sono di fantasia, ndr), 34enne somala in Italia da quando aveva dieci anni e residente a Casaprota, in provincia di Rieti, un piccolo comune di neanche 800 abitanti sulle pendici dei Monti Sabini, verso le 18.30 arriva all' Esquilino con un gruppo di amici. Qui le presentano altre persone, tra cui un ragazzo di 29 anni, Damien, romeno, simpatico, spiritoso. Ridono, scherzano. Poi lui la invita a "casa" per bicchiere di vino.
La porta in via Conte Verde, dieci minuti a piedi da piazza Vittorio. Alla "casa" si arriva attraverso una rampa, che serve per raggiungere il giardino, da dove però si può scendre in una sorta di corridoio sotterraneo, per arrivare a un pertugio nascosto e quasi inespugnabile nel retro dell' Istituto tecnico industriale Galileo Galilei.

RAGAZZA STUPRATA RAGAZZA STUPRATA
Qui Ayana trova un pagliericcio di fortuna, alcuni oggetti, un arredamento povero e improvvisato. Si siede e sempre chiacchierando inizia a bere il vino che le offre il romeno. Dopo un po' arriva un altro amico di Damien Costinel: il vino è quasi finito e lui si offre di andare a comprarne un' altra bottiglia. Esce.
E quel punto Damien le si butta addosso. Le blocca un polso, con l' altra mano le tappa la bocca, la minaccia e minacciandola prende a svestirla. Lei urla, urla e urla ancora.
Intanto torna Costinel: anche lui si spoglia, le salta addosso, a lei, che è incinta di sette mesi, e aiuta l' amico a finire di toglierle tutti i vestiti.

STUPRO ROMA STUPRO ROMA
Ma le urla sono state sentite da alcune persone. Chiamano polizia e carabinieri, che arrivano in brevissimo tempo alla scuola. I vicini indicano il luogo da cui hanno sentito e continuano a sentire provenire le urla. È la rampa di accesso ai giardini. I carabinieri si avviano con la torcia giù per il cunicolo e trovano gli uomini nudi sopra la ragazza che tenta di divincolarsi e continua ad urlare. I due uomini, invitati a rivestirsi, vengono arrestati. Hanno piccoli precedenti.
Per Ayana arriva il 118 che la porta al San Giovanni per accertamenti: ma il feto non ha subito danni e il bambino, per fortuna, sta bene.

27.6.16

Facebook “cancella” Giada la guerriera: la rabbia di familiari e amici Il social toglie la pagina che raccontava la lotta contro il cancro della ventenne. Mamma Margherita amareggiata: «Ci hanno privato dei ricordi di nostra figlia»


Lanciano, a 103 anni accompagna il figlio alle nozze

DA http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca del  27\6\2016

Lanciano, a 103 anni accompagna il figlio alle nozze

Elsa, mamma ultracentenaria, ha gioito nel “consegnare” il proprio figlio 63enne, rimasto vedovo da tre anni, alla sua dolce metà nel giorno del fatidico "sì"
.
..
La bella cornice familiare ha avuto come scenario la cattedrale della Madonna del Ponte, a Lanciano. L’arrivo in auto d’epoca, sotto il sole cocente, e poi l’ingresso in chiesa, dove don Leo, parroco della cattedrale, ha celebrato le nozze, alle ore 11,30. La cerimonia si è svolta sabato scorso.
Il sacerdote ha unito nel vincolo matrimoniale l’ex generale del Comando generale della Finanza di Roma, Vincenzo Travaglini, lancianese, che ha atteso insieme alla sua cara mamma Elsa, di 103 anni, la sua dolce metà, Fiorella Forte, anche lei originaria di Lanciano.
Allo sposalizio, che si è concluso con un pranzo presso un ristorante del luogo, non ha voluto mancare il figlio del generale, Giuseppe, ingegnere, insieme alla famiglia, oltre ai parenti e amici della coppia, e colleghi della finanza di Travaglini arrivati per l’occasione
da Roma. Poi i neo coniugi Travaglini, come viaggio di nozze si sono regalati una romantica crociera nei Paesi del Nord, mentre nonna Elsa a conclusione del matrimonio, compiaciuta, ha esclamato: «È riuscita na’ bella festa!». Linda Caravaggio

26.6.16

Bufala Europei Calcio 2016: Magliette Nike Italia senza la Sardegna



lo so che avrei dovuto scoprire da solo e prima di condividere tale bufala \ panzana  come  ho fatto sulla mia bacheca  di fb






*****con ***** e altre 11 persone.
15 giugno alle ore 22:00 ·


Scandaloso.. la nike vende questa maglia...
DOV'È FINITA LA SARDEGNA ?
UN OFFESA SENZA PRECEDENTI PER NOI SARDI....
SAREBBE BELLO BOICOTARE LA NIKE IN SARDEGNA....
VERGOGNA !!
CONDIVIDETE QUESTA VERGOGNA !!!!

ma se  rietinei una  persona affidabile   da  sdolo  non sempre  ci riesci  subito   . Infatti una delle cos e belle di fb oltre ala velocità con cui si diffondo o contrastano ( come in questo caso ) le balle \ panzane - bufale sono : la partecipazione e l'aiuto reciroco per smentirle . L'ho presa sul serio perchè a volte succede che a noi sardegna ci trattano di ..... .

A testimonianza che le news riportata precedente era una bufala leggete questo articolo di http://www.debunking.it/



Il 15 giugno 2016 una signora di nome Aurora ha pubblicato la fotografia di una maglietta azzurra, probabilmente della Nike, con la “cartina” dell’Italia priva della Sardegna: Il post di Aurora

Dopo Aurora anche un utente di nome Tiziano pubblicò la stessa foto: Il post di Tiziano

Parto subito con due punti abbastanza evidenti:
non è possibile che sia del 2016 per gli europei di Calcio siccome lo sponsor tecnico della nazionale attualmente è la Puma (la Nike lo è stato molti anni fa);
il logo presente sulla destra della scritta “Italia” risulta molto strano, sembra infatti quello della FIGC del 1974 modificato (non poteva assolutamente avere le 3 stelle perché all’epoca non avevamo vinto il terzo mondiale). Marchio FIGC 1974

Già questi due punti potrebbero far pensare ad un falso, probabilmente un fotomontaggio secondo alcuni. Per fare un esempio il simbolo della Nike potrebbe combaciare con quello che si trova via Google Images alla ricerca “logo nike giallo”: La ricerca del logo Nike giallo

Ecco un semplice confronto che tuttavia non potrebbe bastare per affermare che il tutto sia un  fotomontaggio



                           Simulazione

La maglietta sarebbe stata fotografata presso Le Vele di Quartucciu, un centro commerciale cagliaritano, secondo quanto avrebbe dichiarato la signora Aurora nei commenti al suo post: Il riferimento al luogo del presunto scatto

Cercando ulteriormente online non si hanno altri riferimenti se non i post indicati, un account Twitter e un sito che ne parlavano successivamente alla pubblicazione di Aurora.

In seguito, durante le mie ricerche, incontro un ragazzo romano di nome Antonio afferma di esserne in possesso da anni (“almeno 8 anni fa” dice Antonio, ma all’epoca avevamo già Puma come sponsor tecnico) e di confermare la mancanza della Sardegna nella “cartina”: La chat con Antonio

Alla richiesta di fotografie me ne manda quattro, dove in due è visibile la cartina priva della Sardegna, che pubblico di seguito: Le foto inviate da Antonio

Vi riporto una delle foto che ho schiarito un po’ per renderla visibile: Foto schiarita per renderla visibile

L’etichetta della maglietta riporterebbe effettivamente il logo Nike, ma non contento provo a mettere in chiaro l’ultima foto che risulta abbastanza sbiadita:

L’etichetta resa più leggibile tramite appositi filtri

Ho inviato queste foto al servizio clienti della Nike riciedendone la veridicità (e citando il “made in Sri Lanka”), ricevendo la seguente celere risposta:




Ciao David,
Sono lieta di darti le informazioni richieste.
Per Nike, come per tutti i grandi marchi, non è possibile verificare l’etichetta poichè essa stessa , in caso di contraffazione, viene imitata.
Siamo al corrente dell’esistenza nel mercato di prodotti contraffatti e stiamo già duramente lavorando per risolvere tale problema.
Per quanto riguarda la maglia in foto, siamo a conoscenza della presenza sul mercato di una contraffazione molto contestata perchè non contiene l’immagine della Sardegna.
Non abbiamo notizie, invece, della stessa contraffazione del 2008.

Stando a quanto mi ha risposto sembrerebbe proprio che siamo di fronte ad una contraffazione (mi dispiace per Antonio). La maglietta è effettivamente circolata in Italia e che non vi sia traccia della Sardegna è confermato, visti i due episodi (quello della signora cagliaritana e quella del ragazzo romano). Almeno c’è il Molise!

Nel sito del Ministero dello Sviluppo economico sarebbero riportate in vademecum per il consumatore (PDF scaricabile) con tutte le informazioni per riconoscere eventuali falsi. Tra le “buone regole” abbiamo il controllo dell’etichetta:




Controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati (l’etichetta è la loro “carta d’identità”) e diffidare di quelli con scritte minuscole o poco chiare o privi delle indicazioni d’origine e del “marchio CE”; le etichette più corrette sono quelle che garantiscono la migliore conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione e caratteristiche.

Comunque sia, l’attuale sponsor tecnico della nazionale azzurra è la Puma e siccome siamo di venerdì 17 ecco il modo migliore per concludere l’articolo:
                                                  “Pumino” micioso



25.6.16

Disinformazione online: 'Imola oggi' e altri siti razzisti Da Vox News a Il Primato nazionale, sul web spopola l'odio anti-immigrato. Testate non giornalistiche xenofobe che esasperano i toni. E alimentano bufale.

lo so che tale articolo  è un poì  vecchiotto  ma  è  utile in quanto  molti suoi contatti (   a  volte , SIC , persone intelligenti  e  con buona  cultura   riportano tali news  )   . Ma  il fenomeno   della caduta nele bufale  \  panzane,  capita   a volte  anche il sottoscritto  anche se  si tiene alla larga da  tali siti . Ecco cvhe  gli  è  capitato di recente  (   vedere  qui    la  sua ultima gaffe   )  per  poi  accorgesene  subito  , come nel caso   prima  citato  ,  o  dopo un paio  ore  (  a  volte   Sic  anche  di  giorni  )   come quest'altro  caso  ,   portando alcuni  suoi contatti   a  cancellarlo \  rimuoverlo   senza pietà  .

Ma  ora basta parlare  di   me e delle   mie  gaffe  e  veniamo   all'articolo vero e proprio  


di Matteo Luca Andriola

La controinformazione è la diffusione di informazioni ritenute taciute o riportate parzialmente dagli organi di informazione ufficiali.
Poi però c'è la disinformazione: le notizie riportate sono false, fuorvianti, distorte, alterate e il fine è manipolare l’opinione pubblica su temi scottanti da affrontare con razionalità.
BUFALE SUI MIGRANTI. Quest’arma viene usata da personalità vicine alla destra populista, che diffondendo sui social network ‘bufale’ prese da siti incentrati sull’immigrazione, facilitando l’insofferenza verso queste categorie, siti che cercano notizie valide riscrivendole con un taglio populista, accompagnate da titoli ‘etnicizzati’ e immagini forti (spesso false).
XENOFOBI E DI DESTRA. Ci sono per esempio i noti Informare per Resistere, arrivato ad oltre 100 mila 'mi piace' su Facebook dopo una mutazione in senso complottista, xenofobo e omofobo e Catena Umana di Vincenzo Todaro, ex imprenditore edile di Parma non iscritto all’ordine dei giornalisti, il quale, dopo aver visto fallire la propria impresa per la crisi, ha iniziato ad attaccare rom, immigrati e omosessuali, definendosi però apartitico ma pubblicando nella pagina dei contatti un video del segretario del Msi Giorgio Almirante.
CRONACA TRUCULENTA. E anche Tutti i crimini degli immigrati, ‘padre’ di questi siti, che però non si definisce razzista: un minestrone di truculenti fatti di cronaca che rilancia notizie da altri giornali con protagonisti stranieri, immigrati, rom e sinti (ergo, anche cittadini italiani), aggiungendo titoli diversi da quelli originali.
Abbondano poi i 'qualunquisteggianti' (contro ‘la Casta’) e razzisti come Vox News, Imola Oggi e Il Primato nazionale, espressione di CasaPound, un mix di razzismo, omofobia e complottismo - che riesuma la sintassi dei Protocolli dei Savi di Sion -, riportando titoli e stralci da articoli riferiti a casi di cronaca ed emergenze.

Vox News, il blog spazzatura anti-accoglienza

  • Screenshot della homepage di Vox News.
Vox News (www.voxnews.info), segnalato come “sito-spazzatura”, è un caso interessante ed emblematico: il blog, anonimo, gestisce una pagina Facebook arrivata a 40 mila like, il cui taglio populista, xenofobo e anti-islamico è palese da subito, riportando notizie dai vari quotidiani, rilanciandole con titoli altisonanti.
PROFUGHI NEL MIRINO. A Firenze il Movimento di lotta per la casa occupa con delle famiglie miste uno stabile della Asl in via del Ponte di Mezzo? Lo sgombero avviene subito? Vox News il 26 giugno rilancia: «Firenze, Pd acquista palazzina da 4 milioni per ospitare 20 profughi».
L’occupazione è guidata «dai centri sociali camuffati da ‘movimento per i senzacasa (stranieri)’», ma lo sgombero avviene con solerzia perché «l’Asl e il Comune hanno deciso di dare ospitalità in questa lussuosa palazzina costata 4 milioni di euro a una ventina di clandestini appena sbarcati sulle coste della Sicilia».
«QUESTA È CASA NOSTRA». Su Ventimiglia il sito registra titoli pieni di disprezzo verso gli immigrati: 'Ventimiglia, come i sedicenti profughi hanno ridotto la stazione': «Questa è casa nostra. E stiamo permettendo a un’orda di clandestini di ridurla in una latrina, con la collaborazione di una setta di fanatici dell’accoglienza».
I “fanatici dell’accoglienza” avrebbero «allestito un internet point con computer: perché il computer è un diritto umano per chi fugge da guerre e persecuzioni» (Internet Point per i profughi di Ventimiglia, 19 giugno 2015).
«PER DIFENDERCI SERVONO MURI». E si parte coi luoghi comuni: gli immigrati portano epidemie ('Ventimiglia: epidemia sulla scogliera, africani pieni di macchie rosse', 17 giugno 2015) e ci ‘invadono’, e per difendersi bisogna riesumare i muri: la «civiltà cinese è sopravvissuta grazie alla muraglia. Israele ha azzerato gli attacchi suicidi palestinesi con il muro in Cisgiordania. I muri sono l’unica difesa della civiltà dalla barbarie». ('Boldrini insiste: «Nessuna invasione, solo 60 mila sbarchi in 5 mesi», 20 giugno 2015).
TRAGEDIE STRUMENTALIZZATE. Il sito strumentalizza ogni tragedia: il giovane capotreno di TreNord viene aggredito da delinquenti armati di machete?
Il personale ferroviario indice scioperi per protestare contro le condizioni non agevoli del lavoro e alcuni di loro, esasperati, sostengono di non voler più chiedere i biglietti?
Vox News parla di 'Effetto Machete: immigrati viaggiano gratis su treni' (14 giugno 2015): «Siamo arrivati a questo. I criminali stranieri hanno vinto. Questa è l’Italia di Renzi: gli italiani pagano, gli immigrati hanno tutto gratis».

Imola Oggi, il non-giornale che identifica l'Islam con l'Isis

  • La homepage del quotidiano ImolaOggi.
Imola Oggi si presenta come un quotidiano di centrodestra.
È così? La testata non risulta registrata, e l’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna conferma che il direttore responsabile, Armando Manocchia, non è né giornalista professionista né pubblicista (come previsto dalla legge), pur presentandosi come «il primo quotidiano telematico imolese dal 1997» (con sezioni di politica interna, estera, europea, cronaca nazionale, regionale, cittadina, economia, cultura, media e rubriche).
«SIAMO DISUBBIDIENTI». Anche nel sito è scritto: «Le pubblicazioni su Imolaoggi.it non hanno alcun carattere di periodicità».
Compare un link arancione con la dicitura «Siamo disubbidienti. Siamo all’opposizione. Diffondiamo ciò che altri non vogliono si sappia. SOSTIENICI!», per permettere ai lettori di fare donazioni con carta di credito direttamente al direttore (da effettuare con Visa, MasterCard, Carta prepagata PayPal, Discover, American Express e Carta Aura), nonostante i link pubblicitari.
UN PASSATO A DESTRA. Manocchia ha un passato a destra: candidato con “Io amo l'italia - Magdi Cristiano Allam”, è stato capogruppo leghista a Borgo Tossignano (Bo) e si è dimesso nel 2010 dopo una diffida dall’utilizzo del “simbolo della Lega Nord ed altresì, dal parlare e/o agire per conto del Movimento”.
Il taglio è di tipo razzista (alcuni titoli: 'Viminale, perse le tracce di oltre 50 mila immigrati', 14 giugno 2014; 'Alfano: non si possono affondare i barconi perché si inquina il mare', 18 maggio 2015; 'Grazie all’accordo Ue ci becchiamo 60 mila clandestini in più', 14 maggio 2015) e islamofobo, vicino a Oriana Fallaci - o meglio, ad Anders Breivik, lo stragista di Oslo -, identifica l’islam con l’Isis.
MUSULMANI=JIHADISTI. Ogni musulmano è uno jihadista: «Li chiamano fanatici, fondamentalisti, estremisti, integralisti, radicali, talebani, terroristi. Ma nessuno li chiama con il loro nome. Islamici. Musulmani. Islamici, ispirati da una False flag che chiamano ‘religione’ e per di più dicono: di ‘pace, amore e tolleranza’. In nome di questa sedicente ‘religione’, violentano, stuprano, sgozzano, tagliano teste. Uccidono in nome di un ‘dio’. Sgozzano in nome del corano. Tagliano le teste in nome di Maometto». ('Alfano va cacciato insieme a Renzi. Basta immigrazionismo!', 5 maggio 2015).

Festeggiata la svolta filo fascista del Carroccio

  • I relatori del convegno 'Verso una Lega Nazionale'.
L’allineamento alla svolta filo fascista del Carroccio è salutata positivamente: il 20 aprile 2015 viene pubblicizzato un convegno a Roma (il 21 Aprile 2015, il MMDCCLXVIII Natale di Roma) al Salone Margherita in via dei due Macelli, 75 dal tema Verso una “Lega Nazionale”, animato da Ugo Gaudenzi - ex leader dei ‘nazimaoisti’ di Lotta di Popolo e direttore di Rinascita, con Mario Borghezio (Lega Nord), Vittorio Feltri (Il Giornale), Giuseppe Valditara (giurista) e Mario Consoli (direttore della rivista nazista L’Uomo libero), con la conclusione di Matteo Salvini, Aymeric Chauprade, l’ospite d’onore, europarlamentare del Front national vicino al Cremlino (Convegno: Verso una “Lega Nazionale” - Roma, 21 Aprile 2015, 20 aprile 2015).
INTERVISTA AL FILO PUTIN. Inoltre si posta un’intervista al teorico neoeurasiatista Aleksandr Dugin - Intervista al Prof. Alexandr Dugin in esclusiva per Imola Oggi, 25 giugno - vicino a Putin e apostolo dell’Eurasia, un impero da Dublino a Vladivostok, rilasciata ad Alberto Micalizzi.
Chi è costui? Micalizzi, ex ricercatore di finanza aziendale all'università Bocconi (il “Madoff della Bocconi”) ed esperto di sovranità monetaria (autosospesosi nel 2011 e poi sospeso dall’università nel 2013), rinviato a giudizio il maggio del 2015.
L'ACCUSA DI TRUFFA. Il Sole 24 Ore scrive che è stato accusato di associazione per delinquere e truffa per aver promosso «due sodalizi criminosi dediti alla consumazione di un numero indeterminato di delitti di truffa in danno di investitori nazionali ed esteri, sottoscrittori di quote di fondi di investimento, e in danno di istituti di credito e di società finanziarie, attraverso la presentazione di falsa documentazione bancaria (fideiussioni bancarie e/o estratti conti)», truffando per diversi milioni di euro investitori come Ubi Banca e Simgest col primo sodalizio e col secondo, truffando per 100 milioni, anche la Banca Nomura, continua Il Sole, per un totale di quasi 700 milioni di euro.

Il Primato nazionale: retorica fascio-leghista contro l'invasione

  • Un articolo pubblicato sul sito web Il Primato nazionale.
La testata Il Primato nazionale (www.ilprimatonazionale.it) - che riprende quella di una rivista culturale pubblicata nel 1940-1943 e diretta dal ministro fascista Giuseppe Bottai, - pur presentandosi come «quotidiano online indipendente» è vicino a CasaPound.
CADENZA QUOTIDIANA. Dichiara di non essere una testata giornalistica «in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 2001», anche se il sito è aggiornato quotidianamente, supportando Sovranità, nata per aggregare i vari gruppi neo fascisti filo leghisti.
Diretto da Adriano Scianca, giornalista e responsabile culturale di Cpi, collaboratore a giornali come Il Secolo d'Italia, Libero, il Foglio, Cartha Minuta, Letteratura-Tradizione, Orion, Eurasia, Italicum, Occidentale e IntelligoNews.it, Il Primato nazionale - che come Imola Oggi chiede sostegno ai lettori attraverso delle donazioni tramite carta di credito – affronta l’immigrazione con la stessa retorica populista: essa non è un «esodo», ma una «invasione».
('“Invasione” o “esodo”? Sugli immigrati le parole non sono mai neutre', 15 giugno 2015).
«NEMICI DELLA STIRPE». Ergo, chi cerca di capire gli immigrati è nemico della “stirpe”!
Il Primato nazionale ha intervistato Franco Freda, editore neo nazista condannato per degli attentati sui treni nel 1969 nell'ambito della ‘strategia della tensione’ e per aver animato negli Anni 90 un sodalizio-movimento razzista, il Fronte nazionale e imputato per la strage di Piazza Fontana, che sostiene di provare «orrore nel vedere questa terra […], invasa e deturpata da sciami di estranei» ('Silenzio, parla Freda. E dice la sua su immigrazione, Europa e gender', 28 giugno 2015).
«COLONIALISMO RIVALUTATO». Molti immigrati vengono dall’Africa: perché non rivalutare il colonialismo che li avrebbe civilizzati («prima in Africa si stava divinamente»)?
Quindi, basta battersi il petto per lo schiavismo («la tratta degli schiavi cominciava sempre con la vendita ai mercanti arabi dei giovanotti in eccesso della tribù») pensando che “i negri” «siano tutti ‘profughi’, […] se sei un uomo in salute […] che scappa da un teatro di guerra non sei un profugo: sei un disertore, e come tale uno scarto di umanità»; se invece «provieni da zone relativamente pacifiche, sei semplicemente un clandestino, o come si dice adesso un ‘migrante economico’ e devi essere schedato e poi espulso».
('Basta sensi di colpa: l’Africa l’abbiamo aiutata fin troppo', 27 giugno 2015).

Il Piano Kalergi e i Protocolli 2.0: estrema destra cospirazionista

  • Manifesto per la presentazione del libro La verità sul Piano Kalergi. Europa, inganno, immigrazione.
Ogni evento storico è addebitato «a menti diaboliche organizzate (sette segrete massoniche, circoli finanziari, gruppi di rabbini in odore di miracoli e specialisti della Quabbalà e di altri testi esoterici ecc.) le quali agiscono nell’ombra», scrive Francesco Germinario in 'Estranei alla democrazia' (2001).
CONTRO GLI EBREI. Se ieri usava i Protocolli dei Savi di Sion contro gli ebrei, oggi il neo-cospirazionista usa il ‘piano Kalergi’, a cui sono stati dedicati due saggi - uno del 2005 di Gerd Honsik, condannato per razzismo e negazionismo in Austria nel 2010, l’altro, 'La verità sul Piano Kalergi. Europa, inganno, immigrazione (2015)', scritto dal giornalista Matteo Simonetti (che non collabora a testate skin, ma ad Area, al Secolo d’Italia, L'Indipendente, Liberal, Percorsi di cultura politica, La Destra e Il Borghese) edito dalle Edizioni Radiospada, casa editrice catto-integralista.
«GENOCIDIO PROGRAMMATO». Il ‘piano’, ideato dal conte Coudenhove-Kalergi, fondatore dell’Unione Paneuropea e dell’Unione Parlamentare Europea, nata per unire economicamente e politicamente l’Europa e autore di Paneuropa (1922), consiste nel ‘progetto’ attuato dalle élite mondialiste per «il genocidio programmato dei popoli europei» tramite l’immigrazione programmata e il melting-pot («L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità») per animare una classe umana “inferiore”, facilmente governabile e senza carattere subordinata alle nuove élite, dove dominano gli ebrei: «[…] il giudaismo è il seno dal quale sorge una nuova aristocrazia intellettuale europea, il nucleo attorno al quale si raggruppa l’aristocrazia dell’intelligenza […]».
SPOPOLA SUI SITI RAZZISTI. Tesi perfette per i siti citati: secondo Vox News «il piano Kalergi è gia visibile nella composizione etnica della capitale degli eurofanatici. La popolazione di religione islamica è al 30% del totale: più di 300 mila persone. […] L’integrazione è un disastro!»; per Imola Oggi «L’immigrazionismo è un crimine contro l’umanità […] una sostituzione etnica dei popoli europei, un meticciamento con allogeni africani. L’immigrazionismo che Noi combattiamo non è che una parte del diabolico Paneuropeismo di Kalergi che sta portando alla Terzomondializzazione l’Ialia [sic] e l’Europa».
Frasi, con quelle di Freda a Il Primato nazionale, che quadrano il cerchio sul razzismo che gira sui social network, dove le bufale da bar si sommano al complottismo e al neonazismo ideologico.

Tensioni cavalcate: eppure i crimini degli stranieri diminuiscono

  • Il logo dell'Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali.
Queste “testate online” sono senz’altro legate all’aumento della tensione ai danni degli immigrati cavalcata dai populismi.
Nel 2013 l’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) segnalava 1.142 casi di discriminazione nel Paese, col 34,2% delle segnalazioni proveniente dai mass media, rispetto al 19,6% del 2012.
PIÙ ITALIANI DENUNCIATI. Interessanti anche i dati sull’ordine pubblico: le denunce contro italiani sono passate da 467.345 nel 2004 a 642.992 nel 2012 (+37,6%), mentre quelle contro gli stranieri sono passate da 224.515 a 290.902 (+29,6%) nello stesso periodo.
Questo, anche se nello stesso periodo (2004-2012) i residenti italiani sono diminuiti, mentre gli stranieri, pur quasi raddoppiati (da 2.210.478 a 4.387.721), hanno visto diminuire la loro incidenza sul totale delle denunce.
È quindi falso il fatto che i reati vengono commessi per la maggior parte da stranieri.
PSICOSI FOMENTATA. Ma non è quello che viene presentato - oltre che dai siti aizzatori di odio ideologico - dai titoli dei giornali, che invece fomentano la psicosi del pericolo e alimentano risposte di chiusura.
E visto che molti usano il web per informarsi, i siti analizzati - sprovvisti di alcuna deontologia - non facilitano né l’integrazione né la tolleranza.

24.6.16

Ledi L’odissea in musica di un albanese in fug

Poichè ancora ci si ostina a non considerare italiani gli immigrati che nascono e crescono qui nel nostro paese ( o sono qui da secoli come il caso degli Gli Arbëreshë ossia gli albanesi d'Italia[7][8], detti anche italo-albanesi che sono la minoranza etno-linguistica albanese storicamente stanziata in Italia meridionale ed insulare.Provenienti dall'Albania e dalle numerose comunità albanesi della Morea e della Ciamuria, oggi nell'odierna Grecia, si stabilirono in Italia tra il XV e il XVIII secolo ... continua qui https://it.wikipedia.org/wiki/Arbëreshë ) ed a considerarli stranieri da oggi inizio una nuova rubrica all'interno delle " le storie .

La storia  che riporto oggi  è quiella  di Ledi Cafuli, cantautore italo-albanese figlio di immigrati a loro volta figli di immigrati, è raccontata nel suo album d'esordio. Una lingua che passa dall’italiano all’albanese con “cadute” liguri
Figlio di immigrati, a loro volta figli di immigrati, che scappano da fascismo e comunismo su un carretto e un barcone zeppo di migranti: è il viaggio musicale di Ledi, cantautore che, dopo aver sfidato i pregiudizi, affronta il giudizio del palcoscenico


  da  http://ilcentro.gelocal.it  del 24 giugno 2016


  Protagonista è Ledi, cantautore italo-albanese figlio di immigrati a loro volta figli di immigrati. La sua storia personale e quella della sua famiglia sono le colonne su cui poggia il suo album d’esordio, per l’appunto “Cose da difendere” lanciato insieme al singolo “Penelope”.
 Inutile negare gli influssi della scuola genovese nell'approccio e nelle modulazioni vocali. Così come è evidente il ricordo dei Baustelle nelle tonalità e nei testi. Un’imitazione? No. Una mancanza di originalità artistica? Men che meno. Sarebbe banalizzare un racconto musicale che, non a caso, si chiude con una nenia in albanese. Sarebbe negare l’evidenza di un figlio di extracomunitari che parla con l’accento di un camallo. Sarebbe dimenticare che dalla mescolanza e dalla contaminazione possono nascere realtà nuove.


“Cose da difendere” è integrazione di culture e stili. Nella musica, anzitutto, con suoni acustici di basso, violoncello e chitarra che si mischiano a trame elettroniche. Nella lingua che passa dall’italiano all’albanese con “cadute” liguri. Nei testi che affrontano il vissuto ma raccontano un’identità apolide.
Le nove canzoni del disco sono il racconto del viaggio di Ledi Cafuli e della sua famiglia verso il nord del mondo. Un percorso musicale che non nasconde le difficoltà e le ferite subite ma le armonizza e sdrammatizza con la musica, occasione di rilancio sociale e libera espressione.
Del resto per capire Ledi, la sua musica e i suoi testi non si può prescindere dall’odissea di una famiglia in fuga per tutto il ‘900 da povertà e regimi totalitari. I suoi nonni sono greci e lì hanno vissuto fino all’avvento del regime fascista. Scappano, ma il loro viaggio si interrompe nell’Albania controllata dalle camicie nere italiane. È lì, a Durazzo nel 1988, che Ledi nasce sotto un altro regime, quello comunista.
Quando crolla il muro, il viaggio dei Cafuli riprende a bordo di una carretta del mare. Uno di quei barconi che partivano dall’Albania verso l’Italia pieni zeppi di uomini in cerca di speranza. Una scena vista e rivista. Ieri nel mare Adriatico, oggi nell’Egeo e nel canale di Sicilia. Un viaggio da paura che Ledi non ha fatto in prima persona. Aveva appena due anni e a salire su quel gommone è stato il padre. Un uomo che non è sbarcato in Italia “per rubare” ma per garantire un futuro a quel piccolo e a sua sorella.
La Itaca dei Cafuli si chiama Genova, la passione di Ledi chitarra. Uno strumento che il padre si è fatto portare dall’Albania quando è riuscito a far arrivare in Italia tutta la sua famiglia. «L’ho presa in mano a 17 anni e, grazie a un libro di mia sorella, ho cominciato a strimpellare. Ai primi accordi è seguita la prima canzone e da quel giorno non mi sono fermato. Il coraggio di costruire un lavoro compiuto è arrivato nove anni più tardi, ed eccoci qua».

Decostruire la mascolinità non significa demolire l’uomo. È reinventarlo, liberarlo dalle catene degli stereotipi affinché possa essere se stesso,

Ultimo  post  per  questa  settimana   sulla violenza  di genere o  femminicido    La nostra  mascolinità, spesso definita da stereotipi cul...