28.3.17

la donna islamica sul ponte di Westminister a Londra e " l'obbligo di sconvolgersi " cioè il nuovo politicamente corretto


 lerggi anche
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/03/la-storia-della-foto-della-donna-con-il.html

Lo so  che sicuramente   vi sarete  rotti i  ...   Cabasisi  della donna sul ponte  di Westminister  di Londra    e non  vi biasimo  ma   tralasciando  " il dibattito  email  "  con discussioni pacate  (  poche  ) e   volgari  ( molte  )   e  cambi d'idea  dovuta  all'ignoranza  della lettura  del linguaggio   delle immagini   e dei media , oltre  i continui   insulti   anche n tono    scherzoso  : <<    Quando ci vediamo ti devo cazziare ....così impari a difendere questa gente di 💩💩💩 >> c'è un clima  che  non piace  . Infatti  ,  io  che  odio gli indifferenti e  cerco nel mio piccolo di  lottarci   concordo      con questo articolo   di Stefano Bartezzaghi   pubblicato  su repubblica    il   27\3\2017 
 ha  ragione l'articolista     specie   ultime righe   afferma che debba per  forza esistere un obbligo  di <<  in modalità   visibili ,istantanee  e   convincenti    che  indifferenti  non  si  è  . >>  e   di   fare  dei nostri sentimenti un qualcosa  di coatto    e per  nulla  spontaneo  . Infatti   non tutti\e   davanti a  tragedie reagiamo allo stesso modo  .  Inoltre  giudicare   , tanto più da  una   foto  ,  per  giunta  decontestualizzandola ed  usandolo strumentalmente  per  la becera  campagna   xenofoba  e razzista   dei movimenti anti islamici
l'altrui  vera o presunta    che sia  ,sensibilità , è  avventatose  fatto in maniera acritica  \  strumentale  e d  iniquo  .<<   Specie  quando  è colllettiva  l'ipocrisia  [ e  l'ignoranza aggiunta mia   ] è assai pù palese  >>
Infatti  gli   "attacchi " specie quelli  strumentali  non tengono   conto  che  , vedere questa  foto  che  ho  riortato nel post  precedente 

 c'erano  altre persone   ( crdenti o atei  ?   della stesssa o diversa religione  )     che  passavano con indifferenza   per giunta  di sesso   maschile  .
Quindi finiamola con il politicamente corretto ed obbligatorio .

Traghetto della solidarietà carico di pecore e musica. "Sa paradura" da Olbia a Cascia grazie agli Istentales

http://www.sardegnaoggi.it/Economia_e_Lavoro/ del 27-03-2017 11:51



Traghetto della solidarietà carico di pecore e musica. "Sa paradura" da Olbia a Cascia grazie agli Istentales




Mille pecore, donate dagli allevatori isolani a quelli della città dell'Umbria messa in ginocchio dal terremoto. Partenza il 31 marzo prossimo, grande festa sardo-umbra l'1 e il 2 aprile.




OLBIA - Parte dalla Sardegna un traghetto carico di solidarietà. Salpa il 31 marzo prossimo per raggiungere, domenica 2 aprile, la splendida cittadina di Cascia duramente colpita dal terremoto. A bordo, mille pecore dell’Isola che vengono donate dagli allevatori sardi a quelli umbri per aiutarli a ripartire con le proprie attività. È l’antico istituto de "sa paradura" che, su iniziativa del gruppo musicale isolano degli Istentales, torna a rivivere e sbarca per la prima volta anche nel "Continente". La cerimonia di consegna avviene nell’ambito della Fiera del Capo Lanuto, in programma l’1 e il 2 aprile a Cascia: la seconda giornata della manifestazione, tra sfilate di gruppi folckloristici, degustazioni di piatti tipici, esibizioni musicali dal vivo e la cerimonia de "sa paradura”, celebra nel migliore dei modi questo splendido gemellaggio tra la Sardegna e l’Umbria.
La giornata del 2 aprile prende il via alle 9 con l’apertura degli stand e le esibizioni itineranti nelle vie di Cascia dei gruppi folcloristici umbri e sardi; prosegue, alle o13, con il grande pranzo offerto alla popolazione a base di prodotti tipici dell’Isola, quindi con la transumanza delle pecore verso piazzale Papa Leone XIII. Qui, alle 16, si celebra "sa paradura", la consegna delle mille pecore; si tratta di un’usanza sarda antichissima che affonda le sue radici nella notte dei tempi: per dare un aiuto concreto a un allevatore colpito da una disgrazia era consuetudine offrire, da parte dei pastori del circondario, una pecora per contribuire a rimettere in piedi l’azienda del malcapitato. Ed è proprio ciò che avviene il 2 aprile a Cascia, con i pastori sardi che tendono concretamente la mano a quelli della cittadina in provincia di Perugia. La giornata si concluderall’insegna della musica, con il concerto – presentato da Giuliano Marongiu – che vede alternarsi sul palco Tullio De Piscopo, Istentales, Coro Amici del Folklore (Nuoro), Tenore Unta Vona (Orgosolo), Mamutzones Antigos (Samugheo), Francesca Lai e Maschere S’Urtzu (Sadali). Nell’occasione gli Istentales presenterano il nuovo singolo "A mani nude", realizzato in collaborazione con Roberto Vecchioni, con l’intero ricavato che viene devoluto in favore delle popolazioni terremotate.


27.3.17

Carlo Acutis un altro beato come Maria Goretti ?

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http://www.santiebeati.it/dettaglio/93910
http://www.carloacutis.com/



Carlo Acutis è stato un giovane ragazzo di Milano morto nel 2006 a 15 anni per una leucemia fulminante. Carlo è stato nominato dalla Chiesa “Servo di Dio”, e presto potrebbe diventare “beato”. Da quando prese la prima comunione, a 7 anni, continuò a farla ogni giorno della sua vita. Uno dei suoi soprannomi è il “Patrono di Internet”,



era, infatti, molto bravo con le nuove tecnologie. Non solo. Tutte le mattina andava a messa, era solito dire che: “L’eucarestia è l’autostrada per il cielo”. "Siamo contenti che il Papa verrà in visita a Milano – ha detto sua madre, Antonia Salzano Acutis – perché ovviamente il Papa ha molto da dire a questa società, soprattutto Milano che è una città molto presa dagli affari, da questo turbinio continuo, dove si vive a volte molto il mito del potere, del successo, del denaro. Quindi un esempio come Carlo che se gli compravi due paia di scarpe si arrabbiava, perché diceva che un paio era sufficiente, sicuramente fa molto bene anche per far riflettere che spesso noi ci interessiamo di questo superfluo, e invece bisogna cercare di essere più essenziali e pensare più al prossimo".

l'hipop e il rap non è solo fedez e J-Ax o bello figo in particolare . ecco le nuove leve : valentina ruibini ,lowlow, Master Sina


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Nell'ultyimo ventennio hip hop  \ raper  è  uscito da  genere  di nicchia   (    Csoa   \  . C.S.A. ed  altri spazi   occupati ) è diventato   di massa  e  ancora  di più che negli anni 90 il rap \ hip hop ha sempre più successo e i suoi esponenti sono sempre più giovani rispetto ai quelli della mia generazione ( vedi url sopra ) . Infatti   è variegato che  è dificile tenere  conto dei gruppoi    che   nascono , muoiono  e  risorgono  della carriere  soliste   o doppie .  Ecco  una   mia sintesi sulle nuove  leve  .  Per esere  agiornati  dei continui mutamenti   ,  trovate  sopra   alcuni punti di riferimento



La prima è Valentina Rubini ( forse la più originale ) che pur   si rifacendosi    come il rapper  \  hipop   italiano   al modello originale  americano  ., lo fa   criticamente  con   originalità  e  nel  solco  delle denunce  sociali     vedere sia il  video   sotto   sia  vegano intollerante  senza  scendere   nell'ovvietà e nell'odio  e  violento  , e  negli stereotipi   di quelli americani
qui  trova    maggiori informazioni  su di lei  https://www.facebook.com/valentinarubiniveg/






 la seconda
è lowlow, vero nome Giulio Elia Sabatello, classe 1993, cresciuto con i miti di Eminem e Muhammad Alì, lowlow si è affermato prima sulla scena romana - dove ha esordito tredicenne nelle battle di freestyle – ed è approdato in Sugar con in dote milioni di visualizzazioni su YouTube, due mixtape che hanno scalato le classifiche digitali e una serie di collaborazioni artistiche tra le quali Gemitaiz, Briga, Rocco Hunt, Mostro. È da poco on-line con “Ulisse”, il suo singolo digitale d’esordio






che anticipa l’album di inediti “REDENZIONE” in uscita il 13 gennaio 2017, prodotto da Fausto Cogliati, che ne è anche autore della musica: un flow fuori dal comune, testi raffinati e ricchi di riferimenti culturali trasversali, una capacità di creare immagini d’impatto, mai banali e fortemente cinematografiche sono le sue caratteristiche principali. “Ulisse” è un biglietto da visita che non lascia indifferenti, un brano di eccezionale impatto emotivo, rappresentazione esplicita di come si può essere indotti ad usare violenza spinti dall’ipocrisia del sistema, ma anche metafora di un malessere generazionale e di un torpore che lowlow tenta provocatoriamente di scuotere non solo nei suoi coetanei.Il videoclip vedere sopra diretto da Yuri Santurri & Daniele Tofani per Trilathera, ha superato 5 milioni di visualizzazioni nelle prime due settimane dalla pubblicazione.“Nelle mie canzoni parlo quasi esclusivamente di Me, il resto lo conosco poco. Niko sono Io, con più senso pratico in un altro mondo in cui non esiste il Rap per sfogarsi - racconta lowlow - Certe volte la rabbia ti trasforma, la paura diventa forza e lasci andare tutte le emozioni, ti esprimi e non importa quanto drammatiche saranno le conseguenze. Tratto da una Storia non Vera”.
Insomma acido e ribellione allo stato puro cher alterna il linguaggio dei becero populismo cioè salvinismo ed ala estremista di grillini con la denuncia  sociale  raffinata di Valentina rubini

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il   terzo  Master Sina  alias  di  Anis Barka ecco la  sua storia  dalla   repubblica  d'oggi 





REGGIO EMILIA. Scappò in Europa a 12 anni nascosto in un camion nella stiva di una nave e ora, che ne ha 28, è uno dei rapper più famosi in Tunisia. La sua canzone "Clandestino", molto autobiografica, ha fatto 31 milioni di visualizzazioni su Youtube, mentre "Bye bye" ne ha 34 milioni. Master Sina lo stanno aspettando in patria per un tour nei principali festival (Kef, da ventimila spettatori) e nelle discoteche di Tunisi, Djerba, Hammamet o Sousse, conteso da tutte le tv e radio nazionali: girerà anche una fiction.
Una vera popstar, a casa sua, dove cantano a memoria anche le strofe in italiano. Ha girato, a sue spese, videoclip a Miami, Costa Azzurra e Dubai: auto, donne, lusso, soliti stereotipi rap. Da noi, invece, a Reggio Emilia all'anagrafe fa Anis Barka e - dopo aver fatto di tutto: lavapiatti, muratore, imbianchino... - ha un ristorante arabo in centro che gestisce in prima persona, con l'aiuto del cugino, e vive con la famiglia in un decoroso appartamento di periferia. Ha la faccia buona come il suo rap, allegro, positivo e senza rabbia.
Da clandestino in Italia a star del rap in Tunisia: Anis canta 'Bye Bye'




Nel tempo libero va in sala di registrazione, a Parma, dove si sta autoproducendo il secondo album, in cui ospita alcuni rapper italiani molto noti. È uno che ce l'ha fatta, e anche se nei suoi testi in arabo e italiano avverte "non pensiate che qui sia un Paradiso" o "ho visto fratelli affogare, c'è chi si è salvato e chi non è tornato", resta convinto che ancora oggi valga la pena tentare il sogno italiano.
"Da piccolo vedevo quelli che tornavano dall'Italia con la macchina, vestiti bene. Accanto a casa nostra a La Marsa, a nord di Tunisi, - racconta - c'era una fabbrica di mobili e materassi. A 12 anni tagliai la tela di un loro camion e mi infilai dentro, sbarcando a Marsiglia due giorni dopo. I miei avvisarono un conoscente che viveva lì e che mi diede riparo. Mio padre venne a riprendermi, ma non ci riuscì. Anzi, rimase anche mio fratello, più grande di un anno, e dopo qualche mese ci trasferimmo a Parma, da uno zio che lavorava in un hotel alla stazione. Ho imparato l'italiano in terza media, poi basta scuola. Per mantenermi ho fatto di tutto. A 17 anni mi sono trasferito a Bologna, sempre con mio fratello, e anche lì di giorno facevo il lavapiatti o il macellaio alla Bolognina, e la sera iniziai a fare il pierre in discoteca e organizzare feste. Sì, sono finito anche in qualche giro sbagliato, ci passiamo tutti, lasciamo stare. Per qualcuno non c'è scelta, ma un'alternativa invece si trova sempre".
Sei anni fa un amico cuoco gli offrì un lavoro a Reggio in quel ristorante che poi Anis ha rilevato e ha continuato a organizzare feste e concerti hip hop o latinos (anche di Mtv Zone). Finché - senza saper suonare uno strumento, cresciuto solo a rap americano o francese più Pausini, Ramazzotti e Ferro - l'estate scorsa ha provato a rappare anche lui con gli artisti che ingaggiava, come il tunisino Balti e l'algerino Reda Taliani, ed è nata la sua "Clandestino", registrata in studio a Lione.
"Voglio diventare ricco - dice il refrain - faccio contenta la mamma senza andare a picco. Arabo in Italia, scappato dal paese sulla barca, mi sono arrangiato, ho sbagliato, sono cresciuto, ho pagato, non devo dire grazie a nessuno. Quando da piccolo ti portavano il regalo, io ero in giro a cercare denaro...".







a 60 di trattati di roma dico si all'europa dei popoli e delle libertà non a quele dele banche e della finanza

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Io  anziché festeggiare \  celebrare l'anniversario   per  i 60 anni  dei tratti  di fondazione  della Ue  e vedere    con l'Europa  dei popoli e  della culture  . Il perchè  è presto detto    essa  è diventata   da  30 anni a questa parte  Europa  di speculatori   e del capitale , passando da   ideale di libertà    e superamento di confini  (   fisici  ed   economici  ). Annulando cosi  le  differenze  e togliendo  la  sovranità nazionale  . 

E  ve lo dice uno che  è cresciuto  con l'ideale  europeista   sia  per  l'influenza  prima del   le  lezioni  di storia  e  d'attualità alle medie erano gli anni  di Gorbaciof , del crollo del blocco sovietico e dell'esplodere dei nazionalismo in jugosllavia ., del program della rai Europa e Europa dei primi dibattiti sull'euro e del trattato di Maastricht ., poi delle teorie di Altiero spinelli  sia di Ernesto rossi 
Poi i vari movimenti anti europeisti sia populisti che non , e le prime critiche al sistema Ue ed ora questo film \ documentario La centesima scimmia è il nuovo film documentario del film maker Marco Carlucci, realizzato con il contributo di economisti, scrittori, giornalisti, blogger, europarlamentari, giuristi, associazioni umanitarie ed i cittadini europei. " censurato " dai media ufficiali e che trovate qui sotto e   di cui potete leggere  negli urlk sopra  le  recensioni 


  


 mi fanno dire   come  da titolo   w l'europa  delle libertà e dei popoli  no  a quella  del capitale  e della finanza  






26.3.17

il grande bluff di Master of Photography e dei talent


niente di nuovo sotto   il sole  per  gente  come me   cresciuta    con  spirito critico   e  genitori  duri  ma    senza perdere   la tenerezza .

Questo articolo conferma  due  film   degli anni  90 ( che  potete  trovare  integralmente su youtube per le  trame  leggete  gli url   sopra i  trailer   mi  scuso se  il secondo è  in ingles ema  non l'ìhho trovato in italiano  ) 










questo articolo l’ho scritto per il 90% questa estate non appena si è conclusa la prima edizione di master of fotografiì, ma problemi di tempo e logistici me lo hanno fatto tenere chiuso nella cantina delle bozze sotto la custodia della fatina delle bozze… quindi oggi non è più attuale… se quello che ha scritto mosè (discutibile) è attuale ancora oggi dopo millenni, tu puoi considerare attuale un’assoluta verità scritta 6 mesi fa.
che Master of Photography sarebbe stato un megaflop ne ero sicuro, prima ancora che cominciasse, già subito dopo il suo annuncio.
ma ha avuto ottimi ascolti…e chi se ne frega! mica lavoro per la tv io, io mi riferisco all’utilità e ai contenuti fotografici del programma. che poi abbia avuto ottimi ascolti dimostra proprio che è stato un bluff, e che gli ascolti erano lo scopo principale fin dall’inizio e non i contenuti fotografici.
innanzitutto è un bluff il “talent” come tipologia di trasmissione. lo scopo “dichiarato” del talent è la ricerca e la promozione di nuovi talenti. basta guardare ai tantissimi (troppi) talent sul mondo dello spettacolo per capire che non è vero.  parto da un dato statistico: quanti cantanti usciti dai vari “xfactor” o “the voice” hanno avuto successo e sono diventati stelle delle musica? beh tanti.. nessuno! ma no dai, molti hanno avuto successo…nessuno! allora mengoni? NESSUNO! noemi? NESSUNO! quel’altro che si sentiva questa estate? NESSUNO CAZZO!
sciroppati prima di tutto questo video su youtube:






ora ti ripeto la domanda: quanti cantanti provenienti dai talent hanno avuto successo? nessuno.
a quello che dice red ronnie va aggiunto anche un altra cosa che io ho avuto modo di verificare avendo passato un pomeriggio intero con un vincitore di un talent. il tizio ha vinto un talent che gli offriva come premio: un contratto dal valore di millemila euri con una casa discografica della durata di un anno. tu dirai: “che culo! millemila euri!” no! il valore è fittizio! cioè “millemila euri” non sono banconote, ma il valore che la produzione e la casa discografica (guarda caso la stessa azienda) hanno dato a quel contratto. il contratto, in esclusiva, OBBLIGAVA il vincitore(bel termine per uno che vince…è il sogno di tutti vincere un “obbligo”) a lavorare in esclusiva solo con loro, e ogni suo passo doveva essere concordato con tutte le parti (che in italiano significa fai quello che diciamo noi e stai muto!) e il vincitore non poteva in nessun modo fare nessuna attività che prevedeva un compenso legato alla musica e alla sua immagine, pena penali da fare schifo. morale: 0 soldi, da cantautore impegnato si è creato un immagine da bimbominkia (causa alcune canzoni davvero imbarazzanti che è stato costretto a cantare)e sta aspettando la fine del contratto per ritornare a fare quello che faceva prima, cioè suonare con la sua band nei locali.ha perso un anno di carriera… in cambio di? di sto cazzo!
oltre all’aspetto negativo sui talenti, c’è anche un ulteriore lato oscuro… i giudici! ebbene si sono proprio loro quelli che beneficiano dei talent(più dei concorrenti meno delle discografici e produttori)… infatti GUARDA CASO subito dopo la fine del talent o esce un loro album o parte il tour… e GUARDA CASO fanno tutti parte della stessa casa discografica che produce il talent… e GUARDA CASO se qualcuno non lo è… esce subito di scena o il suo concorrente non vince…
ma torniamo a master of photography.
i talenti: vince tale gabriele micalizzi. ovvio! era l’unico fotografo in un gruppo di dilettanti allo sbaraglio. il livello degli altri era davvero imbarazzante,un campionario di bimbiminkia senza ritegno, dalla tipa che non vedeva l’ora di spogliarsi per ogni foto anche se il tema era: “STAI VESTITA CAZZO E POSSIBILMENTE DIETRO LA FOTOCAMERA”. c’era il tipo che l’ha menata per tutto il tempo che lui poverino si era rotto la gamba e non poteva ballare, e cosa fai se sei un fallito? il fotografo! tanto che cazzo ci vuole? anche una scimmia può farlo… poi c’era quella che fotografava una spugna e presentava la foto filosofeggiando tre ore sul valore della vita e della guerra, la vita dopo la morte…MA CHE CAZZO C’ENTRA??? insomma i ragazzi che fanno i corsi di base con me partono da un livello più alto. da notare che il buon gabriele che GUARDA CASO fa il fotografo di mestiere e ha vinto, rispetto ad altri aveva anche una cultura fotografica superiore che non si basava sul conoscere le fotocamere e come si condividono le foto su facebook, ma conosceva i giudici e il loro modo di lavorare, e gli ospiti e le le loro opere (questo è emerso in lui e a volte in altri) se leggi altri miei articoli io lo dico sempre che bisogna studiare.e lui ha studiato.(anche se qualche scivolone nel banale e nell’ovvio l’ha fatto anche lui… ma si sa a stare con lo zoppo….)
i giudici: oliviero toscani è un gran paraculo… conosce il mestiere, ma ha capito che facendo il bimbominkia e assecondando i bimbiminkia fa un pacco di soldi.io che lo conosco so che il 90% delle cose che dice nemmeno le pensa.rimanendo rispetto agli altri cmq il più lucido e “onesto” nei giudizi ha fatto quello che per lui è la base del suo business, stare in tv, pontificare dal suo pulpito, aumentare la sua popolarità e sfruttarla per specularci sopra quando poi ne avrà l’occasione.
gli altri due giudici… che dire… come posso non essere cattivo… ah! ecco! vai su google immagini e ricerca: simon frederick.
se vedrai e riconoscerai come famose e belle le sue foto vuol dire che è un grande fotografo, se invece vedrai centinaia di foto che ritraggono lui come “personaggio famoso” capirai il suo valore. fallo e dimmi quanto vale.
fatto! …e quanto vale? mmm non molto…
fai la stessa cosa con un tale di nome josef koudelka….
fatto! …quante foto hai trovate? tantissime! e quante foto che lo ritraggono? nessuna! appunto. la differenza sta tutta qui.
e di Rut Blees Luxemburg cosa mi dici? che cazzo ti devo dire? chi cazzo la conosce? dice che fa foto di notte… pure io gioco a calcetto ma mica vado in giro a dire che sono un calciatore professionista…
un provocatore seriale e due perfetti sconosciuti bimbominkia… almeno a master chef i giudici sono stellati e qualcosa di cucina ne sanno. che dire… almeno i due useranno questa trasmissione come trampolino di lancio per la loro “ancora non sbocciata” carriera fotografica… ma prendere due qualsiasi delle guest star al loro posto no?
le guest star: ogni puntata aveva come ospite una guest star. queste si competenti e famose (tranne qualcuno che ancora non so chi sia). il loro compito era di fare da tutor ai concorrenti, ogni prova “sconfinava” nel loro mondo e competenze. quindi mi aspettavo che prima di mandare i giovani virgulti a fare fotografie di panorama, il buon franco fontana gli facesse una qualche lezione sull’arte fotografica del paesaggio, e gli svelasse qualche trucchetto e segreto pratico del mestiere, cosa utilissima a loro ma credo anche ai tanti telespettatori. quale uso migliore di un esperto puoi fare se non usufruire della sua esperienza? e invece no. gli esperti arrivavano a prova finita e diventavano “il quarto giudice”, senza voto tra l’altro, e  come un foto editor qualsiasi si mettevano a selezionare le foto da tagliare e quelle che andavano bene. per l’ennesima volta passa il messaggio fotografa a cazzo tanto poi c’è fotosciop. è prima di scattare che una persona deve pianificare e sapere, non dopo! dopo che hai scattato sapere che hai scattato nel momento sbagliato te lo sbatti al cazzo…. non ti serve a nulla… è troppo tardi.
uno potrebbe essere anche gesù cristo… potrei essere persino io…ma io che cazzo ne so qual’è la storia che il fotografo mentre scattava voleva raccontare? come faccio a decidere io o consigliarlo su come raccontare una storia che lui conosce e io no? e dopo che ha scattato per giunta, se ha sbagliato qualcosa che fa? ritorna scattare? no aggiusta con fotosciop! cioè, posso capire aggiustare una luce, ma se hai fotografato un cocomero al posto di un aereo con fotosciop come cazzo fai a porre rimedio? come si può con fotosciop parlare di qualcosa che nella foto non c’è? è arte visiva? o arte delle didascalie e pipponi filosofici per spiegare una cazzo di fotografia di merda? è prima dello scatto che sarebbe stato utile invitare l’ospite e conoscere il suo mondo e modo di fotografare… è in quel frangente che poteva insegnare qualcosa… fatto in quel modo potevano tranquillamente starsene a casa… non servivano a un cazzo, a parte a loro stessi per farsi pubblicità, o le seghe su quanto è un personaggio originale (nel caso di gilden)
gli sponsor: su 40 minuti di puntata 25 erano inquadrature di fotocamere leica, e quando non veniva inquadrata si chiedeva al concorrente che scelta avesse fatto e perchè, e partivano complimentoni a tale fotocamera e tale obbiettivo ma ATTENZIONE! il marchio leica non è mai stato nominato… che a nessuno venisse in mente che sotto sotto c’era uno sponsor… sono sicuro che se guardi il programma al contrario vedrai e sentirai messaggi satanici inneggianti alla leica dove ti suggeriscono di rapinare una banca e comprarti una leica… anzi due banche con una sola banca ci compri si e no un cinturino in simil pelle della leica…
le prove: io capisco il business, capisco i tempi televisivi ma come si può fare gare di fotografia a tempo???? mica è “scommettiamo che” (trasmissione televisiva di tanti anni fa) per fare fotografie ci vuole tempo, tutti che partivano a razzo a fare fotografie in giro senza una cazzo di programmazione, senza un cazzo di scopo, tutto un improvvisa di qua e improvvisa di la, tutto un “sensazione”; “mi sei arrivato”,”cogli l’attimo”; “disegna la luce”; “suscitare emozioni”; “mi trasmette non mi trasmette” (manco la wind quando non c’è campo si fa tutte ste menate sulla linea…) tante frasi fatte e belle parole per non dire nulla, per riempire silenzi quando non sai che cavolo dire e parli per sembrare competente e guadagnarti la pagnotta. non puoi correre ed essere lucido, e per fare fotografie devi essere lucido e preparato a priori, quando entri in campo devi sapere già prima di far controllare i tacchetti al guardalinee chi devi marcare, i movimenti che devi eseguire, e la posizione dove devi metterti. io dubito che qualcuno solo guardando questa trasmissione abbia imparato qualcosa… tu cosa hai impara da questo programma? io? cioè? in che senso? vabbè, lasciamo perdere…
morale della favola? questa trasmissione andrà ad alimentare tutta quella schiera di bimbiminkia che si avvicinano alla fotografia non capendoci un cazzo ma con tanta voglia di spendere soldi e di considerare il lavoro del fotografo facile e pieno di soldi… (e sono tanti… troppi)
la cosa mi rattrista.. ma mi consola il fatto che questa mandria di bimbiminkia rimarrà delusa… e io che sono un signore quando sconsolati e tristi ritorneranno indietro tristi e sconsolati….

RIMANE DIO di © Daniela Tuscano

Proprio    mentre    riportavo  (  lei è impegnatissima in questo periodo) di Daniela Tuscano     ho  iniziato   a  canticchiare    questa  canzone  

Grazie  Daniela   è  un piacere  una  gioia   averti   scoperto  ben  7  anni fa   sul forum di Ammazzatecitutti

  Ma   Adesso  basta   vi lascio   al  suo post  




                           RIMANE DIO    di © Daniela Tuscano

Ti hanno visto ilare, il volto spianato, perfettamente a tuo agio fra i giovanissimi, nel campo sportivo incorniciato da un Cristo floreale, quasi indù. La tua solarità dietro i contenuti seri, densi e meditati. Ma io ti preferisco pensoso, sfibrato dal caldo, dolente, immerso nel cosmo e a tratti invisibile. Ti preferisco quando la tua figura emerge incerta fra il verde squillante delle giovani robinie. Quando, sull'altare, letteralmente scompari, fra l'oro iconico degli arredi, e sei tutt'uno e non ti appartieni più. "Milanesi sì, ambrosiani certo, ma parte del grande popolo di Dio", riassumi, e dici tutto. Forse hai scelto il rito ambrosiano proprio perché meticcio: spurio, un ponte. In parte romano, in parte bizantino, in parte greco. Come spurio era il nostro patrono. E non è questa, Milano? Non è questa la sua cittadinanza, la sua identità in mille anime? 
Milano non è monolitica, ma affastellata e lucente. Come la sua cattedrale. Ha il cuore in mano, Milano. Bene hai fatto a ricordarlo. Bene hai fatto a sottolineare - e qui la gravità s'imponeva - la "speculazione" su sentimenti, famiglia, lavoro (o mancanza di esso)... e tempo; un tempo strapazzato come una fisarmonica rotta, che la cultura attuale, dell'efficientismo e dello scarto, elimina; e dall'altra parte invece, dagli spalti dello stadio, l'hai evocato, rallentato, respirato e amato. I giovani hanno bisogno del tempo come dell'aria. Vogliono dilatazione. Spazi aperti, poiché solo lì si gioca davvero. Educazione e non nozionismo. Spessore. 
Ammazzare il tempo, sciupare tempo: due modi per massacrarlo, per sovvertire "i valori, se vogliamo chiamarli così". Il tuo lessico è lineare, non sciatto. "Valori" non significa nulla. "Valori" implica calcolo. Meglio princìpi, certo. Ma non tutti avrebbero colto. Ti sei quindi rassegnato alla stanchezza verbale, non senza amaritudine. 
A ognuno il suo Francesco ed era bello stare lì. Magari per costruire due o tre capanne e ascoltarti ancora. Ma il nostro posto è nelle città della pianura, è nel tempo, che però a sua volta appartiene a Dio; e "ce ne ha promesso tanto". E mentre il cielo si richiudeva, tornando ingombro di nubi nere, ho ringraziato quel tuo nascondimento, il tralucere nelle fronde, l'aureo annegare. Andandotene, rimane Dio; quello che la tua presenza ha reso visibile, rinnovando tutte le cose, il nostro quotidiano, il diuturno viaggio. Rimane Dio e rimane tutto, e dopo una notte di gelo e pioggia, come a Emmaus, l'orizzonte si fa più chiaro, timido come l'anima, fragile dopo il periglio. Il cardinale Martini, da lassù, ha sorriso.



non tutto il mondo omosessuale è per la maternità surrogata il caso di Raúl Solís (@RaulSolisEU)

da http://www.paralelo36andalucia.com


Los vientres de alquiler: la cara más brutal del ‘gaypitalismo’

Soy gay. Lo especifico porque, teniendo como tengo infinidad de círculos sociales en los que participan hombres homosexuales, no sabía que el tema de los vientres de alquiler o gestación subrogada era tan trending topic para los gays. Es más, hace sólo seis meses no conocía a nadie que quisiera ser padre por medio de este modo encarnizado. Conocía a famosos ricos, pero no a gays normales con los que yo me relaciono.Sin embargo, desde hace unos meses, una marabunta de hombres homosexuales, casi siempre organizados a través de entidades LGTB subvencionadas con dinero público para trabajar por la igualdad de gays, lesbianas, transexuales y bisexuales y no para defender la compra y venta de mujeres como método de inseminación artificial, están haciendo una tournée mediática para convencer a la sociedad de que regular los vientres de alquiler -ellos lo llaman “gestación subrogada”- es ir a favor de la tolerancia sexual, de la igualdad. Por tanto, oponerse a los vientres de alquiler, según este lobby de gays ricos, es ir en contra del colectivo homosexual y situarse del lado de la jerarquía eclesiástica.Llevo meses viendo perplejo cómo hombres gays y representantes de entidades LGTB están intentando hacer ver a la sociedad que los gays en su conjunto creemos que tenemos algún derecho a ser padres comprando el órgano reproductor de una mujer pobre. Mi perplejidad transmuta en indignación cuando pienso en la maldad que encierra que haya entidades gays que defiendan esta macabra manera de ser padres.Históricamente, han sido las mujeres quienes primero dieron refugio a los homosexuales cuando el destino turístico de los gays eran las cárceles incruentas, cuando vivir en libertad significaba ser expulsado de casa con una paliza de dote y el mundo del espectáculo y la prostitución eran las únicas salidas laborales si querías zigzaguear la marginalidad.Fueron las mujeres las primeras aliadas de los homosexuales. Fue el feminismo quien nos acompañó a las primeras manifestaciones en los 80 y 90 por la igualdad de derechos y el matrimonio igualitario. Fueron ellas quienes protegían a sus hijos homosexuales para evitarles una paliza. Fueron las mujeres quienes defendieron en el Congreso nuestro derecho a casarnos, a ser ciudadanos de primera, y quienes más presión hicieron dentro de los partidos progresistas para que finalmente España tuviera una ley de matrimonio y adopción de las más avanzadas del mundo.A pesar de todo esto, muchas entidades LGTB han olvidado demasiado rápido y, en cuanto han tenido la primera oportunidad, se han situado contra las mujeres y el movimiento feminista, porque su deseo a ser padres está por encima del derecho de las mujeres sobre su cuerpo. Alega este ‘absurdismogay’ militante que el hecho de que una mujer acepte preñarse para que un hombre rico sea padre es un acto de libertad, prostituyendo el significado de una palabra tan solemne y hermosa como libertad.De tanto creer que la libertad consiste en decidir si queremos una camisa de Zara roja o verde, muchos activistas gays han olvidado que la libertad no es un hecho individual sino un compromiso colectivo con el bienestar y la dignidad de nuestra sociedad. Es decir, que haya gente que acepte un trabajo de 10 horas al día por debajo del salario mínimo es un acto de necesidad, pero en ningún caso de libertad. No es libertad porque aceptando cobrar por debajo del salario mínimo está legitimando que los empresarios rebajen los salarios a otro trabajadores que ganan sueldos más altos. Si la libertad se usa para asesinar, empobrecer, violar derechos humanos o convertir a las personas en objetos, es salvajismo y no un derecho.El capitalismo salvaje nos trata de convencer de que las mujeres son vendibles y comprables, despojándolas de su valor comos seres humanos y lanzando un mensaje de que, como son cosas, cualquier violencia sobre ellas es comprensible, legítima, socialmente aceptable y legislativamente regulable. Y las asociaciones gays, en lugar de defender a quienes fueron sus primeras aliadas, las mujeres, se ponen del lado del sistema capitalista que sólo acepta la diversidad y los derechos mediante tarjeta de crédito. Para echarse a llorar.En España ya se puede tener un hijo por gestación subrogada voluntariamente sin necesidad de modificar la ley. Una mujer se puede quedar embarazada y dar a su hijo en adopción. La ley se quiere modificar para introducir los contratos mercantiles en esta práctica y convertir a las mujeres en vasijas. ¡Qué no te engañen!Quien quiera vender la explotación y compra y venta de mujeres que lo haga en su nombre pero, por favor, no en el nombre de los gays, que somos millones, diversos y no todos hemos abrazado el gaypitalismo, la desmemoria y el salvajismo. Yo no sería capaz de explicarle a mi hijo que lo obtuve aprovechándome de la necesidad de su madre, comprando su útero, poniendo su cuerpo a prueba con un embarazo de nueve meses y firmando una cláusula en un contrato mercantil por la que, si el producto no me hubiera convencido, tenía el derecho a devolverlo como se devuelven los productos que no nos convencen al llegar a casa. Yo no podría mirar a mi hijo a la cara para explicarle que lo compré como si fuera un producto de Zara.Sirva esta columna para gritar bien fuerte que, como hombre gay, me niego a que se esté usando mi orientación sexual para defender que los homosexuales tenemos derecho a alquilar mujeres para satisfacer nuestros deseos de ser padres. No quiero que ser gay signifique indolencia, insolidaridad, desmemoria, misoginia e insensibilidad con las mujeres, especialmente con las más pobres entre las pobres, que serán las que venderán sus úteros para que los gays ricos puedan luego vender la exclusiva de la infamia en las revistas del corazón. ¡No en mi nombre!


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Maternità surrogata: il lato più brutale di 'gaypitalismo'

Sono gay. Che specifica, perché, avendo come hanno fatto innumerevoli circoli sociali coinvolti gli uomini gay, non sapeva che la questione della maternità surrogata e la maternità surrogata è stato così trend topic per i gay. Inoltre, appena sei mesi fa io non conosco nessuno che potrebbe essere il padre attraverso questo modo amaro. Sapevo ricco famoso, ma non i gay normali con cui mi relaziono.Tuttavia, qualche mese fa, una mischia di uomini gay, di solito organizzato attraverso entità LGTB sovvenzionati con soldi pubblici a lavorare per l'uguaglianza per gay, lesbiche, transessuali e bisessuali e non per difendere la compravendita di donne metodo di inseminazione artificiale, stanno facendo un supporto tournée per convincere la società che regolano gli uteri di affitto -hanno chiamarlo "maternità surrogata gestazionale" - è quello di andare a favore della tolleranza sessuale, l'uguaglianza. Pertanto opporsi maternità surrogata, secondo questa ricca lobby gay, sta andando contro la comunità gay e di schierarsi con la gerarchia ecclesiastica.Ho preso mesi alla ricerca perplesso come gli uomini gay e rappresentanti delle organizzazioni LGBT stanno cercando di vedere che la società gay nel suo complesso crediamo di avere il diritto di essere genitori che acquistano un povero organo giocatore donna. La mia perplessità tramutata in rabbia quando penso del male che tiene organizzazioni gay lì per difendere questo modo macabra della genitorialità. Storicamente, è stato donne che per primo ha dato rifugio agli omosessuali come destinazione turistica per i gay sono stati prigioni non invasivi, dove vivono in libertà significava essere espulsi da casa con un pestaggio della dote e l'intrattenimento e la prostituzione erano l'unica opportunità di lavoro se si voleva zigzagando marginalità.Le donne sono stati i primi alleati di omosessuali. E 'stato il femminismo che ci ha accompagnato alle prime dimostrazioni negli anni '80 e '90 per la parità dei diritti e della parità di matrimonio. Sono stati loro che hanno protetto i loro figli gay di risparmiare loro un pestaggio. Erano donne del Congresso che hanno difeso il nostro diritto a sposarsi, ad essere cittadini di prima, e che ha fatto più pressione all'interno dei partiti progressisti finalmente la Spagna ha avuto una legge sul matrimonio e l'adozione dei più avanzati al mondo.Nonostante tutto questo, molte entità LGTB hanno dimenticato troppo in fretta e, non appena hanno avuto la prima occasione, sono stati collocati nei confronti delle donne e del movimento femminista, perché il loro desiderio di essere genitori è il diritto delle donne circa la loro corpo. Egli sostiene che militante 'absurdismogay' a parte il fatto che una donna accetta preñarse per un uomo ricco di essere il padre è un atto di libertà, prostituire il significato di una parola così solenne e bella come la libertà.Entrambi credono che la libertà è quello di decidere se vogliamo una camicia Zara rosso o verde, molti attivisti gay hanno dimenticato che la libertà non è un atto individuale, ma un impegno collettivo per il benessere e la dignità della nostra società. Cioè, ci sono persone che accettano il lavoro 10 ore al giorno al di sotto del salario minimo è un atto di necessità, ma in nessun caso di libertà. Non la libertà perché accettare carica al di sotto del salario minimo sta legittimando che i datori di abbassare i loro salari ad altri lavoratori che percepiscono salari più alti. Se la libertà è usato per l'omicidio, impoverire, violano i diritti umani o di trasformare le persone in oggetti, è selvaggio e non un diritto.capitalismo selvaggio cerca di convincerci che le donne sono vendibili e conveniente, privandoli dei loro Hows valore esseri umani e rilasciando un messaggio che, come stanno le cose, ogni violenza contro di loro è comprensibile, legittima, socialmente accettabile e legislativamente regolamentato. E le associazioni gay, invece di difendere quelli che erano i suoi primi alleati, le donne prendono il lato del sistema capitalista che accetta solo la diversità e dei diritti con carta di credito. Mentire a piangere.In Spagna si può già avere un figlio da maternità surrogata volontariamente senza cambiare la legge. Una donna può rimanere incinta e dare il bambino in adozione. La legge deve essere modificata per introdurre contratti commerciali in questa pratica e trasformare le donne in vasi. Non fatevi ingannare!Chi vuole vendere la fattoria e la compravendita di donne che lo fanno per loro conto ma per favore, non in nome di gay, ci sono milioni, diversi e non hanno tutte abbracciato il gaypitalismo, dimenticanza e ferocia. Non sarei in grado di spiegare a mio figlio che ho preso approfittando della necessità di sua madre, l'acquisto di suo utero, mettendo il test corpo con una di nove mesi di gravidanza e la firma di una clausola di un contratto commerciale per cui, se il prodotto io non ero convinto, aveva il diritto di ritorno, i prodotti che non ci convincono per tornare a casa vengono restituiti. Non potevo guardare mio figlio in faccia a spiegare che ho comprato come se fosse un prodotto di Zara.Servite questa colonna per gridare ad alta voce che come un uomo gay, mi rifiuto di essere che si sta utilizzando il mio orientamento sessuale di sostenere che gli omosessuali hanno il diritto di assumere le donne per soddisfare il nostro desiderio di essere genitori. Io non voglio essere gay significa pigrizia, mancanza di solidarietà, la dimenticanza, la misoginia e l'insensibilità alle donne, specialmente i più poveri tra i poveri, che sono quelli che vendono i loro uteri per i gay ricchi possono poi vendere l'infamia esclusivo riviste. Non nel mio nome!

LE ANIME BELLE ESISTONO E RESISTONO ... Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.

  da   Mauro Domenico Bufi    21 dicembre alle ore 11:05   il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie. In testa un buffo cappell...