4.11.18

ma il rinnovamento di dylan dog dov'è ? si è solo distrutto ed ora si deve ricostruire ? il nuovo ciclo che inizierà dal 387 sarà realmente il rinnovamento ?


Va bene  (  e mi  limito  alla serie mensile , visto   che essendo  appassionato e  stregato   , nonostante    stia invecchiando  ,  di  fumetti  )    che per  un  rinnovamento totale ci vuole  tempo  e  non  è semplice  come dimostrano  gli articoli  di  lospaziobianco.it   citati   all'inizio del post  , soprattutto    quando  un fumetto è un  icona  \  un eccellenza   del costume   e   del fumetto  italiano, per poterlo rinnovare  senza  snaturarlo completamente . Ma  quattro anni   non sembrano  un po'  troppo  ?  Se  si tratta  di rinnovamento come  mai i  personaggi che hanno sostituito   :  1) Bloch e Jenkins   cioè Tyron Carpenter e  Rania Rakim  .,   2) Xabaras cioè John Gost   sono  privi   di spessore  o se  l'hanno  ancora  non è emerso  ?  Dovremo fidarci e sperare che   il nuovo  ciclo  che inizierà  da  novembre  ,  e  si  concluderà nel  n  400

Ora  secondo quanto  viene  riportato  dalla  pagina  facebook  ufficiale  di Dylan  Dog
Con il numero 387 intitolato "Che regni il caos!", scritto da Roberto Recchioni per i disegni di Leomacs e Marco Nizzoli, in edicola dal 29 novembre, inizia per Dylan Dog l'atteso "ciclo della meteora", un gruppo di episodi - connessi da un evento apocalittico - che porterà il lettore fino al numero 400.
Ecco la copertina di Gigi Cavenago. In edicola dal 29 novembre.
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sara vero ? dovremo fidarci e sperare oppure sarà la solita " propaganda " per non perdere lettori in particolare quelli che chiedono e che vogliono un effettivo ( che si stà avvenendo ma troppo lentamente ed ancora molti non notano del tutto in quanto si è ancora in frase intermerdia fra decostuzione \ distruzione dei clichè / stereotipi che si hanno creato storie bellissime e stuipende entrate nella letturatura fuumettistica e nellì'immaginario della generazione anni 80\90 ma che ormai erano logori e ripetitivi e che quindio andavano tolti e sostituiti con qualcosa di nuovo ) cambiamento . Mah   aspettiamo    dopo di  che  , anche se  con grosso sacrifico  , vistoche  si tratta  di  lasciare  una grossa   parte  di me  ,   lo abandonerò
sarà il  l'inizio  o   secondo  alcuni   la conclusione del   rinnovamento     e  l'inizio di un  nuovo Dylan   oppure sarà la solita " propaganda " per non perdere lettori come il sottoscritto    che continuava  a comprarlo   per  passione e per attaccamento    che chiedono e che vogliono un effettivo e visibile ( che sta avvenendo ma troppo lentamente infatti siè ancora allo statro si decostruzione e di distrruzione dei cliché ed ancora molti non notano del tutto .  ?   per  concludere   lo sfogo    sul lentissimo e  quasi inesistente    rinnovamento    mi  chiedo   per  parafrasare  le  ultime pagine  della  storia   :     quando leggeremo solo   storie    di questo tipo   cioè  ( metto  anche qui      per non rovinare  il  finale   a  chi  non  dovesse  ancora  averlo letto ) 




                                          SPOILER
















                                                   SPOILER  



ovvero  alternanza  fra  nuovo e  vecchio   e nuovo   , fra  numeri  belli e mediocri    od  solo  abbozzati \ sfumati  cioè   che  iniziano bene  e sembra  un ottima storia  per  poi  finire  in ......  mediocrità  ed  banalità    come   quest'ultimo  numero 

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  di cui trovate  qui sotto    la   recensuione   

Nessun testo alternativo automatico disponibile.Ho appena  letto e   riletto    l'ultimo  DD  .  Come  voto merita  -6 ad essere  genorosi  visto che  alcuni    su fb   , su  pagine  comunitarie  dedicate  a  Dylan  Dog   gli hanno fato  anche   4  .
SPOILER ottimi disegni sprecati per una storia partita benissimo  ma conclusa mediocramente metaforicamente parlando . In  essa   c'è   una  mancanza    quasi totale   ,  perchè  qujello che  c'è   è  scontato e  un po'  troppo  banale    ed  prevvedibile     m insomma  e  privo d'aproffondimento    (  va bene  non  bisogna   spiegare     sempre  tutto  ma     permettere  al lettore  d'avere una sua interpretazione  ,  ma sipoteva  dedicargli  più spazio cioè   non   basarsi solo sul sesto senso  della madre  originalria  )   del  serial killer e sul suo agire ,catturato in maniera banale e scontato  (  tipico  della  realtà , un po' più diu fantasia  o suspence   No !! )   , mancanza di un ruolo di dylan , usato come  se fosse  un  riempitivo o  uno spettatore  passivo  . La  storia    sarebbe  stata  valida   , anche   con questo   ruolo  marginale  di  D  , se  fosse  stata  pubblicata   in due parti o in un numero speciale magari   al  di fuori  dela serie regolare    o  sempre  nella serie regolare   in due  puntatre    o  in un numero   con  lo stesso n di pagine che ha Martin Mystere che esce ogni due mesi .  Sprecato ed non andato a buon fine , peccato stava funzionando benissimo  anche se    con un sottilissim plagio   , il tentativo di trasformare in psyco - horror i film non facenti parte del genere : 1) Philomena film del 2013 diretto da Stephen Frears ., 2) Magdalene è un film del 2002 scritto e diretto da Peter Mullan. SPOILER  Un vero peccato .Giancarlo Marzano di solito scrive delle eccelenti storie , ma stavolta ha toppato. Capita anche a bravi ed eccellenti di scrivere SPOILER una storia tappabuchi ovvero scritta tanto per scrivere per riempire il mese SPOILER . L'ottima a mio avviso copertina è fatta talmente bene che t'inganna su quello che sarà il contenuto della storia .E che sono troppo legato a DD altrimenti potrei dire d'aver buttato via i miei soldi
😇

con questo   è tutto  alla prossima

3.11.18

Nuvole senza Messico

storie di libertà animale . aiuto e salvo il mio padrone ma non voglio riconoscenza ne legami voglio essere libero .

Anche  gli  animali     hanno una storia  da raccontare 
 ecco una storia   di  un rapporto  tra  un gatto    salvato  dalla  strada  e    colei  che l'ha   salvato

    da https://imieianimali.it/  del  4 dicembre 2015

Un gattino salva la vita alla padrona avvisandola della malattia

· 
Se avete dubitato talvolta del sesto senso degli animali e del vincolo speciale che si crea tra padrone e animale, forse vi ricrederete..Vi sono senza dubbio molte esperienze reali che dimostrano che gli animali possono amarci praticamente senza limiti, arrivando talvolta anche a salvarci la vita. Senza dubbio sembra sempre più vera la seguente frase:  Una vita senza un animale è un errore( -Anonimo  )  . Questo è il caso di Tom, un gattino indipendente e schivo che un giorno divenne, senza una chiara ragione apparente, molto insistente e pesante. Per lo meno era quello che credeva la sua padrona. Vi piacerebbe conoscere la storia di questo adorabile gattino? Ora ve la raccontiamo.

C’era una volta..




gatto e donna

Sue McKenzie passeggiava durante un tiepido pomeriggio di primavera, quando udì alcuni delicati, ma intensi miagolii provenienti da una scatola di cartone.Non potette resistere e si avvicinò alla scatola e li lo trovò: una palla di pelo di color bianco e nero, un gattino che cercava disperatamente di uscire dalla scatola e, probabilmente, molto affamato.“Come possono esistere persone tanto cattive da abbandonare un essere tanto grazioso?” pensò Sue. Fu amore a prima vista. Quando il gattino la vide, i suoi miagolii cessarono. Arrivò la sua salvatrice, o almeno così sperava.Sue non poteva fare altrimenti, anche se non aveva mai considerato di tenere un animale, non poteva lasciarlo lì. Lo prese, gli comprò un biberon per nutrirlo e se lo portò a casa. Restava solo la cosa più importante: dargli un nome.L’unico contato che Sue aveva avuto nella sua vita con i gatti era con i cartoni animati, che conosceva fin da piccola e così lo chiamò: Tom.

Un gattino indipendente

Col passare dei giorni, Sue faceva sempre più conoscenza con Tom e viceversa. All’inizio Sue non sapeva come sarebbe stata la convivenza con il piccoletto, dato che la sua era una vita molto impegnata, troppo per farsi carico di un animale. Senza dubbio però il suo gattino era, ed è, speciale.
Era estremamente indipendente e solitario, si può dire che non la considerava quasi per niente. Faceva visita solo per i pasti e, a volte, Sue si guadagnava qualche graffietto sulle gambe in segno di riconoscimento.

Il cambiamento




gatto 1

Per tutte queste ragioni, Sue fu colta di sorpresa quando un giorno il suo gattino Tom salì con lei sul sofà, mise la testolina contro il suo petto e, con un salto, salì sullo schienale e iniziò a giocare con il collo della padrona, come a massaggiarlo con le sue zampette.Nonostante lo stupore, Sue non poté negare che quella sensazione le piacque, sia quella fisica sia quella emotiva. Credette che il suo gattino fosse impazzito per un giorno, ma non sapeva di essere ben lontana dalla realtà dei fatti.Il gattino Tom replicò per settimane questo comportamento, giorno dopo giorno, al punto tale da far impazzire Sue.Sue non riusciva a capire cosa stesse accadendo e perché il suo gattino avesse cominciato a comportarsi in questo modo, così decise di andare dal medico per sapere se qualcosa nel suo collo o un odore speciale attirasse l’attenzione del suo gattino.I risultati furono sorprendenti e tristi al contempo. Sue aveva una cisti nel collo, che poi si scoprì essere un cancro dei globuli bianchi, conosciuto come linfoma di Hodgkin.Il medico le disse che di fatto doveva ringraziare il suo gattino Tom, perché avevano scoperto il tumore e con poche sessioni di chemioterapia, sei in tutto, il tumore scomparve completamente.Sue deve quindi la sua vita al suo gatto che, invece di volerle dare fastidio con i suoi atteggiamenti, la voleva solo avvertire del pericolo.Oggi Sue è completamente guarita e Tom, il gattino salvatore, continua ad essere il suo coinquilino. Lei gli è molto riconoscente, perché senza di lui magari non avrebbe mai scoperto la malattia in tempo.Tuttavia, una volta che la sua padrona guarì, Tom tornò ad essere il gattino indipendente e schivo, continuando ad ignorare la sua amata padrona.

Avevo appena  fnito di leggere    questa   storia  , ed  ecco che   pensando   alla  " moda  di Halloween  "  ed  alle  ...  che si fanno  in questo carnevale  pagano   quelle legate a superstizioni, ignoranza e antiche credenze popolari, che in particolare ad Halloween diventano addirittura pericolose per questi felini. Ecco come difenderli…   news  tratte    da 
https://www.greenme.it/

Gatti neri e superstizione

Ancora oggi in Italia il problema della superstizione legata gatto nero si tramanda nell’immaginario collettivo, e ogni anno sono diverse decine di migliaia i gatti neri che muoiono proprio vittime di queste stupide superstizioni. Secondo le stime del centro studi di AIDAA, ogni giorno almeno 15 milioni di italiani fanno gli scongiuri e toccano amuleti alla sola vista del gatto nero. Milioni di automobilisti e pedoni, invece, si fermano lasciando passare il gatto nero proprio perché ritengono che la giornata sia rovinata se si incontra un gatto nero che attraversa la strada. O, ancor peggio, premono l’acceleratore per uccidere il gatto prima che raggiunga l’altro lato della strada!

Gatto Nero
Gatti neri, riti satanici e messe nere

Un pericolo ancora maggiore per i gatti neri è rappresentato dai riti satanici. Tra le località a maggiore rischio messe nere, ci sarebbero alcune zone del Piemonte, della Lombardia, della Liguria, dell’Emilia Romagna, del Veneto e del Lazio. Secondo Croce (di AIDAA) “la zona di Mirandola è da considerare tra quelle a maggior rischio messa nera in quanto si tratta della punta sud est del pentacolo dei satanisti di rito layeriano”.
Questi rituali, che hanno origine nel Medioevo, trovano ancora oggi seguaci e adepti che, per praticarle, si riuniscono in luoghi isolati in particolari periodi dell’anno (come la notte di Halloween e dell’equinozio di primavera) e sacrificano bestiole innocenti perseguitate da assurde superstizioni  come i gatti neri (o quelli completamente bianchi).

Mi è  ritornata in mnte  questa   storia  letta  quest'estate  in  rete da  https://www.ilgiorno.it/

Nerone gatto pompiere: salva la casa dall'allagamento

Miagolando disperatamente ha svegliano la padrona avvertendola del pericolo

di ROSSANNA BRAMBILLA
Ultimo aggiornamento il 11 luglio 2018 alle 07:07

Nerone


Monza, 11 luglio 2018 - Sveglia la proprietaria perché la casa si sta allagando. È un gatto eroe Nerone. Durante la notte tempestosa della scorsa settimana il micio corre da Valeria, la sua proprietaria in piena notte e la sveglia di soprassalto con strani versi, mai emessi prima. Il gatto si mostra subito irrequieto. La donna si allarma e decide di alzarsi. Pochi passi e la spiegazione a quei particolari miagolii diventa lampante. La cucina si era allagata a causa di un forte temporale e di una finestra lasciata aperta.
La pioggia stava entrando in casa nonostante le tapparelle fossero chiuse. Non solo. Già perché anche in sala l’acqua stava invadendo il pavimento. Sono appena passate le 5 del mattino e Valeria si trova in casa da sola. La giovane corre a prendere stracci e secchio, Nerone la osserva senza mai lasciarla sola. Il micio esausto riesce a rilassarsi solo quando la ragazza termina di asciugare le piastrelle di casa. Fieri del gattone nero i suoi proprietari, ma anche i volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali. Nerone è un loro vecchio amico. Al Gattile di Monza era arrivato a novembre del 2015 con la tibia fratturata. I veterinari lo avevano subito operato per applicare un fissatore esterno. Dopo più di un mese di cure il micio era guarito e il fissatore era stato tolto. A gennaio Valeria insieme al suo compagno Alessio avevano visto per la prima volta il suo viso. Dopo aver compilato i moduli dell’Enpa avevano aperto le porte del loro appartamento al gattone. «Siamo orgogliosi di lui – commentano dal gruppo di animalisti -, il micio è stato capace di ripagare i suoi proprietari con gli interessi».

Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti. Razzismo sulla Circumvesuviana, signora si ribella gli altri tacciono o girano video

questa  vicenda  vedere il video 




conferma     la  frase  citata  nel  titolo  di Martin luter  king  .  ecco  la  cosa vergognosa  non tanto per  il  razzismo in se   che èà  successo  ma  per il silenzio    che  ha  circondato il fatto



Un fermo immagine del video pubblicato su Facebook dall'utente Pasa Anta
Ancora offese razziste sul treno. Dopo l'aggressione avvenuta tre giorni fa sulla Roma-Lido, stavolta a finire nel mirino di un passeggero intollerante è un gruppo di pakistani in viaggio sulla Circumvesuviana di Napoli. A documentare l'episodio, un video pubblicato dall'utente Facebook Pasa Anta, che mostra la ribellione di una passeggera alle parole razziste indirizzate ai pakistani da parte di un uomo. L'episodio risalirebbe al pomeriggio di ieri, non è chiaro il motivo che lo ha scatenato. "Sul treno della Circumvesuviana di Napoli - scrive Pasa Anta - un ragazzo offende dei pakistani (tra l'altro molto pacifici) e a un certo punto una signora non ce la fa più e reagisce dicendogli anche 'preferisco che l'Italia diventi loro piuttosto che dei personaggi come te, fascista e razzista'".
La signora, come si vede nel video, è visibilmente arrabbiata: "E noi dobbiamo stare qua a sentire lei che insulta?", chiede all'uomo che, in piedi e a voce alta, apostrofa e indica i passeggeri stranieri come "pezzi di me...". "E invece sei tu che sei scemo, razzista e aggressivo", ribatte la signora che si sente rispondere "sì, sono razzista e l'Italia è nostra". La risposta della donna? "Allora no, tu non sei razzista, sei stronzo". Il filmato, come spiega Pasa Anta nella didascalia, è interrotto mentre i due ancora litigano. Lite che, stando alle parole dell'utente Facebook, si sarebbe protratta a lungo e aggravata: "Non c'è il resto del filmato, ma la signora, davvero coraggiosa - racconta -, al crescendo di aggressività del tipo in questione, che la minaccia di essere in procinto di sferrargli un pugno, gli dice: 'come ti vedo alzare le mani ti scasso l'ombrellone in testa'. Il ragazzo si alza e se ne va imprecando malamente ma si ferma davanti alla porta di uscita, come in attesa".
E quando la signora "tre fermate dopo, fa per alzarsi, per niente intimorita e con un sorriso sereno - nient'affatto beffardo - non si fa nessun problema a prendere l'uscita verso la porta dove sta sostando il tipo. A questo punto - aggiunge Pasa Anta - un altro ragazzo, un manovale stanco di fatica e sporco di calce, chiaramente uno straniero dell'est Europa, si alza e la segue alla porta. Quando il treno si ferma, la signora scende, il tipo che inveiva e che l’aveva guardata con rabbia all’approssimarsi della fermata rimane sull’uscio e l’ucraino (?), una volta chiusasi la porta, torna a sedersi. Aveva seguito la signora per assicurarsi che non fosse aggreditavigliaccamente mentre scendeva".
Nel post dell'utente c'è poi spazio per un'ultima, amara, considerazione: a ribellarsi al razzismo del passeggero è stata una sola donna mentre gli astanti rimanevano indifferenti o filmavano l'accaduto. "La realtà vera in questo video - scrive Pasa Anta concludendo il post - è la maggioranza silenziosa che caratterizza lo spirito di una società e di un periodo storico, cioè tutti i presenti, indifferenti e silenti".


2.11.18

esistono anche i santi laici non solo religiosi

i  sottofondo
misere Zucchero - Bocelli-Pavarotti
Giorgio Canali e Rossofuoco - Nuvole senza Messico
 Legi anche



Molti   miei amici\che   cattolici  e  cristiani mi hanno fatto  il cazziatone    perchè   non ho  ricordato  la  data  del  1  novembre  cioè  tutti    i  santi   e  mi sono fermato  nela mia  personale  guerriglia   contro culturale  su  hallowenn ( in reltà  è un certo  tipo di  halloween    ,ma  di  questo ne  già parlato  qui  ) . Eccoli    che   ,  dovrebbe  scivolarmi  e fregarmene  ma  non ci riesco  ,    gli accontento  e  ne parlo   ora  .


Non ho  celebrato    per  due  ragioni   


La prima   è che   essa   è una festa   creata  ad  arte  non pòresente  nelle   savcre  scritture  ma  creata  appossitamente  per    combattere  tali culti  pagani  .  Infatti  : <<  [---] L'antropologo James Frazer, osservando che, prima di diventare festa di precetto, la festa di Tutti i Santi veniva già festeggiata in Inghilterra (paese un tempo abitato dai Celti) il 1º novembre, ipotizzò che tale data fosse stata scelta dalla Chiesa per creare una continuità cristiana con Samhain, l'antica festa celtica del nuovo anno (secondo le teorie dello storico Rhŷs)[3], a seguito di richieste in tal senso provenienti dal mondo monastico irlandese[senza fonte]. Questo studioso, insieme con altri, sostenne che, secondo le credenze celtiche, durante la festa del Samhain i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e che quel giorno celebrazioni gioiose venissero tenute in loro onore. Da questo punto di vista le antiche tribù celtiche erano un tutt'uno col loro passato ed il loro futuro. Questo aspetto della festa non sarebbe mai stato eliminato pienamente, nemmeno con l'avvento del cristianesimo che infatti il 2 novembre celebra i defunti.Lo storico inglese Ronald Hutton ha messo in discussione queste tesi, osservando come una festa in onore di tutti i santi venisse celebrata da vari secoli (prima di essere festa di precetto), in date discordanti nei vari paesi: per la Chiesa di Roma era il 13 maggio, in Irlanda (paese di cultura celtica) era il 20 aprile, mentre il 1º novembre era una data diffusa in Inghilterra e Germania (paesi di cultura germanica)[3]. Inoltre, sempre secondo Hutton, non ci sarebbero prove che Samhain avesse a che fare coi morti, e la Commemorazione dei defunti iniziò a essere celebrata solo in seguito, nel 998[3]. [----  da https://it.wikipedia.org/wiki/Tutti_i_Santi ]

La  seconda  è  perchè    vado al di là della  classica    definizione  di 


Santo (dal latino sanctusparticipio passato di sancīre, sancire -un patto-, in quanto chi lo recede incorrerebbe a sanzione, proteggere con sanzione, ma anche stabilire per legge e quindi, nell'accezione originaria, ciò che è inviolabile, cioè sacro, in quanto protetto da una sanzione [più che in sé]; a sua volta da Sanco, il dio dei giuramenti; abbreviato, secondo l'uso più comune al singolare in s. oppure S., al superlativo in SS. - riferito a Gesù o a Maria -, e al plurale in ss. oppure Ss.)[1] è attributo di un essere, oggetto o manifestazione che si ritiene essere correlato alla divinità. Nel significato moderno, il termine santo è utilizzato principalmente riferendosi a ciò che si ritiene inviolabile, in quanto consacrato da una legge religiosa, oppure venerato religiosamente, o considerato degno di venerazi

considero i  santi in maniera  laica    come suggerito  da

Rossa Domenica21 h+"I Santi sono qui.I Santi sono quelli che tornano dopo dieci ore in fabbrica e si mettono a fare le boccacce ai figli per farli ridere.I Santi sono quelli con dolori immensi dentro, che quando gli parli dei tuoi problemi ti stanno a sentire, senza quell'aria là, quella da "Eh, sapessi io quanto sto male!"
I Santi sono quelli che il bene che fanno lo fanno senza dirlo a nessuno.
I Santi sono quelli che si incazzano, che si alzano in piedi, che lo dicono quando vedono un'ingiustizia.
I Santi sono quelle maestre che scelgono apposta di prendere servizio nei quartieri difficili, e vanno lì e prendono a botte il male a colpi di poesie, di arte, di bellezza.
I Santi nessuno li va a santificare, ed è per questo che sono Santi.
I Santi sono sempre vivi. Anche dopo che non ci sono più."
I Santi sono quelli che il bene che fanno lo fanno senza dirlo a nessuno.I Santi sono quelli che si incazzano, che si alzano in piedi, che lo dicono quando vedono un'ingiustizia.I Santi sono quelle maestre che scelgono apposta di prendere servizio nei quartieri difficili, e vanno lì e prendono a botte il male a colpi di poesie, di arte, di bellezza.I Santi nessuno li va a santificare, ed è per questo che sono Santi.I Santi sono sempre vivi. Anche dopo che non ci sono più."

e   da  alcuni  siti  consultati   vedere  gli url    sopra


le solite becere strumentalizzazioni ad uso ideologico della storia della storia rovinano ed influiscono sul centenario ( 4 \11-1918-4\11\2018 ) del 4 novembre



Cerco   una risposta   a  qiuesta mia domanda   a  quando celebrazioni   senza  la nauseante   e  stucchevole  retorica  nazionalistica  ?  Credo   d'  ver  trovato  una risposta   negli articoli ed  i link   sopra    al post   che  riporto  oggi  ,  su  cui   vorrei  impostare   la  discussione  \  dibattito   ,  dimostrano  su  come   la  data  (  di cui  quest'anno ricorre  il centenario  )   del  4  novembre   dimostrano     dicome sia ancora  vivo  l'evento della  fine della  grande  guerra  .
Esso   fa  parte   nolenti   e  non della  nostra  storia  nazionale   su  cui ancora  non abbiamo   saputo  fare  i conti   .  Infatti nonostante    siano passati  100  anni   è   come testimonia  l'uso    strumentale  ed  ideologico     che  la  Meloni  , in questo  caso ,   si  vuole  fare  ovveroil tentativo   illussorio  ed forzato   visto che   si   vuole  fare      ciioè farne    forzatamente     una menoria      condivisa . Tentativo    che   rimane  solo utopistico ed evanescente      fin quando   si ricorda  solo  parte  della  storia  ,  
Dopo questo  pistolone     veniamo  agli articoli  

il  primo  è  una lettera      pubblicata     su  http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/  d'oggi 4.11.2018   


Carlo Montini in una foto inviata dal fronte
Carlo Montini in una foto inviata dal fronte

Grazie a Orlando Astuti e a Carlo Montini
"Cara Concita, il 2 novembre mio papà, Carlo Astuti, compie 97 anni (e rimane vostro fedele lettore). Il 4 novembre ricorre poi il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. I due anniversari sono, per la nostra famiglia, legati, perché mio papà si chiama Carlo in memoria dello zio, Carlo Montini, anche lui nato il 2 novembre, nel 1896"."Zio Carlo, proveniente da una famiglia molto patriottica (il padre, mio bisnonno Gino, era colonnello della Territoriale), scoppiata la guerra, partì volontario poco più che diciottenne. Fu promosso sotto-tenente, mandato al fronte e morì, colpito da una granata sul Veliki-Kribak (fronte del Carso), il 4 ottobre del 1916, quando non aveva ancora compiuto vent’anni. Fu insignito della medaglia di bronzo ed è ora sepolto nel Sacrario vicino a Sant’Ambrogio a Milano"."In famiglia si sono conservate le sue lettere dal fronte, prima entusiastiche, per la convinzione di stare servendo la patria, e poi sempre più drammaticamente consapevoli del massacro a cui stava partecipando. In memoria di quei giovani che in guerra morirono, e a dimostrazione che anche cent’anni fa si poteva morire da eroi ed odiare la guerra, ho pensato di condividere con i lettori della tua rubrica una lettera scritta da Zio Carlo alla famiglia il 30 marzo del 1916, durante una breve licenza nelle retrovie, lontano dalle trincee:
'Carissimi tutti,
Pace e tranquillità! Una quiete, una calma di tempo e di spirito semplicemente stupefacente! Che beatitudine mai provata, non sentire più quelle pallottole fischianti passare rasenti al buco che ci salva, non aver più quella dolorosa tensione dei nervi, non vivere più come esseri primordiali, come cani, badare a non sporgere il capo per non essere colpito e chinare la testa sulla spallina con gli occhi chiusi... fulminato! Trattenere tutto per non essere ucciso!Nulla più di tutto questo! Che bellezza! Figuratevi che ho una cameretta, s’intende di contadini, ma a me sembra una reggia e ci sono sempre dentro guardandola e ammirandola per rimanere a bocca aperta alla vista di … un … letto … lenzuola … comodini, parole che io pronuncio a scatti per l’emozione di fronte a tanta grazia di Dio! Comincio a persuadermi che questo personaggio esiste!Figuratevi, almeno figuratevelo non potendo aver un’ombra d’idea della realtà, pensate che di questo lungo periodo di prima linea il mio battaglione era nel punto più avanzato e la mia compagnia d’avamposto era ancora nel punto più avanzato di tutta la linea.Eravamo a 150 metri dalla trincea nemica e le vedette a circa 90. Si vedevano … e si parlavano! Una sera durante una mia ispezione alle vedette del mio plotone scivolai sul ghiaccio ed andai a finire nei reticolati austriaci. La vedetta nemica a dieci passi non sentì o forse intirizzito mi lasciò tranquillo e tornai… facendomi il segno della croce al ritorno alla mia trincea! Ho dunque ragione d’essere felice del nostro soggiorno attuale. Tanto più pensando… che non sono morto.
Baci. Carlo

Il secondo    un articolo  sul  fattoquotidiano  del  2\11\2018   di  

Ventotto volumi, pomposamente chiamati “albo d’oro”, contengono i nomi degli oltre 600mila morti per cause belliche. A questi vanno aggiunti, e non c’è neppure una statistica ufficiale, centinaia di migliaia di civili morti per “avversità belliche”, che tradotto significa fame e malattia. Intere generazioni spazzate vie sulle trincee e sugli altopiani, migliaia di uomini fucilati per mantenere la disciplina su ordine di tribunali militari speciali. Interi reggimenti sottoposti alla pratica della decimazione. Questa è statala guerra italiana ’15-’18. Questa e non l’eroico racconto di chi la guerra l’ha raccontata, dopo, da comode e calde case. O dai “letti di lana” come recita un verso della vera cantata della guerra, che non è la “canzone del Piave”, ma “Gorizia tu sei maledetta”.Per questo il 4 novembre non è tanto la data della vittoria, quanto la data che segna la fine dell’inutile strage. Non un trionfo ma una data che ricorda la follia della guerra e l’orrore del militarismo frutto esasperato del nazionalismo.La proposta di Giorgia Meloni 


100 anni fa vincemmo la Prima Guerra Mondiale. I nostri Eroi ci fecero liberi e sovrani. 100 anni dopo ricordiamo il loro sacrificio combattendo la stessa battaglia contro i nuovi invasori. Questo è il nostro omaggio, questa è la nostra sfida. #NonPassaLoStraniero


di fare del 4 novembre la data della festa nazionale è, quindi, non solo un modo per occupare qualche spazietto sui giornali ma, ed è peggio, un affronto al senso stesso che quella data ha occupato nella memoria del paese.
E non casualmente la proposta è infarcita di richiami alla vittoria, al Sacro Piave, all’eroismo. Le stesse parole e la stessa narrazione di chi mandava, in folli strategie, i soldati a crepare davanti le mitragliatrici e fucilava chi riusciva a tornare indietro.  Se il 4 novembre ha un significato è esattamente il contrario, a 100 anni dalla fine di quel massacro dovrebbe ricordarci altro. Dovrebbe essere un monito, terribile. Un monumento alla follia umana. Ma questo significherebbe abbandonare il terreno della propaganda, che per ironia della sorte proprio nella prima guerra mondiale diventa arma al pari di cannoni e gas tossici, e incamminarsi su un terreno più accidentato, quello della Nessun testo alternativo automatico disponibile.

riflessione e della comprensione. Terreni ostici di questi tempi.Sulle trincee e sui luoghi delle carneficine e delle fucilazioni di massa bisognerebbe tornare, per vedere per capire. Un esercizio di memoria utile non per celebrazioni di confini ma per evitare che un domani un paese senza memoria, un mondo senza memoria, possa pensare di ripiombare in quell’orrore chiamato guerra. Sarebbe il modo giusto per celebrare il 4 novembre e, magari, chiedere scusa.

Allora   si  aggiungo  io  a questo articolo  che    si potra  parlare  di memoria  condivisa      per  il momento   è  solo  fuffa  .  Quindi  spettabile  Giorgia  Meloni    si occupi se  proprio   vuole onorare    (  io  preferisco il termnine  ricordare  )   e i  caduti  in guerra   si preoccupi   (  vedere   primo url  sopra )   di   curarne  i monumenti  ed  il patrimonio  ad esso dedicato  . 

1.11.18

finalmente qualche comico che non sja crozza si schiera su questo governo





finalmente qualcuno chge oltre a crozza che prende posizione e finalmente piscia contro vento e non si adegua a chi partito incendiario è arrivato pompiere . adesso fasciostellati ti lanceranno merda preparati

31.10.18

la morte non fa sconti



leggendo questo articolo di questo nuovo network  wwww.estremeconseguenze.it

 ho  scoperto  che  :  
  1. in Italia è boom di #cremazioni. Nella sola #Milano l'80% delle salme viene incenerito. La tendenza segue il fenomeno in grande espansione delle Case Funerarie. Un business, quello del "caro estinto", che nel nostro paese coinvolge 6.500 imprese del settore e oltre 20 mila addetti #ognissanti
  2. vista  la blanda  opposizione    della  chiesa  cattolica  (  le altre religioni non saprei  )

   non  ne  lncoia  più folippiche   nè  il ponteficde  nè   i cattolici più tradizionalisti e   se lo fanno vedere    foto  sopra   sono sempre   meno 
 
 dev'essere  un  argomento  tabù che stai  venendo meno    visto  che  La morte è sempre più un fatto privato e lo Stato non fa sconti: aumentano vertiginosamente le cremazioni, la deducibilità fiscale delle esequie resta risibile  e  quasi inesistente 
  come  riporta  l'articolo    di   estremeconseguenze ,it 


LA MORTE NON FA SCONTI
La morte è sempre più un fatto privato e lo Stato non fa sconti: aumentano vertiginosamente le cremazioni, la deducibilità fiscale delle esequie resta risibile. Record a Milano: ormai l’80% dei defunti viene incenerito.





Daniele De Luca Giornalista
SCRIVI ALL'AUTORE | PUBBLICATO IL 31 OTTOBRE 2018


“Anche quest’anno ricorrono i morti. Speriamo vinca mio nonno”: recitava una consumata freddura di basso cabaret. Se è vero che il culto dei morti è lo specchio fedele di una civiltà, la ricorrenza della commemorazione dei defunti 2018 restituisce una fotografia precisa dell’Italia di oggi. Anche se nei prossimi giorni tanta gente andrà a salutare la tomba di un proprio caro, i cimiteri italiani stanno morendo. La morte non è più un fatto sociale, com’è stato per secoli, o perlomeno lo è ancora solo in alcune zone del Belpaese e in particolare al Sud.
La morte oggi è un fatto sempre più privato. E non solo perché ormai Facebook è il più grande cimitero al mondo (entro il 2098 gli utenti deceduti saranno più di quelli vivi. In Italia si contano circa 240 mila account che muoiono ogni anno, per decesso dell’utente o per abbandono delle attività, in media si parla di circa 600-700 profili al giorno, con la possibilità di nominare un proprio erede virtuale) ma perché sono in aumento esponenziale le persone che rinunciano alla tomba, alla lapide, per essere cremate e conservate quindi, in casa. A Milano ormai l’80% dei defunti viene cremato. È una tendenza in atto in tutta Italia, soprattutto al Nord ma in netta espansione ovunque. Il dato nazionale delle cremazioni è intorno al 30% ma gli indicatori stimano una crescita esponenziale nei prossimi anni. Non è solo una questione economica, la cremazione comporta ovviamente un risparmio rispetto a un loculo o a una tomba, ma anche culturale.

“Il ricordo è sempre più privato e sempre meno sociale” dice a EC Giovanni Caciolli, segretario nazionale di Federcofit ”I cimiteri sono cambiati. Se la morte resta una livella che non guarda in faccia al ricco o al povero ma mette tutti sullo stesso piano non è così per il ricordo: i ricchi possono permettersi un ricordo più duraturo, visibile, a volte anche monumentale. I poveri no, non possono permetterselo più. I cimiteri stanno cambiando. Si ampliano le aree dedicate ai non cattolici, come per esempio quelli per la comunità musulmana. Che però ha esigenze diverse. Innanzitutto devono essere inumati, e devono esserlo non in una cassa, ma in un lenzuolo e rivolti verso la Mecca. La convivenza tra confessioni religiose nei cimiteri italiani non è un fatto nuovo ed è assolutamente fattibile. Il problema si porrà tra qualche anno quando probabilmente la seconda e terza generazione di musulmani italiani si farà inumare mentre molti altri preferiranno sempre di più la cremazione. Lo spazio nei cimiteri è quello che è…”. Ma è la stessa percezione della morte ad essere cambiata. Sempre meno un fatto naturale, un passaggio della vita, sempre più una sconfitta. Perché si vive sempre più a lungo, perché i progressi della medicina hanno reso la terza età come la fase più lunga della vita, una seconda giovinezza. Almeno questa è l’immagine che passa attraverso il mainstream.

Esplode il fenomeno delle Case Funerarie, luoghi dove il defunto viene trasferito e vegliato in un ambiente elegante, intimo, quasi domestico. “Perché gli obitori e le camere mortuarie spesso sono fatiscenti, con regole stringenti e rigide, orari poco flessibili, condizioni di affollamento” dice a EC Alessandro Bosi di Feniof, “Mentre la casa funeraria permette un congedo dal defunto più umano, più rispettoso e più privato. Ormai in Italia sono più di 300 e in costante aumento e, le imprese di onoranze funebri che hanno sviluppato questi progetti, vedono oggi un ritorno economico soddisfacente”.
Onoranze funebri. Qual è oggi la situazione di questo settore?
600mila (circa) decessi all’anno in Italia, 6.500 imprese, 20mila lavoratori assunti più altri 10mila a chiamata, un fatturato di circa 1,5 miliardi di euro che però arriva quasi a 5 con l’indotto. Le leggi regionali degli ultimi anni hanno dato contorni precisi a questa attività, a parte il caso di Lazio e Sicilia che ancora non hanno legiferato in materia. In teoria oggi un ospedale di Roma o di Palermo può affidare tramite bando a una società privata di onoranze funebri la gestione di una camera mortuaria. Un affare da centinaia di migliaia di euro. Ma una sentenza del Consiglio di Stato ha bloccato i primi tentativi, sostenendo che non si piò affidare ad un monopolio privato la gestione di una camera mortuaria pubblica. In queste due regioni siamo ancora, è il caso di dirlo, in un limbo legislativo con una gestione quotidiana e arbitraria.
L’attività funebre in Italia è attività libera imprenditoriale. È bene ricordarlo: non possono esistere per legge cimiteri privati, se non quelli già esistenti di enti religiosi o congregazionali. I cimiteri in Italia sono 13mila. Il settore delle attività funebri è articolato in Italia in tre comparti:
Imprese funebri private
Attualmente risultano attive circa 6500 imprese, ma va tenuto presente che in tale numero vi sono anche le eventuali sedi secondarie facenti capo ad un’impresa principale. Circa la metà è operante autonomamente ed imprenditorialmente, vale a dire con proprie strutture, mezzi, magazzini, laboratori, personale regolarmente inquadrato. L’altra metà opera sostanzialmente con funzioni d’agenzia, o comunque, utilizzando dei terzisti (centri servizi), quindi operando con soli uffici senza strutture imprenditoriali. Solo il 5% delle imprese svolge servizi superiore alle 500 unità (tra queste vi sono alcune S.p.A.); circa il 75% delle sono tendenzialmente attorno ai 200 annui; le altre sono sotto i 100 servizi e, tendenzialmente, attorno ai 50.
Aziende a carattere pubblico o a Capitale prevalentemente Pubblico
Trattasi di attività parziali o totali direttamente o indirettamente gestite dai Comuni. Si tratta mediamente di aziende operanti nelle grandi città e con numeri elevati in termini di servizi funebri svolti. Spesso, i comuni o le aziende comunali, esercitano sia l’attività funebre che l’attività cimiteriale e, in altri casi, operano nell’ambito dei servizi necroscopici (camere mortuarie ed ospedali). A riguardo l’Antitrust si è espressa denunciando simili commistioni ritenendole atte a creare forti turbative di mercato a danno degli operatori locali, nonché invitando i comuni a circoscrivere il loro intervento nella mera sfera dei servizi pubblici seguendo i principi di sussidiarietà e non offrendo servizi commerciali di onoranze funebri soprattutto quando le imprese comunali godono di benefici e privilegi in grado di avvantaggiarle sul mercato privato.
Associazioni no-profit
Si tratta di circa 200 fra enti morali, laici o religiosi, per la quasi totalità operanti con propri servizi funebri completi ed una cinquantina di essi con propri cimiteri. La loro operatività è rilevante in Toscana (Misericordie e Pubbliche Assistenze) e in zona napoletana (Congreghe). Sono inoltre attive una settantina di società di cremazione che curano unicamente tale rito e, quasi tutte, gestrici di forni crematori di proprietà comunale.
Quanto costa un funerale?
Si può indicare in circa € 2.600 medi per ogni servizio funebre, svolto in ambito comunale e fornito da un’impresa privata specializzata. Sulla base di 600.000 servizi utili, al costo di € 2.600 medi cadauno, si ha un giro d’affari di circa € 1.560.000.000 (un miliardo, 560 milioni). Resta escluso un indotto (su cui l’impresa funebre non ha alcuna incidenza) di oltre € 2.800.000.000 (due miliardi, 800 milioni) e riferito agli interventi cimiteriali, di cui, all’incirca:

• € 1.300.000.000 per marmi e monumenti funebri

• € 1.100.000.00 per vari diritti comunali e/o sanitari;

• € 400.000.000 per intervento di fioristi, giardinieri, manutentori, ecc.

È da valutare, inoltre, che dopo anni di gratuità, la cremazione è stata di recente posta a carico dell’utenza, per importi che si aggirano attorno ai € 600, con un conseguente onere sulla famiglia in lutto di circa € 700 se si aggiungono le eventuali spese connesse ( IVA, documentazioni, bolli, etc.)

Indotto:

• 80 fabbriche di cofani, delle quali una ventina a livello di industria medio alta;

• 15 officine meccaniche specializzate per la trasformazione delle auto in autofunebri;

• 30 laboratori per la fabbricazione di apparati tessili (imbottiture, veli coprisalme, arredi);

• 10 produttori di articoli igienico-sanitari (valvole depuratrici, liquidi di conservazione, bare frigorifere, ecc.);

• 15 fonderie per la produzione degli accessori metallici alle casse;

• 40 per ulteriori produzioni (cofani in zinco, fotoceramiche, stamperie per manifesti, computeristica, ecc).

Particolare rilievo hanno i costruttori di cofani, i quali, oltre a produrre l’intero fabbisogno nazionale, sviluppano anche un’interessante esportazione. Questo settore si sta gradualmente spostando sulle urne cinerarie. Si punta a modelli di ‘moda’: per esempio modelli di urna realizzati imitando le opere di Modigliani. La tendenza è di creare un soprammobile elegante e duraturo che possa stare elegantemente in salotto o in camera da letto.

Il ‘campo’ dei funerali

Circa 600 mila morti all’anno (poco meno dell’1% della popolazione), di cui:

• 20.000 sono a carico delle Pubbliche Amministrazioni riferendosi a decessi di persone non abbienti o sconosciute;

• 65.000 coperti dai servizi comunali o dalle Istituzioni morali;

• 515.000 di competenza dell’imprenditoria funebre privata;

Dei 600 mila decessi:

• Il 75% avviene in ambiti ospedalieri

• Il 22% avviene in abitazioni private

• Il 3% in luogo pubblico diverso

Inoltre, sempre dei 600 mila decessi:

• il 33% è destinato all’inumazione (sepoltura in terra)

• il 41% è destinato alla tumulazione (tomba);

• il 26 % è destinato alla cremazione (con forte tendenza all’incremento).

La totalità delle salme trova sede obbligatoriamente e indipendentemente che siano inumate, sepolte o cremate, nei cimiteri pubblici (circa 13.000 in Italia) o nei pochissimi privati (una centinaio o poco più) gestiti principalmente da Congreghe religiose ed Enti morali.

Tassazioni

Su ogni funerale, come detto, gravano anche forme di tassazione generalmente fisse e riferite a diritti di competenza comunale, sanitaria e di polizia mortuaria. Si può calcolare un’imposizione di circa 500€. E qui vengono le dolenti note. In Italia la deducibilità di un funerale è poca cosa: il 19% su 1.500 euro, quindi circa 400 euro per famiglia. Una deducibilità così bassa non aiuta le famiglie che spesso puntano al risparmio affidandosi così a chi propone sconti oppure pagamenti ‘in nero’ (involontaria battuta…). Il fatto di non poter scalare dalle tasse i costi del funerale se non in piccola parte e di doversi sobbarcare l’intera spesa per i loculi, che spesso hanno prezzi d’appartamento, di doversi sobbarcare le concessioni cimiteriali favorisce sia la cremazione sia il mercato del sommerso. L’ultima finanziaria non ha cambiato il quadro: in altri paesi il rimborso statale è molto più elevato. Si può invece, mentre si è in vita, indicare il proprio servizio funebre e pagarlo anche a rate in prima persona, in modo da non lasciare la questione ai parenti una volta che non ci saremo più. All’estero è possibile scegliere la propria tomba (fisicamente prenotando uno spazio in un cimitero) e iniziare a pagarlo mentre si è in vita, in Italia non si può.
‘Funerali in Nero’
Una delle principali storture del settore è da sempre l’illecita intermediazione ed il procacciamento di affari. Indagini della Magistratura hanno evidenziato come il procacciamento d’affare e l’intermediazione spesso nasca dalle segnalazioni di avvenuti decessi da personale sanitario/medico ad imprese funebri conniventi, affinchè queste ultime possano proporsi, per prime, ai parenti del defunto offrendosi di occuparsi del funerale. Proponendo anche sconti con pagamento cash. Le normative regionali hanno introdotto incompatibilità tra le imprese funebri e le gestioni di obitori o attività sanitarie ma ci sono ancora aree del Paese ove tali incompatibilità non sussistono, come detto in particolare in Lazio e Sicilia. Manca ancora una legge nazionale in materia.
Come difendersi? Sentiamo ancora Alessandro Bosi: “È importante seguire alcune buone regole. La prima è avere bene a mente che scegliere l’impresa funebre a cui rivolgersi è un diritto del cittadino. Bisogna sempre diffidare di impresari funebri, infermieri o personale sanitario che si propongono -spesso con veemenza- suggerendo di rivolgersi a questa o a quest’altra impresa funebre. Tali comportamenti sono vietati dalla legge e configurano attività illecite che vanno senza esitazione segnalate alla direzione sanitaria ed alle autorità. Il cittadino deve inoltre tenere presente che nessun ospedale, casa di cura, istituto assistenziale, etc ha esclusive con specifiche imprese funebri per lo svolgimento dei funerali dei soggetti deceduti all’interno della struttura sanitaria: i parenti del defunto sono sempre liberi di rivolgersi all’impresa funebre che vogliono senza pressioni o obblighi di sorta. Tenete sempre presente che chi si permette di avanzare tali suggerimenti ha sempre un proprio interesse particolare che, in definitiva, fa lievitare il costo del funerale. Fidatevi quindi di quelle imprese che non vengono a cercarvi. Al verificarsi dell’evento-morte incaricate dell’organizzazione il parente meno coinvolto emotivamente. Evitate i ‘comparatori’ di funerali, stile tripadvisor”.
RIP-advisor
Già. Perché negli ultimi anni sul web e sui social si sta assistendo alla nascita incontrollata di siti di “comparatori di funerali” (come accade ad esempio per gli hotel o per i voli aerei). La maggior parte di questi siti pubblica i listini delle imprese funebri, comparando così i prezzi dei servizi offerti dalle varie imprese funebri. Il problema è che delle circa 6500 imprese funebri italiane quasi nessuna ha aderito a tali siti fornendo i propri listini né autorizzando tali siti ad inserire la propria azienda nel sistema; vengono così pubblicati importi inventati che non hanno alcuna relazione con la realtà. Si aggiunga il fatto che, a differenza degli hotel e dei voli aerei, il funerale è composto da una pluralità di servizi e forniture molto diversi l’uno dall’altro; un funerale può avere al proprio interno delle forniture e servizi (bara, imbottitura, carro funebre, servizi di necroforato, etc) diversi e diventa impossibile fare una seria correlazione senza conoscere i dettagli dello stesso.
Per questo sono state multate e diffidate una pluralità di imprese funebri che proponevano pubblicità con diciture quali “Funerale completo a partire da €…” senza fornire un adeguato dettaglio in ordine a cosa componeva il servizio funebre. Ugualmente, anche in presenza di una dettagliata esposizione di cosa c’è e non c’è compreso nel prezzo, è necessario conoscere anche la qualità delle forniture perché la forbice di prezzo (ad esempio sulla bara) è in grado di spostare sensibilmente in più ed in meno, il totale del costo del servizio.
Non fidatevi.

Esistono invece recensioni accurate e interessanti di alcuni cimiteri italiani e non solo. La rubrica si chiama proprio ripadvisor e la trovate qui: http://www.ctrlmagazine.it/category/ripadvisor/

Un sito specializzato nel necroturismo: http://www.necroturismo.it e molti altri ancora.

Pubblicizzare la morte: scelti per voi

È un aspetto particolare e curioso, da non sottovalutare. Come si può fare pubblicità a una ditta di onoranze funebri? Oggettivamente, pubblicizzare la morte non è esattamente la comunicazione più facile del mondo… vi sarà capitato di imbattervi in qualche manifesto, annuncio sui giornali o altro. EstremeConseguenze vi propone una serie di campagne pubblicitarie e spot televisivi da far morire… nel bene e nel male. Ironiche, professionali, trash, in dialetto. Buona visione

https://youtu.be/xyYAa4xfxVU – Taffo Funeral Service

https://youtu.be/RZ7keS_loys – Nunzio Trinca

https://youtu.be/q3k_qhUrlPE – Casa Funeraria San Siro

https://youtu.be/_MeOof-D-qk – macabro Lugano

https://youtu.be/8IA23G8hrwQ – ‘nessuno è mai tornato indietro a lamentarsi’

https://youtu.be/4bSw3zsBaWw – aulica

https://youtu.be/4bSw3zsBaWw – pragmatica

https://youtu.be/lqCf28cMt_U – alla sarda

https://youtu.be/mGm0YJ7C6zY – professional

https://youtu.be/c3jJv8n-9ec – cartone animato

E infine la scelta di EC https://youtu.be/eBP9QDSr0HI






In piazza Duomo a Firenze la bottega dei colori che resiste al mangificio., Il negozio di vinili che dice no al Black Friday: «Clienti da tutta la Toscana, il nostro segreto è la roba popolare»

 Corriere della Sera In piazza Duomo la bottega dei colori che resiste al mangificio In questi anni hanno visto la città intorno cambiare, ...