13.1.23

contro il bullismo fare come La prof di Rovigo colpita con un fucile ad aria compressa in aula: “Denuncio tutti i 24 studenti" o denunciarne solo i veri responsabili e non chi ha riso o è stato in silenzio ?

DI COSA STIAMO PARLANDO \ RIEPILOGO DELLA VICNDA
 


 Inizialmente  qualche  giorno fa  sul mio Facebook   commentando  la decisione  di Maria Luisa Finatti   (  foto  a destra  ) la prof  di Rovigo colpita con un fucile ad aria compressa in aula: a novembre e che ha scelto di denunciare l'intera classe “Denuncio tutti i 24 studenti"  avevo scritto
 




la capisco beneissimo ed ha ragione ed fatto bene . però da un lato mi chiedo non mi sembnra eccessivo denunciare anche chi non c'entra ? con cio non vuol dire che non debbano essere puniti anche coloro che con il silenzio assenso o risata cioè non reazione a tale gesto ma da li denunciarli ce ne passa
REPUBBLICA.IT
La prof di Rovigo colpita con un fucile ad aria compressa in aula: “Denuncio tutti i 24 studenti"
Mi piace
Commenta
Condividi

poi  in molti  in particolare  

Pina Sechi

Ma anche basta con questo buonismo. C'entrano perchè sono tutti coinvolti, hanno filmato e divulgato il video deridendola sui social. Colpita all'inizio e alla fine della lezione...scusa se è poco.

e  

Massimiliano Maisto

Invece no,sono tutti degli emeriti imbecilli e complici.
Prima fanno i leoni è dopo una denuncia diventano dei c......i







Infatti riflettendo su quanto dice ha detto in un intervista a repubblica 11 GENNAIO 2023 a l'insegnante di Rovigo , Maria Luisa Finatti : << Mi hanno sparato due volte, all'inizio e alla fine della lezione. Sono uscita piangendo, solo un allievo mi ha chiesto scusa". E sui genitori: "Dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente schierati con i figli Li denuncio tutti per difendere la mia dignità e quella dei miei colleghi, ma soprattutto perché è stato oltrepassato un confine >> a Enrico Ferro , mi accorgo che sia lei sia i miei commenti alla la discussione prima citata . Se un tempo il mio discorso poteva a vere un senso perchè li si poteva recuperare e correggere adesso soprattutto con la rete sono ormai consolidati non è più possibile . Quindi do ragione ad chi ha commentato : << Giuseppe, anche chi non ha fatto niente, ma era presente e non ha detto niente, è colpevole. >>
Infatti   ha    ragione  la    prof   quando  dice  nell'intervista  


 [....] 

 Lei cos'ha fatto dopo quella giorno e, soprattutto, dopo che si è resa conto che il video era diventato virale?

"Sono rimasta a casa qualche giorno e ho passato più di qualche notte insonne. Non ho più insegnato in quella classe. Ma l'ansia c'è ancora, così come il timore di essere derisa".

È successo?

"Il 17 novembre scorso un collega ha dovuto dare una nota a due ragazzi, perché scimmiottavano la mia reazione dopo i primi spari. Ma c'è un'altra cosa che mi ha ferito".

Quale?

"Ad eccezione di un ragazzo, nessuno è venuto a scusarsi: né tra gli studenti, né tra i genitori. Lo reputo un atteggiamento molto grave. Sono stata abbandonata, ed è una delle ragioni per cui ora mi sento additata. Quando entro a scuola non è più come prima, c'è sempre una certa angoscia".

La denuncia è un atto forte da parte sua. Come mai ha deciso di procedere in questo modo, nei confronti di tutta la classe?

"Lo faccio perché spero non succeda più a nessuno. Il nostro mestiere non può diventare pericoloso e in questo i genitori dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente schierati con i figli. C'è chi è andato a parlare direttamente alla preside, senza nemmeno preoccuparsi di me".






luoghi comuni sulla bellezza femminile di Maria Pia Fabiani

Leggi  anche 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/01/la-bellezza-e-soggettiva-ed-libera.html
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/01/ci-vuole-passione-per-raccontare-una.html


Se una donna non si smalta i piedi e non gratta i talloni è sciatta. Per i piedi di un uomo ci si

accontenta che siano puliti.
Se una donna non si depila le gambe, non idrata la pelle e drena i liquidi non si può guardare. Delle gambe di un uomo non ho mai sentito parlare, a meno che non fosse vestito da donna.
Le donne devono avere un sedere magro ma tondo, possibilmente sodo.
Le donne devono avere la pancia piatta e tonica, anche da vecchie, anche dopo i figli. Altrimenti meglio nasconderla. Un uomo? Be', si sa che "uomo de panza uomo de sostanza".(...)
Le donne devono avere un viso liscio, sempre, truccato ma non troppo che se no fa "cerone" (o anche Cher), con una pettinatura femminile, il naso piccolo, i denti bianchi, la pelle uniforme, nessun pelo. Gli uomini con le rughe sono affascinanti, anche quelli col nasone, anche quelli con la barba e c'è un mercato anche per i calvi.
Il primo commento che si fa su una donna è sempre sul suo aspetto, anche se di mestiere fa la politica, la chef, la giornalista il medico o qualsiasi cosa che non c'entri nulla con la bellezza. Dell'aspetto di un uomo (giammai!) se ne parla solo se è bello, altrimenti "sarebbe scortese".
Questo modello di pensiero è così consolidato nella società, che siamo noi donne le prime a sentirci inadeguate se non ci adattiamo, così radicato che ci insultiamo a vicenda se non rispettiamo i canoni.(...)
Ma cosa succederebbe se per un giorno potessimo uscire di casa dopo esserci limitate a sbadigliare e a grattarci una chiappa? Cosa succederebbe se tutti notassero prima la nostra personalità della nostra silhouette? Purtroppo, non lo saprà la nostra generazione e forse nemmeno quella delle nostre figlie.
Di certo nella lotta per la parità ci sono temi più importanti di questo, ma neanche così tanto perché la verità è che, finché per essere stimata e stimarsi una donna dovrà sembrare un disegno, mentre a un uomo basterà respirare, non andremo da nessuna parte. 
🙏😉

12.1.23

Biagio Conte non ha predicato il Vangelo: lo ha vissuto, lo ha incarnato di Luigi Ciotti presidente Libera e Gruppo Abele

 



Biagio non ha predicato il Vangelo: lo ha vissuto, lo ha incarnato. Con i fatti e non solo con i discorsi, ci ha insegnato che la Parola evangelica è scomoda, a volte urticante, perché ci parla di un Dio da accogliere, prima che da cercare. Un Dio che si manifesta nelle persone fragili, povere, ferite nell’anima e anche nel corpo. Persone che, prima che “aiuti”, cercano fratelli capaci di mettersi nei loro panni. Questa è la responsabilità che ci lascia Biagio: di diventare più umani, più accoglienti.

Luigi Ciotti presidente Libera e Gruppo Abele

siamo troppo italiani

CANZONI SUGGERITE

  •  inno nazionale   - luca  carboni
  • io  non mi sento italiani   -   Gaber 





Siamo troppo provinciali , l'aneddoto di Cavour : “L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani” è  più  veritiero  che mai  .  Infatti    ha  ragione     Angela  Vitalino 

Insigne si "permette" di spiegare perche' si trova bene in Canada (senza MAI dire che non sente nostalgia o ha dimenticato Napoli) e giu' critiche e sassi e letame lanciati contro "l'irriconoscente calciatore" che poco pratica la grammatica, ma che finche' era in Italia andava benissimo usasse il devoto oli con "disinvoltura", e ora lo si puo' perculare perche' OSA dire che i suoi figli avranno una mentalita' piu' aperta che crescendo in provincia di Napoli. Una famiglia del Nord Europa lascia, delusa, la Sicilia elencando tutte ragioni reali concrete e gravissime e giu' sassate e letame e fango perche' come si sono permessi loro che non hanno il sole e la pizza e il mandolino. Persino dopo la morte di Vialli hanno tirato fuori che tanti anni fa - incavolato nero con i
da  "L'Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani"
 - Inchiostro (unipv.it)
dirigenti della nazionale - oso' dire che avrebbe tifato Inghilterra.
Se a un americano gli dici: non posso vivere qui perche' la sanita' non e' pubblica quelli ti battono le mani e ti dicono: "ma mica solo per la sanita' ". Saviano ha costruito una fortuna scrivendo cose opinabili e poco reali sugli Stati Uniti (colpevoli forse di non aver ceduto al suo "fascino"? come se non bastasse l'incomprensibile passione per Bocelli e per la Ferrante ) Siamo provinciali, vittimisti, permalosi e ancora legati all'orrida sentenza andreottiana che "i panni sporchi si lavano in famiglia". Convinti di essere sempre i migliori in tutto, nonostante tutto. Che persino Kobe Bryant e' stato il campione che e' stato perche' ha vissuto in italia - vero ?A parte la libertà di espressione e opinione (!!!) che tipo a me l'America sta bene senza sanita' pubblica per mille ragioni (e ce ne sono altre per cui faccio fatica qui) - ma pensare che forse potremmo/dovremmo migliorare invece di fare gli offesi e scatenare le guerre puniche?


Ed ciò è uno del motivo perché il nostro paese non cambia completamente e continua a rimanere gattopardesco  cioè

«"Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo". La formazione del nuovo governo ha realizzato pienamente ciò che ha scritto Tomasi di Lampedusa, ingannando per l'ennesima volta gli italiani onesti, quelli che sono sempre andati a votare onestamente, quelli che lavorano onestamente, rispettano le leggi e pagano le tasse onestamente.»

 rimanendo   solo piagnone   e lamentoso   ed  incapace  di reagire    ai  soprusi  e preferisce  rifugiarsi o nelle  droghe  o nell'alcool  ( infatti    basta  vedere l'alto numero    di tali problematiche fra i  giovani  )  o  tv   spazzatura  , oppure  fuggire  all'estero  la  maggior  parte   e  fare   gli stessi  lavori  che  potrebbero  fare  in Italia      cameriere     , lavapiatti  ,   garzone  ,  ecc  o facendo   solo   fuochi  di paglia   se decidono di scendere  in piazza 

È morto Biagio Conte, il missionario laico amato da tutti: aveva 59 anni

 

È morto Biagio Conte, il missionario laico amato da tutti: aveva 59 anni

Una vita spesa per gli ultimi quella di Biagio Conte, che ha creato a Palermo e in provincia nove comunità.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Gennaio 2023 - 14:31
È morto Biagio Conte

È morto Biagio Conte, il missionario laico amato da tutti: aveva 59 anni (foto ANSA)

E’ morto questa mattina, 12 gennaio, a Palermo Biagio Conte, 59 anni, missionario laico protagonista di numerose battaglie in difesa dei poveri e degli indigenti a Palermo dove nel 1993 aveva fondato la Missione Speranza e Carità. Da tempo era gravemente malato; attorno a lui si sono stretti fino all’ultimo i volontari e gli ospiti della comunità che aveva fondato. Nella missione si sta recando anche il vescovo di Palermo Corrado Lorefice.

Chi era Biagio Conte

Una vita spesa per gli ultimi quella di Biagio Conte, che ha creato a Palermo e in provincia nove comunità. Figlio di imprenditori edili, a tre anni viene portato in Svizzera in un collegio di suore, ritornando a Palermo a 9 anni per poi essere inserito nel collegio di San Martino delle Scale per quattro anni. A 16 anni abbandona la scuola e inizia precocemente a lavorare nell’impresa edile della sua famiglia, ma a causa di una profonda crisi spirituale decide di allontanarsi dalla famiglia nel 1983, andando a vivere a Firenze.

La scelta di vivere come eremita

Nel maggio 1990 la scelta di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi. Il viaggio è stato reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia d’origine alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?”, dove Biagio risponde in diretta informando del suo cammino verso Assisi. Torna quindi a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrova la sua città lo porta a cambiare idea.
In un primo momento è attivo nel portare conforto ai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, per i quali si batte attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottiene l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi, all’interno dei quali fonda nel 1993 la “Missione di Speranza e Carità”, che oggi accoglie più di un centinaio di persone. Il 16 gennaio 2014 Biagio Conte, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di vertebre schiacciate a seguito delle spossanti fatiche cui si è sottoposto nella Missione, riprende a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes.

Gli scioperi della fame, le proteste contro le istituzioni

Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà decide di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione ha finanziato l’ampliamento della struttura di via Decollati. E anche in questi ultimi giorni, pur gravemente malato, Frà Biagio era tornato a lanciare appelli alle istituzioni per aiutare la missione che aveva fondato nel pagamento delle bollette e delle spese necessarie per garantire l’assistenza agli indigenti. Sulla figura del missionario laico è stato girato anche un film intitolato “Biagio”, dal regista palermitano Pasquale Scimeca. 

la bellezza è soggettiva ed libera


 ricollegandomi   a quanto  già detto   nel post precedente    : <<  la bellezza un arma contro : la rassegnazione , la paura , l'omertà >> la bellezza  non ha  padroni    ed  è per  questo  che  ciascuno  di noi   ha  una sua  versione di  differente   del  concetto di bello e di bellezza 

11.1.23

C'è chi nasce con un'anima grande, c'è chi lo diventa per le prove della vita. il caso di Vittorio Pisano da Piero Guerrieri e dalla pagina fb @Resilienzaoriginalfanpage

 Tutti conosciamo Vittorio Pisano ( foto a sinistra ) il papà di Alessia e Giulia, le due ragazzine che il 31 luglio furono travolte da un treno. Quel giorno lo aveva detto, d'ora in poi mi dedicherò agli altri, farò qualcosa per loro e questo sarà il senso del tempo che mi rimane. Ebbene, non sono state parole dettate dal dolore. In appena quattro mesi, Vittorio ha creato un'associazione cui ha dato il nome delle sue figlie, per aiutare i ragazzi come loro, e soprattutto per fare in modo che ciò che è accaduto a lui abbia minori possibilità di ripetersi."Non sarà più il mio Natale senza loro due" ha detto, ma intanto è lui, vestito da Babbo Natale, che anima le feste in parrocchia, ed è sempre lui che sta preparando un treno navetta, che la notte porterà i ragazzi nei luoghi del divertimento riportandoli poi indietro, al sicuro. C'è chi nasce con un'anima grande, c'è chi lo diventa per le prove della vita. Papà Vittorio, comunque sia ha saputo trasformare un dolore immenso in un'opportunità d'amore, e il suo esempio è veramente commovente ❤

Piero Guerrieri

concludo con la bellissima poesia secondo me adatta a questo caso della nostra Daniela Tuscano


Fiore selvaggio,
Fior di cemento
Figlio d'un sole a sbarre,
Quante speranze
O illusioni di cielo
Dona il tuo oro
Straziato e negletto

Qual è il confine fra adattamento e piegamento?


da  google

bella la domanda di Giorgio Pisano vedi titolo del post .la  risposta   dipende da caso a caso a  caso   e  da  persona  a persona  . 
Per  alcuni\e   non  c'è  nessunoi confine .E' la stessa parola vista da una visuale differente ma che alla fine vede l'individuo adattarsi a seconda delle circostanze che possono essere, in quel momento, positive o negative x chi si interrelazioni.  Per  altri  Il confine è il "bisogno" e la "dignità". Mi PIEGO quando ho bisogno, mi ADATTO quando non viene toccata la mia dignità.
Un  confine labile  o  di  difficile   marcatura    visto  che alcuni  commenti      al post  di  Giorgio pisano  
  

 
 
Valentina Viaggiu
Confine a volte impercettibile: in una relazione pensi sia necessario adattarsi, ma poi, a distanza di tempo, ti rendi conto fosse mero piegamento.
 
Nino Stagi
Il confine è la sopravvivenza....
L'adattamento può aiutarti a superare le ostilità...
Il piegamento invece le subisce con rassegnazione..
Lo spiega benissimo il film la vita è bella...
Anche nei momenti più difficile il sapersi adattare può rendere le ostilità più facili d'affrontare

 

Visto    che  un  altro  commento     dice

Maurizio Porceddu
Adattarsi è una cosa piegarsi totalmente un’altra dare il proprio pensiero sempre non è da tutti quindi il confine è dove vogliamo essere secondo il proprio stile di vita.

 


Ora Nel mio caso mi barcameno fra e due opzioni , ovviamente senza vedermi e cercando il più possibile di manenere la mia dignità e il mio spirito critico ed il mio libero  arbitrio quando adeguarmi o quando no
 
  Infatti  concordo  con  Frida Sam Laped ; << Un piegamento rende succubi, l'adattamento è intelligenza, che si basa appunto sulla capacità di adattarsi alle situazioni.>>.Ecco  che nell' adattamento vedo difficoltà, sofferenza, rinuncia. Ma anche disponibilità, generosità, empatia, crescita  , pluralismo   ed  apeura     culturale  ....  non perdi la tua personalità, ti metti in discussione e contestualmente migliori o   hai  la  conferma  se  la  strada intrapesa  è giusta  : in parole  povere  sei soddisfatto  e  arrichito  .
Nel piegamento generalmente   perdi di vista te stesso: ovvero  sei frustrato soprattutto    quando avviene   passivamente  .Infatti  il mio motto  è  sempre in viaggio anche dentro se stesso . padrone di niente servo di nessuno se non di se stesso



10.1.23

spesso dalle delusioni nascono grandezze il caso di ennnio morricone Morricone bocciato al concorso per il conservatorio di Sassari

  dalla nuova sardegna   d'oggi  

Morricone bocciato a Sassari «Una fortuna per la mia carriera» Escluso dalla nomina a direttore del Conservatorio alla fine degli anni Sessanta La rivelazione in un’intervista

“postuma” pubblicata dal Corriere della Sera  Era il 1968, arrivò quarto. «Una fortuna per la mia carriera»  Morricone bocciato al concorso per il conservatorio di Sassari Indennità speciale per i pazienti extra Nel 1968 Ennio Morricone fu bocciato al concorso per diventare direttore del Conservatorio di Sassari. Arrivò quarto. È lui stesso a raccontarlo a Walter Veltroni in un intervista fatta otto anni fa per Rai 3 e resa nota solo questi giorni. 




Feci il concorso per diventare direttore del Conservatorio di Sassari. Mi bocciarono, arrivai quarto. Fu la mia fortuna». Sono le parole di Ennio Morricone, compositore geniale, famoso per le più belle musiche da film che siano mai state scritte, uomo schivo ma amatissimo, personalità eclettica della cultura italiana apprezzato in tutto il mondo. Nell’intervista “postuma” che concesse a Walter Veltroni otto anni fa (è scomparso nel luglio del 2020) per un programma di Rai3 sulla storia della Rca e pubblicata ieri dal Corriere della Sera, Morricone fa riferimento, si presume, al primo concorso bandito nel 1968 per l’incarico di direttore del Conservatorio di Sassari, inaugurato tre anni prima. « Dal 1998 
la nomina del direttore di Conservatorio si effettua tramite elezione da parte del collegio docenti – spiega l’attuale direttore Mariano Meloni (  foto  a  sinistra  )–, ma allora la selezione derivava da un concorso su base nazionale. I candidati venivano selezionati, scelti e destinati alle varie sedi. In ogni caso direi che Morricone è stato bravo a classificarsi quarto perché era difficile arrivare fra i primi». Al Conservatorio non si ha memoria diretta della partecipazione del famoso compositore a questa selezione, ma fa parte della storia dell’istituzione cittadina il nome di Piero Guarino, che in quell’occasione venne nominato direttore a a Sassari dove rimase fino al 1975 quando si trasferì per dirigere il Conservatorio di Parma. È certamente difficile andare a recuperare i criteri utilizzati per scegliere questa importante figura. E scartarne altre, come nel caso eclatante di Morricone. «All’epoca questo tipo di nomina – aggiunge Gabriele Verdinelli [    foto  sotto al  centro  ]


compositore e docente di musica corale al Conservatorio di Sassari che di Morricone fu allievo in un prestigioso corso di musica per film a Siena – veniva fatta su base politica quindi il talento artistico era una delle componenti della selezione. Morricone nel 1965 ottenne la cattedra di Composizione al Conservatorio di Frosinone ma poi la sua vita e la sua carriera presero una strada diversa». Nella parte dell’intervista in cui parla di Sassari e della “bocciatura” Morricone affronta il problema che in più occasioni ha dichiarato di avere con la sua produzione. «Come compositore ho scritto cose anche non cinematografiche, varie cantate, pezzi per orchestra, pezzi per coro, più di cento composizioni. Quindi il fatto che io sia considerato un compositore esclusivamente nel cinema mi disturba un po’». Una sorta di “complesso” per essersi cimentato in un tipo di musica che allora, soprattutto dal mondo accademico, colto, veniva guardata dall’alto in basso. Lui stesso, come racconta Verdinelli, invitato a Sassari a eseguire un concerto con il coro utilizzando musiche da film aveva rifiutato liquidando la cosa in questo modo: “Ma no, figuriamoci, è musica che non vale niente”. Un’affermazione che la dice lunga sul suo modo di vedere la realtà. C’è da chiedersi se davvero una eventuale nomina di Ennio Morricone a direttore del Conservatorio di Sassari avrebbe cambiato la sua vita come una sliding door tanto da far venir meno la musica meravigliosa che invece ha migliorato la vita di tutti noi. «Non saprei dire – riflette Gabriele Verdinelli – ma penso a Nino Rota, autore delle musiche dei film di Fellini, compositore superbo, che fu per tutta la vita direttore del Conservatorio di Bari. Quindi non è detto che ci sarebbe stata un’incompatibilità totale». «Da direttore si sarebbe dovuto trasferire a Sassari in modo stabile – conclude Mariano Meloni –, quindi di sicuro la sua vita sarebbe stata diversa. Ma tutto sommato mi viene da dire: grazie comunque a quella bocciatura. È stata una fortuna per lui ma anche per tutti noi, che possiamo ancora oggi godere di quelle melodie uniche».

chi lo dice che la calza della befana sia solo per bambini Una calza della Befana ai centenari di Aglientu

 


Ci voleva molto ad evitare una figura di ..... e conciliare diritto all'oblio con la storia e rispettare la povera Rita Atria

  DI COSA  STIAMO  PARLANDO   \  RIEPILOGO  DELLA  VICENNDA 
  Da   il mio precedente  post    sulla  vicenda   : << per  l'ipocrita  Diritto all’oblio  dei  mafiosi , la Rai spegne lo speciale Tg1 su Rita Atria  >>


da  IFQ   

Il diritto all’oblio è garantito, il dovere di ricordare anche. Lo speciale Tg1 Rita Atria, la settima vittima di via D’amelio è nuovamente visibile sulla piattaforma Raiplay. Il documentario firmato dalla giornalista del Tg1 Giovanna Cucè e trasmesso in seconda serata il 17 luglio 2022 su Rai 1, era stato rimosso nelle scorse settimane a causa della minaccia di richiesta danni da parte di tre persone arrestate per mafia nel 1991 che – riconosciutesi in filmati di repertorio – invocavano il diritto all’oblio. Il caso, come il Fatto Quotidiano ha raccontato nei giorni scorsi, era stato denunciato dal sindacato Stampa romana. Oscurare uno speciale trasmesso a 30 anni dalla strage di via D’amelio dedicato a Rita Atria – la ragazza di soli 17 anni che, nata in una famiglia di mafia e ribellatasi al proprio destino, aveva collaborato con Paolo Borsellino, trovando in lui un secondo padre, al punto di suicidarsi (con ogni probabilità) soltanto sette giorni dopo la strage, il 26 luglio del 1992 – per il timore di una causa da 60 mila euro (a tanto ammontava la minaccia di richiesta danni) era infatti apparso ai più quantomeno frettoloso. Tanto più che la motivazione della lesione d’immagine avanzata dai tre ricorrenti era basata sulla rivendicazione del diritto all’oblio che, in caso di fatti di mafia (per di più, uno dei ricorrenti, risulta essere stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa), appare potenzialmente ancor più confliggente con il diritto di cronaca di quanto non sia in generale. Alla fine la soluzione è stata la più semplice e ragionevole: i volti dei tre sono stati “blerati”, ossia resi irriconoscibili (“come l’azienda aveva subito chiesto di fare”, dichiarano fonti di Viale Mazzini). Le immagini “incriminate” erano contenute in filmati di repertorio relativi ad alcuni arresti avvenuti nel 1991, disposti dall’allora procuratore capo di Marsala, Paolo Borsellino, in relazione alla cosiddetta “faida di Partanna” (comune di origine della famiglia Atria), operazione in cui era stata decisiva la collaborazione di Rita.

Danyart New Quartet fiori e tempeste

Ieri è stato presentato il nuovo lavoro discografico dei Danyart New Quartet, formazione jazz capitana da Daniele Ricciu, in arte Dany...