IL miracolo di Fabio il fighter
«Ero paralizzato, ora sto in piedi»
Ad agosto era stato accoltellato e i medici non gli avevano dato speranze
«Ho pensato di morire, non sentivo le gambe, ma non mi sono mai arreso» Sassari
Presente il calabrone? La forza di gravità si inchina al suo prodigio.
Due ali minuscole e un corpo pesantissimo: come faccia a volare resta un mistero. Anche Fabio Piu, a nove mesi
dall’accoltellamento, è una sintesi di
tanti piccoli miracoli. A suo modo si
prende gioco della scienza, della medicina, della fisica, e perché no, anche
del destino.
Un lungo respiro, le labbra gli si arricciano per lo sforzo, ma due secondi dopo è in piedi. Un tempo che sembra infinito, come a mollo in un rallenty, una
gamba che sussulta, attraversata da
una scossa elettrica, ma poi si distende: «Va bene?» chiede al fisioterapista.
«Bravissimo, sei il mio orgoglio».
Il responso dei medici suonava così,
come sentenza definitiva: paraplegico, una vita da seduto e con il pannolone. Quando un coltello ti frattura due
vertebre, si insinua e ti sfilaccia il midollo, è come se ti tagliassero il cavo
dell’antenna, niente più segnale,
schermo nero. Proprio ieri, Elia 17 Baby, il trapper romano di 27 anni che
nell’agosto scorso gli aveva inferto
quel fendente alla schiena all’uscita da
una discoteca nella spiaggia di Marinella, ha ottenuto i domiciliari. «Non
penso a lui e nemmeno merita la mia
attenzione – dice Fabio – in questi mesi ho imparato a non preoccuparmi di
situazioni che non posso gestire. La
giustizia farà il suo corso e resto fiducioso. Non posso sprecare energie, perché ogni mia risorsa è focalizzata su un
solo obiettivo: riprendere a camminare».
Cosa ricorda di quel giorno?
«Non posso parlare di ciò che è successo prima, perché c’è un processo.
Posso descrivere ciò che ho provato dopo. Ricordo che andavo verso la mia
auto. Ho sentito un colpo alla schiena.
Nessun dolore. Ma le gambe hanno ceduto di schianto. È come se stacchino
il contatore, la parte di giù resta senza
corrente. Ho avuto paura di morire.
Non sento le gambe, gridavo. La gente
si toglieva la maglietta per tamponare
il sangue che usciva. Poi è arrivata l’ambulanza. Mi devono aver sedato, ed è
come se fossi ritornato bambino. Avevo ricordi d’infanzia, belle sensazioni.
Mi sono svegliato, una luce forte».
Poi è entrato in sala operatoria, un
intervento complicatissimo. Chi c’era accanto a lei al risveglio?
«Mia madre. Le ho detto: «Mamma
stai tranquilla: io non rimarrò su una
sedia a rotelle».
I medici però sono stati molto franchi, le hanno spiegato il quadro clinico.
«Si, speranze ridotte al lumicino. Però mi hanno detto: lei è giovane, deve
lottare».
Il primo periodo dev’essere stato
un inferno.
«Dopo l’intervento a Sassari sono rimasto 40 giorni completamente paralizzato, faccia in su a fissare il soffitto.
Le gambe bruciavano, mi imbottivano
di morfina e paracetamolo. Ho pianto
tanto. Le ore passavano a guardare il telefono, centinaia di messaggi di incoraggiamento, anche di perfetti sconosciuti. Mi hanno tenuto compagnia e
dato grande forza. Quando mi hanno
trasferito a Cagliari, ero completamente solo. E lo stesso nel centro di riabilitazione di Ferrara».
Quando ha capito che poteva farcela?
«Un giorno, d’improvviso, sono riuscito a muovere il dito del piede. Il contatore si era riattaccato».
Quindi il medico aveva ragione: poteva lottare.
«Il fisiatra di Ferrara mi ha detto: la
tua forza di volontà sta stravolgendo
ogni previsione. Forse è il mio carattere, forse il fatto di essere un fighter di
mma, abituato a soffrire, ad andare incontro alla paura, mi ha aiutato. In questi otto mesi non ho mai perso un colpo. E ho scoperto in me una determinazione che non conoscevo».
Com’è cambiata la sua vita?
« Mi pesa il fatto di non aver certezze. Non c’è una data per la guarigione,
non so nemmeno se camminerò davvero. Mi prendo quel che riesco a conquistare. Mi adatto alle mie nuove capacità. Non posso oppormi, devo accettarmi. Il pannolone non c’è più, gestisco i miei bisogni, faccio sesso, e sto
in piedi con le stampelle. È tanto, ma
non mi sento indipendente. Mi manca
lo sport, il non poter guidare. Con la
mia ragazza siamo andati a Mirabilandia, e sarei voluto salire su tutti i giochi.
Ma un disabile non può allontanarsi
con le sue gambe in caso di emergenza. E ho dovuto rinunciarci. E in quel
momento mi sono specchiato negli occhi della mia ragazza, che ha capito come mi sentivo, mi ha sorriso e mi ha
detto: tranquillo Fabiè, ci torniamo tra
un anno e li facciamo tutti».
Chi si sente di ringraziare?
«Naturalmente tutti, ma in particolare il mio istruttore di Mma e ora il mio
fisioterapista e osteopata GianMario
Mereu. Mi è stato vicino dal primo
istante, ha sempre creduto in me, mi
dà grande fiducia e forza, mi segue nella riabilitazione. Questo amore te lo
aspetti dalla tua famiglia. Da un amico
è una cosa meravigliosa».
Dopo aver sentito la canzone la storia di Francesco de Gregori sia questo video di Baebero
Non ricordo come cercando qualcosa che confermasse o smentisse quello che affermarono sia il primo che il secondo mi e venuta in mente la vicenda del tenente colonnello Harald Jäger ( foto a destra =) disobbedì agli ordini e aprì il passaggio fra Berlino est e Berlino ovest più valico di frontiera del Bornholmer Straße il 9 novembre 1989 Nato nel 1943, figlio di un poliziotto di frontiera, ad appena diciotto anni Harald Jäger si unisce come volontario alla Deutsche Grenzpolizei, la formazione
paramilitare deputata nella DDR( ex Germania Ovest ) al controllo delle zone di confine – nel 1961, proprio quando viene eretto il Muro di Berlino. Tre anni dopo entra nella Stasi, e inizia a fare carriera nella PKE, la Passkontrolleinheit (l’unità per il controllo dei passaporti), fino a raggiungere il grado di Oberstleutnant, che grossomodo corrisponde al nostro tenente colonnello. È un militare, dunque, ma il suo sarà più che altro un lavoro da scrivania. .....Per 25 anni presta servizio al controllo dei passaporti in una delle zone di transito fra Berlino Est e Berlino Ovest, quella nei pressi della Bornholmer Strasse. Situato nel nord della città, fra i quartieri di Prenzlauer Berg (a Est) e Wedding (a Ovest), è un tratto di frontiera non semplice da gestire ..... il resto lo trovate qui in : << L’uomo dei passaporti, storia dell’impiegato che aprì il muro di Berlino >> del sito Linkiesta.it >>.
Credevo fosse un caso isolato perché per i militari o uomini delle istituzioni i comandi e l'obbedienza agli ordini sono due ingredienti importanti per il successo militare o per la sopravvivenza delle dittature e dei governi . Ma poi leggendo le storie sotto riportate riprese dall'articolo << Hanno ignorato gli ordini e così hanno cambiato la storia ! >> di (starsinsider.com) indipendentemente dal periodo o dalla cultura, la storia militare (ma non solo ) è piena di persone che hanno disobbedito agli ordini . I motivi per cui lo hanno fatto sono vari. Molti hanno rifiutato comandi con cui erano profondamente in disaccordo. Altri legheranno tale gesto alla gloria personale altri al disonore . Alcuni ricordati e premiati anche a posteriori . Altri come il primo caso dimenticato o sminuiti . Alcuni vittoriosi altri sconfitti Ma hanno pur sempre fatto la storia o contributo ad essa. L'uomo che ha ignorato un allarme missilistico
Nel 1983, l'ufficiale sovietico Stanislav Petrov era di stanza nel bunker Serpukhov-15 vicino a Mosca, parte delle forze di difesa aerea sovietiche. Un giorno, il sistema di allarme rapido ha rilevato quello che sembrava essere un missile balistico intercontinentale americano in arrivo.Petrov e il suo staff hanno deciso che si trattava di un falso allarme e un'indagine successiva ha mostrato che il sistema era stato attivato dal sole che si rifletteva sulle nuvole. Rifiutando di lanciare un attacco, Petrov ha potenzialmente evitato centinaia di migliaia di morti.
L'uomo che ha impedito l'escalation della crisi dei missili cubani -
Durante la crisi dei missili cubani del 1962, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica evitarono per poco una guerra nucleare che avrebbe devastato il pianeta. Ma anche se i negoziati tra il presidente John F. Kennedy e il premier Nikita Khrushchev avessero avuto successo, la guerra sarebbe quasi sicuramente scoppiata a causa di un capitano di un sottomarino sovietico. Dotato di un missile nucleare, il sottomarino sovietico B-59 era di stanza nei Caraibi, insieme ad altri tre. Quando la Marina americana
scoprì i sottomarini, iniziarono a sganciare bombe di profondità nelle vicinanze. Con l'ordine di attaccare le forze americane se provocato, il comandante del B-59, Valentin Savitsky, pensò che la guerra fosse iniziata e ordinò il lancio del missile. Fortunatamente a bordo c'era anche il comandante della flotta Vasili Arkhipov, che ha pensato che gli americani stavano solo cercando di far emergere il sottomarino. Ha così convinto Savitsky e ha evitato la guerra nucleare.
Il generale nazista che si rifiutò di bruciare Parigi
Nel 1944, quando le forze alleate invasero con successo la Francia settentrionale durante lo sbarco in Normandia, Adolf Hitler ordinò alle forze locali di bruciare gran parte di Parigi per evitare che cadesse nelle mani del nemico.Il comandante della prima armata tedesca, il generale Dietrich von Choltitz, si rifiutò di obbedire. Ha affermato nelle sue memorie che sentiva che gli ordini non avevano valore militare e che Hitler era malato di mente. Tuttavia, alcuni osservatori francesi hanno sostenuto che a Choltitz mancavano semplicemente le truppe per eseguire gli ordini. Qui si vede Choltitz firmare la resa delle truppe naziste dopo la liberazione della capitale francese.
L'uomo che ha ignorato il suo comandante
Durante la seconda guerra mondiale, il tenente Tom Derrick era uno dei soldati più amati d'Australia. È meglio conosciuto per i suoi successi durante la battaglia di Sattelberg in Nuova Guinea nel 1943. Dopo una settimana di combattimenti, l'ufficiale in comando di Derrick ordinò una ritirata.Derrick avanzò da solo tra le postazioni di mitragliatrici giapponesi, mentre era sotto il fuoco di copertura dei suoi compagni di squadra. Ha ripulito 10 posizioni nemiche, aiutando la sua unità a raggiungere il loro obiettivo. Derrick ricevette la Victoria Cross per i suoi sforzi, ma morì per le ferite riportate nella battaglia di Tarakan nel 1942.
Il caporale dell'esercito che ha rifiutato di portare un'arma -
Il caporale Desmond Doss ha rifiutato di uccidere i soldati nemici o di portare un'arma in combattimento a causa delle sue convinzioni personali legate al culto della chiesa cristiana avventista del settimo giorno. Di conseguenza divenne un medico da combattimento per la 77esima fanteria. Tuttavia, Doss si guadagnò comunque il rispetto dei commilitoni quando fu mandato a combattere. Dopo aver salvato 75 soldati feriti nella battaglia di Okinawa, ha guadagnato una medaglia d'onore.
Il nazista che si rifiutò di distruggere le infrastrutture civili della Germania -
Nel marzo 1945, gli alleati catturarono l'ultimo ponte sul fiume Reno che consentiva l'accesso alla Germania. Hitler emise quindi un ordine per spazzare via tutta l'industria e le infrastrutture della Germania, (il cosiddetto Decreto Nerone), per evitare che cadessero sotto il controllo alleato.l compito ricadde sul ministro degli armamenti tedesco e amico di Hitler, Albert Speer. Tuttavia, Speer riteneva che l'ordine avrebbe avuto un effetto rovinoso sul popolo tedesco. Come von Choltitz, anche Speer sospettava che il suo capo fosse mentalmente instabile. Speer alla fine emise l'ordine, insieme però a ordini alternativi crittografati per ritardare la distruzione. Alla fine, il Decreto Nerone non andò a buon fine.
Il comandante di artiglieria che si rifiutò di sparare ai suoi stessi uomini
Il 7 marzo 1915, al 336° reggimento di fanteria francese fu ordinato di attaccare le posizioni delle mitragliatrici tedesche. Gli attacchi andarono avanti per due giorni e quando il comandante di divisione, il generale Géraud Réveilhac, ordinò un'altra carica, la 21a compagnia rifiutò.
Furioso, Réveilhac ordinò al suo comandante di artiglieria, il colonnello Raoul Berube, di sparare sulle sue stesse truppe. Anche Berube si rifiutò. Giorni dopo, quando quattro caporali non furono in grado di attraversare un pezzo di terra di nessuno, tornarono indietro e Réveilhac ordinò che fossero giustiziati. L'incidente divenne noto come l'affare dei caporali Souain.
Réveilhac rimase al comando del reggimento fino al febbraio 1916, quando gli fu ordinato di prendere un congedo di tre mesi. Successivamente ha ricevuto il titolo di Grande Ufficiale della Legion d'Onore.
I soldati indiani che si rifiutavano di usare cartucce unte con grasso di maiale e di manzo -
Nel 1857, gli inglesi avevano controllato l'India con un regime repressivo per circa un secolo. Tuttavia, le tensioni erano finalmente arrivate al punto che i leader politici indiani stavano pianificando una rivolta. Gli eventi si inasprirono quando i fucili inglesi Enfield usarono cartucce unte con una miscela di grasso di mucca e maiale. Per caricare i fucili, i soldati musulmani e indù dovevano strappare con i denti la carta che avvolgeva le cartucce. Per motivi religiosi, si sono rifiutati di aprire le cartucce. Le truppe furono giudicate colpevoli di insubordinazione in una corte marziale, che scatenò l'ammutinamento indiano. Gli inglesi alla fine li sconfissero e presero il controllo diretto dell'India fino al 1947.
Il generale che ha spostato 10.000 uomini fuori posizione -
Il generale Daniel Sickles era un politico con l'ambizione di diventare presidente. Tuttavia, i suoi sogni sono stati effettivamente rovinati quando ha ucciso l'amante di sua moglie. Quando scoppiò la guerra civile americana nel 1861, Sickles creò una brigata con sé stesso come comandante, sperando di migliorare la sua reputazione.La carriera militare di Sickles terminò nella battaglia di Gettysburg nel luglio 1863, dopo aver spostato il suo III Corpo senza ordini in un'altra posizione. Subirono il 40% di vittime, ma hanno comunque rallentato il generale confederato James Longstreet.Lo stesso Sickles fu ferito da colpi di cannone e dovette farsi amputare una gamba. Alla fine è stato insignito della medaglia d'onore per le sue azioni.
Il tenente che ha sfidato l'ordine di ritirarsi
Nel 1951, l'esercito cinese lanciò l'offensiva di primavera contro le forze americane durante la guerra di Corea, inviando 300.000 truppe per attaccarle. Sopraffatta, un'unità americana dell'8a compagnia Ranger fu catturata prima dell'avanzata. Il suo comandante, EC Rivera, chiese aiuto via radio, ma le forze rimanenti decisero di ritirarsi.
Rivera e i suoi 65 uomini sarebbero stati condannati se non fosse stato per il tenente David Teich. Disobbedendo al suo capitano, Teich inviò quattro carri armati a Rivera e recuperò l'unità bloccata.
Fonti: (Ranker) (BBC) (HistoryNet)
Crisi imperiale
L'ammutinamento del Reno del 14 d.C. minacciò la stabilità dell'intero Impero Romano. Alla fine del regno di Augusto, l'esercito romano aveva dedicato gran parte delle sue forze a reprimere una rivolta in Illyricum, situata negli odierni Balcani. Ciò ha contribuito a far precipitare la distruzione di tre legioni vulnerabili nella foresta di Teutoburgo in Germania.
L'ammutinamento del Reno del 14 d.C. minacciò la stabilità dell'intero Impero Romano. Alla fine del regno di Augusto, l'esercito romano aveva dedicato gran parte delle sue forze a reprimere una rivolta in Illyricum, situata negli odierni Balcani. Ciò ha contribuito a far precipitare la distruzione di tre legioni vulnerabili nella foresta di Teutoburgo in Germania.La rivolta è iniziata quando i soldati hanno iniziato a uccidere i loro comandanti. Il compito di fermarla toccò a Germanico, figlio del nuovo imperatore Tiberio. Dopo molta resistenza, la ribellione scoppiò e i comandanti furono giustiziati. Germanico guidò quindi i soldati un tempo ribelli in una spedizione di successo attraverso il Reno, che dimostrò la loro lealtà.
Anno 2023: Esplode la protesta per il caro affitti a Milano
Il PD si schiera immediatamente con gli studenti che protestano.
Esperienza personale:
Anno 2001: monolocale a Milano, stanza unica con bagno 30 mq sotto tetto senza coibentazione e con riscaldamento elettrico - € 1100/mese + condominio + utenze
Anno 2001: monolocale a Milano, stanza con letto a soppalco e angolo cottura + bagno, mq 35 - € 850/mese + condominio + utenze
Anno 2002: stanza con bagno e cucina condivisi a Milano, prezzo richiesto € 550 (zona semicentrale)
Anno 2002: stanza con bagno e angolo cottura a Pavia in residence per studenti e lavoratori - Mq 28- € 1200/mese bollette incluse
Insomma il caro affitti non è una novità, sono cambiate altre cose:
- reddito
- disponibilità
Questa cosa ovviamente intacca il diritto di scelta dell'ateneo dove si vuole studiare, ma è anche vero che se gli studenti semplicemente si iscrivessero da altre parti, gli stessi atenei dovrebbero porre in essere delle
politiche per fronteggiare il calo degli iscritti. Insomma mi sa che ci lamentiamo che l'iPhone costa 1500 euro ma poi lo compriamo.
Dopo 9 anni di fidanzamento decidono di cambiare tutto e diventano sacerdote e suora. E’ la storia di Angelo e Paola, una ex coppia che stava anche programmando il matrimonio. Oggi Angelo e Paola sono Don Angelo Ragosta e suor Maria Giuseppina: lui il 21 aprile scorso ha festeggiato i dieci anni da prete, ora è in Germania; lei è diventata monaca di clausura, carmelitana scalza, conosciuta con il nome di suor Maria Giuseppina dell’Amore incarnato. A raccontare la particolare storia è stato Don Angelo tramite la sua pagina Facebook: “Dovevamo sposarci e invece abbiamo detto sì a Dio (
Sempre insieme, ma ora con un ‘terzo incomodo’: Dio. La storia di Angelo e Paola sembra la sceneggiatura di un film romantico, anzi una parabola cristiana. Da anime gemelle fino a sposare… il Signore, diventando prete e suora. I due si incontrano per la prima volta aPortici, nella provincia diNapoli, quando Angelo ha 16 anni e Paola 15. La fede arriva solo successivamente, però, perché anzi inizialmente li unisce una certa avversione per la Chiesa, i preti e le suore.(QUOTIDIANO NAZIONALE)
“Ecco l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Salmo 117. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo ben 9 anni di relazione, due giovani ragazzi: Paola e Angelo, hanno scoperto un’interiorità diversa che li ha spinti a scelte determinanti per la loro vita. Entrambi hanno compreso la radicata vocazione che traboccava nei loro cuori così hanno chiarito il loro rapporto e i loro sentimenti visionando una strada diversa. (Internapoli)
La storia di Angelo e Paola è una di quelle storie d'amore che sembrano uscite da un romanzo, ma che in realtà sono la testimonianza di due anime che hanno sentito la vocazione religiosa e hanno deciso di seguirne il richiamo. (Gazzetta del Sud)
La storia di Angelo e Paola: dovevano sposarsi, ora lui è un prete e lei una suora Originari di Portici, nel Napoletano, fidanzati per 9 anni, a un passo dal matrimonio, prima lei e poi lui hanno sentito la vocazione. (Fanpage.it)
Nel 1996 si innamorano e iniziano una relazione con – fa sapere Angelo, riportato dal Quotidiano Nazionale – «i classici tira e molla di gioventù». Da ex fidanzati a prete e suora. (Open)I due si innamorano e dopo 9 anni di fidanzamento decidono di sposarsi. Lei è suor Maria Giuseppina, monaca contemplativa al Carmelo (ma continua a fargli le ramanzine come quando erano fidanzati). (ilmattino.it)
Evidentemente certi argomenti sono tabù se ( vedere anche nei link sopra il caso di Michela Murgia ) certe persone fanno rimuovere la foto di questa bella opera d'arte
Este tatuaje fue hecho para una mujer que tenía cáncer de mama. Facebook la ha retirado por considerarla una imagen de desnudez y por ser ofensiva. Sin embargo, creemos que esta mujer es valiente y fuerte, por lo que vamos a publicar la foto. Os pido vuestro apoyo. Dadle al ‘Me gusta’ y compartidla rápidamente para mostrar vuestro apoyo a esta y a otras muchas mujeres que han perdido tanto
Questo tatuaggio è stato fatto per una donna che aveva il cancro al seno. Facebook l'ha ritirata perché la considera un'immagine di nudità e offensiva. Tuttavia, crediamo che questa donna sia coraggiosa e forte, quindi pubblichiamo la foto. Vi chiedo il vostro sostegno. Mettete "Mi piace" e condividete velocemente per mostrare il vostro sostegno a questa e a molte altre donne che hanno perso tanto
sia che sia , a volte capita , l'algoritmo che non riconosce le opere d'arte ed artistiche dalla volgarità sia che sia come mi ha risposto il mio contatto
Giuseppe Scano Fb blocca o cancella in base al numero di segnalazioni, non tiene conto dei contenuti; è stata censurata la foto di una mamma africana che allatta il figlio e chi ha proposto i forni crematori per gli extracomunitari ha ancora il profilo attivo. Basti pensare ai falsi fan di quell'abominevole video costato 9 milioni di soldi pubblici. Quanti profili fake esistono su Fb? E di Morisi- Salvini e Longobardi-Meloni ci siamo dimenticati
è segno che non c'è un educazione all'arte in tutte le sue forme