20.2.22

Si chiama Sofia Jirau, è portoricana, ha 25 anni ed è la prima modella con sindrome di Down a sfilare per Victoria’s Secret.


Una scelta che stravolge i canoni, include, rompe tabù e rovescia stereotipi.Un messaggio che non è solo etico ma anche estetico (lei è bellissima), perché contribuisce a cambiare e allargare la concezione di bellezza e delle sue infinite forme.Un successo anche personale per Jirau, che è anche attivista e da
anni combatte in prima linea per la libertà di amare ciò che si è ed essere ciò che si vuole.
E ben vengano testimonial come lei e campagne come queste per accelerare il cambiamento. Ogni tanto, pare, succedono anche cose molto belle. Fantastici😤😷😢🤮 quelli che: “È una trovata pubblicitaria”. Ma dai? E allora? E dunque? Ma ben venga che si utilizzi una campagna pubblicitaria per far passare un concetto enorme come questo. Preoccupatevi, piuttosto, quando la pubblicità promuove tematiche tossiche e malsane, cioè praticamente sempre o quasi . Niente, non ce la faremo mai.

Morto di covid Renzo Belli, farmacista modenese Medaglia d’oro al valor civile: aveva aperto la casa agli sfollati del sisma del 2012

 Morto di covid Renzo Belli, farmacista modenese Medaglia d’oro al valor civile: aveva aperto la casa agli sfollati del sisma del 2012

Aveva 76 anni. Lo ricorda la Federazione degli Ordini dei farmacisti: "Innumerevoli le iniziative di solidarietà che ha promosso. Fu impegnato nella Protezione Civile insieme alla moglie Carla per offrire assistenza ai terremotati della sua Modena e, più tardi, agli sfollati del sisma che ha colpito le Marche e l’Umbria" . Per il suo impegno aveva ricevuto la Medaglia d’oro al valor civile. Belli era ricoverato al Policlinico di Modena, dove è deceduto dopo aver contratto il Covid-19. Il sisma emiliano del 2012, di magnitudo 5.9, fece 27 vittime: Renzo Belli, ancora in lutto per la morte del figlio Marco in un incidente stradale, aveva tenuto aperta l’unica farmacia agibile del paese e organizzato il Campo Paradiso: un allestimento di sacchi a pelo nel suo giardino per chiunque non avesse più un tetto a causa del sisma.Lo ricorda il sindaco di Concordia, Luca

Prandini: “Il suo sostegno e quello della sua famiglia agli sfollati nei momenti più drammatici del sisma del 2012 restano una delle pagine più belle della nostra comunità. Il Campo Paradiso allestito nella sua residenza, dove ha ospitato un centinaio di concordiesi, è diventato un esempio nazionale di solidarietà, riconosciuto anche con il conferimento ai coniugi Renzo e Carla della Medaglia d’oro al valor civile, la più alta onorificenza concessa dalla Repubblica Italiana”.Piange la scomparsa di Renzo Belli anche la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), che conta il “trentaduesimo farmacista deceduto a causa del Covid”. La Federazione ricorda “le innumerevoli iniziative di solidarietà promosse dal dottor Belli nella sua lunga carriera, che lo hanno visto impegnato come farmacista nella Protezione Civile prodigandosi, insieme alla moglie Carla, per offrire assistenza e conforto ai terremotati della sua Modena e, più tardi, agli sfollati del sisma che ha colpito le Marche e l’Umbria”.“È una giornata di grande tristezza”, scrive la Federazione, “per la comunità dei farmacisti che perde un collega di grande valore umano, che si è sempre speso con generosità e passione per il bene del territorio e dei suoi concittadini. I messaggi di affetto e commozione espressi in queste ore dai colleghi e da tutti quanti lo conoscevano rendono omaggio a una persona di rara levatura morale che si è dedicata, con altruismo e senso del dovere, alla tutela della salute delle persone e al conforto della sua comunità”.Ehgli  ha saputo trasformare  il lutto  in gioia  . Infatti pochi giorni prima aveva pure perso il figlio Marco in un incidente stradale, nel momento più difficile della sua vita, invece di chiudersi nel proprio legittimo dolore privato, con la moglie Carla Cestari aprì le porte della sua residenza a centinaia di sfollati, realizzando dal nulla nel suo giardino un vero e proprio centro di accoglienza. Lo chiamarono “Il Campo Paradiso”, in memoria del figlio scomparso. Una grande lezione su come trasformare un dolore immane in un enorme atto di solidarietà. Per quel gesto Renzo e Carla anni dopo ricevettero dal Presidente Mattarella la Medaglia d’oro al valor civile, la più alta onorificenza della Repubblica. Quando se ne vanno uomini così, perdiamo tutti qualcosa.Un abbraccio fortissimo alla moglie Carla. E grazie di tutto.

19.2.22

le foto di Whilelm Brasse ed altre storie del 900

 il ricordo di tali eventi  no  è   solo  il 27 gennaio 


Un giorno di febbraio del 1941, un giovane prigioniero polacco di nome Whilelm Brasse fu incaricato dai nazisti di fotografare, uno dopo l’altro, tutti i prigionieri di Auschwitz, di fronte e di profilo.
Quando, quasi due anni dopo, fu il suo turno, prima che la foto fosse scattata, Czesława Kwoka “si asciugò le lacrime e il sangue dal taglio sul labbro” - come ricorda lo stesso Brasse - che le aveva procurato la kapò a bastonate in faccia.
In quel momento Czesława aveva 14 anni, era appena arrivata al campo, non parlava e non capiva una
parola. Poche settimane dopo, il 18 febbraio 1943, le ammazzarono la madre, Katarzyna. Il 12 marzo fu assassinata con un’iniezione di fenolo nel cuore.

Poco prima che l’Armata rossa fece irruzione ad Auschwitz, i nazisti ordinarono a Brasse di distruggere tutte le foto insieme ai negativi, ma lui riuscì coraggiosamente a salvarne qualcuna. Tra queste, c’era quella di Czesława, che diventerà una delle fotografie più iconiche di sempre di quell’orrore, e nel 2018 fu colorata per aumentarne la vividezza.
Questo scatto è di una dignità, nello strazio, da mettere i brividi.

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La chiamavano affettuosamente “la biondina della Val Taleggio”. Ma lei, Piera Vitali detta Pierina, era prima di tutto una partigiana, una combattente, una donna libera.

E lo è stata sempre, fino all’ultimo istante.
È stata arrestata dai fascisti a 21 anni, mentre combatteva per la liberazione.
È stata interrogata, ma lei non ha fatto i nomi dei compagni.
È stata messa al muro davanti a un plotone armato. Ma lei non ha fatto i nomi.
È stata pestata a sangue, torturata, ma lei non ha fatto i nomi.

Hanno tentato di comprarla i nazisti. Ma anche in quel caso lei non ha fatto i nomi.
Infine l’hanno caricata su un pullman diretto ai campi di concentramento. E lei ha sfondato il finestrino e si è lanciata in corsa, tornando a fare la staffetta partigiana fino alla libertà.
Aveva 21 anni, poco più che una ragazzina.
Due anni fa esatti, Pierina se n’è andata a 96 anni. Lei, una di quelle che la patria l’ha difesa davvero, non a parole o a slogan, ma con un coraggio e una forza (e a un’età) che oggi fatichiamo anche solo a immaginare.

Ciao Pierina, ovunque tu sia. 

Roma, l'appello shock dell'ex prof del Righi sui social: "Preghiamo per chi manda le figlie a scuola vestite come tro..."

 DI COSA    STIAMO PARLANDO

DA repubblica ( QUI L'ARTICOLO https://bit.ly/3H7VEiJ ) questa #schifonotizia


Roma, l'appello shock dell'ex prof del Righi sui social: "Preghiamo per chi manda le figlie a scuola vestite come tro... . avremmo necessità di un serio sistema di reclutamento e di valutazione dei docenti, quest'ultimo non esiste e siamo gli unici un Europa. Aveva ragione Gaber : << C'è un'aria, un'aria, ma un'aria >>. Lo so che : << Comunque la stanno facendo troppo lunga, e basta! >> come hanno
scritto in un commento sul mio facebook . 
Ma però una cosa lasciatemela dire, a costo di risultare impopolare ed essere ( anche se ho imparato a scivolarci su ) del retrogrado ed all'antica da parte progressista soprattutto quella radical chic .
Possiamo stare a discutere ore sull’opportunità o meno di un dress code a scuola, sull’esigenza di
un certo tipo di decoro ed comportamento da tenere in aula e, per carità, posso anche essere d’accordo.
Ma mentre discutiamo di questo, però, la situazione sta sfuggendo completamente di mano e finendo sullo sfondo il vero tema della questione. Anzi, i temi:
1. Che è inammissibile, senza se e senza ma, che un’insegnante dia, di fatto, della prostituta a una ragazza di 16 anni semplicemente per un ombelico di fuori o una maglietta corta
2. Che se, invece di una ragazza a pancia scoperta, ci fosse stato un ragazzo in bermuda, non gli avrebbe detto “Stai sulla Salaria?” ma “Non sei al mare”.
3. Che il minimo che possiamo e dobbiamo pretendere da un educatore, un insegnante in questo caso , è che sia in grado di dare ai ragazzi gli strumenti per capire cosa è eventualmente opportuno e cosa non lo è. Di educare, appunto, non di umiliare e offendere come se fossimo, più che in un’aula scolastica, nell’ultimo baraccio della Salaria (e non in quel senso).
4. Che si può o meno condividere la loro protesta, ma non si può sentire gente della mia età e oltre che si permette in modo insopportabilmente paternalista di dire a ragazzi di 16 anni per cosa è giusto o non è giusto scendere in piazza, per cosa vale o non vale la pena farlo, ignorandoli bellamente quando gli stessi scendono in piazza contro lo sfruttamento e le morti sul lavoro a scuola e vengono manganellati ( se non peggio ) dalla polizia.
Parliamo, prima di tutto, di questo. Impariamo - noi da loro - a mettere davanti le cose che davvero contano, gli insulti che feriscono, le parole che pesano come macigni, il rispetto dell’altro, del ruolo e del senso fondamentale dell’insegnante, il più importante al mondo

18.2.22

storie di centenari. I 107 anni di Luisetta Mercalli Quaquero insegnante di generazioni di studenti e morto a 101 Morto pilota Usa che lanciava con il onte aereo dolci ai bambini di Berlino nel 1948

 la nuova  sardegna  del  17\2\2022

La signora Luisetta Mercalli Quaquero

Nata a Carloforte, studi a Padova, l'ultracentenaria signora è stata docente alla scuola media Alfieri di Cagliari ed è la madre di Angela e Myriam, la prima, psicoterapeuta, è la presidente dell'Ordine degli psicologi della Sardegna e la seconda, musicologa, è docente al Conservatorio di Cagliari

CAGLIARI. Grande festa nella residenza sanitaria assistenziale “Fondazione Stefania Randazzo” di Selargius, per il centosettesimo compleanno di Luisetta Mercalli. L’ultracentenaria nata a Carloforte il 17 febbraio 1915, di mercoledì, il giorno delle “Ceneri”, è la primogenita delle tre figlie di Limbania Rivano e Giorgio, ufficiale del regio esercito nella Prima guerra mondiale e successivamente funzionario della società che aveva la concessione per lo sfruttamento della miniera di Montevecchio a Iglesias.Luisetta Mercalli, sopravvissuta alla “spagnola”, la pandemia influenzale che contrasse nel 1918, quando aveva 3 anni, e quest’anno al covid-19, dopo aver studiato all'istituto Carlo Felice di Cagliari, ha conseguito un secondo diploma alla scuola femminile superiore ”Pietro Scalcerle” di Padova, per insegnare quindi Economia domestica nella scuola secondaria di avviamento professionale prima a Carloforte, poi a Monserrato. Era l’insegnante prevalente: la materia comprendeva contabilità, disegno professionale, merceologia. Successivamente, dal 1 ottobre 1963 sino alla pensione, 1979, ha insegnato Applicazioni tecniche nella scuola media Alfieri a Cagliari.Il 28 giugno del 1951, dopo un breve fidanzamento, si è sposata nella chiesa di San Carlo a Carloforte con Luigi Quaquero, un ufficiale carlofortino che durante la Seconda guerra mondiale era stato catturato dagli inglesi nell’Africa Orientale e tradotto in uno dei campi di prigionia allestiti in Kenia.

La signora Luisetta a passeggio con le figlie Myriam e Angela

La signora ultracentenaria ha avuto due figlie: Angela Maria, laureata in Lettere e Psicologia, psicologa psicoterapeuta, già assessora alle politiche sociali della provincia di Cagliari dal 2005 al 2013, attuale presidente dell’Ordine degli Psicologi della Sardegna, e Myriam, laureata in filosofia e Disciplina delle arti, della musica e dello spettacolo (DAMS), diplomata in composizione, musicologa e titolare della cattedra di Storia ed estetica musicale presso il conservatorio di musica “Pierluigi da Palestrina” di Cagliari fino al 2018. Dotata di una grande manualità la signora Luisetta ha sempre amato ricamare e cucire. Dal mese di dicembre dello scorso, grazie ad un intervento eseguito dall’oculista Sergio Manuel Solarino, ha riacquistato una parte della vista. E pertanto può nuovamente dedicarsi alla lettura, un’altra delle sue passioni.Tra i primi a esternarle gli auguri oltre alle figlie, ai generi e alle 3 nipoti Alice, Francesca, Elena, anche la sorella ultimogenita Maria Vittoria, novantunenne, una delle prime ad aver conseguito in Sardegna il diploma di laurea Isef, e il sindaco di Carloforte Salvatore Puggioni.

Halvorsen, 'bombardiere di caramelle' contro embargo sovietico

(ANSA) - ROMA, 17 FEB - Gail Halvorsen, l'ex pilota americano passato alla storia per aver lanciato dolciumi ai bambini di Berlino durante l'embargo imposto dall'Unione sovietica, è morto a 101 anni. Soprannominato il 'bombardiere di caramelle' o 'zio Wiggly Wings' per il modo in cui manovrava il suo aereo in modo che i bambini sapessero del suo arrivo, fu il primo pilota a far piovere su Berlino piccoli paracaduti riempiti cioccolata, gomme da masticare e caramelle e ispirò tanti altri piloti a fare lo stesso dopo di lui. "Anche se volavo giorno e notte, con il ghiaccio e sotto la neve... ero felice quando vedevo l'espressione dei bambini che aspettavano i paracaduti. Ne andavano matti", raccontò Halvorsen in un'intervista di dieci anni fa. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dal 1948 al 1949 gli americani e gli alleati organizzarono un'operazione chiamata 'Il ponte di Berlino' per portare rifornimenti ai 2,5 milioni di abitanti di Berlino ovest, ancora sofferenti per il conflitto e circondati ai sovietici che avevano bloccato tutti gli accessi ai tre settori occupati da statunitensi, inglesi e francesi e tagliato tutti i collegamenti ferroviari e stradali. Furono 2 milioni le tonnellate di merci trasportate da oltre 270.000 voli alleati. Almeno 78 piloti americani, britannici e tedeschi hanno perso la vita in incidenti aerei o a terra, consegnando cibo e altri generi di prima necessità alla popolazione di Berlino che era allo stremo. (ANSA).



i giovani non solo revenge porn e simili ma anche lotta al femminicidio e ala cultura sessista il caso degli studenti e le studentesse hanno occupato l'istituto Valentini Majorana di Castrolibero in provincia di #Cosenza

 

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Gli studenti e le studentesse hanno occupato l'istituto Valentini Majorana di Castrolibero in provincia di #Cosenza per ottenere ascolto contro le #molestie sessuali del professore di matematica.
Al loro fianco le forze dell'ordine, che ora sono sul posto a indagare.
La denuncia parte da una ex studentessa - la chiamerò Chiara - che ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente gli abusi subiti.
Da quanto sta emergendo, il professore avrebbe fatto a diverse studentesse allusioni sessuali, apprezzamenti fisici, richieste esplicite di sesso; a una ragazza del primo anno avrebbe addirittura dato il suo cellulare e le avrebbe chiesto di andare nel bagno della scuola e scattarsi una foto del seno in cambio della sufficienza.
E la Dirigente?! Prima ha detto di non crederci, poi ha liquidato la denuncia delle ragazze dicendo che si trattava di battutine e anzi, avrebbe affermato che non sapevano stare agli scherzi.
In merito alla questione della foto Chiara racconta che la Dirigente si sarebbe messa a ridere, poi ha convocato i genitori della ragazza e insieme hanno formulato il testo per una denuncia alle forze dell’ordine. Denuncia che però non è stata mai formalizzata dalla Dirigente. Come mai? E quando ha scoperto che Chiara cercava testimonianze di altre ragazze molestate dal docente l'ha
pure denunciata per diffamazione. Ma, appunto, non ha mai denunciato il docente.
Chiara è stata forte, ha acceso i riflettori su una vicenda da cui l'istituzione scolastica esce veramente distrutta.
Fra l'altro risulta che la Dirigente, al momento, invece di cercare un dialogo, spiegarsi, parlare alla sua comunità scolastica si sia messa in aspettativa per malattia.[ vedere foto documentale a destra tratta da sito dell'Uff. Regionale della Calabria viene pubblicata una richiesta ufficiale per la ricerca di un/una Dirigente in sostituzione dell'attuale. ] Insomma, sparita!
Chiara nel frattempo ha scoperto che il professore, prima di insegnare nella loro scuola, lavorava in un istituto tecnico, da cui era stato allontanato per lo stesso motivo. E continua con fermezza nella sua lodevole battaglia.
"Tante ragazze hanno dovuto affrontare le sue molestie, molte le stanno ancora subendo, e non vogliamo che se ne aggiungano altre. Non vogliamo che questa persona continui a lavorare nella scuola e a contatto con le ragazze".
Chiara, sei una ragazza eccezionale, e in questa battaglia non siete sole, avete al vostro fianco gli inquirenti innanzitutto e tutti i vostri compagni che non si accontenteranno certo dei silenzi. Grazie a te e a tutti gli studenti e le studentesse per l'immensa dimostrazione di #coraggio e valori che state dando.
👏❤️

per evitare chiamate indesiderate o messaggi molesti su whatsapp usate due schede una pubblica ed una privata

  questo post     di  Aranzulla     conferma    il consiglio      che  davo    in un post   (  cercatevelo  nell'archiviuo  dell'ann...