Dopo gli anni del terrorismo ( strategia della tensione/guerra non ortodossa e anni di piombo ) e l'emergenza ambientale , c'è quella del femminicidio e della violenza di genere che colpisce direttamente (omicidi e stupri ) anche indirettamente ( bullismo e suicidi come la storia ripresa sotto ). fatti come quelli di Palermo e di Caivano solo per citare gli ultimi avvenuti cronologicamente sono aggravati oltre che da un sistema sociale vetusto e non a passo con i tempi ed le innovazioni etiche tecnologiche da un emergenza sociale e culturale .
Infatti a Latina, minorenne sviene in spiaggia durante una festa: gli amici la filmano sotto la gonna e pubblicano il video su Instagram.
Il video è stato rimosso in un secondo momento, ma ormai le condivisioni erano state migliaia
Sia nella storia Amanda Michelle Todd ha sedici anni ( vedi sotto ) C’è un problema serio. Anzi due.
Il primo è nella sessualità maschile capace di questi gesti vigliacchi, che hanno come filo comune “approfittare di una situazione di debolezza o incoscienza” (qui uno svenimento).
Il secondo è nella narrazione di questi fatti da parte di certa stampa, che definisce “amici” [ anche quando effettivamente lo sono ] dei profittatori pavidi e crudeli, che svendono le ragazze appena sono in difficoltà. E le vendono al miglior offerente. E pensano sia questo essere forti. Vincenti.
Quelli non sono amici [ ma ..... mostri ].
Uomini e giovani uomini che non siete come loro prendere parole, indagate, provate a spiegarci quale piacere ci può essere nell’approfittare della debolezza di una femmina. << È questione di coraggio. Quello vero.E futuro. ( da , eccetto le parentesi , https://www.facebook.com/labodif
Infatti mi tocca dare ragione a
C'è una enorme differenza tra essere maschio ed essere Uomo.
Un "Uomo" è un individuo finito, consapevole di se stesso, dei propri istinti, dei propri limiti e delle proprie facoltà, ma anche e soprattutto consapevole del fatto che la violenza, in nessun caso, è una soluzione. [ ... segue qui sul suo post ]
e per concludere la storia in questione riportata dall'account fb dela giornalistra
Angela Marino
Amanda Michelle Todd ha sedici anni, è carina ma non lo sa, è intelligente e sensibile, ma è ancora troppo giovane per apprezzare il valore di queste qualità. A scuola non è quella che si dice una ragazza popolare. Quando chiude la porta della sua camera per cercare, con le videochat, il contatto con qualcuno che le presti attenzioni e la faccia sentire bella, non sa che è come offrirsi vittima sacrificale alla crudeltà altrui. Uno dei suoi amici virtuali la convince a spogliarsi davanti alla telecamera. “Dai, tanto non ci vede nessuno”. Lei finisce per eseguire, ma non perché voglia farlo, solo perché non sa dire ‘no’. Ignora, Amanda, di essere caduta nel ‘capping’ uno dei tanti cybercrimini di oggi. Quando la foto è stata scattata, la vittima non ha altra scelta che obbedire alle richieste del suo ricattatore, altrimenti la foto viene pubblicata su internet. Da quel momento, Amanda obbedisce a tutte le richieste, credendo così di tenersi al sicuro. Poi il giorno di Natale si ritrova la polizia postale alla porta: “Signori, online ci sono foto intime di vostra figlia”. E così vengono a saperlo anche i suoi. Per Amanda, sola come non mai, sono arrivati due nuovi compagni di sventura: l’ansia e la depressione. Dopo quell’esperienza non riesce a mangiare a dormire, non è mai serena né si sente mai al sicuro. La situazione peggiora quando su internet spunta un account Facebook con il suo nome e la foto del suo seno come immagine del profilo. Qualcuno ha aggiunto i suoi compagni di scuola tra gli amici. E così Amanda scende di un altro gradino la scala del dolore. Ora è esposta al pubblico ludibrio, agli insulti e alle minacce dei suoi compagni, che trovano divertente isolarla e bullizzarla. A salvarla c’è un vecchio compagno di scuola, l’unico che le mostri affetto e comprensione. Amanda si prende una cotta, lui la invita a uscire, ma all’appuntamento la ragazzina trova tutti gli altri suoi compagni di classe. È solo uno scherzo, sono lì per prendersi gioco di lei. “Ma guardati, non piaci a nessuno!” sghignazzano. Poi passano alle violenze fisiche, la picchiano. Amanda rimane raggomitolata sul pavimento per un po’, è suo padre a trovarla. “Niente, papà, sono caduta”. E a casa beve la candeggina. Con il tentativo di suicidio i bulli guadagnano un’altra leva per farle del male. Cominciano a taggarla su Facebook con le foto di candeggina e acidi. Amanda va dallo psicologo, ma sta sempre peggio. Finisce in ospedale per abuso di farmaci. Quando sembra che non ci sia più niente da fare, si chiude nella sua stanza, accende la telecamera e racconta la sua storia di bullismo e abuso. È una richiesta di aiuto, un grido di dolore e rabbia, un sussulto di vita e dignità. Non funziona. Cinque settimane dopo la pubblicazione del video su Youtube chiude di nuovo la porta della sua stanza e si impicca. Dopo la sua morte il video diventa virale. Gli hacker di Anonymous rintracciano l’uomo che le estorse la foto con cui tutto è iniziato. Viene condannato per frode, aggressione sessuale e ricatto. “Grazie - dicono i genitori di Amanda - ma gli aguzzini di nostra figlia sono molti di più”.