Il 12 giugno 2016 un killer uccise ad Orlando 49 persone che si trovavano nel locale gay Pulse.
Alle vittime di Orlando e a Eddie Justice è dedicato il libro di Cristian A.
Porcino Ferrara Canzoni contro l'omofobia e la violenza sulle
donne. Inoltre Porcino dedica il proprio volume anche a Sara Di
Pietrantonio barbaramente assassinata dal fidanzato. Nell'intervista con
l'autore si è discusso di omofobia, femminicidio, i moti di Stonewall e molto
altro.
1) Qual è il tuo bilancio a un anno
dall'uscita del libro "Canzoni contro l'omofobia e la violenza sulle
donne"?
«Molto buono. Quest'anno ho
ricevuto recensioni positive, tanti pareri autorevoli come quello della
senatrice Monica Cirinnà, ringraziamenti da parte di associazioni Lgbt e molte
altre soddisfazioni personali. Penso alle tante opinioni dei lettori che mi
hanno contattato in privato per congratularsi del lavoro fatto. Alcuni di loro
mi hanno raccontato le loro vite, i problemi che li hanno segnati e la
rinascita dopo la consapevolezza di sé»
2) Una bella soddisfazione
«Certo, perché l'unico a credere
nel progetto sono stato io. Ho contattato tanti editori ma quasi tutti, pur se
interessati, non hanno voluto investire economicamente su un progetto da loro
ritenuto di nicchia. In Italia domina l'editoria a pagamento e se non accetti
di sborsare quattrini devi impegnarti a fare tutto da solo e diventare quindi
indipendente»
3) Se osserviamo i risultati
raggiunti non hai avuto torto. Ma mi dicevi di Christopher Park (che appare
proprio nella copertina del libro) e la comunità Lgbt. Raccontaci qualcosa.
«Dici bene. Ricordo la
soddisfazione di aver portato la mia opera a Christopher Park, New York, dove
nacque il movimento Lgbt. Proprio in questi giorni ricorre l'anniversario dei
moti di Stonewall. Accanto a Christopher Park si trova lo storico locale
Stonewall Inn (foto 2) dove il 27 giugno 1969 si lottò per affermare il proprio
diritto di esistere in quanto esseri umani. L'orgoglio di essere se stessi e di
reclamare e combattere per ciò in cui si crede davvero. In quelle
manifestazioni si sancì la fine della violenza psicologica e fisica affrontando
le autorità che volevano schiacciare i diritti civili delle persone gay
confinandole in un ghetto. Infatti, per le strade di New York nel mese di
giugno ogni anno il gay pride riempie la Grande Mela non solo di colore, ma
dimostra concretamente che il proprio orientamento sentimentale e sessuale non
deve essere più tenuto nascosto ma vissuto alla luce del sole. La libertà di
amare non è una concessione ma, per l'appunto, un diritto»
4) In fondo New York è un po' la
tua seconda casa, e quindi è stato un piacere ricevere attenzioni dai
newyorkesi, o mi sbaglio?
«Esatto. Non dimentico la gente
seduta a Christopher Park (foto 1) che mi continuava a chiedere se il libro era
scritto in inglese e se potevano acquistarlo nelle loro librerie. Non posso
scordare il loro entusiasmo e la loro positività. Da italiano confesso che
tanta dimostrazione di stima e affetto mi ha fatto un certo effetto. In Italia
non siamo abituati a manifestare il nostro interesse per qualcuno che non
conosciamo. Forse se lo vediamo in TV sì ma per uno scrittore indie è del tutto
impensabile. Siamo molto invidiosi dei successi degli altri e raramente ci
facciamo coinvolgere dai progetti culturali degli sconosciuti»
5) All'interno del libro tu includi un
interessante progetto educativo sulle varie forme di affettività da realizzare
nelle scuole. Hai trovato il modo di presentarlo negli istituti?
«Da ben tre anni e senza grandi risultati. Ho
inviato tempestivamente il progetto all'assessorato alla pubblica istruzione di
Catania. L'assessorato ci ha fatto sapere che il progetto era valido però mancavano i soldi per poterlo realizzare. All'epoca ho fatto un tour de force
insieme ad una mia amica psicologa nelle scuole statali, ma oltre a
congratularsi per il progetto la litania che ascoltavamo era sempre la stessa:
non ci sono soldi. Altre volte, invece, i dirigenti scolastici non ci
ricevevano e ci dirottavano presso
segreterie didattiche o vicepresidi. Di conseguenza il progetto è stato
depositato e protocollato ovunque, ma non mi è mai stato permesso di attuarlo.
Il progetto si rivolge proprio ai ragazzi e ragazze delle scuole medie inferiori e superiori, e l'intento era
proprio quello di sensibilizzare i più giovani su tematiche che li riguardano
da vicino. Ho notato un ostruzionismo sistemico inaccettabile, e
un'indifferenza preoccupante che è la maggiore causa dei problemi che
affliggono questo paese. Ed è questo che mi dispiace tanto»
6) Dicevamo prima che il tuo
libro ha ricevuto anche l'apprezzamento della senatrice Monica Cirinnà ed è
stato ben accolto da pubblico e critica. Mi chiedevo se da parte cattolica hai
ricevuto apprezzamenti o rifiuti?
«Colgo l'occasione per
ringraziare ancora una volta la senatrice Cirinnà per le parole di
apprezzamento alla mia opera. Devo dire che è una persona davvero sensibile, e
soprattutto dotata di grande empatia. Per quanto riguarda
l'ambito cattolico io vedo spesso dei muri nonostante i vari appelli al dialogo
pronunciati da Papa Francesco. Ci tengo a precisare che non appartengono a
nessuna chiesa, e di conseguenza non frequentando alcuna comunità sono escluso
in automatico dai vari dibattiti su omofobia e femminicidio. Già in passato per
via di alcuni miei libri sono stato estromesso da lavori che erano offerti da
strutture religiose, ed ho patito varie forme discriminatorie a causa della mia
non appartenenza a nessuna fede preposta al culto. Ho tentato anni fa di
parlare con l'arcivescovo della mia città ma non mi ha accordato alcun
appuntamento. Chiaramente sono disponibile ad un confronto con le strutture
cattoliche ma dubito che ciò accadrà»
7) Quali sono secondo te i metodi
per combattere i numerosi casi di femminicidio e di aggressione omofoba nel
nostro paese? E a cosa è dovuta tanta intolleranza e furia omicida?
«È evidente che il nostro paese
porta avanti un sistema discriminatorio frutto di una cultura prettamente
machista. Una subcultura abbastanza diffusa che deve essere estirpata alla
radice. Goleman parla di alfabetizzazione emotiva da iniziare fin da ragazzi ed
è proprio quello che nella nostra società manca. Non possiamo restare con le
mani in mano e non colmare questo vuoto culturale. Da questo dipende il futuro
delle nuove generazioni. Nessuno può possedere nessuno, tantomeno la vita della
persona che dichiariamo d'amare. L'amore vero libera dalle catene e non
distrugge la vita della persona amata. Stesso discorso per l'omofobia. Si
combatte con la violenza ciò che non si comprende con la ragione e la cultura.
L'ignoranza genera paranoie e nemici inesistenti. Purtroppo in Italia non
esiste ancora una legge per combattere il femminicidio e l'omofobia. Senza una
cultura dell'accoglienza e del rispetto reciproco la discriminazione e
l'ineguaglianza troverà piena cittadinanza. A tal proposito ho apprezzato il
toccante messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella diffuso in
occasione della giornata mondiale contro l'omofobia. Per ringraziarlo gli ho
inviato in dono una copia del mio libro»
8)
Nel libro analizzi alcune canzoni straniere e italiane, mi chiedevo se poi
qualche artista italiano si è fatto vivo con te, magari per ringraziarti o per
altro?
«Purtroppo no. Ho contattato
molti artisti italiani da me citati ma non ho ricevuto alcun segnale. Ho
scritto diverse mail ed ho tentato anche tramite i social ma nulla. In fondo ci
sono abituato. Ho notato molti messaggi visualizzati a cui però non è mai
seguito alcun riscontro. In Italia i 'famosi' ti scrivono solo se vai in Tv e
diventi anche tu un fenomeno televisivo. Ma va bene così. Non ho
scritto il libro per essere ringraziato da loro, ma per incentivare una lotta
attiva al femminicidio e l'omofobia. Ed è questa la mia priorità»
Giuseppe Scano
Il libro Canzoni contro l'omofobia e la violenza sulle
donne è in vendita su Amazon al seguente link: https://www.amazon.it/Canzoni-contro-lomofobia-violenza-sulle/dp/1326718746
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