LO CONOSCETE IL GRUPPO MUSICALE LAS KETCHUP ? :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
15.1.08
Senza titolo 59
forse quando morirà qualche parente o familiare di un politico si faranno rispettare le leggi o faranno qualcosa di veramente serio ( e non i soliti bla .... bla ... bla ... ) per risolvere tale problema ed evitare da parte dei grandi gruppi industriali fenomeni come questi 1 2 . lo so che che sono discorsi che non andrebbero fatti e cinici , ma : << se il cielo fosse bianco di carta e tutti i mari neri d’inchiostro non saprei dire a voi miei cari , quanta tristezza ha in fondo al cuore qual’è il pianto , qual’è il dolore intorno a me ….( Ivan della Mea ) >>
14.1.08
Senza titolo 57
Che fine hanno fatto!
disperati.
Nella loro grigia via
a testa china se ne vanno.
Aiuto non vogliono
la dolce morte attendono sognando
paradisi artificiali...
Non resteranno che verdi prati,
dove germoglieranno
non più bianche margherite,
ma solo delle vuote siringhe,
lattine e carte,
che col vento si sposteranno,
dando l'unico segno di vita...
Ad una ad una
le ombre si piegheranno
per chiedere aiuto,
che da nessuno avranno...
Franca Bassi
13.1.08
Senza titolo 54
Epigramma
Ma fatemi il favore
Credere che
uomini cinici con la partita doppia
al posto del cuore
che decidono e pianificano la vita
in terra
con un unico obiettivo
il profitto
pensino a un domani per noi
sarebbe come pensare
che chi ci ruba il portafogli
lo faccia per depositare il contante
nel nostro conto in banca
Pietro Atzeni
Sonja Henie. Ve la ricordate?
Qualche notizia sulla bravissima SONJA copiato da Wikipedia:
Sonja Henie partecipò alla I Olimpiade Invernale nel 1924 non ancora dodicenne, accreditata come la più giovane partecipante ai Giochi. Nel concorso di pattinaggio individuale femminile fu ottava su otto partecipanti, ma si fece notare per l'eccellente esecuzione del programma libero, anche se poco variato, al punto che il Rapporto Ufficiale di quell'edizione dei Giochi pronosticava per la giovane norvegese un grande avvenire.
La previsione non tardò a realizzarsi. Nel 1927 la quindicenne Sonja Henie vinse il suo primo titolo mondiale. Ne avrebbe vinti dieci consecutivi, regina incontrastata dell'artistico femminile dal 1927 al 1936. Nello stesso periodo vinse consecutivamente sei campionati europei e tre titoli olimpici, nel 1928, nel 1932 e nel 1936. Nessun'altra pattinatrice è riuscita finora ad eguagliare tali risultati.
È tuttora una dei soli sei atleti che hanno vinto 3 medaglie d'oro consecutive alle olimpiadi invernali, insieme con lo svedese Gillis Grafström (1920-28) nel pattinaggio di figura, il tedesco dell'est Ulrich Wehling (1972-80) nella combinata nordica, l'statunitense Bonnie Blair (1988-94) nel pattinaggio di velocità, il tedesco Georg Hackl (1992-98) nello slittino e il norvegese Bjørn Dæhlie (1992-98) nello sci di fondo.
A Sonja Henie viene attribuito il merito di essere stata la prima ad indossare il gonnellino corto, diventato poi il costume tipico del pattinaggio artistico femminile, nonché la prima ad aver introdotto nel pattinaggio la coreografia della danza.
12.1.08
Senza titolo 50
A volte quando si parla di prevenzione della criminalità ometto di citare dei veri eroi del quoitdiano i miei genitori. Mia madre una collaboratrice scolastica con solo la terza media e mio padre un muratore con la quinta elementare fin da piccoli a me e a mio fratello hanno inculcato l'amore per la cultura e per il vivr onesto contando solo sulle proprie foprze. Mi ricordo che una volta un fratello di mia madre, segretario dell'allora Dc, propose a mio padre di entrare a lavorare come operator ecologico. Lo stipendio all'epoca non era male, si parla di due milioni delle vecchie lire. Lui, d'accordo con mia madre preferì contuinuare a fare il muratore una volta assicurato e una volta a nero.All'epoca già si vociferava di criminalità organizzata che gestiva il ciclo di rifiuti. E non posso omttere di dir la loro gioia quando vedevano i progressi scolastici miei e di mio fratello e con quanto forza d'animo hanno convito quest'ultimo a prendersi il diploma di perito industriale. La moglie del giudice Falcone, tra la'ltro, prima di morire con il marito a Capaci stava lavorando su un progetto di inculturizazione dei minori a rischio per toglierli dalle grinfie della criminalità organizzata. Romilda Marzari
Senza titolo 49
Vi giro una mail che mi ha invaito la mia amica, ora romana, Paola Galligani.
Controllate le etichette degli assorbenti interni che volete
acquistare, la prossima volta, e controllate se riuscite ad
individuare alcuni dei segni familiari descritti in questa e-mail.
Non meraviglia che tante donne al mondo soffrano di cancro alla
cervice e di tumori all'utero. Sapete che i produttori di assorbenti
interni usano diossina e rayon nei loro prodotti? Sono sostanze
cancerogene e tossiche! Perchè allora gli assorbenti interni non sono
contro la legge?
Perchè gli assorbenti interni non sono un prodotto alimentare e,
dunque, non sono considerati pericolosi o illegali.
ECCO IL VERO PERICOLO:
Gli assorbenti interni contengono due cose che sono potenzialmente
pericolose: Rayon (per assorbire) e diossina (un prodotto chimico
usato per sbiancare I prodotti). A volte contengono anche piccole
percentuali di amianto, per indurre nell'organismo femminile una
emorragia più intensa (più sanguinamento più assorbenti consumati).
L'industria degli assorbenti interni è convinta che noi,essendo
donne, abbiamo bisogno di prodotti candeggiati, sbiancati per pensare
che il prodotto sia puro e pulito.
Il problema è che la diossina, che viene prodotta in tale processo
sbiancante, può apportare gravi danni all'organismo! La diossina è
stata associata al cancro da studi clinici, ed è tossica per il
sistema immunitario e riproduttivo.
E' anche stata associata con endometriosi e basso numero di
spermatozoi per gli uomini. Lo scorso settembre, l'Agenzia di
Protezione Ambientale EPA ha reso noto che non esiste un livello
"accettabile" di esposizione alla diossina, visto che è cumulativa e
lenta a disintegrarsi. Il pericolo Reale viene dal contatto ripetuto
(Karen Couppert "Pulling the Plug on the Tampon
Industry") Io direi che usare circa 3-4 assorbenti interni al giorno,
per cinque giorni al mese, per 38 anni un "contatto ripetuto". Non
pensate anche voi?
Il Raion contribuisce invece ai pericoli creati da assorbenti interni
e dalla diossina perchè è una sostanza altamente assorbente. Percio,
quando fibre degli assorbenti interni restano nel collo dell'utero
(come di solito accade),ciò crea un "serbatoio" di diossina nel corpo.
Tra l'altro,resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe
con assorbenti interni fatti solo di cotone, perchè il rayon è più
leggero e tende ad attaccarsi. Questo è anche il motivo per il quale
la TSS (Sindrome da Shock Tossico) può colpire donne che usano
assorbenti interni (come potete leggere dal foglio informativo di
TUTTI gli assorbenti interni in commercio).
QUALI SONO LE ALTERNATIVE?
Usare assorbenti esterni, o prodotti non sbiancati e fatti
completamente di cotone.
Anche altri prodotti d'igiene femminile(assorbenti esterni/
fazzoletti) contengono diossina, ma non sono tanto pericolosi quanto
gli assorbenti interni.
Sfortunatamente, prodotti non sbiancati e in cotone si trovano quasi
solo in negozi di "prodotti biologici" (quindi sono più cari). Nel
1989, degli attivisti inglesi organizzarono una campagna contro lo
sbiancamento attuato con cloro. Sei settimane e 50000 lettere dopo, i
produttori di diversi prodotti sanitari passarono all'ossigeno (uno
dei metodi Verdi disponibili.
(MS magazine, May/June 1995)
COSA FARE ORA:
Ditelo alla gente. A tutti.
Informateli. Questa industria ci sta danneggiando,facciamo qualcosa
per impedirlo! Se avete tempo, scrivete una lettera alle società
Tampax -
Playtex - O.B -Kotex. Sulle scatole
c'è sempre un recapito. Fate loro sapere che esigiamo un prodotto
sicuro:assorbenti interni COMPLETAMENTE DI COTONE NON SBIANCATO.
PROMEMORIA:
Per non perdere l'impatto di
questa email, PREGHIAMO chiunque voglia spedirla ai propri amici, di
copiarla e poi passarla su un NUOVO messaggio.In questo modo, non potrà
distorcere il messaggio a causa delle varie frecce che appaiono nelle
e- mail inoltrate. Vi preghiamo di farlo con considerazione e serietà.
Senza titolo 48
•Genetici: ci sono individui che possiedono fin dalla nascita delle varianti di alcuni geni che li rendono più suscettibili allo sviluppo di una certa malattia rispetto alla popolazione generale (per esempio mutazioni di alcuni geni che aumentano il rischio di sviluppare un certo tipo di tumore, come i geni BRCA1 e BRCA2 nel caso del carcinoma della mammella, oppure il gene APC per il tumore del colon-retto).
•Modificabili: si intendono quelli legati a determinati stili di vita che aumentano il rischio di sviluppare certe malattie (tumori e/o malattie cardiovascolari): il fumo, l'alimentazione, l'inattività (sovrappeso e obesità).
•Ambientali: ovvero sostanze o radiazioni a cui gli individui sono esposti in maniera cronica o acuta, che possono a loro volta influire sulla probabilità di sviluppare una determinata patologia.
Lo studio fa riferimento sia ad una prima osservazione completata nel 2004 che ad una serie di accertamenti successivi. "E' stata analizzata tramite modelli di regressione multipla la correlazione a livello comunale tra questi esiti sanitari e un indice sintetico di pressione ambientale legata ai rifiuti. Questo indice - si spiega - ha combinato tutte le informazioni disponibili circa i siti di smaltimento rifiuti, legali e non, in un'unica misura che esprime il carico complessivo sulla popolazione residente, in funzione della numerosità, estensione e pericolosità dei siti di smaltimento".
Romilda Marzari
Senza titolo 47
Chi desidera sottoscriverlo può inviare un messaggio di adesione a
info@firenzeperlacostituzione.it
RIAFFERMIAMO LE RAGIONI DELLA DIFESA ATTIVA
1. viene inserita surrettiziamente, pochi mesi dopo il risultato elettorale dell'aprile 2006 all'interno di un legittimo e condivisibile disegno politico dell'Unione finalizzato alla riforma della legge elettorale. Manovra che disvela la vera posta in gioco perseguita da alcuni non marginali attori politici: il cambiamento con gradimento bipartisan della Costituzione, nonostante la formidabile conferma di popolo ottenuta dalla nostra Carta nel referendum costituzionale del 25-26 giugno 2006 con la vittoria del NO al progetto di modifica delle destre.
2. una tale verticistica opzione ci porterebbe fuori dal solco di una moderna democrazia costituzionale parlamentare, voluta con lungimiranza dai nostri Costituenti e come tale più adatta a dare compiuta rappresentanza alla pluralità delle posizioni politiche e sociali che caratterizzano la storia politica del nostro smemorato paese, proponendoci una soluzione istituzionale sbagliata, oggi oltretutto criticata proprio nei paesi, assunti a modello, in cui vige l'elezione diretta del presidente o del premier;
3. ci troviamo, purtroppo, di fronte all'ennesimo tentativo di sanzionare in un testo normativo la tendenziale trasformazione della democrazia parlamentare in una sorta di autocrazia elettiva.
Ciò premesso:
- riteniamo che questo disegno neoconservatore sovverta inequivocabilmente la qualità della nostra democrazia parlamentare, marginalizzi la sovranità popolare e come tale debba essere contrastato con fermezza;
- chiediamo pertanto a tutti i cittadini e alle cittadine, ai lavoratori, agli intellettuali, ai giovani, e a tutte quelle soggettività, individuali e collettive, politiche e sociali che con determinazione hanno operato nella non facile, lunga e per niente scontata campagna referendaria del 2005-2006, conclusasi con la splendida vittoria del NO allo stravolgimento della Costituzione voluto da Berlusconi-Bossi e Fini, di riappropriarsi della loro sovranità e dire ancora una volta un secco NO, preventivamente e ad alta voce, al paventato pastrocchio presidenzialista-premierista che con probabilissimo accordo trasversale targato "P.D. Forza Italia e A.N." alcuni leader politici intendono somministraci senza aver ricevuto al riguardo alcun mandato elettorale.
coscienze.
Primi firmatari:
Teresa Mattei
Antonia Baraldi Sani
Michelangelo Bovero
Massimo De Santi
Corrado Mauceri
Giovanna Pagani
Roberto Passini
Paolo Solimeno
Senza titolo 46
Funny Games [Il contenuto del testo accenna alla trama del film ]
La visione di questo film, in attesa del remake, mi ha portato a rileggere alcune lezioni sul rapporto fra televisione e inconscio secondo l'ottica psicanalitica di Musatti [1961], figura di spicco della psicanalisi italiana. Negli appunti veniva posto l'accento riguardo l'effetto sul mondo interno della televisione e le conseguenze sul comportamento in relazione all'età ed ad alcune caratteristiche temperamentali. Mi interessano principalmente le prime in quanto mi sembra che il regista, Michael Haneke, volontariamente o meno abbia sfruttato questi effetti, portandoli forse all'eccesso, in un film dal carattere meta-teatrale. Infatti il protagonista, il deus ex machina, rivolgendosi direttamente allo spettatore, sconvolge le regole della normale finzione televisiva, pone un termine al film, scommette con l'osservatore in modo irriverente fino a farlo sentire in balia del suo volere come gli stessi personaggi che possono essere considerate vittime sacrificali non tanto della follia omicida dei due assassini gentil'uomini, ma dello spettatore stesso, che dalla loro sofferenza trae la catarsi della propria aggressività. Centrali sono a parer mio due dialoghi in particolare, uno posto poco prima la carrellata di follie che dureranno fino alla fine, anzi, continueranno anche dopo la fine della pellicola, l'altro poco prima della fine del film. Nel primo dialogo, la famiglia, che secondo alcune recensioni vuole rappresentare la medio-borghesia americana, chiede inutilmente spiegazioni per la mattanza che sta subendo, come lo spettatore stesso che sente necessariamente un motivo della violenza dei protagonisti, per giustificare il processo di identificazione/proiezione che ha inevitabilmente messo in atto verso i protagonisti "cattivi". [Musatti infatti considera inevitabile una oscillante identificazione, o proiezione frai i personaggi buoni e cattivi del film, in base alla maturità e al grado di differenziazione fra Sé e oggetto Jakobson (1964)]. Bene, questa giustificazione non è data, anzi, il deus ex machina, ci toglie le uniche possibili spiegazioni che lo spettatore poteva elaborare, un passato violento e folle nell'infanzia dei due assassini, oppure considerare la loro follia il frutto di una insostenibile società che genera angoscia e la perdita degli ideali e dell'identità. Invece no, non è per questo che loro agiscono, non ci è dato saperlo ma nemmeno immaginarlo. Dobbiamo solo subire, come subisce la povera famiglia la loro violenza immotivata. Il secondo discorso, quello che poi mi ha portato a riprendere le concezioni psicanalitiche di Musatti sul rapporto fra inconscio e televisione, è un discorso riguardo la dualità della realtà, e della contrapposizione fra materia e antimateria, su come in quell'istante ci fosse
qualcuno che tentava, senza successo di vincere la barriera che separava due mondi per avvertire la sua controparte della sventura imminente. Ecco, mi sembra che il regista, volontariamente o meno, richiami il rapporto che si instaura con lo schermo televisivo, che a livello incoscio sconfina nel nostro mondo interno, perdendo quella separazione fra realtà e finzione che contraddistinguono teatro e romanzo. Questa perdita di separazione, equiparabile al mondo onirico, comporta l'allentamento dei meccanismi di difesa, in quanto ciò che è considerato inaccettabile a livello di realtà può trovare sfogo a livello del pensiero primario, che arriva a considerare alieni quei desideri che vede rappresentati nel mondo onirico come in quello televisivo. E' lo spettatore, l'ipotetico individuo, che cerca di avanzare oltre la barriera che a livello inconscio è stata già abbattuta, nel tentativo, inutile, come qualsiasi tentativo di fuga dalla violenza, di ricerca del lieto fine, di avvertire le prossime vittime della loro tremendo destino.
Un film molto particolare, alcuni l'hanno considerato un "arancia meccanica" in chiave moderna, altri l'hanno considerato come una rappresentazione simbolica dei campi di sterminio nazisti, io da studente psicologia, l'ho interpretato in questo modo, ovviamente, ogni altra interpretazione è plausibile, ma forse, la sensazione di angoscia, che è perdurata per una buona mezz'ora dopo la visione del film, potrebbe convincere della mia interpretazione.
Senza titolo 45
Il Bukowski che tutti conoscono è lo scrittore maledetto, il puttaniere, l'alcolizzato, l'emarginato volontario. In questa poesia invece lui si mostra per quello che di più vero è, come se nel fondo del suo cuore, dietro la maschera di "dannato" conservasse una cristallina purezza.
Charles Bukowski – Uccellino blu
C’è un uccellino blu nel mio cuore
Che vuol venir fuori
Ma io sono un osso troppo duro per lui.
Gli dico, rimani lì, non permetterò a nessuno di vederti.
C’è un uccellino blu nel mio curore
Che vuol venir fuori
Ma io gli verso il whisky addosso
E respiro fumo di sigaretta
E le puttane
E i baristi
E i commessi di bottega
Non sanno
Che lui è
Lì dentro.
C’è un uccellino blu nel mio cuore
Che vuol venir fuori
Ma io sono un osso troppo duro per lui.
Io gli dico, sta giù, vuoi mettermi
Nei casini?
Vuoi rovinare i piani?
Vuoi far crollare le vendite dei miei libri in Europa?
C’è un uccellino blu nel mio cuore
Che vuol venir fuori
Ma io sono furbo
Lo faccio uscire solo qualche volta
Di notte
Quando tutti dormono.
Gli dico, io lo so che sei lì, quindi
Non essere triste.
Poi lo rimetto dentro
ma lui continua ancora un pò a cantare
anche laggiù, non l'ho lasciato morire
del tutto
e in quel modo
dormiamo insieme
con il nostro
patto segreto
ed è bello abbastanza
da far piangere
un uomo.
Ma io non piango,
e voi?
---------------------------
Charles Bukowski – Bluebird
there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I'm too tough for him,
I say, stay in there, I'm not going
to let anybody see
you.
there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I pur whiskey on him and inhale
cigarette smoke
and the whores and the bartenders
and the grocery clerks
never know that
he's
in there.
there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I'm too tough for him,
I say,
stay down, do you want to mess
me up?
you want to screw up the
works?
you want to blow my book sales in
Europe?
there's a bluebird in my heart that
wants to get out
but I'm too clever, I only let him out
at night sometimes
when everybody's asleep.
I say, I know that you're there,
so don't be
sad.
then I put him back,
but he's singing a little
in there, I haven't quite let him
die
and we sleep together like
that
with our
secret pact
and it's nice enough to
make a man
weep, but I don't
weep, do
you?
11.1.08
Senza titolo 42
«Pur in presenza di un quadro di riferimento fra i più preoccupanti, sicuramente abnorme rispetto al resto del Paese» -evidenzia il primo cittadino di San Nicola la Strada- «la Campania e la Provincia di Caserta non possono, non devono rassegnarsi a soccombere sotto immensi cumuli di spazzatura nuova, sorti accanto a depositi “provvisori”, siti di stoccaggio ed altri cumuli di rifiuti accumulatisi negli anni, mai rimossi, mai bonificati. Dalla città di San Nicola la Strada, che più di tante altre realtà ha vissuto e vive l’incubo di una immensa, ultradecennale discarica posta sul confine cittadino, avverto l’esigenza di rilanciare con forza, con convincimento e senza disperazione, l’appello all’unità dei sindaci e dei cittadini per la ricerca di soluzioni possibili ad evitare il disastro ambientale sanitario, civile e morale che incombe sulle popolazioni di Terra di Lavoro. La lotta è contro il tempo, atteso che il ritmo esponenziale con cui i rifiuti si vanno a stratificare giorno per giorno ed ovunque non consente neanche fisiologiche pause di riflessione; occorre porre mano, da subito, ad un’autentica gara per tamponare l’emergenza e progettare il futuro prossimo, scevra da qualsivoglia campanilismo di maniera e da perniciose rivalse di carattere politico perché i cittadini pretendono con forza solo e soltanto la rimozione dei rifiuti che stanno sommergendo strade, piazze, giardini ed, in alcuni casi, anche scuole ed abitazioni. Nel condividere l’opinione, oramai generale, rispetto alla necessità del superamento della fase del commissariato straordinario, opinione che il Governo Centrale non riesce a metabolizzare come ha dimostrato con la proroga adottata nei giorni scorsi, occorre che provincia e comuni si coalizzino fra loro per porre la questione in termini concreti; chi può deve dare, è necessario che la solidarietà prevalga, rispetto a chi, onestamente, non può pagare ancora una volta per tutti. I rifiuti, in ogni caso, vanno rimossi dalle strade e smaltiti come possibile. I sindaci, se solidali fra loro, possono presentare ed adottare piani singoli e concordati con i comuni viciniori, anche in eventuale difformità, se necessario, con le disposizioni commissariali, sapendo di poter contare sulla completa solidarietà politica ed istituzionale degli altri primi cittadini del nostro sfortunato territorio. Non deve accadere, quindi, che le singole realtà municipali siano abbandonate a se stesse perché, sia chiaro a tutti, quando una città avrà dato fondo a tutte le sue possibilità economiche e di territorio, giocoforza i suoi rifiuti strariperanno sul territorio delle città confinanti e così via, in un processo che potrebbe essere arrestato poi solo in termini di guerra civile».
Pascariello ha quindi invitato il Presidente della Provincia «a promuovere, con urgenza, un’ulteriore mobilitazione dei sindaci di Terra di Lavoro istituendo all’uopo anche un apposito Ufficio di Coordinamento, convocando un’assemblea generale dove far confluire proposte e non prese di posizione, disponibilità e non arroccamenti, idee nuove e non vecchi rituali e superare liturgie istituzionali. Il momento straordinario postula decisioni straordinarie che, se non calate dall’alto, potranno più facilmente essere accolte dalla cittadinanza esausta ma non vinta, esasperata ma pur sempre consapevole della necessità di ulteriori sacrifici se finalizzati ad uscire da un tunnel buio e maleodorante al termine del quale non si intravede, oggi, nulla di buono. In alternativa le nostre popolazioni possono solo rassegnarsi ad abbandonare le proprie case invase dai rifiuti e rifugiarsi altrove, novelli profughi che fuggono da pestilenze e violenze».
Senza titolo 41
sabato 05 gennaio 2008 Fonte Corriere di San Nicola, Caserta | |
Giovedì 10 gennaio appuntamento nella parrocchia di Via Kennedy per l’annunciata iniziativa promossa dai comitati
“Caserta: capitale dei rifiuti”. Recita così il volantino distribuito dal ComER per annunciare l’avvio dell’azione volta alla richiesta di risarcimento della bolletta Tarsu pagata dai cittadini dei comuni interessati alla disastrosa situazione dei rifiuti.
“Nonostante la discarica Lo Uttaro negli ultimi 8 mesi abbia ingoiato 250.000 tonnellate di rifiuti prima di essere chiusa, ormai satura, sia dalla magistratura civile che penale perché illegale e pericolosa per la salute dei cittadini” -continua il testo del documento- “i nostri Amministratori non hanno saputo trovare alcuna alternativa per risolvere il problema rifiuti.
NIENTE RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA
NIENTE IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO PER RECUPERARE LA PARTE UMIDA E
PUZZOLENTE DEI RIFIUTI.
NIENTE DISCARICHE LEGALI IN SITI IDONEI
SOLO CASSONI MALEODORANTI E CUMULI DI RIFIUTI INDIFFERENZIATI
Così, noi Casertani, ai danni alla salute prodotti da Lo Uttaro dobbiamo aggiungere quelli derivanti dai rifiuti in strada e dalla diossina che si sprigiona dai cumuli dati alle fiamme.
E come se non bastasse dobbiamo pagare anche la Tassa sui rifiuti più alta d’Italia. ORA BASTA!
CI DEVONO RISARCIRE! Partecipa anche tu all’azione legale di risarcimento danni promossa dal Comitato Emergenza Rifiuti con la consulenza degli Avvocati del Giuristudio di Napoli Giovedì 10 gennaio 2008 dalle ore 18.00 vieni all’ INCONTRO PUBBLICO con il COMITATO e con gli AVVOCATI presso il Salone parrocchiale della Chiesa di N.S. di Lourdes -Via Kennedy - Caserta Porta con te le fotocopie dei versamenti della Tassa smaltimento rifiuti (TARSU) degli ultimi anni e una fotocopia di un documento d’identità valido. Potrai firmare il mandato legale per aderire gratuitamente all’azione di risarcimento”. |
Senza titolo 40
Ringrazio chi nelle mail mi appella ancora giornalista, ma per scelta di vita non lo farò più, mi sono bastati i dieci anni di cronaca in Provincia di Caserta, ho avuto le mie soddisfazioni. Premetto che sono separata legalmente, convivo col padre di mio figlio ma ho una forte fede tramandatami dai miei genitori. Gente semplice che mi rende ricca con il loro amore e già amano la creatura che porto in grembo. Per questa forte fede in Dio ho fatto un voto alla Madonna che se fà nascere e vivere il mio bambino io rinuncio a fare la giornalista. In fondo si può comunicare in tanti modi e si possono utilizzare anche altre persone per dire al mondo la verità.E non è che sia una grande perdita per il giornalismo italiano.
Romilda
Senza titolo 39
Alla memoria di Jole Tassitani è dedicato SALA D’ATTESA, il dramma musicale scritto da
Patrizio Ranieri Ciu che andrà in scena al Teatro della Pace di Caserta l’11 ed il 12 gennaio.
Quattordici tra i più grandi artisti ed attrici teatrali, provenienti da ogni parte d’Italia,
portano sul Palcoscenico di Caserta il dramma della violenza sulle donne, incredibilmente sempre più in crescita, dai violenti effetti della trascuratezza dello stalking e della violenza domestica al barbaro e selvaggio omicidio di Jole Tassitani.
Volutamente provocatoria la rappresentazione nella città immersa dai rifiuti. Un duro monito alla società ed al mondo della cultura per un risveglio dell’autocoscienza in contrapposizione all’inutile tendenza a reclamare la legalità.
Si ringraziano gli artisti:
Guy De Bock, Letizia E.M. Piva, Alessandra Fallucchi, Marta Proietti Orzella, Tonia Garante, , Ilaria Ilari, Paola Papadia, Antonella migliore, Roberta Astuti, Marta Loffreda, Tina Gesumaria, Consiglia e Giovanni Aprovidolo, l’intera giovane Compagnia della Fabbrica Wojtyla e le voci liriche di Abele Leonardo e Mimmo delli Paoli.
La Trama: Donne in difficoltà di percorso in una piccola Stazione ferroviaria. Una valanga di neve che ostruisce la galleria impedisce il transito dei treni in arrivo ed in partenza. La sosta forzata nella Sala d’Attesa è per le viaggiatrici l’occasione per una valutazione del proprio viaggio esistenziale.
La narrazione di storie drammatiche ed evocazioni di violenze diventa così un confronto che, attraverso la musica e la danza, sfocia in reciproca comprensione. La pausa di riflessione nella Sala d’Attesa determinerà quel recupero d’identità che genera una nuova forza per affrontare la realtà: altri possibili orizzonti appaiono ora nel viaggio delle donne che lasciano dietro di sé dure esperienze come indicazione positiva per le future generazioni.
Il messaggio: Non basta dire basta alla violenza!
Il tramonto della nostra cultura è l’inequivocabile effetto di una società stanca che vive ormai solo il presente diffidando del passato e timorosa del futuro.
Una società che, priva di forza reattiva, subisce passivamente ogni sorta di sopruso come un irrimediabile evento naturale.
In particolare, la violenza sulle donne, retaggio di una atavica sopraffazione e di un umiliante privilegio del maschio, è tra i fenomeni incredibilmente in crescita.
Da più parti si reclama ordine, severità e legalità, ma il diritto, pur se determinante nell’ordinamento sociale, resta un prodotto “tribale”, necessità cioè solo di regole per la convivenza di interessi contrapposti.
La richiesta di legalità è però indice di abbassamento della qualità vitale dell’intera umanità, mentre solo attraverso la cultura, percorso nobile ed evolutivo dell’animo umano, l’uomo prende le distanze dalla sua origine animale, unica e sola causa generatrice di violenza.
Rivoluzione personale è la proposta, rivoluzione nei confronti di noi stessi.
Rivoluzione con la forza di porci dinanzi alle nostre esistenze, ai nostri difetti, alle nostre illusioni, ai nostri rifiuti e dunque alle nostre responsabilità.
Perchè ogni diritto che calpestiamo è un diritto che neghiamo all’intera umanità.
Senza titolo 38
Dopo l'esame non passato di glottologia , prima di rimettermi a studiare per ritentarlo al prossimo appello , mi sono messo a riordinare i miei cd . Durante tale operazione si sente nell'aria la musica del cd dei SansPapier band settevoltazeta
Nel mese di aprile il quasi-esordio (dopo l'indimenticabile "data zero" al compleanno del nostro video maker ufficiale Alessandro) al 5Quarti (serata storica per noi!!), e dopo una decina di giorni concerto al Guernica...tantissimi altri concerti.
Adesso è uscito il nostro primp EP "Settevoltezeta" presentato in anteprima al ME Idi Faenza. >>
ecco i video d'esordio
Dopo averlo ascoltato ho deciso di bloccare le mie sensazioni \ emozioni e metterle per iscritto commentando canzone per canzone
Bianco Petrolio
Bello come testo , Azzeccata la scelta d'aprire il pezzo con una voce femminile . unico neo un po' troppo rapido il passaggio dala voce femminile a quella maschile avrebbero essere coordinate
Dentro lo specchio
testo un po' cupo il testo un rapporto , un a amicizia finita . Bella la base musicale , anche se fatta in maniera acustica avrebbe reso di più
Tana
si cerca di tenere stretti quel punto di gravità permanente raggiunto . una canzone piena d'utopia e d'ironia alla Rino Gaetano
Viole
ottima ballata romantico decadente bella l'idea di usare solo al voce femminile . anch'essa sarebbe più bella acustica
Je suis comme Je suis
Buona la resa della cover di Jaccques Prèvert . per rappresentare quello che sono . avrebbe però dovuto essere corale , cioè far partecipare la voce femminile
Lazzaro
Un altra canzone d'amore sofferto e travagliato . Si sente l'influsso e l'ecc de “ IL lungo addio “di dylan Dog
SoloNoia io che credevo che la noi a fosse solo qualcosa di distruttivo , adesso ne scopro il lato positivo .un equilibrio fra pessimismo e speranza
Ulteriori informazioni sulla band
www.myspace.com/sanspapierband
www.sanspapierband.it
Una firma per Kassim
Franca Bassi
Una firma per Kassim
pubblicato da Blogfriends
Il regalo per i 100 anni di nonna Lidia: la laurea mai ritirata. «Costava 30 mila lire, non potevo spenderle» ., Stuprata e ripresa da 16 persone, la sua famiglia: "Devi stare muta"., Quando la realtà supera i sogni: il miracolo dei ragazzi problematici e delle periferie che trovano tutti lavoro
«Una volta, durante un esame di Morale avevo l’impressione che il professore guardasse il pulviscolo atmosferico. Allora mi fermai e smisi ...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...