03 / 10 / 2008 / VENERDI' S.GERARDO AB. ! TANTI ...... DA LUCKY ! :-)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
2.10.08
Carpe diem
altro che giornata del nonno oggi è la giornata della non violenza
ecco l'intevista video intervista a Tara Gandhi
Tara Gandhi parla nel luogo dov’è stato ucciso suo nonno,
un luogo carico di significati storici che oggi emana un senso di pace e tranquillità.La signora Gandhi è elegante e, con gestualità raffinata, parla in italiano con voce puntuale e precisa.Porta il suo messaggio di pace con la forza della semplicità, trasportando la comunicazione del suo pensiero in una dimensione che avvolge la mente e il cuore, una dimensione non di confronto, ma di amore e comprensione.Il messaggio di non violenza e di verità del Mahatma Gandhi è nei suoi ricordi, nei suoi occhi e nel suo sguardo. Uno stretto legame con il suo Paese e con la sua gente per far passare un’idea universale: non esiste una vera trasformazione sociale e politica se non si comincia da se stessi..
p.s
presa dal bellissimo sito \ portale avoicomunicare.myblog.it/
per approfondire
- avoicomunicare.myblog.it/files/discorso_di_Gandhi.pdf in italiano
- la sezione su gandhi del sito precedente
- it.wikipedia.org/wiki/Nonviolenza e le voci ad essa collegate
- nonviolenti.org/content/category/5/20/48/ le origini
- link vari 1
- link vari 2
- link vari 3
non soloi soiti noti contro la legge bavaglio nota legge Alfano
Guido Columba, un cronista contro "la legge bavaglio" dall
Non è un rischio ma una certezza: se diventerà legge il disegno del ministro Guardasigilli Angelino Alfano le cronache giudiziarie spariranno da giornali e tg. Nessuna notizia sulle indagini, neanche per reati gravi come mafia e corruzione. Nessuna informazione sugli arresti, neanche dei più pericolosi assassini. E' il bavaglio alla stampa italiana. La strategia è scoperta: si grida allo scandalo dopo la pubblicazione, quasi sempre legittima, delle intercettazioni telefoniche per coprire ben altro disegno . Nel disinteresse generale.
Ecco perché l’Unione nazionale cronisti italiani da qualche mese ha lanciato una battaglia che ha portato i cronisti di tutta Italia in piazza col preciso intento di coinvolgere l’opinione pubblica nella protesta contro una norma dal sapore anticostituzionale. E ha pure consegnato al Presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno un documento con i motivi dell’opposizione al testo del ddl Alfano e le richieste di modifica. 'I cittadini non potranno più sapere che cosa succede nelle grandi inchieste di mafia e corruzione', spiega il presidente dell’Unci Guido Columba, 'perchè
L’impressione è che all’opinione pubblica questi temi interessino poco. erché i giornalisti non potranno più scrivere nulla'. -Non si potranno pubblicare gli atti di indagine anche se non più coperti dal segreto istruttorio. 'Chi sostiene la nuova legge dice di preoccuparsi della privacy dei cittadini intercettati, in realtà il disegno Alfano blocca totalmente l’informazione perché impedisce la pubblicazione di tutte le attività di polizia e magistratura, inclusi perquisizioni e arresti, fino all’udienza preliminare. E siccome tutte le grandi inchieste di mafia, corruzione e reati finanziari hanno bisogno di tre o quattro anni di istruttoria, ecco che per un tempo lunghissimo nessuno saprà nulla'.ne Giustizia della Camera Giulia Bongiorno un documento con i motivi dell’opposizione al testo del ddl Alfano e le richieste di modifica. 'I cittadini non potranno più sapere che cosa succede nelle grandi inchieste di mafia e corruzione', spiega il presidente dell’Unci Guido Columba, 'perché i giornalisti non potranno più scrivere nulla'. -Non si potranno pubblicare gli atti di indagine anche se non più coperti dal segreto istruttorio. 'Chi sostiene la nuova legge dice di preoccuparsi della privacy dei cittadini intercettati, in realtà il disegno Alfano blocca totalmente l’informazione perché impedisce la pubblicazione di tutte le attività di polizia e magistratura, inclusi perquisizioni e arresti, fino all’udienza preliminare. E siccome tutte le grandi inchieste di mafia, corruzione e reati finanziari hanno bisogno di tre o quattro anni di istruttoria, ecco che per un tempo lunghissimo nessuno saprà nulla'.
Se non si potrà scrivere neanche degli arresti, le persone spariranno dalla circolazione nel silenzio generale, come in Sud America?
'E’ il rischio fondato che corre la società italiana dal momento che la legge vieta di scrivere qualunque cosa. Vorrà dire che ci saranno desaparecidos di Stato'.
La ratio della norma qual è?
I reati della “razza padrona” non vengono quasi mai giudicati perché i processi vengono ostacolati o trascinati per anni. E quando si arriva a una sentenza, solitamente mite, sono passati molti anni. Così, la vera condanna è quella di essere denunciati all’opinione pubblica. Coprendo gli atti fino al processo potrà succedere che nessuno saprà mai niente .
Insomma, si parla di intercettazioni in realtà si vuol mettere il bavaglio alla stampa sull’intera indagine.
'Proprio così. Del resto, i numeri parlano chiaro: il 95 per cento delle intercettazioni finite sui giornali sono state legittimamente pubblicate, c’è una quota minima di violazione del segreto istruttorio e noi siamo d’accordo che vada punita. Non solo: le nuove norme impongono ai magistrati il dovere di inserire nelle ordinanze soltanto le intercettazioni che riguardano le persone indagate, e noi riteniamo che così si tuteli davvero la privacy dei cittadini estranei alle inchieste penali. Tutto il resto, invece, è pretestuoso'.
I giornalisti possono fare qualcosa, la protesta può davvero far breccia e convincere il governo a far dietro front ? 'Credo di sì. In Italia c’è una coscienza civile. Noi comunque stiamo precostituendo le tutele per poter ricorrere alla Corte costituzionale e, nel caso, andare anche a Strasburgo. Non accetteremo supinamente, ci stiamo battendo contro una cosa ingiusta'.
L’impressione è che all’opinione pubblica questi temi interessino poco.
'Ed è proprio per questo che stiamo facendo il giro delle piazze d’Italia che culminerà il 27 ottobre con una grande manifestazione voluta dall’Unione cronisti alla quale vorremmo partecipassero gli stati generali del giornalismo italiano: Federazione della stampa, Ordine, Inpgi, Casagit, Unci, Usigrai. E’ già tutto organizzato: di mattina ci sarà un dibattito al teatro Capranichetta poi manifesteremo in piazza Montecitorio'.
Maria Francesca Chiappe
Strada.
Strada di cocci e
fango
distogli il dolore.
Anima infuocata
cuor duole ad ogni sentiero
fine non c'e'
...
risoluzione del credo
d'amare
infinito sorriso crepaccio
delle risorse umane!
Il poeta e il presidente - Vendola a Cormano commenta i "Promessi Sposi"
La lingua è un segno che codifica una società: e anche la giustizia passa dalla lingua. La giustizia inizia dal piano culturale: "Manzoni ha inventato una lingua nuova, dedicando il suo romanzo alle 'genti meccaniche' fino allora ignorate. Non si è occupato di grandi imprese, nobili e cavalieri, che certo sono presenti nel suo romanzo, ma non ne sono mai i veri protagonisti. No, i protagonisti sono due persone comuni, due persone come tante e come tutti". E anche oggi, ha proseguito Vendola, i problemi dei "tanti" sono usciti dal cono di luce dei media: oggi conta il denaro, il possesso, l'apparenza, anche nella politica in senso stretto.
H. Daumier, Nous voulons Barabbas (Ecce homo), 1850.
1.10.08
Scuola diaz genova 2001 nessun colpevole ?
AVVOCATO STATO, NESSUNA RESPONSABILITA' IMPUTATI non c'e' stata spedizione punitiva La democrazia in quelle ore non e' stata in pericolo
a voi ogni giudizio di queste immagini che trovate sotto
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I primi verdetti dei processi per gli abusi alla Scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto sono sono attesi entro la fine del 2008 Per Informazioni e donazioni:http://www.veritagiustizia.ithttp://www.piazzacarlogiuliani.org http://www.processig8.org
Per sostenere la segreteria legale del GLF e l'accusa nei processi DIAZ e BOLZANETO:
Conto Corrente Bancario c/c n. 6135980 intestato a Antonio BallettoBanca CARIGE via Cassa di Risparmio 15 - Genova ABI 06175 - CAB 01400 - CIN H coordinate internazionali: swift code CRGEITGG040 Iban IT 45 H 06175 01400 000006135980
tabula rasa o rincominciare da tre questo è il dilemma
Allora dobbiamo svuotarci di tutto insomma fare tabula rasa Svuotarci di di tutto è impossibile perché c'è sempre qualcosa di noi ( bella o brutta ) che non muore mai e che ci portiamo appresso nel nostro viaggio \ percorso e che o rimanne intatta nel nostro battere e levare o che una volta levata a volte ritona quanto meno te lo aspetti e magarti nel momento meno opportuno . Infatti la tabula rasa è pressoché impossibile perché
mi farebbe piacere leggere le vostre esperienze in merito
Girando...girando
Girando...girando si scopre sempre qualcosa di bello e interessante. Queste immagini sono del parco di Collegno (To) dove si trovava l'ex manicomio, io e il folletto Buzzichino abbiamo dormito in un bellissimo appartamento situato nel parco 'Villa 5'. Siamo stati invitati alla mostra "Filo lungo filo", una interessante mostra presso il 'villaggio Leumann' a Collegno. Buzzichino curioso di apprendere questi antichi mestieri, entusiasto ha gironzolato per lo stend e per il museo, tentando di copiare i segreti di queste arti antichissime: la Tessitura, la filatura, la cardatura e la tinta con erbe.Dimenticavo, Buzzichino ha solo tentato di capire, ma come in tutte le cose, occorre molta pazienza e molto amore. Franca Bassi
Ho copiato per voi su internet un po' di storia :
DAL MONASTERO DEI CERTOSINI AL REGIO MANICOMIO
Nel 1728 fu costruito il Regio Manicomio di Torino per volere di Vittorio AmedeoII.
Nel 1851 il direttore del Regio Manicomio, il conte Lorenzo Ceppi, suggerì di costruire un nuovo edificio alle porte di Torino, se possibile nei paraggi di una cascina dove i malati più tranquilli potessero dedicarsi ai lavori agricoli, con scopi terapeutici. Fu proprio lui ad avanzare l'ipotesi del trasferimento dell'ospedale di via Giulio (Torino) a Collegno.
Il trasloco appariva agevolato dalla costruzione della prima stazione della linea ferroviaria Torino-Susa a Collegno. Certosa e dal fatto che il piccolo gruppo di monaci che ancora occupava il monastero, forse nel tentativo di scampare alla soppressione delle corporazioni religiose, offrisse i locali del monastero per sistemare provvisoriamente ottanta malati del manicomio di Torino. Poiché nella Certosa vigeva ancora un regime di clausura, inizialmente vi furono trasferiti soltanto ricoverati uomini.
L'8 settembre del 1852 il governo ordinò al Regio manicomio di stabilirsi nei locali di Collegno. La convivenza tra i Certosini e i malati del manicomio fu difficile fin dal principio, in quanto i Certosini negavano ai malati il diritto di passeggiare nel chiostro, oppure impedivano loro di andare a lavorare nei campi.
Il 29 luglio del 1853 il ministro Urbano Rattazzi informava la direzione di aver deciso di destinare la Certosa al Manicomio. Il 10 Agosto furono trasferite da Torino le ricoverate donne, che vennero sistemate nei locali dove prima alloggiavano gli uomini, spostati nei fabbricati del convento.
A seguito dell’epidemia del 1854, lo psichiatra Giovanni Stefano Bonacossa, primario dell'ospedale, dichiarò che la Certosa di Collegno era l'ideale per trasferire l'ospedale di via Giulio ma i locali dovevano essere costruiti ex novo per rispondere meglio alle necessità dei malati psichici.
Nel 1855, intanto, furono soppresse le corporazioni religiose, tutti i loro beni passarono alla Cassa Ecclesiastica, che pretendeva da parte del regio manicomio il pagamento di un canone d'affitto. Piuttosto che dover sborsare una retta così elevata, la direzione dell'ospedale decise di accelerare le trattative per l'acquisto del monastero.
Nel 1856 fu stipulato l'atto di vendita. Le ingenti spese previste per il trasferimento nella sede di Collegno non permisero mai di completare il trasloco dal manicomio Torinese. Il numero dei ricoverati a Collegno continuò a crescere a dismisura superando la sede di Torino. C'erano i fondi stanziati dallo Stato e dalle Province con il pagamento di una retta giornaliera per ogni ricoverato, ma non erano sufficienti. I direttori , in quegli anni, seguirono tutti la stessa politica, mettere in vendita gli altri stabili di proprietà dell'ente manicomiale e investire i ricavati.
L'operazione finanziaria diede i frutti sperati, tanto da potersi permettere di ampliare i locali di Collegno e di rinnovare l'arredamento. Fu l'ingegner Giovanni Battista Ferrante a studiare un progetto per la costruzione di nuovi padiglioni da affiancare ai fabbricati esistenti.
Il progetto fu attuato gradualmente nei decenni successivi.
Nel 1890 si aprì una stagione di riforme che investì le strutture manicomiali e che durò un ventennio.
Tutto ciò mentre il numero dei ricoverati continuava ad aumentare vertiginosamente, tanto da aprire il ricovero provinciale di strada Pianezza e una succursale a Grugliasco.
BookCrossing
Bookcrossing
Quest’oggi parliamo di Bookcrossing!
Vi è mai capitato,per strada,in un parco in stazione,di trovare un libro abbandonato su di una panchina?L’avete preso in mano,sfogliato, letto o l’avete lasciato dov’era? Probabilmente era un libro libero!Non libertino!!!Che avete capitooooo!!
Liberiamo i libri
Il Bookcrossing (letteralmente Book- libro Crossing- attraversata ,o to Cross- attraversare)nasce negli stati uniti nel 2001.Lidea base è di “liberare” dei libri in luoghi affollati affinché la comunità ne possa usufruire. L’idea è il diffondersi quindi della letteratura.Direttamente dal sito Bookcrossing - Italia:http://www.bookcrossing-italy.com/
Il poeta e il presidente - Vendola a Cormano commenta i "Promessi Sposi"
I ricordi di Vendola, in fondo, sono i nostri, e certo i miei, che appartengo più o meno alla sua stessa generazione. Sono i ricordi dello sceneggiato di Sandro Bolchi, quando la tv e l'inchiostro si richiamavano reciprocamente: "I mezzi di comunicazione servivano per l'incivilimento del Paese e non erano vettori dell'attuale pornografia unificata", ha esordito Vendola rammentando, inoltre, come a casa sua la lotta alla povertà passava anche dalla lotta contro l'analfabetismo: "Mio padre mi obbligava a imparare Il Cinque Maggio a memoria. Perché povertà non significa solo 'non possedere denaro', ma non aver padronanza della parola". Concetto, quest'ultimo, già caro a don Milani, secondo cui la vera differenza tra un povero e un ricco è che il ricco conosce mille parole, il povero cento.
La strage di Castel Volturno , fatta passare dai mezzi di comunicazione come un regolamento di conti fra bande criminali, è particolarmente indicativa: dopo l'arresto dei capi, il controllo della zone è passato in mano a "sei cocainomani pazzi che hanno voluto far intendere ai nigeriani, aspiranti spacciatori, che non potevano 'alzare la testa'". Ma nell'eccidio sono morti un bianco e sei neri, nessuno dei quali nigeriano: "Si trattava di manovali, non di spacciatori. Ma la camorra ha voluto lanciare un segnale a loro attraverso il sacrificio di persone qualunque. La vita d'un nero, per loro, non conta nulla e nulla conta da che parte arrivi. Quei sette disgraziati potevano giungere da chissà dove. Era il messaggio che doveva passare, alimentato dal clima d'odio che oggi circonda gli immigrati e che i camorristi hanno saputo, come al solito, interpretare benissimo". Perché attualmente - ha puntualizzato Vendola - si può affermare ciò che un tempo era vietato: l'uccisione di Abdoul Guiebre lo dimostra alla perfezione. Oggi ci si dichiara francamente razzisti, certo per motivi sempre molto comprensibili, perché le ragioni per ammazzare l'altro, se si perde il senso della sua appartenenza umana, risultano tutte quante validissime. Il Male può diventare radicale se circondato da banalità, come ricordava Hannah Arendt riguardo al processo a Eichmann: "Non ci trovavamo di fronte a un pazzo criminale, non a un esaltato di qualsivoglia stramba ideologia, ma a una persona normale che da perfetto funzionario muoveva la macchina dello sterminio, dopo aver accettato l'idea che quelli che sgozzava non appartenevano al genere umano, ma erano oggetti, pezzi di ricambio o da buttare a seconda delle proprie esigenze". Vendola non ha tralasciato di ricordare che furono i capitalisti, e non quattro fanatici, i veri finanziatori di Hitler: "L'industria capitalistica dei Krupp - nome tornato tristemente alla ribalta di questi tempi - aveva bisogno di dentiere, di capelli per sostituire la seta, di lavoro forzato per ottenere manodopera a bassissimo costo. Hitler gliel'ha servita su un piatto d'argento".
ORA
Ora
che scatenata la follia
più lunga della stessa vita
in chi nega
tenace
l’evidenza…
Ora
che apatici guardiamo
mani che s’agitano
frenetiche
nel vuoto,
voci tonanti
a colpir solo muri,
rabbia
livore
senso d’inerzia
a culla d’un venire
più distorto…
Ora
che coltiviamo un mondo saturo
al di qua di oramai cucite labbra
figlie più savie del senno di poi…
Ora
possiamo finalmente sospirare
del nostro cielo in piena
qual dimora dell'eterno giurato
senza veli sugli occhi
e senza Bibbia
Ora
PASSAPAROLA ENZA PAROLE VIDEO TRAVAGLIO
PASSAPAROLA SENZA PAROLE-- VIDEO TRAVAGLIO
Il programma s'intitola "Passa Parola" è una tv stream che va in diretta tutti i lunedì. Ho deciso di passar parola restandone senza ..... Da vedere, ascoltare e diffondere
Saluti e tanti baci, coccoliamoci tr anoi per soffrir di meno.
Ciao, Rossella
Ogni dose...
giungan mai!
Ogni dose
follia dell’estasi
…
Come serpe s’insinua
nell’anima
non vorrà
lasciar corpo
morte vuol prenderti.
Venduta per attimi
complici di piaceri e illusioni
…
Scappa con forza
verso la salvezza
della libertà tua!
il problema non è tony eff ma un altro visto che anche le paladine delle pseudo femministe che gridano alla censura dove non c'è insomma chi come dolce nera lo difendono invocando la censura o dicendo come Dolcenera: " Tony Effe mi fa sesso perché non pensa ciò che dice sulle donne. Le sue canzoni seguono la moda "
E' vero che dovrei non parlarne più e parlare d'altro magari di cose più importanti perchè come ho detto precedentement...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...