4.10.08

San Francesco

affresco

Buongiorno. Desidero lasciare un augurio a tutti i Francesco, Desidero vedere 'Madonna della Grotta' che ritorni a splendere e in questo spazio virtuale, esprimo questo mio desiderio. Ringrazio Dio per avermi lasciato ancora mio figlio Francesco. Ogni anno, in questo giorno da tre anni, scrivo questa storia, ossia da quando ho trovato il coraggio di scrivere su un foglio quello che mi era accaduto. Chiedo scusa se qualcuno di voi già la conosce, spero di far riflettere. Qualcuno, spesso afferma di vivere in pace, che la vita è una sola. Dobbiamo cercare di essere più buoni, e aiutare chi è stato più sfortunato di noi. Ci sono uomini poveri, dignitosi, ci sono ricchi buoni e ci sono ricchissimi avari. Ma chi sono io per dirvi cosa dovete fare? Se avete un cuore, sapete da soli qual'è la strada giusta, cercatela con amore e fede prima o poi la troverete. Grazie      


                                                                             Grazie Dio


passion


                                 fraticello
Cari genitori,
voi già sapete quello che sto scrivendo, sorridete. Era già da tempo che avrei dovuto aprire il mio cuore, ma con quali parole? Trovavo difficile anche il solo pensare di dover scrivere.
Ritornando a ritroso nel tempo, ecco gli episodi che mi sono accaduti e che voi ben conoscete. Certo avrei dovuto comprendere prima. Oggi ripenso a Nonna Betta, e ai suoi Fraticelli: Sant'Agostino, San Bonaventura, e io aggiungo San Francesco, San Franco di Assergi e per ultimo Padre Pio". Io so solo che "Dio", tramite uno di loro, mi ha fatto il miracolo
.
C'era una volta un bambino di dieci anni di nome Francesco, un giorno in gita ad  Assisi sotto la statua del frate poverello, mentre scattavo una foto, chiesi al santo: " Visto che si chiama come te e non ha un padre, pensaci tu e proteggilo". Passano gli anni, un giorno ad una festa, stavo seduta su un divano, mi fecero una foto; dopo due giorni mi consegnarono la foto ed io sembravo incorniciata dentro un quadro e sopra la mia testa c'era un viso di un " Fraticello ". Diedi la spiegazione che il quadro si trovava in un'altra stanza e questo era  un effetto di pellicola accavallata, comunque era una  bella foto, e la signora seguitava a dire che era bella. Un giorno mi recai in un mercatino, e  vidi una grande vecchia stampa, "La deposizione di Cristo" e la comperai. Dopo 2 anni una mia amica di Praga mi venne a trovare in ufficio,  le mostrai la foto che piacque anche a lei, diedi sempre la stessa spiegazione della pellicola, "come se io volessi una conferma di non so cosa"; uscimmo per andare a prendere un caffè e  lei mi disse: "Devi avere tanta fede!" e il mio occhio vide a terra una piccolissina medaglietta conficcata nel bitume ancora fresco, la presi e al mio ritorno a casa la lavai; era un pò rovinata e per vederla meglio la guardai con una lente di ingrandimento tanto era la scrittura piccola, in un lato il "volto di Cristo di profilo" e nel retro la scritta "Dio ti protegga".  Due anni dopo mio figlio Francesco si sentì male e fu  ricoverato in ospedale, ed era molto grave, la diagnosi non fu delle migliori, e quando mi dissero che gli avevano tolto un rene, da quel momento non sono riuscita a vedere nessun volto e  sono piombata nel buoio più profondo, solo il silenzio, il vuoto tutto intorno. Seguirono giorni  di dolore per me e per mio figlio e terapie devastanti. Un giorno mi recai sul "Gran Sasso", era il giorno di Pasqua ero sola e gridai tanto fino a non sentire più la mia voce, volevo morire e seguitavo a gridare: "Dio dove sei". Passai ore sola su quella montagna, mi fermai all'edicola di: "San Franco di Assergi" seduta su un gradino. La nebbia e  il freddo si facevano  sentire. Misi la foto di mio figlio e un mio scritto sul piccolo altare e lo lessi, non ricordo ancora per quanto tempo continuai a piangere.  I giorni sempre più pesanti scorrevano, una mia amica vedendomi disperata mi invitò ad andare da Padre Pio.  Mentre mi trovai al cospetto della tomba e  nel mio silenzio sentii la mia voce che mi parlava nella mente e a "Dio" si rivolgeva: Tu sai che io non so pregarti ma ti parlo con il mio cuore di mamma come si parla a un padre, io non ti chiedo la vita eterna per mio figlio, non sarebbe giusto visto che ci sono bambini che muoiono con lo stesso male di Francesco, ti chiedo solo di farlo lavorare finché vive. "Tu solo sai quando me lo porterai via ti prego, fallo lavorare!" Ripetevo nella mente e non capivo la mia richiesta, non capivo perché nella mia mente c'era questa richiesta, seguitavo a non comprendere. Passai a visitare la stanzetta dove Padre Pio dormiva e di lato al suo giaciglio c'era un piccolo quadretto, la stessa immagine che io qualche anno prima avevo comperato e portato a casa. Dopo un settimana, per distrarre mio figlio, lo mandai a consegnare una busta al mio cliente. Al ritorno, Francesco, mi chiese se gli domandavo a quel cliente di poter andare presso di lui a lavorare, senza essere pagato. Io accettai la sua richiesta, non conoscendo neppure di cosa si trattasse. Successivamente parlai con il mio cliente  Marcello che accettò di aiutarmi e prese con se Francesco. Vedevo mio figlio sempre più contento e stava anche migliorando di salute, e qui mi tornò in mente la voce di un medico che prima di uscire dall'ospedale mi disse: "lo tenga impegnato, lo aiuterà nella guarigione". Dopo sei mesi Francesco iniziò a lavorare nel cinema. Oggi che ho di fronte alla mia scrivania la foto del film "The Passion" e lo vedo sanguinante sotto la croce  piegato,  chiedo adesso sempre dentro di me "So che sei stato Tu, ma quale  Fraticello  è stato il tuo tramite? franca bassi





Giorni fa ho fatto un post su fra Martino di Ceglie, lasciai per lui questa preghiera, la lascio facendo finta di trovarmi  nella bellissima chiesa 'Madonna della Grotta' dovrà passare ancora un anno, e poi ancora... prima che possiamo noi tutti cegliesi tornare a pregare da te.


Madre nostra

Sola con tuo figlio
nel buio di una grotta
in silenzio preghi per noi.
Madre del cielo e della terra
perdonaci per la nostra assenza.
Svegliaci dal nostro torpore
illumina la nostra mente
portaci per mano.
Non ci abbandonare Madre nostra
facci ritrovare
la via della pace e dell'amore.

franca bassi

Posso solo lasciare per te un fiore virtuale, sono sicura che qualcuno un giorno lascerà per te la mia orchidea.

orchidea cegliese

3.10.08

arrendersi o non arrendersi in amore ?

dopo aver visto   il video  del cdv  di youtube  dacerrimo77 non importa se ci sono degli errori  va bene cosi come , spesso le  cose  imperfette  sono le migliori  e   ti servono per  poi migliorare ed inoltre come dice un commento di questo blog  : << Credo che non ci sia nulla di più noioso e poco originale della perfezione! >>






mi  viene  il dilemma   ( vedere ill titolo ) soprattutto  dopo che uina ragazza  , a cui ho  chiesto varie  volte  di uscire  ottenendo  risposte vaghe  mi ha detto ... mi viene male  a riassumerlo  ma lla  vignetta  qui  a  sinistra   di Altan  tratta da smemoranda 2009  sintezza bene il concetto .
Ora  dopo  questo ennesimo due di picche  ( come  quello della  canzone  Servi della gleba  di  Elio e le storie  tese  qui il testo e  la definizione ironica  \ sarcastica   di due di picche  fatta   dalla nonenciclopedia )  , mi chiedo   devo continuare  a  cotreggiare  le ragazze  e  quindi  sentirmi dire  dagli amici sei un provolone  ti nominiamo provolone ad honorem , ed altre cose  ecc  oppure  aspettare che siano loro a cercarmi  e   farmi di dire da mie  amci   perchè  non vai  a  puttane   se non hai soldi    o non vuoi pagare  te la paghimo noi  , te la regaliamo per la tua laurea  , ecc *  oppure   se  devo  aspettare  che siano loro a   corteggiarmi  oppure  fare come mi  ha  consigliato una mia ex fiamma   non cercarlo a tutti  costi  e prendere la via cosi come  viene ?

chiudo  con un altra vignetta  di smemoranda di qualche anno fà mi pare del 1998

 che  è anche  una presa in giro  a me stesso   sulla mia  situazione amorosa  \ sentimentale
 
con questo è tutto alla  prossima

*   cose  poco  eleganti  non  adatte   a " minori di  18 anni   si diceva  un tempo   ora   visti i cambiamenti storico culturali a minori  14  in quanto   i ragazzio di oggi per  parafrasare  il ritornello  di una famosa  canzone  di paola Turci  : << 
(...)  sanno tutto sull'amore  che si prende  e non si dà (...) >> già  citata  più  volte  su queste  pagine  ce trovate  qui il resto  del testo  di tale   canzone 

sono ridotto a questo stato

Ambiente e sogni

Aprofitto dello spazio per divulgare il messaggio di un mio amico blogger sul prossimo referendum in Sardegna.


La pagina originale ve la trovate qui su Ambienteonline 


Inoltre rinnovo il mio invito per lo Spazio sogni che ho aperto di recente,sperando di offrire un servizio interessante e curioso.


Saluti a tutti i naviganti!

Senza titolo 926

  04 / 10 / 2008 / SABATO S. FRANCESCO D'ASSISI !  BUON ONOMASTICO DA LUCKY !  :-)


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edicato a

A chi mi ha amato facendomi soffrire...o a chi mi ha fatto soffrire amandomi.

Senza titolo 925

  VE LO RICORDATE IL CARTONE ANIMATO LA LINEA ?  :-)


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ROMA

 











Roma è bugia tessuta da mani di Penelope
che nelle viuzze vestite
di sampietrini e orme reiterate di turisti
appena il giorno sorge, si scompone.

Le albe li stringe nel grembo delle antiche statue
e monumenti, dal Colosseo che tien le finestre
sempre aperte,sino ai piccioni girovaganti
che il tempo hanno snobbato da tempo .

Roma è nelle verità, celate nelle metrò assordanti
in cui passi storici annunciano le stazioni
sui pilastri sopravvissuti agli anni e secoli,
si regge come una bella sposa, in sella d’un cavallo.

Roma ha fattezze di creta e marmo di Carrara
aristocratica ,adornata di bronzo e oro
Roma è l’Ottobre del mare,che l’anima
inquieta e lo riempie di verità e bugie.


Anileda Xeka


 


Grazie Dragossido

Il post  del 2 ottobre  è stato aggornato  con l'aggiunta del  video   grazie  a Dragossido  che  nel suo post il video di gandhi   ha fornito  il  codice embed  di player   . Questo mi dimostra     che il mio, anzi nostro ,  blog stai raccogliendo i  frutti di quello  che  ha  ( e continuerà  a farlo ) a seminare  

Senza titolo 924

  VI PIACEVA IL GRUPPO MUSICALE DEI BACKSTREET BOYS ?  :-)


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video Gandhi






 Ecco qui di seguito il codice del video!



Spero di essere stato d'aiuto!


2.10.08

Senza titolo 923

  03 / 10 / 2008 / VENERDI' S.GERARDO AB. !  TANTI ...... DA LUCKY !  :-)


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Poesia della Pace

clicca sull'immagine per leggere l'invito alla Poesia della Pace


Carpe diem




[foto web]


Abbracciami ora


affinché non fugga


cosi lontano


l’attimo


da non bastare


una vita intera


per rincorrerlo.


Anileda Xeka


altro che giornata del nonno oggi è la giornata della non violenza








ecco  l'intevista   video intervista  a Tara Gandhi





Tara Gandhi parla nel luogo dov’è stato ucciso suo nonno,




un luogo carico di significati storici che oggi emana un senso di pace e tranquillità.La signora Gandhi è elegante e, con gestualità raffinata, parla in italiano con voce puntuale e precisa.Porta il suo messaggio di pace con la forza della semplicità, trasportando la comunicazione del suo pensiero in una dimensione che avvolge la mente e il cuore, una dimensione non di confronto, ma di amore e comprensione.Il messaggio di non violenza e di verità del Mahatma Gandhi è nei suoi ricordi, nei suoi occhi e nel suo sguardo. Uno stretto legame con il suo Paese e con la sua gente per far passare un’idea universale: non esiste una vera trasformazione sociale e politica se non si comincia da se stessi..


  p.s


presa  dal  bellissimo sito \ portale avoicomunicare.myblog.it/


 


per  approfondire  







non soloi soiti noti contro la legge bavaglio nota legge Alfano

 dall'unione   sarda  online 

Guido Columba, un cronista contro "la legge bavaglio" dall

Non è un rischio ma una certezza: se diventerà legge il disegno del ministro Guardasigilli Angelino Alfano le cronache giudiziarie spariranno da giornali e tg. Nessuna notizia sulle indagini, neanche per reati gravi come mafia e corruzione. Nessuna informazione sugli arresti, neanche dei più pericolosi assassini. E' il bavaglio alla stampa italiana. La strategia è scoperta: si grida allo scandalo dopo la pubblicazione, quasi sempre legittima, delle intercettazioni telefoniche per coprire ben altro disegno . Nel disinteresse generale.

Ecco perché l’Unione nazionale cronisti italiani da qualche mese ha lanciato una battaglia che ha portato i cronisti di tutta Italia in piazza col preciso intento di coinvolgere l’opinione pubblica nella protesta contro una norma dal sapore anticostituzionale. E ha pure consegnato al Presidente della commissio
Ecco perché l’Unione nazionale cronisti italiani da qualche mese ha lanciato una battaglia che ha portato i cronisti di tutta Italia in piazza col preciso intento di coinvolgere l’opinione pubblica nella protesta contro una norma dal sapore anticostituzionale. E ha pure consegnato al Presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno un documento con i motivi dell’opposizione al testo del ddl Alfano e le richieste di modifica. 'I cittadini non potranno più sapere che cosa succede nelle grandi inchieste di mafia e corruzione', spiega il presidente dell’Unci Guido Columba, 'perchè
L’impressione è che all’opinione pubblica questi temi interessino poco. erché i giornalisti non potranno più scrivere nulla'. -Non si potranno pubblicare gli atti di indagine anche se non più coperti dal segreto istruttorio. 'Chi sostiene la nuova legge dice di preoccuparsi della privacy dei cittadini intercettati, in realtà il disegno Alfano blocca totalmente l’informazione perché impedisce la pubblicazione di tutte le attività di polizia e magistratura, inclusi perquisizioni e arresti, fino all’udienza preliminare. E siccome tutte le grandi inchieste di mafia, corruzione e reati finanziari hanno bisogno di tre o quattro anni di istruttoria, ecco che per un tempo lunghissimo nessuno saprà nulla'.ne Giustizia della Camera Giulia Bongiorno un documento con i motivi dell’opposizione al testo del ddl Alfano e le richieste di modifica. 'I cittadini non potranno più sapere che cosa succede nelle grandi inchieste di mafia e corruzione', spiega il presidente dell’Unci Guido Columba, 'perché i giornalisti non potranno più scrivere nulla'. -Non si potranno pubblicare gli atti di indagine anche se non più coperti dal segreto istruttorio. 'Chi sostiene la nuova legge dice di preoccuparsi della privacy dei cittadini intercettati, in realtà il disegno Alfano blocca totalmente l’informazione perché impedisce la pubblicazione di tutte le attività di polizia e magistratura, inclusi perquisizioni e arresti, fino all’udienza preliminare. E siccome tutte le grandi inchieste di mafia, corruzione e reati finanziari hanno bisogno di tre o quattro anni di istruttoria, ecco che per un tempo lunghissimo nessuno saprà nulla'.

Se non si potrà scrivere neanche degli arresti, le persone spariranno dalla circolazione nel silenzio generale, come in Sud America?

'E’ il rischio fondato che corre la società italiana dal momento che la legge vieta di scrivere qualunque cosa. Vorrà dire che ci saranno desaparecidos di Stato'.
La ratio della norma qual è?
I reati della “razza padrona” non vengono quasi mai giudicati perché i processi vengono ostacolati o trascinati per anni. E quando si arriva a una sentenza, solitamente mite, sono passati molti anni. Così, la vera condanna è quella di essere denunciati all’opinione pubblica. Coprendo gli atti fino al processo potrà succedere che nessuno saprà mai niente .
Insomma, si parla di intercettazioni in realtà si vuol mettere il bavaglio alla stampa sull’intera indagine.
'Proprio così. Del resto, i numeri parlano chiaro: il 95 per cento delle intercettazioni finite sui giornali sono state legittimamente pubblicate, c’è una quota minima di violazione del segreto istruttorio e noi siamo d’accordo che vada punita. Non solo: le nuove norme impongono ai magistrati il dovere di inserire nelle ordinanze soltanto le intercettazioni che riguardano le persone indagate, e noi riteniamo che così si tuteli davvero la privacy dei cittadini estranei alle inchieste penali. Tutto il resto, invece, è pretestuoso'.
I giornalisti possono fare qualcosa, la protesta può davvero far breccia e convincere il governo a far dietro front ? '
Credo di sì. In Italia c’è una coscienza civile. Noi comunque stiamo precostituendo le tutele per poter ricorrere alla Corte costituzionale e, nel caso, andare anche a Strasburgo. Non accetteremo supinamente, ci stiamo battendo contro una cosa ingiusta'.
L’impressione è che all’opinione pubblica questi temi interessino poco.

'Ed è proprio per questo che stiamo facendo il giro delle piazze d’Italia che culminerà il 27 ottobre con una grande manifestazione voluta dall’Unione cronisti alla quale vorremmo partecipassero gli stati generali del giornalismo italiano: Federazione della stampa, Ordine, Inpgi, Casagit, Unci, Usigrai. E’ già tutto organizzato: di mattina ci sarà un dibattito al teatro Capranichetta poi manifesteremo in piazza Montecitorio'.


                                      Maria Francesca Chiappe

Strada.


MilanoStrada di  cocci e 


fango


distogli il dolore.


Anima infuocata


cuor  duole ad  ogni sentiero


fine  non c'e'


...


risoluzione del  credo


d'amare


infinito sorriso crepaccio


delle risorse umane!


Senza titolo 922

  VI PIACEVA IL FUMETTO LA MASCHERA NERA ?  :-)


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Il poeta e il presidente - Vendola a Cormano commenta i "Promessi Sposi"

Dopo Lella Costa è toccato a un altro illustre ospite presentare il suo percorso umano e artistico a fianco di Alessandro Manzoni: stiamo parlando di Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia e fra i protagonisti dell'Ottobre Manzoniano, quest'anno dedicato al tema della giustizia.




Nella suggestiva cornice del sagrato di Villa Manzoni, di fronte alla chiesa secentesca, un pubblico numeroso ha sfidato i primi freddi e riscaldato, coi suoi convinti applausi, la rievocazione di Vendola. Il quale, da poeta prima che da politico, e da politico perché poeta, ha saputo irretirlo con la pastosità viscerale della sua sofferta parola. Vendola è uomo di carne e d'istinto, di sole e immediatezza, all'apparenza così distante dalle brume intellettuali del grande lombardo. E invece a lui così sorprendentemente vicino, nel senso della civitas, del cuore della polis che è poi l'umanità intera. Occorre rispolverare - ha introdotto Giorgio Cremagnani di "Diario", cui spettava il compito di moderare l'incontro - Manzoni dalla fissità del monumento, dalla noia dell'obbligo scolastico, dalla cattiva e didascalica lettura che ha scandito, inesorabile, la nostra vita tra i banchi. Ma mentre Cremagnani puntava a cercare legami tra Manzoni e la più immediata attualità, Vendola ha saputo affrontare il discorso con un respiro più ampio; da artista, appunto, e non da uomo delle istituzioni.


I ricordi di Vendola, in fondo, sono i nostri, e certo i miei, che appartengo più o meno alla sua stessa generazione. Sono i ricordi dello sceneggiato di Sandro Bolchi, quando la tv e l'inchiostro si richiamavano reciprocamente: "I mezzi di comunicazione servivano per l'incivilimento del Paese e non erano vettori dell'attuale pornografia unificata", ha esordito Vendola rammentando, inoltre, come a casa sua la lotta alla povertà passava anche dalla lotta contro l'analfabetismo: "Mio padre mi obbligava a imparare Il Cinque Maggio a memoria. Perché povertà non significa solo 'non possedere denaro', ma non aver padronanza della parola". Concetto, quest'ultimo, già caro a don Milani, secondo cui la vera differenza tra un povero e un ricco è che il ricco conosce mille parole, il povero cento.


La lingua è stato quindi il punto di partenza della riflessione vendoliana: quella lingua che può anche raggelarsi e ammutire, quando appunto viene codificata in schemi rigidi come il Manzoni scolastico, per poi essere riagganciata e quasi conquistata, come in un corteggiamento, nella libertà della passione solitaria, nel piacere del libro riscoperto quasi fugacemente.



La lingua è un segno che codifica una società: e anche la giustizia passa dalla lingua. La giustizia inizia dal piano culturale: "Manzoni ha inventato una lingua nuova, dedicando il suo romanzo alle 'genti meccaniche' fino allora ignorate. Non si è occupato di grandi imprese, nobili e cavalieri, che certo sono presenti nel suo romanzo, ma non ne sono mai i veri protagonisti. No, i protagonisti sono due persone comuni, due persone come tante e come tutti". E anche oggi, ha proseguito Vendola, i problemi dei "tanti" sono usciti dal cono di luce dei media: oggi conta il denaro, il possesso, l'apparenza, anche nella politica in senso stretto.

Non solo: si assiste al ritorno d'una semplificazione che, a differenza della semplicità, è intrisa d'un manicheismo gretto e, poiché mitico, estremamente pernicioso. Manzoni è stato esattamente il contrario: cattolico e illuminista, senza escludere né l'uno né l'altro, ed equilibrandone le componenti. Ci sembra che Vendola abbia voluto sottolineare soprattutto l'importanza tra due diverse verità: quella della fede e quella della ragione, entrambe giuste ed entrambe esplicitatesi su piani asimmetrici, ma complementari: "Manzoni condivide i tormenti e le inquietudini d'un credente serio, con le geometrie e i limiti della ragione". Mentre oggi si torna alla distinzione insanabile tra laici e cattolici, Manzoni ha dimostrato il valore del "relativismo", inteso come ricerca, complicazione, approssimazione.


"Una parola, approssimazione, cui sono molto legato - ha confidato il presidente pugliese - perché significa guardare alla propria verità relativa, ma che si avvicina al prossimo, si 'fa' prossimo". Si potrebbe aggiungere che l'approssimazione ci spinge e ci obbliga alla ricerca, alla vicinanza, ma non all'indistinzione del pensiero unico, malattia della parola prima che del pensiero: "Politica, filosofia e cultura dovrebbero ridare dignità e giustizia alle parole. Altrimenti diventiamo schiavi del presente e il futuro altro non è che la reiterazione della Babele in cui viviamo". I "cattivi", nei Promessi Sposi, hanno sempre spazi di redenzione a portata di mano e i "buoni" incontrano inciampi e difficoltà. Non esiste alcuna separazione netta tra "amico" e "nemico". Anche per ragioni nobilissime - ha ricordato Vendola - la cultura del "nemico" porta ai lager, ai gulag e alle distruzioni. Manzoni, per Vendola, è lo scienziato delle sfumature e la lingua lo attesta. La lingua non nasce insomma per partenogenesi ma dentro la fangosità della vicenda storica: e anche la fede è un cammino illuminato dall'evidenza della ragione.


Parola e giustizia: due termini che s'intrecciano, si rincorrono, non vivono l'uno senza l'altro: e, se la giustizia attuale non ha compiuto molta strada, non è soltanto per colpa degli emuli di Azzeccagarbugli che oggi siedono in Parlamento, e coi quali il paragone pare a Vendola fin troppo scontato. "Azzeccagarbugli o, meglio, la degenerazione da lui rappresentata ci dimostra che giustizia è innanzitutto sentimento. Quando si separa la giustizia dal sentimento, quando la si degrada a mera amministrazione, il meccanismo si corrompe e salta. Non è possibile una giustizia eguale per cittadini diseguali. Ancora oggi è così, malgrado lo Stato di diritto. Se non puoi permetterti l'avvocato di grido, la giustizia per te sarà sempre e solo arbitrio". L'ingiustizia in Manzoni si palesa nella scommessa di due volgari prepotenti, di poter razziare qualunque "cosa" (donna compresa) al povero, considerato di razza inferiore e pura entità numerica. Ma don Rodrigo, il mafioso del suo tempo, trova un decisivo complice nel "buon senso comune" incarnato da don Abbondio: "L'omertà e la vigliaccheria, la cecità di fronte alle violenze: atteggiamenti morali diffusissimi in Italia. Don Rodrigo è 'invincibile' non per merito di qualche insondabile fatalità, ma per l'acquiescenza e il silenzio dei numerosi don Abbondio. Gli stessi che, oggi, rendono 'invincibili' Titò Riina con la loro reticenza e complicità istituzionale".


La strage di Castel Volturno , fatta passare dai mezzi di comunicazione come un regolamento di conti fra bande criminali, è particolarmente indicativa: dopo l'arresto dei capi, il controllo della zone è passato in mano a "sei cocainomani pazzi che hanno voluto far intendere ai nigeriani, aspiranti spacciatori, che non potevano 'alzare la testa'". Ma nell'eccidio sono morti un bianco e sei neri, nessuno dei quali nigeriano: "Si trattava di manovali, non di spacciatori. Ma la camorra ha voluto lanciare un segnale a loro attraverso il sacrificio di persone qualunque. La vita d'un nero, per loro, non conta nulla e nulla conta da che parte arrivi. Quei sette disgraziati potevano giungere da chissà dove. Era il messaggio che doveva passare, alimentato dal clima d'odio che oggi circonda gli immigrati e che i camorristi hanno saputo, come al solito, interpretare benissimo". Perché attualmente - ha puntualizzato Vendola - si può affermare ciò che un tempo era vietato: l'uccisione di Abdoul Guiebre lo dimostra alla perfezione. Oggi ci si dichiara francamente razzisti, certo per motivi sempre molto comprensibili, perché le ragioni per ammazzare l'altro, se si perde il senso della sua appartenenza umana, risultano tutte quante validissime. Il Male può diventare radicale se circondato da banalità, come ricordava Hannah Arendt riguardo al processo a Eichmann: "Non ci trovavamo di fronte a un pazzo criminale, non a un esaltato di qualsivoglia stramba ideologia, ma a una persona normale che da perfetto funzionario muoveva la macchina dello sterminio, dopo aver accettato l'idea che quelli che sgozzava non appartenevano al genere umano, ma erano oggetti, pezzi di ricambio o da buttare a seconda delle proprie esigenze". Vendola non ha tralasciato di ricordare che furono i capitalisti, e non quattro fanatici, i veri finanziatori di Hitler: "L'industria capitalistica dei Krupp - nome tornato tristemente alla ribalta di questi tempi - aveva bisogno di dentiere, di capelli per sostituire la seta, di lavoro forzato per ottenere manodopera a bassissimo costo. Hitler gliel'ha servita su un piatto d'argento".


Giustizia ingiusta è, senza dubbio, anche e soprattutto la Colonna Infame: "La peste, come l'Aids oggi, evocava qualcosa di terribile. Sembrava provenire dal diavolo. A Milano, di fronte al flagello, i poteri costituiti non sapevano come agire". La peste ha prodotto quindi una tensione all'anarchia, una perdita di controllo sociale, un cuneo contro l'autorità: "Si è pertanto cercato il capro espiatorio, l'untore, sottoposto al procedimento della prova attraverso la tortura". Di fronte alle proteste per l'inumanità della pena, si replicava che, in tempi calamitosi, non si poteva andare tanto per il sottile: "Sono le stesse parole pronunciate dagli aguzzini di Guantanamo per giustificare le violenze inferte ai prigionieri". Il capro espiatorio ha dunque una funzione sociale: ripristina l'ordine, ridona autorità al potere, riconferisce forza a chi l'ha sempre posseduta.


Da', anche, appagamento alla sete di vendetta collettiva. Renzo scambiato per untore, Renzo arrestato da un capitano di "giustizia" che pure ha compreso la sua innocenza, ma che vuol sacrificarlo sul trono della sete di rivalsa, incarna l'ambiguità e la pericolosità d'una giustizia "amministrata in nome del popolo" (massima coniata dalla Lega, già presente nei tribunali nazisti) quando questo "popolo" è trasformato in "massa" dal pensiero unico e semplificatore: "E' la stessa 'giustizia' che muove le azioni di Pilato nell'ultimo libro di Gustavo Zagrebelsky, Il Carnefice, processo a Gesù. Pilato ha paura di usare il potere di cui pure dispone, quando si accorge della folla bramosa di sangue". La giustizia, invece, deve stare "in testa al popolo" e prescinderlo: "Ma poi, chi è il popolo così spesso evocato? E' massa; perché il 'popolo' ricorre sempre nelle parole dei populisti e dei dittatori. Quando la volontà popolare non sottostà al primato della legge, si uccidono le persone e torna il dominio belluino".



H. Daumier, Nous voulons Barabbas (Ecce homo), 1850.




Per avvalorare il suo pensiero, Vendola ha passato in rassegna episodi contemporanei dimenticati quando non ignorati dai media, come il massacro perpetrato in un Paese violentemente antisemita come la Polonia nel 1946: molti ebrei, reduci da Auschwitz, vennero uccisi perché rapidamente si era sparsa la voce che "stavano rubando i bambini". Gli stessi rom e sinti, che noi chiamiamo zingari, hanno subito una sorte molto simile: "Non essendo ebrei ma nomadi sfuggivano al controllo sociale, e lombrosianamente considerati 'geneticamente criminali'. Per questo si riteneva necessario, e comunque non colpevole, il poter sottrarre loro i figli, un delitto di cui noi oggi incolpiamo proprio loro".


Ma l'"affondo" è stato riservato alla cultura dell'individualismo: "Oggi siamo educati a essere individui, non comunità. Ciò che conta è essere proprietari, per valere noi stessi. E, se non lo siamo, ci sfoghiamo con qualcuno più povero di noi, che potrebbe 'insidiare' il nostro possesso. Vent'anni di tv consumistica hanno insegnato che esistiamo perché abbiamo bisogno di merce, e solo la merce ci dà una ragione di vita". Un processo di disumanizzazione dal quale il corpo e l'anima a un certo punto vorrebbero uscire, senza però averne più i mezzi: il valore, la parola sono andati perduti. "Ecco spiegato il successo della cocaina, un tempo privilegio delle classi agiate, oggi alla portata di tutti, e non a caso: è una droga 'individuale', che tende a 'rinchiudere' ciascuno nel proprio singolo delirio, lo fa entrare da solo nel suo illusorio castello di emozioni forti". Quelle distorsioni che in natura si chiamavano semplicemente sentimenti, e di cui adesso si anela un surrogato letale.


Ma quello che più ha affascinato Vendola, in questa sua appassionante rilettura del capolavoro manzoniano, è la ricerca, il cammino. "La parola Provvidenza associata a Dio è quella che meno condivido della poetica manzoniana, a meno di non intendere la Provvidenza come il volto dell'altro (e dell'Altro)". Quell'altro che, per il silenzio talora inspiegabile di Dio stesso, siamo costretti a ricercare sempre: ognuno è solo nella morte, ma ognuno è affratellato in questa esperienza. Il silenzio ci spinge alla relazione, al riflesso, allo specchio, al ritrovamento di occhi e parole, all'arcano dei segni, alle "tracce" disperse da raccogliere con pazienza nell'immenso affresco della storia umana.



Senza titolo 921

  VE LO RICORDATE IL FILM GLI ONOREVOLI ?  :-)


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Baldios


 


E vediamo se questo lo ricordate..


Mamma quanto mi piaceva lui 


1.10.08

Senza titolo 920

  02 / 10 / 2008 / GIOVEDI' SS. ANGELI CUSTODI !  TANTI SALUTI DA LUCKY !  :-)


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Scuola diaz genova 2001 nessun colpevole ?

AVVOCATO STATO, NESSUNA RESPONSABILITA' IMPUTATI non c'e' stata spedizione punitiva La democrazia in quelle ore non e' stata in pericolo


a voi ogni giudizio di queste immagini che trovate  sotto

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Al seguente indirizzo è possibile trovare una sintesi delle testimonianze raccolte dai PM nell'inchiesta sugli abusi di BOLZANETO :http://g82001.altervista.org Su "Link e Video sul G8 di Genova" sono elencati collegamenti ad altri siti che si occupano di quei drammatici giorni e sono elencati i video visibili su YouTube.
I primi verdetti dei processi per gli abusi alla Scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto sono sono attesi entro la fine del 2008 Per Informazioni e donazioni:http://www.veritagiustizia.ithttp://www.piazzacarlogiuliani.org http://www.processig8.org
Per sostenere la segreteria legale del GLF e l'accusa nei processi DIAZ e BOLZANETO:
Conto Corrente Bancario c/c n. 6135980 intestato a Antonio BallettoBanca CARIGE via Cassa di Risparmio 15 - Genova ABI 06175 - CAB 01400 - CIN H coordinate internazionali: swift code CRGEITGG040 Iban IT 45 H 06175 01400 000006135980















tabula rasa o rincominciare da tre questo è il dilemma

Ispirato da  questo post  di una  nostra utente   ho preso coraggio   per decidermi su alcune cose  riguardanti i post  del nostro blog                 Dopo alcune  email ( sia a quella di splinder , sia a quella di gmail riportata sotto i miei post ala voce contattatami ) soprattutto di utenti che mi seguono dalla prim'ora , ho deciso , non è che lo facessi già vedere archivio annuale ) ma lo facevo mescolandolo \ contaminandolo con il mondo che mi circonda . di parlare ulteriormente di mr  e di'aprire l'archivio cartaceo  dove riverso  i mie  pensieri  , dialoghi con l'altro  l'analisi  cuore&mente , frasi sentite  intv  ,  al cinema  o  lette   da qualche parte   ecc .Inizio ad aprire , anzi apro ulteriormente l'agenda smemoranda 207 e quella del 2008 e il  "librone "  (  in realta à è un quaderno   cartanato ) 2006\2007 ,, per gli altri devo vedere in che parte dela soffitta sono stati messi dopo il riordinare dovuto a lavori del tetto e se non sono stati mangiucchiati dai topi . Ma ora bado alle ciancie  veniamo  al primo scritto  in questione   dei tanti che  proporrò    su  queste pagine


L'uomo perfetto usa la mente come uno specchio.Non trattiene niente ., Non rifiuta niente ., riceve ma non prende  ( Chaung Tze )
Allora dobbiamo svuotarci di tutto insomma fare tabula rasa
Svuotarci di di tutto è impossibile perché c'è sempre qualcosa di noi ( bella o brutta ) che non muore mai e che ci portiamo appresso nel nostro viaggio \ percorso e che o rimanne intatta nel nostro battere e levare o che una volta levata a volte ritona quanto meno te lo aspetti e magarti nel momento meno opportuno . Infatti la tabula rasa è pressoché impossibile perché





mi farebbe piacere leggere le vostre esperienze in merito

L’AQUILA E LA BAMBINA CIECA

da  Claudia Pasquariello 18 dicembre alle ore 15:10 · Il vento sussurrava tra i pini della montagna, portando con sé gli echi di un mondo ...