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23.3.18

il femminicidio ed il sessismosi combatte anche cambiando il linguaggio ed espressioni bellissimo il monologo di Paola Cortellesi alla 62esima edizione dei David di Donatello

in sotto  fondo  Ma come parla bene - Rodolfo De Angelis
Risultati immagini per ma  come parlaL'attrice ha aperto la 62a edizione dei David di Donatello con un monologo fulminante   ed  intenso che  contro la violenza sulle donne. L’attrice ha elencato una lista di nomi (scritta dal giornalista ed enigmista Stefano Bartezzaghi) la cui declinazione al femminile porta alla luce varie discriminazioni di tipo sessista esistenti già nel lessico italiano. Quindi  niente  di   nuovo   cose  che  già  si sanno  ma    visti  i  commenti  sui  soci  e  sui siti  dei  giornali   ad  ogni  femminicidio e  violenza   che  vede  come vittima  una donna   è  sempre  bene    rinfrescare la menoria   linguistica  
video   tratta  da| LaPresse - CorriereTv Questo video contiene contributi www.raiplay.it

perchè  ,  scusate  se  mi ripeto  , ma    certe cose   ti rimancono in mente   e   sono sempre  attuali   incosciamente  ,  sottoscritto  compreso , non solo  si   usa  certe  espressioni  particolari   , ma  esse  vengono usate  dai media    ed  adesso anche  sui  social   e  in rete 










22.3.18

Il segreto di una donna defunta custodito per 50 di matrimonio

da Bigodino del 2018-03-21  tramite newsrepublic l'aggregatore  di news per  cellulare 
Perdere la persona con cui hai condiviso 50 anni della tua vita deve essere un dolore inimmaginabile. Quando Tony Tripanis, 80 anni, perse la moglie, dopo 50 anni di felice matrimonio, la felicità svanì lasciando al suo posto un grande vuoto. Ma ciò che Tony non poteva immaginare è che, la sua vita avrebbe preso una piega più che inaspettata.
Il segreto di una donna defunta
Quando sua moglie morì, Tony trovò una lettera nascosta che conteneva un segreto che avrebbe cambiato tutto. Quando la moglie di Tony è morta, è stato un momento difficile per lui dover sistemare le sue cose. Mentre stava svuotando gli armadi, in fondo a uno dei cassetti, ha trovato qualcosa per cui non era preparato – una lettera per lui, da un'altra donna, secondo la versione inglese del giornale Metro . Quando Tony ha aperto la lettera, sono bastate le prime righe per lasciarlo scioccato. La lettera era stata scritta 56 anni fa, e l'autrice era una donna con la quale aveva avuto una relazione quando aveva 20 anni. Shirley, la donna, ha scritto che spesso pensava a lui, ma non era questa la parte sorprendente, la bomba è arrivata poche righe più in basso, dove Shirley diceva che aveva avuto un figlio, Samuel, e che lui era il padre. Tony era senza fiato. Aveva appena saputo che aveva un figlio di 61 anni che non conosceva, e sapeva che la moglie aveva nascosto la lettera in modo che lui non conoscesse mai l'esistenza del figlio mentre lei fosse viva. All'improvviso, dopo il grande dolore della perdita, la sua vita ebbe un nuovo significato: trovare suo figlio.
Il segreto di una donna defunta
Dopo una ricerca approfondita, Tony ha trovato suo figlio grazie a Facebook. Secondo Metro, l'incontro è stato molto emozionante.
Il segreto di una donna defunta
Il figlio disse che credeva che suo padre non aveva mai voluto sapere nulla di lui, dal momento che non aveva neanche risposto alla lettera di sua madre.
Il segreto di una donna defunta
Questa storia è una grande prova che la vita può cambiare da un giorno all'altro in qualsiasi momento, indipendentemente dall'età, e a volte portarti a conoscere persone molto speciali.La vita di quest'uomo, a 81 anni, ha assunto un nuovo significato.

rinascita dalla sordita , in italia in cerca dell'amore , Ivoriano SI PARLA DI AEROPORTO PERETOLAVACCINAZIONIELEZIONI 2018SCUOLAPRATO CALCIOBPVIFURTILAVORO Sei in:PRATO > CRONACA > TROVA IL PORTAFOGLI DELL’AVVERSARIO E... Trova il portafogli dell’avversario e glielo riporta: gli offrono un lavoro

Le storie   22\3\20118   d'oggi sono  :  di  rinascità   da  un handicap     e  di come  un handicap possa  essere  anche  un qualcosa   che ti permette  di sviluppare ptenzialità  . la  storia  di Serena Mancino di Massa Finalese  .. di speranza   e  d'amore la  storia  di  Luliet e Best, dall’Africa a Lucca per inseguire l’amoreCelebrato il primo matrimonio fra due richiedenti asilo.,  di  sportività  \  fair play .
L'immagine può contenere: sMSN.B
accusatemi pure  per  la  seconda  e la terza storia   di buonismo   e  d'essere   fra  gli invasori   .  tanto  sono  accuse  che  mi scivolano  e  via  (  metaforicamente parlando😀😁🤐🙂😉 )   chi mi segue   su social  oltre  che  qui  sa  che  non lo  sono   del tutto .  Ma  certe  storie   in un paese  dove  a prevalere  è la pancia più o meno  velata   ,nuovo  razzismo  più subdolo di  quello classico , il nazionalismo esasperato    che sconfina  nella  xenofobia     , l'indifferenza   quasi totale , aggressioni  fisiche  e verbali  ,  ecc benvengano   storie come  queste 

Adesso   dopo quuuuuuo spiegone 
La prima  è una  storia   simile  alla mia cui convivo  da  42 anni   . Infatti   Essendo mezzo sordo , ed rischiando causa otite da colesteatoma mal curata , da quando avevo 6 mesi di diventare sordo completamente , capisco benissimo le sensazioni e ele emozioni provate dalla protagonista della storia ( una delle tante di chi disabile non s'arrende e lotta contro le difficolta del proprio handicap potenziando altre caratteristiche ) tratta  come  le  altre   del post  d'oggi  dalla solita pagina facebook di geolocal più precisamecte  da  http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca   che sotto riporto


Carpi, guarisce dalla sordità grazie al Ramazzini: «Prima non sentivo, ora dipingo il suono»
Équipe ha ricostruito la capacità uditiva di Serena Mancino di Massa Finalese La madre: «È stata un’emozione fortissima. Una rinascita per mia figlia»

                                     di Serena Arbizzi

CARPI. È nata senza il dono dell’udito. Ora che, dopo un intervento all’ospedale Ramazzini, ha conquistato la capacità di sentire, dipinge i suoni. E la sua vita è diventata un tripudio di colori. Tanto che ha deciso di mettere a frutto le sue abilità artistiche per realizzare quadri dai colori sgargianti.
Serena Mancino ha 33 anni e ha occhi vispi e coraggiosi. Serena, residente a Massa Finalese, è nata con un’ipoacusia bilaterale profonda. Non sentiva e, di conseguenza, non potendo sentire, non riusciva a riprodurre il linguaggio. Negli anni è stata seguita dal servizio di logopedia dell’ospedale di Mirandola. È sempre stata inserita tra gli udenti perché le è stato insegnato il linguaggio verbale piuttosto dei segni. E ha sempre coltivato curiosità verso il mondo che la circonda. Ha studiato per diventare grafica pubblicitaria, poi, all’università in un primo tempo ha scelto di iscriversi al Dams. Poi, su consiglio dei servizi sociali si è candidata alla prova per l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ed è stata presa. qui le cose diventano più difficili e Serena si avvilisce. Poi, conosce Andrea: i due si innamorano e decidono di costruire un futuro insieme.

                                     

                                  video   a  cura  di Tecla Biancolatte  





Questo, per Serena, significa imprimere una svolta: affrontare un intervento al Ramazzini in cui le è stato innestato un impianto cocleare. Questo impianto è un orecchio artificiale elettronico con cui si riesce a ripristinare l’udito in chi soffre di sordità profonda. Dopo l’intervento, effettuato dal dottor Maurizio Negri del Ramazzini, e con l’assistenza della logopedista Paola Benincasa, Serena per la prima volta ha potuto sentire la sua voce. E anche gli altri suoni. «La mia è una storia felice - confida Serena - Ora sento i rumori e adesso so perché a mia mamma veniva da piangere ascoltando la radio. Finalmente so che rumore fanno i colori, che per anni sono rimasti sepolti dentro di me, qualche schizzo qua e là perché io, prima di sentire dalle orecchie, sentivo con il cuore, che parla una lingua tutta sua, talvolta difficile da far comprendere agli altri. Ora dipingo il suono e quello che sento posso farlo ascoltare anche agli altri con i miei quadri, i miei colori, la mia fantasia. Per questo mi piace che quando chi guarda un mio quadro mi ascolti prima con il cuore poi con le orecchie». E Serena la scorsa settimana ha donato un coloratissimo quadro a Nicoletta Pavarotti, vedova del tenore.
«Impossibile descrivere a parole quello che abbiamo provato quando Serena ha potuto ascoltare per la prima volta la sua voce - racconta, emozionata la madre della donna, Daniela Bonfatti - Nel momento in cui si è acceso l’impianto il suono per lei è stato una specie discarica elettrica e ha sentito subito gli acuti. Saltava quasi sulla sedia. Non ringrazierò mai abbastanza il dottor Negri e la dottoressa Benincasa per quanto hanno fatto».
la  seconda  è una storia  di  speranbza  e  di un italia multi etnica  

20.3.18

«I maschi? Sono vittime», il blog di Alessandra vola Diventa un caso la provocazione di Cantini, ex candidata di Forza Italia col master in relazioni internazionali. E arriva ai microfoni della “Zanzara”

Leggendo il blog della  tipa  ,  le  sue  dichiarazioni   è posso dire  è ' fuori o  è in cerca  di pubblicità  . Anche se  preferisco  la prima ipotesi  .Qui mi fermo non voglio abbassarmi al suo livello e mettermi a fare battute sessiste  e  volgari  . L'unica  cosa  che  mi  viene  da  dire   a   chi mi dice  che  


Sabrina Velenosa La tua condivisione è pubblicità. Lei ha ciò che vuole...
Gestire

Giuseppe Scano In effetti . Ma come si fa non ignorarla
Gestire

Giuseppe Scano Sabrina Velenosa nel senso che dice cose talmente strane per una donna che non si può fare a menoi d'ignorarla


http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2018/03/18/news/


«I maschi? Sono vittime», il blog di Alessandra vola Diventa un caso la provocazione di Cantini, ex candidata di Forza Italia col master in relazioni internazionali. E arriva ai microfoni della “Zanzara”                                    
                                    di Roberto Riu







LIVORNO. Ha 26 anni, parla cinque lingue straniere, si è di recente laureata in scienza politiche con specializzazione in relazioni internazionali, ha recitato nel film “La prima cosa bella” diretto da Paolo Virzì nel 2010, è stata candidata nella lista di Forza Italia alle ultime elezioni regionali, sta scrivendo un libro sulla condizione femminile ed ha appena aperto un blog intolato “The Venusians” in cui si schiera apertamente contro le posizioni femministe. «Il femminismo è una nuova sorta di comunismo, vuole annullare la differenza di genere, vuole la parità completa tra uomo e donna che è innaturale». E da qualche ora Alessandra Cantini, che il Tirreno ha intervistato in anteprima, è diventata anche un personaggio cult tra radio e web. 
Ad accendere su di lei i riflettori nazionali è stata la sua intervista al programma di Radio 24 “La zanzara” condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Qui Alessandra ha lanciato la sua provocazione, sempre in tema donne, sesso e potere. Facendo ovviamente riferimento anche allo scandalo di Hollywood nato dalle accuse lanciate da Asia Argento e da altre donne al produttore Weinstein accusato di aver approfittato per anni del suo ruolo per ottenere favori sessuali. «Tra Asia Argento e Weinstein preferisco Weinstein. Asia Argento ha goduto di ciò che ha ottenuto. Prima accetta i favori di un uomo e dandogli favori gode una sacco e poi lo denuncia e lo rovina» ha dichiarato Cantini ai microfoni della Zanzara e su questa linea ha continuato, rispondendo alle domande di Criciani.
Un’intervista di quelle che lasciando il segno e infatti nel giro di poco le dichiarazioni di Alessandra hanno fatto il giro della rete, sito Dagospia compreso. 
Un’altra soddisfazione per la livornese Alessandra Cantini che proprio come donna si propone in difesa del genere maschile dando vita ad un progetto che trova appunto il suo strumento di diffusione nel blog da lei avviato nel febbraio scorso, presentato a Milano ed anche qui a Livorno. È un’idea che, come lei stessa tende a precisare, si richiama, quando si dice il caso, al suo nome di battesimo: «In greco Alessandra significa appunto protettrice dell’uomo». Pochi giorni fa Alessandra ed il suo blog sono stati al centro di un’ampia intervista pubblicata sul quotidiano madrileno “La Razòn”, uno dei principali giornali spagnoli. Guardando al suo attuale impegno uno dei temi da lei affrontati è il caso Weinstein e quanto ne è scaturito in questi ultimi mesi: «Non si può ottenere un ruolo in un film, – dice – magari lanciandoti in una carriera milionaria, e dopo vent’anni denunciare l’uomo che ti ha dato quell’opportunità. O uscivi dalla camera o non ci entravi proprio». 
La presentazione del blog è avvenuta a Milano: «Ci ho creduto molto e da quando l’ho avviato è stato come un’onda, un’idea veniva dietro l’altra. A Milano dove l’ho presentato sono tutti impazziti. D’altronde faccio una cosa di cui gli uomini penso abbiano bisogno ed anzi valorizza la donna in quanto tale». Proposto in inglese,ma facilmente traducibile in altre lingue, il blog, che ha come sottotitolo “La bellezza salverà il mondo” riprendendo una celebre frase di Dostoevskij, ha perciò un obiettivo a carattere internazionale: «Spero di creare anche un ponte con la Russia dove penso di recarmi fra un po’».

16.3.18

Ricordo bene il 16 marzo 1978 di © Daniela Tuscano

Ricordo bene il 16 marzo 1978. Era plumbeo, come al solito. Le figure di quegli anni scorrono uniformi davanti agli occhi della memoria. L'immaginario cromatico lo formava la televisione e molti programmi venivano trasmessi in quel non-colore monotono, ingessato, quasi autarchico; lo chiamavano bianco e nero e in realtà era grigio, come i cappotti, le giacche strizzate, i colletti inamidati e le sterminate periferie cittadine. Anche le voci dei mezzibusti risuonavano neutre, vagamente untuose, con echi di democristiana pudibonderia. Quella stagione istituzionale volgeva al declino mentre attorno a me urlavano mondi scarlatti che l'informazione ignorava o non comprendeva: indiani metropolitani, controcultura, femministe, diversità, marginalità, sorrisi psichedelici, sogni libertari e sessi incerti. Quelli erano colori, anche quando irrompevano nel bigiognolo del piccolo schermo. Pensavo sarebbe presto scoppiata la rivoluzione della pace. 

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Invece, il mondo era in guerra. Quando rapirono Moro mi trovavo a scuola, l'aula ancor fredda per i rigori dell'inverno e un pallore d'antico ospedale. E poi le suore angosciate, le preghiere. Ci mandarono tutti a casa dove trovai il volto severo di mio padre, i denti piccoli e digrignati di mia nonna, lo smarrimento di mia madre. Ma mio padre era lo Stato, il quarantenne comunista divenuto lo stellone. Che ripeteva di tener duro, che la democrazia andava difesa e i brigatisti, "falsi compagni", abbattuti a ogni costo. Non so esattamente cosa provai. Detestavo la violenza e i terroristi, percepivo indistintamente che non stavano dalla mia parte e la rivoluzione della P38, portata avanti da "proletari" appartenenti all'alta borghesia, non era quella sognata dalla mia famiglia operaia. 
E, d'altronde, ero smagata, distratta e ribelle. Più che Moro, allora, mi segnò Peppino Impastato. Anch'io amavo la radio e la rivoluzione volevo farla dalle idee, dall'arte e dai colori. E ancor più mi segnarono Fausto e Iaio, che raggiunsi quand'era troppo tardi; cioè, ai funerali. 

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Scappai da scuola per assistere al corteo funebre e conservo ancora un petalo dei garofani lanciati per loro. Ricordo tanti volti, lacrime di rabbia e dolore. Cupe e giudici, come sanno esserlo quelle dei giovani. Eravamo giunti a frotte, compatti e straripanti, perché a quei tempi l'Italia aveva ancora un viso ventenne. Ci sentivamo soli, consci d'esser stati ingannati, vinti dalla polvere bianca come il ragazzo stramazzato sulla panchina d'una celebre foto. Il prete inutilmente benedicente indicava la sconfitta dei padri e i figli traditi, crocifissi senza resurrezione. Eravamo gli ultimi, e lo sapevamo. L'omicidio di Fausto e Iaio ebbe un che di pasoliniano e li inchiodò per sempre a una gioventù gridata, di case-formicai e asfalti bagnati. Meritavano di uscire da quel mondo in transito, immeritevole e oscuro. 
Oggi, a distanza di 40 anni, cerco di spiegare alle generazioni affidatemi un passato così tragico e all'apparenza lontano. Dove tutti fummo colpevoli e vittime. Ma dove non tutto, malgrado il grigio livellatore, era uguale, e le coscienze sobbollivano, nel dolore profondo d'un sacrificio già deciso, oltre noi e sopra di noi.

© Daniela Tuscano

P. S
Ho raccontato anche di Sergio Ramelli. 
L'immagine può contenere: 1 personaDi cui in realtà non ho alcun ricordo. Ero troppo piccola e nessuno, all'epoca, ne parlò. L'ho scoperto molto più tardi, studiava all'istituto che, per breve tempo, mi vide giovane docente. Era bello, poetava. Sì, d'accordo, c'era il Fronte della Gioventù. Ma c'era soprattutto la gioventù. E il diritto a viverla. Aveva uno sguardo spettinato, una vaga e inerme grazia. Non doveva morire, non così.

prima d'accusare almeno informarsi No . Il caso del film la ciociara di Mario Salieri . A mente fredda posso dire che i suoi detrattori hanno torto


in sottofondo   

Lady Barcollando - Cristiano De André

In questi giorni sono riuscito a vedere il film La Ciociara di Mario Salieri . Di cui    avevo parlato l'anni scorsdo    , vedere  archivio  blog  ,  per  gli attacchi  aprioristici  ed  struimentali \  ideologici  ( anche  personali   )    e le polemiche  ch'esso aveva provocato . 
 





Ora  non capisco tutte le polemiche che provoco l'estate scorsa . Anche se in chiave hard \ eoritica che si sia , da quel poco che ricordo  del romanzo  di Moravia  devo andare a rileggerlo , mantenuta fedeltà al romanzo   a cui liberamente  cisi  è ispirati  . Infatti gli eredi e i   " curatori  "   del fondo  alberto Alberto  Moravia hanno protestato o si son lamentati ) . Io non  ho visto quell'uso strumentale , speculativo, ed  offese  alla menoria  di  chi subito  quelle  vioelnze  che  si trovsano descritte sia nel   romanzo di Alberot Moravia   e dek  film   (  vedi  foto  sotto  )  la  ciociaria    con Sophia Loren . 
E' vero che stupri e violenze sessuali ci sono ne fillm  , anche troppi da rendere pesante ed poco ecittante ed arrappante la visione ad uno  come me   pornodipendente ed fruitore di tali film , ma non sono queli che il tamburellante  tam  tam  mediatico   s'aspettava ovvero  le orribili Marocchinate .  C'è  si  nel  finale  un  piccolo  cenno  m verbale   da parte dei protagonisti   ma  nessuna  scena   nè  hard  nè  normale   ovvero   non come ne parlarono  i suoi detrattori  aprioristici
“Marocchinate”: i bambini violentati, le sorelle crocefisse, il prete seviziato, la nonna stuprata da 300 soldati…
 

Quindi  un



alla  parlamentre  de Pd    Maria  spillabotte che  interviene  qui il suo intervento  senza aver  richiesto al regista  o procuraqasi la scenegiatura del film   ed  a  tutti quelli che   come  la   spilabitte  non hanno nè letto la sceneggiatura  nè  visto il film  ,  alcuni dei  quali     sono arrivati  a   minacciare  il regista  e  le attrici  .  cioè tutte  querlle  persone  che    non collegano il cervello prima  di parlare   po non  cercano  conferme  o smentite   sullla  trama  del film in questione    e   parlano   senza 



 basandosi solo  sul  titolo   o  quanto  gli diconoglia ltri  \e 
   

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

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