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20.2.24
splendida letterina di Litizzetto , con cui non solo percula amabilmente il leghista Morelli ma racconta moltissimo dei tempi drammaticamente liberticidi che stiamo vivendo vedi censiura in rai al dissesso degli artisti
16.2.24
La Calabria, uno spazio aperto a nuove possibilità di impresa Le storie opposte ma convergenti di due ragazze calabresi, Noemi Guzzo e Rita Adamo, poco più che trentenni di emiliano Morrone
da https://www.corrieredellacalabria.it/ Pubblicato il: 16/02/2024 – 9:33
La Calabria, uno spazio aperto a nuove possibilità di impresa
Le storie opposte ma convergenti di due ragazze calabresi, Noemi Guzzo e Rita Adamo, poco più che trentenni

Il letterato Franco Arminio osservò che «in Italia esistono tre grandi isole: la Sicilia, la Sardegna e la Calabria». Per altri versi, lo storico Jacques Le Goff sostenne che «la Calabria è la patria dell’eremitismo occidentale». «Meravigliosa», la definì, poi, il cantautore Juri Camisasca, che vive da anacoreta alle pendici dell’Etna e di cui Franco Battiato musicò pezzi di rara significanza spirituale quali “Nomadi” e “Il sole nella pioggia”. «È una magnifica regione – disse nell’Ottocento lo scrittore Alexandre Dumas padre –; d’estate ci si arrostisce come a Tombouctou, d’inverno vi si gela come a San Pietroburgo». Ciononostante, a parere del giornalista Corrado Augias, «la Calabria è purtroppo una terra perduta». Si tratta in ogni caso di giudizi esterni, che, espressi in tempi diversi, ripropongono aspetti molto discussi della Calabria: l’isolamento geografico e culturale; la natura che si offre allo sguardo interiore; la bellezza complessiva e sorprendente della regione; le sue contraddizioni e polarità, la nomea di luogo dal futuro segnato, immutabile, chiuso, malgrado le risorse e intelligenze di cui può disporre.
Due storie “convergenti”
Oggi raccontiamo le storie opposte ma convergenti di due ragazze calabresi, poco più che trentenni, le quali vedono la Calabria come uno spazio aperto a nuove possibilità di impresa, studio, crescita personale e collettiva: una è innamorata della “sua” montagna, la Sila Grande delle foreste, dei cammini, dei camini e dei sapori della tradizione locale; l’altra è affascinata dalla prospettiva di creare una comunità, una dimensione, un fermento culturale nel piccolo borgo di Belmonte Calabro, affacciato sul Tirreno della Magna Grecia. Esperta di turismo sostenibile, laureata in Teoria della comunicazione e giornalista pubblicista, Noemi Guzzo ha ultimato vari master ed è guida ufficiale del Parco nazionale della Sila. Insieme ad altri giovani, gestisce a Lorica – ubicata nei confini comunali di San Giovanni in Fiore e Casali del Manco – un ristorante, delle case ristrutturate da vacanza, un bar di ritrovo, un birrificio artigianale, un centro per escursioni anche in bicicletta e un altro per la pesca sportiva. Rita Adamo ha conseguito la laurea in Architettura alla London Metropolitan University di Londra, per cui svolge attività di docenza e ricerca. Inoltre, ha collaborato con Santiago Calatrava e, a parte, ha curato mostre di rilievo; tra cui una a Roma sui movimenti architettonici italiani e giapponesi del secondo Novecento e una, intitolata “School/Work”, sull’esplorazione del rapporto tra insegnamento e pratica in architettura, che ha funto da base per rianimare Belmonte Calabro (Cosenza) con incontri e confronti, nell’ex Casa delle suore, sui temi della rigenerazione e dell’integrazione culturale nel territorio calabrese, interessato dall’arrivo continuo di migranti.

«Premetto – esordisce Noemi – che sono orgogliosamente silana, che ho scelto di abitare a Lorica e che lavoro con i miei soci per promuovere il territorio. Noi non ci piangiamo mai addosso, ma svolgiamo una ricerca incessante sulle potenzialità e tipicità della Sila, al fine di offrire servizi e prodotti di assoluta qualità ed esperienze memorabili di contatto con la natura, di proporre una narrazione positiva della nostra terra: della sua ricchezza storica segnata Gioacchino da Fiore, delle radici nel cuore degli emigrati, della magnificenza e varietà del paesaggio che la identifica». Questi sono elementi per costruire un’economia solida e reale, è il ragionamento di Noemi, che sottolinea: «Ma occorre pensare ai servizi basilari che bisognerebbe avere tutti. Penso intanto alla Guardia medica (oggi Postazione di continuità assistenziale, nda), alla farmacia, a un tabacchino più stabile nel territorio, a un’edicola. Penso a tutte quelle attività primarie che nei centri più grandi sono presenti. Qui a Lorica, mi rendo conto, è più difficile averle e mantenerle: il problema è che gli abitanti sono pochi. Ciononostante, noi non siamo passivi. Anzi, ci organizziamo con gli altri imprenditori e operatori. Per esempio, a Lorica non c’era il bancomat, dopo installato in un locale che stiamo pagando come Pro Loco per contribuire a un servizio indispensabile per turisti e residenti».

«A 18 anni sono scappata dalla Calabria», ricorda Rita, che riassume: «Volevo andare lontano, immergermi in una realtà metropolitana, allargare gli orizzonti, misurarmi con una mentalità che non fosse la mia e ricevere stimoli intellettuali e culturali differenti. Poi sono ritornata quando ho imparato a guardare la Calabria dall’esterno: quando ho compreso, grazie al lavoro periodico che abbiamo svolto a Belmonte con colleghi e docenti dell’università, che la nostra regione può diventare un laboratorio di idee innovative, anche per creare interesse e collegamenti in ordine alla ricerca sui risvolti umani dell’architettura. Così, con altri colleghi, abbiamo fondato l’associazione “Le seppie” ed è partita una rivoluzione concreta. Con una classe della facoltà di Architettura della London Metropolitan University e grazie a un protocollo d’intesa siglato con il Comune di Belmonte Calabro, eravamo già riusciti a portare sul posto persone provenienti da diverse parti del mondo, per studiarne il centro storico e predisporre piani di rigenerazione urbana, spesso confluiti in tesi di laurea». «Adesso – continua invece Noemi, peraltro consigliera di maggioranza del Comune di San Giovanni in Fiore – per l’apertura della farmacia a Lorica sta lavorando l’amministrazione locale, anche coinvolgendo la Regione, che ha pubblicato un apposito avviso pubblico. Penso che a breve possa essere assegnata. Bisogna poi avere un camice bianco in più per la Guardia medica, dato che ci sarà un pensionamento nel prossimo dicembre. Muoversi in anticipo significa evitare disagi. Per rivitalizzare i borghi e le aree interne, è sempre fondamentale la programmazione, anticipando le scadenze e le evenienze prevedibili. L’ultima dottoressa della Guardia medica l’ho trovata io, in pratica. Era una ragazza venuta in un nostro locale nell’estate scorsa; si stava laureando in Medicina e, colpita dalla bellezza di Lorica, aveva manifestato la sua disponibilità per coprire dei turni». «Nei posti a misura d’uomo capitano queste opportunità. In quanto al trasporto pubblico locale, servirebbero – prosegue Noemi – più corse d’autobus da e per Lorica, anche organizzando, con mezzi più piccoli, servizi navetta nei fine settimana e in particolari circostanze», come già successo per il concertone di Capodanno. «Ancora, vanno realizzate delle casette alle fermate degli autobus, magari pure con un pannello fotovoltaico e un tabellone informativo – si augura Noemi – che indichi gli orari delle corse».
Il ripopolamento dei piccoli centri
Il tema del ripopolamento dei piccoli centri è secondario, secondo Rita, che sottolinea la necessità di creare movimento di pensiero e scambio culturale nei paesini della Calabria. «Un ragazzo inglese – rammenta la studiosa di Architettura – ha vissuto a Belmonte per tre anni, arrivato addirittura prima della Brexit. Io credo che non si debba per forza ripopolare questi luoghi, perché non bisogna alterare dei cicli in corso. Sicuramente sono luoghi che hanno delle potenzialità, ma è preferibile farli prima diventare sedi di aggregazione. Noi abbiamo lavorato, per esempio, sull’analisi della marina, che si sviluppa lungo il mare ma cui mancano le piazze, appunto degli spazi fisici di confronto e di scambio. È in questa direzione che bisogna muoversi, il resto viene da sé».

Circa le difficoltà tipiche della vita in montagna, Noemi chiede che si valutino «forme di agevolazione per i consumi energetici degli immobili dedicati alla ricettività e al pernottamento». «Non so, sul piano amministrativo, come si potrebbe procedere, ma – prospetta – tutte le strutture ricettive registrate a livello regionale potrebbero, per esempio, ricevere un sostegno per i costi di riscaldamento». «L’estate scorsa – aggiunge – è stata molto interessante in termini di presenze turistiche, nell’autunno 2023 abbiamo avuto buoni risultati, anche con degli ospiti stranieri. Il meteo ci ha dato una mano e abbiamo potuto anche promuovere i prodotti locali e le verdure di stagione. Per l’inverno, la mancanza della neve si è sentita proprio in termini pratici, ma il fatto che la cabinovia è rimasta in funzione ci ha permesso di riordinare l’offerta delle attività. In quanto ai cannoni artificiali, la lavorazione della neve sugli impianti è molto delicata: se la temperatura è alta, questi strumenti non bastano. Dalla seconda settimana di gennaio in poi, abbiamo superato i 18 gradi diurni. Suggerisco, allora, di puntare sulla Valle dell’Inferno per l’eventuale installazione di cannoni, poiché la sua minore esposizione al sole consente di mantenere la neve più a lungo. Magari, sarebbe pure utile una nuova seggiovia che la colleghi al monte, dato che lo skilift esistente è un po’ obsoleto. La pulizia delle strade ha sempre funzionato, grazie all’impegno di Anas, Provincia di Cosenza e Comune di San Giovanni in Fiore. Potrebbero valere, allora, delle agevolazioni ai privati per l’acquisto di spazzaneve. Inoltre, il lungolago andrebbe manutenuto per tutto l’anno, anche perché chiuso al traffico veicolare. Per concludere, servirebbe un maggiore coordinamento, pure con gli imprenditori, sulla programmazione degli eventi, mettendo da parte vecchi campanilismi».

Dal canto suo, Rita rimarca: «Gli sforzi vanno rivolti alla creazione di agorà, di luoghi di incontro e pratica della democrazia. Se non ci sono queste possibilità, credo che sia difficile arrivare alla parte politica. Così si aiutano i borghi; poi, se i giovani vogliono andare e tornare, non è un problema. Ormai siamo dei nomadi proprio come modo di vivere, anche nelle grandissime città. Io non voglio stare a Londra come non voglio stare a Belmonte, ma non perché Belmonte sia meno degna di Londra: il punto è che non riesco a decidere dove stare a priori, magari a 50 anni ce la farò». Abbiamo voluto riportare due testimonianze di giovani, due visioni femminili su come superare l’isolamento geografico e culturale della Calabria; valorizzarne la natura che si offre allo sguardo interiore; condividere la bellezza complessiva e sorprendente della regione; non arrendersi, con le risorse e intelligenze di cui può disporre, alle sue contraddizioni e polarità, alla nomea di luogo dal futuro segnato, chiuso, immutabile. (redazione@corrierecal.it)
15.2.24
Mangiare o non mangiare? Il dubbio amletico con insetti commestibili
| dall'articolo Mangiare insetti, la nuova tendenza alimentare: il cibo del futuro degli italiani? di https://www.habitante.it/ |
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| Martin Mystere n°408 |
| Pecorino sardo colonizzato dalle larve. |
guai a parlare di patriarcato se è uno straniero ., il piagnisteo dei sui fischi A Geolier ., ipocrisie belliciste
Silenzio. Dove sono le femministe ? Nulla o almeno cosi mi sembra . Eppure la storia è tremenda: un uomo ha abusato della moglie, l’ha percossa, insultata (“stupida, non sai niente”), l’ha costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, l’ha picchiata con pugni alla testa. La sua colpa? Aver deciso di frequentare un corso di italiano dove c’erano anche altri uomini.
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A qualche giorno di distanza dalla fine del festival posso dirlo : il piagnisteo napoletano dei vari Saviano e De Magistris sul presunto razzismo territoriale er lecritiche ed i fischi contro Geolier fa a pugni col fatto che Angelina Mango non è nata né a Trento né a Milano. Ma a Maratea, cioè in Basilicata, ed è cresciuta a Potenza, quindi più a sud del rapper. Solo che ha avuto il buon gusto di non portare a Sanremo una canzone incomprensibile .
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A scuola e non solo da bambini ci hanno sempre spiegato che le bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki erano “necessarie” per far finire una guerra che altrimenti si sarebbe protratta a lungo. Centinaia di migliaia di morti, civili. Quando Obama nel 2016 andò in Giappone per la prima volta, pur ponendo una corona di fiori al memoriale della pace e abbracciando uno dei sopravvissuti, non chiese , secobndo la rubrica zuppa di porro , scusa per quanto fatto in passato perché ritenne che l’allora presidente Harry Truman prese quella decisione “per motivi giusti” e per “far cessare una guerra terribile”. Oggi gli stessi chiedono a Netanyahu di non esagerare sulla striscia di Gaza. Vero è che dal passato occorre imparare, ma sarebbe anche giusto non risultare ipocriti .
il destino ti ha portato via [ perdite II ]
canzoni suggerite
Equipe 84-Io ho in mente te (1966)
LA STRADA - MODENA CITY RAMBLERS
U2 - With Or Without You: testo, traduzione e significato di OUTsiders webzine
Come ho scritto nella prima parter è passato un mese è ancora penso a te cara amica mi manca il tuo sorriso, ,mi mancano i tuoi cazziatoni e le tue battute , le nostre incomprensioni , le nostre litigate
14.2.24
non sai mai quando devi morire ., Bisogni in alta quota,. patenti fantastiche., matrioske occultate., animalisti sinceri., famiglie affettuose,. discipline estoni e truffe d’altri tempi
da https://www.msn.com/it-it/notizie/ 23 ore fa
Una donna indiana che si credeva morta era invece viva e si è svegliata di nuovo pochi istanti prima di essere cremata. Bujji Aamma, 52 anni, di Berhampur, India, è rimasta gravemente ustionata in un incendio scoppiato nella sua casa il 1° febbraio. Portata in ospedale con ustioni che coprivano metà del corpo, è stata rimandata a casa in pessime condizioni. La famiglia non aveva soldi sufficienti per portarla in un altro ospedale. La donna non apriva più gli occhi e il marito Sibaram Palo, credeva che fosse morta e così fece in modo che fosse portata al luogo della cremazione su un carro funebre.
La credevano morta dopo un incendio
Al Times of India ha detto: “Abbiamo pensato che fosse morta e abbiamo informato altri nella zona di organizzare un furgone funebre per trasportare il corpo al luogo di cremazione”. Una donna chiamata K Chiranjibi ha visto Aamma aprire gli occhi e ha detto: “Inizialmente eravamo spaventati perché non avevamo mai visto un incidente del genere, anche se avevamo sentito alcune storie”. L’autista del carro funebre è stato richiamato per riprenderla, viva e vegeta, dal luogo della cremazione solo mezz’ora dopo ed è stata portata a casa con lo stesso carro funebre.
Fortunatamente eventi come questi sono molto rari ma questo non vuol dire che non sia la prima volta che accade. Ad esempio, una donna di 82 anni è stata dichiarata morta in una casa di cura di New York e in seguito è stata scoperta viva dal personale dell’impresa di pompe funebri. E una donna di 66 anni con demenza a esordio precoce è stata dichiarata morta da un’infermiera, solo per essere trovata senza fiato quando il personale dell’impresa di pompe funebri ha aperto la cerniera del sacco per il cadavere.
La pira per la cremazione era pronta
La donna che aveva accompagnato la vara nel carro funebre ha detto che era stato quasi completato il montaggio della pira funeraria. “Proprio in quel momento, Bujji ha aperto gli occhi e ha risposto alle nostre chiamate, cosa che ci ha scioccato”, ha detto Chiranjibi. “All’inizio eravamo spaventati, perché non avevamo mai visto un incidente del genere, anche se avevamo sentito alcune storie”, ha detto il 50enne Chiranjibi.
I vicini avevano raccolto i soldi per la cremazione
“Quando abbiamo avuto la conferma che era viva, abbiamo informato il direttore del reparto di inviare lo stesso veicolo per riportarla a casa”, ha aggiunto. Dato che Sibaram era molto povera e non poteva sostenere il costo del funerale, la gente del posto aveva donato dei soldi per la sua cremazione, ha detto. Khetrabash Sahu, l’autista del carro funebre, ha detto di aver portato via la donna da casa intorno alle 9 del mattino. Dopo circa mezz’ora gli è stato nuovamente chiesto di ritornare sul luogo della cremazione.“L’abbiamo riportata a casa con lo stesso veicolo”, ha detto. Una fonte del crematorio ha detto che la popolazione locale non ha bisogno del certificato di morte per il funerale di un membro della famiglia
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da il fatto quotidiano del 12\2\2024
Nepal “Chi fa la cacca sull’everest dovrà riportarsela indietro
Il titolo più intrigante della settimana è sul Post: “Chi fa la cacca sull’everest dovrà riportarsela indietro”. Quello dell’immondizia accumulata sulla vetta più alta del mondo è un problema noto, ma le deiezioni degli scalatori rappresentano una criticità molto specifica: “Sull’everest, data l’elevata altitudine e le basse temperature, la cacca non si decompone completamente: da anni il numero crescente di persone che scala la montagna, che pur richiedendo mezzi e grande preparazione è più accessibile di altre vette famose, ha causato un problema crescente di escrementi e di spazzatura”. La cacca, ha spiegato il sindaco di Khumbu Pasanglhamu, Mingma Sherpa, è ben visibile scalando la montagna: un fatto “inaccettabile” che “danneggia la nostra immagine”. Così ora chi punta alla cima dell’everest dovrà portare con sé dei sacchetti da acquistare al campo base, da cui partono le spedizioni verso la cima sul lato nepalese. I sacchetti, ha aggiunto il sindaco, “saranno controllati al ritorno”.
A Roè Volciano, in provincia di Brescia,Invece della patente, una 65enne esibisce una carta firmata col sangue secondo cui può guidare pure navi ed aerei
A Roè Volciano, in provincia di Brescia, un’allegra signora di 65 anni è stata fermata dalla polizia per un controllo. Non aveva la patente con sé e nemmeno riteneva di averne bisogno: ha esibito invece un “documento autocostruito”, che si era stampata in casa, con una sua fotografia e una dichiarazione sottoscritta dove si afferma che lei è “eterna essenza e fonte di valore”. Per attestare l’autenticità del documento, la signora l’aveva firmato, diciamo, con un’impronta digitale marchiata con il proprio sangue. “Secondo il medesimo documento ‘autoprodotto’ – si legge su Il Dolomiti – con tale titolo sarebbe autorizzata a guidare motoveicoli, autoveicoli, navi, aerei e affini”. Gli agenti hanno sanzionato la signora, appurato che fosse in buone condizioni di salute e l’ hanno lasciata andare: “Pare faccia parte di un’aggregazione internazionale (che in Italia è seguita da circa 10mila persone) che non riconosce nessun tipo di autorità statale e rifiuta ogni regola, leggi e tasse comprese”.
Como Entra in pizzeria con un pitone al collo e due rottweiler, poi minaccia la cameriera “Dammi da bere o ti sparo in faccia”
Ogni proprietario di un locale sogna un cliente così: “Un pitone al collo, due rottweiler molto aggressivi al guinzaglio e una pistola puntata contro la cameriera”. Il sincero animalista è l’animatore della notizia che arriva dalla provincia di Como. La racconta Il Giorno: “Un pluripregiudicato di 48 anni si è presentato ubriaco fradicio alla pizzeria Mela rossa di Casnate con Bernate: attorno al collo aveva un pitone, mentre al guinzaglio teneva due rottweiler che continuavano ad abbaiare e ringhiare, terrorizzando i clienti”. Il gentile avventore voleva bere ancora, in qualche modo il proprietario e la cameriera sono riusciti a respingerlo. “Lui ha giurato che per vendetta avrebbe prima fatto esplodere loro la testa a colpi di pistola e poi avrebbe fatto saltare in aria il locale. Poco dopo infatti è tornato indietro brandendo una pistola che ha spianato contro la cameriera. Un cliente è riuscito a convincerlo ad andarsene di nuovo”. Era una pistola giocattolo, ma questo l’hanno scoperto solo i carabinieri. Il “pitonesso” è denunciato a piede libero.
Massa Carrara Si presenta in ospedale con una matrioska infilata nel retto: operato d’urgenza in anestesia totale
Ognuno ha diritto di cercare e trovare il piacere dove vuole, ma a volte serve prudenza. “Un uomo si è presentato al pronto soccorso del Noa – Nuovo Ospedale delle Apuane di Massa Carrara – lamentando forti dolori addominali”, scrive Fanpage. “Sottoposto a tac, i medici si sono accorti della presenza di un oggetto non meglio identificato e collocato all’interno del canale anale del retto del paziente: si trattava di una matrioska di circa 15 centimetri. L’uomo è stato operato d’urgenza, in anestesia totale”. Era una matrioska vuota? Non siamo sicuri che i medici abbiano voluto appurare. “La bambolina russa era finita in un punto in cui evidentemente non era possibile espellerla se non col ricorso al bisturi. Il pericolo principale è che durante l’intervento l’oggetto potesse rompersi, ma per fortuna, l’operazione è andata bene, non ci sono state complicazioni e il paziente dovrebbe subito poter tornare a condurre una vita normale”. Che poi, chi decide cosa è normale oppure no
VITERBO non vuole moglie e figli a funerale e lo fa scrivere nei manifesti
A occhio e croce era una famiglia unita, piena di affetto. Così unita che prima di morire, il capostipite ha dato indicazioni molto specifiche sulla sua cerimonia d’addio: “Il defunto non gradisce al proprio funerale la presenza dei figli, del genero e della moglie”. Per essere sicuro che lo sapessero tutti, il morituro originario di Faleria (Viterbo) l’ha fatto scrivere direttamente sui suoi manifesti funebri affissi nel paese. Ovviamente la circostanza non è passata inosservata. “I motivi alla base di una decisione così estrema non sono noti – scrive Today –. Il 74enne viveva ad Ardea (Roma) e prima di passare a miglior vita si è rivolto a un’agenzia funebre di Aprilia, in provincia di Latina. Dalla ditta trapela che l’uomo aveva organizzato il suo funerale nei minimi dettagli: dal manifesto funebre con tanto di dicitura particolare, che è stata una sua espressa volontà, al trasferimento a Faleria”. Soprattutto la dedica ai parenti: chissà che meraviglia che dovevano essere le loro cene di Natale.
Non vuole moglie e figli al suo funerale: per esserne sicuro lo fa scrivere direttamente sui suoi manifesti funebri
In Estonia mille persone provenienti da 15 paesi hanno partecipato alla “Maratona della Sauna”
La piccola Estonia non ha una grandissima tradizione sportiva, ma i suoi cittadini sono devoti di una disciplina peculiare: la maratona della sauna. “Lo scorso sabato pomeriggio – fa sapere la Reuters – quasi 1.000 amanti della sauna hanno corso per la piccola cittadina estone di Otepaa”. L’obiettivo era frequentare il più alto numero possibile di saune in un tempo limitato. “Squadre di quattro persone hanno ricevuto una mappa delle saune della città e hanno dovuto correre da una all’altra, trascorrendo almeno tre minuti in ciascuna, con un bonus per aver visitato vasche idromassaggio e piscine ghiacciate”. Per l’organizzatore Ago Arro la Sauna Marathon è un pretesto per “vestirsi bene e anche fare festa”. L’abbigliamento dei partecipanti è in realtà discutibile: “Molti di loro indossavano costumi stravaganti anche all’interno delle saune”. Hanno gareggiato persone provenienti da 15 paesi e tra le varie saune ce n’era anche una acrobatica, “sospesa in aria con una gru”.
Il cuscino per simulare il pancione: così è riuscita a truffare l’inps fingendo 5 gravidanze
Sembra un’italia d’altri tempi, una commedia con Loren e Mastroianni, invece è una notizia di cronaca di tre giorni fa. “Il cuscino per simulare il pancione: così è riuscita a truffare l’inps fingendo 5 gravidanze”. Scrive Repubblica: “Le mani attorno ai fianchi, un cuscino sotto al vestito per simulare la gravidanza, la camminata un po’ affaticata di chi si trova al sesto mese, in piena estate”. Barbara Ioele è riuscita a far credere ai suoi datori di lavoro – e soprattutto allo Stato italiano – di aver messo al mondo cinque figli tra il 2015 e il 2019. Nessuno ovviamente li ha mai visti, eppure hanno i documenti in regola. Possibile? “Ioele, come la più esperta delle falsarie, ha compilato certificati di malattia, ha copiato le firme dei medici, ha rubato i timbri del policlinico Umberto I, ha creato documenti poi portati all’asl che, per anni, ha validato tutto senza porsi troppi interrogativi per poi rigirarli al datore di lavoro e all’inps”. Barbara però ha esagerato, destato sospetti e infine s’è fatta scoprire: è stata condannata a un anno e 8 mesi. Un paio di gravidanze.
Usa un cuscino per simulare il pancione e riesce a truffare l’inps per anni fingendo cinque gravidanze
13.2.24
san valentino Le più grandi bugie sull'amore a cui (quasi) tutti credono
Non esiste una singola formula o un elenco di regole sull'amore. Ogni relazione è unica e tutti si comportano e si relazionano con l'amore in modi diversi. La base di qualsiasi relazione è la fiducia e il rispetto, sebbene ci siano molte idee false (ma popolari) su come amare un'altra persona. Secondo Margarida Vieite, specialista in terapia familiare all'Università di Siviglia, molte di queste idee fuorvianti sembrano romantiche, ma in realtà potrebbero essere piuttosto tossiche.
- Se sei geloso, sei pazzo di me!
Secondo Margarida Vieite, specialista in terapia familiare all'Università di Siviglia, quando il nostro partner è estremamente geloso, è un segno che ha bisogno di aiuto. La gelosia rivela un'insicurezza profonda, una bassa autostima e può essere un segno di un disturbo ossessivo.
- Amore a prima vista
L'amore è reciproco e richiede duro lavoro, accettazione e perdono. Secondo la specialista, nasce dall'apprezzamento e dalla fiducia reciproci.
- Ora che ti ho conquistato, sei mia !!
Conquistare l'altro è un processo quotidiano he dura tutta la vita perchè niente è eterno ed per sempre . Infatti l'amore , in questo caso , è eterno finche dura . Non apparteniamo a nessuno se non a noi stessi, e le persone non sono possedimenti.
- Se non mi chiami dopo un primo appuntamento, non mi ami
Calma !! Nessuno si innamora ( o se ciò avviene è rarissimo ) a prima vista. Anche se l'appuntamento è stato incredibile per entrambe le persone, non chiamare il giorno successivo non significa necessariamente che l'altra persona non sia interessata o ti ami per forza . Secondo Margarida Vieite, l'amore implica conoscere e scoprire chi è l'altra persona. Richiede tempo. Infatti può anche anche essere un avventura o un tentativo
- La mia altra metà è là fuori da qualche parte...
Non sempre è necessario avere bisogno di un'altra persona per sentirsi completo. Molto spesso lo siamo già e magari non lo sappiamo o non vogliamo ammetterlo
- Dici che ti piaccio, ma devo fare pressione su di te per stare con me
Se qualcuno ama davvero un'altra persona, troverà il tempo per stare con lei anche se è impegnato, secondo i terapeuti familiare.
- Credo che tu mi ami, ma mi critichi, incolpi e ridi di me
- Se mi ami, fai tutto quello che dico
Amare un'altra persona non la rende tua schiava. Significa ascoltare i loro desideri, bisogni e priorità, senza sacrificare i propri interessi, sogni e obiettivi, Ed cercare eventualmente un punto in comune .
- Amore significa non avere differenze
Tuttavia, quando le differenze riguardano principi, valori, stili di relazione e obiettivi di vita, può essere difficile mantenere una relazione duratura
- È possibile amare senza fiducia
Una delle bugie più grosse . La base di una relazione ( non solo d'amore ) sana è l'onestà, il rispetto e la fiducia. Gli psicologi ma l'alto numero di divorzi ed tradimenti confermano che se non puoi fidarti del tuo partner, non potrai mai donarti completamente a lui e amarlo per quello che è
Litigare significa che non vi amate
- È accettabile avere dei litigi.
- Se fai pressioni su di me per fare sesso, è perché mi ami
Una persona che spinge continuamente un altro ad avere rapporti sessuali non ama né rispetta la volontà del proprio partner.
- L'amore che condividiamo rimarrà sempre lo stesso
Grossa bugia Il cambiamento è una parte naturale della vita. Le relazioni e l'amore sono in continua evoluzione. Se l'amore è sano e ben nutrito, crescerà e diventerà più forte nel tempo, anche se ci sono giorni in cui una persona mette in dubbio il proprio amore per il proprio partner.
- Amore significa non esprimersi per paura che la relazione finisca
L'amore richiede trasparenza, verità, rispetto e dignità. Se nascondi parti importanti e pesanti di te stesso per evitare di ferire o spaventare il tuo partner, finirai per vivere in una prigione invece che in una relazione.
- Le relazioni a distanza sono destinate a fallire
Il terapeuta familiare ha affermato che quando le relazioni a distanza falliscono, non è necessariamente perché la coppia non è determinata a farlo funzionare. Significa che ci sono stati segnali che sono passati inosservati o sono stati interpretati male. Quindi dipende da noi se fallisce o dura . Non si può dire cosi a priori
- Passi ore a parlare con altre persone online, ma so che mi ami
Se il tuo partner trascorre ore a parlare con le persone sui social media quando potrebbero essere con te, potrebbe aver bisogno di un promemoria su dove sono le sue priorità. Infatti può voler dire che non sei cosi importante
- Amore significa sofferenza
L'amore non è uguale alla tortura e alla sofferenza. Anche se ci sono momenti difficili, la tua relazione non dovrebbe mai sembrare un peso costante .
- Non poter vivere senza di loro
Una cosa è amare una persona e un'altra dipendere da essa per la sopravvivenza, sottolinea Margarida Vieite. . Poi dipende da persona a persona e dal grado d'amore e dal tempo che con cui si è vissuto con quella persona
- Non abbiamo una vita insieme come coppia, ma il nostro amore può ancora tornare
Se una coppia non trascorre del tempo insieme e invece soffre per salvare la propria relazione, è probabile che l'amore non ritorni e la mancanza di affetto aumenterà solo la distanza, la rivolta e la rabbia tra le due persone.
- Avere una relazione è sinonimo di essere amati ed essere felici
Ci sono milioni di persone nel mondo che hanno una relazione ma non si sentono amate né felici, e viceversa. In molti casi, queste persone hanno paura di rimanere sole.
- Puoi vivere senza amore
Come esseri umani, abbiamo bisogno sia dell'amor proprio che dell'amore degli altri. Tuttavia non significa necessariamente solo amore romantico.
- La vita che vivete ti rende incapace di porre fine alla relazione \ La vita che vivete ti rende incapace di porre fine alla relazione
Si Può sempre basta volerlo , anche se non è semplice visto che si può avere paura dell'ignoto e provare ansia e insicurezza riguardo al futuro, porre fine a una brutta relazione. Infatti Altri motivi per cui qualcuno non ha il coraggio di porre fine a una relazione sono: avere paura di ciò che penseranno gli altri, sentirsi in colpa per la fine della relazione e credere che la mancanza di amore non sia una ragione sufficiente per porre fine a una vita costruita insieme .Ecco uno dei motivi per cui molte persone non interrompono una relazione perché hanno paura di stare da sole e di non trovare nessun altro che le ami.
- Per salvare la relazione, devo sforzarmi e ferirmi di più
Ci sono casi in cui una delle parti non è il solo responsabile del successo o dell'insuccesso della relazione. Infatti quando una persona dà molto di più, può creare uno squilibrio nella relazione e rendere la discrepanza ancora più chiara, secondo i terapeuti familiare.
- Posso amare per entrambi
Una relazione sana e amorevole implica che entrambe le persone si amino allo stesso modo, afferma Margarida Vieite. L'amore che non sentiamo o che il nostro partner non prova non può essere sostituito se non lasciandolo
- Amore significa che un'altra persona ti fa volare, brillare e sentirti felice
Questa è l'unica non bugia . Infatti è assolutamente vero! Il tuo amore se sano ed autentico dovrebbe farti sentire a tuo agio, forte, coraggioso e aumentare la tua autostima.
L’amore proibito di Giarre che cambiò l'Italia
San valentino non è solo amore etero . ecco dalla rete una storia omoisessuale che cambio la concezione dell'amore non etero catalizzando l'attenzione sulla lotta per i diritti LGBTQ in Italia.
La testimonianza toccante dell’amico Paolo Patanè è un elemento fondamentale del documentario: con la sua eleganza e profonda sensibilità, Patanè trasmette tutta la sua passione per un’obiettivo inseguito da decenni: restituire dignità e visibilità a Giorgio e Toni. Mentre i toccanti e dolenti ricordi della sorella e della nipote di Antonio, trasmettono tutta l’assurdità e il dolore di quella violenza dettata solo dal pregiudizio.
Ma c'è anche speranza e resistenza. Marco Pannella, con la sua voce potente, denunciò l'accaduto come un “delitto della società”, mettendo in luce l'intolleranza e l’omofobia dell'epoca. I radicali e il Fuori! organizzarono un convegno e una manifestazione proprio a Giarre riuscendo a far sì che questo delitto non fosse solo un tragico evento isolato, ma divenisse un caso politico di rilevanza nazionale, catalizzando l'attenzione sulla lotta per i diritti LGBTI in Italia.
Infatti, innestandosi sulla pregressa attività dei militanti LGBTI del Fuori!, contribuì – insieme a molti altri fattori quali, per citarne uno solo, le elezioni politiche del 1979 che certificarono fallimento del compromesso storico – a modificare l’atteggiamento di una parte della sinistra parlamentare ed extra-parlamentare sull’omosessualità e alla fondazione a Palermo del primo circolo Arcigay d’Italia da parte di Marco Bisceglia, prete cattolico del dissenso sospeso a divinis e dirigente dell’Arci.
In conclusione, “Il delitto di Giarre” non è solo un documentario, ma un monito, un ricordo e una celebrazione dell'amore. È un pezzo di storia italiana che tutti dovremmo conoscere e ricordare.
12.2.24
Diario di bordo n ° 34 ANNO II .Candidati alle Europee? Il padre di Giulia Cecchettin smentisce, la madre di Giogiò direbbe di sì a FdI ., l'ambasciatore israeliano sul festival di san remo 2024 ., DA GHALI A GEOLIER, POCHI (TELE)VOTI E IL VENTICELLO RAZZISTA TORNA A SOFFIARE ., il razzismo latente e la normalità.,
Ma devo essere stato anticipato visto che Gino Cecchettin il padre di Giulia a differenza di . Daniela Di Maggio, madre di Giogiò, ha avuto un barlume di razionalità e buon senso visto che smentisce e minaccia azioni legali perché la notizia di una possibile candidatura col Pd nel Nord Est – pubblicata dal Fatto – “sta generando numerosi commenti diffamatori e inaccettabili”. Infatti << Il signor Gino Cecchettin, nostro tramite, rappresenta che le notizie secondo le quali lo stesso sarebbe in procinto di candidarsi o di essere candidato alle elezioni europee con il Partito democratico sono prive di fondamento e quindi false". Lo fanno sapere gli avvocati Nicodemo Gentile e Stefano Tigani.>>
DA GHALI A GEOLIER, POCHI (TELE)VOTI E IL VENTICELLO RAZZISTA TORNA A SOFFIARE
Prima di Ghali, fu Geolier. Purtroppo sì, siamo messi così. Andiamo per ordine: un trentenne italiano figlio di genitori tunisini, ormai diventato uno dei cantanti più acclamati in Italia, è ancora alle prese con le difficoltà di spiegarci di essere veramente italiano, e non a caso come cover da portare sul palco ha scelto un medley nel quale ha messo in fila alcuni versi di una canzone in arabo, ‘Un italiano vero' di Toto Cutugno e la sua hit più nota e forse più politica ‘Cara Italia', Oh eh oh, quando mi dicon “Va' a casa/ Oh eh oh, rispondo “Sono già qua”/oh eh oh, io T.V.B. cara Italia/oh eh oh, sei la mia dolce metà. Insomma Ghali ha zelantemente fornito a tutti i suoi compaesani una specie di tutorial su come si è evoluta l'italianità. Mentre il dibattito cominciava ad accendersi su questo fronte, tra meticciato, ius soli, radici da proteggere, patria, nazione, metti il confine togli il confine, ecco che arriva l'elemento che spegne tutte le nostre velleità d'ingresso nella contemporaneità del terzo millennio e ci riporta dritti dritti al Novecento.
Geolier, giovanissimo rapper napoletano, adorato praticamente da tutti gli under venti, il suo album ‘Il coraggio dei bambini' è il più venduto e il più ascoltato su Spotify nel 2023, ha portato a Sanremo una canzone in dialetto napoletano, anche con l'idea di omaggiare la cultura partenopea. E in questa direzione ha deciso di farsi accompagnare da Gué, Luché e Gigi d'alessio nella serata delle cover, con i quali si è esibito in un medley di canzoni napoletane. La vittoria di Geolier proprio in una serata ricca di ospiti famosi e pezzi storici è bastata per riprecipitare l'italia in uno dei suoi vizi peggiori: quel malcelato, tanto negato quanto insuperabile, razzismo nei confronti di chi non solo viene dal Sud, ma ha anche la tracotanza di rivendicarlo. Innanzitutto la platea dell'ariston ha sgraziatamente fischiato un ventenne, per la prima volta a Sanremo, mentre ritirava il suo premio, e subito a seguire una valanga di commenti sprezzanti ha rimesso in scena il copione che abbiamo ascoltato in loop nei talkshow degli ultimi cinque anni: “I voti di Geolier comprati coi soldi della camorra”, “il televoto comprato coi soldi del reddito di cittadinanza”, “non canta in italiano, cosa ci fa qui?”.
È bastato un attimo e la macchina del tempo ci ha riportati dallo Ius soli alla questione meridionale: una manciata di televoti e la fotografia che ci torna indietro è quella di un'italia ancora ripiegata su vecchi tic e inossidabili pregiudizi, desiderosa di emanciparsi ma del tutto incapace di evolversi.
infatti
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