22.4.24

Sabreen Erooh, figlia della tragedia: nata dalla madre morente dopo un raid israeliano su Rafah diventa simbolo di speranza per la Striscia ., la storia di Valentina, vittima di truffa sentimentale: "Pensavo fosse amore ma ero diventata il suo bancomat: mi ha portato via tutto. Poi un diario ha cambiato la mia vita"

  repubblica  22\4\2024


La sua intera famiglia è morta durante gli ultimi bombardamenti sulla città al confine con l’Egitto. La piccola è stata chiamata come la mamma




 L’orrore della guerra ha partorito una bambina. I medici di Gaza l’hanno dovuta estrarre dal ventre della mamma morente Sabreen al-Sakani: una giovane donna incinta di 30 settimane quando un attacco aereo israeliano le ha raso al suolo la casa, uccidendone la famiglia: con lei sono infatti morti il marito Shoukri e l’altra figlioletta di tre anni, Malak. La bebé è stata fatta nascere tramite cesareo nell’ospedale kuwaitiano di Rafah da medici che hanno dovuto scegliere in fretta. Ed è stata chiamata, appunto, Sabreen Erooh in onore della donna che non conoscerà mai, perché i due nomi accostati significano “spirito di Sabreen”.

(reuters)

“La madre non aveva speranze, le sue condizioni erano molto critiche, pure il cervello aveva subito lesioni. Pochi istanti e sarebbe morto anche il feto. Abbiamo voluto dare una speranza alla vita, anche in condizioni così difficili” ha raccontato il dottor Ahmad Fawzi al-Muqayyad, parlandone a Sky News. E la neonata è diventata un simbolo di speranza per tutta Gaza.

La piccina è stata poi trasportata nel vicino ospedale saudita dove ci sono ancora incubatrici funzionanti. Ed ora è lì che piange e si dimena da sola. Resterà in quello spazio considerato sicuro per tre o quattro settimane. Poi, sarà affidata a parenti: “Zii e nonni si sono già fatti avanti” racconta un altro medico, Mohammad Salama, direttore sanitario di quel dipartimento. “Ha una famiglia, ma è figlia dalla tragedia, il suo destino di orfana la segnerà tragicamente”. La nonna Mirvat al-Sakani già dice che l’alleverà lei, è tutto ciò che le resta del figlio: “Di lui non hanno ritrovato neanche un brandello di corpo. La bambina è l’unica cosa che si lascia indietro”.

(afp)

Nello stesso giorno un altro raid ha colpito una casa dove c’erano 17 bambini e due donne, figli e nipoti di Saqr Abdel Aal: “La mia intera identità è stata cancellata con loro. Anche se sono vivo, vado anche io via con mia moglie, i miei figli i miei nipoti. Non ho più nulla per cui piangere, non o più nulla in cui credere. Quale sentimento mi guiderà d’ora in poi?” ha detto all’Associated Press mentre copriva i resti dei suoi figli col sudario. “Hanno ucciso donne incinte e bambini. Qual è la loro colpa? Sono forse terroristi anche loro?” piangeva invece forte Umm Kareem, altra parente.

(reuters)

Sono almeno 14mila i bambini morti a Gaza fino ad ora e i feriti sono oltre 10mila. Gli orfani sono anche di più: almeno 19mila secondo dati dell’Unicef. “Li incontri ovunque, non solo negli ospedali, ma per strada, nei rifugi di fortuna, mentre cercano di sopravvivere proprio come gli adulti” ha raccontato Tess Ingram, portavoce dell’organizzazione, pochi giorni fa, subito dopo aver visitato la Striscia: “Una situazione disperata. Dobbiamo intervenire. Subito”



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Molti nella vita hanno sperimentato un colpo duro, una caduta, una brusca fermata della loro esistenza. Ma non tutti sono capaci di trovare la forza necessaria per ribaltare la loro vita e ripartire, traendo da quanto accaduto una nuova consapevolezza. Per questo abbiamo pensato di dedicare a queste persone resilienti uno spazio dove raccontarsi, dove celebrare la loro rinascita, dove confrontarsi con la community dei nostri lettori per condividere il dolore prima e la forza poi. E abbiamo deciso di affiancare questi racconti spontanei e generosi che ci avete offerto (scrivendo alla mail rinascite@repubblica.it) a consigli di esperti (psicologi, avvocati...) che forniscano chiavi utili a tutti per trasformare in positivo un evento traumatico. Nasce con questo intento la serie Rinascite, buona lettura. 


 la storia di Valentina, vittima di truffa sentimentale: "Pensavo fosse amore ma ero diventata il suo bancomat: mi ha portato via tutto. Poi un diario ha cambiato la mia vita"


 in questa prima puntata ci ha scritto Valentina e ci ha consegnato un racconto che la nostra esperta - la psicologa, psicoterapeuta e sessuologa Nicoletta Suppa, - ha inserito nella categoria di "truffa sentimentale"; Valentina ha 42 anni e un lavoro sicuro, fa la grafica a Milano, ma ha perso tutto, non solo il fidanzato Joel. Vi consegniamo la sua storia, raccontata con parole sue, e poi un'analisi lucida di quanto accaduto a firma di una psicologa e di un'avvocatessa esperta in diritto di famiglia, cui abbiamo chiesto di fornire strumenti utili a difendersi, dal punto di vista legale, di fronte a episodi che definisce "scamming":
tentativi di truffe che fanno leva sul sentimento, pianificate al fine di conseguire un illecito vantaggio nei confronti di chi le subisce. E che purtroppo negli ultimi anni, secondo la polizia postale, sono in forte aumento: nel 2021 sono cresciute del 118% rispetto all'anno precedente (dati 2022). E questo anche grazie all'uso di social che permettono ai truffatori di mantenere l'anonimato illudendo la vittima: si tratta di catfishing. Non è il caso di Valentina, lei Joel lo ha frequentato davvero, ma anche nella sua storia social e whatsapp entrano in gioco: il suo "fidanzato" mette in atto il ghosting, ovvero la pratica di bloccare il partner e sparire da tutti i contatti multimediali. Valentina: un amore che mette in crisi tutto “Sei sicura che non ti dica bugie?”, “Veramente ti fidi di lui?”. Erano queste le domande che le mie amiche mi sottoponevano ogni volta che raccontavo loro qualche problema con Joel. Nessuna di loro avrebbe scommesso sulla nostra storia, eppure erano quattro anni che stavamo assieme, anche se per la maggior parte del tempo vivevamo a distanza. Chiediamo a Valentina di raccontarci qualcosa di più sulla loro storia d'amore. "Ci siamo conosciuti a casa sua, a Cuba, dove sono stata in vacanza nel 2018. L’avevo presa come un’avventura, volevo che restasse tale. Ma tornata a Milano, lui non ha smesso di cercarmi, anche inviandomi fiori e bellissime lettere via posta, una cosa super romantica. Così, prendo un aereo e torno da lui, per due mesi. La convivenza mi fa capire che ci stiamo innamorando, così inizia un su e giù di viaggi per continuare a vederci. Fino alla pandemia. La mia professione non ne risente - sono una grafica, lavoro da casa in solitudine - mentre Joel inizia ad avere seri problemi con la sua attività imprenditoriale: forniva erbe aromatiche ai ristoranti e ai locali dell’Avana. L’affitto da pagare, il cibo da mettere in tavola, una madre da mantenere; il mio compagno si chiude in sé e cade in depressione. So che posso aiutarlo e lo faccio: gli invio dei soldi. Lui non vuole, poi accetta. Da quel momento in poi, divento il suo bancomat. Valentina ha affrontato la situazione con lucidità: Tutte le volte mi promette di restituirmi i soldi, ma non accade mai. Ogni volta c'è un problema: lui chiama e io in automatico faccio un bonifico, finché arriviamo a dicembre 2022 e di fronte all’ennesimo dramma dico "no". Lui si dispera. Gli concedo un out-out: “Non ho più soldi da parte - gli dico - questa volta devi rispettare le scadenze e restituirmi la somma, atrimenti vado io nei casini”. Joel mi giura che sarà così, e io gli credo. Arriva il fatidico giorno della scadenza: lo chiamo, ma il telefono è staccato. Passo su whatsapp e mi rendo conto che mi ha bloccato. E così anche sugli altri social. Provo a scrivere alle persone che lo conoscono, a Cuba. Nessuno mi sa dire nulla. È scomparso". La delusione è tanta. "Mi sono sentita una stupida, ero arrabbiata con me stessa e piena di dolore. In un secondo momento è subentrata la vergogna: non volevo raccontare a nessuno di essere stata così ingenua. Neanche alle mie amiche più care. Mi sono isolata, sono caduta in depressione. Per tre mesi mi sono sentita galleggiare nella disperazione, lavoravo e basta". La svolta arriva all'improvviso: "Una mattina mi sono guardata allo specchio, non mi riconoscevo più. Dovevo fare qualcosa. Il gesto più naturale e istintivo è stato scrivere, perché lo faccio fin da quando sono piccola. Ho trovato un quaderno vuoto e ho iniziato a buttare giù pensieri, come un flusso di coscienza, per sfogarmi, parlare con me stessa, visto che mi vergognavo di farlo con altri. L’ho fatto il giorno dopo e quello seguente, fino a farlo diventare un gesto quotidiano. A un certo punto mi sono compresa e ho smesso di giudicarmi, ho dato il giusto peso alle mie emozioni. E così mi sono sentita pronta per raccontare tutto ai miei cari: il giorno che ha segnato la mia rinascita è stato quello in cui ho radunato le amiche più care per raccontar loro tutto. Non mi vergognavo più, perché avevo dimostrato di potermi risollevare da sola, trasformando il grande dolore in una spinta per riprendere forza, sicurezza e determinazione. Con la scrittura avevo trovato un modo per salvarmi e rinascere, più consapevole e forte di prima. Poi, Valentina ha anche chiesto aiuto. "Il trauma l'avevo affrontato, ma avevo paura di ricadere in una situazione di dipendenza di questo tipo. Così sono andata in terapia; la ripresa è stata lenta ma costante, man mano vedevo tutti gli errori commessi con Joel e questo è stato un grande insegnamento sul fronte sentimentale, perché ho iniziato a decidere chi veramente volessi accanto: il mio futuro compagno avrebbe dovuto avere qualità morali cui assegnavo valore: rispetto, sincerità, onestà. Dal momento in cui sono cambiata, anche le mie scelte in fatto di partner sono cambiate. Ora vivo una relazione paritaria con Carlo, con il quale di soldi non abbiamo mai neppure parlato. La psicologa: "La storia di Valentina è un esempio di resilienza" “La storia di Valentina è un esempio di resilienza, mostra la capacità di poter utilizzare come strumento trasformativo un'esperienza di dolore". Così esordisce la dottoressa Nicoletta Suppa, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa cui abbiamo sottoposto la storia, per commentarla. "Questa donna vive un insieme di emozioni negative che riesce a trasformare in opportunità di crescita e cambiamento". Come? "Partiamo dall'inizio: la storia tra Valentina e Joel è carica di aspettative e si colora di aspetti romantici, enfatizzati anche dalla distanza, che alimenta l'illusione di poter costruire un futuro insieme. La distanza è un'arma a doppio taglio: se da una parte cresce il desiderio di condivisione, dall'altra non permette a Valentina di confrontarsi con un partner reale, del quale poter conoscere anche aspetti negativi. Il loro sguardo è proiettato in avanti, sulla speranza di una vita insieme, e su questo futuro Valentina costruisce un desiderio che cresce nel tempo. I primi scossoni cominciano con le difficoltà economiche di lui, che però sembrano tradursi anche in incertezza rispetto al progetto comune. In effetti, i bisogni economici sembrano mascherare delle incertezze relazionali, che però Valentina sembra non vedere. Inconsciamente, sente di dover riparare qualcosa prima che diventi troppo tardi. È probabilmente questo a spingerla a diventare un costante supporto economico per Joel: il suo è non solo un atto d'amore, ma un modo di tenere in piedi il suo sogno. Quando tutto crolla e lui scompare, Valentina sembra leggere meglio alcuni segnali che prima aveva fatto fatica a vedere. Questo è il motivo per cui, insieme alla delusione e alla rabbia, emerge la vergogna. Si reputa ingenua, e questo la fa chiudere. Decide di affrontare il suo dolore da sola, ma con determinazione. Valentina sperimenta uno strumento terapeutico: la scrittura, attraverso la quale scopre le carte con se stessa, prima di farlo con gli altri. In quelle pagine Valentina dà voce alle sue emozioni e rileggere ciò che scrive le serve a dare un senso a tutto. Scrivere diventa come guardarsi allo specchio, mostrandosi nella propria nudità. È passata per alcune fasi dolorose ma necessarie, che vanno dalla vergogna all'accettazione di sé, fino alla comprensione e accettazione di quanto accaduto. Attraverso questo processo di svelamento ecco che inizia a sviluppare quella resilienza che le consentirà di superare questo momento critico senza andare in frantumi, modellando se stessa affinché questo non accada più in futuro. Decide di affidarsi anche a un percorso di psicoterapia, utile a comprendere i suoi errori e lavorare su alcuni aspetti di sé. Il lavoro di psicoterapia invita a portare in primo piano il proprio valore, per accogliere i propri errori senza giudizio. È proprio nel momento in cui Valentina smette di giudicarsi che riesce a fare di questa esperienza un'occasione di crescita. Si apre con le amiche per condividere le sue emozioni e avere conferma di merito per i suoi traguardi. Valentina è riuscita a puntare nuovamente su se stessa, anche sul piano lavorativo, dandosi fiducia. Nel processo di resilienza può accadere di vedere l'evento negativo attraverso un nuovo sguardo: è stato meglio lasciare andare Joel, piuttosto che provare a trattenerlo. Ora questa donna sa ciò che vuole da sé e da una nuova relazione, è uscita più forte da questa storia perché è stata capace di attraversare il suo dolore”. Come difendersi da una frode sentimentale: il consiglio dell'avvocatessa Valentina Ruggiero Considerata la complessità del tema, abbiamo interpellato anche un altro esperto - l'avvocatessa Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia - per capire se, a parte trarre esperienza da questa storia, esistano strumenti utili a tutelarsi in caso di frode sentimentale. “Valentina ha spontaneamente prestato dei soldi al compagno? Bisognerebbe leggere con attenzione la messaggistica tra loro per appurarlo. Sicuramente, se si tratta di somme cospicue si potrebbe richiederne la restituzione, anche se non si è fatta firmare nessuna scrittura o sottoscrizione di debito. Per farlo sarebbe necessario investigare in loco sulle attività e sulla vita di questo uomo, per rivalersi sullo stipendio o sulle sue entrate, ma prima bisogna intraprendere una causa ordinaria per la restituzione di questi soldi". Conviene? "Non sempre", risponde sincera l'avvocatessa. "In questo caso sarebbe notevole la spesa da sostenere, tra investigatore locale e spese legali. A tutti gli effetti sembra che Valentina sia stata vittima di una truffa. A oggi le consiglierei di far tesoro di quanto accaduto, andare avanti con la sua vita e proteggersi meglio nei rapporti interpersonali; anche se è bello essere generosi, nel mondo reale è necessario tutelare i propri interessi”.

20.4.24

Dalle avventure in Asia agli stazzi galluresi: la storia dello scout tedesco Wolfgang H. Trost con Telti nel cuore

la nuova  sardegna  20\4\205

Wolfgang H. Trost, attivista e uomo d’affari, è scomparso a febbraio. Arrivò in Gallura nel 1967 con undici amici: «Si innamorò del luogo e comprò una casa»

Telti. La prima volta che si è presentato in paese era vestito così: coltello, camicia, borraccia e fazzolettone annodato al collo. Era il 1967 e faceva lo scout. Poi le cose non sono cambiate di molto. Si vedeva lontano un miglio che Wolfgang H. Trost era uno abituato a girare il mondo. Uno che amava infilarsi nelle situazioni più strane, un tipo che la natura l’aveva sì sfidata ma senza mai peccare di presunzione. Tedesco, con case e amicizie sparse in tutto il pianeta, Wolfgang Trost si era però innamorato di Telti. E quindi via con l’acquisto di una

Wolfgang H. Trost (a destra) in un suo viaggio in Birmania
casa: uno stazzo di un certo livello comprato e restaurato in mezzo alle campagne verdi di Taroni. Tre o quattro mesi all’anno da passare nella tranquilla Gallura e poi ancora un biglietto aereo per volare dall’altra parte del mondo, per affari, per compiere qualche impresa in montagna o magari per sostenere la causa di una minoranza etnica nel nord del Myanmar. Wolfgang Trost, classe 1947, era insomma tutto questo: un tipo da romanzo d’avventura, un attivista, un uomo con mille storie racchiuse in una. È scomparso a 77 anni lo scorso febbraio a Hong Kong. E così, nei giorni scorsi, a Telti è stata celebrata una messa in suo ricordo. Perché in paese Wolfgang era pieno di vecchi e nuovi amici. La gente gli voleva bene e lui ne voleva altrettanto a Telti e alla sua cultura.
Il teltese tedesco. Aveva vent’anni quando mise piede per la prima volta a Telti. Faceva parte di un gruppo di dodici scout tedeschi, sbarcati nell’isola per andare alla scoperta della Sardegna più arcaica. «È sempre stato un grande viaggiatore – racconta Matteo Sanna, assessore comunale e suo amico –. Lui quella volta si innamorò di Telti e così continuò a tornare in paese. Verso la fine degli anni Settanta comprò poi un bello stazzo a Taroni, con otto ettari di terra attorno. Si integrò benissimo, aveva amici di tutte le età, era uno di noi». La messa in suo ricordo è stata molto partecipata. Tanti teltesi, ma anche il fratello e diversi amici arrivati per esempio dalla Malesia, da Hong Kong, dalla Toscana e dal centro della Sardegna. Un lungo amore, quello tra lo scout e il paese gallurese, che nel 2009 culminò, durante la sagra del mirto, con la consegna da parte del Comune e della pro loco del riconoscimento Mirto dell’anno. Questa la motivazione: «È un grande e rispettoso conoscitore della nostra cultura e del nostro territorio».In giro per il mondo. Un po’ di mesi all’anno Wolfgang H. Trost li passava dunque a Telti. Poi c’era tutto un mondo da scoprire. Era in qualche modo un uomo d’affari, visto che lavorava per la più importante agenzia di vendita di seta e di abbigliamento in generale con base a Hong Kong. Poi aveva case dappertutto, in Thailandia, in Perù, ovviamente a Hong Kong e anche sulle Alpi. Non proprio uno qualunque, insomma. Era un viaggiatore incallito e un grande amante dell’avventura. Negli anni Ottanta finì sul passo delle Tre Pagode, al confine tra la Thailandia e la Birmania, e anche nello stato Shan. Ed è proprio in Birmania, o Myanmar, che Wolfgang H. Trost si interessò alla causa del popolo Kachin, una minoranza etnica schiacciata con la forza dai governi militari. Divenne un loro sostenitore e finanziò in maniera importante la loro difficile causa. Tanto che, alla morte di Wolfgang, l’Organizzazione per l’indipendenza Kachin ha scritto una lettera di condoglianze per tenere viva la sua memoria: «Ricordiamo soprattutto come ospitò il nostro defunto presidente Maran Brang Seng a Hong Kong nel 1987, quando la causa Kachin era poco conosciuta. Con l’empatia di Wolfgang, si è aperta una porta sul mondo e lui è rimasto un visitatore frequente, dedito a sostenere un futuro migliore in un mondo in difficoltà».



Matrimoni nudisti in spiaggia, i naturisti lo vogliono e il teologo li benedice


la  nuova  sardegna   20 aprile 2024

di Michela Cuccu

L’associazione Anita plaude all’iniziativa di San Vero Milis: «Un sindaco illuminato». Biancotti: «La Sardegna è molto avanti, il progetto Is Benas è meraviglioso»









San Vero Milis «Sarebbe bellissimo»: i naturisti plaudono alla proposta del sindaco di San Vero Luigi Tedeschi che vorrebbe si potessero celebrare matrimoni anche nella spiaggia nudista di Is Benas. «L’iniziativa potrebbe essere di grande aiuto per il naturismo in Italia», dice Maurizio Biancotti, responsabile dell’Ufficio stampa di Anita, l’associazione che in Italia promuove la cultura naturista come stile di vita. Teologo e docente di religione nelle scuole, Biancotti dice di apprezzare molto l’iniziativa di San Vero. «La Sardegna, che ha ben sette spiagge dove poter praticare il naturismo, è più avanti rispetto alle altre regioni italiane. Sapere che è possibile un’attività anche così bella e intima come il matrimonio, rispettando la volontà degli sposi, ci trova molto favorevoli», afferma, puntualizzando: «Il naturismo non è esibizionismo. Nessuno pensi che ci si sposi nudi per poi fare foto e diffonderle sui social. Le foto rimarranno nell’ambito familiare e degli amici». Precisazione che serve a capire meglio la posizione di Anita, associazione che tra le tante attività, da anni si fa promotrice dell’istituzione di aree dove poter praticare il naturismo.
Associazione con 1300 iscritti «numero esiguo rispetto a Spagna, Francia e Olanda dove i naturisti superano il milione», precisa Biancotti, è grazie all’associazione che sono nate le spiagge naturiste, come appunto quella di San Vero Milis. È grazie a i naturisti che la Sardegna è una delle poche regioni italiane (assieme a Piemonte, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia) ad aver promulgato una legge a favore del turismo naturista, che permette di istituire delle aree dedicate.
I matrimoni naturisti in spiaggia potrebbero dunque cambiare l’approccio sociale nei confronti di questa pratica. «Ciò che manca in Italia è la mentalità – dice Biancotti –. Prima di tutto per accettare una cosa del genere bisogna imparare a separare il corpo nudo dal sesso. In Italia, vuoi o non vuoi, la sessualità viene legata al naturismo e questo non è bene». All’estero le cose vanno molto diversamente. In Spagna, ad esempio, è legale star nudi dove non è specificamente vietato: «Fino a poco tempo fa – racconta Biancotti – si poteva andar in giro nudi per Barcellona».
In città della Germania come Monaco e Berlino, ci sono parchi dove esistono spazi per praticare il naturismo in tranquillità. «Non sono spazi chiusi - precisa Biancotti - non ci sono recinti perché non siamo animali rari». Il problema di fondo è che in Italia, mentre alcune regioni si sono dotate di leggi specifiche, manca una legge nazionale quadro. Di recente i vertici Anita hanno avuto un incontro con il vice presidente della Camera, Sergio Costa, che si è impegnato a farsi promotore di una proposta di legge. «Questo potrebbe cambiare le cose», commenta Biancotti che torna sui matrimoni in spiaggia. «Ho assistito a due cerimonie: una a Corfù dove arrivarono gli sposi completamente vestiti nella spiaggia dove si praticava il nudismo. Vollero celebrare lì, con gli altri nudi, le loro nozze. In Piemonte, alla spiaggia naturista del “Secchiello selvaggio”, lungo il fiume Trebbia, gli sposi, che avevano già celebrato il loro matrimonio, hanno voluto ripetere la cerimonia con un celebrante nudo, come loro e gli invitati, che indossava la fascia tricolore. Sono state bellissime esperienze, molto intime», dice. Poi torna al progetto per la spiaggia di Is Benas dove l'amministrazione comunale vorrebbe che i matrimoni, civili, avessero valore legale.
«Speriamo che un sindaco illuminato come quello di San Vero Milis riesca a realizzare questo progetto, portandolo all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Sappiamo che ci saranno delle lamentele, che molti parleranno di esibizionismo. Questo però non ci preoccupa: il naturismo è una filosofia di vita molto sana».

DIARIO DI BORDO N° 45 ( ex n 0 ) anno II un vagabondo stanco sa che deve andare avanti

 canzone suggerita \   colonna  sonora

UNA TERRA PROMESSA - EROS  RAMAZOTTI
ci  vuole  un  fisico bestiuale  - Luca  carboni 

 su  cosa è la rubrica  DIARIO DI BORDO 

Prima  d'iniziare  il n   odierno  dell'ormai consueta   rubrica    diario di bordo    che  dalla    fine  dello    scorso  anno    ha  preso inzio  sul  blog   veniamo   di rispondere ,  aggiungendo un  ulteriore  risposta  alle FAQ    del blog  ,  al perchè del titolo   della  rubrica non periodica    , diario  di bordo , appunto ,  in cui   riprendo articoli , post  , storie  , ecc    ed   in  alcuni casi   d'adesso     mie  riflessioni    \  stati  d'animo         che   ho tralasciato       dai normali  post    .
Questo  post  scritto   è    quello che in realtà avrebbe  dovuto essere   il numero 0  della  rubrica .  IL  post  ( ed  anche  il titolo  alla  rubrica  )   nasce    dalla  lettura  e  dalla riflessione  scatenatami  da questa   poesia , risalente  al 13 aprile 2010,  di Elio Moncelsi ,  trovata  su  il  muro di fronte  al museo Man  di Nuoro   intitolata  proprio 

                                                DIARIO  DI BORDO 



….è come navigare per mare:
ci avventuriamo nell’oceano della vita
attraversando calme piatte,
affrontando furiose tempeste,
diretti verso approdi sognati
di cui abbiamo solo sentito parlare,
verso paradisi perduti o da conquistare
oppure verso niente,
solo per il gusto di viaggiare.
Chi su fragili legni e chi su munite corazzate
solcando onda dopo onda, giorno dopo giorno,
sospesi sopra un abisso immenso
e sotto un cielo che non è nostro,
ognuno di noi segue il suo portolano.
Io leggo la mia rotta nel canto delle stelle,
amo il sole in faccia ed essere baciato dal vento
non mi interessa la meta:
è il viaggio che conta
e la musica del mare.
Come ogni buon navigante
tengo il mio diario di bordo
e sono uso prendere appunti di viaggio
dove annoto sensazioni,
visioni, incontri.
Questi sono i miei dipinti
giorni della nostra vita,
appunti di viaggio
del mio diario di bordo;
non ne sono geloso,  puoi leggerlo, se vuoi  


I miei viaggi e le mie avventure nella vita di tutti i giorni nei suoi vari aspetti ( antropologici , politici , culturali, psicologici \ filosofici ) alcuni poco battuti o esaltati dalla massa per via del politicamente corretto sono sempre un percorso di crescita e di formazione della mia opera d'arte. in questi giorni me la devo vedere con le proprie ferite e delusioni e frustrazioni. Quelle che ed il mio caso continuo a portami dietro e finiscono col decidere per me per scegliere al mio posto. infatti spesso orgoglio e fierezza sono i nemici più pericolosi di un pirata e bucanieri e il pirata redbeppeulisse s'appresta ad impararlo nuovo mollando gli ormeggi verso la verità dell'oceano tra salsedine , spazi aperitivo d'occhio, in acque fitte d'insidie e pericoli di ogni genere. Ma mi fermo, nel silenzio della notte come l'astromo acculturato di ( Walter Whitman  poeta  americano 1819-1892  )  a  riflettere    ed  mi accorgo    che  non intendo come  ho  fatto   in passato    farmi mai  più  ( ma  mai dire mai  , perchè ogni  ritorno è possibile  ed è una  lotta perenne  )   consumare dal rancore  e dall'odio   oltre  che :  rimanere in un circolo  vizioso   cioè  il rispondere  \ replicare  ad   una cattiveria con un altra  cattiveria o   gesto  peggiore   , si sprecano tempo ed    energie  nel cercare   vendetta ed  annullare quelle persone    che  mi  hanno : insultatyo  ( con parodie, sfottò\prese in giro ,  pagine  web    e post  diffamatorie )    deluso, ingannato ,  fatto soffrire  , penare  .  Ma soprattutto Perchè   io  vagabondo  che  non sono  altro  anche   se  :<< [...]   Ho troppe ferite e le mie gambe sono stanche \Ho le palle piene e i piedi fumanti\ Ma c'è un gioco da fare e una ruota che riparte\ E un vagabondo sa che deve andare avanti  ( IL  Vagabondo Stanco-  Mcr   ) >> nostante  tutto - Infatti  


quindi   meglio   come   suggerisce   sul  gruppo  \1  pagina   comunity   facebook     filosafando  


 Beatrice PerfettiRiflessioni
Non guardare il cellulare, non controllare se è ancora sveglio, non ti fissare sulle cose che ha fatto qualche volta, non avere aspettative. Non immaginare che alcune persone possano cambiare, non immaginare che possano nascere attenzioni e sentimenti che non ci sono stati fino ad ora. Non essere malinconica anche stasera, molto probabilmente non ne vale la pena. Non rincorrere. Chi ti vuole, ti saprà trovare, non ti lascerà ore ad aspettare un segno di vita o una risposta, non creerà silenzi ma riempirà il vuoto che qualche volta pensi ti accompagni da sempre. A volte capita solo di volere bene alle persone sbagliate. Sbagliate per noi. Perché se non sei tu la priorità, se non sei tu il centro del cuore, vuol dire che qualcosa non va, uno sbaglio da qualche parte c'è. Lo sbaglio però non sei tu. Ti meriti qualcosa di più, ti meriti una carezza, delle parole che sappiano strapparti un sorriso. Ti meriti la buonanotte, un messaggio in cui qualcuno ti dice che non riesce a smettere di pensare a te. Ti meriti qualcosa di veramente speciale; non accontentarti, non sprecare lacrime, non sprecare sogni. Lascia andare...
Laura Messina

ovvero il dimenticare ed in alcuni caasi il perdono . con questo è tutto  alla prossima  

 


 




19.4.24

diario di bordo n 44 anno II USO STRUMENTALE \ PROAGANDISTICO DEL TERMINE MADE IN ITALY.,il caso Canfora \ meloni dove sta l'insulto ? ., il 25 aprile osteggiato dall'ignoranza ed negazionismo di da Fdi ., uso improprio dell'immagine di Berlinguer nelle tesseredi partio


USO  STRUMENTALE  \  PROAGANDISTICO DEL MADE  IN ITALY

è  vero che  ormai  i mercato ed  l'industria   sono  sempre più glòbali , ed  le  responsabilità  del  declino industriale  italiano  è   responsabilità  dei  governi  d  degli  anni 80\2000  ma  oltre  a non  fare  .....  pe reistere   ed  essere  competitivi    ,  fanno solo  per  propaganda  e  per  avere  i vosti  dei nazionalisti \   sovranisti     ma  poi   non sono coerenti    In fatti    leggo  che  


Per Urso un suv tedesco e uno giapponese: niente auto italiane nel garage del ministro al made in Italy 
Dagospia riporta la dichiarazione patrimoniale dell’esponente di governo che ha contestato il nome “Milano” per il nuovo modello Alfa Romeo

                      (ansa)

Una vettura tedesca e una giapponese. Non c’è traccia d’Italia nel garage del ministro Adolfo Urso che, in nome appunto del made in Italy, ha contestato Stellantis, gruppo partecipato da Exor che controlla anche Repubblica, per la scelta di battezzare “Milano” il nuovo modello del marchio Alfa Romeo. L’amministratore delegato della casa automobilistica del Biscione, Jean-Philippe Imparato, in seguito alla polemica ha deciso di cambiare il nome dell’auto in “Junior”. "Un'auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia”, aveva contestato Urso. Ora Dagospia risponde pubblicando la dichiarazione patrimoniale del ministro dell’Industria e made in Italy. E risulta, appunto, che il parco auto di Adolfo Urso è composto da una Volkswagen T Cross del 2021 e da una più datata Toyota Raw4, immatricolata nel 2006. Due suv, nessuno dei quali è riconducibile all’Italia. Nei giorni scorsi il ministro Urso ha ribadito che l'Italia ha bisogno di più case automobilistiche, non solo di Stellantis aprendo quindi all'industria cinese che, con il marchio Dongfeng ha reso noto di essere pronta ad avviare produzione nel Paese.


il  caso  Canfora  \ meloni   dove  sta  l'insulto  ?


 una  interessante   discussione   avuta    su  

  •    Quindi, offendere qualcuno, definendolo nazista, è storia? 
  •   secondo   me  invece   più che insulto per me è un opinione condivisibile o meno . Infatti visto che qualcuno\a la cosidera insulto l stesso camfora non l'ha più,,ripetuta . ed ha detto che << nessuno si bagna er due volte nello stesso fiume >> .
  • Qualsiasi aggettivo può essere qualificato come "opinione". La definizione di "nazista" è una offesa palese e grave, soprattutto se fatta ad una figura istituzionale; in questo caso le pene previste vengono aumentate. E, comunque, non è storia
  •  ****  ma tu hai sentito Canfora come spiegava la genesi e il significato di questa frase? Mi sa di no.
  • Si  **** E non mi convince per niente, anzi!Ma non deve convincere me, deve convincere il giudice.Comunque erano belli i tempi quando ci si indignava per Berlusconi che dava del Kapò a Schulz....
  • ****Per carità, non è cambiato niente, è così dalla notte dei tempi. Mi ricordo, negli anni 70, una diatriba tra Berlinguer e Forattini. Quest'ultimo accusava, nelle sue vignette, il segretario del PCI di essere diventato un borghesuccio e l'aveva ritratto seduto in poltrona con il monocolo che sorbiva una tazza di te, mentre sotto le sue finestre infuriava una manifestazione operaia. Berlinguer si incazzò e Forattini fece finta di scusarsi disegnandolo vestito da operaio metalmeccanico, pronto ad unirsi alla manifestazione operaia successiva. Secondo me, chiunque di loro abbia torto o spari balle se la prende di più, vedi D'Alema, vedi Renzi e, ai loro tempi, Craxi e Berlinguer. Meloni è fascista dentro, come La Russa, perchè prendersela tanto ?

#Fdi vuole lavare i fondi all'#anpi :<<è #antisemita e nega le #foibe. E il preferto la eslude dal #25aprile : che c'entrano i #partigiani con la #liberazione ?



Questa destra oltre essere faziosa su certe vicende storiche complesse ed ancora aperte visto che a cause interne e internazionali non abbiamo ancora fatto completamente i conti ( il caso delle vicende dl confine orietale     \ terre irridente nel quale foibe ed esodo istriano\dalmata sono la punta dell'icerbeg ) è ignorante che non capisce quello che legge vedi il caso del romnzo il romanzo Dalla stessa parte mi troverai (Edizioni Sur) di Valentina Mira ( ne ho parlato precedentemente qui sul blog ) ed avrebbe bisogno di consultare un vocabolario \ ed un enciclopedia vista l'errata equiparazione antisemitismo con antisionismo ( su cui evito i ritornarci per non essere troppo : noioso ed saccente ) e accettare acriticamente quello che gli impongono altre nazioni



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La foto degli occhi di #EnricoBerlinguer sulla nuova tessera del PD. BERLINGUER :<< meno male che ho avuto un ictus >>

Rahma contro l’Algoritmo: una ragazza tunisina contro gli stereotipi dell’AI

da https://it.insideover.com/   Rahma  ha quindici anni, lunghi capelli neri ricci e occhi scuri. La faccia pulita, senza trucco né inga...