17.7.24

il femminicidio non è solo omicidio e violenza ma arroganza di un femminicidia o dei suoi eredi se questo si suicida che vuole ereditare i beni della moglie uccisa il caso La famiglia di Luigi Capasso, il carabiniere di Cisterna di Latina

leggo , riporto sotto l'articolo , sul corriere della sera questa vicenda abberrante ed dolorosa






Cisterna di Latina uccise le figlie e sparò alla moglie. Ora la famiglia di lui vuole parte della casa della tragedia in eredità

di Natalia Distefano

La senatrice Pd Valeria Valente interviene sul caso di Luigi Capasso, carabiniere morto suicida nel 2018 dopo aver sparato alle sue bambine e tentato anche di uccidere la moglie:



Valeria Valente
3 h ·
La famiglia di Luigi Capasso, il carabiniere di Cisterna di Latina, che si è suicidato dopo aver brutalmente assassinato le sue due figlie minorenni e aver tentato di uccidere la moglie Antonietta Gargiulo, pretende di accedere all’eredità della casa della famiglia distrutta. Una vicenda che lascia sgomenti e che spinge a riflettere su quanto ancora ci sia da fare per proteggere le donne vittime di violenza.
La legge sugli orfani di femminicidio ha giustamente dichiarato l’indegnità a succedere dell’uxoricida. Evidentemente non basta. È necessario disciplinare meglio le conseguenze e gli effetti legali nei casi in cui il reo di femminicidio o figlicidio muore, nella gran parte dei casi suicida, prima di una sentenza di condanna, portando all’archiviazione del caso.
È inaccettabile pensare, infatti, che Antonietta Gargiulo debba ora confrontarsi con la famiglia del marito, un uomo che ha sterminato le loro figlie e ha tentato di ucciderla, e che questa famiglia ritenga possibile avere un riconoscimento patrimoniale.
Si tratta con ogni evidenza di un vuoto normativo che dobbiamo colmare: per proteggere meglio e di più le donne e assicurarsi che non debbano subire ulteriori violenze e ingiustizie.

«Serve norma su eredità negli uxoricidi» Cisterna di Latina, uomo uccise le figli e tentò di : Valente, serve norma su accesso eredità uxoricida Dopo richiesta familiari uomo che uccise figlie a LatinaLa famiglia Capasso in una fotografia scattata prima della tragedia «Sgomenta la vicenda di Cisterna di Latina, dove la famiglia di Luigi Capasso, carabiniere morto suicida dopo aver ucciso le due figlie minorenni e aver tentato il femminicidio della moglie Antonietta Gargiulo, chiede ora di poter accedere all'eredità di parte della casa della famiglia sterminata. È evidente che l'inaccettabile esito di questa drammatica storia mostra un vuoto normativo». Così la senatrice del Pd, Valeria Valente, sul caso del carabiniere che nel 2018 si suicidò dopo aver ucciso le figlie e aver ferito la moglie, commentando la richiesta dei familiari dell'uomo che vorrebbero un incontro con la donna per chiedere una parte dell'eredità collegata all'abitazione dove è avvenuto l'omicidio-suicidio, a Cisterna di Latina. Il vuoto normativo«Come è noto la legge sugli orfani di femminicidio ha dichiarato l'indegnità a succedere dell'uxoricida - continua la senatrice - ma è necessario disciplinare meglio le conseguenze e gli effetti quando, a causa della morte del reo di femminicidio o di figlicidio, ci si trovi di fronte a un'archiviazione e non a una sentenza di condanna. È inaccettabile pensare, infatti, che Antonietta Gargiulo debba ora avere a che fare con la famiglia del marito morto suicida, che ha ucciso le figlie e ha tentato di ammazzarla, la quale pretende un riconoscimento patrimoniale. È moralmente inammissibile e quindi bisogna proporre una norma».

Sono dibattuto perchè   se  da un lato  non  è giusto  che  la  famiglia del suicidia (  in questo   caso )  paghino per  colpe non loro .  Ma  allo stesso tempo   mi sembra  un ulteriore  folrma di  violenza   e crudelta  verso  gli orfani  e  i sopravvisuti   del fewmminicidio  . Ma  poi   ho scelto  di  schierarmi   con la  Valente   anche  a costo  di sembrare  senza  cuore  e senza  pietà  . Perchè  tali persone   pur  oln essendo responsabili diretti   ed asseti    sono  lo stesso  convolti     da quel  che  ricordo  con il  loro silenzio e la loro doifesa  ad oltranza  del  suicida   .
Infatti mi chiedo Su che base vantano l'eredità. Lei non era divorziata    ed è erede diretta nonché unica erede del marito e delle figlie ! Per me è una vergogna ed è giusto che venga fatto qualcosa così anche per altri casi che qui non sono menzionati. << Noi siamo disponibili a elencarli per fare in modo che nulla venga lasciato all'interpretazione o comunque limitare il più possibile accada. Servono leggi chiare precise e non interpretabili >> ( da Trebisonda Rossi  )  . Si continua ad uccidere donne e bambini per mano di uomini e scopriamo che esiste un vuoto normativo. Solo ora, dopo tutti i femminicidi? Oltre al vuoto normativo è la dignità che è completamente assente !!  Come    Vanessa mele  (  ne  ho  parlato se  la memoria  non m'inganna   nel blog  )     trovaste qui  la  sua  storia è  riuscita  a far  cambiare la legge  che   pevvedeva     che  il padre  (  uxoricida  )  potesse  otteere  la pensione  del coniuge   dobbiamo   lottare   per   cambiare  anche questa che  permette  ai  familiari  dell'omicida \  suicida     d'ereditare    i beni  dele vittime  e  degli orfani   . 

sminuite in italia promosse all'estero le italiane Cristiana De Filippis, Maria Colombo vincono l'Oscar europeo per la matematica


IL Congresso europeo di matematica che si è aperto oggi in Spagna, a Siviglia, ha incoronato due italiane, fra i dieci vincitori del più importante premio europeo per la matematica: una sorta di Oscar per questa disciplina. L’Italia si aggiudica anche un altro riconoscimento: Bologna è stata selezionata per ospitare il prossimo congresso, in programma nel 2028. Organizzato ogni quattro anni dalla Società europea di matematica (Ems), il congresso è il secondo evento di matematica più grande al mondo e si è aperto con l’assegnazione di questi che sono tra i premi più ambiti in Europa per la materia.Le due vincitrici italiane del premio Ems, da 5mila euro, sono  (  foto  iizio post  ) : Cristiana De Filippis, 31 anni, nata a Bari e docente dell’Università di Parma, e Maria Colombo, 35 anni, nata a Luino (Varese) e docente del Politecnico di Losanna .Considerata dalla rivista Forbes una delle 100 donne italiane di successo del 2023, Cristina De Filippis, secondo la banca dati dell'American Mathematical Society, è anche fra le persone più citate della matematica mondiale nella sua generazione.A Siviglia è stata premiata per gli "eccezionali contributi" alla Teoria della regolarità ellittica. Questo riconoscimento si aggiunge alla lunga serie di premi ricevuti fino ad oggi, come il G-Research Prize ricevuto a Oxford nel 2019 e Il Premio Iapichino dell'Accademia dei Lincei nel 2020.La Colombo, invece, è stata premiata per i suoi contributi innovativi alla fluidodinamica incomprimibile , alle equazioni di trasporto e al calcolo delle variazioni”. Anche lei ha al suo attivo una lunga lista di riconoscimenti, come l’Iciam Collatz Prize e il Peter Lax Award. Istituito nel 1992, il premio Ems è considerato “l’anticamera del Nobel” della matematica, la medaglia Fields ed è finora assegnato a 13 donne. I vincitori italiani sono stati complessivamente sei: oltre a De Filippis e Colombo, hanno vinto il premio Guido De Philippis (2016), Alessio Figalli e Corinna Ulcigrai (2012) e Stefano Bianchini (2004).


Da Ossi alla serie A: Simone Solinas torna in Sardegna e giocherà nel Tempio

 



Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. Simone Solinas, ex calciatore del Cagliari classe ’96, originario di Ossi, ritorna in patria dopo 15 stagioni lontano dalla Sardegna. L’esordio in serie A con la maglia del Cagliari, dopo aver indossato maglie prestigiose come quella della Triestina, Solinas si prepara a vestire la maglia del Tempio nella prossima stagione. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per scoprire di più sul suo percorso e sui suoi progetti futuri.

Dove ha iniziato a calciare i primi palloni?
“I primi calci al pallone li ricordo sicuramente al mare, con il mio babbo. All’età di 4 anni ho iniziato la scuola calcio nella squadra del mio paese, la Polisportiva Ossese.”

È cresciuto nelle giovanili del Cagliari. Com’è stato crescere lì?
“Ho iniziato con i giovanissimi nazionali per finire con la primavera e l’esordio in Serie A. Sono stati anni che mi hanno dato tanto: conoscenza, competenza, passione, sogni, gioie e anche qualche delusione. È difficile descrivere ciò che è stato in poche parole. Ho imparato il calcio e tutto ciò che lo circonda, per la squadra e insieme alla squadra. Crescere a Cagliari è stata l’esperienza più importante della mia vita, sia dal punto di vista personale che calcistico.”

Ha esordito in Serie A con la maglia del Cagliari contro l’Atalanta. Cosa significa per un calciatore esordire nella massima serie?
“Significa coronare il sogno di ogni calciatore che ama questo sport come lo amo io. Ricorderò per sempre le lacrime di gioia di quel giorno e il battito del mio cuore.”

Come mai poi non ha più calcato quei palcoscenici?
“Il calcio, oltre che di qualità proprie e lavoro sodo, è fatto anche di fortuna, di scelte, di visioni di gioco. Purtroppo non ho sempre avuto questi ultimi fattori dalla mia parte.”

Chi è la persona a cui tiene di più in questo ambiente?
“Tanti dei compagni di squadra e di vita, degli staff che ho conosciuto in tutti questi anni vissuti nel mondo del calcio. E anche chi mi ha dato l’opportunità di vivere un sogno, l’esordio in Serie A, mister Lopez.”

Ha passato tanti anni fuori dalla Sardegna. Racconti la tua esperienza.
“È stata sicuramente dura vivere lontano dalla mia famiglia e dalla mia terra. Tuttavia sono stati anni che mi hanno insegnato tanto. Sono cresciuto come persona, ho avuto modo di confrontarmi con tante persone diverse, in luoghi diversi, e tutto mi ha dato qualcosa che mi porto dentro.”

Quest’anno ha deciso di rientrare in patria. Come mai e perché proprio Tempio?
“Ho deciso di ritornare in patria perché dopo tanti anni fuori casa ho sentito il senso di appartenenza, di portare avanti i miei progetti qui, dove sono nato. Tempio ha una grande storia dietro, presenta una piazza importante, e ce la metterò tutta per onorare la loro maglia.”

Quali sono i programmi per il futuro?
“Attualmente sono in procinto di laurearmi in scienze motorie in modo sinergico al calcio. Il futuro chi lo sa, ciò che è certo è che sarà sempre colorato da ciò che più amo, il pallone.”

Cara beltà da dols.it Di Daniela Tuscano


     da    https://www.dols.it/  

 

La bellezza di Jasmine Paolini, anzitutto. Il suo sorriso a specchio, privo di malizia. Tanto diretto elibero da andare oltre il sesso. Sorriso meticcio, futuro. Fortissima nella sua donnità – che riempie e prevarica – Jasmine trionfa pure nelle défaillance, sprigiona energia e ottimismo.
Sinner la bacia da galantuomo, le braccia potenti lasciate inerti, quasi timide, per rispetto e dolcezza.
Non deve dimostrare nulla, Sinner. È un nordico italiano che la sa lunga, da quando è nato. Come Lorenzo Musetti, sperticato neopapà che vince con la stessa naturalezza con cui spinge la carrozzella del piccolo Ludovico. Come Matteo Berrettini, un Marcell Jacobs del tennis. Sono giovani, millennials o quasi, ma decisi, indipendenti, persino prolifici. E belli, fiorentemente belli.
Poi c’è Yamine Lamal, il diciassettenne del pallone, che non è italiano bensì spagnolo… Di padre marocchino e madre guineana.
Yamine ha un secondo padre, una fidanzata e un fratellino che, in un’istantanea tenerissima, egli «allatta» maternamente con la coppa dei campioni conquistata di fresco. Italiano non è, ma potrebbe esserlo perché queste miscellanee appartengono a ogni luogo.
E dànno origine a generazioni bellissime, fresche, gaudiose. Genti feconde, per cui la #famiglia non è un’astrazione. Ma nemmeno uno stereotipo. Lo è, famiglia, nella complessità delle relazioni, dell’allargamento, nello sdoppiamento dei rapporti, che si superano e ripigliano, ma forse, faticosamente, riescono ad agguantare la luce.
                  Di Daniela Tuscano

16.7.24

Buon compleanno Renato di © Daniela Tuscano del la pagina fb Tulipano - Il Web Magazine Indipendente scritto dal Popolo

 


Precisiamo: per me #renatopozzetto è innanzi tutto #cochierenato👬, perché nascono in due e perché è giusto. Cochi era considerato, ingenerosamente, la «spalla» della coppia, ma senza di lui Pozzetto non avrebbe raggiunto la popolarità stellare che lo circonda ancor oggi, ormai lontano dagli schermi, dall'alto dei suoi 84 anni. Renato è stato Renato grazie a una squadra di stralunati geniacci: lui e Cochi, appunto, entrambi autori dei loro sketch e canzoni, una più fulminante dell'altra, e il terzo (in)comodo, il convitato di pietra, l'ipermilanese (in realtà albano-pugliese) #enzojannacci; più una gang di svitati assortiti, da #dariofo a #feliceandreasi, da #waltervaldi a #boldi e #teocoli e al più giovane #diegoabatantuono. #milano è unica perché non ha gigioni, sa mettere d'accordo talenti superlativi senza che uno affossi l'altro. Cochi&Renato facevano ridere tanto, di gusto, anche i bambini, ma la loro comicità era raffinata, pungente, iconoclasta. In una parola, #patafisica: lunare come il sopracciglio di Renato levato verso il cielo, che rimanda ad altri mondi, perché qui ci si prende troppo sul serio mentre siamo un punto nell'universo, oscuro, anzi, nebbioso. Quella #madonna evocata così spesso dal laico Renato - e non può essere che la #madonnina - indica tante cose: lo stupore bambino, lo spavento sbarellato, e soprattutto il «Bum», lo svelamento della sparata. Sdrammatizza, si dice; di fatto riporta le cose alla loro giusta dimensione che può essere anche molto drammatica, ma è l'unica che abbiamo e bisogna affrontarla a viso aperto. Questa è Milano, un pragmatismo onirico, che come gli occhi acquosi di Pozzetto scorre e va, trascinando via i ciottoli di facili certezze.

diario di bordo 62 anno II . covid nuovo allarme o è il classico al lupo al lupo ? ., Moglie e amante alla finale di Euro 2024: ancora guai per Kyle Walker ., Troppo giovane per la maturità, la scuola le dice di ripetere l’anno: 16enne si diploma con 100 e lode dopo l’intervento del Mim

“Covid, tornino le misure di protezione”. Chi sta lanciando un nuovo allarme e perché Gabriele Angelini the social post Pubblicato: 16/07/2024 08:28


 “Esplosione di Covid nel Lazio“. Sembra un titolo del 2020, ma in realtà è del 2024, e precisamente del 15 luglio. A lanciare l’incredibile allarme è la Federazione nazionale medici di medicina generale
(Fimmg), alla luce dei “dati della rete della Fimmg Roma nella regione Lazio, dove i numeri del Covid stanno risalendo in modo importante, con rischi reali per le persone anziane e debilitate”. Secondo i medici la questione è così seria al punto che la federazione – si legge in una nota ripresa da Il Tempo – ha già inviato un alert ai medici di famiglia con le misure da intraprendere, non ultima quella di attivare, negli studi ove siano state allentate, “le misure di protezione come mascherine e distanziamenti, fornendo le regole di approccio e le informazioni sui comportamenti da tenere per evitare contagi alle persone deboli”. Nel Lazio si registrano “da 1 a 3 casi per medico al giorno, con una diffusione non monitorata dai numeri nazionali, poiché è stato notevolmente ridotto il sistema di rilevamento dei tamponi” e quindi i dati ministeriali sono “fortemente sottostimati”.

Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma rincara la dose: “Attendiamo di conoscere quale variante Covid stia circolando in Italia, dopo che la variante KP.3 negli Usa ha già preso il sopravvento”. Ma il problema maggiore – secondo il medico – è che “sono state smantellate tutte le misure di prevenzione e di controllo, il monitoraggio dei tamponi è stato interrotto, e quindi il rischio di contagio per le persone anziani e fragili è elevatissimo”. Un tuffo all’indietro nel tempo che sembra farci precipitare in una voragine spazio-temporale incredibile. Ma ha davvero senso nel 2024 continuare con questo terrorismo? Tra i fattori che preoccupano Corongiu c’è “la caduta dell’obbligo delle protezioni individuali negli ospedali dal 30 giugno”. Poi la presidente Fimmg Roma tira le orecchie a quei cittadini che eseguono il test in autonomia ma “non dichiarano al medico la presenza della malattia e quindi una consistente quota delle infezioni non viene rilevata neanche dai medici di famiglia”.

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Moglie e amante alla finale di Euro 2024: ancora guai per Kyle Walker



 Kyle Walker© Fornito da Il Giornale

Per Kyle Walker, difensore dell'Inghilterra, la finale contro la Spagna si preannuncia piuttosto complicata, non solo per il fatto di dover marcare Nico Williams, una delle stelle di Euro 2024, ma anche per questioni extra-calcistiche. Oltre alla moglie Annie Kilner con i quattro figli Riaan, Roman, Reign e Rezon al seguito, sulle tribune dedicate alle Wags ci sarà anche l'amante Lauryn Goodman insieme al primogenito avuto dalla relazione col difensore del City, con tanto di maglietta numero 2 con la scritta "papà". Una situazione ritenuta ad alto rischio, tanto che la sicurezza della nazionale inglese ha avuto indicazioni di evitare qualsiasi contatto tra le due donne.
Come sottolineano i tabloid, del resto, se dovessero trovarsi faccia a faccia è facile immaginare che la situazione potrebbe sfuggire di mano e trasformarsi in un caos difficilmente gestibile. Un rischio da scongiurare in ogni modo, vietando innanzitutto l'ingresso dell'amante di Walker alla zona riservata a mogli, compagne e fidanzate dei giocatori. Una precauzione da extrema ratio, ma necessaria. Secondo il Sun, infatti, pare che Lauryn sia piuttosto incline a scenate e Annie voglia evitare qualsiasi contatto con lei per non creare problemi. Insomma la serata di Walker non sarà per niente tranquilla, costretto a tenere a bada non solo i formidabili attaccanti spagnoli ma a preoccuparsi anche che fili tutto liscio in tribuna.
La ricostruzione
Nei mesi scorsi intorno a Walker si è scatenata una vera e propria bufera, che ha invaso le pagine dei giornali sportivi inglesi. Il difensore del Manchester City ha vissuto per 12 anni con la moglie Annie Kilner, sposata nel 2021 e dalla quale ha avuto quattro figli. Questo quadretto ideale è durato fino al 27 dicembre scorso, giorno della trasferta del City a Liverpool. Mentre Walker con i Citizens batteva l'Everton per 3-1, la modella e influencer Lauryn Goodman telefonava a Kilner per raccontarle tutta la verità, stanca di vivere nella menzogna. A quel punto tutto il mistero è stato svelato: il calciatore ha portato avanti per anni una doppia relazione, preoccupandosi tanto del suo principale nucleo familiare, quanto del rapporto con la modella, con cui ha comunque avuto due figli, finora tenuti nascosti.
La moglie sotto choc di fronte alla notizia, non voleva credere all'influencer, tanto da chiederle delle prove. A quel punto Lauryn Goodman lo ha dimostrarlo con assoluta certezza, inviandole diverse foto insieme al difensore e i test del Dna dei figli. Annie aveva chiesto la separazione dopo che aveva saputo della nascita del secondo figlio con l'altra donna. "Quello che ho fatto è orribile e me ne assumo la piena responsabilità. Ho preso decisioni stupide e sciocche: l'uomo che doveva amarla e prendersi cura di lei le ha fatto questo", queste le parole di Walker, che poi si è riappacificato con la moglie. E adesso vive due rapporti paralleli.
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A volte la realtà supera la fantasia, e anche nelle intricate maglie della burocrazia scolastica può accadere che il lieto fine prevalga. È la storia di una studentessa che, grazie al proprio merito e all’intervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è riuscita a diplomarsi a soli 16 anni, superando un ostacolo che sembrava insormontabile.
La ragazza, dopo aver frequentato la prima elementare, aveva deciso di iscriversi a un liceo quadriennale, percorso che le avrebbe consentito di diplomarsi con un anno di anticipo. Tuttavia, a pochi giorni dall’esame di maturità, la famiglia ha ricevuto una brutta sorpresa: la scuola, con una serie di scuse per l’errore, ha comunicato che la studentessa non avrebbe potuto sostenere l’esame perché “troppo giovane”.
La normativa, infatti, prevede che per accedere al diploma in quattro anni sia necessario rientrare in determinati parametri anagrafici, requisiti che la ragazza, a causa del mese di nascita, non possedeva. La soluzione proposta dalla scuola? Iscriversi a un quinto anno “standard” e rimandare la maturità all’anno successivo.Una beffa per la studentessa, che aveva sempre avuto ottimi risultati scolastici, e per la sua famiglia, che si è vista negare il diritto a un percorso di studi meritato. La madre della ragazza, però, non si è arresa e ha deciso di rendere pubblica la vicenda, rivolgendosi ai media e al Ministero dell’Istruzione.La segnalazione è arrivata al Ministro Valditara, che ha preso a cuore la vicenda e si è attivato per trovare una soluzione. Grazie al suo intervento, la studentessa ha potuto sostenere regolarmente l’esame di maturità, conseguendo il diploma con il massimo dei voti e la lode.“Quando ho saputo che il Ministro si sarebbe attivato, non potevo crederci”, ha dichiarato la madre della ragazza. “Il Ministro ha accolto il nostro appello, garantendo la tutela e la continuità del percorso didattico di mia figlia. Questa storia ci insegna che bisogna avere fiducia nelle istituzioni e che, di fronte alle ingiustizie, è importante far sentire la propria voce”.Una storia a lieto fine che dimostra come, a volte, la determinazione e la fiducia nelle istituzioni possano davvero fare la differenza. E che anche la burocrazia, di fronte al buon senso e alla volontà di fare, può fare un passo indietro.

un Giovane : << "Non voglio arrivare a fare ciò che Filippo Turetta ha inflitto a Giulia Cecchettin".>>e si fa aiutare da un cntro antiviolenza

  sfogliando  il  web    ha  letto   sull'ANSA -  PORDENONE, 16 LUG -

 "Non voglio arrivare a fare ciò che Filippo Turetta ha inflitto a Giulia Cecchettin". Con queste parole, un giovane di Pordenone, dopo aver

assistito a una serata informativa, si è rivolto allo sportello gestito dall' associazione Istrice, che si occupa degli autori di violenza, per chiedere aiuto rispetto alle sue gravi reazioni di rabbia nei confronti della compagna.  secondo leggo.it «Il ragazzo ci ha conosciuti dopo una serata informativa organizzata con Voce Donna - hanno fatto sapere dall'Istrice - era spaventato per le reazioni scomposte del passato e per quelle che avrebbe potuto avere nuovamente. Ha capito che queste potevano rappresentare un eventuale pericolo per chi gli stava vicino. E si è fatto aiutare ».

 cercando   ulteriori notizie    su  tale  fatto ecco cosa  riporta    https://www.rtl.it/notizie    (  da   cui    ho preso  la    foto  sopra al  centro )  L’associazione Istrice fa sapere che il ragazzo si è mostrato spaventato per le reazioni avute in passato e per quelle che potrebbe avere in futuro, riconoscendo in sé una certa pericolosità. La sua consapevolezza nasce dalla serata informativa a cui ha partecipato in cui è stato raccontato il caso di Turetta e Cecchettin insieme ai segnali che vanno colti in casi di violenza e nei quali il giovane si è riconosciuto, chiedendo successivamente aiuto.
L’ASSOCIAZIONE ISTRICE
Alcuni maltrattanti arrivano da noi a seguito di procedure per codice rosso e, quindi, inviati dalle forze di polizia o dal tribunale. Ci sono casi che vengono indirizzati tramite i servizi o la rete sanitaria e poi ci sono situazioni di chi si avvicina spontaneamente a noi”, questo è stato reso noto dall’associazione stessa che si occupa dei responsabili di atti di violenza". In riferimento al giovane hanno aggiunto: “l’avvicinamento spontaneo avviene più facilmente quando si tratta di giovani perché sono più propensi a riconoscere di avere un problema. Così è stato per il ragazzo che si è avvicinato a noi rivedendosi nel drammatico caso di cronaca dei mesi scorsi, sollecitando aiuto prima che la situazione degenerasse".L’iniziativa rivolta agli uomini maltrattanti prende vita da un protocollo siglato tra la questura di Pordenone e l’associazione Istrice: uno spazio di ascolto rivolto a chi ha commesso atti di violenza di qualsiasi tipo sulle donne, avviando un percorso di crescita, consapevolezza, maturazione e comprensione delle reali responsabilità delle loro azioni, agendo sul rischio di recidiva. E’ auspicabile che questo sia uno strumento che punti a contrastare il fenomeno della violenza sulle donne in modo diverso e più efficace rispetto al passato.


15.7.24

il caso Morgan di - francesca pili

 E ancora tanti, troppi, uomini (ominicchi — senza alcuna educazione sentimentale, affettivamente immaturi, incapaci di affrontare i propri limiti e i propri fantasmi, e di avere delle relazioni adulte, equilibrate, sane, funzionali, paritetiche, insomma: degne di essere definite tali, che dovrebbero lavorare su loro stessi, trovare l'umiltà e il coraggio di mettersi in discussione, riconoscere la dannosità e decidere di decostruire certi schemi comportamentali, spesso di genere, atavici e precostituiti, in vari casi pure farsi aiutare da professionisti, e

invece cercano di rivalersi sulle donne con le quali intrecciano o vorrebbero intrecciare dei rapporti —, ché gli uomini dovrebbero essere un'altra cosa), come Marco Castoldi, noto Morgan, pensano che le donne non appartengano solo a se stesse, non siano esseri pienamente senzienti, autodeterminati e autodeterminanti, che hanno il diritto di fare le proprie scelte, non siano libere, ma un loro possesso, un oggetto di cui disporre a piacimento, non accettano un "no" come risposta, e, se questo arriva, iniziano a perseguitarle con mille forme di abusi, dallo stalking, al revenge porn, ai ricatti e dalle minacce di rovinare loro reputazione e carriera, l'esistenza, a quelle di far loro, oltre che psicologicamente ed emotivamente, pure fisicamente del male (Morgan, con amici, parlava neanche tanto velatamente di voler per forza avere dei rapporti sessuali — «devo svuotarmi le palle» dice, che importa ciò che vuole o non vuole lei — con Angelica Schiatti, con la quale aveva avuto una breve frequentazione a singhiozzo, terminata da anni, sebbene lei certo non desiderasse la stessa cosa, sebbene lei non volesse proprio avere a che fare assolutamente nulla e in alcun modo con lui, insomma, diciamolo chiaro: parlava di volerla stuprare, e aveva pure affittato una casa vicino alla sua per poterla perseguitare meglio — una vicenda aberrante, terrificante, da pelle d'oca), rendono la loro vita impossibile, un incubo continuo, sentirsi braccate, avere costantemente paura, non sentirsi più libere di vivere, di amare, di fare ciò che vogliono, di andare dove vogliono, di frequentare chi vogliono, di essere ciò che sono, spesso perseguitano anche le persone che stanno accanto a queste donne: amici, amiche, amicə, compagni, compagne, compagnə o parenti (in questo caso, il compagno di lei, il cantautore Calcutta, e la madre).Uomini che non hanno capito, o, meglio, che non riescono ad accettare, che non intendono accettare, che una donna è libera, non è un loro possesso, che amare significa condividere un pezzo di strada, che può essere breve o lungo, durare pure una vita, con lei, ma nella piena libertà, nel pieno rispetto della persona, degli spazi, dei tempi, della volontà, delle passioni, dei desideri, nella piena fiducia; che l'amore, quello vero, è libertà, non catena, e coercizione, senso del possesso, prevaricazione, violenza, abuso, manipolazione, ricatti, minacce.L'amore non è mai limitazione della vostra né dell'altrui libertà.Se non volete che una donna, che la vostra compagna di vita, così come qualunque altra donna, sia libera, se pensate di avere il diritto di pretendere, di decidere per lei, di costringerla a qualcosa, di controllarla, di cambiare il suo modo di essere, non l'amate, non l'avete mai amata, non sapete nemmeno cosa sia l'amore. Scappate lontane anni luce da un uomo che crede che donna libera sia sinonimo di donnaccia (e che crede nel concetto stesso di donnaccia), che pensa che una donna libera sia un pericolo o una minaccia, anziché ciò che naturalmente, per sua natura è, per vostra natura siete, per nostra natura siamo, innanzitutto come esseri umani, esattamente come ogni essere umano, proprio come lui — se poi lui non è libero, ma imprigionato da se stesso, dalle sue paure, dalle insicurezze, da traumi mai voluti affrontare, la responsabilità non è certo vostra: voi potete stargli accanto, rassicurarlo, ma il percorso di liberazione di e da se stesso, nel modo utile, spetta a lui, e, se non vuole farlo, non è e non deve diventare una vostra responsabilità: andatevene, non siete la sua terapeuta; scappate lontane anni luce da un uomo che cerca di manipolarvi per farvi sentire sbagliate, indegne, colpevoli di chissà che, per convincervi che, se non gli lasciate limitare la vostra libertà, in qualsivoglia modo, non lo amate veramente, e, magari, meritate pure di essere, in qualche modo, a vari livelli, "punite". Se davvero vi ama, se vi stima, se vi rispetta, dovrebbe amare prima di tutto proprio la vostra libertà, dovrebbe trovare a dir poco meravigliosa la vostra libertà, che è ciò che vi rende, perché vi permette di esserlo, esattamente quello che siete; dovrebbe amare, stimare, rispettare la vostra autenticità, le vostre peculiarità, la vostra individualità, la vostra personalità, la vostra unicità, la vostra vita.Non può mai volervi subordinata, in alcun modo, in nessuna cosa, non può desiderare che proprio e soprattutto con lui non vi sentiate libere.Dovrebbe essere felice e orgoglioso che siate una donna libera. Dovrebbe voler condividere questa libertà con voi. Dovrebbe volere che siate libere, e felici. Dovrebbe voler essere libero, e felice, insieme a voi.Scappate lontane anni luce da uomini che vi trattano come una loro proprietà e vorrebbero spacciarvelo per amore: l'amore non è mai, mai, mai possessione. L'amore con questo schifo non c'entra nulla.E quanta gente sa, e tace, e copre uomini del genere, fino a che, spesso, non è troppo tardi (e siamo già alla violenza finale, l'ultimo atto, nient'altro che la punta di questo enorme iceberg: il femminicidio), in questa maledettissima società patriarcale, ancora così terribilmente maschilista e misogina! Siete complici!
E questo vale sempre: https://www.facebook.com/share/p/iPetZUwr6wThyGBg/

Sono vent'anni che si susseguono proposte di legge per l'introduzione di codici identificativi per gli agenti di polizia ma nessuna di queste è mai stata approvata

 Sono vent'anni che si susseguono proposte di legge per l'introduzione di codici identificativi per gli agenti
di polizia ma nessuna di queste è mai stata approvata. Perché? Ne parliamo nella nuova puntata di Mele 🍏

➡ https://open.spotify.com/show/1LuWOPevfjqV0RmrBF37C1 


➡ https://podcasts.apple.com/it/podcast/mele/id1647401353 

https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly93d3cuc3ByZWFrZXIuY29tL3Nob3cvNTY3NTczMS9lcGlzb2Rlcy9mZWVk


anche le donne rap \ trap s'adeguano al sessismo dei colleghi il caso di Anna Pepe


Da #AnnaPepe una donna che è riuscita a imporsi in un ambiente : maschilista e misogino e di ( ovviamente  senza  generalizzare  troppo   anchge  se  quel poco  che  si  salva  è lo 0,05 %  )  Brani effimeri, privi di soluzioni rigeneranti per l’ascoltatore medio e interpretati da aspiranti cantanti, barcollanti nell’intonazione e nel senso ritmico  come  dice   un esperto   musicale  : <<  Trap Remo, il festival dell’incompetenza musicale diffusa - Pentagrammando (antoniodeiara.it) >> come quello #rap, il sottogenere #trap.,in particolare , che abitualmente ( al 99.95 % ) veicola una visione poco edificante della donna, sessismo , edonoismo sfrenato , violenza , ecc .
Ė il talento non le manca sarebbe lecito aspettarsi una presa di posizione, un racconto alternativo. Non è proprio così. Peccato. un opportunità per portare un cambiamento in un genere e un sottogenere giovanile molto diffuso . Che partito come uno sfogo alle frustrazioni , al disagio , alla denuncia sociale sia degnerato in : crimalità disvalori sessismo,omofobia , misoginia tuute caratteristiche alla base del femminicidio \violenza di genete

Nuova intimidazione alla sua azienda. Ma Patrizia Rodi Morabito resiste: non lascio la Calabria



la calabria non solo società sparente , emigrazione ed omertà come ( ne ho parlato precedentemente in un post ) nel caso di SAN LUCA, ASPROMONTE Terra di ’ndrangheta Il Comune calabro dove nessuno si è candidato è di nuovo commissariato Tra abbandono e omertà, qui il tempo torna indietro E il futuro non arriva mai, ma che di resistenza e di lotta come il caso Patrizia Rodi Morabito  (  foto a sinistra   tratta   dalla stessa  fonte  dellì'articolo ) , proprietaria di uun azienda agricola e imprenditrice di Rosarno, vicepresidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, che subisce minaccie ed attentati .
 Ma non si arrende .
E' notizia di questi giorni di


da www.avvenire.it

Secondo incendio in appena due settimane all’azienda agricola di Patrizia Rodi Morabito, imprenditrice di Rosarno, vicepresidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, dirigente di Coldiretti e membro del Servizio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. È la quarta intimidazione in soli quattro mesi all’azienda di famiglia “Tenuta Badia-Rodi” che coltiva soprattutto ulivi, agrumi e kiwi in biologico.lo scorso 5 marzo le sono state tagliate e incendiate alcune piante secolari di ulivo. Il 16 marzo ignoti hanno abbandonato rifiuti di ogni genere davanti al cancello dell’azienda, mentre altri rifiuti sono stati lasciati all’interno del terreno. E nella stessa tenuta hanno divelto una sbarra di accesso. Uno sfregio commesso il giorno dopo la visita del prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, e del presidente della Camera di commercio, Antonio Tramontana, un gesto di solidarietà e attenzione nei confronti dell’imprenditrice. Quindici giorni fa proprio dai rifiuti è partito l’incendio che ha danneggiato l’impianto irriguo e quattro ettari coltivati a kiwi. Ieri altre fiamme, questa volta partite non dalla strada ma all’interno dell’azienda, in un luogo simbolico, dove nel 2000 erano stati incendiati dei capannoni i cui scheletri anneriti sono ancora lì perché, dice l’imprenditrice, «si veda bene cosa fanno». Proprio da lì le fiamme hanno poi raggiunto l’uliveto, facilitate dall’erba alta che non viene tagliata perché si tratta di coltura biologica con norme molto severe. Poco prima delle 10 si è così alzato un denso fumo nero, ben visibile da lontano. Per fortuna sono arrivati rapidamente sia i carabinieri sia i Vigili del fuoco, limitando i danni .
Ma il messaggio è ben chiaro, come sottolinea anche il vescovo, monsignor Giuseppe Alberti, che ha chiamato l’imprenditrice. «Evidentemente vogliono che lei se ne vada, che abbandoni – ha dichiarato il presule –. Vogliono impossessarsi della sua azienda per i propri interessi. Per questo dobbiamo tutti sostenerla, esserle vicino, contribuire al suo impegno. Non è sola e non sarà sola». Profondamente credente, Patrizia Rodi Morabito ha accettato l’invito del vescovo a contribuire alla crescita della Diocesi, come membro del Servizio per la pastorale sociale e del lavoro. Così ha partecipato alla recente Settimana sociale dei cattolici, svoltasi a Trieste, portando la sua esperienza di imprenditrice calabrese. «Ho incontrato una Chiesa in cammino, attiva, piena di iniziative. Sono tornata sentendo la responsabilità di mettermi in gioco», riflette. E per questo, torna a ripetere, «io da qui non me ne vado, questa è la mia terra e qui devo restare. Per difendere il Creato e per dare lavoro vero e giusto ai giovani che purtroppo se ne devono andare». Ma anche, come già ha fatto, facendo della sua azienda un “laboratorio” sulla salvaguardia del Creato, la legalità, la giustizia sociale.
Il suo è un richiamo anche ad altri, al “noi”. «Il cuore della democrazia lo ritroveremo insieme laddove si è persa la via, lo cercheremo nei luoghi dove è in affanno, dove è stato coperto da detriti sociali, non più rimanendo un passo indietro agli eroi solitari, ma in una comunità che nel quotidiano, in un difficile passaggio dall’io al noi, riscopra i gesti semplici di ognuno, restituendo ad ogni momento, ad ogni persona, la sua dignità, la sua forza, riconosciute e sostenute dalle parole che esprimono i principi della nostra Costituzione». C’è molta attenzione degli inquirenti alla sua vicenda. Anche perché i terreni dell’azienda agricola sono in una posizione strategica che domina lo svincolo autostradale per Rosarno, a pochi chilometri sia dalla cittadina sia dal porto di Gioia Tauro. Un’area sicuramente interessante per gli affari della ‘ndrangheta.